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Autore: La Setta Aster    18/08/2016    1 recensioni
Vi è mai capitato, scrutando il cielo, di sentire dentro di voi la sensazione che altri occhi come i vostri siano puntati al firmamento in cerca di risposte? E se vi è capitato, avete provato a parlare con le stelle? Aster, una ragazza aliena di Neo Cydonia, e James, un giovane terrestre come voi, a distanza di anni luce hanno in comune un cuore sempre in fuga dal mondo, in direzione dell'universo.
Genere: Avventura, Science-fiction, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno
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Fu solo dopo una buona mezz’ora di guida silenziosa che i ragazzi poterono tirare un sospiro di sollievo. Jim guidava ormai tranquillo, ma decise comunque di accostare lungo il margine della strada, verso un campo aperto, quando vide che la tempesta gli veniva incontro. Parcheggiarono uno dietro all’altro. Il cielo era diventato scuro, e le nuvole assunsero forme minacciose, imponenti e terrificanti: era in arrivo una violenta tempesta. Da qualche anno a quella parte i tornado erano sempre più frequenti su suolo maremmano. Il clima italiano si avvicinava sempre più a quello tropicale. Si poteva udire il cupo brontolio dei tuoni in lontananza e il vento che portava con sé l’avvertimento di rimanere il minor tempo possibile in campagna. I colori delle nuvole erano impressionanti, con ogni tonalità di grigio e verde. Si muovevano, le nuvole, le si poteva vedere mentre, sopra le teste dei ragazzi, si affrettavano a portar tempesta. I viaggiatori scesero dai mezzi.

“adesso ti sembra il caso di preoccuparti, Jim, oppure vuoi ancora ridere e scherzare?” disse Graziano, scendendo dal furgone.

“non ho mai detto di prendere la cosa sotto gamba, sono preoccupato!”

“ah sì? E per cosa? Anche io sono preoccupato, e sai perché? Perché un temibile mostro alieno ha quasi ucciso il mio migliore amico!”

“e allora perché invece di correre da me – sai, potevo essere ferito dopo essere stato assalito – sei andato dietro al Venatore?”

Gra titubò per un attimo, cercando una risposta adeguata “forse perché se finalmente lo avessi ucciso avremmo messo fine a tutto questo!”

“non è vero, tu stavi solo cercando un modo di sfogare la rabbia che ti porti dentro!”

“questo è ridicolo”

“no, non lo è, invece! Io ti conosco meglio di quanto ti conosca tu stesso”

Graziano lo guardò, ma subito dopo abbassò lo sguardo.

“ok, adesso basta!” intervenne Aster. “avete ragione entrambi! Il Venatore deve essere eliminato, è un predatore molto pericoloso, e si trova su un pianeta alieno. Vorrei poter fare altro, ma ucciderlo sembra essere l’unica soluzione. Ma dobbiamo farlo per le giuste ragioni, e senza sacrificarci in inutili atti eroici. Gra, se hai un problema di rabbia così lo peggiori solamente, e, credimi, quando sarà morto ti sentirai uno schifo, o peggio, ti piacerà. E da lì alla depravazione è un passo”

“ma tu che ne sai della mente umana?” rispose l’altro con tono sprezzante.

Ci fu un lungo momento di silenzio. Iniziò a gocciolare, poi si rafforzò fino a divenire una violenta pioggia. Aster alzò il naso, come se la pioggia potesse lavare il corpo dallo stress. Le gocce frustavano il volto, ma in maniera piacevole. Erano fredde, ma nella calura estiva erano ben accette.

“e il mostro era sulla sua nave, è colpa sua se ora siamo in questa situazione” aggiunse Graziano.

“ora non rifarti con lei, Gra!”

“cos’è, te la da per una notte e tu ti fidi ciecamente? Credevo che la parola di un fratello valesse di più di quella di uno sconosciuto”

“non quando non ragioni!” i toni iniziavano ad alzarsi.

I due si stavano scaldando anche troppo, e la discussione minacciava di finire in una brutta litigata.

“ragazzi, vedo una fattoria poco più in là, sembra in rovina, abbandonata, probabilmente; ci conviene spostarci laggiù. Tra poco il tempo sarà talmente violento da impedirci il ritorno a casa, ci conviene aspettare là che la tempesta passi” disse Aster, che aveva estratto dal suo inventario una specie di lente che doveva fungere da cannocchiale.

“fanculo, io torno a casa” sentenziò Graziano.

“no, tu non lo fai! Non ci metti tutti a rischio e tantomeno ci lasci qui!” ribatté l’altro.

Così, risaliti silenziosamente sulle autovetture, si apprestarono a raggiungere la fattoria. Era una struttura lignea, probabilmente un fienile, ma non aveva nulla da spartire coi folkloristici fienili del sud degli Stati Uniti. Per fortuna, Jim riuscì ad incastrare l’auto tra le macerie e gli strumenti rotti ed abbandonati. In breve tempo, giunse la tempesta. La grandine cadeva sul tetto del fienile, facendo un gran frastuono, ma ormai le orecchie dei ragazzi ci avevano fatto l’abitudine. Era quasi rilassante. Nel frattempo, Aster aveva deciso di lasciare ai due amici un attimo di intimità.

 “vuoi farmi la predica, Jim?”

“non voglio farti la predica, ma solo farti ragionare: la strada che stai percorrendo dove ti porterà? Te lo dico io: A rovinare la tua vita!”

“è la mia vita”

“e a noi non pensi? Noi che ti vogliamo bene? Devi renderti conto che, anche se sarebbe bello pensarlo, le nostre vite non appartengono a noi” lo guardò, cercando gli occhi dell’amico “appartengono a chi è stato toccato nel profondo dalle nostre vite stesse”

“sono giovane, sono un rocker, lasciatemi divertire un po’”

“tu hai superato il divertimento da troppo, ormai” il silenzio cadde tra i due, prima che Jim aggiungesse “e poi essere rocker non significa diventare degli alcolizzati, dei rifiuti umani! Il rock è ribellione alle ingiustizie, è sfogare la rabbia con la musica e non con la violenza. Quello lo fanno gli uomini che picchiano le mogli, i figli, o si distruggono da soli con alcool o droghe. Vuoi diventare così?” Jim colpì nel segno.

Gra, furioso, uscì dall’auto sbattendo la porta. Aster capì che non era il caso di tentare un dialogo con lui, ma entrò volentieri in auto con Jim. Non si dissero nulla, ma al ragazzo fece piacere averla accanto, lo rassicurò, come se lei fosse un caldo focolare durante una tempestosa notte autunnale.

La pioggia ancora cadeva incessante, ma la grandine iniziava ad acquietarsi. Una trave cadde dal tetto, aprendo uno squarcio che lasciò entrare l’acqua. A quel punto, per evitare che una trave cadesse anche sull’auto, decisero di uscire dal fienile: ormai il pericolo tornado era passato oltre, verso altre terre. Gra era già fuori, sotto la pioggia, cercando conforto nella loro carezza.

Pareva ancora notte. Il temporale proseguiva con scrosciante acqua che cadeva con violenza, e rigava i vetri dei finestrini con rivoli d’acqua. I movimenti che le gocce disegnavano erano frenetici. Il vento era ancora feroce, segno che a non molti chilometri di distanza si stava scatenando il tornado.

Ad un certo punto, Jim sentì bussare al finestrino: era Gra. Le portiere non erano bloccate: non voleva entrare, ma che gli desse il permesso di entrare, voleva parlare. Aster, capendolo, sorrise a Jim.

“mi troverai nel fienile” disse. Jim tentò di fermarla, ma la ragazza, ostinata, corse verso il fienile, accennando un sorriso dolce ed amichevole, ma cauto, anche a Gra.
Il ragazzo prese posto accanto all’amico.

“avevi ragione, Jim. Io porto dentro di me tanta rabbia, verso mio padre che ha abbandonato me e mia madre, verso la scuola, verso il lavoro, il mondo della musica che sembra un pantano dal quale è difficile emergere. Sono arrabbiato, e ho un problema con l’alcool, questo lo sai”

“sì, lo so, ma non volevo farti da chioccia. Mi sono sempre fidato della tua forza di volontà”

“non so quanto tu abbia fatto bene”

“il solo fatto che tu sia qui dimostra che la mia fiducia era ben riposta”

Graziano rimase in silenzio per qualche minuto, un silenzio lungo e carico di parole che avrebbe voluto dire. “non voglio uccidere io il Venatore. Sento che mi distruggerebbe. Lo farò solo se costretto. Non voglio finire come quegli uomini rovinati che non aspettano altro che la morte o un altro bicchiere. Voglio smettere”

“e lo farai, fratello mio, smetterai. Perché io e te abbiamo un destino, e finire come alcolizzati non è nei programmi. Io mi fido ancora di te, e mi fiderò sempre. Però tu non tradirmi, chiaro?”

“chiaro” pareva rincuorato, ma non lo diede a vedere. “puoi chiedere ad Aster di venire qui? Credo di doverle delle scuse” aggiunse poi.

Appena Aster entrò, e si sedette al posto del guidatore, guardandolo con estremo affetto, lui ricambiò lo sguardo, disse “voglio smettere col fumo”.

Lei annuì “certamente, sai che posso farlo” poi aggiunse “e posso anche levarti il vizio dell’alcool, è tutta una questione di chimica, e può essere risolta” nemmeno finì di parlare, che l’altro la interruppe.

“no, quello è un duello tra me e lui, e voglio vincerlo con le mie forze”

Aster gli sorrise, e in quelle labbra Graziano vide la speranza che da sempre aveva accompagnato Jim, quella speranza che gli dava forza. Iniziava a capire perché l’amico fosse innamorato di quella imprevedibile ragazza aliena.

Quando la tempesta si placò, Graziano si era tolto due pesi dallo stomaco, si era riappacificato con il suo amico fraterno, James, e si era scusato con la ragazza aliena che aveva fatto irruzione nelle loro vite, portandoli a vivere un’avventura che li stava già cambiando per sempre. Erano tutti addormentati, nell’automobile, e su tutto regnava il silenzio. L’impercettibile ronzio della pioggia, ora fine e sazia, era un rilassante sottofondo, che aveva conciliato il sonno e aveva adagiato i viaggiatori tra le morbide braccia di Morfeo. 

ANGOLO DEGLI AUTORI:
In questo capitolo la maschera di carta che Graziano aveva messo sul viso per nascondere la propria rabbia viene sciolta dalla pioggia, mostrando tutta la sua fragilità, ma anche l'enorme forza di reagire, per scusarsi battendo il massiccio macigno dell'orgoglio, per ammettere a se stesso di avere una parte oscura che, come per chiunque, va accettata e combattuta strenuamente. Quando si vince, il prezzo vale la pena dello sforzo: si ritorna alla vita, si ritorna ad amare le persone, la vita stessa, il mondo.
_ Hanck

 
  
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