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Autore: queenjane    17/08/2016    1 recensioni
Una serie di piccoli frammenti su Luigi Carlo, figlio di Luigi XVI e Maria Antonietta, dai fasti di Versailles alla Torre, re de jure ma non di fatto. Nella sua fantasia divenne Morgan .. Il piccolo re del tempo e dello spazio.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Rivoluzione francese/Terrore
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1792  1793
Un  nuovo gioco, i pirati, da quando ho scoperto che Morgan era il nome di un corsaro inglese oltre che quello di una fata e delle illusioni ..
Li sterminerò tutti, cavalcando poi via verso il mare.


Chi ha messo un bonnet rouge in testa a mio Padre e lo chiama bougre,  dicono che mia Madre lo ha tradito con Fersen e molti altri . che è una meretrice e una lesbica..


A giugno1792  la folla ha assaltato il nostro palazzo, hanno scardinato le porte e distrutto i mobili, ci siamo abbracciati forte ..non parlavo.. Ho chiesto se era ancora ieri al mio valletto e mi ha fatto cenno di tacere.

Ad agosto siamo andati all’Assemblea, faceva caldo.
 Poi ci hanno portato al Convento dei Foglianti e poi alla Torre del Tempio,, cantavano di Madame Veto ed era Maman, che l’avrebbero uccisa
Hanno mandato via la mia Governante e sua figlia, Pauline.


Fuori la gente ci insulta e dice che uccideranno il grasso maiale e i maialini, cioè il mio PAPA e io e mia sorella..


Mio padre mi insegna di Corneille e Racine e a scrivere, annoto lento sui miei piccoli quaderni  e firmo come “Luois” e “Loius Dauphin”, come prima, anche se dicono che hanno abolito la monarchia..


Non parlo mai di Versailles o Saint Cloud, ma ci penso quando gioco a palla in cortile o faccio volare il mio aquilone,
su cui ho disegnato un drago..che stringe tra le mani un ramo di biancospino, simbolo di purezza.


Sono forte come un drago.
Come un pirata.
Io sono Morgan.




Mio PADRE, mi ha esortato a non vendicare la Sua morte e perdonare i nemici, l’ultima sera in cui è venuto a dirci addio.

Maman era vestita di colori chiari, sul petto incavato aveva uno scialle chiuso da una spilla di zaffiri,
premeva contro la mia schiena, mentre mi  abbracciava e io mi aggrappavo alle sue mani e a quelle di mio padre, le baciavo e singhiozzavo.
Poi è andato via e non è più tornato, il 21 gennaio 1793 i tamburi rullavano forte,  abbiamo capito.



Maman ora veste sempre di nero, è magra , mi chiama il suo piccolo re, Luigi XVII.

A febbraio ho cantato un’elegia funebre per la morte di mio padre,
La piété familiale, la mia voce sottile che modulava le parole
Tout est fini pour moi sur la terre,
mais je suis après de ma mère…


 

Mi hanno portato via una notte di luglio,
dormivo e mi hanno affidato al ciabattino Simon e a sua moglie,
le braccia vuote, che ho dormito sempre con mia madre e ora sono solo, senza il suo profumo di peonia.

Mi picchiano perché piango, così ho smesso,
mi danno il vino e sono più allegro e me danno ancora più da bere quando dico cose scurrili e volgari
e canto la Marsigliese e che gli aristocratici moriranno appesi alle lanterne.


Io non ho paura.
Io sono un drago
e un giorno volerò via.



 
   
 
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