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Autore: RaidenCold    06/08/2016    1 recensioni
Salve a tutti, questa è la mia prima serie fanfic e spero vi piaccia! Narrerà soprattutto della storia di Leonidas, ragazzo legato dal destino al mondo di Atena e dei suoi cavalieri, e sarà un racconto molto lungo... spero di non annoiarvi, buona lettura!
Genere: Azione, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Crudelitas mater avaritia est, pater furor.”

L'avidità e madre della crudeltà, l'ira ne è il padre.

(Quintiliano, Institutiones oratoriae, 9, 39)

 

Arrivarono le prime luci dell'alba; l'arena era devastata dai colpi di una feroce battaglia. Sull'ultima parte integra degli spalti sedeva Syd, la cui armatura aveva subito pesanti danni, ma aveva svolto fino alla fine il suo dovere proteggendolo dagli attacchi dell'avversario.

“Ottimo lavoro, Triangolo australe!”- disse Jude contemplando lo spettacolo di desolazione attorno a lui.

“Grazie.”

“E John....di lui che ne hai fatto?”

“Morto.”

“Che cosa?!”

Syd si avvicinò a Jude e gli consegnò un oggetto in mano:

era parte del diadema dell'armatura della Lucertola.

“Non è stato facile, me la sono vista davvero brutta.”

“Bene bene... alla fine il grande John è stato messo a tacere per sempre.”- ridacchiò sarcasticamente il delfino;

“Io me ne vado, il mio lavoro qui è finito.”

“Sei sicuro? Sei stato un alleato prezioso, potresti esserci utile in futuro.”

“Non mi interessa, grazie.”

“D'accordo Triangolo...certo che hai proprio un cuore di pietra!”

Jude scoppiò a ridere platealmente; quando ebbe smesso, Syd era sparito.

 

Brutus giaceva a terra tremolante, e incapace di muoversi constatò con amarezza che il suo scudo era ridotto in frantumi. Era bastato un solo colpo per distruggerlo: il«Lightning bolt» di Leonidas non aveva lasciato scampo a Brutus, la cui armatura di bronzo non era riuscito a proteggerlo da quel concentrato di puro cosmo.

“Maledetto Leone...non avrei dovuto sottovalutare un cavaliere d'oro...” - sospirò il ragazzo.

 

Leonidas giunse dinnanzi a quella che un tempo era l'arena di addestramento; si guardò attorno e rabbrividì nel vedere che il dormitorio era ridotto a un cumulo di macerie.

“Guarda guarda, il terribile Leonidas del Leone!”

Non si voltò, gli bastò ruotare gli occhi per vedere che su quello che era il portone della casa delle stelle sedeva un ragazzo dai capelli lisci color porpora, con indosso un'armatura azzurra.

“Jude, maledetto...”- tuonò Leonidas con tono minaccioso.

“Credi di farmi paura? Fatti sotto, ne ho già stesi tre di falliti, con un colpo, uno soltanto! Quanto potrà essere difficile sconfiggere un unico avversario? Inoltre anche il caro John è caduto!”- esclamò mostrando orgoglioso il pezzo del diadema dell'armatura che gli aveva dato Syd.

“T-tu hai...”

“Magari! È stato Syd ad uccidere quel perdente...ma non sai quanto avrei voluto dargliele di persona prima che schiattasse a quel bastardo! Se solo ripenso a tutte le umiliazioni che ho subito per causa sua...”

“Ma che stai dicendo? Ti ha sempre trattato come tutti noi altri, se non per rimetterti sulla giusta strada qualora tu ne prendessi una che in futuro avrebbe potuto nuocerti...ma non ti ha mai odiato, ha sempre cercato di aiutarti e consigliarti, e se a volte è stato duro lo ha fatto per proteggere sia coloro che ti stavano attorno sia te stesso!”

“Cazzate, lui aveva paura di me, tentava sempre di tenere a freno la mia insuperabile potenza, come quando ha bloccato l'attacco che ho lanciato a Dragone qualche giorno fa. Avrei di sicuro vinto lo scontro, se quello stronzo non si fosse intromesso; lui sapeva che ero fortissimo e temeva che un giorno gli soffiassi il posto, ecco come stanno le cose!”

Leonidas chinò il capo incredulo:

“Come hai potuto fare tutto questo?”

“Come? Semplice! Mi sono messo d'accordo con i cavalieri neri per distrarvi, cosicché mentre voi combattevate quegli incapaci io, Eden, Brutus e Syd abbiamo potuto sistemarvi uno ad uno con calma. Ora rimanete solo tu, Dragone e Perseo...ma di loro mi occuperò dopo. Adesso, mio caro Leone, assaggerai l'onda travolgente del delfino!”

“Non è quello che ti ho chiesto.”

“Che cosa?”
“Ti ho chiesto come hai potuto fare tutto questo...come hai potuto distruggere la nostra casa e tradire i tuoi compagni?!”

“Oh, credimi, quella è stata la parte migliore… mentre ti aspettavo ho demolito questo sudicio posto con le mie mani, mattone per mattone! Compagni dici? Non vi ho mai considerato tali... siete solo degli idioti, non avete fatto altro che ascoltare quei discorsi sul sacrificio e l'addestramento da quel deficiente di John per tutti questi anni! Noi siamo potentissimi, se lo volesse un cavaliere da solo potrebbe conquistare un'intera nazione, e invece stiamo qui ad allenarci per chissà cosa. Atena? Credi davvero in una tale stronzata? Come puoi essere così stupido da credere a una storiella dell'antica Grecia?!”

“Molto bene, ho sentito abbastanza. Jude, cavaliere d'argento del delfino, in guardia.”

“Fra poco la smetterai di fare tanto il gradasso!”

Jude concentrò tutte le sue energie nelle braccia e le alzò al cielo:

“Ammira il mio colpo segreto, il Dolphin impact!”

Abbassò le braccia e generò un'immensa onda di cosmo puro che stava per travolgere Leonidas.

Ma il Leone rimase impassibile, portò il braccio sinistro vicino al cuore e sussurrò:

“Questo è il mio commiato per te maestro: Lightning Plasma.

Spiegò il braccio, bruciò il suo cosmo e lanciò il suo attacco:

una serie di fasci luminosi di cosmo perforarono l'aria, dispersero l'attacco nemico ed infine colpirono Jude, che non riuscì neanche a vedere i migliaia di attacchi che lo colpivano al secondo, poiché erano colpi scagliati alla velocità della luce.

L'armatura di Jude venne ridotta in cenere ed il ragazzo si trovò coperto di ustioni su tutti il corpo; ciò nonostante si reggeva ancora in piedi. Leonidas si avvicinò a lui e lo guardò. Rimase a lungo in silenzio, finchè dalla bocca gli uscì un'unica gravosa parola:

 

“Patetico.”

 

Jude cadde a terra, come se quella sentenza fosse stata il colpo di grazia. Leonidas si voltò per andare in cerca dei suoi compagni ed aiutarli;

“D-dannato gattaccio...è tutta colpa tua...ma non credere di aver vinto...”-Jude tossì e sputò del sangue- “Fai attenzione, fai molta attenzione alle persone che ti stanno vicino, potrebbe succedere qualcosa a qualcuno che ti sta a cuore...”- Jude ridacchiò raucamente, poi tossì di nuovo e svenne.

Per un attimo Leonidas venne turbato da quelle parole, ma decise che ci avrebbe pensato in seguito.

Ora doveva aiutare i suoi amici.


 

Miles camminava taciturno lungo la spiaggia.

Le onde si infrangevano fragorose sulla riva, ma quel suono scrosciante non giungeva alle orecchie del Dragone, la cui mente era troppo intenta nel decifrare il fatto a cui aveva da poco assistito.

   
 
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