SKY
CAPITOLO
QUATTRO
- In the end I'm realising, I was never meant to fight on
my own -
Un
anno prima.
"Perché non esci con qualche tua amica,
Riley?"
Mia madre mi sorride gentilmente, continuando a
sbrigare la lavastoviglie.
Non mi sforzo nemmeno di alzare lo
sguardo, e lo tengo puntato sul mio quaderno di storia. Il
signor Moore oggi mi ha spiegato così tante cose che non ho
effettivamente tempo per ascoltare le parole di mia madre.
"Riley!"
mi chiama nuovamente, facendo il suo solito sguardo da mamma
arrabbiata.
"Eh?" roteo gli occhi verso di lei,
appoggiando la mano sulla guancia. "Moore mi ha riempito di
cazzate, oggi. Devo ripassare."
"Oggi, okay, e tutti gli
altri giorni?"
Joyce Summers è sicuramente la donna più
noiosa a questo mondo.
E io non so più come accidenti farglielo
capire.
Sfodero uno dei miei sorrisi peggiori, appoggiando la
matita sul quaderno aperto: "Forse ti sei dimenticata che due
anni fa io sono stata dichiarata Cloud e per questo motivo
socialmente rifiutata. Non è il fatto di non avere amici il
problema, ma più che altro è che nessuno sa che io esisto."
"Non
dire sciocchezze, sono sicura che tutti i tuoi compagni delle medie
si ricordano di te."
Alzo le spalle, sbuffando. Di certo non
è cosa che mi interessa, la solitudine non mi dispiace così tanto
alla fine. Insomma, ho più tempo per me, non sento il bisogno di
arrabbiarmi, posso lavorare in pace, non ho nessuno a cui pensare.
Beh, forse una persona c'è, ma non c'è fisicamente da dover essere
preoccupata per lei. Ci penso, certo, ma finché non troverò
qualcuno disposto ad aiutarmi non potrò mai andare avanti, purtroppo
le forze e le conoscenze di una quindicenne non bastano per irrompere
nel sistema del Governo, anche se mi considero ormai esperta in
materia.
"Che mi dici di quella bambina tanto carina che
veniva qualche volta qui a casa nostra?" mia madre si siede di
fronte a me, crcando di sorridermi. "Siete state migliori amiche
per tanto tempo, no?"
Scuoto la testa: "Il mio migliore
amico è sempre stato solo Johnatan. Nessuno ha mai preso il suo
posto."
"Chissà che fine ha fatto quel ragazzo."
Alzo
le spalle, evitando di rispondere. In effetti mia mamma non è mai
venuta a sapere di cosa è successo alla famiglia Lewis. Il signor
Hills, dopo il nostro colloquio, le ha solamente detto che ero stata
indisponente e che non era stato possibile collaborare con me,
giustificando la partenza di due anni prima dei Lewis come
un'emergenza economica.
Johnatan Lewis, per me, non è mai andato
via da qui.
"Riley, cara, il tuo computer si sta accendendo
ad intermittenza!"
Ridacchio leggermente, mia mamma è
proprio negata con l'elettronica.
"E' una mail." le
spiego, indicando il mio pc sul tavolo. "E l'intermittenza
indica che è appena arrivata. E' un segnale di notifica, no?"
"Sarà.
Senti, vado a pulire la sala. Prepari tu la cena?"
Annuisco,
osservandola mentre se ne va borbottando qualcosa sulla gioventù
troppo all'avanguardia. Per quanto mi riguarda, sono poche le persone
della mia età che devono hackerare il proprio computer per coprirlo
da tutti i sistemi e i virus che ne permettono il riconoscimento.
Come Cloud, viaggio sicuramente sulla rete più di quanto mi sia
concesso.
Apro la mia casella di posta, ammetto di essere
agitata. Non ho mai dato il mio indirizzo mail a nessuno, non mi sono
mai nemmeno iscritta a siti le cui credenziali richiedevano dati
personali. Appena vedo il nome del mittente, però, mi si congela il
sangue nelle vene.
Testo: Sapevo che non eri sparita nel
nulla come tutti pensano, avevo la certezza che ti avrei trovato qui.
Ti allego il mio numero di telefono, devo parlarti. Nessuno troverà
le nostra mail, stai tranquilla, sono nella tua stessa situazione.
Fidati di me, chiamami appena puoi.
Steve Young.
Rileggo
più volte la mail, se mi ha trovata allora sa come muoversi almeno
come me all'interno della rete.
Ripensandoci Ellis, conosciuto da
tutti come Steve, è sparito un anno prima che io diventassi una
Cloud. Al tempo, la maestra ci aveva detto che si era dovuto
traferire, ma non ho mai pensato che la stessa storia poteva essere
capitata anche a lui. Del resto, ci sono centoventi ragazzi di cui
sette Sky sparsi per l'America, non è poi così impossibile che due
di loro siano nati nella stessa zona. Se anche Steve è un Cloud,
allora c'è qualche speranza di poter andare avanti con la ricerca e
trovare Johnatan, anche se ora dovrei abituarmi a chiamarlo Jonah.
Mi faccio coraggio e, senza esitare, compongo il numero di Ellis
sul cellulare, facendo partire la chiamata.
Otto mesi e
ventidue giorni prima.
Coperta da un berretto nero e da
una sciarpa del medesimo colore, entro nel garage abbandonato in cui
io ed Ellis ci siamo dati appuntamento qualche giorno fa.
Naturalmente mia mamma è all'oscuro della mia riconcilizione col mio
vecchio compagno di scuola, ma del resto non sono affari in cui lei
deve ficcare il naso. Se dovesse venire a conoscenza di tutto ciò
che ho sempre fatto finora sicuramente mi rinchiuderebbe in camera
senza cibo né acqua.
"Benvenuta!"
Dopo lo spavento
iniziale, mi giro verso la voce che ha appena parlato, ma la mia
unica reazione è quella di sgranare gli occhi.
Ricordo Ellis
come un bambino abbastanza basso, con i capelli neri un po' troppo
lunghi e un paio di occhi grigi che non si capiva mai se fossero
assenti o meno. Davanti a me c'è decisamente un'altra persona. Il
ragazzo che mi sta di fronte è almeno di un metro più alto, gli
occhi sono sicuramente attenti e i capelli sono legati in una piccola
coda sul retro della nuca con i ciuffi più corti che ricadono ai
lati del viso.
"Ellis?" balbetto, cercando di trovare
almeno una somiglianza col bambino di qualche anno fa.
"Di
solito Steve." sorride lui, stringendomi la mano ironicamente.
"Ma conosciuto anche come Ellis. Ciao, Riley."
Inizio
solo ora a capire le reazioni di Johnatan, dato che dopo aver passato
due anni senza parlare con un amico vedere questo ragazzo è una
gioia enorme. E' veramente assurdo pensare che dopo ben sei anni
rivedo Ellis in una situazione del tutto paradossale, qualcosa che
non credevo nemmeno possibile, in un garage diroccato dopo che è
capitata ad entrambi la stessa cosa.
"Sei cambiata
parecchio." commenta lui facendo un cenno verso di me. "Insomma,
eri una piccola bambinetta che straparlava sempre, ora viaggi su
Internet sotto falso nome con ogni genere di file criptato.
Complimenti."
Alzo le spalle, sorridendogli: "Se è per
questo tu hai mantenuto la tua lieve acidità costante, ma al
compenso per poco non ti riconoscevo. Complimenti anche a te."
Il
moro fa un lieve cenno con la testa, allungando poi il braccio dietro
di sé: "Sono felice di averti ritrovata, Riley, sospettavo che
anche tu avessi avuto a che fare con uno Sky. Quando uno dei nostri
vecchi compagni è passato per casa mia, prima che mi trasferissi, e
mi ha detto che anche tu eri sparita dalla classe, ho capito che
effettivamente non poteva essere possibile. Le persone non spariscono
senza lasciare traccia, no?"
Annuisco, anche se se fosse
stato il contrario probabilmente io non mi sarei posta il
problema.
"Come hai fatto a risalire al mio indirizzo?"
gli chiedo, incrociando le braccia. "Insomma, ero sicura che
fosse impossibile."
"Più o meno." Ellis si siede
sul divanetto distrutto dietro di lui, sospirando. "Hai lasciato
un piccolissimo file senza copertura. Ma ti posso aiutare, se
vuoi."
Annuisco, anche se in realtà l'aiuto che voglio da
lui è ben diverso. A quanto ricordo, Ellis non è mai stato un
ragazzo troppo espansivo, ma so che quando avevo bisogno di aiuto
potevo chiedere tranquillamente a lui. Forse dovrei solo dirglielo e
vedere che reazione ha, del resto non la posso di certo
prevedere.
Così lo guardo negli occhi subito dopo aver preso
fiato: "Voglio ritrovare il mio Sky. Gli ho fatto una
promessa."
Il moro fa un sorrisetto appena accennato,
alzandosi dal divanetto per scrutarmi con attenzione: "Penso che
tutti i Cloud abbiano fatto la stessa promessa al proprio Sky. Anche
io ho detto al mio che lo avrei ritrovato, ed intendo farlo, partendo
esattamente da qui."
Sgrano gli occhi, sentendomi decisamente
sollevata. Sapevo che non potevo essere l'unica a voler rivedere il
mio migliore amico ancora una volta. La parte che mi preoccupa, però,
è il partire esattamente da qui.
"Che vuoi dire?" gli
domando allora, guardandolo dritto negli occhi.
Lui, in tutta
risposta, fa un sorrisetto e si avvicina alla scrivania dietro di lui
per allungarmi poi tre fogli: "Da' un'occhiata."
Anche
se comincio a sospettare che ormai lui sia più scemo di me, abbasso
lo sguardo sui documenti che mi ha passato. Sgrano però gli occhi
quando leggo, sull'etichetta che li raccoglie, il nome che ormai è
diventato parte di me.
'Cloud'
"Mi prendi in giro?"
chiedo spontaneamente, guardando Ellis dritto negli occhi. "Ne
hai trovati altri?"
"Pare che diventare hacker sia un
hobby ricorrente nei Cloud, anche se si tratta di ragazzini di
tredici anni." così dicendo, il moro appoggia l'indice sul
foglio di mezzo. Allegato ad ogni documento ci sono una o due foto
tenute salde da una graffetta, più o meno come si vede nei film
polizieschi. "Questo qui si chiama Philip, ha appena finito la
terza media ed è una sottospecie di genio. Ha criptato ogni genere
di file che potesse permettere il suo ritrovamento, tranne per lo
stesso che hai scordato di nascondere anche tu. Sono riuscito a
contattarlo circa un mese fa, e lui sarebbe d'accordo per unire le
forze e ritrovare i nostri Sky."
"Rintracciarli, dici?"
continuo a guardare le foto, trovando strano avere un fattore in
comune così importante con persone che non so nemmeno esistano.
"Rintracciarli." conferma Ellis, stringendosi la coda
dietro la testa. "E, per chi sarà più coraggioso, arrivare a
vederli. Dopo aver saputo la loro posizione non credo sarò capace di
starmene buono davanti al computer. Ho diverse cose da chiedere al
mio amico."
"A chi lo dici." ridacchio, tornando su
di lui con gli occhi. "Il mio Sky si chiama Jonah, ora. E il
tuo?"
Ellis sembra pensarci un po', per poi schioccare le
dita come se gli fosse finalmente venuta un'idea: "Alakei. Ha un
anno in più rispetto a noi, ma siamo diventati amici più o meno
come tutti gli Sky e i Cloud dato che vivevamo nello stesso
isolato."
Alakei, che nome strano. Sarei curiosa di vedere
che aspetto ha questo ragazzo solo per poter associare un viso a
questo suono.
Comunque annuisco, leggendo poi gli altri due nomi
sui fogli: "Chris Walker, diciassette anni e Lauren Ward,
quattordici anni...E siamo già a cinque Cloud, dovremo trovare gli
altri due."
"Ho bisogno delle tue abilità informatiche.
Per questo ti ho contattata appena ti ho trovata." il moro si
attorciglia attorno al dito uno dei ciuffi che scende di lato al viso
e fa un sorriso. "A casa mia ho la base delle mie ricerche,
potresti venire?"
"Non ho a che fare con queste cose da
due anni." confesso, stringendomi nelle spalle. "Ma per la
questione intera posso anche fare uno sforzo."
Ellis alza il
pollice in alto: "Fantastico, ho anche da poco fatto il
patentino. Sei mai andata in moto?"
Sento il sangue congelare
nelle vene, forse avrei dovuto rinunciare a tutto fin dall'inizio.
Moto? Andiamo, faccio fatica ad adare in bici, figuriamoci ad andare
in moto con un'altra persona. Ellis, però, deve aver visto il mio
momentaneo attacco di panico dato che si trattiene dallo scoppiare a
ridere. Sinceramente non ricordavo il lato di lui che sapesse
veramente divertirsi, ma forse è dato dal fatto che ricordo solo
quel bambino che per qualche strano motivo si faceva chiamare Steve.
"Paura, Riley?" mi domanda sghignazzando, facendo
dondolare la piccola coda dietro di lui.
"Semplicemente non
ci sono mai andata, Ellis."
"Steve." mi corregge
lui alzando le sopracciglia. "Ricordati di non chiamarmi col mio
nome quando saremo con gli altri."
Alzo le mani all'aria,
sbuffando: "Però è strano."
"Ho i miei motivi."
si giustifica lui afferrando il casco da terra che prima non avevo
notato. "C'è la torta di lamponi. Dai, non puoi
rifiutare."
Ecco, ora una torta ai lamponi può fare la
differenze tra la vita e la morte, questo non è affatto giusto.
Insomma, a chi non piace la torta con i lamponi? Nemmeno un piccolo e
depresso Cloud può rifiutare davanti a tanta generosità.
"E
va bene." mormoro alla fine, sbuffando. "Ma vai piano,
okay?"
Il moro fa un inchino verso l'uscita del garage,
sorridendo: "Dopo di lei, madame."
Sei
mesi e quattordici giorni prima.
Corro verso casa Young in
tutta velocità, come al solito sono in ritardo. A mia mamma ho
raccontato una delle solite scuse, non credo abbia bisogno della
verità in questo momento, e come lei nemmeno mio padre dato che
entrambi credono fermamente di avere a che fare con una figlia
responsabile e tranquilla che va spesso a casa della sua amica del
cuore.
D'altronde però troverebbero un po' strano sapere che la
loro figlia Cloud sta frequentando tutto il resto dei Cloud per
cercare di irrompere nel sistema di tutti i ragazzi nati con la
modifica nel cromosoma XY, che tra l'altro vengono propriamente
chiamati solamente 'Xy'.
Oggi, finalmente, è il giorno dove
siamo riuniti tutti sette per la prima volta.
Al momento ho
sentito le voci di tutti quanti solo per telefono, ho portato
avanti le ricerche insieme ad Ellis fino a radunare tutti quanti. Non
è stato facile, lo ammetto, specialmente trovare Nick dato che
sembrava impossibile estrarre il suo indirizzo mail.
"Alleluja!"
alzo gli occhi verso Ellis che, come sempre pettinato con la stessa
codina e gli stessi ciuffi che scendono ai lati del viso, mi sorride
facendomi segno di entrare. "Sempre l'ultima tu, vero?"
"Ho
i miei problemi." mi giustifico, appoggiando lo zaino sotto
l'attaccapanni. "Allora? Sono arrivati tutti?"
"Sì,
Riley, e ti stanno anche aspettando. Devi vederli, sono tutti come
noi due."
Annuisco, ma prima di girare l'angolo per entrare
nel salotto riesco a fermarlo per un polso, facendolo girare verso di
me. Il moro alza le sopracciglia, guardandomi confuso: "Sì?"
"Steve,
io..." non so come dirlo, devo ancora fare pratica con le
parole. "Grazie."
So che un grazie non è quello che si
suol dire in una scena del genere, ma lui sa perché l'ho detto. Sono
solo due mesi che ci siamo ritrovati, ma questi due mesi mi hanno
permesso di riscattare completamente la mia vita, e mi hanno dato la
chance di cercare dove tutti gli Xy finiscono dopo i dodici anni. Non
è di certo Johnatan, ma lo considero come la persona più vicina a
me in questo momento esattamente come lui vede me. Per questo motivo,
infatti, Ellis mi guarda a sua volta sorridendo, facendo scivolare la
sua mano fino a stringere la mia: "Grazie a te."
Dopo
questo piccolo momento di affetto - cosa assolutamente rara -,
finalmente giriamo l'angolo che dà sul salotto e la mia visuale si
apre sugli altri cinque Cloud.
E, se dovessi dire una
caratteristica comune per tutti quanti a prima vista, è che non
siamo abituati ad avere compagnia.
Forse Steve intendeva proprio
questo con l'espressione 'come noi', dato che comunque per le prime
volte non è stato poi così facile prendere la confidenza che
abbiamo ora. In ogni caso, se vogliamo essere una squadra efficiente
e lavorare come tale, dobbiamo fare il possibile per fidarci l'un
l'altro al più presto possibile. Ammetto di essere la prima a
sentirmi a disagio con cinque paia di occhi estranei che mi fissano,
ma se non mi butto mi sa tanto che resteremo qui con
quest'espressione da ebeti dipinta in viso per un bel po'.
"Scusate
per il ritardo!" esclamo cercando di fare un sorriso più carino
possibile. "Ero così agitata che alla fine ho finito per fare
ritardo, chiedo scusa a tutti voi."
"E' sempre così."
mi canzona Steve, affiancandomi con una piccola spinta affettuosa.
"Vi ringrazio per la vostra collaborazione, se lavoreremo
insieme sono sicuro che raggiungeremo enormi risultati, obbiettivi
che nessuno di noi avrebbe potuto nemmeno immaginare singolarmente.
Ovviamente prima però dobbiamo ricorrere al Galateo e cominciare un
po' a conoscerci. Sappiamo che è difficile per voi come lo è per
noi, del resto siamo stati privati del nostro migliore amico e da
allora non abbiamo potuto più avere contatti con nessuno, no? Quindi
forza e coraggio, iniziamo io e Riley giusto per riscaldarci e poi
andrete voi."
Tra
i restanti Cloud ci sono più che altro segni di assenso e
confusione, ma nessuno è apparentemente contrario. La cosa buffa, e
che devo ammettere un po' mi solleva, è che c'è un'altra ragazza
nel gruppo. Non vedo l'ora di conoscerla, credo che sarà la mia
ancora di salvezza quando nemmeno Ellis potrà capirmi.
"Mi
chiamo Steve Young, ho sedici anni e sono un Cloud da sei anni...wow,
sembra un covo di alcolisti anonimi." il moro di fianco a me
incrocia le braccia al petto, ridacchiando mentre passa in rassegna i
presenti. "Ho conosciuto il mio Sky quando avevo quattro anni.
Il suo nome da Sky è Alakei, ha un anno in più di me, e ricordo che
non gli hanno dato nemmeno una settimana da quando mi ha detto che
era un Xy. Con lui sono cresciuto, per me è come un fratello, e sono
determinato a trovarlo. Questo è quanto."
Lancio un'occhiata
ai nostri nuovi compagni d'avventura, e tutti annuiscono come se
sapessero di cosa si sta parlando. Cosa che, effettivamente, è così.
Mi schiarisco la voce, appoggiando la schiena al muro dietro di
me. Ammetto che parlare ad un pubblico, anche se non così vasto, mi
fa uno strano effetto: "Io sono Riley Knight, sono stata in
classe con Steve fino alla quarta elementare, anche il mio Sky ha la
nostra età. Sono diventata Cloud cinque anni fa quando Jonah, il
nome attuale del mio Sky che allora viveva nella casa accanto alla
mia, ha voluto raccontarmi tutto dopo che stava praticamente
esplodendo. Un mese dopo se n'è dovuto andare, ma prima di sparire
ha cercato di dirmi quante più cose fosse possibile dire. Posso
sembrare sconsiderata o irresponsabile, so che la metà di voi non la
pensa come me dalle chiacchierate che abbiamo avuto al telefono, ma
oltre a trovare la sede degli Xy ho intenzione di vedere Jonah. E
questo, per me, è quanto."
"Anche io voglio rivedere il
mio Sky." un ragazzino dai capelli rossicci si alza dal divano,
stringendo i lembi della giacca con una presa abbastanza forte.
Appena alza gli occhi celesti su di me realizzo che probabilmente lui
dev'essere il più piccolo tra tutti noi. "Mi chiamo Philip
Cook, ho tredici anni. Ho vissuto con Cal praticamente la mia vita,
sono un Cloud da solo un anno e qualche mese...Non sono mai stato un
ragazzo in grado di integrarmi bene, e Cal, anche se di un anno più
grande di me, sapeva come farmi sentire a casa. Stavamo abbastanza
distanti come abitazioni, ci siamo conosciuti nel parco che i due
quartieri condividevano, io ero andato lì in bici per fare un giro e
lui aveva portato il cane a fare una passeggiata. Alla fine è nata
così, da lì in poi non ci siamo più separati...so che corro dei
rischi, ma ho solo lui."
"Anche a me resta solo lui, ma
non correrò dei rischi così importanti." il ragazzo vicino a
Philip si alza in piedi, facendo così abbassare il ragazzino. Devo
ammettere che è un po' inquietante dati i capelli e gli occhi molto
scuri, ma in fondo non è così minaccioso. "Mi chiamo Asher
Harrison, sono un Cloud da tre anni. Il mio Sky si chiama Jude, ora
ha quindici anni, io sono più grande di lui di un anno. Ci
conosciamo da quando io ho sei anni e lui cinque, ci siamo conosciuti
perché ho sbagliato mira e, invece di colpire il mio bersaglio con
la freccia ho colpito il suo pallone a due case di distanza. Da lì
Jude è sempre rimasto affascinato dall'arco e dalla freccia, ed è
stato il pretesto che ci ha avvicinati. Gli ho insegnato tutto, anche
se quando ho scoperto che ha il potere di controllare l'elettricità
ammetto di essermi sentito leggermente inferiore per essere sempre
stato così orgoglioso dei miei fedeli arco e freccia." Asher si
interrompe per un istante, guardandomi dritta negli occhi. "Non
sto dicendo che io non gli voglia bene, ma ho una sorella più
piccola a cui badare e i miei genitori non sanno nemmeno che io sia
qui."
"Nemmeno i miei." ribatto, stringendomi per
un attimo le spalle. "Credo che ben pochi dei genitori dei
presenti sappiano che i loro figli si trovano qui. Del resto,
mettiamoci in testa che se ci trovano è la nostra fine, abbiamo
chiuso. Però siamo legati ai nostri Sky, no? Sebbene tutti quanti in
un primo momento ci siamo sentiti traditi, loro sono i nostri
migliori amici. Che tu vada fino in fondo per vedere faccia a faccia
Jude o che tu resti alla nostra base non fa differenza, l'importante
è che tu sia qui."
Il moro fa un sorriso, risedendosi
lentamente: "Resterò, questo è sicuro. Credo solo di non voler
andare fino in fondo."
"Nemmeno io." finalmente la
ragazza prima seduta a gambe incrociate sul tappeto si alza in piedi.
Ora che la vedo forse è un po' più piccola di me, ma ha un viso
piuttosto simpatico dato il naso leggermente a patata, un mare di
lentiggini, due trecce castane che scendono sulle spalle e un paio di
occhi azzurrissimi. "Mi chiamo Lauren Ward, e la penso come
Asher. Il mio Sky si chiama Tom, io ho quattordici anni e lui ne ha
quindici, io sono una Cloud da due anni. Ci siamo conosciuti perché
il giorno del mio sesto compleanno è sbucato fuori questo bambino
dal nulla, giustificandosi dicendo che non aveva mai visto un
palloncino e che si era avvicinato per quello. Siamo stati amici da
quel momento, siamo potuti restare insieme per sei anni, dopodiché
mi ha dimostrato che sapeva leggere nel pensiero e da lì ad un mese
è stato trasferito. So che magari penserete che io sia strana a
dirvelo solo dopo dieci minuti che ci conosciamo, ma è meglio che
sappiate ora che per me Tom non è solo il mio migliore amico.
Eravamo bambini, è vero, e ci siamo anche dati un bacio di quelli
che si danno i bambini scambiandoli per amore eterno. Ma per quanto
io voglia bene a Tom, non posso venire se decideremo di irrompere nel
campo degli Xy...ho paura che possa succedere qualcosa a lui."
Mi
viene da sorridere spontaneamente, tutta questa storia sa molto da
fiaba della buonanotte. Sicuramente avrò parecchio da indagare, ma
per ora non posso fare altro che capirla. Certo, anche io ho pensato
alla possibilità che le mie scelte si possano riflettere su
Johnatan, del resto chi è a capo di tutto questo enorme casino ha
nomi e cognomi di chiunque si sia messo anche solo una volta sulla
sua strada, per questo sarebbe facilissimo risalire allo Sky del
Cloud che commette qualche cretinata.
Accanto a Lauren si alza un
ragazzo dai capelli castani e una montatura nera abbastanza spessa a
nascondere gli occhi dello stesso colore dei capelli. Si schiarisce
appena la voce, infilando poi le mani in tasca e guardandoci uno ad
uno: "Ebbene, dopo tutto questo romanticismo da soap opera, io
sono Christopher Walker, ma ovviamente mi dovete chiamare solo Chris.
Insieme al biondino qui," così dicendo indica il ragazzo biondo
dietro di lui che alza gli occhi di scatto non appena si sente
chiamato in causa. "Siamo gli unici due quasi-maggiorenni qui,
dato che abbiamo entrambi diciassette anni. Il mio migliore amico si
chiama Max come nome Sky, e vi confesso che a volte dimentico il suo
nome reale dato che sono sette anni da che io sono un Cloud...ci
siamo conosciuti perché sua sorella un giorno è venuta a giocare
con mio fratello e lui doveva venire a riprenderla, avevamo entrambi
sei anni. Per la questione dell'irrompere o meno nella speranza di
trovarli io sarei assolutamente pro, ma sono negato con le abilità
atletiche, finirei per far fallire tutto quanto. Forse è dato anche
al fatto che fumo, però poi è soggettivo, no?"
"E' da
idioti." il biondino si alza finalmente dal tappeto,
stiracchiandosi le braccia con nonchalance: "Mi chiamo Nick
Davies, ho diciassette anni e sono quello che qui ha accumulato più
esperienza come Cloud, infatti il mio Sky è stato portato via otto
anni fa. Ho conosciuto Killian quando io avevo appena compiuto tre
anni e lui ne aveva appena compiuti quattro, e siamo rimasti insieme
fino a quando lui ha compiuto dieci anni, poi ha deciso di mostrarmi
la sua influenza sulle emozioni degli altri, diventando così il
primo Sky e facendo di me il primo Cloud. Senza offesa, ma credo che
al momento giusto io farei bene a sorvegliarvi a distanza, sono
l'unico qui che conosce quasi tutto ormai."
Annuisco,
sorridendo in direzione di Nick. Ora sembra che siamo veramente tutti
presenti, questo è davvero l'inizio di qualcosa che cambierà il
corso della storia.
Riguardo i miei nuovi compagni uno ad uno,
cercando di ripassare i nome sperando di memorizzarli in fretta.
Infine, mi giro verso Ellis che, anche se cerca di mantenere
quell'aspetto da duro, riesce a rimanere ancora un libro aperto per
me. Ne sono sicura, questi sei ragazzi saranno la chiave per capire
cosa c'è dietro a tutta questa faccenda e soprattutto per rivedere
Jonah.
00:24
Sabato 4 febbraio
Nuovo
messaggio
Da: sconosciuto
Testo: Voi Cloud cercate di essere
nell'ala est del St.Richard alle 9.30 di sera, noi arriveremo per le
9.40 e vi aiuteremo a salire, una volta al sicuro ti spiegheremo
tutto. Al momento sappi solo che le stanze hanno un corridoio e due
svolte di distanza, quindi vi dovrete separare per un po'. Le
formazioni delle stanze sono Chris, Lauren, Philip e Nick nella
stanza a cui vi condurremo con delle torce, mentre tu, Asher e Steve
sarete con noi. Non preoccupatevi, ognuno è col proprio Sky. Ci
vediamo là. Non fare tardi.
Inviato alle 00:12 del giorno Sabato
4 febbraio