Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: YukiWhite97    19/08/2016    1 recensioni
Storia ambientata sei anni dopo la fine del film.
Elsa è ormai regina e governa sul regno di Arendelle con saggezza, nonostante la giovane età. La ragazza però si porta dietro un segreto che l'ha profondamente segnata, di cui solo Anna e Kristoff sono a conoscenza. Questo segreto le viene ricordato ogni qualvolta che guarda negli occhi il figlio Helge, principe illegittimo avuto da un uomo sconosciuto.Il suo cuore verrà messo nuovamente alla prova quando farà la conoscenza di Jack Frost, spirito dell'inverno e dotato come lei di poteri sensazionali.
Cosa si nasconde dietro l'apparente perfezione della regina dai poteri di ghiaccio?
E la sua famiglia riuscirà a rimanere unita dinnanzi a tutte le minacce che incomberanno su essa?
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Jelsa - Kristanna - Accenni Helsa
ATTENZIONE: Alcuni capitoli potrebbero salire al rating giallo
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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9 - Il bacio della verità

Jack aveva lasciato Elsa da sola e adesso si stava addentrando silenziosamente nei pressi del palazzo, lasciandosi andare ai suoi pensieri. Ultimamente non faceva altro che pensare ad Elsa. I loro desini si erano incrociati per la seconda volta, forse vi era un motivo, forse erano destinati. o forse no. Non si sarebbe dimenticato della volta in cui si erano separati.

Molti anni prima...
La principessa Elsa dormiva beatamente, tant'è che non si accorse neanche la sorella minore le fosse finita addosso.
"Elsa! - esclamò - sveglia, sveglia, sveglia, sveglia!"
"Cosa c'è Anna? E ancora presto!"- mugugnò, ancora addormentata.
"Il sole è sorto ed io voglio giocare!"
"Uffa... dai lasciami in pace..."- sbuffò spingendola.
"Avanti... andiamo a fare un pupazzo di neve? Io, tu e Jack insieme"
A quel punto Elsa aprì un occhio, sorridendo. Come avrebbe potuto dire no? 
Erano trascorsi alcuni anni da quando le due sorelle avevano conosciuto il guardiano. Elsa aveva stretto con quest'ultimo un legame molto forte ed egli le aveva anche insegnato a gestire  i suoi poteri.
"Jack! - esclamò Anna - vieni fuori!"
"Già in piedi a  quest'ora?"
Le due bambine entusiaste andarono incontro al guardiano ed immediatamente presero a giocare. Elsa era diventata molto abile con i suoi poteri, si poteva tranquillamente afferrarne che la maggior parte delle cose che sapeva gliele avesse insegnante proprio Jack.
 La principessa Anna rideva mentre  la sorella maggiore si divertiva a creare statue di ghiaccio  e costruzione dove la sorella più piccola si divertiva a saltare su.
"Ancora più in alto, più in alto!" - esclamò. Elsa sorrise, voltandosi poi  guardare il ragazzo.. Jack sentiva di starsi legando particolarmente a quella bambina che stava crescendo. Di recente aveva iniziato a fantasticare molto su quello che avrebbe potuto essere il loro futuro, se mai vi fosse stato. Ma improvvisamene qualcosa venne spezzato. Distrattamente, al principessa lanciò un incantesimo, il quale andò a colpire proprio la testa della sorella, la quale cadde al suolo.
"Oh, no! - esclamò andandole contro - cosa ho fatto?! Anna! Anna, ti prego, svegliati!"
"Fa vedere - disse Jack - è stata colpita alla testa, ha bisogno di essere curata subito!"
"Anna... lei morirà per colpa mia?". Jack non rispose. Non poteva trovare una riposta, non aveva idea di cosa ne sarebbe stato del destino della principessa più piccola. Improvvisamente i due avvertirono qualcuno entrare.
"Sono i miei genitori! - esclamò - vai via Jack"
"Non ti lascio qui da sola!"
"Ho detto vai via!" - esclamò con le lacrime agli occhi. Colpito dal suo tono brusco, il guardiano quindi di allontanò, senza dire una parola in più. In seguito, il re e la regina di Arendelle, spaventati dalle condizioni della figlia, decisero di far curare quest'ultima dai trolls. Essi la guarirono,  cancellandole anche i ricordi riguardanti i poteri della sorella. Quello sarebbe stato il giorno in cui la vita di Elsa sarebbe cambiata. Da quel momento infatti, non avrebbe più visto il suo potere come qualcosa di benevole, bensì come qualcosa di malvagio e e pericoloso da tenere nascosto, per il bene di chi amava, per il bene di sua sorella, dalla quale si sarebbe allontanata per proteggerla.
Quando era tornata si era chiusa in camera, piangendo. Poiché i suoi poteri dipendevano molto dalle sue emozioni, la stanza si era completamente gelata.
"Elsa - la chiamò ad un tratto una voce - cos'è successo?"
Ella sollevò lo sguardo, tremando.
"Io... non posso più avere questi poteri"
"Che intendi? Anna non sta di nuovo bene?" - domandò Jack.
Elsa annuì.
"Però non posso rischiare di farle nuovamente del male. Io voglio proteggere, lei e tutti gli altri, per questo devo  celare il mio potere"
"Ma non è necessario che tu lo nasconda. Devi solo imparare ad usarlo, io potrei aiutarti"
"Hai già fatto abbastanza - dichiarò ritraendosi in sé stessa - io e tu non possiamo più essere amici"
Jack rimase sorpreso da quella sua reazione di cui avrebbe dovuto importargli poco ma che invece lo stava facendo star male.
"Cosa? - sussurrò - ma... dopotutto quello che abbiamo passato insieme?"
"Lo so! - esclamò - ma è così che dev'essere! Vai via! Voglio dimenticare di averti conosciuto! Sono sicuro che se non ti avessi conosciuto le cose sarebbero andate diversamente"
Il guardiano chinò lo sguardo.
"Se vorrai potrai dimenticarmi quando vorrai"
Elsa tirò su con il naso, circondandosi le ginocchia con le braccia.
"Adesso vai via"
Il guardiano non aveva detto una parola. Silenzioso come un'ombra si era alzato ed era voltato via dalla finestra. Elsa lo osservò con gli occhi lucidi, forse cominciando già a pentirsi. Ma non sapeva che non lo avrebbe rivisto mai più. Jack infatti non tornò . Vagò per il mondo, continuando a fare quello che aveva sempre fatto, nonostante avesse lasciato un pezzo del suo cuore ad Arendelle, il luogo dove, a sua insaputa, un bel giorno sarebbe tornato.

Jack teneva ora il capo chino. Tutti quegli anni passati a cercare di dimenticarsi di lei e adesso improvvisamente iniziava a provare emozioni a cui si rifiutava di dare un nome. Proprio quando aveva creduto che per entrambi ci fosse possibilità, ecco che le cose cambiavano di nuovo. Chissà, forse non era destino che stessero insieme.
"Oh, ciao Jack! - esclamò Anna - stavo osservando il paesaggio innevato, non è meraviglioso? Cosa stai facendo tu qui?"
"Ero con Elsa" - biascicò a bassa voce.
"Davvero? Questa è una cosa meravigliosa! Com'è andata?"
Lui sollevò lo sguardo, a braccia conserte.
"A quanto pare il suo vero amore è tornato"- disse con aria sarcastica.
"Oh, molto diverten... aspetta che? - esclamò - non stai parlando di Hans, vero?"
"E di chi se no" - sbuffò.
"Oh, no, no, no, questo non va bene ben niente! Cosa fa lui qui?"
"E' inutile ce ti agiti tanto. E' il padre di Helge, immagino che Elsa sia ancora innamorata di lui"
"Ma cosa stai dicendo?! Tu non hai idea di cosa lui le abbia fatto!"
"So che le ha spezzato il cuore. E' così?"
Anna fece per dire qualcosa, ma si zittì. In realtà c'era molto altro, solo che non sapeva se fosse il momento giusto per dirglielo.
"C'è... dell'altro..." - sussurrò.
Jack si avvicinò.
"Ovvero? Anna, non tenermi nascosto nulla. Sappiamo entrambi che anche tu odi quando qualcuno ti tiene nascosto qualcosa"
La principessa sospirò, molto combattuta.
"Lei... Lei era davvero innamorata di lui - spiegò piano - Però... Helge non è nato da un gesto d'amore come si può pensare...."
"Cosa...?" - sussurrò.
"Lui l'ha fatta sua con la forza"- dichiarò guardandolo negli occhi. Nell'udire quelle parole, Jack indietreggiò, quasi come se stesse per avere un mancamento. Quella frase aveva spiegato tutto, tutti gli atteggiamenti della regina. Il solo pensiero di come Elsa potesse essere stata trattata lo faceva rabbrividire dalla rabbia. E poi iniziò a sentirsi in colpa. Se avesse continuato a vegliare su di ei negli anni successivi all'incidente, forse avrebbe potuto fare qualcosa. Ed invece se n'era andato.
Si portò una mano sul viso.
"Jack, ti prego - sussurrò - non dirle nulla. Lei non avrebbe voluto che te lo dicessi"
"Perché me lo ha tenuto nascosto?"
"Beh... per lei sei un estraneo - disse - so che sei sconvolto, ma devi promettermi che non farai idiozie"
Jack la guardò. Non sapeva cosa l'altra intendesse con "idiozie", ma di certo non se ne sarebbe rimasto lì senza fare niente.
"Te lo prometto" - dichiarò.

Hans si sentiva decisamente più tranquilla, adesso che aveva ricevuto il consenso di Elsa. Era tornato fuori, dove ancora i due bambini stavano giocando, insieme ad Olaf.
"Vorrei tanto creare un pupazzo di neve - poclamò il bambino - così potresti avere un amico, Olaf"
"O magari un' amica - scherzò Aurora - dai provaci!". Helge si concentrò, ma ciò che ne venne fuori  in seguito fu sì un pupazzo di neve, seppur sformato e molto brutto a guardarsi.
"Oh... è davvero brutto" - disse Olaf.
"Beh, perché non ci provi tu allora!" - borbottò il principe offeso.
"Io credo invece che tu sia molto bravo" - disse improvvisamente una voce alle sue spalle. Si voltò, vedendo che si trattava di Hans.
Sul suo viso comparve un sorriso.
"Davvero?" - domandò.
"Certamente, anche se non sono proprio un grande esperto. Le uniche persone che conosco dotate di simili poteri siete voi e vostra madre"
"Wow, sono contento che vi piaccia! - esclamò compiaciuto - però non sono ancora bravo come vorrei, mi piacerebbe tanto migliorarmi"
"Sono sicuro che crescendo imparerete  molto - lo tranquillizzò - principe Helge, che ne direste di scambiare quattro chiacchiere con me?"
A d Helge l'invito del principe sembrò molto amichevole. Per questo accettò subito. Nonostante la poca confidenza iniziale, non ci volle molto prima che iniziasse a tempestare il più grande di domande.
"Come fate a conoscere mia madre?"
"Oh beh - disse nervosamente - ci siamo conosciuti in circostanze strane. Io avrei dovuto sposare vostra zia, la principessa Anna. Vostra madre non era molto entusiasta di ciò. Di fatti poi, come potete vedere, le cose sono andate diversamente"
"Oh - rispose - non conoscevo questa storia"
"Ci sono tante cose che non conosciamo, mio caro principe"
"Io più di altri - sbuffò, cercando di attirare l'attenzione di Hans - per esempio, metà di me è avvolta nell'ombra. Perché ho una madre ma non ho un padre. Mi chiedo perché"
A quel punto Hans si fermò, guardandolo. Aveva promesso ad Elsa che non avrebbe detto nulla ad Helge, ma si era reso conto che fosse molto più difficile di quel che pensava.
"A voi... piacerebbe conoscerlo?"
"Credo di sì - rispose spazientito - e vorrei anche chiedergli perché non è qui, perché è lontano da noi"
"Sono sicuro che è molto più vicino di quello che pensiate - rispose sorridendo - e che gli dispiace molto di non esservi stato accanto"
Ad Helge vennero le lacrime agli occhi, le quali asciugò subito dopo.Helge avrebbe tanto voluto che Hans la smettesse di comportarsi da estraneo, poiché era sicuro che sapesse lui chi era in realtà. D'altro canto gli sarebbe piaciuto potergli dire che in realtà sapeva, sapeva tutto, ma aveva paura. Sapeva però, che le parole del principe erano sincere ed erano indirettamente indirizzate a lui.
"Grazie - sussurrò - mi fa piacere sentirmelo dire"
Hans adesso aveva preso nuovamente ad osservarlo. Non gli somigliava per niente, era identico a sua madre, aveva i suoi occhi, il suo sguardo e molto probabilmente anche parte dei suoi atteggiamenti. Eppure, anche se non poteva sembrare, era anche una parte di sé, il legame che ancora li univa, dopo tanti anni.
"Principe Hans, io...
Le parole del principe furono ad un tratto interrotte, così come la quiete. Ad un tratto la neve prese a cadere, non lentamente, bensì in modo fitto, quasi come se si stesse scatenando una tempesta.
"Ma che succede?" - domandò il bambino.
"Si prevede una brutta tempesta. Forse faremmo meglio a rientrare, principe" - suggerì Hans.
Helge non era riuscito a dire la verità, ma ci era andato così vicino. La prossima volta però, avrebbe preso coraggio e avrebbe detto tutto, poiché quei momenti passati con Hans, anche se brevi, erano stati intensi. Non voleva più fingere, voleva finalmente una famiglia, come tutti i bambini!
Helge non immaginava che quella tempesta improvvisa fosse la conseguenza della rabbia dello spirito dell'inverno, il quale no se ne sarebbe rimasto in disparte.
Che fosse un intromissione da parte del destino?

"E' una cosa assurda! - esclamò Anna camminando avanti ed indietro -  non puoi averlo fatto, non ci credo!"
"E cosa avrei dovuto fare? - domandò Elsa - non potevo continuare a negarglielo, non ho tutti questi diritti.
"Si ma... Insomma, deve esserci un motivo se hai accettato di averlo qui intorno per chissà quanto tempo. Elsa... non sarai ancora innamorata di lui spero!"
La regina spalancò gli occhi. Nessuno glielo aveva mai chiesto da quella volta e il sentirselo domandare adesso la metteva in difficoltà. Era innamorata? Poteva amare ancora qualcuno che l'aveva ferita nel profondo in quel modo?
Era forse quella la seconda possibilità che tanto bramava?
"Assolutamente no! - esclamò - è soltanto una questione tra lui ed Helge"
"Dubito che ne rimarrai fuori ancora per molto - sbuffò - allora è deciso. Sarò costretta a vedere quel principe da strapazzo parlare amichevolmente con mio nipote?"
"Anna... le cose andranno per il meglio, vedrai" - disse cercando di convincerla e cercando di convincere soprattutto se stessa.  Ma lo sapeva, le cose non sarebbero migliorate, anzi, sarebbero solo degenerate.
Dopo quella chiacchierata, la regina si ritirò nelle proprie stanze. Quelli erano stati giorni pesanti come non le capitavano da tanto, avrebbe soltanto voluto cadere in un sonno profondo e ristoratore.
"Ciao Elsa"
La regina sussultò. Jack questa volta si era appostato nell'ombra, senza farsi vedere.
"Jack - lo chiamò - scusa, ma non sono proprio dell'umore per scherzare"
"E chi ha detto che sono qui per questo?" - domandò serio, facendosi avanti e mostrando la propria espressione piena di rabbia, così come il proprio tono.
"E... e perché sei qui dunque?"
"Perché - domandò iniziando a respirare pesantemente - perché non mi hai detto nulla? Su te ed Hans intendo"
"Io non so di cosa tu stia parlando"
"Invece lo sai - rispose afferrandola - perché non mi hai detto che ti aveva preso con la forza? Perché?"
Elsa a quel punto sentì di rabbrividire. Il braccio iniziò a formicolarle, avrebbe tanto voluto colpirlo in quel momento.
"Come fai a ...?" - mormorò.
"Il come non ha importanza - dichiarò - non posso crederci, com'è potuto succedere! Io... io giuro che lo ucciderò!
"Fermo! - esclamò furiosa - chi diamine sei tu per venire qui ed iniziare a domandare e a dire cose del genere? Tu non sei nessuno!"
"Io non sono nessuno, non sono nessuno? - domandò avvicinandosi a lei - questo è quello che credi tu. Ma lascia che ti sveli un segreto. Il tuo primo amore non è stato Hans"
Elsa avrebbe tanto voluto chiedergli quali idiozie stesse dicendo, ma non ne ebbe il tempo.  Jack la afferrò per il viso, con determinazione ma anche con dolcezza. Le sue labbra stranamente calde sfiorarono le proprie, unendosi in un bacio casto ma che scatenò in Elsa, oltre ad una miriade di emozioni, il ricordo, la cosa più preziosa che fin ora aveva tenuto nascosto nella sua memoria, senza saperlo. Per un attimo si sentì mancare e chiuse gli occhi, completamente inerme di fronte quel bacio che la stava facendo fremere dall'emozione.





Nota dell'autrice
Bene gente, ecco finalmente svelato il "mistero" su Jack ed Elsa, anche se non è poi chissà quale mistero. Tuttavia, come si può capire, nno rimarrà un segreto ancora per molto, poiché Jack ha baciato Elsa... e sì sa, il bacio del vero amore può fare miracoli. Peccato che per Elsa non sarà facile fare i conti con il suo passato e  e le sue emozioni e il suo cuore sarà diviso in due, perché complicarsi la vita è bello.
Helge d'altro canto si ritrova a passare del tempo con Hans, ma nessuno dei due è riuscito a dire la verità all'altro. Questo però durerà poco e allora sì che saranno guai XD
Bene, spero che il capitolo vi sia piaciuto, a presto! ^^
   
 
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