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Autore: Danmel_Faust_Machieri    13/08/2016    2 recensioni
Sword Art Online e i Souls Game: questa serie vuole provare a coniugare queste due componenti.
Io e il mio coinquilino abbiamo seguito Sword Art Online affascinati dall'idea su cui è stato costruito: l'essere intrappolati in un gioco. Purtroppo siamo rimasti delusi dalle potenzialità inespresse di questo anime. Essendo anche due Souls Player recentemente ci è venuta un'idea: un mondo simile a quello di SAO con un universo narrativo come un Souls. Ci è sembrato qualcosa di interessante: abbiamo creato i personaggi, studiato le meccaniche di gioco e la lore. Naturalmente ci saranno citazionismi più o meno espliciti e ci auguriamo che possa essere un'idea di vostro gradimento.
Naturalmente ci teniamo alla vostra opinione quindi non fate i timidi e fate sentire la vostra voce :)
Siamo Danmel_Faust_Machieri e Djanni e vi auguriamo buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Hanno sconfitto il boss del primo piano!" Quello fu il primo urlo che i due ragazzi sentirono appena fuori dall'edificio al quale fece seguito un ammassarsi di bisbigli, sussurri e grida. La zona davanti alla biblioteca divenne un azzuffarsi di parole e voci non ufficiali: "Hanno detto che il boss fosse un certo "Chierico… Non so cosa"…" diceva qualcuno, "Hanno detto che era un Coboldo alto tre metri e passa!"  un altro, "Si dice che il comandante della prima linea abbia assestato il colpo finale direttamente in mezzo ai tre occhi del mostro"… E altre voci iniziarono così a girare riguardo quel primo boss facendolo passare da Coboldo Gigante a Viverna Imperiale a Idra Infernale.
Claudio e Nicolò si guardarono un attimo. Sapevano che tra quelle mille fandonie un minimo di verità c'era: qualunque mostro si trovasse a guardia dell'accesso al secondo piano era stato sconfitto; ben presto molti giocatori si sarebbero diretti verso la nuova zona e i loro amici potevano trovarsi tra quegli impavidi; non potevano rimanere indietro, dovevano affrettarsi ad avanzare per trovarli. Si scambiarono un cenno di consenso e, come se avessero visto negli occhi dell'altro rispecchiarsi i propri pensieri, iniziarono a correre verso la locanda in cui avevano trascorso la notte.
Attraversarono la piazza invasa dalla folla. In mezzo a quella calca immensa si erano formati dei piccoli gruppi di giocatori in cui si discuteva della notizia e si fantasticava sognando una prossima libertà da quel gioco. In uno di questi gruppetti, il più numeroso, un ragazzo si era messo a sedere su una botte e continuava a gridare "Io c'ero! Ve lo giuro! Ho visto la lama di quel mostro orribile! Ma ho anche visto la forza della nostra prima linea! Fidatevi, in meno di un mese saremo liberi da questo incubo!" e le persone intorno a lui lo applaudivano "Si! Grande prima linea!" "Sono degli eroi!" "Grazie al cielo ci sono loro!" mentre qualche donna piangeva felice. Claudio si faceva largo in mezzo a quei giocatori esaltati borbottando tra se e se "Poveri illusi…" mentre Nicolò cercava di resistere a uno dei suoi attacchi di agorafobia; fortunatamente, prima di giungere a metà della piazza, la folla iniziò a disperdersi e, similmente alle nuvole che, dopo un violento temporale, si dividono per il cielo, i vari gruppi lasciarono la piazza immettendosi nelle varie vie.
Quando arrivarono in una viuzza stretta e umida Claudio si voltò per guardare l'amico "Nicolò ti senti bene?" gli chiese.
Nicolò era esattamente alle sue spalle: si stava coprendo la bocca con la mano sinistra temendo un attacco di nausea ma sollevò la mano destra segnalando all'amico di aspettare un istante. L'agorafobia di Nicolò era qualcosa di terribile: quando si trovava circondato da una grande folla, quando un accavallarsi di voci irrompeva nelle sue orecchie, quando i continui colpi degli altri lo spintonavano da una parta all'altra il ragazzo si sentiva come svenire, un mal di testa terribile gli trapanava il cervello mentre tutto intorno a lui iniziava a girare senza seguire un senso preciso provocandogli improvvisi attacchi di nausea. In quelle situazioni cercava sempre di concentrarsi su un qualcosa: ripeteva poesie a memoria ad occhi chiusi o si metteva ad ascoltare musica ad alto volume; quando teneva le sue "lezioni" si concentrava su quello che avrebbe detto, sulla sua amata letteratura e si sentiva rinascere, ma, alle volte, questi stratagemmi non bastavano. Per questo Nicolò preferiva restarsene chiuso in una biblioteca vuota, in stanze o in ampi spazi in cui le persone o gli erano note o le poteva contare sulle dita delle mani. Ma restare al chiuso o in luoghi circoscritti, cinto ad ogni lato dalla folla… Beh questo per lui era impossibile.
Il ragazzo si appoggiò con la schiena al muro per qualche istante, stese le braccia lungo i fianchi e alzò gli occhi al cielo cercando di ritrovare il giusto ritmo della respirazione. Quando si fu ripreso guardò l'amico e gli disse "Possiamo andare".

Le fiamme delle torce che illuminavano le strade iniziavano timidamente ad accendersi e nel cielo facevano capolinea i soliti astri. I vari giocatori rientravano nelle locande tutti balbettando le solite filastrocche: "Ma hai sentito che hanno battuto il boss del primo piano?" "Ma hai sentito che tra qualche mese saremo già fuori da questa trappola mortale?" e altre boiate del genere a detta di Claudio. Il ragazzo mentre attraversava le strade cittadine continuava a ripetersi tra se e se che quelle speranze erano semplicemente illusioni di giocatori codardi e imbecilli. Avevano sconfitto il boss del primo piano solo in 2 settimane e credevano realmente che dopo un mese avrebbero eliminato magicamente altri 99 boss? Stronzate. Ma avrebbe lasciato quei giocatori a crogiolarsi nelle loro illusioni, lui avrebbe inseguito la sua speranza, si sarebbe lanciato di piano in piano alla ricerca della sua Luna, l'avrebbe trovata! Non poteva perdere altro tempo! 
Attraversarono la via del mercato dove alcuni mercanti iniziavano a ritirarsi nelle loro case accompagnati dal tintinnio delle merci che trasportavano, dal profumo delle spezie che invitavano Claudio a fermarsi alla ricerca di qualcosa che ricordasse il curry, dallo scintillio di amuleti e pendenti. La vita spariva lentamente dalle vie lasciandole sprofondare nel buio e nel crepitio delle fiamme mentre le finestre si riempivano di luci e di voci. 
I due ragazzi giunsero davanti alla porta della locanda accorgendosi che dal suo interno provenivano risate sguaiate e un continuo rovesciarsi di bicchieri ricolmi. Quando ebbero varcato la soglia Nicolò venne preso da uno dei suoi attacchi: il piano terra era praticamente pieno di giocatori che brindavano già ubriachi al successo di quel pomeriggio e alla loro prossima libertà. Tra quelli primeggiava, in piedi su un tavolo, con un boccale di birra che continuava dondolare da destra a sinistra e viceversa, il ragazzo che avevano visto in piazza mentre urlava da sopra una botte. 
"Ah sì che vittoria!" e via un sorso di birra "Incredibile! Meravigliosa!" e via un altro sorso "Ed io ero lì; eh? Un gigante alto fin sopra alle nuvole!" il boccale era vuoto e subito se lo riempì aprendo l'inventario e cliccando su un'icona "E la nostra prima linea! Ah che ragazzi! Che forza! Un mese e saremo liberi!" e un mare di applausi seguì quelle parole gonfie di alcool e stupidità.
"Nicolò muoviamoci; se no a breve spacco sulla testa di quel ciarlatano la sua amata botte!" ma l'amico alle sue spalle teneva chiusi gli occhi e, braccia conserte, balbettava "dolore, ogni gran male annulla. Bellissima fanciulla, dolce a veder, non quale la si dipinge la codarda gente…" 
Claudio lo afferrò per il braccio e lo trascinò in camera mentre lui continuava a snocciolare versi.

"Ma hai sentito quell'idiota?! Un mese! Un mese! Ma si può essere così idioti?! Cosa crede? Che comparirà magicamente una spada Excalibur in grado di one-shottare i vari boss? Che idiota! Che idiota!" continuava a ripetere furioso Claudio camminando avanti e indietro per la stanza.
Nicolò intanto era seduto allo scrittoio intento a trascrivere "Amore e Morte" di Leopardi su uno dei suoi fogli "Le persone hanno bisogno di speranza per andare avanti" gli rispose intingendo la penna nell'inchiostro.
"È arrivato i filosofo! Non eri tu a dire che è sbagliato travestire un'illusione da speranza?"
"Certo, ma l'uomo saprà sempre trovare un modo per illudersi"
"Ho capito ma quel fanfarone non illude solo se stesso, illude tutti quei giocatori che gli prestano fede!"
"Il Miles Gloriosus!" disse Nicolò folgorato "Dici che dovrei riscrivere anche roba latina e greca?"
"Ma… Accidenti a te Nicolò" disse lanciandogli addosso uno stivale che si era appena disequipaggiato. 
"Ma sei scemo! Potevi ribaltare l'inchiostro!"
E i due iniziarono a battibeccare come spesso succede fra amici quando per alleggerire la tensione ci si riempie di insulti per poi sfociare in un mare di risate.
"Allora" iniziò a dire il bardo dopo aver riposto nell'inventario la poesia appena scritta "Sugar, come agiamo?"
"Smetti di imitare Aldo, Giovanni e Giacomo e fai il serio" lo rimproverò Claudio "Comunque… Domani mattina andrò al mercato a comprare le solite provviste per il viaggio e cercherò di scoprire dove si trova l'accesso al primo piano te dovrai fare altrettanto"
"Mi sembra un buon piano ma secondo te siamo pronti per spingerci al primo piano?"
"Siamo arrivati fin qui senza troppi problemi e domani al mercato vedrò se trovo degli equipaggiamenti migliori di quelli che indossiamo al momento. Secondo me siamo più che pronti ad andare oltre!"
"Va bene… Ma ricordati di comprare della carta e l'inchiostro!"
"Se non fossimo in un'area sicura sta certo che i tuoi HP ne risentirebbero!" disse Claudio dopo essersi gettato nel letto.

La mattina giunse e i due ragazzi vennero svegliati dal clangore che giungeva dalla fucina del fabbro situata a breve distanza dalla locanda.
"Certo che gli NPC sono mattinieri…" Disse Claudio rigirandosi nel letto.
"Tanto vale alzarsi" commentò Nicolò mentre si metteva a sedere "Avevo puntato la sveglia per le 6:30 ma dato che sono già le 6:00 diciamo che abbiamo guadagnato 30 minuti" Poi si girò verso l'amico e, gettandogli il cuscino addosso aggiunse "Dai grattamuri! Devi andare al mercato!"
Con la faccia immersa nel cuscino Claudio gli rispose "I mercanti arrivano alle 7:00…"
"Dov'è finita tutta la carica che avevi ieri?"
"L'ha scacciata il martello di quel fabbro insieme al sonno!"

Claudio si era fatto dare tutti i soldi che aveva Nicolò per non trovare problemi durante i rifornimenti. La priorità assoluta quella mattina era trovare un'equipaggiamento che dava una parvenza di decenza. L'equipaggiamento si componeva di 4 parti: testa, busto, braccia e gambe. Naturalmente Claudio cercava un negozio in cui fosse possibile reperire un set completo a basso prezzo. Trovò una bottega gestita da un'anziana signora (un NPC naturalmente) la quale vendeva dei set base per le varie classi. Dopo aver accolto il cliente la signora taceva fin quando qualcuno non si avvicinava a uno degli articoli esposti nel negozio, in quel momento la signora comunicava il nome, la descrizione e il costo dell'articolo scelto. Prima di tutto il ragazzo si avvicinò a quelle che gli sembrarono le vesti da ladro. "Queste sono le "Vesti del Ladro", il set include: "Cappuccio da ladro", "Veste da ladro", "Guanti da ladro" e "Pantaloni da ladro". I ladri preferiscono agire indisturbati nell'ombra; i colori scuri di questo set sono stati scelti per questo scopo. È il set base per i ladri. Il costo di questo articolo è di 150 monete d'oro". Claudio stava per acquistare il set quando si accorse della disponibilità di un nuovo comando accanto ad "Acquista" che diceva "Tratta". Incuriosito vi cliccò sopra e la signora disse "Va bene, va bene, facciamo 130". Claudio era entusiasta della scoperta tanto che fece lo stesso anche per acquistare il set da bardo per Nicolò ottenendo il medesimo sconto.
Uscito dal negozio euforico per l'efficienza della sua abilità Lingua sciolta si infilò nella via dei droghieri.
La via dei droghieri, in ogni città che i due amici avevano visitato, era sempre la più colorata, la più profumata, la più viva. Frutti dai colori sgargianti e dalle forme surreali si facevano largo sulle bancarelle dei vari mercanti, le polveri curative venivano talvolta trasportate dall'aria spostata dai passanti creando piccole nuvolette di profumi freschi, le ampolle contenenti elisir o pozioni brillavano illuminate dal sole che irrompeva nella via. 
Claudio venne rapito da quei colori, da quei profumi che a tratti gli ricordavano l'orto dei suoi nonni. Si avvicinò ad una bancarella e con le mani esaminò un frutto azzurro, di forma quasi sferica, grande come il suo pugno chiuso, la descrizione diceva "Andor, frutto tipico delle regioni marittime rinomato per il suo sapore intenso". Il ragazzo lo annusò e percepì l'inconfondibile odore della cannella. Con l'olfatto riuscì ad identificare la vera identità di altri frutti: un bizzarro tetraedro di color verde si rivelò avere l'odore di una zucca, un frutto del tutto identico a una melanzana profumava come una fragola e dei piccoli semini rossi si rivelarono dei peperoncini. Decise di acquistare prima di tutto le pozioni per il viaggio e qualche ingrediente con cui Nicolò potesse inaugurare la sua abilità Pozioni semplici, poi, calcolando di tenere da parte qualche soldo per le emergenze, divise i soldi rimanenti in due parti: una da utilizzare per le carte e gli inchiostri di Nicolò e una per comprare qualche frutto e qualche ortaggio in modo da progredire nella sua skill di cucina.
Al termine dei suoi acquisti tornò verso la locanda per ritrovarsi con l'amico nella speranza che lui avesse trovato un modo per raggiungere il primo piano.

Nicolò passeggiava per alcune vie poco affollate della città assorto nei suoi pensieri "Mmm… Dobbiamo accedere a un piano superiore a quello in cui ci troviamo ma non ci sono dungeon a torre o simili su questo piano… Vuol dire che dobbiamo varcare un portale o qualcosa di simile…" Mentre ragionava così giunse senza accorgersene nella zona portuale della città. Ad un tratto una notifica lo strappò dai suoi pensieri. Era un messaggio da parte di Antigone; fece per aprirlo quando all'improvviso una seconda notifica lo bloccò: questa volta era un messaggio da parte di Lesene. 
Quello di Antigone diceva "Ciao Orpheus, come procedono le cose? Qui va tutto bene, non mi lamento. Ci è arrivata ieri sera la notizia che il primo boss è stato sconfitto dalla prima linea. Lo sapevi già? Tu e Ashel state bene? Dove siete diretti adesso? Mi raccomando fatti sentire ogni tanto!"
Quello di Lesene diceva "Ciao Orpheus! Grazie per i fascicoli che mandi qui a scuola ma qui non c'è nessuno bravo come te… Perché non torni ogni tanto? Almeno potremmo rivederci… Ah! Hai sentito che hanno sconfitto il boss del primo piano? Qui a scuola non si parla d'altro! Mi raccomando stai attento."
Si sedette su una panchina che si affacciava sul mare, accanto ad un vecchietto NPC, e rispose alle due ragazze. Prima di alzarsi parlò con l'NPC, non sapeva perché lo facesse però si sentiva più in pace con se stesso parlandogli. Lui disse "Mi piace star seduto qui a guardare il mare. Sai, penso che oltre di lui siano nascoste terre meravigliose…"
Quelle parole ricordarono a Nicolò quelle della donna incontrata accanto alla scogliera. Il mare… Quante storie, quante genti avrebbe potuto cantare quell'immensità.. e chissà al di là… Ad un tratto il ragazzo si illuminò "Ma certo!" disse tra se e se "Potremmo dover attraversare il mare per giungere al prossimo piano!" Iniziò a correre avanti e indietro per il molo alla ricerca di un qualcosa che segnalasse la possibilità di attraversare il mare. Poi, ad un tratto, davanti a un galeone, vide un cartello e, dopo averlo letto, scoppiò a ridere  battendosi il palmo della mano sulla fronte. Il cartello diceva "Galeone Gofrut. Costo per passeggero: 10 Monete. Partenza ore 13:00. Direzione: primo piano".

I due ragazzi si ritrovarono alla locanda e dopo essersi divisi gli acquisti fatti da Claudio indossarono i nuovi abiti. Ora Claudio indossava una camicia e dei pantaloni neri come la notte, delle scarpe dalla suola leggera e dei guanti scuri che lasciavano scoperte le dita mentre la testa era coperta da un cappuccio che lasciava intravedere solo la faccia. Ai cupi colori di Claudio si contrapponevano quelli sgargianti di Nicolò: lui indossava una camicia grigia con una giacca che gli arrivava alle ginocchia di color verde smeraldo, dei pantaloni dello stesso colore e degli stivali neri, un paio di guanti bianchi e un cappello con una piuma nera. 
Quando vide il cappello, memore delle feste degli alpini alle quali suo nonno lo portava fin da bambino, iniziò a cantare "Suuul cappello, sul cappello che noi portiamo, c'è una lunga, c'è una lunga penna ner…" ma venne interrotto brutalmente dal grido di Claudio "Non ti azzardare a partire con le canzoni degli alpini! Sbrighiamoci o perdiamo la nave!" e uscì dalla porta in fretta e furia.
"Scusami! Sono o no un bardo?" Urlò all'amico iniziando ad inseguirlo.

I due ragazzi giunsero al porto. La nave sarebbe salpata di lì a 30 minuti. Nicolò pagò 10 monete d'oro mentre Claudio ne sborsò solo 9 e salirono a bordo. La nave era enorme ma ospitava una decina scarsa di passeggeri tutti radunati lungo il ponte e quando Nicolò si accertò di questo tirò un profondo respiro di sollievo. Dietro al timone troneggiava invece la figura di un NPC, probabilmente il capitano della nave, che, alle 13:00 in punto, urlò "Bene signori! Si parte!" e a quelle parole dei mozzi slegarono le vele dei tre grandi alberi e la nave iniziò lentamente a muoversi. I due ragazzi si misero ad osservare i loro compagni di viaggio: a bordo contavano 5 giocatori e 3 giocatrici più una decina di NPC che si occupavano della nave. I giocatori parlavano tra loro amichevolmente, qualcuno ci provava con la più bella delle tre ragazze ma Claudio e Nicolò sapevano cosa fare, andarono dal capitano e iniziarono a parlargli "Salve uomini di terraferma! Il mio nome è John Pitrey… Capitan John Pitrey!" disse caricando con un'enfasi particolare la parola "Capitan". Gli parlarono una seconda volta "Il viaggio non durerà molto! Ci basterà arrivare al limite di questo piano!" Gli parlarono una terza volta "Come saprete i piani hanno una forma circolare, come il coperchio di una botte di rum! Giunti al limite del piano si va incontro ad un baratro di morte ed oblio ma esiste una breccia in questo piano che può essere attraversata proprio lungo questo limite!" I due avevano ottenuto preziose informazioni "Ottimo" disse Claudio sorridendo. 
Provarono a parlargli una quarta volta ma il capitano si limitò a rispondere "Manca poco all'arrivo, vi conviene sedervi!" e dopo, ogni volta che vi parlarono, ripeté le stesse parole.
Passò qualche minuto e davanti alla nave comparve una nebbia densa proprio dove le acque cadevano verso il vuoto. "Oh mio Dio!" Urlavano gli altri passeggeri "Stiamo per morire!" "Questo era un'imbroglio!" "Non voglio morire". Claudio e Nicolò erano tranquillamente appoggiati al parapetto della nave e aspettarono, sentivano l''incessante precipitare dell'acqua ma non riuscivano a sentire quand'essa si infrangesse al suolo. Le onde tagliate dalla nave creavano schizzi che gli picchiettavano sul volto. 
I due aspettarono così, finché non attraversarono la nebbia. 
   
 
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