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Autore: katyjolinar    12/08/2016    2 recensioni
Ogni decisione presa ha ripercussioni su di noi e su chi ci sta intorno. Ma le decisioni di un Capo possono avere conseguenze molto più grandi. ATTENZIONE: SPOILER su RTTE!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Astrid, Dagur 'Lo Squilibrato', Heather, Hiccup Horrendous Haddock III, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: Spoiler!
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I giorni seguenti tutto il gruppo si adoperò per far sì che Astrid si riprendesse dal parto senza troppe preoccupazioni. Hiccup passava più tempo possibile con lei e con i figli, imparando a conoscerli e apprendendo sul campo i primi rudimenti dell'essere genitore.
I gemellini erano minuscoli, fragili, e Astrid era ancora molto debole, per cui nessuno di loro uscì, restando al riparo dalle rigide temperature invernali, al caldo delle mura domestiche. Tutti si adoperarono per aiutare la giovane madre, per cui c'era sempre gente che andava e veniva, portando legna, vestiti o doni di vario genere per la ragazza o per i due figli; Tempestosa restava sulla porta, contribuendo alla sicurezza degli occupanti della casa ed evitando che degli intrusi potessero introdursi senza essere invitati, ma ancora nessuno dei due neogenitori aveva provato a far avvicinare uno dei draghi ai due piccoli, per paura che si facessero male, però prima o poi avrebbero dovuto provarci, poiché i draghi sarebbero stati il futuro dei neonati.
E questo momento arrivò i primi giorni di dicembre.
Astrid era seduta vicino al focolare, e i bambini erano sistemati su delle seggiole costruite apposta per loro per permettergli di guardarsi intorno, con delle cinghie di sicurezza così che non potessero cadere; erano incantati a fissare le fiamme del fuoco, incuriositi dalle volute colorate che esso creava nell'aria.
Hiccup entrò, chiudendo immediatamente la porta per evitare di far entrare il freddo, e i due piccoli, appena lo riconobbero, fecero degli urletti felici, così che il giovane padre si avvicinò, posando un bacio sulla fronte di ciascuno di loro, prima di salutare la compagna con un intenso bacio sulle labbra.
"Oggi sembrano allegri." disse, guardando i due figli, che non si perdevano un suo movimento.
"Sono curiosi, proprio come te." ammise Astrid, alzandosi e prendendo i piccoli in braccio.
"Credo che potremmo provare a far avvicinare Sdentato." suggerì il castano, tornando alla porta "Non penso che succederebbe nulla di brutto."
La bionda annuì,  così il giovane aprì e fece entrare il suo amico.
Il Furia Buia si guardò intorno, annusando l'aria infine seguì il suo Cavaliere, che aveva affiancato la compagna e i figli.
Li guardò, facendo un verso curioso, infine li annusò; i gemelli lo fissarono, perplessi, ma percepirono la tranquillità della madre, così si tranquillizzarono subito anche loro. Màn allungò la manina, incuriosito, e l'animale si avvicinò ancora, lasciandosi toccare, e poco dopo si fece coraggio anche la sorellina.
"Beh, è andata bene." ammise Hiccup, tirando un sospiro di sollievo e grattando il mento del drago "Bravo, Sdentato. Questi sono i miei figli, avranno bisogno di molta protezione, finché non saranno abbastanza grandi."
Il Furia Buia fece un verso allegro, voltandosi verso di lui e leccandogli affettuosamente la faccia, innescando allegre risate nella famiglia appena formata.
Quell'allegro quadretto venne interrotto da Stoick e Valka, che entrarono in casa per la visita quotidiana ai nipoti.
I due, nonostante fossero stati lontani per quasi venti anni, stavano cercando di recuperare il tempo perduto, riscoprendo l'amore che li aveva uniti e trovando nuovi punti in comune, grazie al nuovo stile di vita che Berk aveva intrapreso grazie a Hiccup.
"Buon pomeriggio." salutò il Capo "Come stanno i miei due nipotini e la mia futura nuora?"
"Futura nuora?" intervenne il castano "Papà, non ti sembra di correre un po' troppo?"
"Avete fatto due figli, è logico pensare che presto convoliate a nozze." commentò l'omone, facendo una carezza ai due nipotini.
"Beh, non subito. Non correre troppo!" protestò Hiccup, alzando gli occhi al cielo.
"Vogliamo aspettare che i bambini siano un po' più grandi." ammise la bionda, rimettendo i gemelli nelle loro seggioline.
"Lascia che siano loro a decidere quando sarà il momento giusto per fare quel passo, Stoick." intervenne Valka, grattando le orecchie di Sdentato.
Stoick sospirò, avvicinandosi ai bambini e dando loro delle carezze affettuose. Sòl gli afferrò un dito, osservando la grossa mano, incuriosita, mentre Màn fissava la grande barba, affascinato.
"È usanza che i figli dei capi ricevano un dono." esordì l'uomo, senza togliere gli occhi dai due piccoli.
"Io non sono un capo." protestò Hiccup.
"Sei il leader del nostro gruppo di Cavalieri." intervenne Astrid, prendendogli la mano "Questo fa di te un capo."
"Esatto, figliolo." continuò Stoick "Comunque ho preso spunto dal regalo fatto per la tua nascita, e ho fatto costruire da Skarakkio due cosine."
Detto ciò, infilò la mano in tasca e ne prese due oggetti minuscoli, porgendoli ai nipoti. Si trattava di un minuscolo martello in legno, con incise delle rune, e un'ascia dello stesso materiale, con i bordi arrotondati e con le stesse rune incise.
Sòl e Màn osservarono i due oggetti, poi allungarono le manine e, come se sapessero esattamente quale prendere, ne afferrarono uno a testa, senza litigarsi i nuovi giochini: lui prese il martello, e lei l'ascia.
"Non c'è alcun dubbio che siano figli vostri." commentò il Capo, ridendo "Hanno scelto esattamente come avreste fatto voi: il martello per l'ingegno e l'inventiva, e l'ascia per l'audacia e lo spirito battagliero."
Hiccup sorrise, facendo una carezza ai figli, che gli mostrarono, con aria felice, i loro nuovi giochi.
Subito dopo bussarono alla porta, che si aprì, lasciando entrare in casa Dagur, il quale teneva, arrampicato sulle spalle, un allegro e ridente Loki.
"Ehi, Dagur!" lo salutò il castano "Se sapevo che volevi impegnarti come babysitter ti avrei chiamato per i miei figli!"
"Ehm... Daisy aveva da fare, così mi ha chiesto se potevo dare un'occhiata al fratello..." si giustificò il rosso, mettendo giù il bambino, il quale prese a correre per la cucina, attirando l'attenzione dei gemelli.
Màn scoppiò a ridere, e Sòl lo seguì a ruota. Loki si fermò, avvicinandosi alle seggioline e arrampicandosi su uno sgabello per guardarli meglio.
"Che ne pensi, piccolo?" chiese Astrid, dandogli un buffetto.
"Sono... carini." ammise il piccolo, poco prima di venire colpito in testa dall'ascia di Sòl. Si portò una mano sul bernoccolo, con aria dolorante "Ahio... ma perché?"
Come risposta, la piccola gli tirò un'alta bastonata, ridendo, e una terza. Ma alla quarta volta l'ascia si spezzò, e la bambina fissò il suo gioco, shockata; scoppiò a piangere, tirando degli schiaffi al bambino, che tentò di tenersi in equilibrio sullo sgabello per non cadere. Sòl urlò arrabbiata e gli afferrò i capelli con la manina, tirando, finché non si trovò una ciocca di capelli rossi nel pugnetto. 
Sòl smise immediatamente di piangere, fissando i capelli che stringeva nella mano, mentre Loki si massaggiava la testa dolorante. Infine, la bambina gli prose la manina, facendo un verso dispiaciuto, come a volergli restituire ciò che gli aveva tolto.
"Vuole chiederti scusa." disse Astrid "È dispiaciuta per averti fatto male."
"Oh... okay..." sussurrò Loki, afferrando la manina della piccola Haddock e posandoci sopra un bacino, che innescò in lei dei versi beati "Mia sorella fa così quando io le chiedo scusa, dopo aver fatto qualcosa di brutto..."
"Bravo, giovanotto!" esclamò Dagur, prendendolo sulle spalle "Ma ora andiamo via, che Sòl e Màn devono riposare, quindi usciamo e lasciamoli soli."
Loki si aggrappò a lui, ridendo, e il giovane uomo uscì di casa, incamminandosi lungo le stradine innevate dell'isola.
Poco dopo videro Daisy venire loro incontro, e il bambino saltò a terra, correndo da lei, che lo abbracciò.
"Siamo andati a trovare i miei figliocci." riferì Dagur "E Loki ha socializzato con loro, soprattutto con Sòl."
"Quella nanetta picchia duro." si lamentò il piccolo, massaggiandosi la testa "Però è carina."
Daisy sorrise, facendogli una carezza.
"Sono sicura che anche lei ti trova carino." commentò "Ora vai a giocare con gli altri bambini, ci rivediamo stasera a casa. Ma non combinare guai."
Loki non se lo fece ripetere due volte e corse via, lasciandoli soli. La ragazza prese sotto braccio Dagur e, insieme, camminarono verso la piazza principale.
"Devo ringraziarti." disse lei, osservando il fratello che giocava nella neve "Loki è sempre così scatenato, per me è difficile tenerlo sotto controllo, con tutte le cose che ho da fare..."
Per me è un piacere dargli un'occhiata." ammise l'altro "Almeno mi rendo utile in qualche modo, finché non trovo qualcosa da fare più a lungo termine, qui a Berk."
Daisy sorrise, continuando a camminare, mentre la sua mano scivolava lungo il braccio dell'uomo, fino a finire nella sua, che la strinse, non mollandlla finché non arrivarono nella piazza principale. A quel punto si fermarono, guardandosi. La mano libera della giovane si posò sul viso di lui, e le dita seguirono i contorni della cicatrice che aveva sulla guancia destra.
"Questa mi ricorderà sempre che non sono una brava persona." sospirò, rassegnato "Ogni azione ha un prezzo, e questa cicatrice è il mio."
"No. Tu sei solo una persona che ha perduto la strada e sta cercando di ritrovarla." lo corresse, avvicinandosi "Tu non puoi essere una cattiva persona, hai gli occhi buoni..."
Dagur era sorpreso. Davvero pensava ciò? Davvero riusciva a vedere del buono in lui? A parte i ragazzi del gruppo e la famiglia del capotribù era l'unica a farlo; forse gli altri avevano ragione: non doveva lasciarsela scappare.
Lentamente si abbassò sul suo volto, fermandosi a qualche millimetro da lei. Voleva godersi quel momento, assaporare ogni sensazione; respirò il suo profumo, prima di abbassarsi ancora.
Mancava un millimetro alla conclusione, quando si rese conto di sentirsi osservato.
Si girò, trovandosi i coniugi Jorgenson a mezzo metro di distanza, con gli occhi fissi su di loro.
"Oh, andiamo! Perché vi siete fermati?" si lamentò Moccicoso "Volevo veder crollare la convinzione di Dagur di essere un uomo a cui piacciono le donne!"
"Riesci sempre a cogliere il momento giusto, eh, Jorgenson?" lo rimproverò Daisy, andandosene via con aria arrabbiata, seguita da Dagur, che riservò al moro un'occhiata omicida, prima di allontanarsi.
"Mi sa che non l'hanno presa bene." suggerì Testa Bruta.
Il ragazzo fece spallucce. In fondo non gli importava molto della vita privata dell'altro, perché sapeva che la sua era molto meglio.
Prese la moglie per i fianchi e la baciò con passione, per poi caricarsela in spalla e correre verso casa, tra le proteste di lei.
"Oh, andiamo! Abbiamo degli obblighi coniugali!" la incitò. 
"Sei un porco!" esclamò lei, cercando ancora di liberarsi.
"Sono il tuo porco, bionda!" continuò il ragazzo, entrando in casa e salendo in camera, per poi metterla a letto e baciarla di nuovo.
A quel punto Testa Bruta si sciolse. Amava alla follia suo marito, e non riusciva a resistere quando la baciava in quel modo.
Erano diventati dipendenti l'uno dall'altra, ormai erano un'anima sola.
   
 
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