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Autore: jarmione    08/08/2016    2 recensioni
Bonnie Barstow è sparita, sparita nel nulla e nessuno sembra stupirsene.
Michael non si dà pace e si è ormai rassegnato alla vita monotona e solitaria.
È scontroso e diffidente ma qualcosa...o meglio...qualcuno, riaccende in lui la speranza.
Ma le cose non saranno facili, perchè c'è gente che vuole vendicarsi e Michael avrà il suo bel da fare per restare vivo e proteggere chi ama.
INTRO VARIATA IL 20/06/2016
Genere: Azione, Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Knight family '
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Scusate il capitolo corto, a presto!!



Il sole era alto e cocente, la testa di Michael era un mucchio di pensieri e confusione.
Si avvicinò alla fabbrica, sorvegliata da due omoni alti, più grossi di lui e armati.
Lui non aveva nulla, come sempre.
Una volta nella loro visuale, i due uomini tirarono fuori le pistole e le puntarono contro Michael, che alzò le braccia.
"Non sono armato!" si affrettò a dire "Voglio parlare con il vostro capo" 
Non mancò una bella perquisizione di fino, che a Michael non andò giù, dove i due uomini toccarono ogni parte del corpo.
Michael giurò che uno dei due avesse tentato di mettere le mani nelle mutande, per fortuna aveva la cintura che teneva i pantaloni ben appiccicati alla vita.
Una volta finito lo scortarono all'interno della fabbrica.
Appena dentro, si ritrovò in quella che sembrava un autofficina, piena macchinari e ponti, poi entrarono in una porta laterale, che dava su un lungo corridoio il cui unico sbocco si trovava a circa tre metri.
Aprirono la porta opposta e si ritrovarono in un ufficio.
"Aspetta qui" dissero i due uomini ed uscirono.
Michael rimase fermo ed osservò ogni minimo dettaglio, a partire dalla telecamera di sorveglianza e del monitor alla quale era connessa; assieme ad altre cinque telecamere, di cui una spenta.
Michael notò che c'era persino una telecamera nel bagno; se c’era lì dentro, come mai la sesta telecamera non riprendeva? Cosa poteva esserci di più privato di un bagno?
Era forse una cantina? Era più logico lì che nel bagno, ma Michael non volle mettersi a capire come funzionasse la mente di Garth.
Gli bastava sapere che era contorta e non poco.
La porta dell'ufficio si aprì poco dopo e Garth fece capolino.
"Michael Knight" disse sorridendo ben poco amichevole "Che piacere rivederti"
"Non posso dire lo stesso" rispose secco
"È il modo di rispondere al tuo ex nemico?" Gli fece cenno di sedersi e poi prese una scatola "Sigaro? È cubano"
"No grazie"
Garth alzò le spalle e lo accese, ignorando se a Michael desse fastidio o no
"Sorvegliare una fabbrica vuota e un bagno non mi sembra utile" disse Michael indicando il monitor.
"Ho le mie ragioni" Garth fece una bella aspirata e lo guardò "Arriva al dunque, Michael, perché sei qui?" Domandò, anche se dal tono si capiva che già sapeva il motivo.
Voleva proprio sentirselo dire, voleva vederlo strisciare.
Quell'uomo era più subdolo di quanto immaginava, se poi si contava che era anche furbo stava a cavallo.
"Sono qui per Amy" disse "La rivoglio indietro"
Garth rise.
Si stava abbassando a tanto? A chiedere invece che prendere?
Non era da lui, sapeva che si stava comportando da stupido, ma voleva fare le cose con le buone.
Aveva sentito che Garth aveva curato la bambina e le aveva permesso un istruzione e una vita agiata, lui era molto più ricco di Michael.
La sua unica certezza era che non le avrebbe mai fatto del male, che fosse per amore o perché aveva bisogno di lei non gli era dato saperlo, ma era certo di quello.
"Sembra che tu mi stia chiedendo indietro una statua, caro Michael, non una persona a te cara" disse facendo un’altra aspirata e poi spegnendo il sigaro.
"Voglio Amy" ripeté
"Temo sia difficile che ciò accada" mise le mani incrociate sotto al mento "vedi, per la legge, io sono il suo tutore, colui che si è e si prenderà cura di lei"
"Bonnie ha fatto esplicita richiesta di affidarla a me!" replicò Michael a denti stretti
"Bonnie è malata e ormai non le resta tanto da vivere, anzi..." Guardò l'orgoglio "per quanto ne so potrebbe anche essere deceduta da un ora" Garth rise ma venne preso per il colletto della camicia da Michael, che aveva fatto un balzo oltre la scrivania e lo aveva sbattuto contro al muro.
Garth, però, continuava a ridere, come se non gli importasse niente di quelle reazioni.
Rideva ancora, ignorando lo stato d’animo di Michael.
"Michael, Michael" disse con tutta la calma del mondo "Non funziona mio caro, i violenti non ottengono mai le custodie dei bambini"
"Ridammi mia figlia!"
"Oh, adesso è tua figlia? Ma se poco fa era una statua" replicò Garth, ma si ritrovò in pugno in pieno volto e il naso iniziò a sanguinare
"Dimmi dove si trova o ti giuro che non resterà molto della tua faccia"
"Se mi uccidi, non saprai mai dove si trova la bambina" un altro pugno in pieno volto e infine lo lasciò andare, anche se il suo istinto era quello di ucciderlo seduta stante.
Riprese fiato e attese che Garth si rimettesse in piedi "Hai vinto tu" disse Michael all’improvviso.
Garth sembrò non capire.
Michael sembrò aver realizzato che il coltello dalla parte del manico l’aveva solo Garth.
Doveva trovare un’alternativa, ma non gliene vennero in mente tante.
"Hai vinto” Ripeté “Tieni la bambina, avrai più cura te di lei"
Garth rimase sorpreso ma allo stesso tempo soddisfatto "Hai già cambiato idea?"
"Non ci sono stato fino ad ora, posso anche non esserci affatto" commento stringendo a pugno le mani "Ma se le torci un solo capello giuro che..."
"Giuri che cosa, Michael?" Lo zittì Garth "Che mi uccidi? Ne dubito fortemente"
Uno schiocco di dita e i due uomini di Garth lo afferrarono da dietro, iniziando a prenderlo a calci e pugni fino a stenderlo.
Infine lo presero per le gambe e le braccia e lo portarono fuori, gettandolo a terra come uno straccio e senza troppi complimenti.
Michael era indolenzito e gli faceva male dappertutto.
Lo avevano colpito sulle gambe e sulla schiena, perciò qualunque tipo di livido nessuno lo avrebbe visto, lui però li sentiva e anche parecchio.

*****

Amy era in un angolo, seduta, che piangeva e si sentiva tradita e arrabbiata.
Fissava un monitor che inquadrava l'ufficio dove Garth stava seduto.
Due casse da stereo erano attaccate ad esso e le facevano sentire tutti i rumori che Garth emetteva mentre spostava gli oggetti sulla scrivania.
I due uomini, che avevano sbattuto fuori Michael, entrarono e la presero.
Amy si dimenò e scalciò ma era tutto inutile, erano più grossi e forti e lei piccolina e minuta.
"Lasciatemi!"
Ma la portarono via.

******

Michael raggiunse la città.
Aveva percorso un miglio di strada a piedi e senza forze, pentendosi di non aver l'orologio con se.
Non voleva che KITT lo sentisse, che provasse a contattarlo o altro, voleva cavarsela da solo ma aveva solo combinato un disastro.
Si era sentito, per un attimo, debole senza l'aiuto del suo migliore amico e quella debolezza lo aveva spinto a non reagire ai colpi dei due scagnozzi di Garth e cedere la bambina a lui.
Va bene avere la certezza che non le avrebbe mai fatto del male, ma aveva sbagliato e solo in quel momento se ne rese conto.
Giunto all'ingresso della città, vicino al marciapiede, trovò KITT ad attenderlo.
Si avvicinò trascinando le gambe e mise una mano sul tetto
"Ehi amico" biascicò riprendendo fiato.
"Michael!" Esclamò KITT "Cosa è successo? I miei sensori rilevano lividi e contusioni"
"Nulla di grave" si sforzò di sorridere 
"Devi andare in ospedale"
"KITT, sto bene" tagliò corto Michael salendo in macchina e sedendosi.
Chiuse la portiera e tirò un sospiro di sollievo
"Dov'è Amy?"
Michael non rispose. Non sapeva cosa dire.
-L'ho venduta come un idiota- pensò.
"Poi ti spiego" e prese il suo orologio, ancora sul sedile del passeggero.
KITT fece per parlare ma alcuni bip lo fermarono
"Michael, è Devon"
Michael schiacciò il bottone per lo schermo e apparve l'immagine di Devon sul camion della fondazione.
"Dimmi, Devon"
"Che ti è successo? KITT mi ha detto tutto" era preoccupato
"KITT fa troppo la spia" e di nuovo avvertì la sensazione di alterazione.
Avrebbe spaccato la macchina se non fosse indistruttibile.
"E la bambina?"
"È una storia lunga, ma sta bene"
"Non venire a dire le bugie a me, Michael, solo i bambini fanno certe cose e tu non sei nella posizione per fare dell'ironia" stavolta fu Devon ad inalberarsi.
A Michael, però, non sembro fare effetto
"Vorrà dire che sono un bambino!"
"Tu sei..." E si zittì, respirando profondamente ed evitando altri tipi di commenti "Ti affido a KITT e dovete raggiungermi immediatamente"
KITT inserì il pilota automatico e blocco le serrature.
"Un momento, che significa? E Amy?"
"Tu raggiungimi e ne discutiamo"
"Non puoi farlo!" E KITT intanto era partito a tutto gas
"Io no ma Bonnie si"
Michael si bloccò e guardò lo schermo come se avesse visto un fantasma
"Cosa?"
"Si tratta di Bonnie...vuole vederti"
  
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