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Autore: RottingMind    17/08/2016    0 recensioni
Cosa succede quando Nama, un sicario abbastanza noto nella Zona Grigia, con un misterioso tatuaggio sulla schiena, accetta di accompagnare Scylla, una ragazza con un particolare potere vocale, al vecchio santuario a nord? A Nama non sembra importarne molto, fintanto che viene pagato per i suoi servizi. Ma allora perché non riesce a stare tranquillo, quando si tratta del potere della ragazza? Anche se le stranezze, a Dulcin, non sono di certo una cosa fuori dal comune.
Genere: Azione, Dark, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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Nama posò la borsa a terra e vi poggiò sopra il cappotto scuro. Aveva sempre preferito avere maggior mobilità possibile negli scontri, da quando faceva quel lavoro, e lo faceva da una vita. Nel senso letterale del termine.
-Io... quando ho usato la mia voce... lui si è come allontanato d'istinto. Sembrava come spaventato.- disse timida Scylla, anche lei con i sensi all'erta per quella cosa che stava per arrivare.
-L'importante è che tu sia di nuovo qui nella terra dei vivi e non dei ghiaccioli ambulanti- Nama slacciò la fibbia nella gamba destra ed estraé la sua arma preferita, un fucile muta forma, forse l'unica cosa che lo poteva salvare in quella situazione. Lo guardò per un po', concentrandosi sui suoni circostanti. L'acqua del lavandino continuava a gorgogliare, e sembrava crescere d'intensità.
-Sta arrivando. Lascia fare le cose a me.- il tono di Nama verso Scylla non ammetteva repliche.
-S-si- disse lei decisa. Voleva rimediare all'errore che aveva compiuto, anche se non sapeva come.
L'acqua smise di gorgogliare, e un altro suono prese il suo posto: quello di un ringhio gutturale, incomprensibile ma minaccioso. Nama si portò la canna del fucile vicino alla fronte, e disse piano -Modalità uno: canna mozza-, e una piccola luce verde si accese vicino al grilletto, esattamente sopra la sicura. La canna dell'arma si stava contorcendo, come metallo liquido, e prese la forma di un piccolo fucile, la cui canna era più lunga del suo avambraccio. Dalla tasca prese una cartuccia nera e la infilò in una delle due canne. “Spero che 24 colpi bastino” pensò Nama mentre teneva saldamente l'arma nella mano destra. Ognuna delle cartucce nere equivaleva a 24 colpi normali: questo era il motivo per il quale per i viaggi lunghi preferiva fare scorta di munizioni ultra-compresse. Il ringhio cessò, e un silenzio inquietante penetrò nella stanza. “Dove sei, amico?” si chiese silenzioso il sicario, e la risposta arrivò poco dopo. La mano dell'essere sbucò dal pavimento, aprendo un buco nel pavimento di legno scuro e arrivandogli dritta in faccia. Nama la scansò per un soffio e la bloccò con la mano sinistra all'altezza di quello che doveva essere il polso della creatura, e premette il grilletto. Al contatto dei pallettoni con la carne, se così si poteva definire, si sentì un grido acuto provenire dal buco, da dove il mostro emerse. Aveva aperto ancora di più il buco per poter uscire, utilizzando gli arti gracili ma dotati di una forza spaventosa, e alla sua vista Scylla rimase come paralizzata.
-Scylla, vai via da qui!- gli urlò Nama per scuoterla dallo stato di paralisi nel quale era precipitata. Il sicario non perdeva d'occhio l'essere, che sembrava essere interessato più alla ragazza che all'uomo che lo aveva appena privato di una mano.
-Forse lo pos- - tentò di dire Scylla, ma il mostro compì un balzo verso di lei, che per fortuna si trovava a pochi passi di distanza dal suo protettore.
-Non ci provare, amico!- Nama gli sparò due volte nel petto, e vide il mantello bianco macchiarsi di rosso. “Quindi di qua sono vulnerabili, ottima notizia!” pensò soddisfatto, mentre faceva mettere Scylla dietro di lui per tenerla al sicuro.
-Appena hai un'occasione libera, vattene. Non mi importa se devi andare al santuario, ma ora come ora è meglio se te ne vai il prima possibile.- gli disse piano Nama, per non far allertare il mostro che si stava contorcendo per il dolore nel pavimento, ma sembrava in fase di ripresa, e si stava rialzando affannosamente e lentamente sulle gambe.
-E se usassi il mio potere? Lo so che- - chiese lei incerta
-Appunto, se lo sai, non usarlo. Con questi è meglio non scherzare, e ne so qualcosa-. Vecchi ricordi riaffiorarono nella mente del sicario, ma si forzò a non pensarci, non in quel momento almeno. -Forse con qualche altro colpo dovrei riuscire a metterlo al tappeto, almeno credo-. Non era molto sicuro delle sue parole, ma tentava di essere positivo, anche se rare volte lo era in maniera aperta.
Il mostro si rialzò del tutto, e si strappò il braccio al quale mancava la mano e lo gettò a terra. Nella parte del mantello vicina al cappuccio, cominciava ad allargarsi una pozza rossa, e il mostro portò le mani in alto, per poi farle affondare contro Scylla e Nama. Il sicario usò una tattica rischiosa: spinse la ragazza verso sinistra e bloccò una delle mani dell'essere con la sua, riuscendo ad immobilizzarla. Con la gamba destra era riuscito a schivare la mano che era stata lanciata contro la sua gamba e ci pestò forte sopra per farla stare ferma a terra. Ma la sua tattica non era andata a buon fine, dato che, anche se aveva immobilizzato due degli arti rimanenti, uno aveva fatto una deviazione istantanea appena aveva spinto Scylla dall'altro lato. “Maledetto” sparò al braccio che aveva fermato con il piede e tentò di tenere saldo quello che aveva preso con la mano, ma un qualcosa lo fece desistere.
L'essere sollevò Scylla per aria, tenendola per la gola, mentre la ragazza annaspava, incapace anche di usare il potere che prima l'aveva salvata. E un altro ricordo, più doloroso, si fece strada tra i suoi pensieri, mentre il mostro stava sussurrando quelle parole. “Non un'altra volta, figlio di puttana” Nama sparò più volte all'essere all'altezza della testa, ma non diede segni di cedimento. Anzi, fece una cosa che non aveva preventivato: anche se teneva ferma la mano con la sua, le dita nere si allungarono, andando a trapassargli i polmoni in più punti. Prima di cadere a terra, riuscì a sparare alla mano per togliersela di mezzo.
-Nama...- disse piano Scylla, che tentava con tutte le sue forze di liberarsi dalla presa della creatura, mentre essa continuava a bisbigliare.
La vista si stava oscurando, e un altro, oscuro pensiero si faceva strada nella mente morente del sicario.
Ora tocca a me”. Non era la sua voce, ma quella di lui.
-Modalità meno uno: lama del massacro.-

   
 
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