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Autore: Flos Ignis    19/08/2016    2 recensioni
Una grande novità sta per sconvolgere la caotica quotidianità della gilda più forte di Fiore: due giovani maghe, Alchimiste della Luce e del Buio, chiedono di poter entrare a Fairy Tail. Il loro arrivo porterà una ventata di novità che creerà non poche situazioni piene di comicità, ma porterà anche alla luce sentimenti finora celati nel profondo dei cuori.
E proprio quando tutto sembra volgere al meglio per ognuno di loro, un evento riporterà l'antica tristezza nei cuori delle gemelle della luce e del buio; stavolta avranno i loro compagni a sostenerle nella loro battaglia personale contro l'odio, ma dovranno vincere in fretta.
Perchè c'è chi non aspetterà per sferrare il suo attacco contro la gilda che tanto l'ha ostacolato in passato. Il mago oscuro immortale è pronto a dare il via alla battaglia finale.
Ohayo minna! Un paio di appunti obbligatori: seguo la storia del manga fino al capitolo 417, dopodichè mi limito a prendere qualche spunto da quelli successivi per la mia storia.
Spero davvero di intrattenervi piacevolmente con le mie parole, che la mia storia possa trasmettervi i sentimenti che ho provato nello scriverla!
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lluvia, Lucy Heartphilia, Natsu, Natsu/Lucy, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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E.N.D

 

 

Intorno alla tomba di Igneel stava per scatenarsi un cataclisma cui mai il continente di Fiore aveva dovuto assistere.

Un giovane mago di Fairy Tail, circondato dall'affetto e dal sostegno incrollabili dei suoi nakama, aveva subito una ferita probabilmente insanabile, da cui chiunque altro non si sarebbe mai ripreso. No, non si trattava di un danno fisico, nulla che un incantesimo di indicibile energia o la lama affilata di una spada potessero causare, e nemmeno la collisione dei pugni del più forte combattente al mondo.

Natsu Dragneel era stato ferito a morte da una semplice frase, poche parole erano bastate a scatenargli dentro un'eruzione vulcanica di inaudita violenza. A malapena riusciva a contenere la furia della sua magia dentro il suo corpo, e l'unica cosa che gli impediva di esplodere del tutto era l'istinto del drago che protegge la sua compagna.

La sua Lucy era troppo vicina, praticamente aggrappata alle sue braccia nel tentativo disperato di attirare la sua attenzione, di consolarlo ed aiutarlo ad uscire da quel momento di dolore, non sarebbe mai riuscita a scampare alla violenza delle sue fiamme se avesse perso il controllo sul suo potere di Dragon Slayer.

Il mago Zeref lo aveva chiamato “fratellino”. Aveva raccontato con tristezza e rimpianto di quando lo aveva perduto, di quando era morto, di quando l'aveva riportato in vita, di come Igneel l'aveva salvato da una seconda, definitiva dipartita donandogli le sue fiamme.

Un'intima, profonda, incrollabile sicurezza era nata nel momento stesso in cui il loro avversario aveva pronunciato quelle parole: trombe dell'apocalisse, foriere di sventure e tragedie, come le profezie degli antichi divinatori i cui occhi vedevano attraverso le nebbie oscure del tempo.

-Natsu! Riprenditi!-

-Natsu-san!-

-Ohi, carbonella, svegliati!-

-Natsu, guardami ti prego, sono Lucy, sono qui!-

Sentiva le voci dei suoi amici, ma non poteva rispondere, non poteva assolutamente distogliere la sua attenzione dal ruggito che premeva per uscire da lui e sfogare ogni grammo della strana furia che aveva preso a bruciargli il petto, infiammandogli il respiro ed incendiando il sangue nelle sue vene.

Voleva solo bruciare.

 

Ciò che videro accadere in quel momento avrebbe tormentato il loro sonno per molto tempo a venire, causando incubi che li avrebbero lasciati senza fiato.

Vedere una persona a loro così vicina soffrire di un dolore inimmaginabile stava straziando i loro cuori, e la consapevolezza di non poter fare nulla li rese impotenti spettatori di qualcosa di inumano.

Natsu, il loro Natsu, esplose.

Qualcosa dentro di lui era scattato alle parole del mago oscuro, come attivando una bomba ad orologeria. Aveva fatto il possibile per resistere, ma le sue urla avevano scandito quell’infausto conto alla rovescia… ed ora erano arrivati allo zero.

Fu orribile: risentirono a malapena dell’onda d’urto, la piccola Wendy aveva provveduto a contrastarla con il suo vento, ad essere terribile però fu la visione del loro amico che perdeva lo strato superficiale di pelle per trasformarsi in qualcosa di spaventoso.

Fu una sanguinosa metamorfosi, al posto della pelle gli crebbero squame scure rese viscide dal sangue che perdeva per quella dolorosa mutazione, sul capo apparvero due rosse corna torte, appuntite, letali. Ma a spegnere un po’ della loro anima più di ogni altra cosa furono le lacrime di dolore tinte dal sangue che cadevano dagli occhi spalancati del loro amico, non più verde foresta ma neri come il carbone.

Lucy era accasciata a terra, con le lacrime a inondarle il viso ed i singhiozzi a renderle difficoltoso il respiro. Il suo Natsu, il suo compagno stava soffrendo e lei non poteva aiutarlo. Poteva sentire risuonare quelle grida nel suo cervello, rimbalzavano gli echi del suo ruggito nella sua mente, ma lei le percepiva solo come richieste d’aiuto.

Gray aveva creato uno scudo per proteggere se stesso dalle fiamme e soprattutto Juvia, la quale era sul punto di svenire per via dell’aria eccessivamente calda intorno al loro amico: se fosse stata attaccata in quel momento non sarebbe riuscita a trasformare il suo corpo in acqua. Cercando di mantenere il più a lungo possibile il suo Ice Shield, pensava a cosa diamine stesse accadendo: come avrebbe riportato indietro il suo amico? Che tipo di mutazione stava subendo? Era reversibile? Nemmeno per un secondo aveva pensato di dover avere paura di lui. Non sapeva ancora in che modo, ma lo avrebbe riportato com’era prima. Avrebbe lasciato a dopo le domande sul come e perché avesse perso il controllo.

Erza si equipaggiò con l’armatura dell’Imperatrice delle Fiamme, pronta a proteggere i suoi nakama: aveva l’orribile presentimento che il suo amico d’infanzia si fosse appena trasformato in un secondo nemico, più pericoloso del precedente, perché non potevano permettersi di perdere Natsu… sarebbero morti insieme a lui piuttosto.

Zeref era l’unico tra i presenti a provare un’evidente gioia: il suo fratellino era cresciuto moltissimo, ed ora aveva raggiunto la sua forma Etherious. Finalmente era giunto anche per lui il momento di morire, il più forte demone che potesse creare aveva raggiunto la sua massima potenza proprio sotto i suoi occhi… non avrebbe visto il tramonto di quel giorno.

Una sola lacrima percorse il suo pallido volto: sollievo, all’idea di ricevere una tale grazia proprio dalla persona che aveva più amato nel corso della sua intera vita. L’unico rimpianto che portava con sé nella tomba era di aver fatto tanto male alla sua preziosa fata… la sua amata Mavis. L’avrebbe mai perdonato per averla condannata a vagare in eterno?

Non l’avrebbe mai saputo, ma anche così, Zeref Dragneel si ritrovò a ringraziare con tutto se stesso neppure lui sapeva chi o cosa, perché finalmente il suo insensato vagare era giunto alla fine.

 

 

Nonostante il giorno fosse ormai iniziato, il potere che si espandeva da Natsu aveva oscurato il sole col suo bagliore, ogni cosa aveva preso sfumature rosse, tanto che il mondo pareva ricoperto di sangue e fiamme.

Un ultimo grido, ed una lunga coda apparve a completare quella metamorfosi che pareva aver cancellato il mago di Fairy Tail dalla faccia della terra. Al suo porto, un demone di fattezze semiumane, ma con corna, coda e ali a renderlo più simile ad un drago. La pelle parzialmente ricoperta di squame come se avesse attivato la Dragon Force, ma nettamente più scure e minacciose del solito: anche solo sfiorandole si aveva l’impressione di poter venire feriti. Le unghie, che si erano tanto allungate da poter essere considerate quasi degli artigli, gocciolavano sangue sul terreno già grondante. E gli occhi…

Nessuno di loro ebbe alcun dubbio a riguardo: quegli occhi color carbone non riconoscevano nessuno di loro.

E.N.D. si era mostrato infine, e con sé portava la promessa di un’apocalisse.

 

Quel potere funse da calamita per tutti coloro che per un motivo o per un altro si stavano dirigendo verso il campo di battaglia, mostrando loro un luogo preciso da raggiungere… e promettendo una battaglia infuocata e sanguinosa in caso lo si fosse raggiunto. Nessuno di loro si tirò indietro.

A breve distanza l’uno dall’altro apparvero ai margini del campo di battaglia tutti coloro che avevano scelto da che parte schierarsi, pronti a scendere in campo e dare fondo ad ogni grammo della loro energia per cacciare il male nelle profondità degli abissi più lontani da loro.

La battaglia finale per la conquista della libertà da un antico male stava per iniziare… e questa volta, tutti loro erano pronti a portare a termine la missione.

 

 

 

Note:

Vi chiedo immensamente, profondamente, umilmente perdono. Ho fatto passare un tempo vergognosamente lungo dall'ultimo aggiornamento, ma due mesi di esami e zero ispirazione sono la causa di questo dannato ritardo.

Vi supplico di perdonarmi! *si inchina profondamente per il dispiacere

Ok, ora che ho constatato che non sono morta, passo a chiedervi di portare ancora un po' di pazienza con la sottoscritta.

Non riuscirò ad aggiornare velocemente, ma non passerà più così tanto tempo, ve lo prometto! E potete stare certi che non lascerò mai e poi mai questa storia incompiuta, ci tengo troppo.

Perciò ringrazio chiunque mi accompagnerà fino alla fine, ogni lettore silenzioso che ha iniziato questa storia e dopo tutti questi mesi non si è ancora arreso per vederne la fine.

Perciò… grazie di cuore, e spero di aver ricompensato la vostra attesa.

P.S. Lo so che è cortino questo capitolo, ma dato che ci sono zero dialoghi ho pensato che una lunga prosa bastasse per ora… non uccidetemi, dal prossimo capitolo si torna a correre!

Kisu, Flos Ignis

  
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