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Autore: Berry Depp    21/08/2016    2 recensioni
Dal secondo capitolo:
-Modestamente io, Jack Savage, sono il miglior agente dell'organizzazione e voi siete i migliori del vostro distretto- blaterò il coniglio, che Nick non aveva smesso di fissare con sdegno.
-Non esageriamo- replicò Judy, in imbarazzo.
-Oh, è così- riprese quello -Niente po' po' di meno che Judy Hopps, l'agente più brillante e coraggiosa di Zootropolis. Figlia di una famiglia di coltivatori, sei stata capace di compiere grandi imprese- si fermò, inarcò un sopracciglio guardando Nick e riprese, parlando più lentamente: -E Nicholas Piberius Wilde. Ex criminale dall'oscuro passato, ora poliziotto. Tua madre sarebbe davvero orgogliosa.
Nick rizzò le orecchie e gli puntò un dito contro. -Okay, adesso basta.
Jack sorrise. -So molte cose di voi...
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Nick e Judy sono "semplici" poliziotti che si occupano di "semplici" casi, ma se un giorno venissero reclutati dall'organizzazione segreta S.O.o.M. per occuparsi di un caso al di fuori del normale? Mammiferi scomparsi che ricompaiono dopo pochi giorni, solo per compiere crimini, e con abilità straordinarie di cui si ignora l'origine; l'agente Jack Savage chiederà il loro aiuto per risolvere il misterioso caso dei mammiferi mutanti.
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Una volta fuori dalla centrale, Nick fu sul punto di andare a prendere la volante, ma Jack lo fermò: -Oh, no, Wilde. Andiamo con la mia auto, vi offro un passaggio.
“La sua auto” non si poteva nemmeno definire un’auto. Quella – Nick ne fu certo – non l’avrebbe potuta rubare nemmeno se avesse voluto e solo perché non si era mai trovato in posti frequentati da mammiferi con così tanti soldi da potersela permette. Fece un rapido calcolo e immaginò quanto potesse costare. Al pensiero di una cifra simile gli venne un capogiro: avrebbe potuto sistemarsi per sette vite, con tutti quei soldi.
Judy trattenne il respiro, quando la vide. Era altissima e lunghissima e nerissima e lucentissima. Questi furono gli aggettivi che le vennero in mente sul momento e ne avrebbe avuti molti altri, una volta entrata.
-Questa auto è tua?- esclamò, esterrefatta.
-Beh, non proprio mia- rise il coniglio –È dell’agenzia, ci vado in giro quando lavoro. La mia è una semplice Furcedes.
“Una semplice Furcedes”. Ma sentilo, pensò Nick storcendo il naso. Jack aprì lo sportello posteriore e fece entrare Judy, il tutto sotto gli occhi schifati e contrariati della volpe, che entrò dall’altro lato, mentre Jack si sedeva di fronte a Judy.
-Parti pure, Harold- disse il coniglio al conducente. L’auto si mise in movimento.
-Ha anche l’autista, Nick!- bisbigliò Judy eccitata –Come Batbat!
-Non ce l’ha lui, Carotina, anche l’autista è dell’agenzia- borbottò la volpe, voltandosi per guardare la città sfrecciare attraverso il finestrino oscurato.
Durante il viaggio, che durò circa venti minuti – i più lunghi della vita di Nick – Jack si dimostrò ancora più schifosamente viscido di quanto fosse sembrato alla volpe a prima vista: non era solo un adulatore o un narcisista, era soprattutto un bastardo della peggior specie.
-Modestamente io, Jack Savage- sottolineò portandosi teatralmente una zampa al petto –sono il miglior agente dell’organizzazione. Per questo ho voluto lavorare con voi due, i migliori del vostro distretto.
-Non esageriamo- replicò Judy, in imbarazzo.
-Oh, è così!- riprese quello –Niente po’ po’ di meno che Judy Hopps, l’agente più brillante e coraggiosa di Zootropolis. Figlia di una famiglia di coltivatori, con la tua sola forza di volontà sei stata capace di compiere grandi imprese.
Ruffiano, pensò Nick, che non aveva smesso di fissare con sdegno il coniglio. Questi si fermò, inarcò un sopracciglio guardando la volpe e riprese, parlando più lentamente, come se avesse rischiato di sciupare il soggetto del suo discorso, con le parole: -E Nicholas Piberius Wilde. Ex criminale dall’oscuro passato. Chissà cosa pensano i tuoi vecchi colleghi e compagni di malefatte, del tuo nuovo incarico da poliziotto. Di certo tua madre ne sarebbe fiera.
A quelle parole le orecchie di Nick si rizzarono e lui gli puntò minacciosamente un dito contro.
-Okay, adesso basta.
A Judy prese un colpo, prima per ciò che aveva detto Jack, poi per la reazione di Nick.
L’agente segreto sorrise, compiaciuto.
-So molte cose di voi- mormorò, come se questo fosse un segreto; e forse lo era –È tutto nei nostri archivi, ogni informazione su qualunque abitante di Zootropolis e dintorni. Affascinante, vero?
-Maniacale- commentò Nick, in disaccordo.
-Nick!- lo riprese Judy, mortificata.
-Che c’è? È vero, questi tizi sanno tutto di tutti, non è normale.
Jack annuì.
-Il tuo collega ha ragione, Hopps. Ma forse tutto ciò non lo infastidirebbe così tanto, se non avesse un passato a dir poco... selvaggio.
Nick non gli saltò al collo per un pelo, solo perché Harold l’autista annunciò che erano arrivati. Scesero dall’auto e si ritrovarono davanti un edificio come un altro, tipico della periferia, un po’ diroccato come il resto delle case popolari lì attorno. Judy si chiese che senso avesse collocare un’agenzia super segreta in un posto tanto impensabile, quando ci entravano abitualmente mammiferi in smoking alla guida di auto di lusso. Entrarono nell’atrio, che sembrava quello di un semplice hotel, e si avvicinarono al bancone. Jack sembrava contrariato, una volta constatato che non ci fosse nessuno a dar loro il benvenuto.
-Capisco che mi detesti, ma sapeva che avevo ospiti- borbottò più rivolto a se stesso che agli altri due. Suonò il campanello posto sul bancone e dopo qualche secondo, da dietro una porta, sbucò una volpe artica. Indossava una camicetta bianca a maniche corte e una gonna nera forse troppo corta, al collo un papillon nero sciolto lasciato cadere sul petto.
-Posso aiutarvi?- chiese inarcando un sopracciglio. A Nick sembrò che si fosse soffermata su di lui, dando una rapida occhiata ai nuovi arrivati.
-Non scherzare, Nuy, apri l’ascensore- replicò burbero Jack, senza nemmeno guardarla, come se avesse fretta di togliersela dai piedi. A Judy quel comportamento sembrò strano, quella volpe bianca aveva tutta l’aria di essere simpatica.
Questa roteò gli occhi e sorrise a Nick e Judy.
-Voi dovete essere gli agenti Wilde e Hopps, dico bene?- chiese ai diretti interessati, ignorando il coniglio.
-È così- rispose Nick, che per un attimo temette di non riuscire a staccare lo sguardo dagli occhi color ambra della loro interlocutrice.
-Ci chiami Judy e Nick- disse la coniglietta, sorridendole di rimando.
-E lei è...?- chiese Nick.
-Nuyileq. Nuyileq Pissualayok- la volpe si fermò e osservò le loro reazioni, che a giudicare dalla sua risata dovevano essere proprio soddisfacenti.
-Non ti stanca mai, eh?- Jack la folgorò con lo sguardo, ma lei non se ne accorse nemmeno, presa com’era dalle espressioni confuse dei poveri Nick e Judy.
-Vi prego, chiamatemi Nuy- disse, quando si riprese –È bello godermi le facce di chi mi chiede il nome. Oh, che maleducata! Volete del caffè?- da sotto il bancone prese un vassoio su cui aveva già preparato delle tazze con il caffè, una ciotola di zucchero ed una piccola brocca con del latte.
-Uhm grazie- fece Nick, versando del latte e due cucchiaini di zucchero in una tazza che porse a Judy (ormai conosceva i suoi gusti), per poi iniziare a sorseggiare il suo caffè, amaro.
-Jack?- lo invitò Nuy, con un sorriso finto.
-Non c’è tempo. Dobbiamo affrettarci, abbiamo un caso complicato, tra le zampe- ribatté lui –Apri quel dannato ascensore.
Nuy sbuffò e premette un tasto sotto il bancone, che fece aprire l’ascensore che si trovava a destra, alla fine del corridoio.
-Jack ha ragione- Judy si risvegliò dal suo piccolo momento di gioia in compagnia e quasi fece cadere la tazza a Nick, quando gli diede una gomitata per spronarlo –Andiamo, Nick!
Questi sospirò.
-Visto, con cosa ho a che fare ogni giorno?- disse a Nuy, una volta che Judy fu abbastanza lontana.
-Beh, immagino tu abbia già avuto modo di conoscere il mio fardello- replicò lei, sorridendo.
-Siamo pari- concesse lui –Ci vediamo- e andò dietro agli altri due.
L’ascensore era enorme, in confronto a loro che erano mammiferi di piccole dimensioni; Nick cercava di stare il più vicino possibile a Judy per tenerla lontana da Jack, stando attento a non apparire fastidioso: il coniglio se ne sarebbe accorto e la sua partner gli avrebbe fatto notare che le stava attaccato, facendolo sprofondare in un baratro di imbarazzo.
-Bello, eh?- chiese Jack, ammirando le pareti della cabina –Questo ascensore lo usiamo solo noi agenti dell’organizzazione. Quello a sinistra è per i visitatori dell’”hotel”. Copertura semplice, ma efficace. Gli abitanti della zona pensano che sia una struttura che ospita onesti e ricchi lavoratori come banchieri o avvocati.
Le parole “onesti” e “avvocati”, usate nella stessa frase, causarono un conato di vomito a Nick, che dovette reprimere cercando di mantenere un’espressione seria e minimamente interessata.
Jack continuò: -E nessuno fa domande. Può sembrare un brutto quartiere, ma nessuno si azzarda ad attaccarci, magari pensando che nelle nostre ventiquattrore ci siano mazzi di bigliettoni. Sanno che l’immobile appartiene a Mr. Big e se ne tengono alla larga. Per rispetto, o per paura.
-Conosciamo Mr. Big- le orecchie di Judy si rizzarono, quando sentì quel nome –Abbiamo instaurato un buon rapporto, nel caso di due anni fa.
Il coniglio rise.
-So anche questo, Hopps. Questo e molto altro- aggiunse, lanciando un’occhiata eloquente a Nick, che finse di non accorgersene.
-La receptionist, Nuy- disse invece la volpe, per cambiare discorso e non rischiare di azzannare Jack per il solo gusto di farlo stare zitto –Ha un... nome strano.
-Lingua Yupik- rispose prontamente l’altro –Un antico popolo dell’Alaska o... Siberia... non lo so, qualcosa del genere. È da un posto di quelli, che viene lei. Altro che Tundratown, lì un mammifero come me o te muore assiderato.
L’ascensore si fermò al dodicesimo piano e Jack si avviò esperto fra i corridoi che non rispecchiavano affatto quelli di un hotel: erano grigi e si districavano fa brevi rampe di scale e vicoli ciechi e porte chiuse a chiave. Nick e Judy dovevano fare attenzione a non fermarsi per studiare quello che li circondava troppo a lungo, o avrebbero perso di vista il loro nuovo collega. Non erano soli, a quel piano: mammiferi di ogni specie, dalla più piccola alla più grossa, maschi e femmine, giovani e meno giovani, si muovevano chi lentamente e chi con più fretta, per raggiungere forse i loro uffici e darsi da fare con i loro lavori super segreti. Indossavano tutti degli eleganti completi neri, quelli che piacevano tanto a Judy quando guardava i film di spionaggio e che Nick sapeva che non avrebbe sopportato, se avesse dovuto indossarne uno lui. Sperò che almeno quello glielo risparmiassero.
Arrivarono davanti una porta molto più alta di loro, su cui era affissa una targhetta che riportava il nome di Jack Savage. Questi la spinse e li fece accomodare nel suo studio, qualcosa che alla loro centrale, anche Bogo non avrebbe mai potuto avere: non molto grande, ma elegante, le pareti coperte da librerie piene di libri quali saggi ed enciclopedie, un tappeto – di pregiata fattura, doveva ammettere l’ex contrabbandiere, esperto – ed una scrivania fatta di legno scuro che aveva tutta l’aria di essere estremamente costoso, una poltrona girevole in finta pelle nera dietro questa e due poltroncine in velluto rosso poste davanti; la grande finestra dietro la scrivania coperta da due tende bianche, che non lasciavano intravedere il panorama. Jack li fece accomodare sulle poltroncine e si sedette su quella di fronte a loro.
-Allora?- Judy saltellò sul posto –Da dove cominciamo?
Jack le porse una cartelletta, che lei aprì spostandola verso Nick per far vedere anche a lui il contenuto: un paio di fogli e delle foto.
-Immagino conosciate Weasel Rose, cantante dei Guns n’ Rodents- disse il coniglio che, vedendoli annuire confusi, continuò: -Lui è uno dei mammiferi scomparsi. A denunciarne la scomparsa è stato il chitarrista della band, Hamslash, tre giorni fa, dicendo che non è la prima volta che il leader non si fa vivo alle prove, considerando che questi è un tipo presuntuoso e che soffre di bipolarismo. Ma è la reunion e non dà notizie di se da una settimana. Il concerto di Zootropolis è fra quattro giorni e tutti i componenti della band sono preoccupati.
Le orecchi degli altri due si afflosciarono dietro le teste. Addio concerto, si dissero. O forse no, pensò allora Judy.
-Allora cerchiamolo- esclamò –Io a quel concerto voglio andarci e non ho intenzione di stare a guardare una donnola con la parrucca bionda che canta in playback Rabbit Queen.
Nick sorrise, ma dovette tornare serio quando Jack riprese: -È questo, il punto: quello di Rose non è più un caso di sparizione, ma di furto con aggressione. La donnola si è infiltrata nella casa di una ricca famiglia di Rainforest, il padre lavora direttamente per Mr. Big, e ha rubato svariati oggetti costosi, più le uniche due fiale di cui il padre era a disposizione, di un liquido verde che non siamo ancora riusciti ad avere fra le zampe per essere analizzato. Il maiale, proprietario delle fiale, ci ha detto che Rose, vedendolo entrare nell’ufficio in cui le custodiva, l’ha attaccato con delle... penne.
-Penne?- ripeté Nick, inarcando un sopracciglio, scettico.
-Penne- confermò Jack –Le ha sollevate con la forza del pensiero e gliele ha puntate contro. Parole di Albert Piggerton- concluse, alzando le zampe in segno di difesa.
-E non ha detto niente, riguardo le fiale?- chiese Judy.
-Sostiene di non sapere cosa sia il liquido, che Mr. Big in persona gli ha ordinato di conservarle e non dirlo a nessuno- rispose il coniglio –Ed è qui che entrate in scena voi. Andrete dal boss e vi farete dare qualche spiegazione.
-Non vedo l’ora- esclamò senza entusiasmo Nick.
-D’accordo- obbedì la sua partner.

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Cabina del Capitano:

CE L'HO FATTA
Chiedo umilmente venia per l'enorme ritardo, ma anche in questo fandom, come in tutti gli altri in cui scrivo, dovete sapere che il rapporto che ho col wi-fi è conflittuale e, nonostante il capitolo fosse pronto da giorni, non ho potuto pubblicarlo. Ho sofferto.
Ad ogni modo, eccoci qua. Ringrazio chi ha recensito e messo la storia fra le seguite e le preferite (PREFERITE. Dopo il primo capitolo. Assurdo. Grazie.), specialmente perchè non mi aspettavo tanti lettori per una storia che... insomma, personalmente la trovo banale: Savage, animali con poteri wow... Poi boh, mi fido di voi lettori, voce della verità. A questo proposito, se avete qualcosa da ridire riguardo la storia fate pure, accetto le critiche. 
Oh, è pronta la cena.
Ci leggiamo al prossimo capitolo!
BD
  
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