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Autore: Ceccaaa    14/08/2016    0 recensioni
~DALL'ULTIMO CAPITOLO~
E poi quella parola, che aveva cominciato ad odiare. Corpuscontroller. Aveva un suono aspro sulla sua lingua e un profilo oscuro nella sua mente. Era l’insieme di amicizia e terrore. Una paura troppo terribile per essere vera, ma che esisteva senza il minimo dubbio. E poi, come colpita da un attimo di lucidità, un colpo al cuore: casa mia. Sono andati a casa mia. Lo sapevano. Sapevano chi era.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Dursley, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Un regalo anonimo

Il secondo trimestre a Hogwarts era iniziato con molta calma. I ragazzi del primo anno avevano poco da studiare, visto quanto avevano invece quelli degli ultimi anni. Nonostante tutto, i piccoli undicenni erano impegnati con compiti e notti in bianco. Dunque, quando arrivò la liberatoria ora di Astronomia del giovedì sera, Jo, Leòn, Mila e Claire non si attardarono a salire le scale che portavano alla torre più alta della scuola, seguiti a ruota da Al – il quale non si staccava un secondo da Claire. Nessuno voleva mai perdersi quelle lezioni piene di bellezza naturale e aria fresca. Purtroppo per gli sventurati primini di Corvonero e Serpeverde, Gennaio era solo agli inizi e l’aria era fredda gelida. A complicare la situazione fu l’alternarsi di nuvoloni che impedivano la vista delle stelle. Nel complesso la lezione fu un disastro e l’insegnate li liberò con mezz’ora d’anticipo. Tornati nella Sala Comune, a parte all‘improvviso senso di liberazione dal vanitoso Al Norton, Jo si sentiva stanco morto. Erano giorni che, se dormiva, aveva al massimo un’ora di sonno, e questo non giovava alla sua prestazione scolastica. Dormiva durante ogni lezione, nonostante avesse voti massimi anche in Difesa Contro le Arti Oscure, possibili solo grazie allo studio notturno. Era come se per lui giorno e notte fossero al contrario: infatti trovava sempre più facile studiare durante la notte. Ma questo non permetteva di effettuare alcuna ricerca sul Cavaliere, che sempre più insistentemente affiorava come un’ombra senza volto nei suoi sogni più felici. Il che era un vero peccato, perché non ne aveva quasi nessuno.
Come se non bastasse, Mila si era allontanata molto nelle ultime settimane, e non potendo parlarne, il ragazzo non sapeva per certo se era dovuto a Leòn o lui.
“Jo! Ho bisogno di quegli appunti su Piton, e anche quelli sulla Mandragola, già che ci sei. Poi mi devi aiutare con l’incantesimo di disarmo, o Matthews non me la fa passare liscia questa volta.” Era l’una di notte, e Leòn era appena sceso in Sala Comune per raggiungere Mila e Jo al solito tavolino. Era sempre triste non poter studiare con Claire, ma Voldy se tutti e tre ci tenevano a evitare Norton! “Ecco, chiedi a Jean se ti ridà quelli su Piton, li ho dati a lei.” Rispose Jo passandogli due fogli sulla Mandragola e uno sull’Expelliarmus e indicando Jean Thomas (la sorella più piccola di Skai) dall’altra parte della stanza. “Dursley, non è che mi presti i tuoi appunti di Pozioni? Ero malato la settimana scorsa.” Chiese Simon Finnigan sorridendo. “Simon, tu sei al terzo anno!” “Sì, ma tu prendi appunti dai libri del terzo anno, quelli del primo ti annoiano.” “A me serve aiuto in questo tema di Cura delle Creature Magiche.” “Non faccio Creature Magiche.” “Ma sai tutto di questo libro, ti ho visto leggerlo.” “Jo, mi daresti una mano in Trasfigurazione? So che sei solo al primo anno, ma si dice che tu sappia fare cose molto più avanzate dello standard.” “Credi di potermi spiegare questo capitolo sui Patronus? Sarebbe un gran favore, sai.” Si andava avanti così, tutta la notte fino all’una, nei giorni peggiori le due: ore in qui Jo doveva aiutare tutti dopo aver finito i suoi compiti. Gli unici che non chiedevano aiuto erano i ragazzi del settimo anno, e lui gli era davvero grato. Mila e Leòn usavano gli appunti senza chiedere il permesso, tanto lui accordava a tutti ogni favore. La Sala Comune sembrava più viva la notte che in qualunque altro momento, e gli ultimi ad andarsene erano quelli del quinto e settimo anno, senza contare i tre ragazzini del primo dei quali due dormivano sul tavolo e l’ultimo aiutava senza sosta il quinto anno a organizzarsi e prepararsi per i G.U.F.O.
Insomma, tra notti di studio, e sogni fuori dal comune, i weekend di Jo erano come delle oasi di salvezza. In realtà il sabato non esisteva più nella sua vita: si addormentava il venerdì sera e, salvo i bruschi risvegli dovuti ai sogni, dormiva fino alla domenica mattina, e ormai nessuno si chiedeva più dove fosse finito.
Durante le settimane più difficili, Jo saltava anche mattinate intere e le domande come “Avete visto il signor Dursley?” da parte dei professori oppure “Ma Jo è di nuovo a letto?” da parte degli studenti, erano lasciate senza risposta da uno sguardo allusivo. Quando in questi giorni nel pomeriggio le lezioni coincidevano con i Corvonero, Claire tirava calci al suo migliore amico da sotto il banco per svegliarlo o solo per punire il fatto che avesse saltato metà delle lezioni. Al Norton la seguiva sempre, quindi nessuno dei tre Serpeverde si sforzava troppo per trovare una scusa per tornare a sgobbare su libri segreti presi quasi per sbaglio dalla Sezione Proibita. Perfino Mila non riusciva a pensare al Cavaliere. E beata lei! I sogni delle gemelle erano molto rari, ma Jo si svegliava almeno tre volte a notte (e dormiva al massimo un’ora ogni notte) svegliato dallo stesso lampo verde dell’Avada Kedavra. La febbre dovuta al sogno spariva in qualche minuto, giusto il tempo di farlo rimbambire per il rapido calo del calore corporeo e farlo addormentare in un nuovo sogno, eppure sempre lo stesso, ma più vivido col passare del tempo, come se si avvicinasse sempre di più il momento di attuarsi e diventare realtà.
Argomento A, pagina 345: La caccia ai Lupi Mannari da parte degli Auror.” “Argomento A? Come fa a essere a pagina 345?” chiese Leòn a Jo, che stava dettando il tema di Storia della Magia. “Perché è l’argomento A del capitolo 11. Quello riguardante il dopoguerra. Dicevo: La caccia dei Lupi Mannari da parte degli Auror. Secondo il documento evocato il 4 giugno 1998, tutti gli Auror ebbero il compito di catturare e processare qualunque Lupo Mannaro si fosse dimostrato incline al movimento Mangiamorte.” “Ma perché proprio tutti? Insomma, magari qualcuno non aveva nulla a che fare con Voldemort e aveva lottato contro di lui, oppure era rimasto neutrale, guarda Remus Lupin: lui è morto durante la Battaglia di Hogwarts.” “Sai cosa vuol dire processare?” “Non proprio…” “Scrivi e basta. I Lupi Mannari si nascosero nelle caverne dei giganti, che non gradirono e protestarono al Ministero, che chiuse le grotte lasciando i Lupi per sempre lì dentro.” “Hey, non dice così! E poi io devo scrivere un tema di trenta centimetri, non due frasi.” “Allora perché non scrivi grande?” “Non mi aiuti.” “Senti perché non chiedi a Mila di aiutarti?” “Perché a lei l’hai dettato tu.” “Allora copialo, comunque ora devo andare.” Jo si alzò e restituì il libro al suo amico. “Dove?” chiese Leòn “Ho un favore da fare a un amico del fratello di mio cugino, che è anche mio cugino, che però non si ricorda il nome del suo amico.” “Non regge neanche se mi Confondi.” “Non mi credi? E va beh, comunque Mila è appena scesa. Ti aiuterà lei a studiare, ci vediamo dopo.” E sparì oltre il muro di mattoni.
“Dov’è Jo?” chiese Mila sedendosi reggendo cinque libri e posando la borsa piena di altri sette sul tavolo. “A incontrare un amico di suo cugino. Credo, non è stato molto chiaro.” Poi si voltò notando che Mila lo guardava accigliata, bloccata nell’atto di aprire il libro di Erbologia. “Jo è andato a parlare con… qualcuno?” “Così ha detto. Non è che mi aiuti a finire il tema?”
 
Jo scese le scale veloce e raggiunse il cortile interno, dove Jake stava cercando di studiare, senza molto successo. “Ancora alle prese con inutili informazioni sulla zoologia Babbana?” lo canzonò l’amico raggiungendolo. “Disse il Nato Babbano. Non me l’hai regalato tu questo libro?” “Solo perché non m’interessava. A proposito, dov’è Lloyd?” chiese Jo, il quale aveva ‘prestato’ il suo cane a Jake, solo per non lasciarlo senza cure, visto tutti i compiti che aveva e non (era quasi sicuro che la metà dei compiti di tutti i Serpeverde fossero opera sua).
“Dursley, te conviene stargli lontano, o giuro che ‘sta volta te affatturo!” minacciò uno degli amici di Jake arrivando minaccioso. “Se volessi fargli male, dovrei fare i conti con la McGranitt, ancora, e ti assicuro che è l’ultima cosa che voglio.” “Calmo, Carlos, è qua solo per aiutarmi a studiare.” Lasciando Carlos decisamente sbalordito, si avviarono verso un’aula vuota.
“Tra te e Leòn, non so chi sia messo peggio.” Commentò Jo, dopo quasi un’ora di studio. “Io. Leòn ha undici anni…” “…e la mentalità di un cinquenne. E pure tu, solo che tu di anni ne hai sedici.” “Sai essere un degno Serpeverde, quando vuoi.” “Grazie.”
Passò ancora un’ora, ad un certo punto qualcuno entrò nell’aula e tirò la veste di Jo. “Kreacher?” chiese il ragazzo con un sorriso. “È un piacere vederti.” “Kreacher è venuto per fare a Jo un regalo. Dal suo padrone.” Jo lo guardò sorpreso. “Il tuo padrone ti ha chiesto di farmi un regalo? A me?” chiese il ragazzo indicando il suo petto. “Sì, sì. Oh ma… Kreacher chiede scusa, non aveva visto il signorino.” Disse l’elfo sorridendo a Jake. “Piacere, Jake. Tu sei Kreacher, giusto?”
“Kreacher deve darti questo, Jo. Un regalo del padrone.” Kreacher porse una pergamena ingiallita a Jo. “Grazie. Qualunque cosa significhi, grazie mille, Kreacher.” L’elfo sorrise radioso e con un profondo inchino, si dileguò.
“Ma che cos’è?” si chiese Jo. “Posso vedere? Forse io ho un’idea, ma devo vederla a vicino.” Jo gliela porse e Jake la esaminò per bene, poi esclamò: “Wow! Ho letto di questa roba. Si chiama la Mappa del Malandrino. C’era in un libro sui protagonisti delle Guerre Magiche, si è fatta due generazioni intere! Giuro solennemente di avere cattive intenzioni.” Non successe niente. “Ho capito. Ma stai sbagliando formula: è Giuro solennemente di non avere buone intenzioni.” La pergamena si animò e mostrò diverse centinaia di puntini, ognuno contrassegnato da un nome.
“Jo, cosa non va?” “Questa mappa. Appartiene a mio zio.” E si voltò ricordandosi dove aveva sentito il nome di Kreacher.
   
 
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