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Autore: EllynPhilips    09/08/2016    1 recensioni
Azalea è un'antichissima città isolata dal resto del mondo e invisibile agli occhi di coloro che non vi abitano : è quasi impossibile trovarla se non si è a conoscenza della sua esatta posizione.
Prisca Cavendish appartiene a una delle Quattro famiglie più antiche e potenti della città; fin da piccola lei e gli altri ragazzi delle famiglie sono stati addestrati per proteggere Azalea e tutti i suoi abitanti da una minaccia a Prisca sconosciuta.
Tutto inizia a cambiare quando suo padre le annuncia di aver stretto un accordo con il capo famiglia Driskoll : si legherà a suo figlio il più presto possibile. La ragazza aveva sognato quel momento fin da piccola, ma dopo 10 anni il loro rapporto non è più lo stesso, adesso lui la odia e Azura, la sua migliore amica, è segretamente legata a lui.
Prisca si rende conto che l'unica scelta che le rimane per non incatenare se stessa e i suoi amici a un'eternità infelice e vuota è solo la fuga.
Ma ad Azalea fuggire da una promessa del genere significa solo una cosa : morte.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Erano circa le due di notte, e lei stava tornando nell'appartamento che avevano affittato. Era andata a comprare due cellulari non rintracciabili ( dato che quelli che avevano comprato precedentemente si erano rotti poco tempo prima. Uno finendo sotto un taxi giallo che andava mille all'ora, l'altro cadendo in piscina) da un vecchio conoscente di Constant. Un vampiro alquanto strano, si chiamava Wyatt. Era come una specie di metallaro. Cappotto lungo stile Matrix, anfibi di pelle con le borchie, capelli lunghi e lisci fin sotto le spalle. Occhialini rettangolari con le lenti nere. Se fosse stata un umano, l'avrebbe preso per uno spacciatore. Wyatt poteva procurarti qualsiasi tipo di cosa, a patto che tu fossi un vampiro. Non si impicciava nelle cose degli umani, e di certo non spacciava droga a loro.
Semplicemente procurava ai vampiri quello i cui avevano bisogno, o che non potevano trovare nei negozi degli umani, ad esempio il sangue.
Esattamente. Glielo aveva detto proprio lui! La cosa che la colpì più di tutte in quello strano vampiro, erano i suoi pircing. Lei credeva fosse impossibile averli, ma quando lo vide si stupì non poco. Erano orecchini di lego, dipinti in modo che sembrassero di metallo, o di ferro. Perchè non ci aveva mai pensato?

In quel momento stava attraversando la stazione dei pullman, apparentemente deserta.
- Qui non ce ne sono più. - disse una voce femminile, poco distante da lei. Prisca era sicura che provenisse dall'angolo della strada pochi metri più avanti.
- Erano rimasti in tre, e ne abbiamo presi solo due. Uno deve essere da queste parti. - insistette un altra voce, questa volta appartenente ad un ragazzo.
- Dannazione, non ne posso più di questi cosi! - continuò la femmina. Evidentemente diede un calcio a qualcosa, perchè Prisca sentì un oggetto sbattere da qualche parte. - Te lo dico questo è l'ultimo. Poi me ne torno in Germania, così non dovrò rivederli per un bel po! Che ci mandino qualcun altro. E' da mesi che li seguiamo. -
- D'accordo. -
Qualcosa le andò addosso e presa in contropiede Prisca cadde a terra, sbattendo la testa sul marciapiede. - Ma cosa accidenti...- Tirò su la testa e per prima cosa vide due occhi rossi, e poi due zanne che spuntavano dalla bocca sporca di sangue.
Con un calcio si levò di dosso quello strano vampiro e si rialzò. Lo vide rimettersi in piedi e tornare alla carica. - Si può sapere che problemi hai? Smettila non voglio farti del male. - Lui non l'ascoltò, e provò ad assestarle calci.
Prisca con una sola mossa lo buttò a terra, e prendendo il coltello dallo stivale, glielo puntò alla gola. - Ora, se prometti di non attaccarmi ti lascio andare, e farò finta che la tua tentata aggressione non sia mai avvenuta. -
- Non farlo. - disse la voce del ragazzo che aveva sentito prima.
- Scusa? -
- Non lasciar andare quel vampiro, è pericoloso. Deve essere ucciso. -
Prisca scandalizzata si girò a guardare il ragazzo e rimase di sasso. Si distrasse quel poco che bastò da permettere al vampiro di liberarsi, e tirarle un pugno sulla spalla. Vide il vampiro scappare nella direzione opposta alla loro, ma non fece molta strada, perchè una figura gli atterrò addosso, e il vampiro...scomparve sotto di lei. Che cosa stava succedendo?
- Ehi, stai bene? - Il ragazzo le porse una mano per aiutarla ad alzarsi, che lei accettò volentieri.
Guardandolo da vicino si rese conto di essersi immaginata tutto.
Aveva creduto di aver visto Camron, invece era lo sguardo di uno sconosciuto quello che la guardava stranito.
Certo, era carino, biondo, occhi azzurri. Ma non era lui.
- Cosa è successo? Ce l'avevi in pugno. - disse.
- Mi sono distratta un attimo. - disse,poi guardando la ragazza che stava venendo verso di loro - Che fine ha fatto il vampiro? -
- E' morto. - rispose semplicemente.
- Hai ucciso uno della nostra specie? -
La ragazza la guardò come se fosse matta. - Quello non era uno di noi. Bastava che tu lo guardassi negli occhi per rendertene conto. -
- L'ho visto chiaramente. Era forte, aveva le zanne. Cos'altro poteva essere? - disse confusa.
- I suoi occhi. Erano rossi. Quello è uno...come posso spiegarti...Tu li conosci gli Altri? - intervenne il ragazzo.
Annuì. Ma non gli aveva mai visti, non pensava precisamente cosa avessero di diverso da loro. Ma quello che avevano fatto non era normale. Non si uccideva un altro vampiro. Non si faceva e basta. Nella storia che le aveva raccontato Constant, gli Altri erano venuti nella su città e avevano ucciso parecchia gente, ma perchè continuare? Non giovava a nessuno.
- Ma cosa centra? Potevate evitare di ucciderlo. E' da barbari. Potevate parlarci o che ne so... Ma poi perchè lo stavate cercando? -
- Primo, non sono affari tuoi. E secondo, non sai cosa stai dicendo! Non si può parlare con loro.- disse la ragazza.
- Ormai era tardi, ha fatto fuori l'intera quadra. - disse semplicemente il ragazzo, come se, con quell'unica frase avesse spiegato tutto. Per lei non aveva detto molto invece, solo che aveva ucciso i suoi compagni.
- Credo che non sappia di cosa stiamo parlando. - disse ancora lei all'amico. Poi a lei: - Ma dove vivi? Sulla luna? -
- Non così lontano, ma quasi. -
- Il vampiro che abbiamo ucciso e i suoi due alleati facevano parte di un numeroso gruppo di altri come loro. Ce ne sono rimasti pochi, e sono raggruppati tutti in un unico posto. Io, mia sorella e la mia squadra volevamo seguirli per farci portare al covo e scoprire dove vivono, ma si erano resi conto di essere seguiti e ci hanno teso un'imboscata. Erano in 6, ci hanno accerchiato e poi attaccati. Siamo riusciti ad ucciderli tutti eccetto i tre che sono scappati e abbiamo ucciso poco dopo, ma hanno dissanguato tutti i nostri in un colpo solo e sono impazziti, sono diventati inutili. Non ci servivano più a niente. -
- Impazziti...come? -
Vide la ragazza alzare gli occhi al cielo. - Dissanguare un vampiro per loro è ... normale, a distanza di tempo. Ma dieci persone tutte insieme è troppo. I tre vampiri hanno preso troppo sangue e sono usciti di testa, per loro è come una droga. Una volta che dissanguano un vampiro è fatta, non possono più tornare indietro, e più passa il tempo, più hanno bisogno sempre di altro sangue. Ma devono regolarsi, quando esagerano e ne assumono troppi litri è finita. Sono come i tossicodipendenti, solo che gli umani col passare del tempo muoiono, mentre il corpo dei vampiri riesce a smaltire più velocemente questa droga, quindi non gli accade niente, un momento di puro piacere, poi il nulla. Dopo solo la sensazione di quello che hanno provato. Il problema arriva quando assumono una dose troppo forte. Dato che sono immortali, invece di morire...impazziscono del tutto. Non sono più in grado di ragionare, di pensare. Lasciare un individuo del genere libero sarebbe una strage. -
- Quindi se ho capito bene, voi e la vostra squadra...cacciate gli Altri perchè a lungo andare impazziscono e l'unico modo per evitare che facciano del male sia a noi, che agli umani è ucciderli. -
- Esattamente. E' impossibile redimerli. Più passa il tempo, più peggiorano. Cerchiamo di distruggerli prima che impazziscono. -
- Va bene. -
- Che ci facevi tu da queste parti, ragazzina? - disse lei, quando lui ebbe terminato il discorso. - Non chiamarmi ragazzina, avremo più o meno la stessa età. - disse squadrandola da capo a piedi. Anzi, forse Prisca era anche più grande di lei. Di sicuro era più alta.
- Ma io so badare a me stessa, so combattere. -
- E perchè sei convinta che io non sappia farlo? -
- Sbaglio, o eri tu quella sotto un vampiro, pochi minuti fa? -
- Solo perchè tuo fratello mi ha distratta un attimo. -
- Lo so, la mia bellezza certe volte accieca. - intervenne lui.
Era carino, ma non così tanto. Diciamo che non era il ragazzo più bello che avesse mai visto.
- Non intendevo questo. Mi ricordavi solo una persona. -
- Chi? - chiese curioso.
- Non ha importanza ormai, è solo un ricordo. -
Lasciò perdere. - Comunque io sono Frits, lei è Reisende. -
- Solo Rey, odio quel nome. - intervenne lei.
- Il protettore e la viaggiatrice, interessante. - obbiettò. La cosa interessante era il nome della ragazza, che non era proprio un nome.
- Sprechen sie Deutsch? - (Parli tedesco?)
- Unter vielen anderen Dingen ...- (Tra le tante altre cose...)
- Allora, che ci fai qui? - richiese Rey.
- Stavo tornando a casa. -
- A quest'ora? - disse Frits.
- Certo. -
- Allora ti accompagniamo. - continuò lui.
- No grazie. -
- Potrebbero essercene altri in giro. -

- Perchè dovrei fidarmi di voi? - - Stai scherzando vero? Ti abbiamo salvato la vita, e mio fratello ti ha praticamente detto tutto. - La ragazza non aveva tutti i torti, ma non c'era bisogno che la scortassero come due guardie del corpo.
- Si, hai ragione. Ma non ho bisogno di protezione, so cavarmela da sola. -
- Non si sa mai. - disse la ragazza prendendola a braccetto e incamminandosi.
- Veramente...-
- Sconosciuta, niente storie. Il mio nome è o non è Frits? - disse lui affiancandosi dall'altra parte rispetto alla sorella.
- Se non lo sai tu...-
- Lo è, quindi fatti proteggere. -
- D'accordo guardia del corpo. Volevo solo dirvi che stiamo andando nella direzione sbagliata. - disse indicando la strada alle spalle, che era quella che portava al suo appartamento.

- Non credo tu ci abbia detto il tuo nome. - disse Frits mentre svoltarono in una stradina.
- Non, non l ho fatto. - Non sapeva se dirgli la verità o no. L'avevano aiutata, rivelato il motivo per cui erano li a New York, e ora la stavano accompagnando nell'appartamento per essere sicuri che arrivasse a casa sana e salva, ma poteva fidarsi? Nella sua vita si era fidata di poche persone, e per farlo ci aveva messo parecchio tempo. Solo due persone nella sua vita, fino ad ora, le aveano ispirato fiducia al primo sguardo. Con una di loro era stato naturale, se lo ricordò come fosse ieri.
Camron era una delle prima persone che aveva visto appena nata. Sua madre aiutò Astra a partorire, e mise la bambina subito nelle braccia di Camron, ancor prima che facesse in tempo ad emettere alcun suono. E infatti non aveva pianto, ne urlato, era rimasta a fissare due pozze grigie, che le avevano restituito lo sguardo con estrema curiosità. Si ricorda ancora la pressione delle sue braccia da bambino sul suo piccolo corpicino. Non la perdeva d'occhio, stringendola con estrema delicatezza e esitazione, timoroso di farla cadere a terra. Ma non era mai accaduto.
La seconda persona era Constant. Le ispirò subito fiducia, ed entrò nel suo cuore in pochi attimi. I due ragazzi erano stati i casi rari, e lei gli aveva dato tutto, le altre persone invece avevano ricevuto solo poche briciole. Chi più, chi meno.
Decise di non correre il rischio, almeno per il momento.
- Sono Hope. -
- Se non vuoi rivelarci il tuo vero nome basta che lo dici, non c'è bisogno di inventarlo. - disse Frits grattandosi la testa.
- Non fa niente. Non sei certo la prima. Scommetto che vieni da una piccola città, dove tutti conoscono tutti. - disse Rey.
- Come fai a saperlo? -
- Per quanto la tua pronuncia sembri naturale, si vede che non sei americana. -
Lei alzò le spalle. - Da cosa stai scappando? - continuò la ragazza.
- Come, scusa? -
- Vedo due fili che ti escono dal petto. Uno è dorato, l'altro argentato. Il filo dorato è contornato da parecchi colori tutti della stessa intensità, rosso, viola, giallo, arancione... Chi più ne ha più ne metta. Tranne...- disse guardando un punto indistinto del suo corpo - Il verde. C'è poco verde. Qualche chiazza qua e la. In generale ci sono tutti colori positivi, tranne uno. C'è come un alone scuro che copre tutto il resto, è sbiadito, ma c'è. Il che vuol dire che provi del risentimento per questa persona, ma si vede chiaramente che sotto è di un oro purissimo, scintillante. Il che mi fa pensare che tu abbia donato te stessa ad una persona, cuore, mente, vita...e che questa persona ti abbia tradito. Non l'hai del tutto perdonata. Dal poco verde che c'è si capisce che ti sei fidata in passato, ma adesso prima di rifarlo ci penseresti due volte. Mentre l'argentato è limpido, fresco. E' mischiato anch'esso a vari colori, viola, tantissimo verde,...Il viola significa molte cose, possesso, rispetto, dovere, protezione. Credo che tu tenga molto a quest'altra persona, ti senti responsabile per lei. E metteresti la tua vita nelle sue mani da quanto ti fidi. Sarebbe tutto perfetto, se non fosse che i due fili vanno in due direzioni completamente diverse.-
- Non credo di capirti. - Fili, clori? Di che parlava?
- Rey in un certo senso riesce a leggere l'animo delle persone. I fili che vede uscire dal petto di ogni individuo rappresentano le persone più importanti della sua vita. Qualcuno che ami, un amico, una persona di cui ti fidi completamente...Il colore del filo è quello che sostanzialmente rappresenta per te quella persona. I colori intorno sono i vari sentimenti che provi verso di lui, o di lei.-
Non chiese come ne fosse capace. Lei come controllava gli elementi? Come bloccava le persone? Come parlava nella mente? Poteri. Tutti ne avevano di possibili e immaginabili.
- Cosa rappresenta l'argento? -
- L'amicizia più vera, quella che tutti vorrebbero, ma che è difficile trovare. Chiunque sia questa persona tientela stretta. Ho visto poche persone con un argento così lucente. - rispose.
- ...E l'oro? - Non era sicura di voler sentire la risposta.
- Sono sicura tu lo sappia già. -
- Sei sicura che sia proprio oro? - Magari era un oro...appassito. Un oro che stava cambiando colore.
- Talmente sicura che se chiudessi gli occhi, la sua luce mi accecherebbe ugualmente. L'oro è talmente brillante che sono sicura che sia il tuo primo, e unico amore. Noi ci innamoriamo difficilmente, ma quando succede...siamo fregati. Una volta è per sempre. E ragazza, tu sei decisamente fregata. L'amore che provi verso questa persona sembra talmente forte che mi domando come tu faccia a contenerlo tutto. Ma non sono solo l'oro, o l'argento i più lucenti che abbia visto fino ad oggi. Tutti i tuoi colori sono i più accesi che abbia mai visto. Le persone si fidano troppo e troppo spesso, e non si donano completamente, quindi non provano davvero. Tu ti fidi poco, ti affezioni difficilmente, ma quando lo fai, lo fai con tutta te stessa. I tuoi colori sono la vera essenza della vita. -
Era come se la conoscesse da sempre, sembrava sapere tutto di lei, anche più di quanto sapesse Prisca stessa.
- Il filo argentato finisce proprio in quel grattacielo - disse indicando davanti a loro. - Quindi hai scelto il tuo migliore amico invece del tuo ragazzo? -
- Non era il mio ragazzo. E non si trattava di scegliere tra loro due. -
- E allora cos'è successo? - chiese Frits, prendendo la parola dopo che era stato silenzioso per un bel po.
- Forse un giorno ve lo dirò. -
- Questa potrebbe essere l'ultima volta che ci vedi. - disse Rey.
- Io non credo. - rispose il fratello. - Secondo me ci rivedr
emo presto. -
- Come fai ad esserne sicuro? - chiese Prisca. - Perchè non ci chiedi quello che avresti voluto sapere fin dall'inizio? - continuò lui.
-...Cosa c'è in Germania? Rey quando ha detto "Torno in Germania, così non li rivedrò per un bel po." Come fa ad esserne sicura? -
Frits sorrise, come se avesse aspettato per tutta la notte quella domanda. Come faceva a sapere che quella domanda le ronzava in testa da quando aveva sentito Rey parlare? Per di più le sembrava di aver letto qualcosa sulla Germania e sul fatto che ci fossero parecchi vampiri.
- In Germania ci sono delle basi di vampiri addestrati per uccidere gli Altri. Essi sorvegliano l'intero confine della Germania, si accorgono subito se entra un Altro nel confine, e prima che possa aver anche solo fatto un passo, è morto. -
- Nessun Altro è mai riuscito ad entrare in Germania? -
- Mai. C'è un altra cosa che credo possa interessarti, forse anche più di questa. - disse Frits spostando i suoi occhi azzurri in quelli della ragazza, per essere sicuro che gli prestasse attenzione.
- Che cosa? -
- La Germania è piena di vampiri. Sono ovunque, nelle scuole, nei supermercati... -
- E? -
- Ci sono così tanti vampiri, che se conosci l'odore di uno di essi, nello specifico, è difficile riconoscerlo tra tutti. Quasi impossibile. - rispose la sorella al posto suo. Evidentemente aveva capito che cosa volesse dire il ragazzo.
- E' il miglior posto per andare ...Se non vuoi essere trovato. - terminò Frits.
Prima di andarsene, le porse un sacchettino. Era la busta dove aveva messo i telefoni. Pensava di averla persa da qualche parte nei pressi della stazione, ma evidentemente Frits l'aveva raccolta e l'aveva tenuta per tutto il tempo.

Aprì la porta di casa e si ritrovò di fronte la faccia preoccupata di Constant, che si rilassò non appena si accorse chi avesse davanti.
- Prisca! - esclamò abbracciandola di slancio. Presa in contropiede cadde quasi a terra, per fortuna Costant la stava ancora stringendo, altrimenti avrebbe perso l'equilibrio. Si staccò da lei, e le diede un bacio sulla testa. - Sono così felice di vederti! Ho pensato che fosse successo qualcosa. Perchè ci hai messo tanto? -
- Ho avuto un ...inconveniente. -
- Lui è... -
- No. -
- Allora che è successo? -
- Mi sono imbattuta per caso in due vampiri cacciatori di vampiri. -
- Vampiri che cacciavano vampiri? -
- Vampiri che cacciavano Altri. - poi gli raccontò tutto, dalla tentata aggressione dell'Altro, dei due ragazzi che l'avevano aiutata, del fatto che fosse diventato pazzo. Gli disse tutto quello che aveva scoperto sul loro conto. Del potere di Rey, del filo che la univa a Constant...Non parlò solo dell'altro filo dorato che spariva lontano.
- Hanno dovuto aiutarti? Era così forte? -
- Non esattamente. Quando ho visto Frits mi era sembrata un altra persona... - Constant non chiese chi, non ci voleva un genio per capirlo.
- Quindi è andato tutto bene. -
- Si. E ho trovato il posto perfetto dove andare, capisci? Forse è il posto giusto dove poterci fermare, e non per alcuni giorni, o settimane. Potremo provare a ricominciare da li. -
- Dove? -
- In Germania. -
- In Germania? Sei impazzita? E' Vicinissimo ad Azalea! Non se ne parla nemmeno. - disse scuotendo la testa.
- No aspetta. Ascoltami. - disse tirandolo per un braccio e facendolo girare verso di lei. - Per prima cosa li saremo al sicuro dagli Altri. Ci sono delle strutture, delle basi sparse per tutto il paese, dove i vampiri vengono allenati a sconfiggere gli altri una volta per tutte. L'intera Germania è sorvegliata. Non è mai entrato un Altro li. E seconda cosa, è il posto in cui sono raggruppati più vampiri in assoluto. -
- Questo che vorrebbe dire? -
- Che è quasi impossibile distinguere i vari odori e trovare il vampiro che stai cercando, a meno che tu non sappia il posto esatto in cui si trovi. -
- Come fai a saperlo? -
- Me l'hanno detto Frits e Rey. -
- Li chiami anche con i loro nomi? Dio...Prisca non puoi fidarti di due perfetti sconosciuti! -
- Non sono degli sconosciuti. Rey...lei è in grado di leggerti l'anima. Con un solo sguardo ha capito tutto, sapeva tutto di me, quello che ho provato, quello che provo, le due persone più importanti della mia vita. Non è più sconosciuta di tante altre persone che conosco.-
Constant sospirò, passandosi una mano tra i capelli e sedendosi sulla sedia del tavolo in cucina. - Sei sicura di poterti fidare di loro? -
- Si. Sento che è la cosa giusta da fare. Come se dovesse andare così. - Come se fosse stato destino averli incontrati quella notte. Non poteva sapere che cosa il futuro avrebbe riservato per lei, e come avrebbe legato i ragazzi. O quanto sarebbero diventati importanti gli uni per gli altri.
- D'accordo. Prepara la roba, io intanto cerco su internet il primo volo disponibile. -
- Ah, - disse quando le venne in mente. - Questo è il telefono, tiene. - e glielo porse tirandolo fuori dalla busta.
- Cos'è quello? - disse Constant indicando qualcosa che era caduto dai suoi piedi. - Era nella busta.- Prisca lo raccolse. Era un foglietto su cui qualcuno aveva scritto un messaggio molto breve.
"Fai uno squillo o manda un messaggio quando atterri. Io e mia sorella saremo già li. Frits" Infondo era annotato il suo numero di telefono, con scritto un "Mi raccomando, non perderlo!" sottolineato tre volte.
Accennò un sorriso. Che tipo che era quel ragazzo. Era sicura che sarebbero diventati presto amici.
- Cos'è? - chiese Constant vedendola sorridere.
Gli porse il foglietto, che lesse in pochi secondi.
- Sbaglio o questo ci stà provando con te? -
Prisca scosse la testa e alzando gli occhi al cielo andò a preparare le sue cose, non prima di essersi ripresa il bigliettino ed aver annotato il numero sul suo telefono.


Buon pomeriggio!
Scusate la lunga attesa ma questa settimana sono stata un tantino occupata. Per farmi perdonare ho pubblicato un capitolo abbastanza lungo, spero vi sia piaciuto.
La nostra protagonista ha fatto un incontro molto interessante. I due nuovi ragazzi dall'aria misteriosa hanno subito spiegato tutto a Prisca senza preoccuparsi troppo e lei sembra fidarsi di loro, farà bene? Cosa ne pensate del potere di Rey? A me piace un sacco, è molto interessante.
Siete curiosi di sapere come si evolverà la storia? Aggiornerò presto.
Un bacio,
Ellyn.
   
 
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