Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Piuma_di_cigno    14/08/2016    1 recensioni
Elsa guarda sua sorella Anna volteggiare entusiasta tra le braccia di Kristoff il giorno del suo matrimonio. Per un attimo, rimpiange che il suo cuore sia tanto freddo da non permetterle di conoscere davvero qualcuno.
Ma quella sera, quando decide di fare una passeggiata nei giardini del castello, qualcosa stravolge il cuore di Elsa.
*“Come mai siete qui tutta sola? Vostra sorella ha dato inizio alle danze, dovreste andare a cercarvi un cavaliere.”
Strinsi le labbra.
“E voi lo stesso.”
(...)
“Non sono interessato alle dame nel castello.”
“Perché, se posso chiedere?”
Il giovane mi lanciò un'occhiata.
“Ballo solo con la dama che amo.”*
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 19 – Avanti

 

Mezzanotte stava arrivando troppo in fretta. Non avevo ancora capito se ero riuscita a fare tutto ciò che dovevo, se rimpiangevo qualcosa. In fondo, sarebbe potuta finire male. Non solo la mia vita sarebbe potuta finire male, ma anche quella di mia sorella, e quella di Avery, di Sam e di tutti i Custodi.

Una parte di me non riusciva ancora ad evitare di sentirsi in colpa per averli coinvolti in quella storia, ma in cuor mio sapevo che, comunque fossero andate le cose, sarebbero stati coinvolti tutti lo stesso.

Mancava mezz'ora alla partenza e io mi guardavo, pallida come un fantasma, allo specchio della mia camera: avevo raccolto i capelli come il giorno dell'incoronazione. Era in quel giorno che tutto era crollato, ma ne era seguito anche un lieto fine, perciò avevo cercato di ricordare quel momento.

Il mio viso si era fatto più lungo e affilato da quella volta, i capelli erano più lunghi e qualche ciocca sfuggiva dall'elastico. Per la prima volta in vita mia, pensai di sembrare stranamente pericolosa: vestita da uomo, completamente di nero, con quei pantaloni così stretti e quell'impermeabile lungo, col cappuccio, e quell'aria severa, spiazzante. Anna mi avrebbe riconosciuta? Vedevo poco della vecchia Elsa, ormai. Ero diventata una Custode a tutti gli effetti.

Harry mi aveva detto che, se avessi voluto, avrei anche potuto cambiare il mio nome, giurando fedeltà ai Custodi. Era una specie di nuova vita.

Avrei dovuto mettere anche i guanti, ma ovviamente non ne avevo nessuna intenzione, visto che diminuivano i miei poteri e che non ne avevo bisogno. Lanciai ancora un'occhiata allo specchio e vidi che mancava l'ultimo tocco: la mia espressione era spaventata, intrisa di dolore, gli occhi spalancati.

Lentamente, rilassai tutti i muscoli del viso, impressi una maschera d'acciaio agli occhi, mi imposi di fingermi coraggiosa e risoluta. Era quello che avrei dovuto essere per salvare Anna.

Ora ero perfetta.

Sentii le campane della torre campanaria in piazza cominciare a suonare i rintocchi di mezzanotte, lugubri e decise. Era ora.

Presi un profondo respiro, e uscii diretta all'atrio del castello.

I corridoi erano molto più bui del solito e fuori dalle finestre si vedeva soltanto un buio impenetrabile. Non c'era una sola luce. Guardare fuori era come cercare di intravedere qualcosa sul fondo di un pozzo.

Accelerai il passo, con il cuore in gola, e finalmente intravidi le luci delle candele in atrio. Persino quelle sembravano più fredde del solito, ma al momento erano le uniche che potessimo sperare di vedere.

Appena entrai nella stanza, la loro luce fioca illuminò il viso di una ventina di Custodi e si riflesse sul baluginio delle ali spiegate di Avery. C'era un brusio in giro per la stanza, discutevano tre loro a bassa voce, divisi in piccoli gruppetti.

Vidi di sfuggita Sam, seduta su una delle travi del soffitto, e qualche altro viso conosciuto o già visto. Gli occhi di Sam sembravano mandare lampi nell'ombra e, anche se mi trovavo metri e metri più in basso, riuscii a vederne l'esatto colore e la pupilla allungata, poco prima che si ritirasse nel buio.

Guardai ancora in giro, finché non trovai Harry. Il mio cuore accelerò e per un attimo temetti che la maschera del mio viso si sarebbe rotta e avrebbe rivelato tutto … Anche il mio piano, ma nell'istante in cui i suoi occhi incontrarono i miei capii che era tutto a posto e avanzai verso di lui.

Ora veniva la parte più difficile.

“Pronta?”

“Pronta.” le nostre voci erano ferme, i nostri visi maschere di ghiaccio. Harry frugò nella tasca e tirò fuori la boccetta della pozione, con il liquido bluastro venato da fili dorati. Distrattamente mi chiesi che sapore avesse e se sarebbe stato doloroso, ma poi ricordai che non l'avrei mai bevuta e, in qualche modo, fui sollevata all'idea che la curiosità rimanesse solo curiosità.

Alzai di nuovo lo sguardo su Harry, aspettandomi ancora una volta che mi leggesse dentro e intuisse quello che stavo per fare, ma la sua espressione rimase neutra. Dentro di me, non sapevo se essere delusa o contenta: delusa all'idea di non avere anche solo una scusa per dirgli tutto, contenta perché … Era assolutamente meglio che non sapesse niente. Non doveva impedirmelo.

Harry stappò la boccetta e sentii il cuore salirmi fino alla gola e accelerare. Terrorizzata, controllai che non lo sentisse, ma la sua espressione fugò ogni dubbio: aveva visto che ero nervosa.

“Non preoccuparti. Non succederà niente di male.”

Gli sorrisi, più sollevata di quanto dessi a vedere: pensava che fossi spaventata all'idea di bere la pozione. Non sospettava niente. Me lo ripetei anche quando lo vidi prendere un sorso dalla fiala e poi porgerla a me.

Era dolce, aveva il sapore dei mirtilli, del miele e di qualcos'altro che in pochi sarebbero riusciti ad identificare: sciroppo d'acero. Dopotutto, solo io potevo sapere che era con quello che avevo sostituito la vera pozione.

“La strega ha detto che posso trasferirti i poteri solo una volta: lo faremo quando ce ne sarà bisogno.” dissi, pur sapendo di mentire. Ma non potevo lasciare che Harry facesse una prova e scoprisse che non funzionava. Non dovevo dargli indizi, ed era per questo che non gli avevo detto nulla nemmeno del prezzo pagato alla strega. Non sapeva ancora nulla.

Mi sorrise. L'ultimo sorriso, pensai. Se fosse andato storto, sarebbe stato l'ultimo.

“Custodi!” esclamò, rivolto alla sala, che si zittì immediatamente. “E' ora!”

E con quelle parole uscimmo nella notte.

 

Era la notte più buia della mia vita, e non sapevo se fosse dovuto alla paura che qualcosa andasse storto, o al terrore della mia fine … In fondo era come se stessi progettando il suicidio. Quando me ne accorsi mi sentii correre un brivido di terrore lungo la schiena: persino la parola suicidio aveva qualcosa di terribile. Sui caedere, in latino.

Lanciai ancora un'occhiata ad Harry, poco più avanti di me, davanti a tutti i Custodi, e mi chiesi a cosa pensasse; in realtà, mi chiedevo a cosa pensassero tutti loro, non solo lui. Nessuno sembrava avere paura ed erano tutti in silenzio, nessuno diceva una parola. Chissà se qualcuno di loro stava pensando a quello a cui pensavo io, al rischio che la nostra vita finisse, o a quando avevano perso qualcuno di caro … Sam doveva aver sentito qualche emozione dentro di me, perché mi si accostò silenziosamente e con un movimento disinvolto mi tirò abbastanza lontano da Harry da non fargli sentire quello che dicevamo.

“Allora, regina Elsa” il suo tono nascondeva un sorriso, “sei pronta a mettere fine alla tua vita stasera stessa? Hai fatto tutto quello che volevi fare?”

Sentii le lacrime salirmi agli occhi, ma le ricacciai giù.

“Sono pronta. Non ho fatto tutto quello che volevo, forse, ma lo farà Anna per me.”

Sbuffò, e mi parve per la prima volta di vedere una vera tristezza dietro i suoi occhi da gatto.

“Non sarà mai lo stesso, e lei starà male per la tua perdita.”

“Le passerà.”

“Diventerà sopportabile. Non passerà mai.”

Sospirai, sconfitta. Lo sapevo. Lo avevo capito in tutti quei giorni passati senza di lei, avevo capito cosa fosse la nostalgia, cosa significasse avere un vuoto enorme nel petto, ma anche quanto amassi Anna e che ce l'avrei fatta. Se anche non l'avessi ritrovata, se non fosse stata viva, sarei stata male per mesi, forse anni, ma sapevo che alla fine sarei andata avanti con la mia vita, per lei e per me. E così avrebbe fatto anche mia sorella.

Avevo cercato di spiegarglielo in una lettera che avevo mandato nei giorni precedenti: sarebbe stata spedita ad Arendelle il prima possibile e, se tutto fosse andato come doveva, Anna l'avrebbe ricevuta appena tornata e avrebbe saputo tutto. Si sarebbe arrabbiata sicuramente, ma era meglio che fosse arrabbiata piuttosto che uccisa.

Sam dovette sentire la mia determinazione, perché sospirò rassegnata e mi lanciò un'occhiata da cui capii che mi avrebbe lasciata fare qualunque cosa, sapendo di non avere voce in capitolo.

“E così hai deciso davvero?”

Annuii. Rimase in silenzio per un attimo, poi parlò piano.

“Il fatto che io abbia nove vite non rende l'idea della morte meno spaventosa per me. Nemmeno io so cosa ci sia dopo, ma qualunque cosa sia … Tornerai indietro a dirmelo, se potrai?”

Ero sorpresa dalla sensibilità di quelle parole; Sam mi piaceva, ma era sempre stata … Sam. Lontana, fredda, ironica, sarcastica … Sola. Poteva avere il carattere di un gatto selvatico e diffidente a farle da corazza, tuttavia lì sotto rimaneva sempre un essere umano e una Custode.

Le sorrisi.

“Farò il possibile.”

Mi sorrise di rimando, gli occhi che luccicavano nell'oscurità, e un barlume di rimpianto e persino di tristezza in essi.

“Sono onorata di aver avuto il privilegio di dirti addio, Elsa.”

Sentii un nodo in gola.

“Anch'io.”

Da allora rimanemmo in silenzio, ma sapevo che lei sentiva le mie emozioni e io sapevo che mi era accanto; solo il fatto che fosse a conoscenza del mio piano rendeva le cose più facili, in qualche modo.

Il bosco e le montagne erano immersi in un silenzio agghiacciante e il buio ci avvolgeva come una coltre; dopo esserci addentrati al suo interno cominciammo ad intravedere occhi rossi intorno a noi. I Capi Neri ci guidavano verso Anna e in qualche modo ero sicura che tutti i loro sguardi fossero puntati su di me. I Custodi erano disposti tutti intorno a me per farmi scudo fino alla fine, per impedire che mi facessero del male o tentassero di rubarmi i poteri, e lo rimasero anche quando entrammo in una grotta buia, diretti verso il loro nascondiglio.

Non si sentiva nemmeno un rumore. Era la cosa che mi terrorizzava di più, e ogni passo in avanti che facevo mi chiedevo se era quello che mi attendeva dopo la fine della vita: un oblio buio senza fine.

Dopo quelle che mi parvero ore, vidi uno spiazzo aprirsi davanti a noi nell'oscurità e fu allora che apparve: una sala immensa, brulicante di Capi Neri, illuminata dalla luce della luna che entrava da un'apertura sul soffitto. Pareva irraggiungibile persino a me, che sapevo volare.

In quel momento, in fondo alla sala, vidi un trono nero. Era lì che si concentravano le attenzioni dei Capi Neri, che gli volavano intorno come uno sciame di api con la loro regina. Non era illuminato dalla luce della luna, perciò non riuscivo a vederlo bene come invece vedevo una cascata d'acqua scendere attraverso le rocce sulla sinistra, nel vuoto più totale, e come vedevo i simboli tracciati sul pavimento, simboli di un rituale oscuro.

Ma la stregona me l'aveva mostrato, perciò sapevo già cosa c'era su quel trono.

Tante volte nella vita non avevo saputo cosa fare, cosa aspettarmi, come agire, ma quella notte ero arrivata lì preparata; avevo barattato con la stregona molto più dell'eternità, avevo barattato la mia vita.

La mia vita per vedere il futuro.

Per questo, quando alzai la testa e vidi Anna spettinata, con il sangue che le colava da una ferita sulla tempia, il viso pallido e magro e le corde che la legavano al trono nero, non ero per niente sorpresa. E sapevo che a me era destinato il trono accanto al suo.

Spazio autrice: ci vuole un interessante colore violetto per dichiarare il mio autentico ritorno come scrittrice dopo tanto tempo. Finalmente sono intenzionata a scrivere il finale e ho già scritto qualche altro capitolo, ma sono un po' incerta su alcuni aspetti della storia, perciò non li pubblicherò finché non sarò sicura che vadano bene. Ho in mente un finale molto interessante per quanto riguarda Elsa ed Anna, però non posso ancora rivelare niente ;)
Per il resto, spero tanto che il capitolo vi sia piaciuto e che aspetterete fiduciosamente il prossimo, perché le mie assenze possono anche essere storiche, ma tenterò sempre di non lasciare storie incomplete :)
Auguro a tutti voi lettori uno splendido Ferragosto :D
Baci,
Piuma_di_cigno.

   
 
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