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Autore: Fonissa    19/08/2016    1 recensioni
[AU!HighSchool] [Musical] [Percico\Reynabeth] [Accenni: Jasper, Caleo, Frazel]
“Sai Nico, se per caso tu volessi ritornare a cantare, io potrei darti una mano.”
[...]
“Io so che tu desideri ritornare a farlo, ma non hai il coraggio. Pensa solo questo: Bianca lo vorrebbe.”
***
I segreti sono una parte di noi. Possono essere piccoli o grandi, oscuri o innocui. Percy Jackson, capitano della squadra di nuoto stimato da ogni studente dell'half-bloom High School, non aveva mai pensato di dover avere un segreto così grande fino a quando non si ritrovò davanti a quel pianoforte, a cantare con Nico Di Angelo. Per fortuna non sarà solo a dover sopportare questo peso.
Genere: Angst, Fluff, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Nico di Angelo, Percy Jackson, Percy/Nico, Quasi tutti, Reyna/Annabeth
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Percy era intrappolato nella sua indecisione mentre, in piedi davanti alla scrivania, guardava quei fogli pieni di parole di fronte a sé. Era solo in casa, quindi nessuno l'avrebbe potuto sentire. E allora perchè non si decideva a esercitarsi su quelle canzoni che Hazel gli aveva dato già da due giorni ormai? In fondo, era stato lui a dire di voler provare. Sospirò, buttandosi sul letto coprendosi il viso con le mani. Da quel pomeriggio in cui aveva cantato con Nico e Hazel la prima volta, la sua vita era diventata un completa casino. Lui stava sperimentando una parte di se stesso che non sapeva di avere, gli allenamenti di nuoto si facevano sempre più frequenti e intensi, Annabeth era fredda e distaccata con tutti e nessun sapeva il motivo.. e poi c'era Nico. Percy aveva provato a dimenticare quella strana sensazione che aveva sentito afferrando il braccio del più piccolo, ma non ci era riuscito. Anzi, col pensiero ritornava sempre a quel momento. Si alzò di scatto, scuotendo la testa. Non era da lui stare seduto sul letto a piangersi addosso. Prese il suo telefono e le cuffie, si sedette sulla scrivania e osservò i fogli. Hazel gli aveva spiegato come fare: doveva ascoltare la canzone seguendo le note e le parole sullo spartito, impararla per bene e poi provare a cantarla registrandosi. Gli sembrava semplice.

Accarezzò con le dita il titolo: Runaway. Schiacciò play e due giovani voci maschili si fecero strada nella sua mente. Più la canzone andava avanti, più Percy leggeva le parole e più la sua espressione diventava stupita. Come potevano due ragazzi che nemmeno conosceva, scrivere delle parole che lo descrivessero così bene? Si sentiva capito. Runaway esprimeva a parole ciò che lui provava. Era questa la magia della musica? Desiderò sapere di più su quei due ragazzi, ascoltare altre opere. Ma in quel momento doveva concentrarsi solo su quella. Perse il conto di quante volte la ascoltò, ma alla fine si sentì pronto. Attivò la registrazione sul suo telefono e, senza nemmeno la base musicale, iniziò a cantare Runaway. Chiuse gli occhi e tutto ciò su cui si concentrò fu la sua voce. Gli venne quasi un infarto quando, appena finito, sentì un applauso alla sue spalle. Si girò di scatto, incontrando lo sguardo felice di sua madre che lo osservava dalla porta. 

"Sei sempre stato bravo a cantare. Da piccolo lo facevi sempre, poi ti sei appassionato al nuoto e hai smesso."

"Non lo dire a papà."

Percy avrebbe voluto dire qualcosa in più, chiedere a sua madre da quanto tempo lo stesse ascoltando, ma l'unica frase che uscì dalla sua bocca fu quella supplica. Sally sospirò, si avvicinò al figlio e gli poggiò l emani sulle spalle.

"L'ho sentita la conversazione tra te e tuo padre, sai? Percy, io sono dalla tua parte. Tuo padre deve smetterla di aspettarsi da te quel che vuole lui. Per me puoi avere qualsiasi passione, basta che tu sia felice."

"Mamma..."

Si abbracciarono e il ragazzo sentì come se un mattone nel suo petto si fosse sciolto. 

"Come si chiama questa canzone? Mi sembra che ti piaccia molto. Chi la canta?"

"Runaway -Percy controllò i fogli sul quale era scritta la canzone- è degli Urban Stragers... non li ho mai sentiti fino ad adesso sinceramente, la canzone me la data Hazel."

"Vogliamo scoprire insieme chi sono?" chiese Sally sorridendo, sinceramente interessata alla nuova passione del figlio.

"Si!'

Ci vollero solo pochi minuti per accendere il computer e cercare la band su internet. Le prime immagini che apparirono furono quelle di due ragazzi, uno magro dai capelli biondi e ribelli e gli occhi azzurri, l'altro più robusto, dagli occhi e i capelli scuri.

"Genn e Alex...no, aspetta. -disse Sally leggendo- i veri nomi sono Gennaro e Alessio. Sono italiani!"

"Italiani? Nico è nato in Italia." esclamò Percy senza pensarci. La donna lo guardò confusa.

"Cioè, intendo, forse è per questo che Hazel e Nico li conoscono. "

"Oh, si, probabilmente è così."

Percy sospiró di sollievo. Come mai gli era saltato in mente il pensiero di Nico? Questa situazione lo metteva a disagio. I suoi pensieri furono interrotti dal suono del campanello.

"Deve essere tuo padre -disse Sally, per poi guardare gli spartiti sopra la scrivania- che vuoi fare con quelli? Nasconderli?"

"Si, per ora si."

Mentre Sally andava ad aprire al marito, Percy chiuse il computer e nascose i fogli nello zaino. Percy prese un bel respiro, poi andò in cucina pronto a cenare. Poseidone era già lì, seduto a tavola, ma appena Percy mise piede nella stanza si accorse che la televisione stava trasmettendo un programma di musica. Guardò sua madre, che ancora con il telecomando in mano gli fece l'occhiolino che il ragazzo ricambiò sorridendo, poi si accomodò a fianco a suo padre.

"Perché stiamo guardando questo?" chiese l'uomo osservando la TV.

"Mi interessa." rispose con tranquillità Sally, servendo la cena.

Percy cercava di non apparire troppo interessato, ma ogni tanto gettava l'occhio quando sentiva la notizie più interessanti: una nuova band emergente, un cantante che iniziava un tour mondiale. Un paio di volte gli capitò di immaginare se stesso al posto di quei cantanti. Come sarebbe essere acclamato da milioni di persone e poter esprimere la propria arte liberamente?
Poi l'occhio gli cadde sulle medaglie del ladre appese in cucina. Casa sua era piena di riferimenti al nuoto e alle vittorie di suo padre. Tutti si aspettavano che lui seguisse le sue orme.
Sospirò e ritornò a mangiare. 

"Ti vedo un po' assente oggi, stai bene?" chiese Hazel fermandosi con le mani sul pianoforte e guardando Percy con aria stranita. Il ragazzo emise un sospiro, poi abbassò gli occhi.

"E' che tutta questa faccenda è strana. Non mi è mai capitato di dover nascondere qualcosa a mio padre e a Annabeth." 

"Perché non glielo dici?" chiese la riccia con innocenza.

"Mio padre non accetterebbe qualcosa che non sia il nuoto. Annabeth non so come reagirebbe, non abbiamo mai parlato di una cosa del genere. Almeno mia madre lo sa e mi sostiene, altrimenti non so come farei."

"Già." annuì Nico, con l'aria di chi ne sapeva molto. Hazel lo guardò comprensiva, poi riportò lo sguardo su Percy.

"Allora immagino che non ti iscriverai alla gara di canto."

Percy sbiancò e sgranò gli occhi.

"Cosa?! Nemmeno per sogno. E poi ho già la gara di nuoto. Perché non vi scrivete voi?"

"Ne faccio a meno." disse freddamente Nico.

"E io non credo di potercela fare da sola.- rispose Hazel delusa, poi assunse un'espressione di fastidio- in più si è iscritta anche Drew Tanaka. Per quanto mi stia antipatica, è formidabile e molto difficile da battere."

"Spero le cada un riflettore in testa." commentò Percy alzando gli occhi al cielo. Si era aspettato la risata cristallina di Hazel, ma non aveva certo previsto che anche Nico avrebbe riso, anche se in maniera più calma. Nel sentirlo, Percy sentì dentro una strana sensazione, come di calore che dal petto gli si propagava per il resto del corpo. Nel mentre sorrise spontaneamente, non riuscendo a trattenersi. Cosa gli prendeva?

 

Quando suonò l'ultima campanella, Annabeth, per il quinto giorno di fila, provò a correre via fino a casa, ma Reyna la bloccò fuori scuola trattenendola per il polso.

"Annabeth Chase." disse con voce tagliente. La bionda si immobilizzò mentre perdeva colore.

"Reyna, scusami ma devo tornare subito a casa..."

"No, non ti scuso. Sono giorni che fuggi via e che eviti tutti noi, non parli nemmeno con Percy. Che cazzo succede?"

"Niente, sono solo occupata."

"Anny, ti conosco. Scappare da tutto e tutti non è da te. Siamo preoccupati, non riusciamo a capire. Per favore, dicci che succede. Vogliamo aiutarti."

Annabeth sembrò calmarsi e per qualche secondo rimase in completo silenzio, lo sguardo fisso a terra. Ma quando alzò il viso, Reyna si sorprese di vederlo rigato di lacrime.

"Non riuscite a capire perché non potete. Reyna..." si buttò sull'amica, piangendo.

"Annabeth... -la strinse forte, come se avesse paura che l'amica potesse sprofondare da un momento all'altro- che succede?" ripeté, questa volta in maniera dolce.

"Io...credo di aver capito una cosa..."

"Cosa?"

"Mi piacciono anche le ragazze."

 

*ANGOLO AUTRICE*

Perché gli Urban Strangers? Non lo so, forse perché le loro canzoni i ispirano particolarmente per questa fanfiction. Comunque, in questo capitolo succedono parecchie cose, aspetto i vostri commenti <3

Sciao sciao

-Fonissa

  
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