Film > Pirati dei caraibi
Segui la storia  |       
Autore: G_Moon    13/08/2016    0 recensioni
Una giovane ragazza decide di intraprendere un nuovo viaggio attraverso i sette mari e attraverso la sua vita, alla ricerca della verità riguardo alcuni misteri da troppo tempo nascosti e celati.
Il suo unico motto da sempre è seguire la propria rotta, che la porterà ad un incontro-scontro con qualcosa di inaspettato.
Genere: Avventura, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ricordo solo poche cose: lo sciabordio delle onde, un gran trambusto di voci lontane e un odore pungente di legno e di rum. Forse ero finita nel limbo, insieme ad altre anime dannate a non trovare né pace né dolore. Aprii gli occhi senza sapere quanto tempo fosse passato e mi resi conto che quel limbo assomigliava terribilmente alla stiva di una nave, ma non era la mia nave. Quella, ne ero certa, era colata a picco. Mi tastai la faccia, le braccia, il collo... avevo ancora la mia collana e trassi un profondo sospiro di sollievo. Avevo anche il pugnale nascosto nei pantaloni... ma non c'era il mio diario. Mi sentivo piuttosto viva, il cuore batteva ancora e sentivo ancora il sapore di sale nella gola. Forse non ero finita nel limbo, forse quella era una nave della marina spagnola e mi avevano tratto in salvo. « Finalmente la principessina si è svegliata!» disse una voce femminile non lontana da me, strabuzzai gli occhi per mettere a fuoco chi avesse parlato e quando la vidi rimasi completamente senza parole: a qualche passo da me si ergeva una donna dalla carnagione bianchissima, come fatta di madreperla; lunghi capelli scuri e lisci le scendevano elegantemente oltre le spalle, due occhi verdi e magnetici mi fissavano come se cercassero di perforarmi dentro; il corpo sottile, quasi etereo. Indossava un abito di un bel color corallo, lungo fino ai piedi e portava un bracciale dello stesso colore, anzi probabilmente fatto di veri coralli. Con quella luce che le si stagliava contro sembrava una ninfa appena uscita dall'acqua, completamente fuori luogo su quella nave. Mi alzai avvicinandomi verso quella ragazza, ancora un po' stordita e meravigliata, era di poco più alta di me: -Io...dove mi trovo? La mia nave... pensavo di non farcela. - « Siete stata fortunata, Capitan Jack Sparrow non accoglie volentieri ospiti sconosciuti sulla sua Perla Nera. Avrà molte domande da farvi. Andiamo.» disse frettolosamente, con un tono particolarmente aspro e severo; poi mi strinse il braccio e mi trascinò velocemente in coperta. Era un'immensa nave, di come non se ne vedono spesso, dalle vele scure e un po' logore, viaggiavamo ad una velocità che poche navi di quella dimensione possono permettersi; a parte me e la ragazza-ninfa, il resto della ciurma era fatta da disparati uomini dall'aspetto trasandato e a tratti inquietante. Salendo le scale per raggiungere la cabina del capitano vidi qualcosa che mi fece risvegliare dal mio torpore e sgretolò le mie più positive ipotesi: in cima all'albero maestro veleggiava possente una bandiera scura come la pece, con disegnato un brillante teschio: ero in trappola su una nave di pirati. Ma prima ancora che potessi rendermene conto, che potessi cercare di scivolare dalla presa fredda, prima che potessi elaborare anche il più stupido piano di fuga, una porta di legno si richiuse dietro le mie spalle e mi ritrovai faccia a faccia con il capitano. Si scambiò brevi parole che non capii con la ragazza, si alzò e mi girò attorno, camminando in modo assai buffo e squadrandomi da capo a piedi; quando ritornò di fronte a me iniziò a parlarmi nella stessa lingua incomprensibile, in modo molto veloce. Strizzai gli occhi confusa e scossi la testa facendo cenno di no, guardai poi la mia accompagnatrice con fare perplesso.

Mi resi conto solo in quel momento che con lei avevo parlato in greco, che lei conosceva la mia lingua. - Signorina, non capisco cosa mi sta dicendo il capitano. - dissi un po' imbarazzata; e anche lui in quel momento non capì cosa avevo appena detto. Fu tutto molto strano e veloce, lui fece cenno di uscire e di nuovo mi ritrovai sul ponte della nave, trascinata da quella strana persona che conosceva la mia lingua, ma anche quella del capitano. « Voi parlate solo greco? Non potevate dirmelo prima?» fece scrollandomi le spalle con fare irritato. «Va bene, perfetto. Vi insegnerò io quello che basta per rispondere alle domande di Jack Sparrow. Per il resto dovrete cavartela da sola.» Ci chiudemmo nella stiva per una settimana, nella quale non erano concesse pause o lamentele, la ragazza vestita di corallo mi diceva prima frasi in greco e poi in inglese e io dovevo ripeterle così come me le diceva. Non era granché ma iniziai a capire alcune frasi che venivano dalla ciurma al piano di sopra e, dopo una settimana mi ripresentai nella cabina del capitano insieme alla mia insegnante. “Come vi chiamate?” -Daphne, Daphne Iglesias.- “Iglesias? Ho già sentito questo cognome..Siete un'infiltrata della marina spagnola?” -No, Capitano. - “Cosa ci facevate sulla rotta della Perla Nera? Vorreste catturarmi?” -No, è stata una coincidenza.- “Cosa state cercando? Oro? Ricchezze? Tesori sconosciuti?” -Nulla di tutto ciò, Capitano.- Silenzio, si avvicinò al mio viso e lo prese in malo modo con una delle sue luride mani piene di anelli. Cercai di liberarmi invano. Puzzava di rum, era uno sporco pirata e non sopportavo quel trattamento da un fuorilegge. “Buttatela in mare Sara. Mi è completamente inutile.” La ragazza, di cui solo in quel momento appresi il nome però non si mosse, come se avesse avuto un'illuminazione. « Capitano, vi sbagliate. E' per metà greca. Potrebbe avere informazioni utili per la vostra ricerca.» rispose senza tono, come se le importasse relativamente la sorte di quella ricerca. Di nuovo silenzio. Poi Jack Sparrow corse velocemente all'altro lato della stanza, gettò all'aria svariate carte e ne ritornò con un piccolo foglio macchiato e consunto, me lo porse sotto al naso e mi disse: “Traducete questo...” Mi ritrovai su foglio alcune lettere che sembravano di origine ellenica, ma completamente prive di senso logico o di significato. - Capitano queste lettere sono greche, ma sono prive di senso. Sembra quasi un codice da decifrare, ma non ho alcun elemento che possa aiutare in questa impresa. - risposi con fare perplesso. “Dalme... o... come vi chiamate. Siete ufficialmente parte della ciurma della Perla Nera.” improvvisò con fare quasi annoiato congedandosi e cacciandoci fuori in malo modo dalla sua cabina.

Mi ritrovai faccia a faccia con Sara e in quel momento affiorò nella mia mente un dubbio: -Voi...Siete la moglie del Capitano? - e dopo quella domanda per la prima volta la vidi ridere di una risata bassa. « Non sapete proprio nulla, vero? Jack Sparrow non prova amore per alcuna donna, è un noto sciupa-femmine e sfruttatore di occasioni. Se siete qui è perché ha capito che probabilmente servirete per completare la sua missione; ed io come voi non sono altro che una delle sue pedine. Quando non gli serviremo più saremo libere. Mettetevi bene in mente una cosa, ragazzina: scordatevi qualsiasi piano o missione avevate per la mente, è fallito appena avete messo piede su questa nave e non vi consiglio di intralciare un pirata. Ora siete al servizio di Capitan Jack Sparrow, fino a quando non sarete davvero inutile.>> Dopo questa discussione sparì in direzione della stiva, senza farsi più vedere nei giorni successivi.

Per quanto mi riguarda invece, cercai di ambientarmi al meglio nella ciurma, nonostante dovessi sopportare sguardi fin troppo audaci da parte di vecchi lupi di mare trovai il modo di far smettere loro la fastidiosa abitudine di ammiccare e fischiarmi in modo eloquente grazie ad un'antica canzone greca, che loro pensavano attirasse la malasorte poiché non ne capivano le parole. Fu in un giorno particolarmente caldo che mi ritrovai inaspettatamente da sola insieme al Capitano: era sbucato dal nulla, non avevo sentito i suoi passi e feci un salto estraendo d'istinto il coltello e puntandoglielo dritto in faccia. - Capitano! Mi avete fatto spaventare, dekára! - dissi in tono di scusa riponendo l'arma al suo posto. Era la prima volta che lo vedevo alla luce del sole e per intero: capivo perfettamente la fama di sciupa-femmine che si era meritato; era un uomo assai affascinante ma allo stesso tempo bizzarro e particolare. Jack era molto alto, gli arrivavo a malapena all'altezza della spalla e dovevo allungare il collo ogni volta per poterlo vedere chiaramente in volto; portava spesso una bandana sopra la testa, dalla quale ne spuntavano lunghi capelli scuri raccolti in treccine alla cui estremità vi erano incastonate perline colorate o ciondoli dall'aspetto esotico; i suoi grandi occhi scuri erano vividi e magnetici, la pelle scottata dal sole, il sorriso furbo eppure a tratti nascondeva una sorta di misteriosa ombra di chi sta probabilmente portando dentro di sé un segreto inestimabile.

“Noi non abbiamo incominciato molto bene.. Inoltre, cara Dalme, non mi avete detto che cosa stavate cercando prima di finire sulla mia Perla.” iniziò a parlare con tono calmo e suadente. - Daphne, mi chiamo Daphne. - lo corressi con una punta di fastidio. - Comunque, abbiamo già avuto questa discussione nella vostra cabina, è stata una coincidenza. - cercai di allontanarmi in fretta da quell'uomo, dovevo ricordare a me stessa che quello era un pirata ed un fuorilegge ed io ero a tutti gli effetti una sua prigioniera; ma lui fu più veloce di me e mi bloccò tenendomi per il braccio. Lentamente estrasse dalla sua tasca un vecchio diario, il mio diario, sventolandomelo sotto il naso e portandolo fuori dalla mia portata non appena reagii e cercai di riprendermelo. “Quindi questo diario è ufficialmente vostro, come immaginavo. Bene, se lo volete indietro mi direte la verità.” mi guardò a lungo con un sorriso beffardo attendendo la mia risposta. - Cerco informazioni sui miei genitori, continuano a ripetermi che sono morti ma ho molti dubbi. I corpi non sono mai stati ritrovati e io... - persi una pausa sentendo il peso delle parole che stavo per pronunciare fermarsi in gola. - non so neppure come si chiamino o che aspetto avessero. In Grecia non c'è traccia di loro, quindi ero partita per la Spagna. - un pensiero mi frullò vorticosamente ed improvviso nel cervello; io non sapevo neppure in che parte del mondo fossi diretta. Come se mi avesse letto nel pensiero Jack rispose alla mia domanda “Temo che oramai siate molto lontana dalla vostra meta, Dampe. Ci stiamo dirigendo a Tortuga, verso i Caraibi.” e con questa dichiarazione mi lasciò il diario, aprì una bussola frettolosamente e con aria sconsolata marciò verso il ponte di comando.

   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Pirati dei caraibi / Vai alla pagina dell'autore: G_Moon