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Autore: Rohhh    11/08/2016    1 recensioni
A chi non è mai capitato di sentirsi troppo diverso da qualcuno e non provare ad andare oltre quelle apparenze? Ashley ha 21 anni, è una studentessa universitaria seria e posata, ha due sorellastre e una madre che sente troppo diversa da lei. In vacanza dal padre conosce Matt, il figlio della sua nuova compagna, ribelle e criptico, lui con la propria madre ci parla appena. Quell'incontro cambierà il modo di vedere le cose di entrambi e farà capire loro che non è mai troppo tardi per recuperare un rapporto o per stringerne di nuovi con chi non ci aspettavamo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 10

 

Ashley si svegliò raggiante quella mattina.

Dopo l'episodio accaduto al matrimonio e quell'abbraccio scambiato con Matt si era sentita un'energia nuova in corpo. Era più sicura, più spensierata e soprattutto più positiva.

Non voleva più farsi influenzare dagli altri nelle sue decisioni e non voleva chiudersi nell'immagine della ragazza perfetta che tutti le avevano affibbiato negli anni.

Le rimaneva ancora poco meno di un mese da trascorrere al mare, quindi il ritorno a casa era piuttosto lontano. Sapeva che quello significava dover affrontare diverse situazioni che aveva cercato di ignorare infilando la testa sotto la sabbia, ma adesso era carica e si sentiva pronta.

Innanzitutto c'era la questione di Tyler da chiarire, e poi anche il rapporto con sua madre. Per quello ci sarebbe stato da lavorarci su, di certo non si poteva aggiustare in un giorno un problema che si era ingrossato sempre più da quando era bambina, ma adesso qualcosa in lei era cambiato.

E in parte quella felicità era dovuta anche alla vicinanza di un certo ragazzo, che le stava sconvolgendo i pensieri positivamente. Al momento non voleva chiedersi cosa provasse per lui, non voleva farsi domande e passare notti insonni a indagare i suoi sentimenti. Voleva solo viversi quei giorni in serenità.

Si alzò di buon mattino, respirò l'aria non ancora afosa, e scese in cucina per fare colazione.

Vi trovò Gregory e Monica, già vestiti e quasi pronti per uscire. Erano gli ultimi giorni di lavoro per suo padre, prima di prendere due settimane di ferie.

Si avvicinò a lui, con un sorriso smagliante.

«Buongiorno papà!» lo salutò con voce allegra, dandogli un tenero bacio sulla guancia.

Non era solita essere così espansiva, ma quel giorno si sentiva in pace col mondo e voleva godersi quella sensazione. Sapeva che la vecchia Ashley avrebbe fatto capolino da un momento all'altro, i cambiamenti hanno bisogno di tempo per consolidarsi.

Gregory ricambiò, piacevolmente stupito da quel gesto d'affetto e dall'umore positivo della figlia.

«Buongiorno Monica!» si rivolse poi sorridendo alla donna, che seduta al tavolo, abbassò la rivista che stava leggendo, alzando un sopracciglio per la meraviglia. Da quando era arrivata in quella casa, Ashley era stata sempre molto seria, educata e formale. Quella mattina, invece, persino lei si era accorta di quanto fosse solare e splendida. Il suo viso era luminoso, gli occhi pieni di vita e un sorriso sincero la adornava. E forse era proprio per quello che i suoi capelli rossi, illuminati dalla luce del sole che man mano saliva sempre più, sembravano ancora più accesi degli altri giorni. Indossava un vestitino rosso, corto, e di un tessuto molto sottile, che le conferiva ancora più leggiadria.

Nonostante non avesse tanto a genio quella ragazzina, dovette ammettere che era adorabile e bellissima quel giorno.

Non potè fare a meno di farsi venire il sospetto che in tutto ciò potesse c'entrare suo figlio.

Prima di essere la donna di successo che era attualmente, realizzata professionalmente, seria e colta, era stata anche lei una ragazza e come tutte aveva sperimentato le gioie e i dolori degli innamoramenti.

Proprio per seguire il cuore si era fatta travolgere dalla passione per Nathan, il padre di Matt. Aveva più o meno l'età di Ashley quando era successo. Lui era bello, era uno spirito libero, amava l'arte e viveva facendo il fotografo e lei ne era rimasta folgorata. Frequentava l'università e si era affrettata a laurearsi per poter andare a vivere con lui. Si era messa contro la sua famiglia, che aveva avuto timore che quella storia l' avesse potuta distrarre dalla sua carriera futura, ma lei aveva ascoltato solo quel sentimento irrazionale. Si erano sposati in fretta e furia, per fare contenti i suoi genitori, che non avrebbero tollerato una sua fuga d'amore, senza che l'unione venisse formalizzata con un matrimonio. Aveva solo 23 anni quando, nemmeno due mesi dopo, aveva scoperto con estrema gioia di aspettare un bambino. Ricordava ancora la felicità di entrambi, le notti passate a immaginare il suo viso, i progetti, poi la scoperta che si trattava di un maschietto, i pomeriggi trascorsi per negozi, a scegliere tutti quei vestitini minuscoli e infine la sua nascita.

Le era sembrato il bambino più bello del mondo, una creaturina perfetta che pareva aver scelto le parti migliori di entrambi, anche se con netta prevalenza di Nathan, così biondo, con quegli occhi azzurri e vispi, tutto suo padre. Da lei aveva ereditato solo qualche dettaglio, come il profilo dritto del suo naso e le labbra.

Per un bel po' di anni erano stati felici, lei era riuscita anche a trovare un lavoro in una casa editrice, all'inizio come stagista, ma si era fatta notare subito per la sua bravura e intelligenza, arrivando a ricoprire sempre più ruoli importanti.

E mentre la sua carriera era in ascesa, il suo rapporto col marito vacillava, fino al punto di rottura.

Avevano divorziato quando Matt era una bambino di soli nove anni, in una fase molto delicata della crescita. Nathan era andato via di casa, trasferendosi in una vicina città più grande, mentre lei era rimasta con Matt, totalmente distrutta e incapace di gestirlo. Da quel giorno non lo aveva più abbracciato, non ne era stata più in grado, forse perchè si sentiva responsabile del fallimento del suo matrimonio o forse, ancora peggio, perchè suo figlio gli ricordava Nathan ogni giorno della sua vita. Matt si era incattivito, era diventato sempre più intrattabile, ribelle e sfacciato, e lei sempre più rassegnata a non poter fare nulla per salvare il loro rapporto. Si era dedicata anima e corpo alla sua carriera per affogare il dolore, finchè suo figlio a sedici anni se ne era andato via da casa per stare da suo padre e da allora veniva solo per le vacanze, ma principalmente per rivedere i suoi amici, più che per stare con lei.

Ed eccolo lì suo figlio.

Era entrato in cucina in quell'istante. Ecco di nuovo quegli occhi sfacciati puntati su di lei.

Se solo avesse saputo dei ricordi che stavano passando nella sua mente in quel momento! Faticava a credere che quel ragazzo fosse lo stesso bimbo che teneva dolcemente in braccio solo una ventina di anni prima. Come erano arrivati a quel punto?

Faceva male, molto male.

Si era seduto accanto ad Ashley, lei adesso gli sorrideva.

Monica spostò i suoi occhi marroni sul figlio e notò con sua grande sorpresa che il suo volto era cambiato.

Stava guardando Ashley e le sorrideva di rimando, i suoi occhi si erano addolciti. Non gli vedeva un'espressione così serena sul viso da tempo.

Che cosa stava succedendo tra loro?

Non era una sprovveduta Monica, in quegli sguardi, in quella complicità, in quei sorrisi, rivide la sè stessa di molti anni prima.

Suo figlio era bello, aveva quel fascino un po' trasgressivo e talento nella musica, doveva essere facile per una ragazza innamorarsi di lui, pensò, anche se aveva capito che Ashley non era il tipo da farsi abbindolare solo dall'aspetto fisico.

Che avesse visto in Matt delle qualità che lei, in tutti quegli anni, non era stata in grado di scorgere, accecata dalla rabbia e dalla delusione per il fallimento della sua relazione?

Solo da quando stava con Gregory aveva trovato un po' di serenità da quel punto di vista.

Puntò lo sguardo sul compagno, stava chiacchierando placidamente con i due ragazzi e non aveva per niente l'aria di aver percepito quelle strane vibrazioni tra loro. Gregory era un tipo un po' sulle nuvole quando si trattava di amore, e di sicuro, ingenuamente, non aveva nemmeno ipotizzato che quei due, continuando a frequentarsi, avrebbero potuto intrecciare una qualche relazione, nè sentimentale, nè tantomeno fisica.

Vedeva sua figlia ancora come una ragazzina pura e indifesa ed era quasi sicura che la credesse illibata, nonostante sapesse benissimo che era stata fidanzata per un anno.

Decise di non mettere la pulce nell'orecchio a Gregory in merito ad Ashley e Matt, per evitare di farlo preoccupare, ma sperò che suo figlio non avesse intenzione di giocare con lei e portare scompiglio in famiglia.

 

Poco dopo Ashley si sistemò in veranda all'ombra, seduta a un tavolino da giardino. Ci aveva depositato sopra un paio di libri e quaderni con appunti e ne aveva aperto uno, cominciando a sottolinearlo.

Va bene che era lì per divertirsi, va bene che mancavano ancora quasi due mesi all'esame, ma se voleva arrivarci preparata per tempo era necessario iniziare a leggere qualcosa. In fondo non le pesava studiare e poi il prossimo anno avrebbe avuto l'opportunità di fare uno stage in un importante studio di architettura della città in cui aveva sede la sua università, e se voleva avere una chance di essere selezionata, doveva dare quanti più esami possibili e mantenere una media alta.

Iniziò a far scorrere il suo evidenziatore giallo tra le righe della pagina, assaporando una leggera brezza che soffiava.

«Non ci credo, stai studiando?» Una voce familiare le fece perdere la concentrazione.

Ashley bloccò la punta dell'evidenziatore e sollevò la testa per guardare il ragazzo biondo, che la fissava con un'espressione facciale tra il divertito e l'attonito.

Con estrema compostezza riprese a sottolineare. «Certo, e dovresti farlo anche tu» rispose serafica, con la testa di nuovo china sul libro.

Matt fece una smorfia di disgusto e si poggiò coi gomiti sul tavolo, coprendo in parte la visuale del libro ad Ashley, che scocciata, sollevò di nuovo il viso, sbuffando. «Dai, non farmi la ramanzina, di madre ne ho già una e ti assicuro che mi basta» le disse annoiato.

Ashley mosse la testa poco convinta e cercò di continuare la sottolineatura, cosa che Matt stava facendo diventando un'impresa.

«E comunque, per la cronaca, io studio, sono solo un po' indietro, tutto qua» ci tenne a informarla. Ashley sospirò sconsolata e posò definitivamente l'evidenziatore. Lo studio doveva aspettare.

«Oh, ma non ne dubito!» lo rassicurò la ragazza, con un tono che però sembrava più una presa in giro.

«Non fare la stronza con me, ragazzina!» la ammonì scherzosamente Matt, mentre sfogliava distrattamente qualche libro di Ashley.

Ashley rise, poi colse l'occasione per fargli presente qualcosa di cui si era accorta la mattina.

Si spostò un ciuffo di capelli che le era finito davanti agli occhi e dischiuse le labbra per parlare.

«Stamattina, sai, tua madre, mi è sembrata strana, come pensierosa – fece una pausa per studiare il viso del ragazzo e capire se stesse prendendo un argomento spinoso – forse dovresti chiederle se c'è qualcosa che non va» azzardò, sperando di non innervosirlo.

Matt corrucciò leggermente la fronte, meravigliato che avesse potuto notare una cosa simile, poi fece spallucce.

«Lei è sempre così, magari era solo per il lavoro» disse con indifferenza, anche se Ashley sembrò scorgere un po' di turbamento nei suoi occhi.

Si inumidì le labbra e tentò ancora, decisa a non lasciare cadere quell'argomento. «Hai mai, ecco... provato a parlarle?» gli chiese, facendosi coraggio.

Matt sollevò lo sguardo assorto verso il cielo per un attimo, poi si stiracchiò le braccia.

«è impossibile parlare con lei in modo civile. Quando non la pensi come lei o quando non ti comporti come vorrebbe non sente ragioni, è stata sempre così, soprattutto da quando mio padre se n'è andato. Tra di noi non si arriverebbe da nessuna parte, è una partita persa in partenza, lei mi odia» concluse freddo.

«Io non credo ti odi – osò Ashley – forse vi siete solo creati un muro, ma magari si può abbattere, no?» provò a proporre.

Lo sguardo di Matt si fece glaciale «No, avevo solo 9 anni quando ha cominciato a comportarsi così...a lei stava bene solo fin quando era felice con mio padre...probabilmente io non dovevo neppure nascere, sono stato solo un errore» dichiarò freddo, rigirandosi tra le mani un pacchetto di sigarette.

Quelle parole così dure colpirono Ashley profondamente, provò il desiderio di aiutarlo, di fare qualcosa per raddrizzare quel rapporto.

«Tu parli con tua madre?» le chiese poi diretto, facendola sussultare.

Cominciò a torturarsi la stoffa del vestito, pensando a cosa rispondere. Ci parlava con sua madre, ma lo stretto indispensabile, non come le sue sorelle. Non riusciva a scherzarci, non riusciva a farsi travolgere dalle sue battute, non riusciva a confidarsi con lei o a raccontarle di più sulla sua vita, sui suoi progetti, sulle sue emozioni.

«Certo che ci parlo» cercò di sembrare sicura, ma Matt, come al solito, non se la bevve.

«Parli o comunichi? C'è differenza – sottolineò destando la curiosità della ragazza – se io ti saluto e tu mi dici che stasera esci o che mangi fuori o che stai andando all'università, quello è parlare, se invece ti chiedo come stai, cosa provi e tu mi racconti un pò di te stessa, ti apri, allora quello è comunicare»

Il volto di Ashley si rabbuiò, non comunicava con sua madre, ne era consapevole e se ne stava rendendo conto adesso e più parlava con Matt, più metteva a nudo angoli di sè stessa che aveva sepolto.

La mano calda di Matt le si posò sulla guancia, sollevandogli appena il viso per portarlo all'altezza del suo. Seduto accanto a lei Matt si era leggermente chinato, essendo più alto di lei.

«Non volevo farti intristire però» le sussurrò.

«Ma no, tranquillo, è che hai ragione» Matt tolse la mano dalla sua guancia con una carezza talmente dolce che Ashley provo il desiderio di riceverne altre così.

Si allontanò da lei e lo vide estrarre dalla tasca dei jeans un accendino. «Per te non è troppo tardi, Ashley – la rassicurò – tu ce la farai...e adesso scusa, ma ho bisogno di fumare» concluse, alzandosi in piedi e accendendosi una sigaretta.

Ashley tornò lentamente sui libri, mentre Matt era rimasto con lei, un po' più distante, a fumare in silenzio, assorto in chissà quali pensieri.

«Più tardi vado in spiaggia con gli altri – esordì qualche minuto dopo – se non hai impegni puoi venire con me» la invitò.

Ashley ci pensò un attimo su: erano solo le 9 del mattino e un paio di ore di studio le sembrarono sufficienti come inizio. Annie e Dorothy erano impegnate quel giorno e lei era libera.

«Ok, vengo» accettò.

«Allora più tardi vengo a disturbarti, buono studio, secchiona» la prese in giro bonariamente prima di sparire dentro.

Finalmente Ashley potè dedicarsi a qualche ora di studio in assoluto silenzio, anche se spesso le tornava in mente la conversazione di prima con Matt. Qualcosa doveva cambiare, e sarebbe cambiato.

Quando Matt la chiamò, corse a infilarsi il costume e prese il suo telo da mare e la borsa.

Salì in macchina con lui e arrivati in spiaggia si diressero dai suoi amici.

Mandy e Ilary, le ragazze con cui aveva legato di più, la salutarono calorosamente e così anche i ragazzi. La solita Jenny le rivolse un cenno con un'espressione a dir poco schifata.

La verità era che, quando l'aveva vista scendere dalla macchina di Matt, era diventata una maschera d'odio. Le bruciava ancora il rifiuto delle sue avances il giorno prima e vederli parlarsi e sorridersi non faceva altro che mettere più sale sulla sua ferita.

Dylan mise un braccio intorno alle spalle di Matt, e lui lo guardò torvo, immaginandosi già quello che poteva voler dire.

«Vedo che ti sei portato la tua coinquilina» gli disse con aria sfottente, provocando delle risate soffocate negli altri ragazzi.

«Giuro che vi uccido se fate le teste di cazzo, ok?» li minacciò il biondo, già irritato.

«Ma figurati! – fece eco un altro amico – Anzi, a me questa Ashley non dispiace affatto, magari posso pure provarci, che ne dici?» lo provocò. Era chiaro che non volesse davvero provarci, lì avevano tutti ormai il sospetto che Matt si fosse preso una bella sbandata per la ragazza dai capelli rossi e da buoni amici si sarebbero comunque tenuti alla larga dal fare casini che avrebbero potuto rovinare la loro amicizia.

La reazione che volevano ottenere arrivò puntualissima. «Che cosa?» sbottò infatti Matt a voce alta, facendo voltare tutto il gruppo, Ashley compresa.

La ragazza giurò di averlo anche visto leggermente arrossito in volto, ma credette più plausibile fosse stata opera del sole, di certo non poteva immaginare che fosse lei l'oggetto della conversazione.

I ragazzi sghignazzarono rumorosamente, mentre Matt cercava di colpirli con l'ombrellone.

«Sono sempre i soliti!» disse Mandy ad Ashley sorridendo, poi le prese la mano e la trascinò con lei, per indicarle un buon punto dove sistemarsi.

Fecero un bagno in acqua e poi si stesero al sole.

Ashley si sedette accanto a Mandy e conversava tranquilla con le ragazze. Jenny era impegnata a ignorarla e a sistemarsi ogni cinque muniti il bikini e sdraiarsi sulla sabbia in modi provocanti, attirandosi gli sguardi di disapprovazione delle amiche, a cui davvero dispiaceva il modo in cui si era ridotta.

Ashley non era stupida e aveva capito che gli sguardi di Jenny erano rivolti tutti a Matt.

Anche se non sapeva che tipo di relazione ci fosse o ci fosse stata tra loro, le pareva evidente che la ragazza non aveva occhi che per lui. D'altronde non poteva darle torto, anche lei ultimamente si sentiva felice e nello stesso tempo scombussolata, quando erano insieme.

All'improvviso però, Jenny le rivolse la parola. Aveva approfittato di un momento in cui Mandy e Ilary si erano allontanate per avvicinarsi, come un predatore con la vittima prescelta.

«E così sei in vacanza qui... stai a casa con Matt e sua madre, vero?» le chiese senza preamboli, come se fosse quella l'unica cosa di lei che le interessasse.

I suoi occhi verdi non erano per niente cordiali e, anche se le stava parlando, Ashley non ci vide nulla di amichevole anzi, le trasmisero un senso di disagio.

«Si» le rispose semplicemente, guardando il mare.

Jenny continuò, ormai era partita all'attacco.

«E di Matt che mi dici? - le chiese brutale – ti piace?»

Ashley spalancò gli occhi, sconvolta, augurandosi con tutto il cuore che le ragazze tornassero presto per toglierla fuori da quella situazione spiacevole. Perché quella domanda cosí diretta? Prima non le parlava e poi di colpo le importava chi le piacesse?

«No – rispose Ashley, visibilmente nervosa, Jenny se ne accorse – è solo il figlio della compagna di mio padre.». Di certo era l'ultima persona alla quale avrebbe rivelato quello che sentiva. E poi non era chiaro ancora nemmeno a sè stessa quello che provava.

«Ci sei stata a letto?» rincarò la dose la mora, osservandola con sfida.

Ashley sentì la bocca prosciugarsi e cominciò a sudare, come se la temperatura fosse salita di almeno venti gradi.

«No» le rispose senza guardarla in viso, infastidita.

«Peccato – le comunicò Jenny, con un'espressione quasi di rammarico – lui ci sa proprio fare, io lo so perchè sono stata con lui parecchie volte» continuò, tirandosi i capelli da un lato e accarezzandoseli maliziosamente.

«E ci andrò di nuovo – aggiunse diretta – a lui piacciono quelle come me»

Aveva pronunciato quelle parole con sicurezza e con determinazione.

Ashley si strinse le ginocchia al petto, quella rivelazione fu come una pugnalata alla schiena. Il pensiero di Matt a letto con Jenny e poi l' allusione che potesse accadere di nuovo...non capì perchè, ma le diedero la nausea, ebbe voglia di scappare e sentì le lacrime premere per uscire.

'Perchè sto così male, perchè?'' continuò a ripetersi in testa.

Non fece in tempo ad accorgersene che Matt era dietro di lei.

«C'è qualcosa che non va?» chiese sospettoso.

Aveva visto da lontano Jenny parlare ad Ashley e non ci vedeva giusto, non avevano mai scambiato due parole fino a quel momento e la cosa lo aveva insospettito. Vide Ashley sconvolta in viso e spostò lo sguardò accigliato su Jenny.

Non si fidava per niente di lei.

«Ma niente, stavamo solo parlando!» disse lei, prima di alzarsi e avvicinarsi agli altri ragazzi.

«è tutto ok, davvero» gli confermò Ashley, forzando un sorriso.

Di certo non poteva ammettere cosa era successo. Come avrebbe giustificato la sua tristezza? Avrebbe dovuto confessare che di Matt gli importava eccome.

Lui nel frattempo si era allontanato dubbioso, mentre Mandy e Ilary ritornavano alle loro postazioni con Ashley.

Per tutto il tempo Jenny, poi, non fece altro che provare a spalmarsi addosso a Matt, sfruttando ogni occasione buona per mettergli le mani addosso, o per avvicinare il viso al suo.

Ashley aveva voltato la testa, non le andava proprio di guardare. Si ricordò dell'abbraccio di Matt, della sua mano sul suo viso quella mattina e, vederlo adesso vicino a quella strega, la faceva soffrire. Fece appello a tutta la sua forza di volontà per riprendere un minimo di lucidità e scacciare via quei pensieri da stupida ragazzina innamorata che non le si addicevano.

Decise di fare un bagno per rinfrescarsi, perchè tutta quell'agitazione l'aveva fatta accaldare il triplo.

Si tuffò e sparì sott'acqua, dove tutto era ovattato e dava la sensazione che nulla più esistesse. Cercò di riprendere il controllo delle sue emozioni e le scacciò via come mosche fastidiose.

Quando riemerse si trovò davanti Matt, immerso dal bacino in giù.

La afferrò delicatamente per un braccio e l'avvicino a lui per parlarle più da vicino. Il cuore di Ashley fece ottomila capriole, ma in un certo senso si stava abituando a quella sensazione, tutte le volte che lui la toccava.

«Tra me e Jenny – iniziò, per poi fare una piccola pausa e Ashley sentì un nodo in gola nel sentire quel nome e al pensiero di come potesse continuare quella frase – insomma, non c'è nulla, ok?» precisò, con gli occhi azzurri fissi in quelli miele di Ashley, con l'intenzione di non spostarli finchè non avesse intravisto in lei un segno che ci credesse.

Non ne capiva bene il motivo, ma aveva sentito improvvisamente l'urgenza di spiegarle come stavano le cose, da quando aveva visto Jenny accanto a lei.

Non sapeva cosa si erano dette, ma non aveva fatto altro che aspettare il momento giusto per dirle che non era interessato a lei, si era sentito fremere dall'ansia. Ora che si trovavano faccia a faccia e la vedeva di nuovo distesa in viso, si era immediatamente sentito meglio.

«Perchè me lo dici?» chiese Ashley, dando voce a quella domanda che si era fatta strada dentro di lui e a cui non riusciva a dare risposta al momento.

Fece finta di niente e scrolló le spalle con indifferenza.

«Così, non mi va che la gente pensi cose che non esistono, visto che mi conosci da poco» provò a giustificarsi, con non molto successo.

«Ok» fu l'unica risposta di Ashley, un po' delusa. Chissá cosa si era aspettata che le dicesse.

«E poi non so che vi siete dette poco fa» continuò, nel tentativo di carpire qualcosa di quella misteriosa conversazione.

«Non ci siamo dette niente di che» mentì Ashley.

«Ok» stavolta fu lui a usare quel monosillabo.

Lentamente Matt fece scivolare via la mano dal suo braccio. Glielo aveva tenuto per tutto il tempo.

«Usciamo, che ne dici? - propose Ashley – comincia a fare freddo» si sfregò le braccia.

Matt annuì e insieme uscirono dall'acqua.

Ashley aveva creduto a Matt, gli era sembrato sincero e in quei giorni con lei stava cominciando a fidarsi di lui. Ma, in fondo, anche se lui e Jenny stessero insieme, a lei cosa importava?

Non poteva negare che quella mattinata le aveva fatto sorgere domande su ció che provava che l'avrebbero tormentata ancora, ne era sicura. Quello di cui non era sicura era se poteva, o meglio voleva, rispondere.

  
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