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Autore: baka_the_genius_mind    28/04/2009    6 recensioni
10 shot per cinque ragazzi, alle prese con le fasi dell'amore.
Chi sopravviverà?
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lemon, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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{4} – Waking the Demon (Kai x Uruha)

Titolo: Waking the Demon
Sottotitolo: Rifiuto
Rating: verde
Segni particolari: questo finale è in assoluto la cosa più inutile che abbia mai scritto u.u
Sta lì per riempire un buco, vi avverto. E non serve assolutamente a nulla. +il povero finale si avvilisce+ Dolcezza, è la realtà oggettiva...tu non servi a nulla u.u
Note: è finalmente arrivato il momento ç-ç Per me che vivo nel mio piccolo Mya-mondo tutto luminoso e felice, scrivere fic triste è quasi blasfemia. Insomma, per farla breve, io ci ficco il lieto fine in ogni dove v.v
Indi per cui, non so come me la cavo coi finali tristi e perciò boh, ditemi voi ^O^
Avvertenze: sarebbe carino possedere i GazettE, ma purtroppo non è così (ç__ç); loro appartengono a loro stessi, questa fic non è stata scritta per offendere chicchessia, ma solo per soddisfare la mia mente patologicamente ossessionata dallo yaoi e dalla loro musica (e dal sorriso fossettoso del buon vecchio Yutaka ♥)




“Ti sei innamorato di lui, vero?”
“Mnh...”
“Ti sei innamorato di lui.” dichiarò Ryo, accendendosi una cosa come la decima sigaretta di quell'ultima, penosa mezz'ora. Aspirò a fondo, facendo uscire il fumo dal naso.
“Hey.”
“Mmh?”
“Sei patetico.”
“Lo so.”


Mi piacciono le nostre canzoni.
Ognuna ha un significato particolare, ognuna mi rievoca ricordi meravigliosi, memorie incise a fuoco dentro di me. Non posso fare a meno di emozionarmi ogni volta che suoniamo assieme, sia in un live nazionale davanti a migliaia e migliaia di persone sia in una suonatina fra amici, quando le note dei nostri strumenti sobbalzano incerte disturbate dall'alcool e dalle risate. Non posso fare a meno di sentire qualcosa all'altezza del petto, una bolla pulsante di gioia che mi invade la mente: sento le lacrime agli occhi e non posso non pensare di essere fottutamente fortunato.
La vita assume una sfumatura così dolce, quando si ha qualcosa che si ama.
Adoro ogni singola canzone su cui abbiamo faticato settimane e settimane, ogni nota su cui abbiamo lavorato tutti assieme, ogni passaggio provato e riprovato fino a farlo divenire perfetto.
Le adoro tutte, indistintamente.
Ma sicuramente, la mia preferita, quella che porto dentro di me, colei che mi ha rubato il cuore è Calm Envy.
Proprio Calm Envy stavamo suonando, quell'uggioso pomeriggio di inizio inverno.
Il cielo era nuvoloso, spolverato di grossi nubi grigio chiaro, l'atmosfera era umida e prevedeva pioggia a non finire. Lanciai una distratta occhiata fuori dalla finestra.
Mi piaceva quel tempo malinconico.
L'assolo di Yuu mi lasciò quasi senza fiato.
Forse il mio commento è di parte, perchè abbiamo fatto il liceo assieme, perchè è uno dei miei migliori amici, perchè seriamente gli voglio un bene dell'anima, ma ho sempre pensato che fosse un diavolo di chitarrista.
Non faceva nulla di particolare. Nessun bending* stratosferico con salto di due o più toni, nessun pazzesco assolo psichedelico e vertiginoso. Niente contorsioni sul palco, nessun fanservice troppo spinto.
Certo un paio di volte la lingua in bocca me l'aveva ficcata, ma era finzione, finti giochetti erotici che ci divertivamo ad inscenare sul palco. Ma sempre con discrezione.
A parte quella volta in cui...beh, non dilaghiamo.
Dicevo: uno stile piuttosto semplice il suo. Con questo non voglio dire che non fosse capace.
Yuu non si metteva in mostra. Nonostante fosse vanesio fin alla nausea, e fosse maniacalmente preso dal suo guardaroba, si poteva dire tutto di Yuu Shiroyama, tranne che si vantasse dell'innato talento che Madre Natura gli aveva donato. E soprattutto, cosa che mancava alla maggior parte di chitarristi mediocri che vedevo in giro, lui ci metteva l'anima nella musica.
Strappava il suo cuore dal petto e te lo porgeva su un piattino d'argento. Era il suo punto debole la musica, se così si può chiamare.
I suoi assoli erano così...intensi e personali che mi emozionavano ogni volta. Sembrava parlassero. Mi raccontavano tante storie, mi raccontavano il vero Yuu, quello che lui era troppo timido per tirare fuori.
La voce di Takanori entrò con dolce prepotenza dopo l'assolo.
Mi ero sempre chiesto da dove quel nano patentato tirasse fuori la potenza della sua voce.
Era piccolo ed esile, considerato molto spesso un soldo di cacio canterino, ma quando cantava, quando chiudeva gli occhi e la sua voce lo presentava al mondo come un uomo dal carattere forte e deciso, sembrava che tutti si inchinassero a lui, a quel nano presuntuoso la cui voce poteva cullarti soavemente con i suoi toni dolci come spaccarti i timpani con i suoi urli in scream.
Lanciai un'occhiata a Ryo. In quello lui fece un bizzarro passo di danza, con un piuttosto ebete sorriso sulla faccia. Inarcò la schiena, sul volto un espressione di puro godimento, come se un profondo e sconvolgente orgasmo lo stesso colpendo seduta stante.
Bassista dei miei stivali.
Mai, dico mai, si era impegnato in qualcosa. Aveva affrontato tutto (la scuola, le relazioni, il divorzio dei suoi) con un ostentata indifferenza, con uno sguardo apatico che sfociava spesso nella noia pura.
Si stufava con la velocità di un bambino in una stanza piena di giochi colorati. Ne prendeva in mano uno, folgorato dallo scintillio della sua confezione, innamorandosene all'istante. Ma tutto quel cocente amore svaniva in un soffio, appena il suo sguardo, nocciola e stralunato da drogato in crisi d'astinenza, si posava su di un nuovo giocattolo dalla confezione più luccicante e colorata.
Me lo ricordo ancora l'insolito fulgore dei suoi occhi, quando vide per la prima volta un bassista in azione. Un live di un gruppo sconosciuto. Ce l'avevo trascinato io con la forza, nel tentativo di svegliarlo da quell'apparente stato comatoso in cui era versato.
Stava pian piano lasciandosi andare. Neanche le sue effimere ed intense passioni lo colpivano più: tutto ciò che faceva era starsene rinchiuso in camera sua, gli occhi cerchiati da occhiaie violacee incollate allo schermo della tv.
Non avevo mai visto Ryo in piena crisi depressiva autodistruttiva, e la cosa mi faceva una paura fottuta.
Aveva sbuffato come un mantice quando l'avevo infilato sotto la doccia e poi nel primo paio di pantaloni che avevo trovato; borbottava durante il viaggio in macchina; mugugnava quando ci incontrammo con Yuu.
Ma quando la musica cominciò ad espandersi in quel piccolo cortile nel retro del vecchio pub, Ryo era assolutamente e totalmente zitto.
Amore a prima vista.
Amore vero, non le insulse e trascinanti cotte che l'avevano colpito durante l'infanzia.
Amore del tutto corrisposto.
“Okay, facciamo una pausa?”
Già, poi c'era lui.
Di un energia positiva a dir poco travolgente, lo sguardo dolce e affettuoso, i modi di fare educati.
Non mi ricordo una volta in cui lo vidi perdere quel suo contegno da nobile ed elegante aristocratico. Ancora oggi mi chiedo come ci fosse capitato una persona buona e generosa come lui fra quattro imbecilli come noi, noi che eravamo la quintessenza del “camionismo”, come amava definire lui quella nostra caratteristica comune: sboccati, rumorosi, decisamente poco fini al di fuori di quella che era la vita pubblica davanti a giornalisti e telecamere.
Lui invece manteneva il portamento posato e pacato anche nella vita privata, tanto che cominciai seriamente a chiedermi come fosse senza alcuna privazione dettata da morale ed educazione. Cercai di immaginarmelo fuori controllo, stravolto da emozioni umane come la rabbia, il pianto...il piacere. Fu allora che cominciò quell'imbarazzante serie di sogni erotici.
Non passava notte senza che lo sognassi: gli occhi socchiusi come le labbra, la pelle rossa bagnata di sudore, il viso distorto dal piacere.
Sognai di sentirlo gemere, di sentire la sua voce calda e suadente mormorarmi all'orecchio sconcerie che mi avrebbero fatto arrossire, se non fossi stato così preso a toccarmi.
Ero così impegnato a mangiarmelo con gli occhi durante le prove, che neanche mi ero accorto che quella che inizialmente era una morbosa ossessione per il suo corpo si stava trasformando in qualcosa di più...dolce.
“Grazie, Yuu-chan”
“Di cosa?”
“Del caffè che mi offri adesso” rispose senza nessun indugio Ryo, passando un braccio attorno alle spalle del chitarrista. Takanori li seguì silenziosamente, un sorriso soddisfatto sulle labbra.
Gli bastava veramente poco, a quello scricciolo, per essere felice. Un giorno di prove andato bene e quel suo sorriso non glielo si toglieva neanche a pagarlo oro. Un po' invidiavo questa sua semplicità, io che completamente e veramente felice non ero mai stato, in tutta la mia vita.
“Tu non vai con loro, Yutaka-san?”
“C'è questo piatto che non funziona” mi rispose lui con una smorfia; rivolse al piatto in questione un'occhiataccia che di minaccioso non aveva proprio nulla. Lo accarezzò piano con la punta delle dita, prima di cominciare a trafficarci sopra.
Lo guardai scuotendo leggermente il capo.
Riposi Hellion nella sua custodia, senza negargli una buona dose di carezze e di dolci parole: era la mia bambina, il mio piccolo tesoro, l'unica che non mi avesse mai tradito. Ritenetemi un asociale patologico, ma non era raro che disdegnassi un uscita con gli amici per starmene in casa a suonare Hellion fino a cadere addormentato sul divano, con la mia piccola fra le braccia. Osservai la sua lucida superficie nera e le mie dita scivolarono automaticamente sul disegno bianco, che spiccava vividamente sul legno lucido e nero come l'ebano di un pianoforte.
Mi voltai con un profondo sospiro.
Il peso del mio strumento sulle spalle era rassicurante, mi donava un senso di protezione che nessun essere umano era mai riuscito a darmi, ma dopo ore e ore mi intorpidiva le spalle e i muscoli bruciavano e protestavano indignati. Mi accarezzai il collo, facendo il secondo sospiro nell'arco di pochi istanti.
Mi stava logorando.
L'ossessione per Yutaka mi stava lentamente logorando.
Ero combattuto fra l'amore che avevo scoperto di provare per lui e l'amore che provavo per il gruppo, per quella esplosione di meraviglia che avevamo creato, su cui avevamo sudato e faticato. Per la musica.
Non ero disposto a rinunciare alla musica.
Ma mi stavo pian piano accorgendo che l'amore per Yutaka aveva ormai superato l'amore per la musica. E questo non mi piaceva neanche un poco.
Appoggiai le mani sul davanzale della finestra. Una goccia ne colpì il vetro con piccolo e timido tonfo. Sfiorai con un dito la gelida superficie liscia del vetro, rabbrividendo.
"C'è qualcosa che ti preoccupa, Kou-chan?"
Normalmente avrei staccato un braccio a morsi a chiunque avesse avuto la malaugurata idea di chiamarmi Kou-chan. Nonostante il faccino angelico e i morbidi capelli biondi, non ero una bambolina fragile e delicata, ma un uomo con gli attributi, e non tolleravo che qualcuno non mi prendesse sul serio.
Ma non ero un idiota, e riuscivo a distinguere quando quel nomignolo era detto con disprezzo e derisione e quando mi veniva sussurrato con dolcezza ed affetto; riuscivo a ignorare i primi e a gioire dei secondi.
“Non è che mi preoccupi...piuttosto mi confonde...”
Gli lanciai un'occhiata di soppiatto.
“Se vuoi parlarne noi siamo qui...siamo i tuoi migliori amici, ti siamo vicini...”
Ripensai alle parole di Ryo.
Fino a quel momento era l'unico a sapere di questa mia fissazione. Credevo mi avrebbe preso in giro o – peggio, allontanato -, ma scoprii di averlo sottovalutato. Era una persona meravigliosa Ryo, nonostante nascondesse quello splendore sotto una maschera da coglione. Ero convinto del fatto che si vergognasse profondamente del suo animo buono e facesse di tutto per risultare come il bello e dannato, uno dei classici più amati dalle donne.
Stupido.
Sbuffai.
“E' tanto grave?”
Non risposi subito.
“All'inizio pensavo di no. Credevo fosse solo attrazione, una stupida cotta da adolescenti, ma mi sono reso conto che non è così. E' un ossessione, Yutaka. Un'ossessione. Una droga.”
Mi voltai, incontrando un suo sorriso comprensivo.
Avrei voluto strappargli quel sorriso dalla faccia, cancellare quelle sue labbra sorridenti. Una vampata di rabbia ceca mi colpì come uno scroscio di pioggia, ma mi trattenni. Mi limitai a stringere le labbra, corrugando la fronte.
“Ti sei innamorato, Kou-chan?”
Noi umani siamo essere strani.
E con strani non intendo vagamente strani, ma veramente bizzarri.
Non seppi il perchè. Non riuscii a spiegarmi quel mio gesto.
Feci rapidamente scivolare una mano sulla sua nuca, attirandolo prepotentemente a me. Incollai le nostre labbra, baciandole avidamente.
Quando pensai alle conseguenze di quel mio gesto sconsiderato e mi scostai velocemente da lui era troppo tardi. Era troppo tardi per evitare lo sguardo allibito che mi lanciò.
“Kou...” mormorò dopo un po'.
“Dimmi...”
“Io...”
“No, ho cambiato idea...non dire nulla...”, cercai di sfuggire al suo sguardo.
Erano mesi che cercavo di rivelare il suo vero volto, e non quella facciata perfetta e falsa, e adesso che finalmente vedevo quella perfezione sconvolta da un sentimento umano, scoprivo che non mi piaceva affatto. Puntai la porta, cominciando a fuggire, ma lui mi fermò afferrandomi per un braccio.
“Kouyou...mi dispiace...”
Rimasi stupefatto.
“E di cosa?”
“Di non poterti amare...”
Lo guardai con un espressione non propriamente intelligente.
“Sei una persona fantastica e meriti qualcuno che ti ami...e io quest'amore non posso dartelo...” mormorò tutto d'un fiato, arrossendo e chinando lo sguardo al pavimento.
Sorrisi, avvicinandomi a lui. I nostri nasi si sfioravano, i nostri respiri si mescolavano.
“E credi che questa sia colpa tua?”
“Non lo credo...è colpa mia...”
“Yutaka sei assurdo...” scossi la testa, sfuggendo al suo sguardo “...non credi che sia colpa mia, che mi sono innamorato di uno dei miei migliori amici, nonché leader del mio gruppo?”
Lui mi guardò torvo, corrugando la fronte, come se avessi detto la più grande cazzata del secolo. Era ridicolo con quell'espressione cupa, uno sguardo a metà fra l'offeso e il minaccioso, che forse poteva andare bene a Yuu quando lo prendevo in giro per quella sua ossessiva mania per i suoi capelli, ma non di certo alla quintessenza della dolcezza.
“L'amore non è mai sbagliato” dichiarò pomposamente. Frase da cioccolatini.
Sospirai.
“Certo, certo...” mormorai poco convinto.
Sussultai impercettibilmente quando mi sfiorò una guancia col dorso della mano. Sulle labbra un sorriso malinconico e colpevole. Avrei voluto dirgli che non era colpa sua, che non sarebbe cambiato nulla nello splendido rapporto d'amicizia che si era creato fra noi due, di non preoccuparsi...ma non me lo lasciò fare.
Posò timorosamente le sue labbra sulla mie, facendomi riassaporare il suo sapore. Il bacio non durò più di qualche istante, fu casto e timido, ma mi lasciò un senso di appagamento che raramente avevo provato prima di allora.
Si scostò da me arrossendo e nascose veloce il volto nell'incavo della mia spalla. Io passai un braccio attorno alle sue spalle esili e lo strinsi forte a me, appoggiandomi con la schiena al vetro freddo della finestra. Rabbrividii.
Quando alzai lo sguardo, poco ci mancò che scoppiassi a ridere, mandando conseguentemente a puttane la delicata atmosfera creatasi.
Sulla soglia della porta, in ordine di altezza come tre rincoglioniti nanetti da giardino, stavamo Yuu, Ryo e Takanori. Ryo stava in mezzo; con la mano destra tappava la bocca di Yuu, con quella sinistra quella di Takanori.
Mentre il vocalist esibiva una faccia totalmente allibita, magistralmente imitato da quel deficiente di Yuu, Ryo mi guardava con un espressione neutra.
Colse il mio sguardo e corrugò appena la fronte. Che diavolo è successo?
Lo conoscevo da troppo tempo per non capire i suoi segnali. Potevamo conversare per ore soltanto guardandoci in faccia, io e Ryo. Quando le parole non riuscivano a comunicare, fra noi due rimanevano solo sguardi.
Abbozzai un sorriso che di allegria aveva ben poco e abbassai lo sguardo a terra. Un rifiuto.
Quando lo rialzai il suo volto era malinconico. Solidarietà. Ti sono vicino.
Piegò leggermente il capo, sorridendo appena e con tristezza. Ti voglio bene.
Scostai lentamente Yutaka da me; mi regalò uno sguardo avvilito colmo di lacrime. Gli accarezzai piano i capelli, dirigendomi verso i divanetti. Prima di lasciarmi Yutaka alle spalle, mi soffermai un millesimo di secondo di troppo ad ammirare il suo volto.
Una lacrima scivolò fastidiosamente lenta sulla sua guancia paffuta.
Mi bloccai, fissandolo.
Cosa mi fregava se Yuu e Takanori avrebbero avuto qualcosa da sparlare nelle prossime settimane? Cosa me ne fregava, ora che il mio cucciolo stava piangendo?
“Il mio desiderio più cocente adesso, è innamorarmi di te, Kou...in modo da togliere quello sguardo ferito dal tuo volto”.
“Non dire stronzate...”
Mi pentii all'istante del tono duro con cui l'avevo rimbeccato e che lo fece sobbalzare lievemente.
“Dimenticami Kou...fallo per me, dimenticami...è l'unica cosa che ti chiedo...”
Lo guardai, gli lanciai un ultimo sguardo neutro.
“Farei tutto per te, Yutaka...mi getterei nelle fiamme se solo tu me lo chiedessi...perchè mi chiedi l'unica cosa che fisicamente non posso fare?”

{terminata alle ore 19:17 del 20 aprile 2009, ritocchi e correzioni esclusi, ascoltando Waking the Demon dei Bullet for My Valentine}



* Il bending è un effetto sonoro che si ottiene generalmente con le chitarre elettriche e che consiste nel suonare una nota di una corda e raggiungere il tono successivo tirando la suddetta corda in modo che abbia più tensione. In parole povere io suono una nota ed invece di spostare le dita sui tasti per suonare la nota successiva tiro la corda con le dita, in modo che sia più tesa che quindi il suono ne risulti diverso; la tiro finchè il suono non raggiunge la nota successiva. Non so se si è capito, ma se andate su wikipedia trovate spiegazioni molto più chiare ed esaurienti delle mie, che non saprei spiegare neanche come preparare un uovo sodo u.u
C'è il mio Maestro di Chitarra (ode a lui v.v) che ne ficca dentro uno ogni due per tre e a velocità pazzesche, e io sono lì con le mie tremanti dita storte che mi dispero perchè non ne sono capace ç___ç
Ma ce la farò anche io gente v.v
Ci sarà un giorno in cui mi ergerò alta con la mia chitarra e guarderò il mondo sotto di me...e saprete cosa dirò? Ah, ah, ah! Ecco cosa dirò!
{chiudiamo qua questo breve delirio d'onnipotenza}


Ora passiamo alle cose importanti...dunque, la shot u.u Inizialmente pensavo che il rifiutato sarebbe stato Kai. Ma poi dai, povero cucciolo, è sempre lui a soffrire e allora ho deciso di cambiare. Solo che ora mi sento in colpa per il povero Uru-pon ç-ç Ma alla fine anche il fossettoso Kai dall'animo buono e gentile soffre quindi, bah! u.u
Ci tengo in modo particolare a questa shot, trattatemela bene ^^


Aredhel Noldoriel: una pecora xDD Ho riso tre ore e tre quarti xDD Ehm, per proseguire...dal momento che io sono una cippa patentata sia con le recensioni sia coi ringraziamenti, mi spiace di non poterti dire più di grazie. Ma è sincero u.u
Un bacione <3

Riot Star: Oh, beh...cavolo ^///^
Ciack, la prima. La rifacciamo!
Ehm, ehm...beh, che dire cavolo grazie! ^^ ( e come la prima ma la lasciamo lo stesso u.ù); che poi dai, boh! ...allora, ascoltami bene...per me è un grandissimo onore ricevere complimenti da te, perchè pesno tu scriva benissimo e mi fa molto piacere che ti piaccia ciò che ho scritto. Bene. Strano ma sono riuscita a dire (almeno in parte) ciò che pensavo, e ciò mi riempe d'orgoglio u.u
Un abbraccio <3

jagansha: non ti abituare ai miei aggiornamenti veloci u.u è solo e puramente un caso che io aggiorni così in fretta u.u
Sono contenta ti piaccia il finale smielato e sdolcinato *-* Comunque l'avevo capito che ti piacciono le cose puccie xD Mi avevi dato questa vaga impressione ^^
Abbraccione <3

fliss90: Graaaaaaaaazie <3 Sono contenta ti piaccia la KaixRuki...sono così carini quei due assieme *-*
Baci ^^

BlackAngel: nessuno mai prima d'ora aveva definito le mie shot “il male” xD (tonta...nessuno mai prima d'ora aveva letto le tua shot u.u nd Coscienza)...uhm, è vero OoO Comunque, non era qui che volevo arrivare u.u Il male...ummmmmh, bello mi piace! Fa molto satanico xD
Per quanto riguarda Mawaru...u.u dunque...per adesso posso affermare con una certa sicurezza che è irrimediabilmente ferma ç-ç Poveri cuccioli ç-ç Non li lascio amare in pace ç____ç Però voglio finirla. Sono assolutamente determinata su questo punto u.u Voglio finirla e la finirò u.u
Per ora ti dovrai accontentare della shot u.u Che comunque mi fa piacere che tu apprezzi *-*
Me ne vo anche io facendo *sbrillsbrill*
Bacione <3

Deneb: TUUUUUUUUUU! OoO

Mi inchino al tuo cospetto u.u
Se io sono una delle poche ad averti sulla coscienza per averti iniziato al miracolo dello yaoi (*-*), tu mi avrai sulla coscienza per avermi fatto leggere (e letteralmente adorare) una fic etero...cioè cavolo, guardiamoci chiaro. La tua fic sui GazettE è un autentica meraviglia *-* Mi è presa la smania adesso di farmi un tatuaggio sulla schiena xD E tutti mi guardano storto u.u Tsk, incompetenti v.v
Comunque obiettivamente parlando u.u Complimenti. Non in che altro modo esprimerti tutta la mia stima u.u
Sono onorata di averti sulla mia coscienza u.u
Un abbraccio abnorme <3




Sto diventando vecchia e noiosa, ragazzi. Ma non posso fare a meno che ringraziare tutti i lettori, tutti coloro che recensiscono e tutte quelle buone anime che hanno messo questa mia raccolta fra le loro preferite:

GRAZIE




  
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