Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: YukiWhite97    23/08/2016    2 recensioni
Storia ambientata sei anni dopo la fine del film.
Elsa è ormai regina e governa sul regno di Arendelle con saggezza, nonostante la giovane età. La ragazza però si porta dietro un segreto che l'ha profondamente segnata, di cui solo Anna e Kristoff sono a conoscenza. Questo segreto le viene ricordato ogni qualvolta che guarda negli occhi il figlio Helge, principe illegittimo avuto da un uomo sconosciuto.Il suo cuore verrà messo nuovamente alla prova quando farà la conoscenza di Jack Frost, spirito dell'inverno e dotato come lei di poteri sensazionali.
Cosa si nasconde dietro l'apparente perfezione della regina dai poteri di ghiaccio?
E la sua famiglia riuscirà a rimanere unita dinnanzi a tutte le minacce che incomberanno su essa?
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Jelsa - Kristanna - Accenni Helsa
ATTENZIONE: Alcuni capitoli potrebbero salire al rating giallo
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anna, Elsa, Hans, Kristoff, Nuovo personaggio
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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11 - Salvataggio

Elsa trattenne il fiato per un tempo indefinito. Dire adesso la verità ad Helge significava fare i conti  con il suo passato. Dicendogli la verità non avrebbe più avuto modo di proteggerlo, anzi, di proteggersi.
Ma non aveva altra scelta, i suoi occhi parlavano chiaro.
Si chinò sul trono, come per sorreggersi.
"Va bene, Helge - sospirò - è come dici tu. Hans è tuo padre"
Il principe strinse i pugni.
"Adesso voglio sapere perché non me l'hai detto"
Questa volta fu Elsa ad agitarsi. Abbassò lo sguardo, prendendo un lungo respiro.
"Non è facile da spiegare. Hans si è... preso tutti di me... mi ha spezzato il cuore... mi ha presa con la forza... adesso sei troppo piccolo per capire"
"Ed è così quindi che sono nato? Con la forza?" - domandò.
Elsa lo guardò con gli occhi sbarrati, era quasi come se lui avesse in qualche modo intuito come le cose fossero realmente andate.
"Helge... non mi aspettavo di averti, ma ciò non toglie il fatto che ne sono stata felice. Ed ora capisci perché volevo che gli stessi lontano. Avevo paura che potesse farci di nuovo del male..."
"Quindi lui è una persona cattiva?" - domandò tremando.
Elsa non sapeva cosa rispondere. Chi era lei per poter giudicare buono o cattivo qualcun'altro? Hans aveva le sue colpe, così come le aveva lei.
"Nessuno è buono o cattivo..." - cercò di spiegare, allungando una mano sulla sua testa. Helge però si scostò prontamente, mostrando il proprio sguardo lucido e sofferente,
"Allora siete cattivi tutti e due! - esclamò - e nessuno dei due mi voleva, avreste fatto prima ad abbandonarmi!" 
Dicendo ciò si voltò, prendendo a correre.
"Helge!" - lo chiamò Elsa, invano. Si era già immaginata una sua reazione così violenta. Helge era intelligente, nonostante fosse un bambino pareva aver capito da quale sporco gesto fosse venuto al mondo.
Ora come ora a regina si pentiva amaramente di averglielo detto, sapeva che la verità molto spesso mette in pericolo e ti porta a fare cose strane, specie quando sei un ragazzino sconvolto. Doveva assolutamente andargli dietro.

Nel frattempo fuori stava incombendo una tempesta. La neve cadeva fitta, agitata dal vento, tanto forte da risultare quasi impossibile camminare. Helge però avanzava tranquillo, con la fronte corrugata e i pugni chiusi. Era furioso, come mai si era sentito in vita sua, talmente furioso che poteva sentire una strana energia scendergli giù dalle dita delle mani. Aveva l'istinto di congelare tutto ciò che gli capitasse a tiro. In momenti come quelli il suo autocontrollo diveniva inutile. Avrebbe tanto voluto sfogarsi, almeno una volta tanto.
Si fermò un attimo, posando poi lo sguardo vitreo dinnanzi a sé. Chi era allora lui? Helge di Arendelle o semplicemente il Principe Illegittimo? O magari era entrambe le cose. Non lo sapeva, ma avere un identità gli sarebbe piaciuto.
"Nessuno capisce - sussurrò - nessuno capisce"
Per la prima volta egli provò la sensazione di sentirsi completamente solo. In seguito decise di sfilarsi i minuscoli guanti che spesso tendeva a portare. Se nessuno poteva vederlo, nessuno poteva dirgli niente.
Mosse una mano con violenza e a quel suo gesto una lastra di ghiaccio altra tre metri prese ad accrescere. Ma ciò non bastava, voleva di più. Quindi si concentrò, utilizzando tutte e due le mani. Riuscì a creare non una, bensì altre tre lastre di vetro che lo circondarono, quasi come una prigione in cui si sarebbe trovato molto bene. Dopodiché si sedette sul pavimento gelido, lasciandosi andare ad un pianto solitario.

Elsa aveva cercato Helge per tutto il castello, ma del principino neanche l'ombra. Ormai era notte ed il pensiero che potesse essere uscito con quel tempaccio, la faceva fremere dalla paura. Anna, dalla sua camera, udì la sorella chiamare il figlio.
"Elsa? - sussurrò aprendo la porta - che succede?"
"Helge - rispose - non lo trovo da nessuna parte. Credo sia scappata"
"Che? E perché?"
Sospirò.
"Gli ho detto tutto" - disse mestamente. Anna non rispose, rimase a fissarla. Nello stesso istante, poco più indietro, Aurora stava ascoltando ogni cosa, con il capo affacciato dalla porta socchiusa.
"L'ha presa male?" - domandò poi la sorella più piccola.
"Molta, ho paura che faccia qualche stupidaggine e poi sai quanto i suoi poteri potrebbero essere instabili in questo momento. Devo andare a cercarlo"
"Io vengo con te!" - esclamò prontamente Aurora, lasciando sbigottite le due.
"Non vai da nessuna parte! - disse Anna - fuori è buio e pericoloso!"
"Ma assieme alla zia Elsa non mi accadrà niente! Ti prego, fammi andare fuori a cercare Helge!" - supplicò mostrando due teneri occhioni da cucciolo.
Le due sorelle si guardarono.
"Puoi stare tranquilla, me ne prenderò cura"
"Eh va bene - fece Anna - allora andate, che aspettate?"

Anche Jack si era reso conto che qualcosa non andava. Da quando aveva baciato Elsa, era in grado anche di avvertire i suoi cambiamenti d'umore e le sue sensazioni. Era ancora arrabbiato con lei, ma malgrado ciò decise di appostarsi fuori il castello. Poco dopo vide la regina, accompagnata dalla principessa.
"Dove può essere andato?" - domandò quest'ultima.
"Non lontano, almeno spero - sospirò - stammi vicina, mi raccomando"
Una voce improvvisa li fece sussultare entrambe.
"Cosa state cercando?"
Jack, comparso davanti a loro, stava in piedi a mezz'aria. Questa volta Elsa non si sorprese, si limitò a distogliere lo sguardo, poiché non si era certo dimenticata della loro discussione.
"Helge - dichiarò - è scappato"
"E' scappato? - domandò - per quale motivo"
"Senti, è una cosa lunga da spiegare. Se vuoi darci una mano bene, altrimenti, noi dobbiamo andare comunque!"
"Certo che vi do una mano - disse - con me farete prima. Controllerò dall'alto se riesco a vederlo"
Dicendo ciò si levò in altro, praticamente indisturbato dal controvento. Lei lo osservò allontanarsi. Possibile che in un modo o nell'altro finissero sempre con lo stare vicino?
"Forza Aurora - disse poi alla nipote - andiamo"

Helge non aveva idea che fossero addirittura in tre le persone che lo stavano cercando. In quel momento però non avrebbe voluto vedere nessuno, neanche Aurora, la persona che più voleva bene al mondo. Voleva solo sprofondare e nulla in più. Teneva le braccia attorno alle gambe e il viso poggiato sulle ginocchia.
Rabbrividì ad un tratto. Non per il freddo, ma per la sorpresa. Sentiva qualcuno accanto a sé.
"Bene, alla fine ti ho trovato". Il principe sollevò lo sguardo: Jack Frost, come sempre del resto. Sbuffò.
"Che cosa vuoi? Lasciami in pace"
"Coraggio Helge, torna a casa - gli disse gentilmente - tua madre è davvero preoccupata"
"Non mi importa! - esclamò drizzandosi in piedi - perché non mi lasciate qui? Così siete felici tutti e due!"
"Questo non è assolutamente vero - dichiarò - Elsa avrà fatto i suoi errori ma non puoi mettere in dubbio il suo amore per te"
"Stai indietro! - esclamò - tu non sei mio amico, sei mio nemico! Da quando ti ho conosciuto le cose sono andate male!"
Jack riuscì a schivare in tempo l'attacco di Helge.
"Notevole, sei migliorato - costatò - ma non puoi accusarmi per le tue sventure. Sono cose che capitano, lo capirai anche crescendo"
"Smettila di parlarmi in quel modo! - esclamò lanciandogli un'altra scia di potente ghiaccio - tu non sei mio padre! La mia famiglia è disastrata! Tu non sai niente, non capisci niente!"
Il guardiano a quel punto si avvicinò, tanto in fretta che Helge non se ne rese neanche conto. Adesso lo aveva a pochi centimetri da viso e lo guardava serio.
"Tu credi che io non capisca niente, ma ti sbagli. Dici di avere una famiglia disastrata, ma almeno ne hai una. Io ho perso tutto, molto tempo fa. Avevo dei genitori e anche una sorella che avrei voluto continuare a proteggere, se solo non fossi morto. Non ti permetto di mandare tutto all'aria, né di sprecare la felicità che ad altri non è concessa"
Il bambino non riuscì a controbattere. Il suo tono era severo, fermo, ma gentile al contempo. In quel momento non riusciva a vederlo più come un nemico, ma come una persona più grande che cercava di dargli un insegnamento.
Helge era stanco, fisicamente e psicologicamente. Per lui tutto ciò era troppo. Si lasciò cadere in ginocchio, con un sospiro leggero. Jack lo afferrò appena in tempo. Aveva chiuso gli occhi, probabilmente aveva perso i sensi per la stanchezza.
Elsa arrivò proprio in quell'istante e nel vedere il bambino tra le sue braccia, provò paura.
"Cos'è successo?!" - esclamò.
"E' tutto apposto, ha solo perso i sensi  - spiegò - credo che una dormita gli farà bene. Però è meglio se lo portiamo al riparo"
Così, ignaro di tutto, Helge fu portato nel caldo della sua camera, davanti ad un fuoco acceso. Dormiva profondamente, mentre Elsa lo guardava con apprensione e tenerezza. Si sentiva decisamente in colpa, dopotutto era a causa sua se era arrivato a quel punto. Fortunatamente però, Jack aveva mantenuto il sangue freddo, l'aveva aiutata. Il guardiano stava accanto a lei, con gli occhi fissi sul principe.
"Sembra stare meglio - dichiarò - allora, cos'è che l'ha portato a tanto?"
Elsa si contorse le mani, senza degnarlo di uno sguardo.
"Gli ho detto la verità su Hans - disse tutt'ad un fiato - anzi, ho più che altro confermato i suoi dubbi. Helge non è poi così ingenuo come sembra"
"Capisco - rispose - allora non ha reagito proprio benissimo"
"No, perché crede che entrambi  i suoi genitori siano pessimi - sospirò avvilita - forse ha ragione. Ma non so se sono una madre cattiva... o una cattiva madre"
"Nessuno dei due - rispose - una cattiva madre non si preoccuperebbe tanto. E' comprensibile che Helge sia arrabbiato, ha solo bisogno di tempo. E continuo a pensare che abbia bisogno di una figura paterna che lo guidi, ogni bambino ne ha bisogno"
"Non credo voglia saperne di Hans, per adesso..."
"Beh, non è esattamente di lui che parlavo"
Elsa spalancò gli occhi.
"Parli di te?"
Fece spallucce.
"Sono bravo con i bambini. Anche se lui mi detesta, ma riuscirò a fargli cambiare idea"
Elsa a quel punto sorrise, lasciandosi scappare una battuta.
"Vuoi fare colpo su mio figlio per arrivare a me?"
Solo dopo si rese conto della cosa imbarazzante che aveva appena detto.
"Chissà, magari funzionerà - rispose l'altro tranquillamente - ma a parte ciò, mi dispiace per quel bacio. Immagino che ti abbia dato fastidio"
No che non le aveva dato fastidio, ed era proprio questo il punto. Se Jack l'avesse baciata nuovamente, dubitava che gli avrebbe resistito.
"Va tutto bene - rispose tremando - era necessario. E poi la mia reazione è stata esagerata. Non... parliamone più..."
"Come vuoi, Elsa - dichiarò - senza impegno, ma voglio proteggervi entrambi, sia a te che ed Helge"
"Intendi, come se fossimo una famiglia?"
"Puoi interpretarlo come vuoi. Questo me lo permetterai?"
Elsa sentì le proprie guance divenire bollenti, si sentì morire. Più lui si dimostrava gentile nei suoi confronti, più lei sentiva il proprio cuore perdere un battito.
"Ma certo - fece sgranchendosi la voce - puoi farlo"
"Bene - rispose leggermente imbarazzato - adesso però, vi lascio da soli. Ci vediamo domattina al sorgere del sole, regina"
Elsa sorrise. Quando Jack se ne fu andato, tirò fuori un sospiro.
"Ma che mi succede?" - si domandò. In realtà lo sapeva benissimo. Si stava innamorando e stava imparando a non averne più paura, nonostante avesse ancora tanti dubbi. Si voltò a guardare Helge, il quale dormiva profondamente. Gli portò poi una mano tra i capelli, accarezzandolo. Forse era vero che in un modo o nell'altro sarebbe sempre rimasta legata ad Hans, dopotutto era il padre di Helge. Ma forse, poteva concedersi una seconda possibilità.
"Non preoccuparti, Helge - sussurrò - riuscirò a darti la famiglia che hai sempre sognato"
Dicendo ciò si chinò, donandogli un bacio sulla fronte. Con tutte le buone intenzioni che aveva, Elsa non sapeva che non sarebbe stato tanto facile.






Angolo mio
Ciao gente! Tanto fluff, non c'è da sorprendersi che Elsa si stia innamorando, io al posto suo l'avrei già fatto da un pezzo. Come ci si aspettava, Helge ha reagito male e le cose al suo risveglio non andranno bene. Jack, da brava persona responsabile, si è "accollato" la responsabilità di un ragazzino che praticamente lo detesta, ma questo gli servirà per far colpo sulla sua mamma, seriamente u.u
Elsa vuole dare quindi una famiglia ad Helge... ma alla fine dovrà scegliere se darsi una possibilità con Jack oppure con Hans, visto che entrambe le situazioni sono difficili (in quanto uno è immortale e l'altro l'ha stuprata)
Insomma, chi vivrà vedrà"
   
 
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