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Autore: Stella cadente    12/08/2016    8 recensioni
Hogwarts, 2048: dopo la Seconda Guerra Magica e una lunga ricostruzione, la Scuola di Magia e Stregoneria è di nuovo un luogo sicuro, dove gli studenti sono alle prese con incantesimi, duelli con compagni particolarmente odiosi, le loro amicizie e i loro amori – come qualunque giovane mago o strega.
Ma Hogwarts cova ancora dei segreti tra le sue mura; qualcosa di nascosto incombe di nuovo sul mondo magico e sulla scuola, per far tornare un conto in sospeso rimasto sepolto da anni...
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«Che cosa gli è successo?»
Il Preside sospirò.
«Anni fa, Black era Preside, ma... ben presto fu chiaro a tutti quale fosse la sua reale intenzione. Non voleva fortificare Hogwarts, bensì renderla più intollerante. Tutti noi insegnanti abbiamo temuto, finora, che tornasse. Io l’ho sconfitto ed esiliato, ed io l’ho privato di quello che era il suo posto. Un posto ambito, e soprattutto influente.»
[...]
«Ascoltami, Elsa» riprese, con tono cupo. «Fa’ attenzione, soprattutto al tuo potere. C’è bellezza in esso, ma anche un grande pericolo.»
Pausa.
«Ricorda», aggiunse, «la paura sarà tua nemica.»
Genere: Dark, Fantasy, Mistero | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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6.
 
 
Elsa fu colta da un moto di nervosismo quando la porta a ghirigori della Stanza delle Necessità si materializzò piano di fronte ai suoi occhi. Si sentiva le mani gelide, le dita ben serrate nei guanti blu prudere e il ghiaccio che premeva per essere liberato, come le succedeva sempre quando si trovava nel panico più totale. Avvertì dei crampi d’ansia allo stomaco, sentendosi svuotata: il pranzo sembrava tutto d’un tratto essere stato risucchiato nel nulla.
Deglutì e attese che la porta si aprisse lentamente, prima di prendere un sospiro ed entrare.
Andrà tutto bene.
«Eccoti, Elsa. Sei in un leggero ritardo, ma non importa.»
La Corvonero trasalì nell’udire quella voce.
Hans Westergård era al centro della stanza. Solo allora Elsa si rese conto che l’arredamento – ciò che Hans aveva desiderato entrando – erasublime.
Al centro, dove era seduto il Serpeverde, troneggiava un divano di quelli che le piacevano tanto, imbottiti e scuri, e tutt’intorno vi erano luci soffuse simili a quelle della biblioteca, che stimolavano la concentrazione ma al tempo stesso davano un senso di intimità. L’atmosfera era piacevole, adatta allo studio. Ma più di tutto il resto, spiccava un tavolo in fondo alla Stanza, enorme, di legno massiccio. Nell’aria c’era uno strano odore di libri antichi, che fece rilassare la ragazza.
Si perse un attimo nell’assaporare quel meraviglioso insieme, poi si riscosse; non poteva temporeggiare. Guardò l’orologio bianco allacciato al suo polso fine, che segnava le tre e trentadue.
«Ho ritardato di due minuti» fece notare al ragazzo.
«Appunto. Infatti ho detto che sei in un leggero ritardo» ribatté Hans, con fare ovvio.
È una causa persa.
Non disse nulla e si limitò a sedersi sul divano accanto a lui, tirando fuori subito dopo i libri.
«Dunque» fece poi, voltandosi e incrociando i suoi occhi. «Dov’è che trovi più difficoltà?» chiese, andando dritta al punto. Aprì il libro andando al capitolo sulle piante carnivore, prima di accorgersi che stava sfogliando il tomo totalmente a caso, e si sentì di nuovo arrossire.
Ma perché mi sento così in soggezione?
Alzò lo sguardo su Hans, che la guardava curioso, come quando si erano scontrati in corridoio. La guardava come se fosse stata la creatura più strana che avesse mai visto, e al tempo stesso la più intrigante.
«Oh» fece, con la sua voce insopportabilmente subdola e calda. «Non mi è ben chiaro com’è che posso far sì che la Semprevivum Tectorum non prenda i parassiti. La Sprite ha dato una nozione importante, ma attualmente non me la ricordo proprio...»
O più semplicemente non hai ascoltato, pensò acidamente Elsa.
Si schiarì poi la voce, e disse:
«Beh, c’è un incantesimo che impedisce ai parassiti di avvicinarsi. È una sorta di Pozione: vanno mischiati due frammenti di quarzo rosa, due code di lucertola e due foglie della pianta. Ma è una Pozione complicata: la Sprite ha detto che la spiegherà meglio la prossima volta. Comunque gli ingredienti vanno prima polverizzati, e non con la magia. È fondamentale per la riuscita, ma spesso molti si dimenticano di questo dettaglio. Può sembrare banale, ma non lo è» spiegò.
«Interessante» disse Hans. La guardò negli occhi, poi spostò il suo sguardo attento sulle labbra rosee della ragazza, sui capelli chiari, sul collo bianco. Elsa si sentì un oggetto osservato e studiato, e le venne voglia di prenderlo a pugni.
«Credo che dovresti prendere appunti» puntualizzò, ma la sua voce uscì più debole di quel che avrebbe voluto.
«Certo» ma perché non la smetteva di fissarla?
La Corvonero rimase in silenzio, indecisa se intimargli direttamente di prendere appunti oppure chiedergli perché la stesse fissando in quel modo. Si morse il labbro, intrappolata in quella situazione che la stava facendo andare fuori di testa.
Calmati. 
Ma più se lo ripeteva, meno riusciva a farlo.
«Vedi Elsa» disse il ragazzo. «Credo di aver già capito come sei» continuò, fissandola intensamente.
La ragazza si sentì sottovalutata, come se il Serpeverde le stesse dando della ragazzina ingenua e prevedibile; chiuse il libro, che produsse un tonfo improvviso.
«Tu non sai niente di me» ribatté, indurendo il tono della voce.
«No, lo riconosco» la stupì con quella frase, «ma riesco a capirti, credo. Riesco a vedere la tua fragilità, la tua bellezza innocente e oscura al tempo stesso...»
Elsa deglutì di nuovo; ci sapeva fare con le parole, doveva ammetterlo.
«E riesco a capire che nascondi qualcosa... qualcosa che non puoi, né vuoi dire.»
Si sentì morire e strinse i pugni, cercando di ingabbiare il gelo che si stava per sprigionare come una furia. Intanto Hans le si era avvicinato e le aveva sollevato il mento con le dita per costringerla a guardarlo – perché inconsapevolmente aveva abbassato lo sguardo, così debole di fronte a lui. Le sue dita scottavano sulla sua pelle diafana, provocandole brividi in tutto il corpo.
Che diamine sto facendo?
La sua mente sembrava intrappolata, incatenata agli occhi verde-nocciola del ragazzo. E lei non lo sopportava.
Si allontanò bruscamente e rimise il libro nella borsa, in gesti forzatamente controllati che in realtà volevano essere frenetici e frettolosi.
«Devo andare» disse solo. «È tardi e ho ancora da scrivere un tema di Pozioni lungo sessanta centimetri per domani.»
Hans sorrise, come se avesse già capito che in realtà voleva dire ben altro e la trovasse adorabile; Elsa si sentì piccola e trasparente sotto quello sguardo.
«Spero solo che tu abbia cura di mia sorella» aggiunse. «Ed ora... con permesso» lo gelò, prima di andarsene.
Quando uscì dalla Stanza delle Necessità, un milione di domande iniziarono a schizzarle nel cervello come proiettili. Hans si era avvicinato tanto, troppo; sembrava che l’avrebbe baciata, se lei non lo avesse fermato. Ma era fidanzato con Anna, con sua sorella, accidenti!
Perché mi sono fidata di lui?
E poi la faceva arrabbiare; l’effetto che sembrava avere su di lei la faceva arrabbiare. Era diventata così insopportabilmente curiosa nei suoi confronti, e quando era stata con lui si sentiva così... così...
vulnerabile.
«Oh, Arendelle» la voce della professoressa Fairy – quella di Trasfigurazione – interruppe i suoi pensieri. «Cercavo proprio te.»
Elsa alzò i suoi occhi blu, ed incontrò quelli castani e preoccupati dell’insegnante. La fissava come a volerle comunicare qualcosa, senza però dire niente.
«Professoressa» la salutò. «È successo qualcosa?» chiese poi.
«Il Preside vuole parlare con te. Una comunicazione... beh, importante» disse con tono grave.
La ragazza non fece domande, percependo l’apprensione della signora Fairy; si limitò ad annuire e la seguì, verso l’ufficio del Preside.
 
 
*
 
«Ciao, Elsa.»
La voce del Preside Merman la accolse pacata e bonaria. «Vieni» le fece cenno di entrare.
«Buonasera professore» lo salutò lei, formale. «Perché mi ha convocata?»
«Siediti» le disse gentilmente, senza rispondere alla domanda. La ragazza obbedì, guardandolo con curiosità.
«Ho scelto te perché ti conosco e so che sei una ragazza affidabile» esordì Merman, gli occhi persi chissà dove. «Ma quello che sto per affidarti è un incarico molto importante – anzi, di importanza vitale direi. Tuttavia» sorrise gentilmente «non credo proprio che non ne sarai all’altezza.»
«La ringrazio, professore.»
Silenzio.
«Dovrai formare alleanze tra molti tra i compagni che conosci, Elsa.»
La ragazza aggrottò le sopracciglia.
«Per quale ragione?»
L’uomo sospirò.
«Vedi... presto ce ne sarà bisogno» disse poi. «Un mago oscuro sta tornando al potere, e noi tutti dobbiamo essere preparati. Cercherà me e cercherà di attaccarmi dove sono più debole. E cercherà voi semplici studenti, per rendervi suoi seguaci.»
Cosa?
«Che cosa significa? Perché cerca proprio lei?» chiese la ragazza. Rimaneva composta, ma la paura e la curiosità si fondevano in un mix micidiale, che il suo cuore – lo sentiva – non riusciva più a sopportare.
«Per... ragioni personali, ecco» disse solo il Preside, misterioso. I suoi occhi rivelavano molto di più;  la ragazza sentì che c’era molto altro da dire, ma che Merman glielo stava tenendo nascosto. «Dobbiamo essere tutti uniti, Elsa, tutti preparati. La scuola deve essere cosciente di quanto sta avvenendo là fuori» aggiunse, gettando un’occhiata distratta alla finestra.
«Come... come si chiama questo mago?»
Merman la guardò, serio.
«Il suo nome è Pitch Black. E forse un giorno ti racconterò meglio la sua storia... ma adesso non è il momento. Devi pensare a quello che ti ho detto ed agire di conseguenza. Metto in mano a te tutta la scuola, Elsa» disse, solenne.
«Ne sono onorata, signore» sussurrò la ragazza.
«Puoi andare, adesso» la congedò, senza smettere di guardarla coi suoi occhi gentili e preoccupati.
Elsa ci mise un po’ per metabolizzare quello che le era appena stato detto; sperava che Merman le dicesse di più, che le desse qualche indicazione, delle informazioni in più, qualunque cosa. Ma si sforzò di tenere i proprio dubbi e le proprie domande per sé.
«Arrivederci, signore» disse solo.

 


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Ciao a tutti! :)
Eccoci con un altro capitolo: il primo visto esclusivamente dal punto di vista di Elsa. Approfondiamo di più la psicologia della nostra Corva e il modo in cui interagisce con gli altri: il rapporto che c'è tra lei e Hans è sin da adesso molto ambiguo, non trovate?
La seconda parte invece è più impegnativa: una minaccia incombe su Hogwarts, ed Elsa ha sulle spalle un'enorme responsabilità.
L'evolversi di questa storia sarà molto graduale, ma cominceremo a vedere qualcosa già dall'inizio della parte 2. Spero che continui a piacervi :)
Vi ringrazio tantissimo per le recensioni, siete davvero fantastici.
Alla prossima,
Stella cadente




 



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«Per... ragioni personali, ecco» disse solo il Preside, misterioso. I suoi occhi rivelavano molto di più;  la ragazza sentì che c’era molto altro da dire, ma che Merman glielo stava tenendo nascosto.


 
  
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