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Autore: FriNet    09/08/2016    2 recensioni
“Uhm…però c’è scritto che manca una squadra…perché non venite anche voi della Seijo?”
Disse Kori.
“…Eh?”
Tomoyo si mise seduta sul letto sbalordita.
“Si, perché no? Così potremmo passare le vacanze estive insieme”
“Ma…non so se possiamo! Abbiamo consegnato il foglio degli allenamenti proprio oggi al coach”
“Beh per allenarsi si allenerebbero comunque”
“Non lo so, e se disturbiamo?”
“Per calmare tuo fratello c’è sempre Iwaizumi, quindi non vedo il problema"
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Keiji Akaashi, Kozune Kenma, Nuovo personaggio, Tetsurou Kuroo, Tooru Oikawa
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Angolino Net:Ciao a tutti! In questo capitolo le cose si metteranno un po' male per le due ragazze. Parlare troppo fa brutti scherzi u.u Ricordatelo sempre anche voi....Poi devo dire una cosa importante. Oggi la mia amica è arrabbiata con me. Ti voglio bene ❤ *tentativo inutile di farsi perdonare*
Vi lascio al capitolo e buon divertimento!


 

Videogioco & Segreto 

Il resto della giornata servì soltanto per la sistemazione delle ‘camere’ e giri turistici, da parte di quasi tutti, per farsi un’idea di come fosse strutturato l’intero edificio. Dopotutto, aver viaggiato per chissà quante ore...non era proprio il massimo del rilassamento. Soprattutto se durante il tragitto la strada era piena di buche.
Ma la mattina seguente, i nostri ragazzi, si svegliarono pronti per andare a massacrarsi di allenamenti. Si prospettava davvero una bella giornata. La situazione era un po’ tragica nella camera della Nekoma.
Infatti c’èra un Kenma, con la solita espressione, che guardava il suo futon, da circa cinque minuti.
Ormai tutti si stavano chiedendo cosa stesse cercando di fare il loro compagno. Comunicarci telepaticame? Cercare di spostarlo col pensiero? Nessuno lo sapeva. Alla fine, Kuroo, il più curioso o semplicemente perchè era il più vicino a Kenma, si fece coraggio e decise di domandarglielo.
“Hai per caso paura che ti morda? Dovresti metterlo apposto. Così ce ne andiamo a colazione e successivamente ad allenarci.”
Kenma si girò verso Kuroo come se quest’ultimo avesse appena parlato in ebraico. Fissò il più grande per qualche attimo.
“Beh?”
“Ma io non so piegarlo. Di solito costringo mia sorella, se andiamo da qualche parte.”
Disse il biondino, quasi accennando un sorriso. Tutti i presenti ammutolirono.
Nella camera dell’Aoba Josai invece lo spettacolo che si stava svolgendo era un altro. Tooru era davanti al suo fidato specchietto per pettinarsi. Con una mano reggeva il manico del bellissimo specchio lillà, con l’altra passava il pettine fra i capelli marroni.
Era normale? Forse...ma lo stava facendo da circa mezz’ora e quella cosa stava preoccupando, e facendo irritare, parecchio, i compagni di squadra. Aveva inoltre messo un’infinità quantità di gel e ormai il suo caro amico Iwaizumi, ma anche tutti gli altri, non sapevano se era più insopportabile l’odore di quella sostanza o l’espressione ebete e compiaciuta che aveva il loro capitano nel prepararsi.
“Basta! Adesso basta! Oikawa smettila che dobbiamo allenarci! Noi quì non dovremmo neppure esserci e siamo pure in ritardo!”
“Eeeeeeeeeeeeeeh???? Iwa-chan, mi stò facendo bello! Dopo non sarei all’altezza del mio nome! Poi sono il capitano! Cerca di capirmi...”
A quelle parole, prive di significato e al di fuori di ogni giustificazione credibile, che inoltre fecero ridere Yahaba (a cui subito arrivò un’occhiataccia dal vicecapitano)il caro Iwa-chan prese per un orecchio Tooru e lo trascinò fuori. Seguito poi da tutta la squadra.
 
Dopo l’abbondante colazione, preparata dalle manager, ogni giocatore era pronto ad andare in palestra. Si. Dopotutto, chi non è felice di andare a passare più ore ad allenarsi fino allo stremo delle forze?
Ogni squadra prese posizione e poco dopo iniziarono a giocare.
“Tomoyoooooooooooo! Ma ti stai scrivendo i risultati delle partite?!”
“Si coach, lo stò facendo!”
“Allora perchè non vedo la penna che si muove?!”
“Perchè la partita non è ancora finita coach...Non posso scrivere il risultato prima che sia conclusa.”
Il signor Nobuteru, coach dell’Aoba Josai, era seduto sulla panchina e scuotendo la testa, guardava Tomoyo in piedi di fianco a lui.
“Mi ricordi proprio mio figlio, non aveva voglia di fare niente. Trovava scuse per tutto.”
Kori, in piedi accanto a Tomoyo, annuì con due dita sotto al mento e gli occhi chiusi.
“Ha proprio ragione signor coach. La nostra Tomoyo è un po’ svogliata. Anche alle elementari non aveva mai voglia di uscire a ricreazione....”
L’uomo si girò verso la ragazza dai lunghi capelli che aveva appena parlato. Abbastanza perplesso. La squadrò guardandola male, come guardava quasi tutti del resto.
“E tu chi saresti?”
“Kori! Manager della Nekoma!”
“E se sei la manager del Nekoma...perchè non sei alla panchina della Nekoma?”
La ragazza si mise una mano sulla guancia, guardando il campo della propria squadra.
“Onii-chan e il capitano stanno giocando. Se faccio il tifo mio fratello mi passa la palla distraendosi...quindi ho deciso di farmi una passeggiata.”
Il coach dell’Aoba josai si mise una mano sulla fronte sconsolato. Con quanta gente idiota doveva avere a che fare? Dai due Oikawa all’amica dell’Oikawa femmina. Povero lui. Non veniva pagato abbastanza, se lo diceva sempre. Per evitare una crisi di nervi tornò a guardare la partita ignorando le due ragazze.
Tomoyo potè finalmente rilassarsi e lasciare la posa ‘dell’ attenti’ che aveva tenuto  fino a quel secondo.
“Ma almeno hai il permesso di stare quì?”
“Certo! Nekomata ha detto che gli ricordo sua figlia... ha un bel rapporto con lei, e credo abbia per me una gran simpatia sai?”
“Il mondo è così ingiusto Kori...Comunque come va il ruolo di manager? Te la cavi?”
“Oh si, sono tutti così gentili! Anche Onii-chan si sta aprendo, pensa certe volte cerca di passarmi il pallone anche se sa perfettamente che non gioco!”
Tomoyo la guardò, pensando se dirgli o no che i “passaggi” erano in realtà schiacciate mirate alla sua faccia. Alla fine scelse di no. Kenma in un modo o nell’altro sarebbe uscito giustificato comunque. La minore degli Oikawa si mise una mano sul collo massaggiandoselo. Aveva i suoi problemi con Kageyama...che tralaltro non le parlava dalle medie. Fosse stato timido anche lui?
“Allora Tomoyo. Come va con Tobio? Ieri è stato davvero antipatico...ti ha ignorata dopo averti guardata male...Dici che ci sta ancora riflettendo?”
“Eeeeeeeh...chissà...”
“Oh! C’è un cambio! Ci vediamo alla pausa Tomoyo!”
Tomoyo seguì Kori con lo sguardo fino a che non arrivò alla panchina, accanto a Kuroo. L’occhio di Tomoyo scivolò sulle divise della Nekoma. Poi tornò a guardare la sua squadra. Alcune erano rotte, sgualcite, strappate....
“Perché...perché sono così ignoranti? E poi io devo rimediare...e pure le gite in autobus...”
Il coach si alzò avvicinandosi alla ragazza. La partita ormai era finita ed i giocatori si stavano stringendo la mano.
“Oikawaaaa!!!!! Hai scritto i punteggi?”
“Eh? Si...si. Abbiamo vinto coach!”
“....me ne sono accorto Oikawa. Me ne sono accorto.”
Tutte le squadre fecero finalmente una pausa. Ci fu chi ne approfittò per andare in bagno, chi per mangiare e chi per svignarsela, asocialmente, fcendosi i fatti propri a appogiandosi alla porta.
“Io a quel vecchiaccio, un giorno o l’altro, giuro che gli faccio ingoiare la penna!”
“Mi hai portato via attimi preziosoi di contemplazione Tomoyo...”
“Poi dimmi, perchè tutti gli atleti della mia squadra devono avere i vestiti così macchiati e malconci, ed invece tutti gli altri sembrano quasi ci siano i brillantini?”
“Effettivamente..il rosso della Nekoma mette in risalto la corporatura. Direi che hanno scelto be-“
“Non è questione di colori! Quella che ha addosso Tooru e gli altri sono già le terze uniformi che si compra la squadra!”
Tomoyo indicò col dito Tooru che stava bevendo, e quanto quest’ultimo si accorse salutò con la mano sorridente.
“Oooh...Dev’èssere dura...Ma come le pagate?”
Per un attimo ci fu un imbarazzante silenzio fra le due. Tomoyo guardò Kori. Erano migliori amiche, a lei avrebbe potuto dirlo. Si, cosa avrebbe mai potuto farsene di quell’informazione? Nulla...Dopotutto sarebbe rimasto un piccolo segreto fra loro due. Fra-loro-due.
“Vendo le foto di...mio fratello alle sue fan. A scuola.”
“Eeeeeeeeeeeeeeeeh?! Scherzi?!”
“No. Alle galline antipatiche vendo le foto di Tooru. E’ così vanesio e megalomane che sul suo pc ha una cartella con chissà quante foto di se stesso...non è difficile stamparle e farne un...diciamo traffico illegale. L’idea è partita per scherzo da Haji-nii, poi io l’ho messa in pratica...quasi mi verg-“
“Woho! Tomoyo sei fantastica! Devi avere una dote nata per il marketing, io non ci riuscirei mai...dev’èssere difficile. Scegliere le foto migliori, stamparle e far pubblicità...chissà se Onii-chan ha qualche sua foto....uh, magari insieme a Kuroo, o direttamente di Kuroo...Te lo immagini che bello? dici che me le venderebbe?”
“E’ tuo fratello...potrebbe regalartele eh.”
Tomoyo rise guardando l’amica. Si era sfogata del maledetto coach. Ora voleva sentire un po’ del “famoso” Kuroo, che Kori aveva conosciuto da poco.
“Dunque. Il vostro capitano sembra un tipo interessante. Che mi dici?”
“Interessante è poco, credo di aver avuto un colpo di fulmine! E’ un bel micione e non vedo l’ora di accarezzargli quei fantastici muscoli!”
Una terza voce si intromise nel loro discorso.
“Che bizzarri termini che hai usato, Kori.”
Le due ragazze si girarono, all’unisono, piano ritrovandosi Kenma che le osservava. L’aria del ragazzo metteva soggezione a Tomoyo ed aveva iniziato a far sudare freddo Kori.
“O-o-o-o-nii-chan...da quanto sei q-”
Alla ragazza dai lunghi capelli arrivò la borraccia di Kenma in faccia, che poi le scivolò fra le mani.
“Non chiamarmi Onii-chan.”
il Biondo portò lo sguardo su Tomoyo stando un attimo in silenzio. Quest’ultima degludì. Non aveva mai parlato molto col fratello di Kori, e sinceramente, non voleva nemmeno iniziare.
Quando la prima volta lo aveva salutato ed aveva tentato di parlarci, da piccola, era scappato lasciandola da sola come una scema.
“Sono arrivato mentre stava spiegando il traffico illegale di fotografie. E’ molto interessante come metodo, devo ammetterlo.”
A Tomoyo si accese una specie di scintilla negli occhi. Magari avrebbe mantenuto il segreto anche lui! Dopotutto, era pur sempre il fratello della sua migliore amica...e con la faccia che si ritrovava non sembrava  un tipo cattivo.
“Quindi...manterrai il mio segreto delle foto, Kenma?”
“Non ho detto questo. Ho detto che è interessante. Kori, ti voleva il coach. Ero venuto a chiamarti. Muoviti.”
Kenma se ne andò a passo lento, Kori e Tomoyo si guardarono terrorizzate. Forse i loro segreti non erano in buona bocca. Fino all’ora di pranzo, le due ragazze non persero di vista Kenma per un singolo istante. Seguivano ogni suo spostamento, il coach Irihata infatti riprese più volte Tomoyo chiedendole se non stesse tifando per la Nekoma.
Quando finalmente ci fu di nuovo la pausa per il pranzo, il caro Kenma fu preso da Tomoyo, seguita passo passo da Kori, e trascinato con la forza via, mentre teneva ancora fra le mani la propria ciotola di riso.
Ed intanto che Kori e Tomoyo cercavano di aggiustare la situazione, c’èra chi veniva preso in giro.
“Hey Tooru...non è che tua sorella stà cercando di cambiare fratello?”
“Eh? Iwa-chan perchè Tomoyo dovrebbe fare una cosa del genere? Io sono più alto, simpatico, bello, attraente, di classe e sicuramente ho più presenza di quel coso laggiù!”
Kunimi si mise a pensare al motivo per cui la loro manager avesse trascinato via un membro della Nekoma.
“Forse...E’ perchè la Nekoma ha le divise meglio delle nostre!”
Tutto il tavolo dell’Asoba Josai si girò scattante verso di lui.
“Pensateci, fin’ora le abbiamo sempre sgualcite tutte e le abbiamo ricomprate tre volte. Invece i Gatti hanno quel maledetto rosso...e se vi ricordate Tomoyo ci ha sempre sgridato sul fatti di tenerle bene...”
Tutto il tavolo ammutolì.
“Sorellinaaaaaaaaaaaaa! Torna da me! Tratterò bene la divisaaaaaa!”
 
Intanto non si sa dove, probabilmente in un corridoio lontano dalla mensa, Kori e Tomoyo erano davanti a Kenma. Quest’ultimo stava ancora tranquillamente mangiando il suo riso.
“Onii-chan, non dovresti prendere solo riso in bianco. Devi mangiare tutto, carne, verdura e poi puoi concederti anche il dolce. Ricorda che sei un’atleta e devi avere una dieta equilibrata.”
Kenma la guardò allibito, tenendo le bacchette in bocca.
“Cosa sei? Nostra madre? E non chiamarmi Onii-chan.”
“Kori! Non siamo quì per la sua dieta! Allora Kenma. Lo hai detto a qualcuno?”
Il biondo la guardò con aria innocente. Come se qualche ora prima non fosse stato lui ad ascoltare la loro conversazione. A Tomoyo stavano per saltare i nervi e stava venendo una gran voglia di buttarlo dalla finestra.
“No, non mi sembra almeno.”
“Non ti sembra?!”
“Non l’ho detto a nessuno Tomoyo.”
“Per fortuna...”
“Ma potrei sempre farlo.”
Le due ragazze si guardarono. Come farlo tacere? Omicidio? No, le avrebbero scoperte. Soldi? No, non ne avevano. Allora cosa?
“Onii-c...hem Kenma, cosa vuoi che facciamo?”
“Aspettavo questa domanda. Vediamo...Tomoyo voglio una torta di mele. E’ facile e per quella io non dirò nulla.”
“Ma io...non sò farla...”
Kenma la guardò fin troppo male. Era inconcepibile una cosa del genere. Lui adorava la torta di mele e sperava di scroccarne un pezzo in quel modo.
“La torta di mele è importante per diventare una brava moglie, non ti sposerà mai nessuno lo sai?”
“Cosa?! Resterò zitella perchè non so cucinare una torta?”
“Già, neanche gattara diventerai. Allora Tomoyo ho un’offerta ben più allettante per te. Tu hai un cellulare vero?”
“Beh certo...”
“La connessione a internet?”
Lo sguardo di Tomoyo si fece serio, ma anche preoccupato. Tuttavia annuì, mise la mano in tasca e tirò fuori il telefono mostrandolo al ragazzo davanti a lei. Che fece una faccia schifata. Chiaro segno che il cellulare non era di suo gusto. E li Tomoyo dovette trattenersi dallo spiaccicarlo al muro come un poster.
“Vedi Tomoyo, è uscito un nuovo videogioco per PSP...si chiama Fiamma Scintillante. Voglio che tu lo compri per me.”
“Beh vabbè, quanto costerà mai un videogioco. Se serve anche a comprare il tuo silenzio...”
Tomoyo aprì Internet e, dopo circa mezz’ora (la linea in quel posto non era delle migliori), riuscì a collegarsi al sito del videogio Fuoco Scintillante. Stava per cliccare su acquista quando l’occhio le saltò al prezzo.
“Come faccio a comprartelo?! Questo gioco costa più di noi tre messi insieme! Sei matto! Io rifiuto!”
“Ok, allora suppongo che Irihata sarà felice di sapere delle fo-“
“Ho acquistato. Appena arriva è tutto tuo.”
Kenma sorrise. Tomoyo l’aveva scampata. Era bastato spendere circa un anno di dura fatica con le foto del fratello...ma l’aveva scampata.
“Maledetto nano da giardino, giuro che me la paghi...”
“Guarda che sono alto circa quanto te...”
“Beh sei più basso di Tooru! Quindi sei un nano da giardino!”
Kori guardò Tomoyo. Stava tirando su col naso e le erano diventati gli occhi lucidi.
“Tomoyo...stai per piangere?”
“No Kori, tutto bene...i miei risparmi...”
“Su, su...vedrai che riuscirai a raccimolare di più. Onii-chan ora dimmi io cos-ouch...!”
La scodella che Kenma aveva avuto in mano fino a quel momento arrivò in faccia a Kori. Poi le scivolò fra le mani.
“Non chiamarmi Onii-chan. E non avere quell’aria felice. Comunque Kori. Se pensi che il tuo ricatto sarà soltanto uno ti sbagli di grosso. Saranno tanti, lenti e dolorosi. Per prima cosa dovrai ripiegarmi il futon sempre. Naturalmente senza farti vedere dai miei compagni.”
“Ah, ok. Vuoi anche che venga a rimboccarti le coper-ouch!”
Stavolta le arrivarono in faccia le bacchette che, precise, scivolarono dentro la ciotola.
“Poi vediamo...ti piace Kuroo no? Bene. Facci un primo approccio, andrai da lui e gli dirai – ciao bel micione-“
“Eh?...Eeeeeeeeeeeeh? Ma quella di Tomoyo era più semplice!”
“Entro stasera. Ciao”
Se ne andò. Lasciando le due sole. Una a piangere per i soldi sprecati, l’altra a piangere per ciò che avrebbe dovuto fare.
“Tomoyo, e ora?”
“Già...ora come farò a rifarmi quei soldi?”
“Ma io! E’ imbarazzante!”
“Eh? Cosa? Che devi fare?”
“....lascia perdere.”
 
La giornata passò lentamente. Sia Kori che Tomoyo sembravano due Zombie. Nemmeno le occhiatacce del coach Irihata riuscirono a far riprendere Tomoyo dal suo profondo oblio interno, e nemmeno le consolazioni di Lev (sparate a caso perchè l’amica non gli diceva nulla), servirono a far sparire il fantasmino che usciva dalla bocca di Kori.
In pratica entrambe si sentivano vuote. A una stava volando via l’anima, all’altra era volata via insieme ai soldi.
Quando arrivò la sera Kori si fece coraggio e andò dal suo amato capitano, che in quel momento stava andando in camera accompagnato da Kenma. Doveva farcela. Si, era Kori lei, la sorella dell’alzatore della Nekoma. Non poteva arrendersi. Corse dietro ai due chiamandoli.
“Oni-c...Kenma, Kuroo!”
Entrambi si girarono. Kenma non disse una parola nè cambiò espressione.  Kuroo sorrise, anche se il sorriso assomigliava più a un ghigno...ma dettagli.
“Oh, ancora in piedi gattina?”
“Volevo...darvi la buonanotte....e quindi ecco...Onii-chan, notte e...”
Kenma alzò un sopracciglio irritato. Odiava essere chiamato Onii-chan. Ma per stavolta l’avrebbe fatto passare. Voleva godersi lo spettacolo.
“B-b-b-b-b-buonanotte bel micione!”
Dopo questa frase, ed essere arrossita parecchio, Kori corse via, sotto lo sguardo curioso di Kuroo e soddisfatto di Kenma. Il capitano sorrise.
“Stà capendo lo spirito della Nekoma eh?
“E’ tutto ciò che hai da dire?”
“Si, per ora.”
 
Da un’altra parte dell’edificio, Tomoyo stava tirando giù tutti i santi sottovoce. All’improvviso sentì una mano sulla spalla, si girò e vide il fratello che indossava la divisa. Pulita
“Ma...cosa?”
“Sorellina, oggi ho visto che eri triste e finalmente abbiamo capito. Abbiamo capito che ti arrabbiavi per il nostro bene e ci siamo ripromessi che d’ora in poi terremo tutti le divise pulite e cercheremo di non sgualcirle nè romperle più! Anche gli altri le faranno lavare. Questa è una pulita sommaria naturalmente.”
“Hai...lavato a mano Tooru?”
“Si.”
“E’ pur sempre un inizio...”


 

   
 
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