Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Piuma_di_cigno    17/08/2016    1 recensioni
Elsa guarda sua sorella Anna volteggiare entusiasta tra le braccia di Kristoff il giorno del suo matrimonio. Per un attimo, rimpiange che il suo cuore sia tanto freddo da non permetterle di conoscere davvero qualcuno.
Ma quella sera, quando decide di fare una passeggiata nei giardini del castello, qualcosa stravolge il cuore di Elsa.
*“Come mai siete qui tutta sola? Vostra sorella ha dato inizio alle danze, dovreste andare a cercarvi un cavaliere.”
Strinsi le labbra.
“E voi lo stesso.”
(...)
“Non sono interessato alle dame nel castello.”
“Perché, se posso chiedere?”
Il giovane mi lanciò un'occhiata.
“Ballo solo con la dama che amo.”*
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Kristoff, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 21 – L'eternità

 

Strinsi i pugni e sentii la forza del potere dentro di me respingere quella dell'incantesimo che cercavano di lanciarmi. Quando avevo visto questa parte con la stregona, mi ero chiesta cos'avrei provato e, in quel momento, capii che non avrei mai potuto immaginarlo: dolore, paura, terrore … Erano solo un ricordo. Aprii gli occhi, sorpresa, e guardai la scena davanti a me, che in qualche modo mi sembrava nuova.

Mi sentivo invincibile.

Nella visione della stregona mi ero vista sorridere e solo allora compresi perché: ero libera. Spezzai le corde senza difficoltà e mi alzai in piedi. Sentivo la pressione dell'incantesimo contro di me, ma non era niente. Era come se avessi creato una barriera intorno a me e mia sorella.

Tempo prima, mentre combattevo contro i Capi Neri mi ero chiesta cosa sarebbe successo se una volta avessi lasciato andare completamente il mio potere, se fossi diventata completamente di ghiaccio e neve. Cosa sarebbe successo?

La magia oscura di quel luogo cercava di far esplodere ogni grammo di magia dentro di me, ma sapevo che non poteva rubarla, perché non apparteneva né a me né a nessun altro. Io ero una regina e in quanto tale ero parte di tutto il mio mondo. Io sarei vissuta sempre, sia che avessi venduto l'anima a una stregona, sia che mi avessero uccisa.

Io ero parte dei Custodi, io ero nata per proteggere.

Nell'istante in cui lo capii sentii che i miei piedi non toccavano più terra e che il mio corpo si dissolveva in neve: vedevo Harry, Sam, Avery e tutti gli altri Custodi guardarmi e i loro occhi riflettevano la luce.

I Capi Neri cercavano di avvicinarsi a me, ma non ci riuscivano. Non potevano rubare il mio potere e nemmeno quello di Anna, perché non mi apparteneva e non poteva appartenere nemmeno a loro. Vidi le mie mani dissolversi in neve e mi chiesi cosa sarebbe successo perché la visione si fermava a me che mi dissolvevo nel nulla e avevo pensato che fosse perché lì finiva tutto, ma in quel momento capii che non era così e vidi Anna venire verso di me.

Volando.

La sua pelle era pallida, ma i suoi capelli erano fuoco e vedevo scintille nei suoi occhi e nelle sue mani e, soprattutto, un'espressione fiduciosa sul volto.

“Elsa.” Nonostante mi sentissi assolutamente invincibile, vederla lì, forte e sana mi fece venire voglia di scoppiare a piangere e di buttarle le braccia al collo.

Sentii le lacrime scorrermi sul viso, di gioia, di sollievo, di tristezza. Egoisticamente, non potevo fare a meno di essere immensamente triste, non per la mia vita, ma perché non avrei avuto la gioia di vedere Anna crescere. Di crescere con lei. Perché negli ultimi tempi l'avevo capito: potevo essere regina, potevo essere forte, non avere bisogno di nessuno, ma la vita cambiava e mi avrebbe sempre messo davanti nuove difficoltà e l'idea di non avere più abbastanza tempo per imparare, per capire, per amare mi strinse il cuore e la gola in una morsa.

“Anna … Anna mi dispiace tanto. Io … Ho stretto un patto. Ho fatto un patto con la stregona: se tu fossi rimasta viva e lei avesse impedito che ti portassero via i poteri, io le avrei dato la mia vita. Per sempre.”

Anna mi fissava ad occhi sgranati, e con sorpresa notai che nonostante il fuoco erano ancora verdi. Non potei fare a meno di sorridere: lei non avrebbe mai commesso il mio stesso errore, non avrebbe mai permesso che il suo potere diventasse la sua vita. Lei rimaneva sempre Anna, mia sorella.

“No, Elsa. Io … Lo so.” mi prese le mani e con sorpresa notai che anche il suo corpo si stava dissolvendo, e stava diventando fuoco così come io stavo diventando neve. Quello che mi sorprese di più fu la sensazione del contatto con lei: una scossa elettrica lungo le braccia, come se solo starle vicina mi rendesse ancora più forte. Alzai sorpresa lo sguardo e vidi mia sorella sorridere, i capelli ormai come fiamme, la pelle bianca come la neve, gli occhi con bagliori dorati e l'espressione di chi si sente invincibile.

“Un equilibrio.” mormorai fissando di nuovo le nostre mani unite.

“Esatto. Noi non possiamo essere separate, mai.” guardai Anna e vidi le lacrime anche sul suo viso. “L'ho capito in tutti i giorni trascorsi qui. Sarebbero potuti passare mesi, o anni, ma tu saresti venuta a prendermi, qualsiasi cosa succedesse. Saresti venuta sempre e anche se non fosse successo, io avrei continuato ad aspettare.”

In quel momento mi ritrovai a pensare alla vetrata all'ingresso del castello e all'immagine di me e Anna legate dalle stesse catene, in piedi sulla montagna, una fuoco e l'altra ghiaccio. Una buio e l'altra luce.

Quando guardai di nuovo mia sorella vidi che anche lei aveva capito e questa volta, quando sentii di nuovo la pressione dell'incantesimo dei Capi Neri su di noi, non mi spaventai. Sentii solo una forza incredibile, accecante, scorrermi nelle vene e strinsi le mani di Anna.

Nessuno, nessuno mi avrebbe mai portato via la vita. Nessuno.

Ci voltammo all'unisono, pronte all'impatto, le mani unite, pronte a finire la nostra vita insieme o ad averla per sempre. La stregona mi aveva proposto un patto e io l'avevo accettato, questo era vero, ma se c'era una cosa che avevo imparato nelle mie ore in biblioteca era che ogni patto andava rispettato, tranne nel caso in cui una legge universale lo impedisse.

E due sorelle, così come fuoco e ghiaccio, come luce e buio, erano legate. Nessuno poteva portare via la mia anima o quella di Anna finché l'altra viveva, le nostre catene erano protette dall'intero universo. Il patto della stregona non era valido.

Se anche ci fossimo liberate, però, cosa ne sarebbe stato dei Capi Neri? Avrebbero trovato un nuovo modo per distruggerci? Per distruggere altri? Avrebbero cercato di nuovo di rovinare le nostre esistenze, di rubare la vita di qualcun altro?

Sapevo che Anna pensava la stessa cosa, perché avanzò con me quando lo feci io e aveva la schiena dritta, l'aria forte e determinata. Per la prima volta, la ammirai davvero nonostante fosse più giovane di me e quando avanzammo insieme l'unica cosa che vidi fu la luce che avvolse l'intero mondo.

 

Quando mi svegliai, ero distesa in un letto nel castello dei Custodi. Mi guardai in giro confusa, cercando di separare il sogno dalla realtà e cercando di capire cosa fosse successo, che giorno fosse e dove fossi.

Indossavo ancora i pantaloni e la maglia di quella che sembrava la sera prima ed erano pieni di tagli, la stoffa era lacerata in vari punti, soprattutto su gambe, braccia e pancia e cercai di ricordare dove o come mi fossi ridotta così. Mi ero scontrata con i Capi Neri, alla fine?

Mi alzai a sedere talmente all'improvviso che sentii le orecchie fischiare e inspirai repentinamente, appoggiando le mani sul petto. Il mio cuore batteva.

Ero viva. Mio Dio ero viva. Ero viva! ERO VIVA! Sorrisi, incredula, e poi scoppiai a ridere, mentre le lacrime mi scorrevano sul viso a fiumi. Ero viva. Ero viva. Me lo ripetei per milioni e milioni di volte, ridendo e piangendo insieme, indecisa se saltare sul pavimento o sul letto per la felicità, se correre per i corridoi a cercare Harry o … Anna. Mia sorella era viva. Lo sapevo.

Eravamo vive. Eravamo vive. Eravamo vive.

Piansi ancora di più per il sollievo di tutti i mesi passati, della sera prima e perché finalmente potevo pensare ad un futuro con mia sorella, potevo averlo io un futuro … Potevo fare tutto quello che volevo.

Scesi dal letto in un impeto di gioia e spalancai la porta della camera, mettendomi a correre in corridoio. Mentre correvo, mi chiedevo come fosse possibile che la stregona non avesse visto quello che era successo, ma il motivo era semplice: non lo sapeva. Persino le predizioni del futuro erano soggette a certe restrizioni, e una di esse era che lo stregone in questione avesse tutti gli elementi possibili a una buona predizione e lei non sapeva del legame tra me e Anna. O meglio, lo sapeva ma pensava fosse solo un tipico legame tra sorelle, non aveva capito che c'era altro.

Corsi a perdifiato fino ad arrivare alla stanza di Harry. Bussai, ma non resistetti ed entrai subito dopo, spalancando la porta.

Harry era disteso sul letto, anche se lui indossava dei vestiti normali e non completamente distrutti e non aveva la mia aria scarmigliata ed entusiasta. Dovetti sembrargli davvero fuori di me, perché spalancò gli occhi non appena mi vide: avevo le guance rigate di lacrime e ridevo, piena di tagli e graffi, i capelli sciolti e spettinati.

“Elsa!”

“Harry … Mia sorella?”

Sorrise.

“Sta bene.”

Mi sentii cedere le ginocchia per la gioia.

“Posso vederla?”

“Quando vuoi. Ha mangiato una tonnellata di carne, ha voluto a tutti i costi mettere i pantaloni e si rifiuta di legarsi i capelli. Non sembrate proprio sorelle, eh?” ridacchiò “Mi ha anche incendiato un paio di tende ...”

Sorrisi mentre il sollievo lasciava posto a una nuova stanchezza. Improvvisamente mi sentivo esausta per tutto quello che era successo e Harry, che se ne accorse, mi fece cenno di sedermi sul letto vicino a lui. Obbedii, sfinita.

“Allora ...” alzai lo sguardo. “Mi racconteresti quello che è successo? Dall'inizio?”

Sorrisi con rassegnazione.

“Me lo perdoneresti mai se non lo facessi?”

“Ecco ...”

“E' iniziato tutto con la stregona ...”

E gli raccontai di quello che mi aveva detto, del patto che avevo stretto subito dopo con la stregona e di come pensassi che sarebbero andate le cose e di come poi erano andate, e molto di più, perché gli dissi come mi ero sentita quando avevo visto Anna e di come mi ero sentita invincibile.

“Sai, all'inizio quando ho visto che eri andata da loro mi è sembrato che mi avessi tradito. Dopotutto, io facevo parte del tuo piano. Ma poi, Sam mi si è avvicinata ed è riuscita a spiegarmi tutto e così quando ti ho vista diventare neve e ho visto tua sorella … Be', non immaginavo certo che facessi quello che hai fatto, ma avevo capito che c'era qualcosa sotto.”

Sentii una strana confusione nella mia testa.

“Cosa intendi con quello che ho fatto?”

Harry mi fissò, sbalordito.

“Vuoi dire che tu non sai ...”

“Io non so cosa sia successo dopo che mi sono dissolta in luce, o qualcosa del genere.”

Era come se mi fosse spuntata una seconda testa, a vedere la sua espressione.

“Elsa, tu e Anna ci avete salvati tutti. Avete distrutto il covo dei Capi Neri. Avete fatto rinascere le loro anime. Ma come fai a non ricordare niente?”

“Cosa intendi con … Far rinascere le loro anime?”

Sentii il mio cuore battere più forte.

“Nella Sala dei Sigilli sono nate nuove anime, almeno mille. E loro sono tutti spariti. Di chi pensi che sia il merito?”

Ricordai confusamente, in mezzo alla luce, di aver visto le anime nere diventare dorate e andarsene, di aver sentito le loro risate, di aver visto alcune che volavano via … Ero troppo felice in quel momento, non avevo fatto caso al resto. Ero così felice. Se avessi dovuto pensare al paradiso, sarebbe stato così. Un'eternità completamente senza pensieri, immensamente e incondizionatamente felice.

Mi chiesi se per un attimo non avessi effettivamente toccato il paradiso.

Sorrisi a Harry.

“Ho fatto tutto quello che potevo. Ma ora voglio andare da Anna.”

“Non mi lascerai in pace finché non ti porterò da lei, vero? Pensa che persino Sam la trova simpatica.”

Io e Harry uscimmo e in corridoio lui mi prese la mano. Ripensai a tutta la fiducia che mi aveva dato prima della battaglia, e a come io l'avevo tradita, e mi resi conto che ci sarebbe voluto del tempo prima di riconquistarla, ma quando ci fossi riuscita giurai a me stessa che sarei rimasta con lui.

Gli lanciai un'occhiata di sottecchi e lui se ne accorse.

“Che c'è Elsa?” nel suo tono c'era malizia e io arrossii.

“Niente.”

“Coraggio.”
“Ehm … Stavo pensando.”

“A cosa?”

“A … Ahem … A … Sì, io ...” sbuffai, esasperata. Non sapevo gestire l'imbarazzo, ma in quel momento mi sentivo talmente su di giri, felice, strana, grata, entusiasta e stanca che non capivo più niente.

“Pensavo a te, Harry, alla fiducia che mi hai dato e a quella che poi ho tradito. E mi chiedevo come riconquistarla.”

Parve sorpreso da tanta schiettezza, ma soddisfatto, e mi indirizzò un sorrisetto sghembo.

“E così, vuoi riconquistare la mia fiducia, eh?”

Arrossii fino alle orecchie.

“Sì.” perché una frase così innocente doveva suonare in qualche modo maliziosa in bocca a lui?
“Allora facciamo una cosa. Tu balli con me sabato sera, e io ti ridò la mia fiducia, va bene?”

“B-ballo?” chiesi, confusa. Una parte di me mi ricordò che non sapevo ballare; ci avevo provato, davvero, ma avevo pestato i piedi a due conti la stessa sera.

“Sì. Sabato daremo una festa al castello, per la liberazione dai Capi Neri, e ti presenterò tutti i Custodi. Ci saranno balli, danze e cioccolato.” alla mia occhiata sorpresa, aggiunse:”A tua sorella piace tanto.”

Ci riflettei su un istante, nonostante non fosse d'aiuto a causa delle mie precarie condizioni mentali. Alla fine, relegai le mie preoccupazioni in un angolo della mente con un gesto della mano.
“Sì sì, ballo con te.”

“Benissimo, regina Elsa. E ora, salutiamo tua sorella.” Senza accorgermene eravamo arrivati davanti a una porta, evidentemente quella della stanza di Anna, e Harry la aprì. Appena lo fece, fummo accolti dalle risate di Anna.

“E dovevi vedere che scena! La torta mi era caduta tutta in faccia e io ...”

Si voltò quando ci sentì entrare. Le brillarono gli occhi.

“Elsa!”

Si alzò di scatto dal letto, inciampò due volte nelle lenzuola, tirò il cioccolato a Sam dietro di lei e finalmente mi piombò addosso, con un curioso odore di carne bruciata e cioccolato. Notai che ne aveva un po' persino nei capelli.

“Come stai?”

“Benissimo!” esclamò Anna guardandomi negli occhi. Niente del periodo buio che aveva passato sembrava averla toccata in modo permanente. Era felice, esattamente come prima. Era incredibile che niente riuscisse a cambiarla, a trasformare la persona che era.

Stavo per dire qualcosa, ma poi Anna vide Harry. Si buttò letteralmente addosso a lui.

“O mio Dio, tu devi essere Harry!” esclamò, squittendo dalla gioia. “O mio Dio, sei fantastico!” si scostò appena da lui. “Non ci posso credere!” vedendo la sua aria perplessa, lo fissò:”Aspetta, sei Harry, vero?”

Appena annuì, lo abbracciò di nuovo, ancora più stretto.

“E' un piacereee!!! Non posso credere che mia sorella si sia trovata un fidanzato normale!” e a quel punto scoppiò a ridere. Mi sentii arrossire e vidi Harry guardarmi esterrefatto da sopra la spalla di mia sorella. Alla fine riuscimmo a separarli, e a convincerla che non ci saremmo sposati il giorno dopo, e questo diede modo ad Anna di notare lo stato in cui ero e di dare il via a un'altra crisi di risate.

“Non credevo che avrei mai visto questo giorno!! Elsa con i pantaloni!!!” e rideva talmente sguaiatamente che dovette sedersi. In realtà, alla fine ridevamo tutti, e ci raccontammo molto. Ci raccontammo tutto degli ultimi giorni, ma nemmeno una volta vidi Anna rabbuiarsi; sembrava troppo bello per essere vero, eppure era così. Aveva già dimenticato tutto. A me sarebbe servito più tempo, anche se alla fine ero sicura che ce l'avrei fatta anch'io: mi sarebbe bastato vedere lei stare bene ogni giorno, e avrei saputo che le cose andavano per il meglio.

Quella sera, quando tornai in camera, tirai fuori dal cassetto la lettera indirizzata ad Anna, che avrebbe dovuto essere spedita se le cose fossero andate male, e accesi un fiammifero, guardando quelle parole bruciare.

Cara Anna,

scrivo questa lettera consapevole di quello che sto per fare. Purtroppo ho stretto un patto che vincola la mia vita e anche se vorrei davvero rimanere con te e starti vicino, ho scoperto che non sempre questo è possibile. Ma ho potuto scegliere, e ho scelto di farti vivere.

Quando vorrai o sarai pronta a saperne di più, i Custodi ti spiegheranno ogni cosa: chiedi in particolare di Harry e, se lo vorrà, fagli leggere questa lettera, in cui domando anche a lui di perdonarmi per il dolore infertogli ma di tenere presente che l'ho fatto per la sua stessa vita.

Non serve che cerchi di spiegarti quanto ti ho voluto bene Anna, quanto te ne ho voluto persino nei momenti più bui; purtroppo, ciò che non si è detto e fatto in venticinque anni non si può dire e fare in un istante soltanto.

Ci tenevo a dirti che ogni secondo con te è stato un attimo di felicità, che ti sono grata per tutti quei secondi passati insieme e che spero lo sarai anche tu a me, ma più di tutto spero davvero che tu vada avanti. So che il dolore è forte; l'ho sperimentato anch'io quando non sapevo dov'eri, se ti avrei salvata o se eri viva, ma è proprio per questo che posso dirti che passerà.

A volte sarà più forte, a volte meno, ma alla fine ce la farai. Nel frattempo, voglio che tu tenga le porte del castello sempre aperte, che ti faccia tanti amici, che viaggi. Dono la mia vita nella speranza che tu viva la tua.

Incontra Harry e i Custodi, cerca di conoscerli come meglio puoi e impara ad usare i tuoi poteri per proteggere le altre persone: prima che le cose prendessero questa piega, quello che volevo era diventare una di loro e lo auguro anche a te, perché quando accetterai tutto questo, capirai che sei nata per farlo.

Non so cos'altro scrivere, Anna. C'è così tanto che vorrei dirti, ma non c'è più tempo e tutto quello che sto per scrivere mi sembra banale e scontato, anche se, credimi, in un certo senso lo è davvero, perché quello che si prova in queste situazioni è esattamente come dicono. Se posso darti un consiglio, quando e se ti verranno gli incubi, non rimanere a letto. Cammina anche scalza sul cornicione del tetto, se serve, ma non rimanere lì. Alzati ogni mattina. Vai avanti, e poi vedrai che non sarà più così difficile.

Buona fortuna sorellina.

Per sempre tua,

Elsa.

Guardai le mie stesse parole bruciare e in quel momento mi sentii felice, davvero felice, che quelle parole non fossero arrivate a destinazione. Vidi la luce del tramonto fuori dalla finestra e mi resi conto per l'ennesima volta che avevo tutta la vita davanti. Quello non era per niente scontato.

 

Spazio autrice: come avevo promesso, ecco subito il nuovo capitolo! La storia non è ancora del tutto finita (ho intenzione di scrivere ancora un paio di capitoli), ma direi che ormai non manca più molto. Per questo, ho diviso la storia in rosso e azzurro; non mi sembrava giusto dedicare un colore solo ad Elsa o solo ad Anna ;) Alla fine le due regine si sono rivelate più forti del previsto, per quanto riguarda i poteri ma anche mentalmente: adesso, soprattutto Elsa, dovrà superare quanto è successo e credere al fatto di essere ancora viva e di aver concesso un ballo al nostro Harry ... E con lui, come andrà a finire? Progetto qualche sviluppo dell'ultimo minuto anche in quel senso :) Per il resto, non ho nient'altro da aggiungere. Lascio a voi la lettura, nella speranza, come sempre, che il capitolo vi piaccia e che lo leggiate numerosi ;)
Baci,
Piuma_di_cigno.

   
 
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