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Autore: Rohhh    16/08/2016    2 recensioni
A chi non è mai capitato di sentirsi troppo diverso da qualcuno e non provare ad andare oltre quelle apparenze? Ashley ha 21 anni, è una studentessa universitaria seria e posata, ha due sorellastre e una madre che sente troppo diversa da lei. In vacanza dal padre conosce Matt, il figlio della sua nuova compagna, ribelle e criptico, lui con la propria madre ci parla appena. Quell'incontro cambierà il modo di vedere le cose di entrambi e farà capire loro che non è mai troppo tardi per recuperare un rapporto o per stringerne di nuovi con chi non ci aspettavamo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 12

 

Chissà qual era quella misteriosa ragione per cui, nell'esatto momento in cui le labbra di due persone si incontrano per la prima volta, questo semplice gesto fa nascere tra loro una confidenza nuova, più intima, come se si abbattesse un ulteriore muro, una barriera.

Questo si chiedeva Ashley quella notte, lungo la strada del ritorno, con una mano di Matt che le cingeva il fianco, la presa sicura ma delicata, e lei, che a sua volta lo stringeva, senza più traccia di imbarazzo, solo naturalezza nel sentire la consistenza del suo corpo sotto le sue dita, come se ogni cosa stesse andando come dovesse.

In quel momento si sentiva in equilibrio con sè stessa, con la terra, con i pianeti, le stelle e l'universo intero. Aveva le spalle coperte da un'asciugamano, i capelli gocciolanti stavano lasciando tracce del suo passaggio sull'asfalto, il vestitino che aveva indosso era completamente inzuppato e le si appiccicava alle cosce ogni passo che faceva, rendendola impacciata nei movimenti, e Matt era conciato all'incirca allo stesso modo. I suoi capelli bagnati sembravano più lunghi e si prolungavano oltre la nuca fino al collo, rigandoglielo di acqua salata, che poi arrivava alla sua maglietta nera, bagnata anch'essa. Ogni tanto qualche passante lungo il tragitto li aveva guardati con disapprovazione o con meraviglia, o semplicemente aveva sorriso al vederli in quelle condizioni nel bel mezzo della notte.

Ma la cosa fantastica era che ad Ashley non fregava un emerito accidente.

Che li guardassero pure, che ridessero, che pensassero che erano pazzi, nessun giudizio più contava, quello che importava era come si sentiva lei. Un tempo avrebbe dato importanza a tutti i commenti o gli sguardi, avrebbe corretto i comportamenti giudicati sbagliati, si sarebbe nascosta dietro un'immagine perfetta, ma tutto era cambiato ed era maledettamente bello e appagante.

Si staccarono solo giunti vicino all'auto, Ashley esitò ad entrare, timorosa di bagnare e rovinare sedili e quant'altro, ma vide Matt sistemarsi sereno al posto di guida, sporgersi verso di lei e invitarla dentro «Vai tranquilla, fanculo, l'acqua si asciugherà, non è una limousine!» la incoraggiò. E il bello di lui era proprio quello, che non gli importava dell'apparenza o di avere tutto impeccabile, non gli interessava come alcuni, tra cui il suo ex, fare attenzione per avere la macchina perfetta e curata, lui si viveva le emozioni, anche se sporcano, anche se lasciano tracce, anche se fanno male.

Arrivarono dinanzi la porta di casa che era quasi l' una di notte e straconvinti di trovare la casa buia e silenziosa.

Invece, per loro grande sorpresa, non appena varcata la soglia li accolse il lampadario del salone illuminato a festa e Gregory e Monica, comodamente seduti sul divano insieme a una coppia di amici, altrettanto seri e composti, intenti a discutere e bere vino costoso.

Tutti e quattro si voltarono a osservare sbalorditi i due ragazzi, rincasati in piena notte, fradici dalla testa ai piedi, vestiti compresi.

Matt ed Ashley si bloccarono a loro volta, rimanendo impalati ma per nulla imbarazzati.

«Buonasera, ciao papà» salutò Ashley, rivolgendosi prima agli invitati e poi al padre, con un elegante cenno della testa, che faceva a pugni con il suo aspetto, per nulla ordinato in quel momento.

«Salve a tutti» disse altrettanto candidamente Matt, sollevando una mano.

Monica era diventata una statua di ghiaccio, aveva lo sguardo tra l'inorridito e chi sta per compiere un omicidio. Ashley pensò che in fondo era solo poco peggio di quando la guardava normalmente, pur essendo vestita ordinata, ben pettinata e gentile, tanto valeva sorridere e divertirsi.

«Ciao tesoro – rispose al saluto Gregory – ma cosa vi è successo?» chiese, dando un'ulteriore sguardata a entrambi i ragazzi, raddrizzandosi meglio gli occhiali sul naso.

«Siamo stati in spiaggia e abbiamo fatto un tuffo, l'acqua era splendida!» rispose come fosse la cosa più normale della terra.

«Vestiti?» domandò ancora, con espressione stupita, ma anche con un impercettibile sorriso: non vedeva sua figlia così spontanea e raggiante da tanto tempo e non poteva che esserne felice, da padre. Se quello era anche merito di un po' di pazzia di quel ragazzo, beh, tanto di cappello.

«Certo, è ancora più divertente!» sorrise Ashley, mentre accanto a lei Matt ne fu orgoglioso. Finalmente riusciva ad esternare quello che provava davvero, senza preoccuparsi di chi c'era e di cosa potesse apparire. Era rimasto in silenzio perchè aveva capito che voleva essere lei a prendere parola e a parlare, come una sorta di catarsi.

Gregory non andò oltre, la sincerità di Ashley lo spiazzò e fu in quell'esatto secondo che le ricordò la sua ex moglie, Nancy. Le somigliava tantissimo, spigliata, anche un tantino irriverente e solare. Ne fu comunque contento, sapeva che Nancy aveva problemi nel relazionarsi a sua figlia e chi lo sa se qualcosa stava cambiando ed Ashley avesse scoperto una nuova parte di lei. Magari al ritorno sarebbe migliorato anche il loro rapporto.

«Matthew esigo una spiegazione!» ringhiò Monica, chiamandolo col suo nome intero, il che non era affatto un buon segno. Aveva il viso tirato e pallido, le labbra strette e la fronte aggrottata in un'espressione di odio. Aveva cominciato a battere un piede a terra ritmicamente, come un tic nervoso. Tra quei due c'era qualcosa sotto e quello che più la faceva imbestialire era che Ashley le era sembrata fin dalla prima volta che l'aveva vista, una ragazza fragile, educata, certo, ma solo perchè aveva mantenuto i contatti con Gregory, di certo non degna di particolare nota e invece, era riuscita a insinuarsi nel cuore di suo figlio e poteva vederla davanti ai suoi occhi increduli quella intesa, quei sorrisi, e Matt non sorrideva mai con lei se non per lanciarle qualche ghigno di sfida.

Non aveva ancora dimenticato la sua insolenza di quel pomeriggio nel risponderle a tono. Non appena aveva tentato di metterla in guardia da Matt, l'aveva difeso come fosse la cosa più preziosa al mondo, e aveva persino insinuato che lei, che era sua madre, non lo conosceva.

Ma si sa, spesso ci si arrabbia di più quando la verità viene sbattuta in faccia e non la si vuole accettare.

«è proprio come ha già detto Ashley, non ho nient'altro da aggiungere – rispose calmo – e ora, scusate l'interruzione, ma vado a cambiarmi» concluse, dirigendosi al piano superiore.

Ashley fece un breve inchino verso gli ospiti «Arrivederci e scusate!» esclamò, precipitandosi a seguire Matt sù per le scale, fino a raggiungerlo e sghignazzare con lui per la scenata appena accaduta.

Si sentiva come un fiume in piena che ha rotto gli argini e non riesce più a contenersi, essere così schietta era una sensazione talmente bella che sperava tanto non l'abbandonasse più.

Si fermarono davanti alla porta della stanza di Ashley, Matt fece un passo in avanti verso di lei.

«Mi sei piaciuta un sacco poco fa, sei stata grande!» le disse a bassa voce.

«Ho solo detto quello che volevo davvero, senza filtri – abbassò un attimo gli occhi – credo di non averlo fatto mai, prima d'ora»

«E come ti senti?» le chiese, spostandole dei capelli umidicci davanti alla bocca.

«Una meraviglia, ed è un po' anche grazie a te» gli disse, alzando lo sguardo al suo livello.

Matt ebbe un fremito perchè nella vita pensava di essere sempre stato un fallimento per la maggior parte delle persone che avevano avuto a che fare con lui, un disastro, un caso senza speranza e invece quella ragazza lo stava ringraziando sinceramente, aveva avuto un ruolo nella sua vita e pareva anche fosse stato positivo. Il suo cuore si riscaldò.

«Bene - disse solamente – adesso, siccome sono un gentiluomo, ti lascerò usare il bagno per prima, buonanotte allora» e si diresse verso la sua camera in fondo al corridoio.

«Buonanotte»

Non ci fu alcun contatto fisico tra loro, sebbene entrambi avessero ancora nitido nella mente quello che era successo poco prima in acqua.

Ashley rimase ferma a guardarlo scomparire nel buio, con la voglia di rincorrerlo di nuovo, fermarlo e stare ancora svegli a parlare, a ridere e a tenersi stretti, ma si costrinse a tornare in sè, rientrò in camera e cercò nell'armadio l'occorrente per cambiarsi, farsi una doccia e lavare via le tracce di quella serata così allucinante.

Una volta pulita e coi capelli asciutti e morbidi, si mise a letto, ma non faceva altro che rigirarsi senza sosta, come se sotto di lei il materasso fosse pieno di sassi. Si passò un dito sulle labbra, proprio dove qualche ora prima Matt aveva poggiato le sue.

Già, era successo davvero, non l'aveva sognato.

Era stato un bacio casto e niente più, ma aveva avuto un potere enorme su di lei, l'aveva sconvolta come fosse stato il suo primo bacio in assoluto.

Era forse perchè quel contatto l'aveva desiderato, seppur inconsciamente, da giorni?

Sospirò per l'ennesima volta e voltandosi dal lato in cui il letto incontrava la parete della stanza, si trovò a sfiorare il muro con la mano, pensando che, solo a qualche metro più avanti, oltre quello strato di cemento, ci fosse Matt, sdraiato sul suo letto, e a quel punto i suoi pensieri corsero veloci come un treno, prima che potesse frenarli facendo buon uso della sua razionalità consueta.

Immaginò come dovesse essere trovarsi a letto, insieme a lui.

Di scatto di mise a sedere, spalancando gli occhi e col respiro affannoso, portandosi una mano sul petto per contenere i battiti del suo cuore. Se continuava così rischiava un infarto prima della fine della vacanza.

Per fortuna il suo autocontrollo era intervenuto, anche se in ritardo, per evitare di andare oltre con l'immaginazione.

Afferrò la bottiglia di acqua che teneva sul comodino e si riempì un bicchiere, per poi portarlo alla bocca rapidamente, per trarne sollievo. Era calda ma le sembrò comunque rinfrescante rispetto ai pensieri bollenti che stava avendo.

Riprese il controllo del suo respiro e del battito e si fece aria con le mani sul volto sudato, ripetendosi internamente di smetterla più e più volte, come un mantra.

' Cazzo, ho 21 anni non 16 ' si rimproverò. Non aveva avuto molte esperienze, ma pensava di aver superato da tempo la fase dell'innamoramento selvaggio e incontrollato e invece stava lì, insonne, dopo un bacio da un ragazzo che fino a due settimane prima non aveva nemmeno considerato come persona con cui parlare, figurarsi come oggetto di interesse romantico.

Lentamente si distese nuovamente sul letto, con le mani incrociate sul ventre e gli occhi fissi sul soffitto.

Inaspettatamente balzò in mente un altro pensiero, completamente diverso da quello precedente, ma ugualmente martellante: Monica.

Anche se era stato liberatorio ribatterle per le rime il giorno prima e anche se considerava allettante l'idea di ignorarla del tutto, un po' come faceva suo figlio, sentì un'inquietudine dentro, che le suggeriva come, forse, quella non era esattamente la soluzione giusta.

Innanzitutto, restava comunque la compagna di suo padre e non voleva creare problemi tra loro o comportarsi come le classiche figlie che non sopportano le nuove fidanzate dei padri. Era adulta e non una bambina capricciosa.

E poi, non riusciva a credere che quella donna fosse davvero così, perchè aveva trovato suo padre in forma e sereno e lui non era il tipo da fingere felicità che non esistevano, anzi, quando c'era anche una minima cosa che gli dava fastidio, tendeva subito a indossare un'espressione cupa e seriosa. Non era nemmeno il tipo da necessitare a tutti i costi una donna accanto, al contrario, era molto selettivo e dopo sua madre, le storie con altre donne non raggiungevano neppure tutte le dita di una mano.

Se lui stava con Monica e ci stava bene, voleva dire che la sua vera natura fosse un'altra e che evidentemente lei la mostrava solo a lui, come un lato nascosto, ma che in tal caso era un lato positivo, e questo tormentava Ashley, perchè non comprendeva cosa avesse fatto lei di sbagliato per meritarsi, invece, la sua parte peggiore. Ci doveva essere una spiegazione ed era determinata a scoprirla, anche perchè qualcosa le diceva che avesse a che fare con Matt. Senza dubbio il suo passato non doveva essere stato roseo e spesso non tutti affrontiamo i problemi allo stesso modo, magari quello era l'unico modo che aveva adottato per difendersi da un dolore che si portava dentro da troppo tempo. Non potè evitare il paragone con la sua di madre. Anche lei doveva soffrire parecchio e doveva aver sofferto in passato, a ogni fine delle sue relazioni, ma il suo carattere allegro e esuberante la portava a non abbattersi e a non mostrarsi mai afflitta e soprattutto a non cedere all'orgoglio e chiudersi in sè stessa. Monica era un tipo fortemente orgoglioso e poteva essere stato il suo carattere a renderla fredda e barricata dentro una corazza.

Suonava quasi come un suicidio, ma decise l'indomani di parlarle. Avrebbe tentato, anche a costo di ottenere l'ennesima delusione.

Con quel proposito coraggioso, riuscì finalmente ad addormentarsi.

 

La mattina dopo si alzò ricaricata e con l'obiettivo di riuscire a beccare Monica da sola, in modo da poterle parlare senza nessuno attorno. Doveva essere una conversazione a quattr'occhi.

Scese in cucina e non vi trovò nessuno. Erano le 9 e suo padre, ormai in ferie, doveva essere uscito presto con Monica, per una passeggiata o per il mare. Non era un amante della confusione e della gente stipata a meno di un metro di distanza tra loro in spiaggia, quindi sceglieva sempre le ore meno frequentate per andarci, proprio come quelle prima delle 10 del mattino.

Sbadigliò e si mise comoda sulla sedia, dopo aver preso un pò di frutta per fare colazione.

Poco dopo vide giungere anche Matt, non era raro che i due si ritrovassero la mattina a fare colazione insieme, visto che spesso gli orari in cui si alzavano coincidevano.

Si scambiarono il buongiorno, poi lo osservò armeggiare di spalle con la macchina del caffè, indugiando non poco sulla sua schiena nuda. Si ostinava a non indossare la maglietta quando scendeva la mattina, nonostante i ripetuti richiami di sua madre a usare un po' di decenza, visto che non era solo in casa.

Non che ad Ashley dispiacesse tanto, in fondo.

Una volta versato il caffè in una tazzina, si voltò verso di lei, studiandola nei movimenti, mentre finiva di mangiare gli ultimi acini di uva.

«Quindi, ieri ti è piaciuto?» chiese diretto, riportando l'attenzione sulla macchina del caffè per pulirla e staccarla e dandole nuovamente le spalle.

Ashley rischiò di strozzarsi e tossì di riflesso: che domanda era quella e a cosa si riferiva?

Per caso al bacio? Perchè come prima cosa, invece di pensare alla serata in generale era andata subito a puntare su quel bacio?

Si sentì avvampare, di imbarazzo ma anche di ansia e si maledì per essere sempre così emotiva da arrossire per ogni sciocchezza. Oddio, tanto sciocchezza non era, insomma, quanto meno per lei, lui era abituato sicuramente a fare cose molto più spinte. Che figura da ragazzina che stava facendo, si vergognò da morire. Intanto non era ancora riuscita a spiccicare una parola.

Matt venne in suo soccorso per dissipare ogni dubbio. «Intendo il mare» precisò girandosi verso di lei e trovandola proprio come immaginava, rossa e dolcemente in imbarazzo. Quello che non sapeva Ashley era che lui impazziva per quel suo lato, capace di emozionarsi anche per un bacio, per un semplice abbraccio o persino per una carezza. Perchè faceva apparire ogni gesto come importante, dava loro un peso, un senso, e niente era più scontato, banale o svenduto. Quante ragazze aveva conosciuto che la davano via come niente fosse e nemmeno un barlume di emozione nei loro occhi,nessuna scintilla, come se stessero facendo cosa normalissime, come dormire o mangiare. Come una routine. Anche lui era stato così, superficiale e freddo con i sentimenti, ma con lei stava riscoprendo la magia di non sottovalutare o banalizzare nulla, e ogni volta che l'aveva sentita tremare sotto le sue mani, aveva tremato anche lui dentro, scosso da quei brividi che non provava da secoli.

«Oh – esclamò Ashley, ripresasi dalla confusione mentale – si, era bellissimo, un po' inquietante ma bello!» rispose rilassandosi.

Matt fece il giro del tavolo passandole alle spalle, si abbassò dietro di lei e le scostò i capelli da un lato del collo per scoprirglielo, fino a portarsi vicino al suo orecchio.

«Il bacio so che ti è piaciuto» le soffiò, per poi rimettersi dritto e andarsi a sedere di fronte a lei.

Ashley aveva fatto male ad abbassare la guardia, ed ecco che l'aveva annientata, ancora.

' Che bastardo!' pensò dentro di sè, mentre cercava di darsi un contegno.

«Fossi in te non farei così tanto il gradasso!» cercò di ribattere, assumendo una finta aria offesa, ma risultando semplicemente buffa.

Matt rise, il viso gli si illuminò. «Vuoi dirmi che non è la verità, allora?» la provocò nuovamente.

«Io ho finito, sono di fretta, ho altro da fare!» eluse strategicamente la domanda, alzandosi e correndo subito via, senza soffermarsi più di tanto. Ammettere davanti a lui che era stata la cosa più bella della serata non le pareva il caso.

Si chiuse in camera, aspettando il rientro di Monica e il momento giusto per intraprendere una conversazione con lei. Certo che Matt si ci metteva proprio d'impegno a farle perdere la concentrazione!

Quel momento arrivò dopo pranzo, quando Gregory si era allontanato per riposarsi un po' in camera e Matt non era ancora rincasato dalle prove con la sua band.

Ashley osservò Monica mentre riponeva i piatti in credenza e riordinava la cucina.

Indugiò giusto un attimo. Certo decidere di parlarle proprio il giorno dopo quella figuraccia non era stata forse una grande idea. Fu lì per lì per ripensarci e girare i tacchi, ma poi si disse che doveva provare, che non poteva buttare via tutta quella determinazione che aveva avuto fino a poche ore prima.

Inspirò una bella boccata d'ossigeno e si parò all'ingresso della cucina, con le mani intrecciate dietro la schiena.

Tossì leggermente per informarla della sua presenza, Monicà si voltò e le sferrò un'occhiata gelida, prima di rigirarsi e continuare le sue faccende. Non doveva aver digerito la sfrontatezza della sera prima.

La sicurezza si Ashley vacillò, mentre le mani cominciarono a sudarle, ma continuò comunque ad avanzare, ormai certa di voler andare fino in fondo.

«Monica» richiamò l'attenzione della donna, chiamandola per nome.

Lei si voltò nuovamente, scura in volto e infastidita, ma stavolta interruppe ciò che stava facendo e rimase immobile a fissarla.

«Io volevo chiederti scusa per ieri, forse ho esagerato» iniziò, aspettando pazientemente una risposta.

«Presentarvi in quelle condizioni davanti agli ospiti, direi che avete proprio esagerato!» sbottò, tornando a occuparsi dei piatti.

«Non intendevo quello – continuò Ashley, guadagnandosi una sua occhiata incuriosita – mi riferisco a ieri pomeriggio, quando mi hai parlato di Matt» terminò a fatica.

Gli occhi di Monica lasciarono trapelare una certa meraviglia, non si aspettava che Ashley avesse l'ardire di presentarsi lì e scusarsi per quella conversazione. Abbassò lo sguardo, rimanendo ferma.

L'aria si era riempita di tensione così densa che sembrava di poterle vedere tutte quelle vibrazioni che scuotevano lo spazio tra le due, come scariche elettriche.

«Non intendevo insinuare che tu non conosci Matt, ci mancherebbe altro – proseguì – solo che in questi giorni qui, abbiamo parlato tanto e – fece una piccola pausa, perchè quello che stava per dire la toccava nel profondo – mi ha aiutata ad affrontare problemi che mi portavo dentro da tanto e, non so come abbia fatto e nemmeno perchè sia successo, ma è successo» disse decisa, ma accompagnando quella sicurezza alla fatica a sostenere il suo sguardo. Non voleva vederla in viso, adesso che si stava mettendo a nudo.

Monica non potè negarlo: non si aspettava che quella ragazzina avrebbe avuto il coraggio di affrontarla così e per un attimo perse quell'aria austera e superiore che la caratterizzava. La ammirò, dopotutto, perchè era venuta da lei a parlarle, a chiarire, anche se questo non bastava a cancellare la sua rabbia, non ancora.

«Conosci mio figlio da due settimane – parlò finalmente dopo quel silenzio – io l'ho messo al mondo e ti posso assicurare che non è facile avere a che fare con una personalità forte come la sua, finisci per rimanerne schiacciata e l'unica cosa che ti rimane da fare a quel punto è arrenderti»

Matt aveva una personalità forte, ma non valeva lo stesso per Monica? Ashley riusciva a conquistarlo con le sue maniere dolci e delicate, ma uno scontro tra due caratteri così non poteva che produrre danni e incomprensioni. Doveva essere tutta lì la chiave della rovina del loro rapporto madre-figlio.

«Mi dispiace tanto che tra voi si sia creato questo vuoto, perchè.. - voleva andare avanti e spiegarle che lo capiva bene perchè in un certo senso ci stava passando anche lei con sua madre, anche se in forma meno drastica, ma non ne ebbe il coraggio, sopraffatta dalla pressione di quel momento e dalla paura che nominando sua madre, che era comunque l'ex moglie di Gregory, avrebbe peggiorato la situazione – non è così che dovrebbe essere, ma sono sicura che Matt ti vuole bene, perchè con una mamma non si può fare altrimenti!» concluse stremata, ansimando come se avesse fatto una corsa e fosse finalmente arrivata alla fine.

Monica sbarrò gli occhi, quelle parole la colpirono nel profondo. Davvero stentava a crederci che Matt provasse ancora affetto per lei, ma se davvero Ashley avesse avuto ragione? Non voleva ammetterlo ma quel pensiero le riaccese una speranza nel cuore. I suoi occhi si addolcirono per qualche secondo, al pensiero che quel rapporto si potesse ricucire, ma presto scosse la testa, ritornando seria.

«Sei una ragazza intelligente, mia cara, - si rivolse a lei col solito tono gentile – e apprezzo le tue scuse, ma non puoi capire quello che c'è dietro, mi dispiace, io volevo solo metterti in guardia, perchè Matt è imprevedibile e – si avvicinò di qualche passo a lei, guardandola intensamente negli occhi – tu ti sei innamorata di lui, non è vero?»

Ashley trasalì e fu incapace di proferire più nessuna frase di senso compiuto. Non riuscì nemmeno a negare quell'affermazione perchè qualcosa glielo impedì. L'aveva sconfitta, ancora una volta, o almeno così pensò.

Monica la sorpassò e uscì dalla stanza, senza aggiungere altro.

Ashley l'aveva sorpresa e non negativamente. Sembrava avere colto qualcosa di vero nel loro rapporto, e le era sembrata sinceramente dispiaciuta. Non c'erano doppi fini in lei, non c'era cattiveria nelle sue parole, nè arroganza. Le aveva dato una lezione di umiltà e di coraggio. Che stesse sbagliando a trattarla con così tanta freddezza?

Forse stava davvero sbagliando tutto con quell'atteggiamento, senza nemmeno rendersene conto. Si ritirò in camera sua, i suoi occhi avevano perso ogni traccia di superiorità, adesso erano solo tristi.

 

Dopo quella conversazione terrificante Ashley si era rintanata in salone a suonare il suo adorato pianoforte, che aveva un effetto calmante su di lei ogni volta che era triste o affranta. Accarezzare quei tasti era terapeutico e antistress e riusciva a risollevarle un minimo il morale.

Non era pentita di aver parlato con Monica, anche se aveva sperato in un finale diverso. Non le era sembrato di averla smossa più di tanto, anche se a tratti aveva scorto un cambiamento nei suoi occhi, un ammorbidimento. O forse se l'era solo immaginato.

Pazienza, era meglio aver tentato che avere rimpianti.

«Dove ho già rivisto questa scena?» la interruppe all'improvviso Matt, appena tornato a casa.

Ashley si voltò e sorrise appena, ancora non del tutto ripresasi da quel confronto.

Matt faceva riferimento alla loro prima conversazione, lì davanti al pianoforte, ma a parti inverse. Era stata Ashley a sorprenderlo che suonava e a essersi fatta avanti.

«La prima volta che ci siamo parlati è stato qua» rispose Ashley, ricordando perfettamente, mentre Matt si accomodava accanto a lei.

«Infatti – confermò Matt, posando lo sguardo sulla tastiera – quella volta, sai, non mi sarei mai aspettato da te che arrivassi così e abbattessi il muro che aveva messo sù, non mi ero fatto una bella idea di te, ero come uno dei tanti stronzi che ti avevano giudicata» disse dispiaciuto, con lo sguardo perso nel vuoto.

Ricominciò subito «Ma l'ho capito subito che idiota ero stato, diciamo che mi sono ripreso in corsa» la buttò sullo scherzo, strappando un sorriso ad Ashley.

«Sono contento che quel giorno tu sia venuta qua e che mi abbia rivolto la parola» le confessò, serio.

Da dove veniva tutto quel sentimentalismo se lo chiedeva pure lui, ma stava così bene da fregarsene adesso di analizzare la situazione.

«Anche io lo sono» fu tutto quello che Ashley riuscì a dire. Era stata una giornata che l'aveva messa a dura prova e adesso era stanca, anche se averlo lì vicino e ascoltare quelle parole dolci, fu come una boccata d'aria fresca.

Matt guardò rapidamente a sinistra verso l'entrata della stanza, per accertarsi che non ci fosse nessuno nelle vicinanze, poi si avvicinò al collo di Ashley e ci poggiò le labbra, cominciando a baciarlo dolcemente. Ashley sussultò lievemente, ma più consapevole adesso di quello che stava succedendo, chiuse gli occhi, intenta ad assaporarsi tutti i brividi che quel contatto stava producendo.

Le labbra di Matt risalirono fino a fermarsi sull'angolo della sua bocca, le sentì morbide premere leggermente, probabilmente per accertarsi che Ashley volesse quel bacio come lui, che anche lei lo desiderasse.

E lei non se lo fece ripetere, prese l'iniziativa, lasciandolo piacevolmente sorpreso e spostò la bocca fino a incrociare quella di Matt, nuovamente. Stavolta però non si fermarono a quel bacio delicato, ma proseguirono con altri, sempre più intensi, sempre più profondi, finchè anche le loro lingue finirono per sfiorarsi e incontrarsi.

Matt allora, con una mano dietro la sua testa, la attirò ancora più forte a sè, mentre lei si appoggiò sulle sue spalle.

Si lasciò travolgere da quei baci, dimenticandosi dove fosse e anche che da un momento all'altro potesse vederla suo padre e non avrebbe avuto idea di come giustificarsi, perchè lei stessa non riusciva a spiegare a parole quel turbinio di sensazione che la percorrevano.

Non era di certo il suo primo bacio, ma Matt aveva un ritmo diverso, la incalzava, le toglieva il fiato, non le dava tregua, e non si stancava mai, rispecchiava in pieno il suo carattere forte anche nel modo in cui la baciava.

All'inizio aveva fatto fatica a stargli dietro, ma presto si era abbandonata a lui e ne era entrata in sintonia. Era passionale e ci sapeva fare, cosa che non meravigliò per nulla Ashley, ed era diverso sia da Tyler che da Richard, gli unici ragazzi che avesse mai baciato.

Le loro labbra avevano ormai formato un incastro perfetto, come se si fossero sempre conosciute e la sua mano aveva preso ad accarezzarle la vita e poi la schiena, con sempre più desiderio, facendola rabbrividire di piacere.

Lentamente e contemporaneamente rallentarono, per prendere fiato, stremati, fino a scambiarsi gli ultimi baci e guardarsi dritti negli occhi, fronte su fronte, mentre i capelli di Matt si erano mischiati coi suoi e le solleticavano il viso.

Quegli occhi che ad Ashley adesso, così vicini, così azzurri, sembravano il mare in cui avrebbe voluto perdersi per sempre, e non facevano più paura, non incutevano timore, erano la cosa più bella che avesse mai visto e guardavano lei.

Con le labbra ancora poggiate sulle sue Matt sorrise, poi si staccò per un attimo e la tirò forte a sè, facendole perdere l'equilibrio. Come conseguenza Ashley si aggrappò a lui, abbracciandolo e posando la testa nell'incavo del suo collo. Stava succedendo tutto così velocemente che non le dava il tempo di pensare o di farsi domande, ma la verità era che non ne aveva voglia se dovevano rovinare quel momento.

Non sapeva cosa Matt provasse per lei, nè perchè l'avesse baciata di nuovo, ma sapeva che la faceva stare bene. Troppo spesso si era fatta paranoie sulle relazioni e sui sentimenti e tutto fino ad allora era marciato sempre nel binario della certezza, prima accertarsi dei sentimenti, poi eventualmente agire e iniziare una storia. Semplicemente non le andava più, voleva solo vivere il momento.

All'improvviso sentì che stava allentando la presa sulla sua schiena, ma lei non voleva lasciarlo, non ancora., aveva bisogno di quell'abbraccio. Come risposta lo strinse ancora più forte, e lui si arrese e tornò a stringerla.

Su quella stessa panca in cui solo due settimane prima, si erano seduti da perfetti sconosciuti.

  
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