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Autore: Lizhp    22/08/2016    4 recensioni
“Quindi non si vede più a scuola… un ragazzo dell’ultimo anno che faceva lezioni con lui ha detto che se ne è andato in Messico”
Messico.
Ma allora perché non mi ha detto niente, in fondo mi vedeva tutti i giorni. E poi mi ha sempre detto che per qualsiasi cosa lui ci sarebbe stato.
Magari quello che stavano dicendo quei ragazzi non era vero.
“A fare cosa in Messico?”
“Dicono che sia scappato dopo aver litigato con la moglie…”
“Aveva anche due figli, no?”
“Sì… dalle voci che girano, sembra proprio che sia scappato con un uomo!”
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Andy Dermanis, Fortunè Penniman, Paloma Penniman, Yasmine Penniman, Zuleika Penniman
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2: Se non ci fosse la guerra

16 Novembre 1992
 
Quando penso a Parigi penso alla bellissima casa che avevamo nel sedicesimo arrondissement. Era veramente molto grande, c’era tanto spazio per me e le mie sorelle. Quando giocavamo a rincorrerci per le scale però, mamma ci urlava sempre di fare piano, perché avremmo potuto cadere e farci tanto male.
Conosco tutti i nascondigli di quella casa e spesso le mie sorelle non riuscivano a trovarmi, soprattutto quando scappavo nel mio nascondiglio preferito: l’armadio di mamma e papà. Ero talmente piccolo che riuscivo a farmi spazio tra tutti i vestiti. Mi rannicchiavo e chiudevo le ante, quasi trattenendo il respiro per paura che Yasmine o Paloma potessero trovarmi e vincere così il gioco. Restavo per qualche minuto lì dentro a respirare il profumo dei vestiti puliti e il profumo della mamma.
Mi piacciono i profumi.
Riconosco perfettamente i profumi di tutti i membri della mia famiglia.
Perfino Fortuné, che è così piccolo, ha un suo profumo particolare… anche se qualche volta non è proprio buono.
Mi chiedo spesso chi vive in quella casa, la nostra casa, oggi. Chissà se a loro piace tanto quanto piace a me.
Quando penso a Parigi però penso anche alla televisione e alla paura. Alla paura soprattutto della mamma. Ricordo bene che davanti alla televisione guardavamo tutti insieme il telegiornale che raccontava le notizie del Kuwait, sperando di non vedere papà.
Papà era stato fatto prigioniero durante la guerra e più i giorni passavano più mamma ripeteva a me e alle mie sorelle di non preoccuparsi, anche se poi però la sera, quando credeva che noi dormissimo, si chiudeva nella sua camera e a volte piangeva un pochino.
Mi ricordo quando io, Yasmine e Paloma abbiamo scoperto la mamma piangere: io ero convinto che papà fosse morto, perché la mamma continuava a ripeterci di stare tranquilli, però poi piangeva.
Quando, nel buio della nostra stanza, ho sussurrato a Yasmine questa cosa, lei mi ha detto che la mamma piangeva perché papà era lontano, perché era prigioniero e perché non si sapeva dove fosse. Però papà non era morto.
Allora io avevo ripreso a contare i giorni su un foglio, per vedere dopo quanti giorni papà sarebbe tornato a casa.
Papà alla fine è tornato, dopo 318 giorni.
Era così cambiato. Io e le mie sorelle abbiamo quasi fatto fatica a riconoscerlo. Ricordo che mamma l’ha stretto forte sulla porta di casa e poi lui è venuto ad abbracciare noi. Ricordo che mi sentivo strano a guardarlo. Troppo magro, con i capelli e la barba troppo lunghi, con lo sguardo diverso da quello che mi ricordavo.
Però quando ha visto che io non gli ero corso incontro come Yasmine e Paloma, lui si è inginocchiato e mi ha guardato. Mi ha sorriso e io ho visto che anche se fuori era cambiato, il mio papà era sempre il mio papà.
Allora sono corso anche io ad abbracciarlo.
È stato molto bello vivere a Parigi, ma penso sempre che sarebbe stato tutto più bello se in quell’anno ci fosse stato anche papà.
Perché c’è la guerra?
Forse, se non ci fosse la guerra, adesso sarei ancora a Parigi.
Forse, se non ci fosse la guerra, adesso sarei ancora a Beirut.
Forse, se non ci fosse la guerra, adesso non sarei a Londra, in questa scuola francese con Mrs. Jenkins che mi chiede sempre di leggere ad alta voce, in piedi alla sedia.
Ma non voglio parlare della strega oggi, forse domani.

 
***
 
Buonasera e grazie a tutte le persone che hanno lasciato una recensione al primo capitolo :) 
Come sempre, apprezzo molto sapere i vostri pareri, positivi o negativi che siano... quindi anche per questo capitolo le recensioni sono molto ben accette!
Ho scordato di dirvi una cosa che volevo dirvi nella chiacchierata del primo capitolo: l'idea della storia è nata perché volevo inserire, in una long, tutte le canzoni di Mika e i personaggi delle canzoni di Mika. 
Quindi drizzate gli occhi (?) che prima o poi, all'interno dei capitoli, appariranno riferimenti (più o meno espliciti) alle canzoni.

E giusto perché sono capitoli brevi che non lasciano un minimo di suspance, ho deciso che vi "saluterò" con il titolo del capitolo successivo... non lo so se sia una cosa sana o meno, ma magari vi incuriosisce ;)

Quindi bye, ci sentiamo tra qualche giorno con il terzo capitolo, che si intitolerà "Sei strano, lo sai?"

Lara
   
 
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