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Autore: BlueWisteria    09/08/2016    6 recensioni
Storia lenta di come una situazione banale può diventare speciale per qualcuno. Se poi di mezzo ci sono i Bts, niente è scontato. In un giorno qualunque Jungkook scopre uno strano bar e...
Dalla storia:
-Ti va di sederti?- gli uscì talmente spontanea che si meravigliò lui stesso.
La ragazza fece una buffa smorfia e, mentre si sedeva di fronte a lui, lo guardò ironica.
-Grazie per avermi invitato ad accomodarmi nel mio bar- (Capitolo 1)
-Giuro che non siamo sempre così- cercò di spiegare Jungkook, arrossendo e mordendosi il labbro.
All'occhiata scettica che gli lanciarono Yoongi e Jimin, Vivian non ce la fece più e fu costretta a girarsi, cercando talmente tanto di non ridere che le tremarono le spalle. (Capitolo 2)
Ci fu un attimo di silenzio e poi Taehyung balzò in piedi all'improvviso, brandendo il cucchiaino e facendo quasi rischiare un infarto a Hoseok e Jin che gli stavano accanto.
-Expelliarmus!- gridò, sembrando serio. (Capitolo 3)
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jeon Jeongguk/ Jungkook, Kim Taehyung/ V, Min Yoongi/ Suga, Nuovo personaggio, Park Jimin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti! ^^
Prima di lasciarvi al capitolo devo ringraziare tutti voi per essere stati così comprensivi e pazienti. Avrei voluto davvero riuscire ad aggiornare prima, ma lo studio mi ha inglobato completamente.
Devo poi ringraziare due persone a parte: Balla sulle nuvole i tuoi commenti sono sempre meravigliosi e urlo come una ragazzina ogni volta che li leggo. Non sai che piacere ogni volta che vedo che hai commentato.
Vavi_14 le tue recensioni a sorpresa sono state davvero inaspettate e mi hai fatto morire dalle risate con i tuoi scleri.
Ringrazio davvero di cuore tutti voi che seguite la storia.

(Il Solanum dulcamara simboleggia la verità. Personalmente adoro il nome, anche se il fiore non è granché).




 

 

- Solanum dulcamara -



 

-Più cotone! E passami l'altro pennello...no, non quello di prima, quell'altro-
Vivian emise un sospiro divertito mentre si apprestava ad eseguire gli ordini del maestro. Dopo solo appena due ore a stretto contatto con lui durante il suo primo giorno di lavoro, aveva scoperto parecchie cose interessanti, oltre che bizzarre.
Per prima cosa non gli interessava come veniva chiamato. Rispondeva al nome di Park Changmo, perciò dapprima Vivian era stata incerta sul come riferirsi a lui.
Signor Park? Professor Park? Park Changmo?
Era il più vecchio lì dentro e chiamarlo per nome le era sembrato alquanto fuori luogo. Era stato proprio in mezzo ai suoi deliri che l'uomo le aveva lanciato un'occhiata distratta, dicendole di chiamarlo come voleva, che tanto in quella stanza c'erano solo loro due ed era chiaro che si stesse rivolgendo a lui.
La ragazza aveva balbettato incerta qualcosa, finché non aveva sentito gli altri apostrofarlo con l'appellativo di maestro e aveva deciso di adottare la stessa linea.
A seguito di questa scoperta se ne era aggiunta ben presto un'altra.
Il maestro era totalmente fuori dal mondo. Sempre che quel mondo non riguardasse l'illustrazione, chiaro.
Non faceva caso a nessuno, non commentava niente che non riguardasse il suo lavoro e a stento ascoltava le conversazioni, anche quando riguardavano lui.
In pratica dava un nuovo concetto di persona sulle nuvole. Vivian si sentiva quasi una persona normale, a quel punto.
Non era davvero maleducato, ma non lo si poteva ritenere neanche una persona gentile. In qualche modo le piaceva e la divertiva quel suo modo di fare.
-Io non so come tu faccia a capire quello che dice- borbottò Seohyun al suo fianco, dopo che aveva passato al maestro tutto l'occorrente.
Vivian rise sotto i baffi, alzando le spalle con compiacimento.
Seohyun era stata una delle prime persone che aveva conosciuto. Era una bella donna sui trentacinque anni, socia della casa editrice e correttrice di bozze a tempo pieno. Si era trovata fin da subito rassicurata da quell'aria di maturità che emanava e le era grata che non le facesse pesare la sua giovane età quando parlavano.
In quel momento la donna se ne stava seduta su uno dei tavoli da lavoro, le gambe fasciate in uno stretto tailleur accavallate e in mano uno snack di qualche tipo.
-Dico davvero. Prima che arrivassi tu dovevamo fare a turno per assisterlo. Un vero disastro, credimi- continuò Seohyun, sgranocchiando allegramente quelle che sembravano patatine.
-Mi ci trovo bene- la rassicurò Vivian, mentre sistemava le tavole completate e riordinava gli strumenti. E in effetti si sentiva stranamente a suo agio lì in mezzo. Stranamente, perché aveva pensato che avrebbe provato più nostalgia per il bar e, seppure ne provasse, non poteva fare a meno di sentirsi completa in quell'ambiente.
-Non si direbbe da quell'aspetto da coniglietto spaurito che hai- la prese in giro la donna, facendola arrossire e sbuffare contemporaneamente.
-Comunque hai fatto una buona impressione al maestro. Beh, credo, non si ne può mai essere certi con lui, ma almeno sta attento quando parli-
Vivian ridacchiò, lanciando un'occhiata di affetto all'uomo, al momento chino su un foglio a borbottare qualcosa di indefinito.
-La pausa pranzo è cominciata da cinque minuti- affermò Seohyun, scendendo dal tavolo e buttando nel cestino il pacchetto di patatine ormai vuoto.
-Non vieni?- domandò quando vide Vivian ancora ferma al tavolo.
Questa fece una buffa smorfia, facendo un cenno verso l'uomo dietro di sé.
-Sta ancora lavorando, credo che dovrei rimanere per...-
-Ah, non ti preoccupare, quando gli viene l'ispirazione fa sempre così- la interruppe la donna con un gesto blando della mano.
-Credimi, rimuginerà durante tutta la pausa e poi ti spremerà questo pomeriggio-
-Mi servirà parecchio caffè allora- borbottò la ragazza sgranando gli occhi e facendo ridere Seohyun.
Di solito, anche se considerarla un'abitudine le pareva un pò prematuro, faceva pausa in un piccolo bar all'angolo. Era talmente comodo che spesso si ritrovavano tutti lì, cosa che le faceva sembrare di non staccare veramente dal lavoro, ma erano tutti talmente rilassati che non era veramente importante.
Si stavano dirigendo lì, lei e Seohyun, quando la donna venne richiamata in ufficio per una chiamata dell'ultimo minuto e Vivian si ritrovò a uscire da sola dall'edificio.
Di certo non si aspettava di ritrovarsi davanti tutta la banda e l'espressione che fece ne fu la prova.
-Che diamine ci fate qui?- domandò prima di riuscire a frenarsi, facendo sghignazzare i ragazzi.
-Ciao noona!- risposero questi in coro, compiaciuti di essere riuscita a sorprenderla.
-Come facevate a sapere dov...no, domanda inutile- si interruppe lei, alzando gli occhi al cielo.
-Aigoo, è questa tutta la gioia che mostri nel vederci?- scherzò Dong-Sun, dando di gomito a Myung-Dae, che annuì tenendogli il gioco.
-Già noona, ti abbiamo persino portato il pranzo- annunciò, agitandole davanti un sacchetto.
Vivian scambiò un'occhiata con l'ultimo della banda, che le sorrise placido, alzando le spalle con noncuranza.
Dieci minuti più tardi si trovavano tutti e quattro seduti a un tavolo da picnic, nel parco vicino alla casa editrice. Il pranzo alla fine si era rivelato essere quattro porzioni di pasta fredda e una macedonia di frutta. Sicuramente roba molto più sana di quella che mangiava negli ultimi tempi, andando avanti di panini.
-Fabio?- chiese indicando i piatti, già sicura della risposta.
-E chi altri? Ti immagini noi a cucinare sta roba?- replicò Dong-Sun scandalizzato, prendendone una forchettata.
-Guardate che cucinare la pasta non è mica così difficile- protestò la ragazza tra un boccone e l'altro.
-Non è la pasta il problema, è proprio la cucina- precisò Myung-Dae con una smorfia saggia. Il biondo, che stava bevendo, quasi soffocò e l'amico gli batté una mano sulla spalla, compiaciuto.
-E come farete quando abiterete da soli?- domandò curiosa Vivian, pensando che ormai non mancava molto. Poco più di un mese e avrebbero cominciato l'università.
I tre si scambiarono un'occhiata, prima di tornare a rivolgere l'attenzione alla ragazza.
-Panini- disse uno.
-E microonde- aggiunse un altro.
-Soprattutto microonde- precisò infine l'ultimo.
Ci fu un attimo di silenzio attonito da parte di Vivian prima che alzasse gli occhi al cielo, non potendo comunque fare a meno di ridere.
-Dae, almeno da te mi aspettavo di più- lo prese in giro lei, facendo borbottare al ragazzo qualcosa che assomigliava molto a "sembrare responsabili è una vera seccatura".
-E voi due- continuò, puntando un dito contro i due che ridacchiavano alle spalle dell'amico. -Siete atleti-
Ottenne una reazione diversa da quella sperata. I due si sgonfiarono, accasciandosi sul tavolino e Myung-Dae gli batté una mano sulla schiena in segno di conforto. Anche se alzò gli occhi al cielo, per cui non doveva essere una cosa davvero grave.
-Non me lo ricordare, ti prego- borbottò Dong-Sun, una guancia contro il tavolo e l'espressione stravolta.
-Ci stanno massacrando- spiegò Young-Nam nella stessa posa dell'altro.
-Per le borse di studio?- indagò Vivian, ricordando che non le avevano ancora detto niente sui risultati.
Young-Nam annuì, tirandosi su.
-Io sì. Purtroppo hanno dimezzato le borse di studio complete per mancanza di fondi, perciò sto puntando sull'altra. Tra due settimane ho l'ultima gara-
-Io invece ho le provinciali a fine agosto- mormorò il biondo, allargando le braccia sul tavolo e appoggiando il mento sul legno, in modo da fissare la ragazza.
-Non mi sento più i muscoli, stanno diventando d'acqua pure loro- si lamentò, facendo sbuffare di divertimento Vivian, che gli scompigliò i capelli.
-Stile libero?- chiese retorica, ben sapendo qual era la specialità dell'amico. Una volta aveva provato rana, cosa che aveva dato il via al soprannome datogli da Hyerin, ma era stato un disastro.
-200 metri- confermò Dong-Sun, prima di aggiungere con un sorriso brillante. -E staffetta!-
Ma la ragazza non stava davvero ascoltando. Il pensiero dell'amica l'aveva fatta tornare seria di colpo e per la prima volta da quando si erano incontrati, si chiese cosa ci facessero lì i ragazzi. Per davvero.
Si vedevano certamente meno di prima, ma non così poco da sentirne già la mancanza. E la casa editrice stava da tutt'altra parte rispetto a dove bazzicavano di solito.
Perciò dovevano avere un motivo preciso per venire fino a lì, soprattutto dopo averle appena finito di dire che erano oberati dagli allenamenti.
Myung-Dae sembrò notare il cambio di atmosfera, perché tirò una lieve gomitata al biondo e si scambiò un'occhiata complice con Young-Nam.
Dong-Sun sbuffò, tirandosi su, incrociando le braccia e facendo una smorfia contrariata.
-Ci ha scoperti?- domandò al nulla, sembrando stupito.
-E dire che stavolta la stavamo prendendo alla larga- annuì in accordo Young-Nam, sembrando sorpreso pure lui.
-Stavolta?- ripeté scettica Vivian, alzando le sopracciglia meravigliata. -Scherzate, vero? Ogni volta che mi dovete dire qualcosa fate dei giri assurdi e vi devo pure cavare le parole di bocca- borbottò, ripensando a tutte le conversazioni avvenute tra di loro.
Young-Nam ebbe l'accortezza di sembrare imbarazzato e spostò con nonchalance lo sguardo su un punto imprecisato del parco. Dong-Sun invece gonfiò le guance come offeso.
-Sputate il rospo, perché siete qui?-
Calò il silenzio finché Myung-Dae, con un sospiro esasperato e un'alzata di occhi al cielo, non snocciolò il problema.
-Si tratta di Hyerin-
E Vivian non poté fare a meno di notare la smorfia del biondo, che borbottò qualcosa di incomprensibile.
-Sabato c'è il suo spettacolo- continuò Myung-Dae e la ragazza si ritrovò a sospirare.
Ovviamente lo sapeva e, sempre ovviamente, era stata una delle cose su cui aveva rimuginato in quegli ultimi giorni.
Escludendo Taehyung, l'amica era stata una delle persone che più le era mancata soprattutto perché era da sempre abituata a vederla lavorare al bar.
Non si pentiva totalmente della sua scelta di licenziarla...ok, forse un pochino, ma a sua discolpa quel giorno era arrivata proprio al limite.
Anche se si rendeva conto che cominciare a trovare scuse nella sua testa voleva dire non essere totalmente dalla parte della ragione.
-Quiiindi...ci hai parlato?- indagò Young-Nam, con un tono talmente falsamente indifferente che nessuno riuscì a trattenere uno sbuffo divertito.
Perfino il biondo, anche se quando se ne rese conto, corrucciò ancor di più le sopracciglie, cocciuto.
-No- rispose con un sospiro lei.
-Uhm, ecco, se ti sei calmata magari dovresti parlarci- suggerì ancora Young-Nam, tirando uno scappellotto a Dong-Sun senza neanche voltarsi verso di lui.
-Non ero così fuori controllo- borbottò in sua difesa Vivian, mettendo il broncio.
Myung-Dae scambiò un'occhiata scettica con gli altri, prima di inarcare un sopracciglio nella sua direzione.
-Noona, per la prima volta ho avuto seriamente paura di te- confessò, supportato dagli altri che annuirono concordi.
-Avreste dovuto vedermi al concerto allora- replicò la ragazza a braccia incrociate, roteando gli occhi. Solo quando nessuno rispose si rese conto di dove fosse caduto l'argomento.
Guardò di sfuggita i ragazzi, trovandoli ad occhieggiarla cauti, le espressioni indecise. Si insultò mentalmente, chiedendosi perché la sua mente la facesse sempre tornare lì.
-Voi avevate intenzione di andarci? Allo spettacolo?- cercò di tornare lei sull'argomento, mentre cominciava a sistemare con finta noncuranza i contenitori vuoti.
-Sì- annuì Myung-Dae.
-No!- esclamò Dong-Sun, beccandosi così un altro scappellotto, questa volta da Myung-Dae.
-Ya! Ma la piantate?- esclamò facendo il broncio, tenendosi le mani sulla testa.
-Solo io penso che non dovrebbe essere perdonata così? Avete litigato, no?-
-L'affetto per una persona non scompare dopo solo una litigata- mormorò Vivian, non potendo fare a meno di pensare anche a Taehyung.
-Rimane ancora la mia migliore amica- ammise poi, tornando a concentrarsi su quella discussione.
-Quindi ci andrai?- chiese Young-Nam, per essere certo di aver capito bene.
Scrollò le spalle, prendendo un pezzo di frutta.
-Ci ha dato i biglietti mesi fa, perciò sì, ci andrò-
-E...hai intenzione di parlarle?- domandò Myung-Dae cauto, seguendo il suo esempio. Vivian alzò nuovamente le spalle mentre masticava.
-Se lo spettacolo andrà bene e sarà in buona, sì- rispose, convinta di quell'idea. Sapeva che dovevano parlarsi, ma prima dello spettacolo non le sembrava il caso. Hyerin sarebbe stata l'isteria fatta a persona. Non sembrava, ma su certe cose era persino più ansiosa di lei, il che era di per sé incredibile.
-Ma le cose che ha detto...- si intromise il biondo, braccia conserte e smorfia sul volto. Sembrava aver preso la cosa sul personale e, se da un lato poteva capirlo, dall'altro era solo ridicolo. C'è da dire che Dong-Sun era uno che ragionava più con la pancia, un pò come Hyerin. Anche se la ragazza aveva un acume che al biondo mancava.
-Ogni tanto bisogna saper mettere da parte l'orgoglio- provò a spiegargli Vivian con tono calmo.
-Ne ho parlato con Fabio e lui non si sente offeso. Perciò a questo punto è un problema tra me e lei-
Ancora a braccia incrociate, Dong-Sun emise uno sbuffo contrariato.
-Mi sembra comunque troppo facile- borbottò, causando uno sguardo esasperato nei due amici. A quanto pare non doveva essere la prima volta che ne parlavano.
-Non ho detto che faremo pace. Dipende molto da quello che dirà lei. Soprattutto da quello- precisò la ragazza, lanciandogli poi un'occhiata indagatoria.
-Si può sapere perché sei ancora così arrabbiato? Mi pareva ti fossi calmato-
Il biondo ammutolì e, sorprendentemente, arrossì sulle guance, causando una risatina da parte di Young-Nam, che gli costò un'occhiata fulminante.
-Ci ha litigato. Di nuovo- confessò questo e il biondo provò a vendicarsi con uno scappellotto, prontamente evitato.
-Ma quando?- domandò Vivian incredula. Quei ragazzi erano incredibili, non ce la facevano proprio a restare calmi. Davvero, mai un momento di pace. Ci mancava solo che le chiedessero aiuto.
-L'altro giorno eravamo vicino al teatro perché Dong-Sun ogni tanto spia le prove...- la spiegazione di Myung-Dae venne bloccata dall'assalto del biondo, ormai completamente rosso in volto.
-Zitto zitto zitto!- esclamò in preda all'imbarazzo.
-Dong-Sun...- sospirò la ragazza, cercando di non ridere. Non che ci fosse niente da ridere se aveva litigato nuovamente con Hyerin.
-Cosa? È stata tutta colpa sua!- si difese lui, voltandosi di scatto e lasciando perdere l'amico.
-Beh, tu non è che sei proprio partito tranquillo- si intromise Young-Nam, scambiandosi un sogghigno con Myung-Dae.
-Ma voi da che parte state?- si lagnò Dong-Sun, trovandosi attaccato da più fronti.
A quel punto Vivian non riuscì più a trattenersi. Scoppiò a ridere, tenendosi la pancia e poggiando la fronte sul tavolo, mentre veniva scossa dai singhiozzi.
-Cavolo, mi sa che è impazzita definitivamente-
-Secondo voi dobbiamo...-
-No, silenzio. Carini e coccolosi-
-...hai appena citato Madagascar?-



 

********************



 

Sulla strada verso casa, Vivian si ritrovò a pensare quanto fosse stancante il nuovo lavoro. Anche se a dire il vero non era esattamente il lavoro ad essere stancante quanto il viaggio in sé per arrivare alla casa editrice.
Avendo sempre e solo lavorato al bar, non aveva mai avuto esperienze come pendolare. Anche il suo periodo universitario non si poteva considerare tale dato che con l'autobus ci metteva appena venti minuti per arrivare in facoltà.
In una città grande come Seoul, invece, doveva organizzarsi ogni mattina, soprattutto nelle ore di punta. Prendeva la metro, cambiando linea due volte, e le restavano comunque dieci minuti a piedi. Aveva sì una pausa pranzo di un'ora, che però non le consentiva di tornare a casa.
Grazie al cielo il turno pomeridiano finiva alle cinque, cosa che le permetteva di schivare l'ondata di impiegati.
Rimaneva il fatto che dopo appena qualche giorno di lavoro, si ritrovava sfinita fisicamente come mai prima di allora. Anche al bar aveva periodi stancanti, ma almeno non doveva muoversi da lì.
Uscendo dalla metro e svoltando per la stradina laterale dove c'era casa sua, si ritrovò a massaggiarsi con un mugugno le spalle indolenzite, tenendo il sacchetto della spesa con una mano.
Pensava solo alla doccia e alla crostata che Fabio aveva fatto il giorno prima. Pur non lavorando più lì, Vivian continuava a fare qualche dolce, anche se ormai il ragazzo aveva preso il suo posto.
Era bravo in cucina, complici anche gli anni passati da fuorisede e un rifiuto totale del microonde. Non aveva certo la sua esperienza, ma non era affatto male, anche se alcuni dolci proprio non gli venivano.
Il sorriso appena accennato che le era venuto si congelò quando vide Yoongi fermo davanti al locale.
Deglutì, rallentando il passo con la mente in subbuglio.
Era la prima volta che vedeva uno dei ragazzi dalla litigata e non sapeva come reagire. Sapeva che erano stati qualche giorno in Giappone solo a causa della pagina Facebook a cui era iscritta, che le aveva sbattuto in faccia le foto all'aeroporto. Per il resto aveva evitato accuratamente ogni notizia.
Certo, c'era stato quell'imbarazzante messaggio da parte di Jungkook, che le aveva chiesto come stesse, buttato lì in modo talmente indelicato che Vivian era stata sul punto di lanciare il cellulare contro il muro.
Con un sospiro si avvicinò cautamente al ragazzo, che non l'aveva ancora vista e fissava impassibile il marciapiede.
Ecco, quello era strano, pensò Vivian, non potendo fare a meno di analizzarlo. Solitamente, quando non c'erano di mezzo la musica o il basket, Yoongi manteneva un'espressione annoiata e quasi indolente, che veniva spesso scambiata per sonno.
In quel momento invece sembrava quasi rigido, con i lineamenti tirati in un'espressione dura. La frangia bionda gli copriva parzialmente gli occhi, mentre il resto dei capelli erano coperti da uno dei suoi soliti cappellini a cuffia. Per il resto non si discostava troppo dal suo abbigliamento da pausa. Jeans, maglietta bianca extra large e una felpa che al momento era legata in vita.
Non aveva le cuffie, cosa che avvalorava la sua tesi che qualcosa non andasse. Da quel che ricordava, il ragazzo girava sempre con le sue cuffie, tenendole sul collo quando non ascoltava musica.
Si accorse della sua presenza solo quando fu a pochi passi da lui, fermandosi quando Yoongi alzò gli occhi su di lei.
Il ragazzo si morse nervosamente l'interno di una guancia, portando le braccia dietro la schiena e fissandola dubbiosamente.
-Ehi- salutò piano, stirando le labbra in una pallida imitazione di un sorriso.
-...ehi- rispose Vivian, avvicinandosi ulteriormente. A quel punto erano uno di fronte all'altra e la ragazza non sapeva se entrare in casa lasciandolo lì o fermarsi e vedere cosa voleva.
Se doveva essere sincera con sé stessa, non era propriamente arrabbiata con Yoongi. Dopo averci ripensato lucidamente, si era resa conto che il ragazzo aveva provato a calmare le acque, restandosene poi in disparte.
Una lieve irritazione comunque la provava, dopotutto era umana pure lei.
Quel silenzio sembrò comunque riscuotere Yoongi, che lo prese come un invito a parlare. Chissà, forse era sorpreso quanto lei che non gli avesse urlato addosso.
-Io...sono venuto a parlare. E a scusarmi- disse con tono deciso, fissandola dritto negli occhi.
Vivian deglutì con una smorfia, non potendo fare a meno di distogliere lo sguardo. Quando ti lanciava certe occhiate, Yoongi era decisamente impressionante.
-Sono stanca- borbottò per tutta risposta, non sapendo cosa fare. Dopotutto era la verità, non sapeva se era in grado di reggere una discussione di quel tipo.
-Mi dispiace- rispose il ragazzo immediatamente, con un accenno di imbarazzo sul volto.
-Solo che...non ho molto tempo libero e volevo parlarti il prima possibile-
L'uso del singolare sorprese parecchio la ragazza. Era come se volesse mettere in chiaro la sua posizione rispetto tutta quella stessa storia. Per la prima volta dalla litigata, Vivian si chiese esattamente cosa fosse successo al gruppo.
Con un sospiro aprì la porta del bar, che doveva aver chiuso appena un quarto d'ora prima, lanciando poi un'occhiata stanca al ragazzo dietro di sé.
-Saliamo che almeno ci mettiamo comodi-
E addio alla sua doccia ristoratrice, pensò con uno sbuffo rassegnato. Mentre apriva la porta di casa si ricordò di Fabio e si irrigidì sulla soglia.
Non aveva idea di come avrebbe reagito il ragazzo...beh, entrambi i ragazzi se doveva essere sincera. Yoongi aveva sì detto che era lì per scusarsi, ma scontrarsi con Fabio non era come gettare benzina sul fuoco?
Senza pensarci troppo, si diresse a passo rapido verso quella che era diventata la stanza del ragazzo, spalancando di colpo la porta e facendo prendere un mezzo infarto a Fabio.
Probabilmente, se non fosse stato sdraiato al centro del letto, sarebbe rotolato giù come una pera cotta.
-Che diamine...- sibilò il moro, fissandola ad occhi sgranati. Se ne stava sdraiato scompostamente a pancia in giù, il computer davanti a sé e le cuffie nelle orecchie.
Se ne tolse una, puntandogliela contro con fare minaccioso.
-Ti sembra il mod...oh. Ciao- iniziò Fabio, prima di interrompersi e salutare il ragazzo che era apparso dietro Vivian.
Quest'ultima lo vide sbattere perplesso gli occhi, prima di guardarla seriamente.
-Serve una mano?-
La ragazza emise uno sbuffo divertito.
-Devo parlarci, mica buttarlo giù dalla finestra- commentò ironica, prima di buttare un occhio con nonchalance sullo schermo del computer.
-E non ti interromperei mai durante la visione del trailer di Doctor Strange. Quante volte l'hai già visto?- domandò, non potendo fare a meno di prenderlo in giro. Non che lei fosse meno geek, ma il ragazzo in certi ambiti sfiorava livelli ridicoli.
Come si aspettava, Fabio le rivolse un'occhiata di sdegno, imbronciandosi.
-È Benedict Cumberbatch, donna!- esclamò, prima di agitare una mano nella sua direzione.
-Ora vai, prima che aiuti Yoongi a buttare giù te dalla finestra. Se hai bisogno urla- aggiunse un attimo più tardi, prima di tornare a rivolgere la sua totale attenzione allo schermo.
Con uno sbuffo divertito Vivian richiuse la porta e si diresse in cucina. Lanciò un'occhiata veloce a Yoongi, titubante a chiedergli se volesse qualcosa.
Se la situazione fosse stata diversa non ci avrebbe pensato due volte, ma voleva fargli capire che anche lei aveva un limite, che in quel caso era stato ampiamente superato. Se avesse voluto qualcosa da bere glielo avrebbe dovuto chiedere. E chissenefrega se risultava infantile. Sentiva di essere stata anche troppo matura.
Il ragazzo accennò un breve sorriso imbarazzato quando la vide prepararsi un bicchiere di té fresco per sé, ma  stette zitto, limitandosi a sedersi compostamente sul divano.
Si guardò intorno incuriosito, perché era uno dei pochi che non aveva ancora visto il suo appartamento, fino a che anche la ragazza non si sedette di peso sul divano, emettendo un sospiro soddisfatto.
-Allora? Dimmi tutto- disse, mentre si slacciava i sandali e muoveva le dita per sgranchirsi i piedi. Grazie al cielo al lavoro non c'era un vero e proprio codice di abbigliamento, bastava solo che fosse vestita decentemente.
Quando l'aveva saputo aveva ringraziato ogni divinità esistente, perché lei e i tacchi avevano sempre avuto un rapporto di amore e odio.
Yoongi si schiarì la voce, leccandosi le labbra improvvisamente nervoso. Si vedeva chiaramente che non aveva idea da dove iniziare ed era quasi buffo, perché solitamente non aveva problemi a dire quello che pensava. A volte risultava persino troppo sincero.
-Abbiamo fatto una cazzata. Non avremmo dovuto intrometterci e se avevamo dei dubbi avremmo dovuto prima parlarne con te- disse tutto d'un fiato, guardandola da sotto in su con sguardo colpevole.
-Stai parlando per te o per tutti?- indagò Vivian, chiedendosi se gli altri l'avessero mandato avanti come agnello sacrificale. Il ragazzo fece una smorfia frustrata, tirandosi una pacca nervosa sulla gamba prima di rispondere,
-Per me. Solo che non riesco a non prendere in mezzo anche gli altri-
La ragazza annuì, inarcando le sopracciglia.
-Credo sia proprio questo il problema- replicò vagamente ironica.
-...già. Però sono venuto a scusarmi per me stesso- confessò Yoongi, dopo un attimo di esitazione.
-Vuoi dire che gli altri non sanno che sei qui?-
-Nessuno mi ha chiesto niente, ma credo che sapessero tutti dove fossi diretto- ammise il ragazzo con un'alzata di spalle.
Vivian avrebbe voluto chiedere cosa ne pensassero, ma sarebbero andati fuori argomento. E in un certo senso non voleva davvero saperlo. Anche dopo tutto quello che era successo, si sarebbe sentita male se avessero litigato per colpa sua.
Sospirò stancamente, passandosi una mano sulla frangia, che ormai stava diventando parecchio lunga. Ancora un pò e avrebbe dovuto decidere se tagliarla o lasciarla crescere.
Sì, pensava alle cose più stupide perché non aveva idea di come rispondere a Yoongi. Non era abituata a litigare con le persone e non sapeva che fare. Si chiedeva scusa ed era tutto risolto? Era davvero così semplice?
-Senti, ho capito che ti dispiace, ma io, davvero...non so- borbottò con una smorfia, cercando una soluzione.
Il ragazzo strinse le labbra e i suoi occhi si fecero pensierosi, come se stesse cercando un modo per spiegarsi meglio.
-Non è che non ti credo- precisò Vivian. -È solo che...come faccio a fidarvi? Se ogni volta che faccio qualcosa che non vi garba fate fronte comune senza neanche darmi il beneficio del dubbio...-
-Non l'ho mai pensato- la interruppe sorpreso Yoongi. -Non ho mai pensato che tu avessi fatto qualcosa di male- spiegò scuotendo la testa, sembrando all'improvviso frustrato.
-Vedevo che c'era qualcosa che turbava Tae, ma quando ho capito cosa fosse non me ne sono preoccupato e ho cercato di starne fuori. Anche se a quanto pare lo starne fuori non sempre funziona-
-Vuoi dire che a te la questione di Fabio non ha mai dato fastidio?-
-Beh, non proprio. Insomma, per quanto tu viva qui, rimani pur sempre occidentale-
-Yoongi...-sibilò Vivian in avvertimento. Ci mancava solo che qualcun'altro le rinfacciasse di essere occidentale e avrebbe dato veramente di matto.
-Non in quel senso!- si affrettò a precisare il ragazzo, sgranando gli occhi e agitando una mano nella sua direzione.
-Voglio dire che certi comportamenti che in occidente sono considerati normali, qui sono...uhm, non proprio ben visti-
-E perché tu l'hai capito e gli altri no?- si ritrovò a chiedere sconsolata la ragazza, con una smorfia mesta sul volto.
-Pensavo non volessi parlare degli altri- commentò lui con un sopracciglio inarcato.
-A quanto pare siete un pacchetto completo- replicò con uno sbuffo rassegnato la ragazza, prima di rialzare lo sguardo verso Yoongi.
-Credo che inconsciamente già lo sapessi, ma volevo avere l'illusione di avere una storia normale- ammise con un accenno di ironia che fece sorridere il ragazzo.
-Voglio ricordarti che hai scelto Taehyung, che normalità pensavi di avere?- si azzardò a scherzare, riuscendo a strapparle un sorriso, anche se appena accennato. Era comunque un miracolo dato che negli ultimi giorni, ogni volta che pensava a Tae, le spuntava un cipiglio scuro sul volto.
Yoongi le lanciò un'occhiata penetrante, prima di arricciare il naso in un'espressione combattuta.
-A questo punto...posso azzardare a dirti una cosa?- domandò cautamente, facendo sbattere perplessamente gli occhi alla ragazza, che annuì confusa.
-Non...credi di aver sopravvalutato troppo Taehyung?-
-Che vuoi dire?- ribatté Vivian dopo un attimo di silenzio sorpreso, aggrottando le sopracciglia.
Il ragazzo sospirò esausto, sfregandosi i capelli in un gesto nervoso.
-Alla fine non è nemmeno colpa tua. Insomma, hai visto il lato romantico di Tae, ma sai quanto ci ha messo per organizzare il vostro primo appuntamento? Non riusciva neanche a prenotare i biglietti!- spiegò, scuotendo la testa come rassegnato all'idiozia dell'amico.
La ragazza non riuscì a trattenere un sorriso divertito, camuffato subito da un colpo di tosse.
-In qualche modo riesco a immaginarlo- commentò ironica, facendo scuotere nuovamente la testa a Yoongi.
-Solo fino a un certo punto, credimi- replicò lui. -Quello che voglio dire è che sei la sua prima vera ragazza. Sotto sotto è davvero molto insicuro-
-Questo dovrebbe scusare il suo comportamento?- ribatté acidamente Vivian, incrociando le braccia al petto. Non sapeva cosa pensare delle cose che gli stava dicendo, perciò preferiva rimanere sulla difensiva. Per una volta era certa di essere dalla parte della ragione e non aveva intenzione di cedere Quando voleva sapeva essere più testarda di sua madre e sua nonna messe assieme.
-Affatto- le diede pienamente ragione il ragazzo, con un mezzo sorriso. -Aggiungi poi che un Taehyung arrabbiato è peggio di un bambino di cinque anni e diventa indifendibile-
L'occhiata perplessa che gli lanciò Vivian fu talmente buffa che si permise di ridacchiare.
-Si è accorto di ciò che ha detto nel momento stesso in cui sei uscita, ma pensa che scusandosi per quello finirebbe per non avere più ragione nell'intera discussione- spiegò pazientemente, notando come sul volto della ragazza facesse pian piano capolino una luce di comprensione.
-Questo è...- borbottò lei senza parole.
-Stupido, concordo- annuì piattamente lui, con un'alzata di spalle.
Venne preso alla sprovvista quando Vivian emise un basso brontolio, infossandosi nel divano e colpendo con un gesto secco lo schienale con la testa.
-Non so cosa fare- ammise la ragazza, fissando con aria assente il soffitto. Da un lato cominciava a capire l'intera questione e alcuni degli atteggiamenti di Taehyung.
Rimaneva ancora arrabbiata, su questo non si faceva illusioni, ma cominciava a chiedersi se non avessero entrambi evitato di parlare di certi argomenti solo per far funzionare la loro storia. Non avevano mai avuto una vera discussione sulle loro differenti culture. Ricordava come i suoi genitori si fossero spesso ritrovati a bisticciare su questioni apparentemente stupide e i suoi nonni avevano fatto lo stesso.
Lei e Taehyung erano filati lisci, forse a questo punto troppo, perché al primo accenno di problemi erano scoppiati. Probabilmente le incomprensioni erano dovute anche alla loro scarsa esperienza in fatto di relazioni.
Ci fu un breve momento di silenzio, dove Yoongi si limitò a scrutarla attentamente, prima di poggiare con indifferenza sul tavolino un foglio ripiegato in quattro.
-...cos'è?- chiese dubbiosa Vivian, non avendo idea di cosa avesse in mente il ragazzo. Aveva sempre pensato che fosse Tae il più imprevedibile, ma anche gli altri non scherzavano.
Yoongi distolse lo sguardo, grattandosi pigramente una guancia.
-Io non ho fatto niente- borbottò. E sotto quel tono burbero la ragazza percepì dell'imbarazzo.
Con la curiosità alle stelle, prese il foglio, dispiegandolo cautamente. Lì, nero su bianco in una calligrafia che aveva imparato a conoscere, c'era una lunga lista di fiori.
Riconobbe i primi che le aveva regalato Tae, ma ce n'erano molti altri.
Fiordaliso, margherita, balsamina, dente di leone, partenio, orchidea, angelica, ciclamino...la lista continuava, con nomi di fiori improbabili scritti confusamente sui bordi.
Poi, in un punto vuoto e con chiaramente una penna diversa, stavano le scritte "niente rose!" e "abbasso i fiori pompati!".
Gli occhi di Vivian si fecero improvvisamente lucidi quando capì cosa stava leggendo. Era la lista di fiori a cui Yoongi aveva accennato precedentemente.
-Offerta di pace- mormorò il ragazzo, continuando imperterrito a fissare un punto a caso del tavolino. La ragazza accennò un sorriso, tornando a guardare la preziosa lista.
Calò nuovamente il silenzio fino a che il ragazzo non sbottò tutto d'un tratto, come se non fosse riuscito a trattenere ciò che voleva dire.
-Sarebbe dovuto venire anche Namjoon- disse, stirando le labbra in una smorfia. -Ma essendo il leader si è davvero trovato in una brutta posizione. Sta cercando di tenere tutti uniti-
-Va così male?- si azzardò a chiedere Vivian, non riuscendo a nascondere la sua preoccupazione.
Yoongi la guardò brevemente, prima di sbuffare.
-Niente che non si possa sistemare, credimi- la rassicurò, facendole intendere che non era la prima volta che litigavano.
-Jin gli sta dando una mano...solo dopo che ci ha fatto una ramanzina degna di una madre, si intende- continuò  con una smorfia piccata, alzando gli occhi al cielo.
La ragazza sentì la tensione abbandonarla, mentre si immaginava la scena. Non aveva mai visto Jin arrabbiato, ma a sentire gli altri doveva essere qualcosa di assolutamente magnifico. Se non eri il destinatario della sua rabbia, si intende.
In una strana maniera poi, la divertiva il fatto che Yoongi fosse andato lì con il presupposto di scusarsi e fosse finito con il fare l'avvocato del diavolo. Anche se a quanto pare non esitava a considerare i suoi amici degli idioti.
-Credo che Hobi fosse indeciso se venire o meno, ma ha troppa paura di non venire perdonato. Credo si fidi di me sul mantenerti calma e pacifica- disse con tono sarcastico il ragazzo, facendo ridacchiare sorpresa Vivian.
-Pensavo fosse uno che non teme niente- commentò incredula che potesse davvero fare paura a qualcuno.
-Scherzi, vero? È incosciente, che è un altra cosa- replicò Yoongi con un sogghigno e un luccichio divertito negli occhi.
-Jungkook?- chiese allora lei, dopo un attimo di silenzio, tornando seria.
-Kookie...è il maknae- rispose Yoongi con un'alzata di spalle e un sorriso indulgente sul volto. La ragazza sbattè gli occhi confusa e lui si affrettò a spiegare.
-Tendiamo molto spesso a scordarcelo, ma lui è il più piccolo e non ha avuto un'adolescenza comune. Non ha esperienza in questo genere di cose-
-Ne avevamo parlato...- borbottò lei, ripensando alla loro discussione di qualche mese prima. Le era sembrato così facile a quel tempo.
-Sì, ma non essendoci mai passato, non poteva sapere davvero cosa avrebbe provato- ribatté il ragazzo con un sospiro rassegnato, appoggiandosi più comodamente allo schienale del divano.
Vivian fissò pensierosa un punto a caso del tavolino, cercando di processare quello che Yoongi le stava dicendo.
-...da un lato lo capisco, ma...- disse lentamente, prima di essere interrotta.
-E spesso si fa influenzare dai suoi hyung- ammise quasi con riluttanza il ragazzo, come se fosse colpa sua.
-Quello che vuoi dire è che ha visto tutti arrabbiati con me e si è arrabbiato a sua volta?- domandò scettica, con una smorfia incredula sul volto. Anche se con tutto quello che le aveva appena detto, non era difficile crederlo.
-Circa. Si è detto che se tutti avevano qualcosa da ridire, doveva esserci del vero. Suppongo che a quel punto la sua mente abbia trovato una scusa per essere arrabbiato con te e si sia convinto di essere nel giusto-
-...sai che ora mi sento in colpa ad aver preso a calci un cucciolo?- borbottò con una smorfia Vivian, ripensando al messaggio a cui non aveva risposto.
-Non devi- rispose Yoongi scuotendo la testa. -Se ora lo perdonassi come se nulla fosse, non capirebbe mai-
-Pensavo stessi cercando di farmi far pace con loro- commentò lei con un cipiglio sorpreso.
Il ragazzo sembrò indeciso per un istante, prima di sbuffare rassegnato, scuotendo la testa e aggiustandosi la frangia.
-No, sto cercando di essere obiettivo-
Caddero in un silenzio pensieroso e Vivian si ritrovò a ripetere nella sua testa tutto ciò che si erano detti. Almeno finché non si accorse che non tutti erano stati citati.
-E Jimin?-
-Eh?- si riscosse Yoongi, cadendo dalle nuvole.
-Mi hai spiegato le ragioni di tutti tranne quelle di Jimin- spiegò lei, con un'espressione tirata sul volto. Togliendo Taehyung, Jimin era quello con cui era più arrabbiata. Non poteva farne a meno. Più ci ripensava e più le sembrava che lui e Hyerin avessero scatenato tutto. O meglio, ingigantito la questione e vedendo cose che non c'erano. Non riusciva a perdonare quella mancanza di privacy.
Yoongi si grattò stancamente la fronte, come se quella non fosse una domanda a cui volesse rispondere. Ed era strano, perché per quanto si prendessero in giro, Vivian aveva notato come il più grande lo scusasse sempre.
-Jimin è...passionale- rispose secco il ragazzo, non sembrando in un primo momento voler aggiungere altro. Poi, dopo uno sbuffo irritato, roteò gli occhi e guardò deciso la ragazza.
-Lui...si butta a capofitto nelle emozioni, che siano belle e brutte. E non si spegne subito come un fiammifero, è più come una candela, perciò prima che si accorga di ciò che è giusto o sbagliato, passerà un pò di tempo-
-Non è una brutta cosa- precisò Yoongi frettoloso, agitando una mano e accavallando nervosamente le gambe.
-Solo che...ti trascina, e a volte è estenuante. Ma la maggior parte delle volte è travolgente ed è così genuino che non puoi fare a meno di...mi sono lasciato trascinare, vero?- borbottò all'improvviso, chiudendo la bocca e arrossendo.
Arrossendo! Vivian era certa di non averlo mai visto arrossire. Mai. Neanche quando cercavano di metterlo in imbarazzo o quando era stato costretto a vestirsi da ragazza.
Strinse gli occhi, improvvisamente colta da un pensiero che, per quanto assurdo, sembrava incredibilmente verosimile.
-Yoongi, tu...- mormorò, comunque incerta, perché se si fosse sbagliata avrebbe incasinato nuovamente tutto.
Tuttavia, la smorfia mesta del ragazzo e l'occhiata imbarazzata che le lanciò, non le lasciarono dubbi.
-Era lui, vero? Quando abbiamo parlato quella volta e mi hai detto che quando ami qualcuno gli dai potere-
-Io...suppongo di sì- ammise lui, pallido come mai l'aveva visto, dopo un lungo silenzio carico di tensione. Sembrò come se improvvisamente un enorme peso fosse stato tolto dalle spalle di Yoongi, perché appoggiò le braccia sulle ginocchia, abbassando in un gesto stanco la testa.
-Possiamo cambiare argomento, se ti va- lo rassicurò piano Vivian, quasi pentendosi di averglielo fatto ammettere.
Il ragazzo deglutì, scuotendo poi la testa in un gesto secco.
-No...no, io...non ero venuto a parlare di questo, ma va bene. Non che ci sia poi molto da dire-
-Ne hai mai parlato con qualcuno?- domandò lei, chiedendosi se qualcuno nel gruppo ne fosse a conoscenza. Anche se credeva di conoscere già la risposta, soprattutto per il sussulto spaventato che fece il ragazzo.
-Oddio, no- biascicò questo, rialzando la testa e fissandola ad occhi sgranati, inorridito al solo pensiero.
-Allora credo tu abbia molto da dire-
Yoongi le sorrise debolmente, riacquistando un pò di colore. Almeno adesso sembrava che non stesse più per svenire da un momento all'altro. Vivian poteva solo immaginare come potesse sentirsi. Innamorato di uno dei suoi migliori amici con cui condivideva non solo la casa, ma anche la vita. Lei non ci sarebbe riuscita, non era abbastanza forte, sarebbe scoppiata prima.
-Non è che le programmi queste cose...- iniziò esitante il ragazzo, prima di fermarsi bruscamente e sbattere velocemente le palpebre.
-Comunque non importa, Jimin è eterosessuale- disse lapidario, fissando con insistenza il cuscino dietro di lei.
-Ne sei certo?-
-Sì- rispose lui mesto, ed era così pieno di rassegnazione che Vivian non poté che credergli.
-Prima o poi mi passerà e mi piacerà qualcun'altro, lo so- disse, cercando con tutta probabilità di convincere sé stesso. La ragazza non sapeva che dire. Da una parte voleva scuotere Jimin fino a fargli capire quanto fortunato era, perché essere amati da uno come Yoongi era oro colato. D'altra parte non poteva certo farne una colpa al ragazzo, se non era bisessuale.
-Se ne sei convinto...sappi comunque che se hai bisogno di sfogarti puoi parlarmene quando vuoi-
Da lì si spostarono coscientemente su una conversazione più tranquilla e il ragazzo la aggiornò sui prossimi spostamenti.
A quanto pareva il loro periodo estivo comprendeva un aumento decisivo delle loro attività. A breve sarebbero partiti per Los Angeles, e poi avrebbero tenuto una serie di live. Questo senza contare i loro impegni personali, come le riprese del drama di Taehyung o le varie interviste.
-Ah, sei ancora vivo, bene-
La voce di Fabio interruppe la conversazione e Vivian si voltò verso il ragazzo, fermo all'entrata del soggiorno. Era a piedi nudi e sembrava si fosse appena dato una rinfrescata alla faccia.
Yoongi lo fissò con un leggero divertimento nello sguardo, alzando le labbra in un sorriso appena accennato.
-Era così arrabbiata?- rispose, riferendosi chiaramente alla ragazza.
L'altro ragazzo fece un mezzo sorriso, scoprendo la fossetta.
-Beh, contando che quando ha ricevuto un messaggio da Jungkook ha quasi distrutto il cellulare...- commentò ironico, facendo ridere Yoongi ed assumere a Vivian un'espressione indignata.
-Allora, che si dice?- domandò Fabio, tornando serio per un attimo e occhieggiando la scena. Non aveva sentito particolari urla, non che fossero i tipi che urlavano, ma dopo un pò si era detto che era comunque meglio controllare. E poi era ora di cena.
-Mi piace Jimin- disse secco Yoongi, dopo un interminabile silenzio.
Vivian si voltò scioccata verso di lui, mentre il moro inarcò le sopracciglia.
-Devo un gelato a Young-Nam- disse senza apparente logica, facendo sbuffare divertito l'altro ragazzo.
-Scherzi, vero?- replicò Vivian ad occhi sgranati, fissando il moro con disapprovazione. Fabio roteò gli occhi, sbuffando platealmente.
-Ovvio, solo che ho sempre sognato dirlo- rispose, come se fosse chiaro che stava scherzando. Anche se con lui non si poteva mai essere certi.
Yoongi gli lanciò un'occhiata calcolatrice, prima di sorridere affettatamente.
-Sai, se non fossi innamorato di Jimin, credo che Young-Nam mi sarebbe piaciuto- esordì con tono casuale, sembrando però come un gatto che ha appena catturato un topolino. Fabio accennò un sorriso, guardandolo consapevole, mentre Vivian si chiedeva quando quella complicità fosse nata. Magari era che avevano di base due caratteri tremendamente simili.
-...immaginavo- rispose il moro con un sospiro sereno.
-Dovresti davvero offrirgli quel gelato- A quello Yoongi allargò il proprio sorriso, facendo alzare gli occhi al cielo all'altro.
-Mh, forse- replicò con una punta di incertezza e Vivian lo fissò sorpresa, chiedendosi cosa non andasse.
-Ok, da quand'è che voi due siete così in confidenza?- si decise a chiedere, con l'unico risultato di ottenere un'occhiata complice tra i due ragazzi.
-Yoongi, pensavo che avessi detto che era un segreto- commentò, rivolgendosi al biondo, che alzò le spalle cercando di passare per indifferente. Le spalle contratte però lo tradivano.
-Lo è, ma...credo di potermi fidare. E comunque ero in debito- rispose pacato, con sguardo annoiato.
-Guarda che non ci devi dare nulla in cambio- ribatté lei, sospirando pesantemente.
-Non l'ha fatto- replicò Fabio, lanciandole un'occhiata compiacente. Vivian lo fissò perplessa, facendogli inclinare la testa divertito, finché non capì.
-Aish, ma perché dovete sempre nascondere la gentilezza dietro una patina indifferente?- chiese al nulla, retorica. Sapeva benissimo che era un meccanismo di difesa, ma a volte diventava complicato leggere tra le righe.
-Rimani a cena?- domandò poi a Yoongi, che sgranò gli occhi colto di sorpresa, prima di sorridere apertamente, capendone le implicazioni.
-Facciamo un'altra volta? Dovrei davvero tornare al dormitorio-



 

********************



 

Era un idiota.
Se lo ripeteva da giorni ma chissà perché non aveva il coraggio di fare altro. Continuare a ripeterselo di certo non migliorava la situazione, lo faceva sentire solo più miserabile.
E di certo, miserabile era il termine giusto per descrivere la settimana appena passata. Non ricordava di essere stato così male in vita sua.
Si era reso conto di quello che aveva detto nell'esatto momento in cui Vivian era uscita dalla stanza. In quel momento aveva fatto un passo in avanti, pronto a seguirla e a rimangiarsi tutto, ma si era bloccato.
Il suo stupido orgoglio ferito gli aveva impedito di raggiungere la ragazza che amava.
Lo sguardo di fuoco che Namjoon gli aveva rivolto era valso più di mille insulti. Si era aspettato di riceverlo da Yoongi, ma a quanto pare il suo bersaglio era stato Jimin.
Jimin...e qui veniva l'altro grande problema.
Non aveva idea di che cosa fosse successo. Erano riusciti ad arrivare in dormitorio senza spiacevoli inconvenienti, solo con un gelido silenzio a far da padrone.
A quel punto ricordava solo lui e Jimin, in piedi uno davanti all'altro, a darsi addosso, tant'è che a un certo punto erano dovuti intervenire Hoseok e Jin per evitare che lo scontro diventasse fisico.
La lite si era stoppata solo quando Jungkook aveva urlato a tutti loro di smetterla, scoppiando a piangere l'istante successivo, facendo calare un silenzio attonito.
Non c'era stato verso di calmarlo. Neanche Namjoon, che era solitamente quello con cui si apriva, aveva avuto fortuna. Jungkook si era chiuso in un silenzio autoimposto, filando nella sua stanza finché non ne era riemerso la mattina successiva, con due occhiaie da far spavento e un'aria davvero poco rassicurante.
Taehyung aveva sentito una morsa gelida stringergli il petto, quando aveva intuito la portata dell'enorme cazzata che aveva fatto.
Non poteva certo dare tutta la colpa a Jimin. Di certo il suo amico aveva peccato di fraintendimento, ma lui ci aveva creduto senza nemmeno dare il beneficio del dubbio a Vivian.
Sapeva che doveva fare qualcosa, ma non riusciva a mettere insieme un pensiero coerente. La sua testa continuava a ripetergli quanto fosse stato stupido e meschino. Sì, perché rinfacciarle le sue origini era stato un gesto davvero meschino.
Col senno di poi si era sorpreso che la ragazza non l'avesse preso a ceffoni. Ma, e a quel pensiero non riuscì a trattenere un sorriso, Vivian era sempre stata più matura di lui.
Anche se quella volta gli schiaffi era sicuro di meritarseli.
Non era neanche sicuro perché fosse arrivato ad arrabbiarsi così tanto. Si era sempre ritenuto una persona senza alcun tipo di pregiudizio, perciò non si capacitava di come la storia dei coinquilini l'avesse sconvolto in quel modo.
Era stato, a sorpresa, Hoseok a schiarirgli la mente. Negli ultimi giorni l'amico non aveva fatto altro che essere sé stesso, diventando così l'unico punto fermo in quella vicenda.
Namjoon e Jin erano troppo occupati a tranquillizzare i manager e a gestire i loro eventuali scoppi di rabbia. Jimin, così come Jungkook, si era chiuso nel silenzio, preferendo starsene isolato. Yoongi invece, per quanto provasse a fare finta di niente, fissava un pò tutti male e le sue battute avevano raggiunto un nuovo livello di acidità.
Lui poi neanche a parlarne. Riusciva a stento ad essere il solito V solo quando dovevano lavorare, ma sentiva la sua maschera incrinarsi di giorno in giorno.
Hoseok invece sembrava che non avesse capito come reagire e avesse deciso di fare quello che faceva di solito, ovvero essere rumoroso e molesto e non avere nessun riguardo per lo spazio personale.
Paradossalmente, risultava la persona più normale del gruppo.
Gli si era avvicinato la sera precedente e gli aveva chiesto senza troppi giri di parole perché Fabio non gli piacesse.
Taehyung era stato zitto cinque minuti buoni prima di ammettere che non aveva niente contro il ragazzo anzi, quando l'aveva conosciuto gli aveva fatto una buona impressione.

 

Inizio flashback

-Quindi credi che a lui non stessi simpatico?- domandò pacato il più grande, sedendosi accanto a lui sul letto.
Taehyung si limitò a stringere pensosamente gli occhi.
-No, insomma...Vivian me l'avrebbe detto-
-Credi che fosse interessato a lei?- continuò l'altro, tamburellando le dita su una gamba. No, Fabio le voleva chiaramente bene e l'affetto era ricambiato, ma si vedeva che non c'era altro.
-No-
Hoseok sospirò pesantemente, lanciandogli un'occhiata in tralice.
-Allora perché sei scoppiato?-
-Non lo so!- esclamò il più giovane, allargando le braccia, in volto uno dei suoi soliti bronci.
-Voglio dire, hai piantato un casino...beh, tu e quell'altro...-
-Hobi...- provò a interromperlo Taehyung con tono di avvertimento, cosa che l'altro perferì ignorare.
- È stata una cosa davvero infantile e quello che le hai detto alla fine...-
-Hyung!- lo interruppe bruscamente con un ringhio, ricevendo in cambio un'occhiata piattamente neutrale.
-Cosa? Non sto forse affermando l'ovvio? Sei stato un cretino- ribatté Hoseok senza acredine, come se stesse davvero valutando i fatti. E Taehyung non poteva certo dargli contro, ma sentirselo dire in faccia gli faceva solo male.
-Questo lo so già, perché continui a ripetermelo?- chiese esausto, con le spalle basse.
-Perché voglio capire il motivo per cui ti sei comportato così, in modo da risolvere questa fottuta situazione!- esclamò il più grande, imprecando come poche volte aveva fatto nella sua vita.
Taehyung lo fissò ad occhi sgranati e con un'espressione persa sul volto, prima di deglutire, schiarendosi la voce.-Non è stato Fabio a farmi paura- ammise dopo un attimo di esitazione. Si leccò nervosamente le labbra, cercando di spiegare a parole quello che aveva provato.
-Credo che...sì, ecco, credo di aver avuto paura di quello che poteva rappresentare- confessò una volta che riuscì a mettere due parole sensate in fila.
L'espressione del più grande si fece improvvisamente attenta, come se finalmente stesse arrivando a una conclusione.
-Cosa vuoi dire-?-
-Seriamente hyung, come posso sperare di competere?- rispose Taehyung di getto, facendo inarcare all'altro ragazzo un sopracciglio.
-Non credo sia una competizione se lei ha già scelto- borbottò questo con una smorfia, ma ormai il più piccolo era partito.
-Non posso neanche offrirle una relazione normale. Ci vediamo raramente, usciamo insieme ancor meno. Dobbiamo stare perennemente attenti che nessuno ci scopra e...- il suo sproloquio venne interrotto da Hoseok, che gli poggiò fermamente una mano sulla spalla.
-E a discapito di tutto questo lei ha ancora scelto te- commentò pacatamente, guardandolo fisso negli occhi cercando di fargli arrivare un messaggio che l'altro non colse.
-Sì, ma per quanto? Quanto tempo passerà prima che si renda conto che c'è di meglio?- chiese Taehyung ad occhi sgranati e con voce disperata.
Il più grande sospirò pesantemente, scuotendo la testa.
-Quindi è questo? Hai visto in Fabio la possibilità che lei si accorgesse di questa tua assurda paranoia e hai finito per incasinare tutto?-
-Non è assurda!- replicò veementemente Taehyung, le guance arrossate e il respiro pesante.
-Beh, da come ti ha fatto rincretinire non si direbbe- ribatté Hoseok, alzando gli occhi al cielo.
-Ti fidi di Vivian?- chiese dopo una pausa ben studiata.
-Certo!- rispose prontamente l'altro, come scandalizzato da quella domanda.
-Credi sia stupida?- domandò ancora, inarcando un sopracciglio al verso strozzato del più piccolo.
-No! Hyung, perché...-
-E allora perché diamine non gliene hai parlato invece di fasciarti la testa prima di rompertela?-
Calò un silenzio imbarazzato che durò qualche secondo, prima che Taehyung si leccasse nervosamente le labbra.
-Quando avrei dovuto? In questo periodo siamo sempr...-
-Non ti azzardare, Kim Taehyung!- lo interruppe minaccioso il più grande, puntandogli un dito contro.
-Non provare nemmeno a usare questa scusa, abbi almeno il coraggio di dire a te stesso la verità!-

Fine flashback



E la verità infine era venuta fuori.
Troppo orgoglio per ammettere le sue insicurezze. Aveva sempre pensato che un uomo dovesse essere forte. Certo, sensibile, ma comunque uno deciso e che sapeva cosa voleva.
Chiaramente a questo punto si rendeva conto di aver sbagliato tutto.
Quel suo ragionamento lo aveva portato a non vedere la realtà delle cose, finendo per ferire l'unica persona che aveva cercato di proteggere da tutto quello.
E adesso non aveva idea di come rimediare.
Non aveva esperienza in queste cose e non sapeva se presentarsi davanti a Vivian fosse la cosa giusta da fare. Voleva vederlo? Le serviva del tempo per pensare?
Non sapeva neanche se stessero ancora insieme. Come funzionava in questi casi?
Aveva bisogno di qualcuno che lo consigliasse, ma non era nemmeno certo che fosse giusto appoggiarsi a qualcuno. Non che sapesse veramente a chi rivolgersi, perché le uniche persone a cui avrebbe potuto chiedere erano arrabbiate con lui per quello stesso motivo.
Finché non gli venne in mente che c'era una persona nella sua stessa situazione.
Una persona che probabilmente doveva ancora arrivare alla soluzione.
Una persona che poi sarebbe stata cocciuta quanto lui nel volersi far perdonare.
Doveva parlare con Jimin.

 









 

- Spazio autrice -
E Yoongi fa un passo verso Vivian, mentre Hoseok comincia a mettere un po’ di sale in zucca a taehyung. Qui mi sembra la fiera dell’est.
Giusro che non volevo inserire altri personaggi, poi le cose mi sono sfuggite di mano e…niente, scusate. Comunque non saranno molto rilevanti nella trama, perciò non disperate se non vi ricordate i nomi XD
Sono curiosa come un gatto di sapere cosa ne pensate, soprattutto per l’ultima parte.
Cosa ne pensate poi della spiegazione di Yoongi? Vi pare azzeccata? Personalmente farei una statua a quel ragazzo.
Spero di non lasciar passare troppo tempo con il prossimo aggiornamento.
Un abbraccio ^^





 

   
 
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