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Autore: Rue Meridian    28/04/2009    0 recensioni
[Bartender]
Raccolta di tre one-shot ambientate nel capitolo 14 del manga.
E' san Valentino e tre persone lo stanno vivendo in diversi modi... Ma tutti legati a Cocktail serviti al Lapin da un certo bartender... Fanfiction ad alto tasso alcoolico XD
Partecipa alla V Disfida di Criticoni
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Godmother

Quando sei triste bevi per dimenticare, …


Sette decimi di Vodka, tre di Amaretto Disaronno versati allo stesso momento direttamente in un bicchiere di tipo “Old Fashioned”.

Rigorosamente “on the rocks”.

Era strano come le ricette della maggior parte dei cocktail fossero così brevi ed apparentemente semplici; eppure, riuscire a dosarli esattamente, a bilanciare i sapori e le densità dei diversi ingredienti richiedeva un'abilità che i più ottenevano in anni di duro lavoro.

Aveva sempre ammirato i bartender per la loro incredibile destrezza, tuttavia riteneva che la qualità che più rendeva questo mestiere complesso era la capacità di comprendere il cliente ed i suoi desideri. Realizzarli di per sé richiedeva solo una certa dose di vari ingredienti e l'abilità nell'adoperarli; intendere cosa il cliente ti stesse dicendo con lo sguardo, la posizione del corpo, delle mani, con le parole non era per nulla semplice.

Per questo motivo aveva ammirato sempre Susukara-san e la sorprendente facilità con cui riusciva ad esercitare il suo mestiere, mettendo a loro agio i suoi clienti: “Eppure stasera, Ryu, non riesci proprio a capirmi!”

Miwa sorseggiava il suo Godmother piano, assaporandone il sapore di mandorla, non mortificato dal gusto poco intenso della Vodka.

Tuttavia, come le aveva giustamente fatto notare Susukara, non per questo era meno forte, anzi; ma, al momento, le pareva un dettaglio trascurabile. In quell'istante, desiderava qualcosa che le risollevasse il morale, scacciando quel retrogusto amaro che aveva in bocca da quando il giovane barman aveva bevuto il cocktail offertogli da Yukari... proprio di fronte a lei!

Come osa essere così frivolo con Yukari-chan!”

Anche in quel momento, a due passi da lei, stava chiacchierando educatamente con la sua collega, “Ma non si rende conto che lei sta apertamente flirtando con lui?”. Si era irrigidita sullo sgabello ed aveva ordinato il suo drink con una certa durezza, tanto che Susukara era rimasto inizialmente interdetto; alla fine, però, le aveva preparato e servito il suo ordine, lanciandole solo un'occhiata confusa.

Questa volta non si è fermato a raccontare la storia del mio cocktail o dei suoi ingredienti... Per me, non fa certo tanto sforzo!”

Eppure, la storia del Godmother non era meno interessante di quella di altri drink: con il suo gemello, il Godfather, che alla Vodka sostituiva del Whisky scozzese, era stato creato in America nel 1969, in onore del capolavoro di Mario Puzo, poi reso immortale dall'interpretazione cinematografica di Marlon Brando: “Il Padrino”, per l'appunto.

Conosceva perfettamente la storia di quel cocktail, come quelle di tanti altri: tuttavia, aveva lo stesso l'assurdo ed infantile desiderio che Susukara gliela raccontasse, mentre le serviva un altro dei suoi “bicchieri degli Dei”.

Si sentiva tradita, delusa ed irritata, il tutto senza ragione apparente: “O forse un motivo c'è, ma io proprio non voglio ammetterlo...”.

Era gelosa.

E questo fatto, se possibile, la irritava maggiormente con sé stessa: cosa pretendeva? Lei non aveva alcun rapporto con Susukara, se non quello fra barman e cliente: non poteva accampare alcun diritto su di lui.

Inoltre, lui non si era mai mostrato interessato a lei: probabilmente la giudicava una ragazza un po' troppo saccente e prepotente, che accettava le critiche con uno sbuffo e veniva fin troppo divorata dal lavoro.

Sono pure uscita dall'ufficio prima per comprargli del cioccolato! A questo punto, però... Non glielo posso certo dare!”

L'ultimo sorso del liquido ambrato le scivolò in gola, mentre il ghiaccio tintinnava nel bicchiere, mentre lo poggiava sul bancone in mogano.

Evidentemente, neanche il liquore dell'amore bastava ad addolcirle la vita.

O anche solo a scacciare quell'amaro in bocca.


   
 
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