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Autore: Kiri94    06/08/2016    1 recensioni
Questa saga tratta eventi successivi alla Kiri no Gemini - Zero Arc, pertanto invito a leggere questa saga solo nel caso si abbia già letto le saghe precedenti.
La storia entra nel suo arco narrativo finale: due anni sono trascorsi dalla battaglia contro gli Zero, ed è il momento di risolvere i problemi alla fonte, confrontandosi direttamente con la mente dietro ogni avvenimento nefasto della storia... gli Insyder!
Ma una cupa ombra nera sta lentamente divagando per il mondo, corrompendo la serenità ed un clima di pace apparente... una minaccia senza precedenti, che rischia di avere pesanti ripercussioni sull'umanità stessa e l'intero ecosistema del pianeta.
Gli Insyder vanno fermati in tempo, mentre le lancette del countdown alla catastrofe scorrono inesorabili, ma l'impresa si rivelerà più ardua del previsto...
In una storia che trascende le barriere del tempo, la Famiglia Kokuyo dovrà dare il meglio di sé per poter, finalmente, mettere la parola "fine" alle macchinazioni della mente dietro tutto e tutti... ce la faranno?
Genere: Drammatico, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Mukuro Rokudo, Nuovo Personaggio, Tsunayoshi Sawada, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Katekyo Hitman Reborn! - Kiri no Gemini'
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Kurai collassò appoggiandosi ad un muro con aria sfiancata: aveva corso chiamando ad alta voce il nome di Katie per così tanto tempo da aver perso completamente la cognizione del tempo. Per quanto ne sapeva, potevano essere passate tranquillamente diverse ore.

Passandosi la manica della divisa sulla fronde madida di sudore per asciugarla, decise di fare una pausa e di riordinare i propri pensieri – Ok... p-pausa... correre a vuoto è... solo un'inutile dispendio di energie... certo, potevo pensarci prima, ma si sa che il mio cervello funziona a dovere solo quando ne ha voglia lui – pensò regolarizzando pian piano il respiro – Allora... Katie-nee mi ha preceduto solo di qualche secondo, il che significa che non dovrebbe aver avuto il tempo di seminarmi, eppure non l'ho vista... questo, unito al terremoto di poco fa, mi fa pensare che... che sono un totale deficiente e che mi sono completamente perso. Non c'è altra spiegazione: o questo oppure i muri di questo fottuto castello si spostano aprendo e chiudendo accessi a comando! Argh! E ora che faccio?! Sono solo, in territorio nemico, ho perso di vista Mirai-nee e Katie-nee è scomparsa senza lasciar traccia!! Come potrebbe andare peggio?! – urlò cadendo in ginocchio – E dire che ho sempre rimproverato Mirai-nee dicendole di agire in maniera meno impulsiva... – mormorò infine con un filo di voce.

Avvertendo lo stato d'animo di Kurai, Re Kiri si manifestò davanti a lui – Messere, avverto un turbamento nella sua impavida persona: posso ardire di chiederle cosa l'ha causata? – domandò con tono preoccupato.

Kurai sussultò dalla sorpresa nel vederselo comparire davanti all'improvviso, eppure il vederlo contribuì a tranquillizzarlo: non era solo – Re Kiri... è vero, ci sei anche tu! Beh... ecco, Katie-nee è scappata e sono corso al suo inseguimento ma l'ho persa, e non capisco dove ho sbagliato... insomma, non credo che lei abbia imboccato deviazioni o si sia infilata in uno dei corridoi paralleli, giusto? Stava scappando mentre era in preda al panico, non credo che avesse la lucidità necessaria per cambiare percorso, no? – domandò allo Spirit, cercando di chiarirsi i mille pensieri che turbinavano nella sua mente.

Re Kiri ascoltò in solenne silenzio, quindi esclamò – Sir Kurai, ben comprendo la vostra nobile preoccupazione nei confronti della vostra consanguinea, ma non c'è alcun motivo di agitarsi in questa maniera: d'altronde, noi Spirit disponiamo di un sistema di localizzazione per rintracciarci l'un l'altro, è un miglioramento installato con lo scorso aggiornamento. Non... non ne era al corrente? – pronunciò l'ultima frase con tono incredulo in risposta dell'espressione sconvolta di Kurai – C-cioè... mi stai dicendo che, con questa funzione, avrei potuto cercare comodamente Katie assieme a Mirai-nee... senza perdermi in questo labirinto? – domandò in un sussurro con un tic nervoso all'occhio destro.

Senza esitazione, lo Spirit confermò – Esattamente, Sir Kurai. Vuole che cerchi la sua nobile consanguinea? – domandò quindi, ottenendo un cenno affermativo in risposta da parte di Kurai, il quale mormorò a denti stretti, quasi in un ringhio – Rajiv... Vittorie... giuro che me la pagherete cara per questa vostra “dimenticanza”! – maledicendo i due compagni per la loro disattenzione.

*

Mentre volavano sopra i tetti del castello, Vittorie starnutì all'improvviso, destando l'attenzione di Yuniko – Uh? Ti sei raffreddata? E' per caso colpa dell'attacco che vi ha scagliato contro Erika qualche ora fa? – domandò alla ragazza, che rispose con un'alzata di spalle – No, è come se qualcuno avesse appena parlato male di me – con semplicità.

Confusa, Yuniko alzò un sopracciglio – A...ah, capisco... comunque abbiamo cose di estrema importanza a cui pensare – esclamò, spiccando il volo con l'Hell Gear appoggiando la mano contro la Barriera di Gravità comparsa pochi minuti prima – Questa specie di bolla... non riesco ad identificare che fiamma la componga, ma una cosa è certa: se non abbattiamo il possessore non abbiamo modo di infrangerla... e se non ci riusciamo, i nostri rinforzi non potranno intervenire. Diamoci da fare, Vittorie-chan! – esclamò con fervore, ottenendo un cenno d'assenso da parte della compagna mentre accelerava per raggiungere l'enorme terrazza situata al centro del tetto dell'enorme fortezza sospesa nel vuoto.

*

Kurai riprese la corsa al seguito di Re Kiri, il quale fungeva da navigatore scegliendo con precisione assoluta il percorso migliore da seguire: continuarono quindi ad avanzare senza sosta finché non si ritrovarono in un vicolo apparentemente cieco, che confermò la teoria che da tempo era balzata alla mente del ragazzo – Re Kiri, mi confermi che Katie è in questa direzione? – domandò allo Spirit per avere l'assoluta certezza prima di sospirare – Allora è come pensavo... non abbiamo incontrato nessuna deviazione da quando abbiamo svoltato in quel corridoio seguendo il segnale, e questo può significare soltanto una cosa: i muri del castello si spostano aprendo e chiudendo accessi. Non so come né chi li manovri, quel che è certo è che ci hanno in pugno fin dall'inizio, e che il loro piano è sempre stato il separare qualsiasi intruso per poi eliminarlo singolarmente...mi duole ammetterlo, ma questa volta siamo stati noi a sottovalutare il nemico, e come risultato ci troviamo sotto scacco – voltandosi a guardare lo Spirit.

Re Kiri tentò di replicare con qualche parola di incoraggiamento, ma con sua sorpresa il volto di Kurai sfoderò un sorriso determinato, ammutolendolo – In questo caso c'è un solo modo per arrivare da Katie-nee: proseguire asfaltando qualsiasi cosa cercherà di ostacolarci – esclamò a voce alta Kurai, per poi prender fiato ed urlare – HEY, VOI IN ASCOLTO! SMETTETELA DI PERDERE TEMPO CON QUESTI GIOCHETTI DA VIGLIACCHI: SE AVETE VOGLIA DI SFIDARMI USCITE ALLO SCOPERTO, SONO PRONTO! O SIETE COSI' DEBOLI E CODARDI DA AVER PAURA DI AFFRONTARMI ANCHE SE SONO DA SOLO? – con tono di sfida in quella che era una palese provocazione.

Con sua grande sorpresa non appena concluse la frase uno dei muri laterali del corridoio si aprì in un passaggio nascosto, come se chiunque controllasse il labirinto avesse accolto la sfida.

Nonostante l'accesso portasse in una zona diversa da quella dove Katie era segnalata, Kurai lo attraversò senza pensarci troppo: se il nemico aveva deciso finalmente di accettare un confronto faccia a faccia, non si sarebbe tirato indietro per nessuna ragione al mondo.

Con passo solenne varcò la soglia seguito dallo Spirit che fluttuava dietro di lui, avvertendo il varco richiudersi alle sue spalle non appena l'ebbe superato: si ritrovò in un'immensa stanza buia, dalle dimensioni incalcolabili.

Improvvisamente, centinaia di fari si accesero illuminando la zona circostante, rivelando un'arena dallo stile simile al Colosseo di Roma, al cui centro si ergeva un'alta figura incappucciata il cui mantello recava lo stemma degli Zero Zwei: senza esitazione Kurai si avvicinò con decisione al misterioso individuo, fermandosi solo una volta che fu giunto ad un paio di metri di distanza e guardandolo con fermezza.

Dopo qualche attimo di silenzio, finalmente l'uomo si decise ad aprire bocca – Kurai Rokudo... corretto? – domandò in tono calmo, attendendo la risposta di Kurai – Si, in persona. Posso sapere il nome della persona che ho davanti? – ribatté serio, osservando con serietà la persona che aveva davanti.

Con un rapido gesto l'uomo si sfilò cappuccio e mantello, rivelando una chioma sparata verso l'alto bionda e con le punte tendenti al verde e sfumate di marroncino ed un viso serio e composto su cui spiccavano due occhi verde chiaro vigili ed attenti – Il mio nome è Plasma Shinseki, giovane Rokudo. Non ho mai avuto l'onore di incontrarti di persona sebbene tre anni fa ho affrontato l'uomo chiamato Kuro, un tuo fedele compagno nonché combattente formidabile e leale. E' stato un piacere affrontarlo nonostante abbia perso il duello, ma questa volta finirà diversamente: da quel giorno mi sono allenato duramente in vista di questo giorno, il giorno in cui avrei finalmente affrontato l'uomo che ha sconfitto Zero. Devo ammettere che se dovessi giudicarti superficialmente avrei dubbi sulla tua reale forza, ma negli anni ho imparato a giudicare un uomo in base alle sue azioni, e la tua fama ti precede. Sono ansioso di sperimentare sulla mia pelle la reale forza del Boss della Famiglia Kokuyo, che tanto ha fatto parlare di sé negli ultimi due anni, e di vedere che tipo di uomo ha sconfitto il mio ex-capo. Accetti il duello, Rokudo? – rispose senza fermarsi ma scandendo con attenzione ogni singola parola, guardandolo dritto negli occhi in attesa di risposta.

Kurai rabbrividì nell'udire il nome “Plasma”, ricordando il racconto di Kuro al riguardo di un avversario apparentemente invulnerabile ed estremamente leale affrontato anni prima durante lo scontro per liberare i Vongola.

Con un sorriso inaspettato, Kurai ricambiò lo sguardo rispondendo con decisione – Eheh... sono stato fortunato a quanto pare: preferisco mille volte incrociare le lame con un guerriero estremamente forte ma che combatte con onore e lealtà piuttosto che un verme viscido e sleale che ricorre ad ogni menzogna o inganno per vincere. Plasma Shinseki: io, Kurai Rokudo, accetto il duello. Ad una condizione: un duello all'ultimo sangue – affermò con fermezza, estraendo Excalibur Ex dal palmo della mano – Un guerriero che segue il Bushido in maniera così rigorosa non sarebbe soddisfatto di essere risparmiato dopo una sconfitta, dico bene? Inoltre significherebbe che entrambe le parti si tratterrebbero per non uccidere l'avversario, e io ho intenzione di dare il massimo in questa battaglia... anzi, di più. Supererò... i miei stessi limiti! Accetti la condizione? – esclamò con tono solenne, puntando la lama in direzione dell'uomo.

Gli occhi di Plasma si dilatarono in un'espressione stupita nell'udire queste parole inaspettate: lentamente, le sue labbra si incurvarono in un sorriso sincero, un qualcosa che il suo volto non vedeva più da parecchi anni – Sono sinceramente colpito, giovane Rokudo: non mi sarei mai aspettato tanta maturità e onore da parte di un ragazzo così giovane. E sia: accetto la condizione, e prometto solennemente di combattere senza trattenermi – estraendo due strani oggetti tubolari dalla cintura per poi infonderli di fiamma, generando su ognuno di essi un'intensa lama al plasma che emanava un forte calore ed una luce accecante.

Nella mente di Kurai risuonò quindi la voce di Re Kiri – Messere, il suo animo impavido e la sua scelta di sfidare la sua nemesi in un singolar tenzone all'ultimo fiato sono da me molto apprezzati, ma... ne è sicuro? Non pensa a come potrebbe sentirsi la sua dama talora lei venisse sconfitto? – domandò preoccupato.

Con sua grande sorpresa, Kurai rispose – Di cosa stai parlando, Re Kiri? Mi basta non perdere a qualsiasi costo, no? Dopotutto se mi lasciassi sconfiggere da lui in questo momento... che speranze potrei mai avere con Augustus? – con una determinazione talmente intensa che lo Spirit si sentì quasi oppresso: non aveva mai avvertito un'emozione simile pervadere il cuore di Kurai – E sia, messere. Vinca questa battaglia in modo da fare un altro importante passo per vincere questa guerra – attivando spontaneamente il Soul Drive di Kurai, come percependo le intenzioni del ragazzo.

Roteando Clarent con maestria, ed una volta attivato il Geminio Kiri per duplicare le sue possibilità offensive, Kurai diede un'ultima occhiata a Plasma prima di urlare – Si dia il via al duello! – eseguendo uno scatto in avanti nello stesso istante in cui l'uomo partiva alla carica.

*

Mirai aveva perso la calma da ormai diversi minuti: dopo un paio d'ore spese a vagare senza meta in angusti corridoi che sembravano avere una propria volontà aveva deciso di usare la forza bruta per aprirsi la sua personalissima strada.

Dopo l'ennesimo muro abbattuto a suon di pugni avvolti da spesse catene, Scarlet si azzardò a proferir parola – Mirai, posso dirti una cosa senza rischiare di finire spiaccicata al muro? – domandò la farfalla cobra avvolta dalle fiamme, svolazzandole di fianco.

Mordendosi il labbro inferiore per tranquillizzarsi, annuì riuscendo perfino a sorridere – Si, certamente! Ehm, scusami se ti ho spaventa Scarlet... io... ecco... insomma... beh, non ce l'ho con te, quindi sì, dimmi tutto quello che vuoi – sentendosi mortificata per aver messo a disagio la Spirit.

Con un sospiro rassicurato, Scarlet svolazzò davanti a lei all'altezza del viso – Capisco che sei preoccupata per i tuoi fratelli, come capisco che ultimamente sei stata sottoposta ad una mole di stress impressionante... eppure, nonostante ciò, inizio ad essere seriamente preoccupata per te. Insomma...come posso dire... è come se in un certo senso la personalità di Iarim non fosse più completamente amalgamata alla tua. Cioè... non intendo dire che vi state nuovamente separando, anzi, tutt'altro! Ma solo che la sua... ehm, proverbiale aggressività si sta intensificando sempre di più. Per favore, cerca di controllarla, o mi vedrò costretta a sigillare l'Hell Gear finché non vedrò che il pericolo è cessato. Mi spiace essere così severa, ma preferisco evitare ogni rischio possibile... – concluse con serietà.

Mirai annuì, con un'ombra in viso – Si... hai ragione. Me n'ero già accorta... ma pensavo che fosse solo una fase che, prima o poi, sarebbe passata da sola... ma ora mi rendo conto che la cosa mi è sfuggita di mano. Grazie per l'avvertimento, tanto per cambiare... mi dispiace deluderti sempre – mormorò con un fil di voce, tremando.

Scarlet cercò di replicare per tirarla su di morale, ma proprio in quel momento le pareti si spostarono chiudendo ogni accesso (compreso il varco “forzato” creato da Mirai) aprendo un grosso accesso ad una stanza immensa incredibilmente illuminata: ancora tesa per la discussione avuta poco prima, Mirai varcò l'accesso venendo abbagliata dall'intensa luce che l'accecò per qualche istante, finché non si fu abbastanza abituata da riuscire a distinguere ciò che aveva intorno.

Con sua enorme sorpresa si ritrovò in uno spiazzo sconfinato ricoperto da una vegetazione rigogliosa e circondata da rovine di una città moderna completamente distrutta, in mezzo alle quali spiccava una cascata che cadeva con fragore nel laghetto sottostante: perfino il cielo sembrava perfettamente reale, con tanto di nuvole che si muovevano lentamente sospinte dal vento.

Confusa, Mirai si voltò indietro per cercare di capire se quella fosse veramente una stanza, ma con sua enorme sorpresa l'ingresso da cui era entrata era svanito, lasciando al suo posto un altro spiazzo immenso disseminato di rocce, piante e rovine.

Pian piano la consapevolezza si fece strada tra i pensieri di Mirai, dapprima sotto forma di dubbio, poi tramite un brivido freddo lungo la schiena: era in trappola.

Inspirando profondamente, Mirai riacquistò la calma e la lucidità necessarie a guardarsi intorno e scoprire dettagli importanti... primo fra tutti, la figura in camice da laboratorio che la osservava immobile da sopra un grattacielo crollato al suolo.

Mirai rimase immobile ad osservarlo nel silenzio più assoluto per diversi minuti, aspettando che facesse la prima mossa... ma, resasi conto dopo un po' che ciò non sarebbe mai successo, si decise ad evocare una lunga catena che andò a conficcarsi nell'edificio in rovina, fungendo da rampino e trasportando la ragazza al cospetto dell'uomo.

Atterrando in piedi con agilità, Mirai lanciò un'occhiata truce all'individuo: ora che lo vedeva da vicino riusciva a notare che fosse alto poco più di lei, e che a prima vista poteva essere tranquillamente suo coetaneo.

Nonostante ciò, il camice degli Insyder indicava senza ombra di dubbio che che faceva parte del gruppo più geniale e terribile che l'umanità avesse mai dovuto affrontare... e che era suo nemico.

La sua attenzione venne quindi attirata dalle caratteristiche fisiche di colui che sicuramente a breve sarebbe stato il suo avversario: carnagione mulatta, capelli neri, occhi verdi attenti e svegli e una corporatura piuttosto snella e muscolosa rispetto alla media degli scienziati del gruppo che aveva incontrato fino a quel momento, e che poteva indicare anche capacità di combattimento corpo a corpo e un'alta agilità.

Eppure, sebbene Mirai lo stesse osservando in ogni dettaglio manco fosse una maniaca, il ragazzo non batté ciglio: anzi, ad un certo punto si voltò ad ammirare il paesaggio post-apocalittico, ignorandola.

Fu in quel momento che Mirai capì che doveva necessariamente fare lei la prima mossa – Hey, tizio. Smettila di cazzeggiare: dimmi il tuo nome, mostrami il tuo Emperor e facciamola finita subito, ho fretta di andare a ridurre il tuo capo in un ammasso informe di carne – mormorò a denti stretti, evocando decine di catene che circondarono lei ed il suo avversario, pronte a scattare.

Inaspettatamente, tuttavia, il ragazzo sorrise, perfettamente a suo agio in mezzo ad uno stormo di catene pronte a trafiggerlo – Aaron Flores. E' il mio nome – mormorò con voce rilassata e profonda, alzando poi lo sguardo fino ad incrociarlo con quello di Mirai – Per quanto riguarda il mio Emperor, invece... beh, non te ne sei accorta ma te l'ho già mostrato, Mirai Rokudo – esclamò sfoderando un ghigno e spalancando le braccia dinnanzi al paesaggio circostante – Tutto questo è il mio Emperor... Virtualbox! – nel pronunciare il nome del suo Emperor, tutta l'area circostante, cielo incluso, divenne per una frazione di secondo appena percettibile composta da soli texture e numeri 0 ed 1, per poi tornare alla normalità – Il mio Emperor mi permette di creare questa realtà virtuale, concreta in tutto e per tutto, dove io... ho il potere assoluto! In questo momento, Mirai, non sei nel castello: diciamo che è come se qui fossimo in una realtà parallela. Sai cosa significa questo, vero? – domandò allegro, stiracchiandosi in totale relax.

Mirai rabbrividì: se quello che Aaron aveva detto corrispondeva al vero, il suo avversario disponeva di una versione migliorata del suo Goddess Time, e la sua unica via di fuga era sconfiggerlo per forza.

Era in trappola.

*

Un gruppo di scienziati lavorava febbrilmente digitando stringhe di codice sulla tastiera, che man mano andavano a creare un programma esecutivo sul grande schermo sospeso sopra una capsula di circa due metri: dopo alcuni minuti di febbrile lavoro gli scienziati terminarono di digitare ed esclamarono all'unisono – Signore, la sequenza di attivazione è completa, manca solo la sua chiave di rilascio! – rivolgendosi ad un uomo anziano in camice nero.

Con passo esitante, l'uomo si avvicinò alla tastiera collegata direttamente al grande schermo, digitando una password alfanumerica composta da 8 cifre e premendo il tasto di conferma: immediatamente, la capsula si aprì depressurizzandosi ed emanando spifferi di aria gelida dovuti alla stasi criogenica nella quale Aiden era stato tenuto nell'ultimo periodo.

Non appena lo sportello fu completamente aperto una mano afferrò con forza l'estremità dell'involucro metallico, stritolandolo come fosse fatto di carta per aiutarsi ad alzarsi in piedi ed uscire: lentamente, un uomo dai gelidi occhi argentati e una chioma di capelli rossi che andava sfumandosi in bianco verso le punte si alzò guardandosi attorno: il suo fisico era incredibilmente massiccio, un vero e proprio ammasso di muscoli che avrebbe fatto impallidire un culturista e un corpo tonificato che sembrava semplicemente troppo perfetto per essere vero.

Eppure, qualcosa in lui sembrava decisamente fuori posto, come la pelle che emanava strani riflessi sottoposta alla luce diretta e la totale assenza dei genitali, perfettamente constatabile per via del fatto che l'essere era completamente nudo.

Nonostante ciò, nessuno dei presenti parve sconvolto o stupito da ciò: anzi, con estrema professionalità, il Capo Divisione si avvicinò a lui – Ok, eseguiamo qualche test per verificare le tue condizioni. Dimmi, nell'ordine: Codice di serie, scopo e impostazione attualmente attiva – domandò, ottenendo immediatamente in risposta – Modello A.I.D. 00XEn, versione 8.5.3b – pronunciata da Aiden con voce profonda e vagamente metallica – Sono un sofisticato androide da combattimento costruito con la migliore tecnologia esistente il cui scopo è terminare qualunque minaccia per Augustus-sama e per il gruppo Insyder e Zero Zwei. Attualmente è impostata la modalità risparmio energetico: volete cambiarla? – domandò quindi di rimando osservando l'uomo anziano, il quale senza dire una parola porse un piccolissimo dispositivo ad Aiden, inserendolo in una fessura impercettibile all'altezza del petto.

Dopo pochissimi istanti di caricamento, quindi, Aiden annuì con decisione – Ricevuto. Nuovo compito: terminare Vongola e alleati. Restrizioni: nessuna. Priorità: assoluta. Vado, eseguo... e torno – indossando i vestiti che gli vennero porsi dall'uomo per poi scagliarsi verso l'uscita correndo all'incredibile velocità di 70 km/h, lasciandosi alle spalle il laboratorio della Divisione Sistemi Avanzati per andare ad adempire al suo compito: sterminare ogni possibile minaccia per i suoi padroni.

   
 
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