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Autore: Tsuki 96    17/08/2016    1 recensioni
Mary non solo non ha ancora trovato pace al suo animo travagliato da eventi passati e un posto a cui sentire di appartenere: Laito è impazzito e se inizialmente era riuscita a moderare la sua preoccupazione, dopo più di tre mesi di coma da parte del vampiro non sa più che pesci pigliare; e i fratelli non sono altro che insensibili scansafatiche.
Yui fa del suo meglio per rallegrarla e aiutarla, ma non sa che sotto lo sguardo pensieroso e ansioso della nuova amica si cela ancora quello spirito che non si arrende di fronte a nulla.
Mary infatti nutre ancora speranza, non si dà per vinta; ma i problemi non finiscono lì: altri avvenimenti stanno per accadere, e c'entrano quattro vampiri già incontrati mesi prima.
E incubi, fantasmi del passato non le danno tregua, continuando a torturarla nel profondo.
(NdA: Presenza di personaggi appartenenti al seguito del videogioco, Diabolik Lovers More Blood.)
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
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Chapter 39

 

Yui scrutò con occhi velati di ansia e preoccupazione l’interno del rifugio nel quale erano stati portati: era tutta una rete di stanze, ripiani, scale e colonne ingegnosamente progettata e scavata nella roccia, la quale costatò essere piuttosto resistente poiché Subaru, dopo averci mollato un pugno nel sentire quello che era successo a Isa, vi aveva provocato delle lievi crepe, stupito e quasi contento che per una volta non avesse buttato giù un intero muro; non mancava nulla che fosse necessario, tra l’infermeria, la dispensa di viveri, il ripostiglio di coperte e vestiti puliti, e simili.

I giovani intorno stavano seduti, parlottando tra loro, altri camminavano avanti e indietro, alcuni di quelli che avevano combattuto si erano sdraiati in qualche angolo a riposare; i più anziani discutevano in disparte con espressioni serie, o uscivano da una stanza all’altra per analizzare delle informazioni in merito alla situazione e ponderare sul da farsi.

Non prima di essersi soffermate sulla signorina Elena che correva da un ferito all’altro per esaminarlo e invitarlo o no a raggiungere quelli più gravi in infermeria, le iridi color ciclamino chiaro della neo-vampira osservarono le figure delle quattro streghe: Anna puliva la lama della sua katana con minuziosa attenzione, probabilmente per evitare che la concentrazione si focalizzasse sul tradimento e la morte delle gemelle Calling, oltre a tutto il resto; Claire si limava le unghie distrattamente, spiegando a un Laito curioso la differenza tra demoni e creature demoniache, spesso erroneamente trascurata; Finn si massaggiava le braccia con delle pomate anti-dolorifiche, fissata teneramente da Azusa, il quale stringeva tra le mani la sua giacca; infine, la piccola Isa era accucciata su se stessa su una panchina, singhiozzante, le gambe piegate e circondate dalle sue braccia, il volto appoggiato tra le ginocchia e gli occhi gonfi e rossi.

Subaru guardava dispiaciuto la streghetta dagli occhi ambrati, sentendosi impotente in quanto non in grado di dirle qualcosa al fine di confortarla: da quel che aveva capito, il Drago dell’isola era stato decapitato e, pur essendo una creatura che avrebbe potuto resistere a questa condizione acefala per un limitato periodo di tempo, ciò comportava un netto svantaggio, perché le creature dell'isola sarebbero rimaste in uno stato confusionario e il loro eventuale aiuto sarebbe risultato poco efficace, senza la protezione e la coordinazione del Drago; l’unica speranza era che la testa fosse tratta in salvo il prima possibile e restituita al corpo del Drago, per il momento al sicuro in una zona nascosta e sconosciuta ai più.

Ciò aveva spiegato Lily a Reiji e Ruki, mentre rigirava tra le dita affusolata la fiala che avrebbe dovuto consegnare a Mary non appena sarebbe arrivata; il secondogenito dei Sakamaki si massaggiava il mento pensieroso, mentre l’altro vampiro rifletteva su quanto i draghi fossero creature affascinanti e particolari e allo stesso tempo si chiedeva quando quella situazione sarebbe volta al termine (e non tragicamente).

Martha nel frattempo, seduta accanto alla sorella a cui volgeva le spalle, era impegnata a medicare le ferite di Theo, ridacchiando ogni qualvolta il fidanzato si lasciava sfuggire un gemito dolorante o abbozzava un sorriso imbarazzato nel farsi accarezzare dolcemente i capelli; Shuu li guardava annoiato, sbuffando di tanto in tanto e immaginando al loro posto se stesso e Mary, solo con i ruoli invertiti, probabilmente; Kou era riuscito a trovare tra la folla di persone nel rifugio la nuvola d’oro di Lucy e l’aveva raggiunta per rivolgerle la parola, inconsapevolmente sollevato che stesse bene; Yuuma inarcò un sopracciglio nel vedere il fratello idol ridere con la ragazzina, sogghignando per poi camminare in giro, lanciando sguardi un po’ ovunque e in particolare sulla spalla fasciata di Anna; Ayato sedeva su una sporgenza rocciosa che fungeva da panchina, accanto a Yui alla cui vita aveva avvolto il braccio protettivamente, imbronciato che l’attenzione della neo-vampira fosse rivolta a ciò che li circondava.

E quando finalmente la fidanzata appoggiò la testa contro la sua spalla sospirando e facendolo arrossire leggermente, il vampiro, che era anche contento, schioccò la lingua infastidito nel vedere Ellen avvicinarsi a loro, sorridendole e adocchiando la vecchia spada della sorellina stretta tra le sue mani.

- Vedo che Anna ti ha regalato la sua prima compagna di combattimento – disse con voce pacata e aggiunse – Però le lezioni che ti ha dato su come maneggiare la spada sono merito di qualcun altro.

Yui sbatté le ciglia, assumendo un’espressione confusa e la bionda ridacchiò, intenerita.

- È stata un’idea di Mark, me ne aveva parlato pochi giorni fa; avrei potuto pensarci io ma, essendo piuttosto impegnata con il mio lavoro e vedendo che Anna stava stringendo amicizia con te, ho pensato che lei fosse più adatta a insegnarti. Se vuoi ringraziare Mark, ti conviene limitarti a pensarlo – fece l’occhiolino – Quel tenerone è molto timido, soprattutto quando riceve parole di gratitudine e apprezzamenti – detto ciò rivolse loro un cenno di saluto con la testa e si allontanò, cercando e raggiungendo la sorella Angela che stava rimproverando un gruppo di ragazzi più lontano.

- Quindi è tutta colpa di quella testa rosata? – borbottò Ayato, arricciando le labbra.

- Ayato-kun! – la fanciulla gli rivolse uno sguardo rimproverante – Non parlare così come se avesse fatto un danno; è stato molto gentile da parte sua…! – si morse le labbra e abbassò lo sguardo, un po’ amareggiata, cogliendo un po’ di sorpresa il vampiro.

- E-Ehi, Chichinashi… c-che ti succede? – le domandò, raddrizzandosi e posando le mani sulle sue spalle.

- Non mi piace essere debole, Ayato-kun… - mormorò Yui, mentre gli occhi le s’inumidivano – Sono diventata una vampira, ma sento che non è sufficente… e non voglio dipendere sempre da te! – ribatté prima ancora che lui potesse protestare, guardandolo poi con tristezza – Voglio essere più forte… per aiutare gli altri… - sospirò di nuovo e accoccolò la testa contro il suo petto, lasciandolo senza parole e turbato.

- Mi domando dove sia Mary-senpai… - sussurrò dopo un po’, cambiando argomento, preoccupata; Ayato fece spallucce, ipotizzando che fosse da qualche parte con Ryan ad affrontare altre creature demoniache o dei cacciatori.

- Dovrebbero tornare da un momento all’altro, però – sbottò una voce facendoli sobbalzare e si voltarono verso il proprietario della voce, rimanendo di sasso: si trattava di un grosso lupo nero dagli occhi dello stesso colore che li fissavano intensamente.

- Ari-sensei! – esclamò Anna; già da un po’ aveva interrotto la pulizia della sua katana a causa di Yuuma, sedutosi accanto a lei per punzecchiarle dispettosamente la spalla, ridendo e massaggiandosi il braccio colpito da qualche pugno da parte di lei.

I vampiri, attirati dalla sua voce, spalancarono la bocca e sgranarono gli occhi nel vedere il lupo trasformarsi nell’uomo che era Ari, il quale si stiracchiò bene il collo e le braccia camminando in mezzo a loro ed esaminandoli torvamente.

- Nessuno di voi ha più ricevuto notizie da Cho-hime e Ryan? – chiese assottigliando gli occhi sulle quattro streghe, le due vampire e il mago, per poi lasciarsi sfuggire un sospiro irritato nel ricevere una risposta negativa – E Morten? – guardò Finn che scosse la testa, imbronciata per l’assenza del fratello - Dov’è Mark?

- Penso sia ancora giù, con Kanato-kun… - rispose Theo, il suo solito sorriso leggermente storpiato da una smorfia piena di astio, dato che con “giù” si riferiva al piano sotterraneo dove si trovavano le celle per eventuali prigionieri o coloro i cui poteri sfuggivano dal proprio controllo e li rendevano folli; ovvero, dove momentaneamente avevano rinchiuso Rose.

Infatti, Isa tremò visibilmente nel sentirlo e si mordicchiò le dita, osservata dagli occhi preoccupati di Subaru, mentre sul viso di Claire calava un’ombra inquietante e grondante di odio, tanto che Laito sentì l’impulso di allontanarsi qualche centimetro da lei, pur percependo un brivido di emozione attraversargli la spina dorsale; Anna digrignò i denti e ritornò alla spalla, pulendone accuratamente l’elsa e ignorando l’occhiata interrogativa del gigante ancora in parte a lei.

Ari intanto aveva inarcato un sopracciglio.

- Kanato-kun…? – lanciò un’occhiata ad Ayato e Laito, ricordando che fosse il loro trigemine – Perché si trova giù anche lui?

I vampiri si scambiarono delle occhiate d’intesa e assunsero delle espressioni seccate, qualcuno anche pieno di ribrezzo.

- Oh. Non voglio saperlo – scosse la testa Ari.

Improvvisamente un potente urlo di disperazione fece tremare tutto il rifugio, calandolo  in seguito in un silenzio agghiacciante.

Ari, dapprima rigido come tanti, si voltò a guardare Theo, i cui occhi verdi spalancati confermarono il suo sospetto: quella voce apparteneva a Mark; entrambi si alzarono di scotta e precipitarono lungo il corridoio e successivamente le scale che portavano al piano sottostante.

 

 

- Mark?! Mark! – il signor Flyer chiamò il figlio, scuotendogli delicatamente le spalle, inginocchiato di fronte alla sua figura accucciata su se stessa, con la testa tra le mani e gli occhi da cui scendevano copiosamente delle lacrime.

Il mezzo mago continuò a gemere, sofferente, e mormorava monosillabi senza riuscire a formulare una frase di senso compiuto.

Kanato rivolse la sua attenzione ai due, inclinando la testa e mormorando a Teddy che si stessero comportando in modo strano, oltre a considerare che quell’urlo fosse stato davvero forte, più che fastidioso: la roccia di quel piano si era sgretolata superficialmente, tanto che un po’ di polvere e qualche frammento erano caduti; inoltre, si erano mosse e ammaccate le sbarre magiche dietro le quali era rinchiusa Rose, avvolta in teli altrettanto incantati per una maggiore sicurezza.

- Mark! – questa volta a chiamarlo non fu il signor Flyer, che si voltò verso le scale, bensì Theo che lo raggiunse in fretta e furia, quasi scivolando, e si accovacciò accanto all’amico, sfregandogli la schiena con la mano e cercando di rassicurarlo; Ari giunse poco dopo, rallentando con il fiatone e guardando interrogativo il padre del ragazzo.

- Non appena abbiamo terminato di rinchiuderla – spiegò, indicando la ragazza-zombie che li guardava freddamente e immobile come una statua – Ha lanciato quel grido e… - guardò il figlio con l’amarezza e la preoccupazione negli occhi - si è messo a piangere.

Ari si massaggiò la fronte e s’inginocchiò a sua volta, dal lato opposto rispetto a Theo, e posò una mano sulla testa di Mark, dopo avergli sfilato il berretto di lana: mormorò qualche incantesimo calmante e, finalmente, il mezzo mago tirò un respiro profondo, smettendo di piangere e limitandosi a singhiozzare ogni tanto.

- Markucchi, che è successo? – domandò l’amico stringendogli la mano, sorridendo con le sopracciglia piegate dall’ansia.

Gli occhi spenti del ragazzo cercarono di specchiarsi nelle sue iridi verdi.

- Mo-senpai… - sussurrò con un filo di voce flebilissimo.

Theo s’irrigidì.

 

 

Mary montò sulla moto; si sistemò gli occhialini di protezione, lasciando che il loro elastico schioccasse contro la testa, e fece un cenno con la mano a Ryan, indicando che fosse pronta: il ragazzo-zombie annuì, in piedi su una nuvola di ombre sulla quale erano distesi il corpo di Morten e la testa del Drago, avvolti da dei nastri d’ombra per garantire che non sfuggissero durante il percorso.

Entrambi partirono, prendendo strade diverse: l’obiettivo era lasciare che il corpo dell’amico defunto e la testa del Drago arrivassero incolumi al rifugio, senza eventuali impedimenti; Ryan, infatti, avrebbe difficilmente attirato l’attenzione dei nemici grazie i suoi movimenti silenziosi e oscurati dalle ombre, in mezzo alla foresta.

La mezza strega, con il rombo della sua moto e un cumulo di ombra nella mantellina che fungeva da falsa testa del Drago, avrebbe avuto più probabilità di attirare eventuali nemici e distrarli dall’obiettivo principale, ingannandoli.

Ovviamente entrambi speravano di non scontrarsi con alcuna entità ostile: Mary era stanca, sia fisicamente sia psicologicamente, e Ryan semplicemente voleva ritornare al rifugio e stare con tutti i compagni.

Mentre Mary procedeva correndo alla massima velocità (che nel suo caso voleva dire qualcosa di meno a quello che ci si potrebbe aspettare), i pensieri si concentravano su Morten, su quello che aveva vissuto insieme: i suoi rimproveri a Mark di stare più attento a quello che stava dicendo, le sclerate con lei che continuava a curiosare, i nervi che pulsavano nel vedere il sorriso di Theo ventiquattro ore su ventiquattro; rammentò la sua prima espressione di grande rammarico, circa un anno e mezzo prima, a causa di quell’attacco che aveva provocato la morte di tutti i giovani dell’età dei gemelli e quelli di un anno e due più grandi.

Poi, Rose aveva ucciso Ryan che altrimenti sarebbe stato l’unico superstite dei suoi coetanei, e Mary aveva ucciso la traditrice, così che Morten era rimasto il solo sopravvissuto dei compagni della sua età, i gemelli e Theo a loro volta di quelli che all’epoca avevano circa diciassette anni… e, in quel momento, erano rimasti solo loro tre, con la morte del senpai.

La mezza strega sentì gli occhi pungerle per le lacrime e, poiché stava guidando, scacciò via tutti quei pensieri per focalizzarsi sul percorso che cominciava a farsi tortuoso, perciò rallentò un poco; tuttavia, non fu abbastanza da evitare di ribaltarsi quando le arrivò n mezzo alla strada un’entità non subito identificata.

Non avrebbe mai più ricordato quante capriole in aria e per terra fece, ma certamente avrebbe rammentato per molto tempo il dolore allucinante che le attraversò la schiena, mentre rotolava in mezzo ai cespugli per poi finalmente fermarsi; ebbe la fortuna di non essere andata contro gli alberi, ma con una colonna vertebrale interamente fratturata o quasi, l’osso della tibia spezzato e i polsi slogati, non le avrebbe fatto tanto più male. Non le restava solo che aspettare un bel po’ di minuti per rigenerarsi.

Si accorse che la lente sinistra degli occhiali si era frantumata e ringraziò Dio che almeno l’occhio non fosse stato trafitto dalle schegge, che forse si erano disperse più indietro.

Vide sfrecciare verso se stessa le care farfalline, le quali erano rimaste tranquillamente indietro non essendo veloci quanto la moto, e quasi le venne da fare qualche commento sarcastico, ma la voce le morì in gola prima ancora di bofonchiare una sola sillaba: davanti a lei c’era quella creatura demoniaca che aveva affrontato con Ryan e pensava fosse fuori gioco; fu sul punto di comandare a quei minuscoli esserini svolazzanti di attaccarlo, quando la sua coscienza le urlò che l’avversario fosse in grado di domare le fiamme.

Le avrebbe facilmente carbonizzate; fu allora che si rese conto di essere indubbiamente in grave pericolo: come quando aveva avuto a che fare con le prime entità misteriose che incontrava da piccola, con i genitori di Claire, con la Miriandola Bluetta, con Rose, Mary sentì la paura assalirla e suscitarle una crisi di panico.

MARK!

Il mostro demoniaco radunò intorno a sé delle lingue di fuoco, indirizzandole in seguito verso di lei che sgranò gli occhi nel vederle sempre più vicine, sempre più luminose, sempre più calde; vide con sgomento le farfalline automaticamente formare uno scudo di protezione di fronte a lei…

… e bruciarono come centinaia e centinaia di foglietti di carta colorata.

La voce rimase ancora sepolta nella gola e gli occhi lacrimarono; lo shock aveva quasi reso il dolore fisico impercepibile momentaneamente ed era rimasta a fiato sospeso: le sue compagne di vita stavano morendo, una dopo l’altra.

MARK! MARK! MARK!

Solo i suoi pensieri urlavano, mentre le fiamme finalmente la raggiungevano; chiuse gli occhi istintivamente, per sentire d’un tratto un corpo buttarsi su di lei e impedire ancora al fuoco di divorarla, sebbene percepisse un rovente dolore provenire dall’occhio sinistro.

Aprì l’occhio ancora protetto dalla lente per scorgere l’inconfondibile lillà di una sciarpa di piume.

- N… No… - seppur flebilissima e roca, la sua voce finalmente uscì, intrisa di angoscia.

- Mary-chan… - sussurrò Ryan, il suo spirito ancora presente nel suo cadavere che stava bruciando rapidamente, perciò, prima di ritornare all’Oltretomba dopo essere stato privato del corpo, si affrettò ad aggiungere qualcosa; parve fermarsi un attimo e riconsiderare.

Alzò la testa di un poco, in modo che lei potesse scorgere il suo sorriso amaro, ma non gli occhi pieni di amore.

- Ti auguro di essere felice con Shuu-san.

 

 

Lily decapitò la creatura demoniaca con un rapido fendente, utilizzando la sua kusarigama, un’arma giapponese a forma di falce, pulendone la lama nel mantello che indossava; si sistemò gli occhiali con un rapido gesto della mano e si avvicinò alla sorella, seduta accanto al corpo di Morten, con la testa del Drago avvolta nel suo cappotto e stretta tra le braccia: stava piangendo silenziosamente con il viso appoggiatovi sopra.

- Lily-neesan… - singhiozzò, pronunciando poi il nome di Theo con un tono acuto.

- Povera Finn-chan… - mormorò l’altra, fissando il biondo senza vita, dispiaciuta.

Rivolse lo sguardo alla sua sinistra, incamminandosi nella stessa direzione e fermandosi a raccogliere qualcosa di piccolo che dal suolo aveva attirato la sua attenzione con un movimento appena percettibile: si chinò e, sgranando le iride vermiglie, raccolse una farfallina verde sofferente, con le ali mezze bruciate che fremevano debolmente, a tratti.

- Mary… - udì la voce profonda del signor Flyer mormorare, a due metri di distanza.

Dopo aver dissipato tutte quelle fiamme al suo arrivo, l’uomo aveva soccorso la figlia, rispettosamente scostando quel che restava del cadavere carbonizzato di Ryan, e l’aveva presa e sollevata tra le braccia, accarezzandole il viso.

- Papà… - rispose con voce strozzata, palesemente sull’orlo delle lacrime.

Il padre annuì, stringendola e alzandosi in piedi.

L’occhio sano della mezza strega si chiuse; Mary cadde in un sonno profondo.
 


*fa capolino dal muro di protezione* Salveeee *evita per un pelo dei proiettili d'argento* OK OK MI SCUSO PER IL RITARDO COME AL SOLITOOOOO 
Aaaaah no...
Siete incacchiate perché ho ucciso un'altra persona... :D
Veramente era già morto... :D
...
...
...
D:
Sappaite che soffro più di voi a causa di questo *piange in un angolino*

Spero di pubblicare i prossimi capitoli il più presto possibile; che Dio e l'Ispirazione mi assistano!
E statemi bene, care lettrici! Fatevi sentire, mi mancate tutte, dalle prime che mi recensivano alle ultime >.<


 

 

  
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