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Autore: marie52    13/08/2016    2 recensioni
Durante una missione solitaria, Zhalia viene rapita da delle misteriose figure.
Toccherà alla squadra Huntik, indagare sulla sua sparizione mentre ombre oscure sul passato di uno dei membri della squadra torneranno finalmente a galla.
Lo so vi ho scocciato con questa nuova versione della mia orribile fanfiction ma volevo cambiare molte cose che avevo approssimato nella mia storia.
I hope you enjoyed
marie52
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dante Vale, Sorpresa, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 16: Ricordi e rivelazioni
 
Venezia
Casa di  Dante Vale/Zhalia Moon
Giorni dalla Scomparsa: Sette.
 
Quando aveva acceso il computer, Lok si era sorpreso di non trovare una possibile password da dover decifrare.
Conoscendo Zhalia e il suo passato, quel fatto era la cosa più normale che potesse accadere: sapeva molto bene quanto era riservata la cercatrice e quanto tenesse a tenere i suoi segreti per se.
Eppure …
Eppure niente.
Ma ovviamente c’era il trucco: infatti, quando era uscita la schermata iniziale non c’era niente.
Nel vero senso della parola.
Non vi erano cartelle e nelle attività recenti non vi era il segno di alcuna ricerca fatta in precedenza.
Come se quel computer non fosse mai stato utilizzato prima
Tipico di Zhalia pensò il cercatore mentre infilava la chiavetta usb che, come aveva sospettato precedentemente con Den, combaciava perfettamente con l’entrata di quel  unico e solo computer.
Mentre aspettava che si sentisse il tipico drin di quando si inserisce un dispositivo in uno delle diverse porte, la sua mente ripercorreva le poche cose che sapevano.
Un organizzazione, di assassini per giunta, aveva rapito Zhalia il giorno in cui suo padre era scomparso e, pochi giorni più tardi Metz era svenuto e ricoverato in ospedale.
Non si poteva dire che fosse un periodo fortunato pensò sospirando il ragazzo.
- Ho riparato al tuo danno per fortuna non era niente che Fanshiep non poteva risolvere- disse Sophie attirando l’ attenzione del cercatore che, ne era quasi certa, stava fissando lo schermo da quando era sceso.
- Grazie Sophie. Sei la migliore.-
La ragazza sorrise in risposta e Lok, non poté far a meno di pensare, quanto luminoso diventasse il suo viso ogni volta che sorrideva.
Avrebbe voluto baciarla in quel istante se fossero stati da soli e non con gli altri due cercatori.
E lo stesso pensiero, non appena notò i suoi occhi scrutarla, affettuoso, attraversò la mente della ragazza che si concesse ad un sorriso ancora più lungo mentre spostava, imbarazzata, una ciocca rosa dietro all’orecchio.
Non avevano ancora detto a nessuno della loro relazione.
E quel peso oramai stava pensando non poco.
- Guardate che noi già sappiamo della vostra relazione perciò se volete baciarvi in questo preciso istante mentre non vi vediamo, non abbiamo niente in contrario da dire.-
O meglio così credevano.
Sophie rimase non poco spiazzata da quella affermazione.
E dalla sua bocca, uscì un flebile – Cosa?- ancora sotto shock, che fece ridere non poco sia Den che Harrison i quali erano ritornati dalla cucina con due bicchieri pieni di gelato in mano.
Lok al contrario invece si chiedeva chi fosse stato a rivelare la notizia.
Loro due non erano stati e di certo Zhalia non l’avrebbe fatto se non voleva essere inseguita da tutti i loro titani mentre raccontavano a tutti della sua infatuazione per il cercatore dai capelli rossi.
- L’abbiamo capito da soli. Insomma solo un tonto non sarebbe riuscito a notare il fatto che fra un po’ vi evitavate durante le missioni , o meglio solo in teoria, perché in pratica vi guardavate tutto il tempo- disse Harrison mentre con il suo cucchiaino gustava il suo gelato al cioccolato
- E prima che lo chiedete, no, non lo abbiamo detto a nessuno dato che vuoi due non lo volevate rivelare-
Il rumore tanto atteso però blocco quella conversazione appena nata rivolgendo lo sguardo sul biondo il quale stava appena aprendo l’unico file di quella chiavetta.
Lok, sorpreso dal contenuto,senza pensarci due volte chiamò immediatamente il cercatore dai capelli rossi che rispose sbadigliando alla sua chiamata
- Dante sono io. Devi correre immediatamente qui.  Forse sappiamo il perché hanno rapito Zhalia-
***
Amava quel luogo.
le era sempre piaciuto.
Era il posto più tranquillo che la sua memoria ricordasse.
Avevano cambiato casa da circa un mese e stranamente si era abituata molto presto alla vita frenetica di Amsterdam.
Si era abituata al baccano delle persone che passeggiavano fra le strade, a quel rumore di ragazzini che giocavano a rincorrersi.
Avrebbe voluto anche lei che qualcuno giocasse insieme.
Ma purtroppo quei bambini non erano gentili con una bambina che portava sempre lo stesso vestito.
Si era abituata ad essere presa in giro dagli altri bambini del quartiere per il fatto che fosse la più piccola e anche quella più povera.
Non per colpa della mamma pensò.
Lei lavorava duramente tutti i giorni senza pensare neanche ad un secondo a se.
Quando non puliva le casa di quei ricchi signori, che per giunta la pagavano poco perché a differenza delle altre cameriere lei non cedeva alle avance di quei signori, insegnava sia a lei che a sua sorella qualche parola appresa lavorando in quella lingua.
Così almeno saprete parlare un po’ l’olandese diceva scherzando quando o lei o la sua sorellona le chiedeva il perché non si riposasse .
- Ehi tu, ragazzina, ti sei dimenticata che questa è la mia mela-
Una voce la fece voltare di scatto impaurita.
Sapeva chi era e la sua presenza non aiutava di certo a migliorare la sua giornata.
Il ragazzino sorrise vedendo i suoi occhi spaventati e la mela che prima stringeva in mano cadere per terra.
- Che c’è Sanchez? Hai paura per caso?-
- Va a farti fottere Kail-
- Che brutto caratterino che hai questa mattina Sanchez! Ehi Matthew, che ne dici diamo una lezione a questa piccoletta?- disse il giovane rivolgendosi ad un ragazzo dai capelli insolitamente verdi dietro di lui che gli sorrise divertito.
- Certo perché no!-
Non ebbe il tempo di scappare, che uno del gruppo di quei maniaci, afferrò una delle sue gambe incatenandola atterra.
La mano del suo aggressore accarezzo la pelle della bambina quasi godendo della paura che la giovane stava provando.
- Se fosti stata un po’ più vecchia penso che ti avremmo fatto vivere un esperienza da brivido nel quale avresti urlato di gioia. Peccato che sei piccola ci dovremo limitare a picchiarti- disse un altro del gruppo ridendo a quello che Micheal stava facendo con la sua mano mentre la bambina stava scalciando tentando di liberarsi.
Kail, il più grosso, avvicinandosi alla piccola stava per tirarle un pugno.
Lei chiuse gli occhi istintivamente pronta a ricevere il colpo.
Ma rimase sorpresa quando non arrivò.
Lentamente riaprì i suoi occhi e la scena che si presentò davanti a lei la sconvolse.
I ragazzi che prima la bloccavano compreso lo stesso Kail, erano per terra svenuti mentre davanti a lei, in piedi, vi era un bambino dai capelli rossi circa della sua età ,pieno di lividi, che la guardava.
- Stai bene?- le chiese il ragazzino che le stava porgendo una mano per rialzarsi che titubante la piccola accettò mentre annuiva per rispondere a quella domanda.
Nessuno si era mai comportato così con lei.
Nessuno l’aveva trattata in quel modo.
E il battito a quel pensiero prese a battere velocemente
Il bambino sorrise in risposta e la bimba, rimase stupita di quanto dolce e sincero potesse essere quel sorriso.
Di quanto il suo cuore apprezzasse quel gesto che lui aveva compiuto per lei.
Istintivamente portò la mano sopra alla tasca nascosta di quel vestitino dove, gelosamente, custodiva l’unico regalo di suo padre.
O meglio l’unico che ricordasse di aver avuto.
Papà diceva sempre che questo era un regalo speciale. pensò la piccola.
Che lo avrebbe dovuto regalare solo alla persona che le faceva battere il cuore molto forte.
Solo a quella persona che avrebbe mostrato gentilezza e bontà in ogni piccolo gesto.
E quel bambino, cosa impossibile, faceva sentire proprio quei sentimenti.
Aprendo la tasca prese immediatamente la collana e allungò la mano per donargliela a quel giovanotto appena conosciuto.
- Oh no non serve- rispose il bambino ma la piccola dai capelli blu notte, continuò a tenerla vicino alla sua mano fino a che il bimbo, un po’ imbarazzato non accettò quel piccolo regalo.
- Come ti chiami?- le chiese il bimbo dai capelli rossi, alzando lo sguardo da quell’oggettino che quella bambina gli aveva regalato ma, inaspettatamente, si ritrovò da solo sul piccolo ponte.
E Dante, non seppe mai che quel giorno, il 4 gennaio 1975, aveva già incontrato il lupo solitario conosciuto come Zhalia Moon.
 
Angolo autrice ( che spiegherà il motivo del ricordo):
Allora ragazzi come state?
Anche se era ovvia come cosa l’oggetto, ovvero la collana di Dante, era stata regalata niente di meno da Zhalia Moon quando l’aveva salvata da un gruppo di teppisti/maniaci.
Per questa scena sono stata influenzata soprattutto da una puntata di Huntik della prima stagione dove il team si ritrova all’interno del laboratorio di Klause, il padre adottivo di Zhalia e Dante mentre gira per il laboratorio scopre una seconda stanza dove sopra una scrivania vi è una foto di una bambina e di un signore e il cercatore dice “ Questa bambina ha un aria familiare”.
Ora dico che Dante sia un investigatore privato sottovalutato, nel senso che viene chiamato solo perché i gatti scompaiono ma io non credo proprio che il cercatore da una fotografia avesse riconosciuto Zhalia bambina.
La mia idea è sempre stata che loro due si fossero incontrati quando erano bambini e che il cercatore avesse avuto l’impressione di conoscerla perché l’aveva già incontrata.
Ed ecco qui.
Spero vi sia piaciuto
Kiss
marie52
  
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