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Autore: tbhhczerwony    17/08/2016    0 recensioni
[seguito della fanfic "—what am I really?"] [Hayami centric] [come nel prequel, possibile HamaHaya e altre coppie accennate] [sospesa]
dal primo capitolo:
"Sospirò, ormai soffocato dal caldo che c’era in pullman, il bello è che era pieno inverno, se usciva fuori rischiava di beccarsi un bel raffreddore, anche se aveva già la tosse ed era già tanto. Prese il suo cellulare e guardò l’ora, subito dopo si guardò in giro per i vari finestrini e vide che era già arrivato a destinazione, premette il tasto per fermare l’autobus e cercava di andare verso l’uscita del mezzo di trasporto, ripetendo varie frasi come «Mi scusi può farmi passare?» oppure un semplice «Permesso». Appena l’autobus si fermò poté uscire fuori, finalmente. Prese un respiro profondo e sorrise.
«Ah, finalmente un po’ d’aria!» esclamò contento.
"
Genere: Generale, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Altri, Hamano Kaiji, Hayami Tsurumasa, Kurama Norihito, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'La complicata vita di Hayami Tsurumasa'
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note: quanto è che non aggiorno? Da secoli. E oggi che avevo ideuzze ho deciso di aggiornare, yay! Per la gioia di tutti (?) spero che questo capitolo vi piaccia anche se c'è tanta suspance alla fine del capitolo come al solito, non odiatemi. <3 ah e ho cambiato font, non so perché. /?/ ah, e ricordate il prequel di questa fanfic, "what am I really?"? Ho fatto uno spin-off su Minamisawa per cercare di spiegare meglio la situazione, si trova proprio qui, se volete passateci!
 



 


Capitolo VII
 

—Si trovò in un posto completamente illuminato; non sembrava affatto la Terra e non sembrava neanche l’autobus su cui era seduto. 
Si guardò in giro, perplesso. Qualcosa emanò una luce accecante davanti a lui, si mise le braccia davanti agli occhi; non appena finì, guardò cosa c’era davanti a lui. 
Era lei. 
«Tsurumasa» disse la bambina, «Sei riuscito a resistere alla tentazione del suicidio… è così?» 
«Non è possibile… sei proprio tu…»
La bambina sorrise, «Eriko…» mormorò ancora lui, stupito.
«Sei cambiato… è questo che succede alle persone che crescono…?» domandò Eriko, perplessa.
Tsurumasa ridacchiò, «Ma certo» rispose, «Ho ventiquattro anni ormai, e sono un insegnate alla Raimon».
La bambina lo guardò sorridendo, «È incredibile come passa in fretta il tempo…» disse, «Quando è il tuo compleanno?» gli chiese poi.
«Il sette settembre» rispose lui.
«Oh, ma è domani!» esclamò lei, sparendo subito dopo.
 
Tsurumasa aprì gli occhi, ritrovandosi in pullman, che si stava fermando proprio nella strada in cui lui doveva andare. Si alzò dal sedile e andò verso l’uscita, subito dopo percorse la strada per tornare a casa. Ripensò alla breve chiacchierata che aveva fatto con Eriko, la bambina fantasma che gli compariva sempre in sogno undici anni fa; era vero, il giorno dopo era il suo compleanno. Ancora non ci credeva che stava per raggiungere i trent’anni, e l’età che avrebbe avuto l’indomani, venticinque anni, lo dimostrava. Appena finì la breve strada per tornare a casa, prese le chiavi dalla borsa e le usò per aprire la porta di casa, subito dopo essere entrato la richiuse, poggiando a terra la borsa e mettendo nell’appendiabiti il soprabito che aveva sopra la camicia bianca, andando subito dopo verso il soggiorno, dove ci trovò Felicity seduta sul cuscino davanti al tavolo basso, insieme a Kuro-chan, appallottolato sul tavolo dormiente; sembrava una piccola palla di pelo tutta nera.
La ragazza dai capelli rosa si voltò verso il coinquilino, salutandolo e sorridendo, naturalmente lui ricambiò, sedendosi a fianco a lei e raccontandole tutto ciò che era successo a scuola, raccontandole anche della faccenda di Fuyuko. Felicity sentendo il racconto si rattristì, però sentendo che lui l’avrebbe aiutata, sorrise. Un argomento tirava l’altro e Tsurumasa finì per parlare del suo compleanno, dicendo che se lo era ricordato solo qualche minuto fa.
«Che tonto» ridacchiò lei, «Ultimamente non hai cognizione del tempo, eh?».
Il rosso rise, «Hai ragione…» mormorò, «A proposito, non ho cenato». Si alzò dal cuscino davanti al tavolino e si diresse in cucina, prendendo dallo scaffale in alto uno dei ramen istantanei, poi chiuse lo sportello, prendendo dell’acqua calda e aprendo il ramen istantaneo, mettendoci dentro l’acqua e aspettando qualche minuto, poi ritornò nel tavolino, sedendosi a fianco all’amica, mangiando il ramen mentre guardavano la tv, dove c’era in onda un programma comico. Dopo mezz’oretta cambiarono canale, mettendo un film horror, lo guardarono mentre mangiavano patatine fritte, un altro ramen e infine delle bibite al gusto tropicale in lattine.
Chi si addormentò per primo fu Tsurumasa, che era coricato a terra con le gambe sotto il tavolino, mentre Felicity, abbastanza interessata al film, era ancora sveglia, sebbene anche lei volesse dormire, ormai era la stessa pasta, l’assassino andava ad uccidere tutti e il sangue sembrava quasi in 3D, ma non stupì nessuno dei due, dato che era tutto registrato abbastanza male, sembrava uno di quei video fatti dai ragazzini di dieci anni che si divertivano a fare i finti film, pensavano, ma fatto da degli adulti.
Dopo poco tempo la ragazza spense il televisore, andando in bagno a lavarsi i denti, per poi andare a letto, lasciando l’amico dormire per terra, mentre Kuro-chan lo guardava perplesso. Forse pensava che era tornato a casa sbronzo.
La mattina dopo Tsurumasa si svegliò, si mise seduto per terra e sentì un forte dolore alla schiena per come aveva dormito poco prima. Si alzò da terra e camminò in giro per casa, mentre Kuro-chan lo inseguiva miagolando con tono alto e qualche volta dandogli qualche piccola zampata sulle gambe, come per chiamarlo; ma lui era troppo concentrato sul cercare Felicity, aveva controllato persino in camera sua. Era rimasto a casa da solo e non riusciva a capire perché.
Un piccolo graffio – e anche un ennesimo miagolio urlato - che gli fece il gattino sulla gamba sinistra lo riportò alla realtà, guardò Kuro-chan perplesso, poi ridacchiò.
«Scusami… adesso ti do da mangiare» gli disse, andando verso la cucina seguito dal gattino, che lo guardava mentre gli metteva dei croccantini dentro la ciotola. Subito dopo sospirò, sistemandosi gli occhiali nel setto nasale, poi si sciolse i capelli, sistemandosi il codino. Subito dopo andò in camera sua a prendere dei vestiti e andò in bagno a cambiarsi, poi uscì, andando verso il corridoio di casa e indossando le scarpe da ginnastica vicino all’uscita, subito dopo uscì di casa e prese in mano il cellulare, chiamando Felicity, che rispose dopo poco.
«Sì?» disse lei.
«Ma dove sei? Mi hai fatto prendere un colpo!» esclamò lui, preoccupato.
Felicity ridacchiò, «Ma come, non hai letto il messaggio che ti ho lasciato sul tavolo mentre dormivi?» domandò poi. Tsurumasa ci pensò, non aveva letto nessun messaggio, «No» — «Lo immaginavo» sospirò lei, «Ad ogni modo sono da Norihito, raggiungimi» disse, poi chiuse la chiamata.
Hayami mise il telefono in tasca, correndo verso casa di Norihito, che si trovava a pochi metri da dove era lui in quel momento. Arrivò davanti al condominio e suonò il citofono di casa Kurama, che aprì il portone, così che Tsurumasa potesse entrare. Salì le scale, arrivando al secondo piano, andando davanti a una porta su cui c’era un cartello ovale fatto di porcellana con su scritto “Kurama” a caratteri cubitali. Suonò il campanello e subito si trovò davanti a lui Norihito tutto sorridente che lo fece di fretta entrare, mentre qualcuno davanti a lui gli scoppiò delle stelle filanti, fili colorati e coriandoli addosso, urlando “Sorpresa”. Erano Felicity, Midori, Akane, Takuto, Ranmaru, Tenma, Kyousuke e naturalmente Kaiji.
Tsurumasa sorrise, guardando tutti i suoi amici che non vedeva da un sacco di tempo. «Vi ringrazio!» esclamò, ridacchiando, mentre si toglieva di dosso alcuni fili e stelle filanti. Guardò i suoi amici, anche loro erano cambiati nel corso del tempo. I capelli di Akane erano legati in una sola treccia che teneva nel lato sinistro, ed era leggermente più alta; Takuto aveva i capelli un po’ più lunghi e più mossi, aveva al collo un pendente con una gemma viola; Ranmaru portava i capelli legati in una crocchia bassa e portava gli occhiali con montatura ovale e rossi; Tenma aveva i capelli un po’ più lunghi e aveva un codino appena sopra la nuca e in testa portava degli occhiali da sole a specchio blu; Kyousuke era quasi il solito, solo che aveva i capelli sciolti al contrario di come li aveva di solito undici anni prima, ma non si aspettava di trovarlo lì, soprattutto per il suo compleanno.
Norihito portò il rosso davanti alla torta, facendolo sedere sul tavolo, dove poi si sedettero tutti, cantandogli la tipica canzone di buon compleanno, dopo ciò, lui soffiò sulle candeline e tutti – compreso lui – applaudirono. «Okay, ora che inizi la festa!» esclamò Kurama, ridendo.
Poco dopo Tsurumasa si avvicinò a Felicity, «Ecco perché non ti trovavo in casa, era per la festa a sorpresa» ridacchiò. Lei sorrise, «Beh, però vedo che l’hai presa bene! Scusa, per averti fatto preoccupare, però…» — «Oh, tranquilla… la tua era una giusta causa».
Subito dopo il rosso andò a salutare Akane, Takuto e Ranmaru. «Non sei cambiato di una virgola, scherzo ovviamente» disse il rosa, sorridendo. Hayami ridacchiò, «E tu, come mai porti gli occhiali?» chiese, rivolto a Kirino, che si sistemò gli occhiali, «Beh, problemi alla vista…» — «Un classico» i quattro risero. Yamana poi rivolse le attenzioni verso Shindou, toccandogli i capelli, «Guarda i suoi capelli! Non sono belli così lunghi?» domandò, mentre il castano ridacchiava nervoso, «Dai, cara, mi metti in imbarazzo…». Hayami lo guardò perplesso, «“Cara”?!».
«Sì, stiamo insieme da poco» disse Takuto, sorridendo e cingendo il braccio destro nelle spalle di Akane, fece la stessa cosa Ranmaru su Takuto, «E ovviamente se loro saranno convolati a nozze io sarò il testimone!», subito dopo i quattro risero, mentre Yamana e Shindou erano abbastanza imbarazzati.
Poco dopo andò a salutare Tenma e Kyousuke; come al solito, il primo era gioioso e allegro, quest’ultimo invece era sempre serio. «Quindi andrete a vivere insieme qua vicino?» domandò il rosso. Matsukaze annuì, «È un palazzo di cinque piani, noi andremo a vivere in uno degli appartamenti del terzo» disse, «L’appartamento è un po’ piccolo, però è sufficiente per entrambi» ridacchiò. Hayami sorrise, «Sono felice per voi».
Mentre Hayami parlava ancora con Tsurugi e Matsukaze, Kurama stava cercando il coraggio di parlare con Seto. Ultimamente erano usciti insieme, e lui quando stava insieme a lei sentiva un forte legame che non era solo amicizia, ma qualcosa di più. La guardò cercando di non farsi vedere, mentre le sue guance si colorarono un po’ di rosso, anche se grazie alla sua pelle scura non si vedeva poi tanto.
Midori lanciò lo sguardo verso di lui e Norihito si voltò velocemente da un’altra parte. «Perché mi fissavi in quel modo?» domandò lei. L’azzurro mugugnò sottovoce, imbarazzato, «Non ti stavo fissando» le rispose, «Non sono tipo da fissare le persone» mentì subito dopo.
«Non me la dai a bere» disse la rossa, prendendogli il braccio destro e tirandolo a sé, «Parla, nanetto». L’azzurro la fulminò con lo sguardo, «Come mi hai chiamato?», lei avvicinò il suo volto a quello di lui, «Nanetto» ripeté lei mormorando.
All’improvviso i due si sentirono Kaiji dire «Ancora litigate? Che novità… secondo me finirete insieme prima o poi», i due si guardarono, arrossendo in volto, poi si voltarono verso il corvino, con sguardi minacciosi, «Cos’hai detto?!». Kaiji alzò le mani, ridacchiando nervoso, «Ehi, guardate che stavo scherzando!», Tsurumasa guardò la scena e ridacchiò divertito, in effetti Midori e Norihito formavano una bella coppietta, pensava. Subito dopo il corvino si avvicinò a lui.
«Noi due abbiamo un conto in sospeso» gli disse, poggiandogli un gomito nella spalla sinistra.
Il rosso ridacchiò imbarazzato, un po’ rosso in volto, «D-di che parli?» - «Lo sai» ridacchiò Hamano, «Ragazzi, io vado, ci vediamo!» esclamò, gli altri ricambiarono il saluto e lui, accompagnato da Kurama, uscì dall’appartamento.
Dopo mezz’oretta tutti se ne andarono, compresi Tsurumasa e Felicity, che però rimasero a fare un giretto per la città insieme. Andarono prima in un piccolo bar a bere del tè freddo e mangiare dei dolcetti, poi si fermarono in un parco, dove c’era anche un piccolo parchetto per i bambini con i giochi. Era quasi ora di pranzo, quindi era abbastanza normale che fosse un po’ vuoto e pieno di vecchietti seduti nelle panchine a chiacchierare tra loro.
Sebbene i due fossero già adulti, preferirono andare verso il parchetto dei bambini e ricordarsi di quando erano adolescenti, a volte uscivano insieme anche per sciocchezze come queste, come dicevano loro, ma era divertente. Si sedettero nelle altalene e cominciarono a dondolare, parlando, scherzando e ridendo insieme.
Poco dopo Kanzaki prese il suo cellulare e inquadrò con la telecamera Hayami, che in quel momento aveva lo sguardo rivolto verso l’alto, sovrappensiero. «Che fai, il ragazzo tumblr?» gli domandò, ridendo.
Lui si voltò verso di lei, perplesso, mentre lei prese a ridere più forte mentre lo riprendeva con la telecamera. «Ma cos’è, un filmato?» domandò il rosso ridacchiando. «Sì» rispose la rosa, ci fu qualche secondo di silenzio tra i due, poi scoppiarono in una risata in coro, subito dopo lui le prese il telefono di mano, inquadrandola, «Saluta il mondo di Twitter» disse, ridendo, «Ciao!» esclamò lei, tra le risate. Il video finì dopo pochi secondi, poi il rosso le restituì il cellulare.
«Okay, adesso possiamo anche essere sputtanati da mezzo mondo» disse Tsurumasa, continuando a ridere. Rise anche Felicity, mentre pubblicava il video su Twitter, «Secondo me Norihito sarebbe il primo a farlo». Dopo mezz’oretta passata al parco andarono verso la fermata del pullman. I due si guardarono perplessi, «Tsuru-tan» disse lei. «Sì?» - «Dove stiamo andando adesso?».
Lui la guardò sorridendo, poi prese a ridacchiare – e subito dopo anche lei - «Non ne ho idea» le rispose. «E perché ci andiamo?» - «Non lo so», i due presero a ridere nuovamente, poi trovarono Kaiji passare di lì. Felicity lo bloccò tirandogli la felpa, «Tu vieni con noi!» esclamò. Kaiji si voltò verso i due, ridacchiando «Ma che fate qui?» - «Aspettiamo il pullman senza motivo» rispose Tsurumasa, ridendo. Il corvino li guardò, abbassando lo sguardo e sorridendo, «Siete seri?» i due annuirono, ridendo, «Dai vieni con noi, ci annoiamo sennò» disse la rosa. Il rosso invece si alzò dalla panchina, i due lo guardarono perplessi.
«E tu dove vai?» domandò Hamano. Hayami si voltò verso di lui, «Corro veloce a prendere Kuro-chan, non può stare tutto il giorno da solo» rispose, poi corse velocemente verso la strada di casa. Tornò dopo trenta minuti, con alle spalle uno zaino.
L’autobus arrivò dopo qualche minuto, i tre salirono e presero i posti nella colonna a destra, gli ultimi posti. Felicity si sedette vicino al finestrino e Tsurumasa – con in braccio Kuro-chan – e Kaiji erano seduti davanti a lei. Dietro al posto di Tsurumasa c’era seduto qualcuno con un’aria abbastanza losca, ma non emanava nemmeno un’aura buona e il rosso lo sentiva. Scattò a guardare in alto, perplesso.
«Tutto bene?» domandò Kaiji.
Lui si voltò a guardarlo, «Sì…» rispose, prendendo ad accarezzare la testolina del gattino che teneva tra le braccia, in quel momento gli stava facendo le fusa.
Il tipo losco fece un sorriso maligno, ascoltando la conversazione, mentre si leccava le labbra e sogghignava maleficamente.
 
 

«I found you»


 

   
 
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