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Autore: _laragazzadicarta_    11/08/2016    3 recensioni
«John, stringimi.»
«Non posso, Paul.»
_______________
Può una foto mostrare più di quanto il volto della persona stessa possa fare? Questi sono gli interrogativi che si pone la giovane Pattie Boyd quando trova una misteriosa foto a casa di sua nonna. La giovane scoprirà la storia del ragazzo ritratto nella foto e ne rimarrà molto colpita. Una storia tra passato e presente, amore e vizio, bianco e nero. Un viaggio oltre oceano alla ricerca della felicità.
Genere: Angst, Erotico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney, Quasi tutti
Note: AU, Lemon, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Wanderlust.

Capitolo quarto.

Mentre Paul dormiva beatamente in quella capanna che diventava sempre più intima ed accogliente, la situazione in Irlanda peggiorava. Ma facciamo un passo indietro, torniamo alla sera della fuga del nostro giovane protagonista.
George era tornato nella sua umile dimora e si era barricato nella sua piccola stanza dal soffitto basso con diverse bottiglie di whisky. Forse l'alcool non avrebbe colmato il vuoto, ma di certo lo avrebbe riscaldato in quella fredda serata. Fredda si, estremamente fredda. Così fredda da riuscire a gelare perfino il rumore.
La vita, a George, faceva semplicemente orrore. Era terrorizzato dall'impietosa fine che lo attendeva, doveva solo aspettare. Aspettare che la fine lo venisse a cercare. Così si mise sul letto a bere. Quando bevi il mondo è sempre lì fuori che ti aspetta, ma per un po’ almeno non ti prende alla gola.
Portò le ginocchia al petto e scoppiò in un pianto isterico. Nemmeno l'alcool riusciva a fargli dimenticare quei lunghi capelli corvini e quelle labbra eteree. Lanciò un urlo, ma nessuno lo sentì. Come per tutte le persone sole, non importa quanto urli, scalci, piangi tutti faranno finta di non sentirti e ti lasceranno marcire nel tuo dolore. George lanciò con foga la bottiglia di whisky ormai vuota contro la parete e chiuse gli occhi. Vivere è più semplice se hai gli occhi chiusi.
Un urlo destò lo stalliere dai suoi pensieri, era la voce di una delle domestiche dei McCartney, Olivia, doveva aver notato l'assenza di Paul.
George si precipitò fuori di casa e il gelo lo fece tremare, non aveva nulla con cui ripararsi dal freddo, come tutti gli umili come lui. Benché infreddolito continuò la sua marcia e fu lì che capì. Non si erano accorti dell'assenza di Paul, stava succedendo qualcosa di molto più atroce. Un gruppo di contadini, stanchi dei continui soprusi messi in atto dal padrone di casa si erano stancati ed avevano deciso di armarsi di torce e forconi e ribellarsi. Tra la folla George riconobbe suo fratello, Harry, che proprio in quel momento, insieme ad altri giovani, stavano gettando della benzina sulla casa dei McCartney. Infine Colin, il figlio del pastore Smith, gettò un fiammifero sulla benzina. Seguí un forte scoppio e la ricchezza accumolata in generazione e generazioni di sfruttamento svanì in un istante. La signorina Eastman lanciò un urlo rifugiandosi tra le braccia del padre che indignato svanì nel suo calesse promettendo di non fare più ritorno. James e Michael McCartney erano stati denudati e legati al centro della piazza e a turno i contadini sfilavano per sputare sui loro volti.
« Dov'è Paul, dov'è mio figlio! Cosa gli avete fatto! » continuó a dimenarsi James osservando la casa bruciare.
George distolse lo sguardo e si allontanò da quella macabra scena. James McCartney non era certo noto per la sua gentilezza o predisposizione a fare del bene, in realtà era un vero pezzo di merda, ma a George la violenza non piaceva anche quando necessaria.
James scoppiò in lacrime immaginando la terribile sorte che era toccata al suo figlio maggiore.
« Vi maledico tutti, possano le vostre anime bruciare all'inferno per ciò che avete fatto a Paul. »
« Lasciamolo in pace, ha già avuto la sua punizione. » sussurrò una donna prima che la folla si disperdesse .
La folla, forse la cosa più pericolosa che esista, pensò George. Quando si è una moltitudine ci si sente forti, invincibili e si fanno azioni inimmaginabilmente stupide. Si sarebbe potuto aprire un dialogo, ma l'uomo, animale infido, preferisce la violenza alla più civile parola.
George si avvicinò alle due figure infreddolite, divertente come, primi dei loro sfarzosi abiti, i nobili siano così simili a dei contadini.
Lo stalliere in silenzio iniziò a slegare Michael e poi tentò di fare lo stesso con il capofamiglia, ma questi glielo impedì.
« Ragazzo, lasciami qui a morire. Me lo merito. Inoltre voglio riunirmi alla mia dolce Mary e a mio figlio. Mi sono comportato aspramente e merito la morte.»
George esitò, poi prese coraggio.
« Paul è vivo. È partito sull'ultima nave. »

« Come hai potuto tenermelo nascosto! »
« Ma Jane, cara dolce Jane, è così un bel ragazzo. Non ha un posto dove stare e io, che ho un cuore così grande, non ho potuto non ospitarlo.»
« Oltre che il cuore hai anche qualcos'altro di grande e accogliente, Cynthia. »

« Madame Asher, ma voi come conoscete tutti questi dettagli? » chiese Pattie Boyd incrociando i suoi grandi occhi blu con quelli dell'anziana.
« Perché ero lì, cara.»
Pattie strizzó varie volte i suoi grandi occhi stupefatta.
«Certo per te, Pattie[1], che sei una ragazza altolocata e di buona famiglia quello potrà sembrare un luogo di perdizione, ma un bordello non è poi così diverso dai galá organizzati dalla regina Elisabetta II. » spiegò Madama Asher sorseggiando il suo tè nero «..ora però torniamo alla storia. »

Tutto era iniziato quella mattina, John stufo di restare nello squallore di quella capanna aveva proposto a Paul di chiedere asilo al vicino bordello dove aveva delle "conoscenze".
« Oh no, stupido Lennon. Io non vado a vivere in un fottuto bordello.» fu l'educata risposta di Paul.
« E dai Macka, sai che non abbiamo altra scelta! Qui si muore di freddo, mentre lì ci sono camini, coperte ed anche grossi seni rosei tra cui rifugiarsi.» disse John alzando più volte le sopracciglia come segno d'intesa «...e poi alla tua età avevo già frequentato tutti i bordelli e le bettole della vecchia cara Inghilterra. »
« Sei proprio un maiale. » rise Paul « .. però mi hai convinto con le parole "camini" e "coperte". »
« Ah...ho detto loro che...beh...eri mia sorella. Quindi mettiti una gonna, tanto ci sei abituato, principessa. »

« Era necessario indossare le mutande? Mi segano il culo. » sbuffó il minore.
« Certamente se non vuoi che ti entri qualche uccello in culo, Rita.» disse il maggiore dando una pacca sul sedere del minore «... anche se credo non ti dispiacerebbe.»
« Ti ho già detto di non chiamarmi, Rita
« Quindi non neghi che ti potrebbe piacere. »
« John! » prima che Paul potesse rispondere alla provocazione una donna che aveva un innaturale biondo platino sui capelli, era una bella ragazza, ma troppo civetta per i gusti di Paul.
« Tu devi essere la piccola Lennon, sei adorabile! » affermò la donna prendendo Paul sotto braccio « spero diventeremo amiche! »
Paul si guardò intorno, era un luogo ben arredato, forse troppo pacchiano e per certi aspetti di dubbio gusto, ma comunque era accogliente. Ma la situazione continuava ad essere completamente demenziale. Paul vestito da donna, con una gonna rosa di dubbio gusto, restava l'essere più femminile in quella stanza. Anche perché la metà delle donne lì dentro aveva più peli del vecchio colonnello McCartney.
Finché una ragazza non catturò la sua attenzione, aveva lunghi capelli rossi e degli occhi bellissimi, si avvicinò a loro.
« Jane, loro sono i ragazzi di cui discutevamo stamattina. » disse Cynthia sperando che l'amica avesse cambiato idea dalla discussione di quella mattina .
Jane osservò con sguardo inquisitore Paul e l'uomo arrossí.
« La ragazza potrebbe fare qualche marchet...»
« Io la zoccola non la faccio, Jo.. » sussurrò Paul disperato all'orecchio del maggiore, ma si fermò quando si sentì osservato «.. senza offesa. »
« Fammi vedere le gambe. » affermò decisa Cynthia.
« Cos..»
« Non essere così frigida, Rita. » sorrise John, Paul gli lanciò uno sguardo aspro e si alzò la gonna.
« Sai ballare? Parlo di burlesque.»
« Non credo riuscirebbe a far eccitare un uomo... » affermò dubbioso John.
« Ne sei certo? » disse Paul mordendosi il labbro inferiore.
«... e comunque non se ne parla. » disse John «.. lì c'è un piano, lei sa suonare ed io potrei... cantare..? »
« Dobbiamo parlarne ad Epstein. » sentenziò la ragazza dai lunghi capelli rossi.

[1] Ricordate che la storia è pur sempre raccontata da Madama Jane Asher alla giovane Pattie che vuole conoscere la storia della fotografia. Quindi a volte tornerò al '900, dov'è iniziata la storia.

ANGOLO DI @thedarkerdaisy:
Sono tornata stranamente preso, spero di non avervi deluso. Vi ringrazio moltissimo per le recensioni che mi sono arrivate!
Un abbraccio,
- Vit
   
 
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