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Autore: Lady Moon    06/08/2016    3 recensioni
«Avverto urla, risa, avverto... freddo, sangue, lama di un coltello. Cosa mi è capitato? Ma cos'è questo buio? Dove mi trovo?
Aspetta... ritorniamo a quel rumore. Mi sono svegliato perché ho sentito qualcosa, ne sono sicuro, di stridente e molesto.
Ehy, Chica! Bonnie! Svegliatevi! Non avete sentito? C'è qualcosa qui nell'oscurità o qualcuno.»
***
Buona lettura!
Genere: Angst, Introspettivo, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 4: I'm alone.


Perché i miei amici si agitano così tanto? Hanno sentito per caso qualcuno entrare in questa pizzeria?
Patetico.

Non viene mai nessuno qui, non ci vengono a trovare nemmeno i nostri genitori, ci danno per morti, oh, che sbadato, noi lo siamo... o dovremmo esserlo. 

Sono rinchiuso in questa stanza da solo, ormai, non posso fare altro che sentire i loro passi, i loro discorsi spesso senza senso che vengono talvolta ripetuti o interrotti. Dannato sistema sonoro incorporato, nemmeno il mio è tanto migliore del loro... ma so bene di poter pronunciare delle urla niente male, persino io rabbrividisco nell'udirmi.
Non mi va di uscire adesso, io sono solo, e anche quando persi la mia precedente vita lo ero.

Non ricordo il suo volto, ma so bene che è stato lui ad ucciderci tutti, quella sera, in questa pizzeria, dove si svolgeva una comune festa di compleanno. 

Cosa ricordo di preciso su questo
lui”?
Era alto, magro, gli occhi neri, che rimandavano al carbone, facevano impressione solo a guardarli per un attimo. Una cosa che mi ha irritato dall'inizio era il colore dei suoi vestiti... giacca e cravatta viola, pantaloni viola, e anche le scarpe. Posso dire espressamente che non aveva tutto questo stile. Non ricordo nient'altro, ribadisco che a parte per gli occhi, il suo volto è indefinito nei miei pensieri... 
Aveva chiesto a me e Bonnie di dargli una mano a gonfiare palloncini, noi che eravamo nascosti per non farci scoprire da Chica e immagino, successivamente, anche da Freddy. E poi? Poi mentre gonfiavo un palloncino rosso mi sono sentito trafiggere alle spalle da qualcosa di insolito, duro, freddo, appuntito. Sembrava la lama di un coltello conficcatasi con estrema precisione nella mia minuta e fragile schiena. Del sangue iniziò a colarmi dalla bocca, una sensazione orrenda, la quale prima di allora non avevo mai vissuto, né immaginato di poter vivere. Ad un bambino non si insegna a prevenire una coltellata, a rigor di logica, e il dolore più forte che prima di allora riuscii a provare era quello del mio ginocchio sbucciato. Spesso mi capitava di litigare con alcuni bambini e di terminare la questione dando libero spazio alla lotta e ai dispetti, tuttavia la meglio l'avevo sempre io, non le prendevo facilmente e questa cosa, per quanto sbagliata, seguendo una certa etica, possa apparire, accresce la fierezza del mio ego.

Ricordo di essere crollato per terra... Ho visto il bastardo guardarmi, non so come testimoniarlo, ma avevo come l'impressione che fosse contento... non abbastanza, però, perché ero ancora vivo. Così l'ultima cosa che vidi in assoluto fu il coltello che si avvicinava al mio petto... fine. 

Dov'era finito Bonnie?
Gli aveva detto di gonfiare palloncini in un'altra stanza della pizzeria, la stessa dove poi vennero trascinati i nostri cadaveri. Colui che nell'arco di venti minuti ne gonfiava di più, vinceva. Penso fosse morto già prima di me, perché all'inizio il purple man mi lasciò solo per andare da lui e quando tornò a farmi visita, era passato già un po' di tempo. Seguendo una certa teoria, però, i primi a morire non fummo io e Bonnie, ma Freddy e Chica. Loro erano con lui al principio, ce lo disse lui stesso, mentre io e Bonnie eravamo ancora nascosti. 

“Non preoccupatevi, ho dato loro due un altro incarico” ci disse, ricordo queste parole che si alternano al mio dolore e alle mie urla vane; nella mia mente quando chiusi gli occhi, morto, cercavo mia madre, ma non sono riuscito mai più a sentirla, né a rivederla. 
La mia mamma... solo, Foxy... sono solo. Solo com'era il mio uncino quando lo trovai per caso in quella maledetta stanza, mi ci affezionai subito, doveva essere mio. “Un perfetto pirata ha un uncino!”, pensai. 



Mi sono deciso, voglio controllare quello che hanno da dirsi di così importante i miei amici, probabilmente si ricordano di me ma sono così ossessionati da qualcosa da essersi dimenticati di cercarmi. 
Bene. Andrò io da loro. 


Sveglia, questa pizzeria non è più sola, e nemmeno io. 


Sveglia.
Non solo io, anche chi sta ancora dormendo deve alzarsi.







 


*Nota dell'autrice:
Riiiiiiiieccomi, cari lettori e buon salve a voi.
Eccoci giunti finalmente al quarto capitolo della storia... cosa accadrà in seguito? 
Giacché l'ultima volta vi ho narrato del mio mal di testa, oggi vi narro della mia estrema sonnolenza, e del mio piacere assoluto per la pubblicazione di questo capitolo. Perché? Perché adoro il personaggio di Foxy, non so voi. Inoltre, ci avviciniamo alla conclusione dell'intera storia, soprattutto grazie a ciò che ricorda la nostra volpe pirata.
Cercherò - come sempre - di far uscire il quinto capitolo quanto prima, e per adesso vi auguro un delizioso proseguimento.
E noi ci sentiamo alla prossima^^
Un bacione!
*
   
 
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