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Autore: MaryS5    18/08/2016    3 recensioni
Carlos è un bravo ragazzo che vive felice con la sua dolce metà. Sembra andare tutto bene. La vita fila liscia, ma un giorno qualcosa turberà l’animo del giovane. Sarà costretto ad affrontare una prova che metterà a dura prova i suoi nervi. Sarà affiancato dai suoi migliori amici, ma ….Riuscirà a farcela?
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alexa, Big Time Rush, Carlos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La stanza era grande e grigia. Il neon dava fastidio agli occhi e si sentiva un’insopportabile tanfo. C’era abbastanza freddo. Una ventola girava mesta agli antipodi della stanza, scricchiolando appena.
Al centro c’erano tre tavoli con delle figure coperte da un telo bianco, sporco in alcuni punti. Mentre dietro stava una specie di grosso armadio di metallo con degli sportellini in cui, sicuramente, venivano riposti i corpi.
Carlos spostò la sua attenzione su un uomo che gli sorrise. Stava accanto al primo tavolo ed aveva un camice verde acceso.
<< Prego >> sussurrò lo sconosciuto indicando la figura sotto il lenzuolo. Il ragazzo si avvicinò, mentre gli altri rimanevano indietro come gli era stato chiesto.
Si accostò al tavolo gettando nervosamente un’occhiata ad un carrellino di metallo in fondo che sosteneva alcuni strumenti.
<< Quando vuole >> sussurrò ancora quello. Carlos deglutì rumorosamente.
Via il cerotto via il dolore, no? Gli fece un gesto con la testa e quello scoprì con un colpo secco il volto della ragazza.
Carlos si portò le mani alla bocca, all’istante. Un conato lo aveva scosso. Gli prese tutto lo stomaco e il canale fino alla gola.
Quell’espressione calma. Quel colore grigiastro. Quei capelli neri e sporchi. Sentiva che non avrebbe più dimenticato quell’immagine.
Riuscì a fare un veloce cenno di dissenso per indicare che non era lei. Serrò gli occhi piegandosi appena. Sentì l’uomo risistemare il telo e gli altri, lontani da lui, trattenere il fiato terrorizzati. Si rimise dritto. Stava piangendo, ancora.
L’uomo con il camice, nel frattempo era passato al secondo tavolo grigio metallo. Il ragazzo si passò la mano negli occhi e si affiancò a quello.
Per un secondo aveva pensato di lasciar perdere, ma ormai aveva iniziato. Li avrebbe controllati tutti. Ne mancavano solo due, poteva riuscirci.
Questa volta cercò di prepararsi a ciò che avrebbe visto. Respirò a fondo e annuì appena. Al segnale l’uomo scostò ancora il tessuto. Carlos fu sorpreso da un altro conato, ma questa volta si costrinse a guardare bene la ragazza.
Era bionda. Così simile ad Alexa. Il cuore gli rimbombava nel petto. Il volto pestato non favoriva il riconoscimento.
Cercò di rimanere lucido. Quella aveva il rossetto sbavato, di un colore rosso acceso. Risaltava moltissimo sul colore grigio-violaceo della faccia. Il suo collo era segnato, forse era stata anche strangolata.
Riuscì a inquadrarla bene e capì che non era lei. Un minuscolo peso gli scivolò dal cuore. La ragazza aveva i capelli riccissimi e degli orecchini mai visti, non dello stile della sua ragazza.
Non volle guardare altro. Non era lei e non serviva altro per sostenerlo. Fece un segno di dissenso con il capo in modo tale che l’uomo accanto a lui, che lo fissava con una calma fuori dal normale, potesse nascondere il cadavere.
Passarono avanti. Carlos si trovò a chiedersi come avrebbero potuto reagire i parenti delle ragazze uccise vedendole così. Non riusciva proprio ad immaginarlo. Lui, che non le conosceva, ne stava uscendo devastato. La sua lucidità stava svanendo. Tremava, voleva far finire tutto quello. Voleva andare via. Il suo stomaco era in subbuglio e sentiva che il cuore stava cedendo. Non capì nemmeno lui come fosse riuscito ad affiancarsi al terzo, ed ultimo, tavolo.
Si mise accanto al carrellino per potersi appoggiare, sostenere. Rimase immobile a fissare il volto coperto del cadavere davanti al suo busto e respirare rumorosamente.
Un terribile mal di testa lo attanagliava. Cercava un briciolo di coraggio, di forza, dentro di se, che potesse aiutarlo a fronteggiare quell’ultimo sforzo, ma non riusciva proprio a trovarlo. Possibile che avesse esaurito tutta la sua energia?
Questa volta il medico non aspettò il segnale, visto che il ragazzo non accennava a volerlo mandare. Quest’ultimo sentì come se un lampo lo colpisse alla vista della donna.
Fece un balzo all’indietro sbarrando gli occhi per la sorpresa. Un conato particolarmente potente lo costrinse a piegarsi in due.
Per meno di un secondo prima sentiva che avrebbe potuto scoppiare dalla gioia. Non era lei. I capelli rossi non richiedevano altre analisi. Ma un dubbio lo fece impazzire. Dov’era Alexa? Dov’era?!

Lanciò un urlo piangendo a dirotto. I suoi nervi non avevano retto alla situazione. Calciò, senza alcun ritegno, il carrello davanti a lui, che andò a fracassarsi nel muro. Cominciò a prendere a pugni la parete mentre le lacrime gli offuscavano la vista. Lo stomaco si contorceva e un dolore al petto gli mozzava il respiro. Sentì delle mani afferrarlo con forza, allontanarlo dal muro.
Serrò gli occhi piangendo, urlando dimenandosi. Le nocche gli bruciavano molto. Continuava a urlare al punto da sentire la gola in fiamme. Qualcuno l’aveva gettato a terra nell’inutile tentativo di tenerlo calmo. Lanciava calci e pugni a vuoto, a volte colpiva qualche superfice.
Sentì un dolore al braccio, come un pizzicotto abbastanza doloroso. Provò a scrollarsi di dosso tutte quelle mani, ma fu inutile. Si sentì debole. Un capogiro lo zittì. Sbatté la nuca sul pavimento. Sentì un forte mal di testa prima di perdere i sensi.




Salve! Ringrazio tutti quelli che hanno recensito fino a questo punto.
Sto facendo tanta fatica a postare questi capitoli quindi prego tutti quelli che hanno letto senza scrivere niente di lasciarmi qualche parere, solo per ricompensare il mio lavoro. Sto facendo bene oppure no?

Carlos sta affrontando delle prove veramente difficili, secondo voi cosa gli sarà successo?
  
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