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Autore: Rohhh    13/08/2016    2 recensioni
A chi non è mai capitato di sentirsi troppo diverso da qualcuno e non provare ad andare oltre quelle apparenze? Ashley ha 21 anni, è una studentessa universitaria seria e posata, ha due sorellastre e una madre che sente troppo diversa da lei. In vacanza dal padre conosce Matt, il figlio della sua nuova compagna, ribelle e criptico, lui con la propria madre ci parla appena. Quell'incontro cambierà il modo di vedere le cose di entrambi e farà capire loro che non è mai troppo tardi per recuperare un rapporto o per stringerne di nuovi con chi non ci aspettavamo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 11


«E quindi, ieri, parlo con la mia amica Liz e vengo a sapere che quel lurido del mio ex è andato a dire in giro che io lo trascuravo e che è stata colpa mia se la nostra storia è finita. Ci mancava solo che dicesse che a letto non ero un granchè e il quadro era completo!» sbottò furiosa Annie, sbattendo con forza lo sportello del frigorifero, vittima innocente di quello sfogo.

«Che schifo!» commentò Dorothy, intenta a trasportare una pila di scodelle, ciotole e altri utensili da cucina senza farne cadere nemmeno uno a terra.

«Sai che ti dico, che è stato un bene per te essertene liberata, uno così meglio perderlo che trovarlo!» aggiunse Ashley, piegata in avanti a versare meticolosamente dello zucchero sulla bilancia per raggiungere la giusta quantità.

Era a casa delle cugine e stavano preparando una cheesecake, tra una sfuriata e l'altra di Annie, che era ancora perseguitata dalle conseguenze della sua rottura col fidanzato. Quella sera avrebbe dormito a casa loro, per l'occasione Dorothy si era offerta volontaria per dormire nel divano, lasciando alla cugina il suo letto.

Stare con loro la stava aiutando a distrarsi e a non pensare a quello che era successo il giorno prima in spiaggia, con Jenny. Con Matt poi l'argomento non era più uscito e la cosa sembrava essere caduta lì, anche se Ashley, la notte, non aveva potuto fare a meno di ripensare a quella faccenda e a domandarsi perchè le avesse dato così fastidio.

«Ashley ha ragione – approvò Dorothy, mescolando con cura degli ingredienti in una ciotola – anzi, fossi in te mi concentrerei su quel ragazzo che hai conosciuto una settimana fa, a me sembra un tipo apposto.»

«Mah non so, è carino però, è troppo presto per dirlo, vedremo – disse vaga, mentre osservava attentamente l'operato della sorella – non è troppo liquida la consistenza?»

Dorothy sollevò il cucchiaio per verificare se Annie avesse ragione e scosse la testa «No, va bene, ci aggiungiamo la panna poi, anzi, Ashley, è pronto lo sbattitore?» chiese, passandosi una mano velocemente sui pantaloncini per eliminare qualche traccia di biscotti sbriciolati.

«Eccolo!» ripose prontamente Ashley, porgendoglielo.

Una volta finito il procedimento e ripulito dalle tracce lasciate durante la preparazione, le ragazze infilarono la torta in frigo e si sedettero attorno al tavolo per rilassarsi un po'.

Annie portò una bottiglia di thè freddo e poi si rivolse ad Ashley curiosa «E tu Ashley, come va col biondino? Ci sono progressi?» disse portandosi la cannuccia alla bocca.

Ashley sussultò internamente, poi rispose pacata «Quali progressi? Insomma, va tutto bene, ci parliamo, ogni tanto usciamo insieme coi suoi amici, direi che questa strana convivenza sta trascorrendo tranquilla».

Le cugine esplosero in una risata generale, attirandosi occhiate di odio da parte di Ashley.

«Avanti Ashley, pure un cretino capirebbe che ti piace, abbiamo visto come lo guardi, e poi sei sempre stata un tipo riservato e con lui invece sei riuscita a parlare un po' di tutto, si vede che c'è una certa alchimia fra voi!» le fece notare Dorothy, ottenendo l'approvazione della sorella.

«E invece vi sbagliate – si ostinò a ripetere Ashley, concentrandosi sul bicchiere tra le sue mani – e poi c'è una ragazza del suo gruppo che mi ha fatto capire che potrebbe succedere qualcosa tra loro, come già è stato in passato, quindi anche considerando questa remota possibilità, penso che sarei comunque tagliata fuori».

L'aveva detto.

Aveva bisogno di sfogarsi e le era scappata quella storia, in fondo delle gemelle poteva fidarsi, sapeva che non l'avrebbero tradita.

«E chi sarebbe questa grandissima stronza?» urlò Annie, battendo una mano sul tavolo, facendo tintinnare i bicchieri di vetro.

Il modo in cui lo disse fece sorridere Ashley, nonostante tutto «Una ragazza del suo gruppo, ve l'ho detto, mi ha rivelato di avere fatto.. – esitò a dirlo perchè il pensiero di loro due insieme le dava la nausea – beh, avete capito cosa» abbassò gli occhi.

Le gemelle si guardarono, poi Dorothy sospirò e intrecciò le mani sul tavolo «Il fatto che siano andati a letto in passato non significa che Matt provi qualcosa per lei. So che per te sesso e amore vanno necessariamente insieme, ma non è per tutti così, te lo posso assicurare perchè ci sono passata io stessa» terminò la frase e fissò Ashley, che aveva sbarrato gli occhi per quella rivelazione. Dorothy era sempre stata più tranquilla e razionale rispetto ad Annie e proprio non se l''aspettava.

Si sporse dal tavolo verso di lei «Che? - esclamò, senza nascondere lo sconcerto – ti è capitato?»

«Si, solo una volta qualche anno fa, ho conosciuto questo ragazzo, è scattata un'attrazione fisica tra noi ed è successo, ma non avrei mai iniziato una relazione con lui, non ero innamorata e mai lo sarei stata.» spiegò.

«In ogni caso questo discorso non ha senso perchè quello che fa Matt non sono affari miei e non mi interessa» si affrettó a concludere Ashley, incrociando le braccia al petto.

Annie e Dorothy non insistettero, ai loro occhi la verità era un'altra, ma erano certe che a breve anche Ashley se ne sarebbe accorta.

 

Il pomeriggio dopo Ashley tornò a casa: si era divertita con le cugine, erano uscite la sera e non aveva più pensato a Matt. Erano state fino a tardi a parlare e scherzare, tutte e tre arrampicate su un letto, come i vecchi tempi, quando da ragazzine aspettavano con ansia di poter organizzare qualche pijama party e stare sveglie a giocare o chiacchierare. Erano cresciute, ma la complicità era rimasta la stessa.

Aprì la porta di casa e notò la penombra che l'avvolgeva. Le finestre erano chiuse, il silenzio regnava tutto intorno, chiaro segno che nessuno fosse in casa.

Aveva proprio voglia di un gelato e di oziare sul divano.

Salì in camera e decise di cambiarsi indossando qualcosa di comodo. Ne uscì poco dopo con un top nero e un paio di pantaloncini di cotone celesti. Aprì il freezer e scelse un ghiacciolo alla menta per poi adagiarsi comodamente sul divano in pelle del salone a fare un pò di zapping in tv.

Non c'era nessun programma davvero interessante e lasciò su un canale a caso, mentre rispondeva distratta a qualche messaggio sul cellulare. Uno di Phoebe e uno di Tyler, fortunatamente niente di troppo ambiguo.

«é il tuo spasimante, quel Tyler?» fece una voce dietro di sè, all'improvviso.

Si voltò di scatto e trovò Matt, appoggiato a braccia conserte sulla spalliera del divano, con un ghigno stampato in faccia. Non l'aveva nemmeno sentito entrare col rumore della tv, fosse stato un ladro avrebbe potuto tranquillamente svaligiare la villetta in santa pace.

«Adesso mi spii?» lo provocò Ashley, cercando di riprendersi dallo spavento e osservandolo aggirare il divano per poi accomodarsi accanto a lei.

«Cos'è? Ci ho azzeccato forse?» Si era sporto verso di lei e le aveva soffiato quelle parole sul collo con irriverenza.

Allora lo faceva apposta a provocarla, pensò Ashley, senza osare girare la testa verso di lui e incontrare quei suoi occhi intensi. Non gli rispose, dandogli la conferma di aver indovinato.

Poi le sfilò il telecomando di mano e cominciò a cambiare canali. Era calato il silenzio tra loro, erano soli a casa e lo stomaco di Ashley entrò in subbuglio. Sapeva che quella era l'occasione giusta per chiedergli direttamente di Jenny, sentì il bisogno di farlo, di sapere da lui la verità, cominciò a sudare freddo e a irrigidirsi.

Tirò un lungo respiro, diede uno sguardo di sottecchi a Matt, che stava mangiando delle patatine e tranquillo guardava verso lo schermo della tv, si torturó la stoffa dei pantaloncini con le dita e si sistemò a gambe incrociate.

Puntò gli occhi sulla tv, fingendo interesse per un quiz televisivo.

«Jenny – iniziò diretta, Matt a quel nome si era voltato verso di lei, la sua espressione era mutata e sembrava confusa – è la tua ex?» domandò ansiosa, con il po' di fiato ancora rimastole nei polmoni.

Le labbra di Matt si piegarono in una smorfia che somigliava più a un sorriso nervoso.

Rispose con un'altra domanda. «Ti ha detto questo in spiaggia?». Sapeva che quel giorno Jenny doveva averle riferito qualcosa su di lui, o peggio su di loro.

«Più o meno» rispose Ashley, visibilmente imbarazzata, roteando gli occhi dalla parte opposta a quella di Matt. Evitò di specificare che in realtà le aveva detto di averci fatto sesso.

Matt sbuffò, buttò la testa all'indietro e si mise a fissare il soffitto. Probabilmente stava cercando le parole giuste per spiegare quella situazione ma ad Ashley quell'attese parve interminabile. Era già abbastanza in tensione per avergli domandato qualcosa di così personale senza in realtà averne legittimo motivo e in più non stava riuscendo a capire se la cosa gli avesse dato fastidio e come l'avesse interpretata. Non voleva ficcanasare, era solo che la sua testa le stava implorando di farlo per evitare di impazzire ma allo stesso tempo, perchè Matt avrebbe dovuto darle altre spiegazioni? In fondo lei non era nessuno per lui.

Rimase in silenzio con lo sguardo basso e il cuore che batteva all'impazzata, così forte che le pareva di sentirne i battiti all'esterno del suo petto.

«Jenny non è la mia ex – disse finalmente, la sua voce era normale e questo tranquillizzò Ashley, almeno sapeva di non averlo fatto incazzare – tra noi non c'è mai stata nessuna relazione sentimentale, l'abbiamo fatto solo un paio di volte due anni fa, ma per me la cosa è nata e finita là.» Ashley ricominciò a respirare.

«Era questo che ti aveva detto, giusto?» continuò Matt, avvicinandosi pericolosamente al viso di Ashley, che stavolta aveva avuto l'ardire di guardarlo e ne stava subendo le conseguenze. Si era persa subito in quegli occhi, come quando si guarda il cielo sdraiati col naso all'insù e si viene colti da un senso di vertigine.

Erano troppo vicini, oltre la distanza di sicurezza che permetteva a Matt di controllarsi e lei era così bella con quel leggero rossore che improvvisamente le colorava le guance, gli piacque pensare che ne fosse lui la causa così come di quel tremore che scorse nelle sue mani.

«Non è lei che mi interessa» disse con un fil di voce, sempre più vicino alle sue labbra, che nel frattempo si erano dischiuse per la meraviglia di quell'affermazione. Poteva approfittarne, sentiva l'urgenza di baciarla in quel momento, anche se dopo probabilmente se ne sarebbe pentito perchè stava succedendo tutto così in fretta e lui non capiva ancora bene la natura di quello scompiglio che gli aveva provocato quella ragazza e nello stesso tempo non voleva ferirla, non voleva che fosse come una delle tante. Aveva paura, ma contemporaneamente voglia di lei. Una voglia che stava prendendo il sopravvento, soprattutto perchè Ashley non si stava spostando, non lo stava rifiutando.

La porta d'ingresso si aprì di scatto, facendo trasalire immediatamente i due ragazzi.

Erano i loro genitori che rincasavano.

Matt si era allontanato da lei alla velocità della luce, se solo Gregory li avesse trovati nel bel mezzo di un bacio o anche solo di un tentativo di bacio, poteva anche correre a fare le valigie e andare prima del previsto.

Dal canto suo Ashley aveva voltato la faccia dall'altra parte, diventando bordeaux, sia perchè aveva realizzato quello che stava per succedere, sia perchè ebbe il terrore di quello che avrebbero potuto pensare suo padre e Monica a trovarli così. Erano adulti e vaccinati ormai, ma solo adesso sembrò rendersi conto che una eventuale relazione con Matt avrebbe potuto rompere certi equilibri nella vita di suo padre, e lei non lo voleva.

«Ciao ragazzi» esordì Gregory, salutandoli da lontano con un cenno.

I ragazzi risposero, e Matt poco dopo si alzò dal divano, fece per andarsene ma prima si rivolse un'ultima volta ad Ashley. Sorrise nel vederla sconvolta in viso ma nel senso positivo del termine.

«Visto che ti ho risposto a una domanda scomoda, stasera farai tu qualcosa per me.» le disse con tono che sembrava non promettere nulla di buono.

Ashley trasalì, che cosa significavano quelle parole? Che avrebbe dovuto fare? Ingoiò rumorosamente e aspettò il continuo della frase come una condannata a morte.

«Stanotte andremo in spiaggia e ci tufferemo in acqua» le propose.

Ashley tirò un sospiro di sollievo, chissà perchè il suo cervello aveva pensato a qualcosa di sconcio, come le venivano in mente certe cose a volte non se lo sapeva spiegare.

«Ok» rispose, ma subito dopo analizzò meglio le parole del ragazzo. Tuffarsi in mare, di notte? Era proprio quello che intendeva?

«Aspetta, in che senso, scusa?» domandò per chiarire meglio, con la fronte corrucciata.

Matt sorrise pensando a quanto fosse adorabile quando faceva cosí, mentre si passava una mano fra i capelli.

«Proprio quello che ho detto, andremo in spiaggia e ci faremo il bagno a mare».

L'espressione di Ashley continuava ad essere perplessa. Capì allora che era una cosa nuova per lei e ne fu ancora più felice. Gli piaceva farle sperimentare nuove esperienze.

«Non ci sei mai stata in spiaggia di sera?» le chiese.

«Ma certo – ribattè Ashley quasi offesa di essere stata considerata come una aliena che certe cose non le ha mai fatte – ma non mi sono mai tuffata, insomma, farà freddo e poi è scomodo e ..» ma Matt non la fece terminare, bloccandole le parole sulla lingua.

«Tu vieni stasera e poi mi dirai, intesi?». Ormai conosceva quel tono. Non si poteva rifiutare, e poi in realtà Ashley sentì di nuovo dentro di sè l'adrenalina per la scoperta di qualcosa di mai fatto prima. Se questo comprendeva anche Matt era ancora meglio.

«Intesi» rispose decisa.

Rimase per un attimo sola nel divano, ma presto avvertì una presenza sempre più vicina e a giudicare dal rumore dei tacchi, si sentì di escludere con certezza che fosse suo padre.

Infatti, come temeva, era Monica, si era seduta accanto a lei con garbo, evitando accuratamente di lasciare pieghe antiestetiche sulla sua gonna rosa cipria. Aveva sistemato delicatamente con le mani i capelli leggermente mossi dietro la schiena e accavallato una gamba con grazia. Quella donna trasudava classe da tutti i pori.

Ashley si irrigidì, era davvero molto anomalo che Monica prendesse l'iniziativa di sedersi accanto a lei senza suo padre. Avevano sempre evitato di rimanere da sole, per non dover iniziare qualche discorso solo per riempire un silenzio altrimenti inevitabile.

«E dunque Ashley – cominciò dandole i brividi – stai trascorrendo delle giornate piacevoli qui?» chiese piegando le sue bellissime labbra rosse in un sorriso angelico.

Era una domanda trabocchetto di sicuro, pensò Ashley atterrita. La sua reputazione con lei dipendeva da quali risposte avrebbe dato, si sentì come un imputato interrogato a un processo.

«Si, mi sto davvero divertendo molto, grazie!» rispose educata, sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.

Monica la osservò attentamente, come se cercasse un indizio sul suo corpo per confermare qualche sua teoria, poi diede fiato nuovamente alla sua bocca.

«Mi fa piacere, e inoltre, non ho potuto fare a meno di notare che stai trascorrendo molto tempo con mio figlio» Eccola là la fregatura!

Perchè tutte le conversazioni spiacevoli che stava intrattenendo quell'estate comprendevano sempre una domanda su Matt e su cosa stessero tramando loro due?

'Che stia pensando che tra noi ci sia del tenero e voglia dirlo a mio padre?' pensò terrorizzata.

«Si, ogni tanto usciamo insieme in gruppo, Matt è simpatico» provò a rispondere.

Certo, simpatico. Simpatico era l'unico aggettivo decente che avesse trovato per non sembrare equivoca.

'Complimenti per l'originalità Ashley – si ripetè – sembri più finta di quei dannati fiori all'ingresso!'

Lasciò che i capelli le ricadessero un pò davanti agli occhi per nascondersi. Da bambina, quando li portava lunghissimi, lo faceva spesso per camuffare il viso dopo che aveva pianto e ancora adesso le capitava di ripetere inconsciamente quel gesto quando si sentiva in difficoltà.

«Capisco» fu la fredda e asettica risposta.

Capì che non le avrebbe cavato altre informazioni. Il suo viso era ritornato quello glaciale di sempre.

Si alzò per avviarsi in cucina, ma prima le rivolse un'ultima raccomandazione che ebbe l'aria di suonare come una sentenza.

«Stai attenta a Matt, è un ribelle nato, come puoi notare non parla nemmeno con me e sono la donna che l'ha partorito – gli occhi le si ridussero a due fessure per quanto li aveva stretti per la tensione – non vorrei che ti facesse soffrire, sembri così delicata».

«Non preoccuparti, so cavarmela – aveva allora ribattuto, mossa dal fastidio nel sentirsi etichettata per l'ennesima volta come fragile – e comunque penso che Matt sia un ragazzo straordinario, quando lo si impara a conoscere». Le sue parole colpirono Monica come lame. Ashley si rese conto di avere forse esagerato, ma non aveva sopportato quell'aria di superiorità nel giudicare sia lei che Matt.

Monica le gettò un'occhiata di disprezzo, poi girò i tacchi e per quella giornata non le rivolse più uno sguardo.

Ashley era a dir poco allibita: sembrava che l'universo intero fosse contrario a che lei e Matt si frequentassero. Forse avrebbe dovuto dare ascolto a tutti quei segnali e lasciare perdere. Richiuse la porta della sua stanza e poggiandoci la schena vi scivolò fino a sedere a terra, circondandosi le ginocchia con le braccia.

Si dice che quando tutto sembra andare contro qualcosa allora non è destino e magari era quello il caso.

Poggiò il viso sulle ginocchia e socchiuse gli occhi, lasciando che i capelli le sommergessero un lato della faccia.

Ci fosse stata sua madre le avrebbe sorriso, fatto una carezza e detto che sarebbe andato tutto bene, che qualunque cosa la facesse stare male l'avrebbe sconfitta, perchè era una ragazza forte.

Sorrideva sempre sua madre, anche nelle avversità e a lei aveva sempre dato fastidio quell'atteggiamento, perchè le sembrava inutile e stupido, perchè era convinta che se qualcosa doveva andare storto, ci sarebbe andata comunque. Le rispondeva sempre mettendole il muso e sbuffando.

E invece adesso le mancava tanto, forse per la prima volta l'avrebbe voluta con lei a proteggerla da tutti quegli sguardi malevoli, ad abbracciarla e sussurrarle che le voleva bene. Si sentì così sola.

«Mamma, ho sbagliato tutto con te» disse pianissimo tra sè e sè.

La verità era che in quel momento, buttata a terra come uno straccio, sola in quella stanzetta, sola con le sue emozioni, l'aveva finalmente capito perfettamente.

Che Matt le piaceva, e pure tanto.

Stare con lui, parlarci, stuzzicarsi a vicenda, erano tutte cose che la facevano stare bene, le facevano scordare i problemi, i pensieri, si sentiva persino una persona migliore, capace di affrontare il mondo intero, senza più paure, senza più pregiudizi, libera, ma allo stesso tempo lo conosceva da così poco e tutte quelle sensazioni che la scuotevano la spaventavano a morte. Non le aveva mai provate per nessuno e la spaventavano a morte, eppure erano così diversi loro due che le sembrava impossibile.

Rimase a terra accovacciata per un'ora almeno, finchè qualcuno non bussò alla sua porta: era Matt ovviamente, che veniva a chiamarla per andare in spiaggia.

Era martedì e di notte la spiaggia in alcune zone non era frequentata quasi per niente, tranne che nel fine settimana, il che avrebbe permesso loro di stare tranquilli senza essere disturbati.

Ashley seguì Matt in silenzio e adesso che aveva ammesso a sè stessa quella verità scomoda lo guardava con occhi diversi, con occhi consapevoli.

«Qui va bene, mi sembra tranquillo» affermò lui, esaminando la zona.

Ashley annuì e cominciò a stendere il suo telo, aiutandosi con la luci dei fari della strada, che arrivavano fino alla spiaggia e con una torcia che Matt aveva portato per sicurezza.

«Va tutto bene?» le chiese, notandola un pò pensierosa.

L'acqua del mare appariva nera e davvero poco invitante, ma era con Matt e sentiva che niente di male le poteva succedere. I suoi pensieri erano rivolti ad altro.

'No che non va bene, perchè mi sa che mi sto innamorando di te ed è un casino!' avrebbe voluto urlare, ma ovviamente non poteva.

Lo guardò, e si chiese se anche lui provasse lo sconvolgimento che aveva dentro e perchè adesso fossero lì da soli e sembrasse tutto così perfetto. E perchè era così bello quando le sorrideva e i suoi occhi si piegavano leggermente verso l'alto, illuminandogli il volto.

«Ssi» balbettò e cominciò subito a spogliarsi, ma Matt le bloccò le braccia. Ashley aggrottò le sopracciglia senza capire.

«No, non ti spogliare – poi rise risentendo quanto bizzarra poteva sembrare quella frase detta da un ragazzo – si, so che suona strano che io stia dicendo questo a una ragazza, non mi dispiacerebbe affatto che ti spogliassi – precisò, facendola arrossire e ringraziare che fosse buio intorno e non potesse vederla chiaramente in viso – ma ci tufferemo vestiti, è più divertente!»

«Ma – tentò di ribellarsi – come si fa, cioè, si inzupperanno tutti e poi sarà difficile muoversi e.. » il suo flusso nevrotico di parole venne interrotto da un dito di Matt che le fermò le labbra dal continuare.

«Che ti importa dei vestiti, del disagio, siamo qui adesso e siamo liberi, prova per una volta, buttati!»

Ashley gli sorrise, era vero, doveva lasciare stare quella sua parte rompiscatole e fare una cavolata per una volta.

Matt le prese una mano per guidarla e lentamente si immersero. Al contrario di come pensava lei, l'acqua notturna era tiepida e piacevole e la sensazione di immergersi in quel mare nero era inquietante ma anche suggestiva.

Cominciarono a scherzare e a ridere come niente fosse, nuotando e rincorrendosi, inciampando e finendo sott'acqua e rialzandosi. Finchè, non si sa come, Ashley si ritrovò aggrappata alle sue spalle, mentre i vestiti di entrambi si erano fatti pesanti e si appiccicavano bagnati alla loro pelle, facendola intravedere in trasparenza.

Matt ne approfittò e subito le circondò la schiena con le braccia, stringendosela al petto e cominciando a tracciare col suo naso delle linee sulla pelle bagnata del suo collo, fino a risalire sulla sua guancia e indugiare sul suo viso, con le labbra a un soffio dalle sue.

Ashley gli circondò la vita con le gambe per evitare di perdere l'equilibrio e affondare miseramente in acqua. Non contava più ormai i brividi che le stavano attraversando il corpo da quando Matt aveva cominciato a sfiorarle la pelle con quei tocchi delicati.

Nessuno osava dire nulla, rimanevano così, in assoluto silenzio, con solo il rumore del mare in sottofondo.

Un'onda più potente delle altre riuscì a rompere l'unione tra loro e a costringerli a staccarsi per non perdere l'equilibrio.

Si separarono, ma fu solo per un secondo, Matt le sollevò il viso leggermente, per metterlo in direzione del suo e poggiò le labbra sulle sue, senza lasciarle il tempo di capire quello che stava per accadere.

Erano leggermente socchiuse, umide e salate, per via dell'acqua del mare.

Lei ricambiò, anche se le tremavano le gambe come una ragazzina alla sua prima cotta. Fu costretta ad afferrare la stoffa bagnata della sua maglietta per non sprofondare giù.

Non si aspettava quel bacio ma in un certo senso non ne era rimasta completamente sorpresa.

Matt non approfondì il contatto tra le loro bocche e poco dopo si staccò dal bacio, le loro labbra produssero un lieve schiocco nel separarsi. Lasciò rapidamente il suo mento e si allontanò da lei.

Ashley lo seguì.

L'effetto di quel breve bacio fu sconvolgente.

Per la prima volta nella vita si sentiva libera da tutte quelle domande che era solita farsi e che si era fatta proprio poco prima, su quello che era giusto fare, su quello che bisognava fare e su quello che non si doveva fare.

Non si chiese cosa potesse significare quel bacio, perchè lo aveva fatto e nemmeno perchè le fosse piaciuto.

Non si chiese che implicazioni avrebbe potuto avere nella sua famiglia, né se suo padre si sarebbe arrabbiato se l'avesse saputo.

Si limitò a uscire dall'acqua insieme a lui, prendere le loro cose e risalire a casa, completamente inzuppati.

Era in tutto durato qualche secondo, ma lei sentiva ancora dentro un'adrenalina nuova, guardò Matt accanto, lo vide sfilare una sigaretta, accendersela e fumarla, e poi voltarsi verso di lei e farle un sorriso. «Non ti chiedo se vuoi un tiro perchè so già la risposta» le chiese, ma Ashley, stupendolo, gli sfilò la sigaretta dalla mano e se la portò alle labbra.

Sì, per stasera non voleva pensare, voleva solo godersi quel momento.

Sapeva che la solita Ashley paranoica sarebbe potuta tornare da un momento all'altro, ma non le importava.

Matt le buttò un'occhiata curiosa e poi le mise un braccio attorno al fianco e la strinse a sé.

Non negò a sé stesso che quello che gli passava nella testa era salire a casa e finire a letto con lei, ma per qualche strana ragione sentì che non doveva essere così, che lei non era come Jenny o come le altre.

E per adesso era perfetto così.

  
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