TERRA VIVA
La Terra ci dà la vita,
ed essa è la miglior conquista.
Ma la Terra e il destino sanno essere
avari,
e ci sono delle volte in cui non ci
si fa nulla coi danari.
La Terra è viva, la Terra sa tremare,
e il fiato a tutti sa mozzare.
Ci sono istanti interminabili, dove
la tua casa trema,
e la tua esistenza con essa trema.
Il destino sa essere amaro, cattivo,
sugli innocenti sa infierire, quasi
punitivo,
la Terra madre di tutti noi dà e poi
toglie,
senza alcun razionale motivo.
Le case distrutte, il dolore diventa
sovrano,
e uno Stato intero deve cercare di
allungare una mano
verso chi soffre, verso chi non ha
rimasto più nulla
in questa esistenza brulla.
Chi ha lavorato una vita intera per
avere un’abitazione dignitosa
resta con in mano solo macerie e
brutali addii,
dovunque si odono tramestii
prodotti da chi questo destino infame
ha riservato un’esperienza dolorosa.
È questione di qualche secondo,
e sulla nostra testa può cadere il
mondo.
Il destino e la Terra sanno essere
buoni, ma come ogni cosa
hanno un loro aspetto cattivo, dalla
parvenza irosa.
NOTA DELL’AUTORE
Ieri notte pareva una notte come tante altre, di quelle fatte
per dormire nel proprio letto, in tutta tranquillità.
Dormivo profondamente. Come nelle ultime notti, per fortuna,
dopo due settimane in cui non ero stato al meglio ed un fastidio mi aveva
impedito di riposare in tranquillità, avevo ripreso il mio regolare ritmo di
sonno, anche grazie ad un buono stato fisico.
Stavo dormendo profondamente, quando lui è tornato. Nel cuore
della notte, come se si fosse trattato di un subdolo e perfido spirito, ha
cominciato a tormentare il mio corpo.
Mi sono svegliato tutto d’un tratto, non capivo, ero in
confusione. Pareva che qualcuno mi stesse scuotendo, che stesse cercando di
risvegliarmi. Credendo che fosse mattina, miseramente ed ingenuamente, e che
qualche mio familiare stesse cercando di risvegliarmi, per prima cosa ho acceso
la luce di fretta ed ho buttato contemporaneamente gli occhi sulla sveglia a fianco
del letto; erano le tre e trentacinque, minuto più, minuto meno. Guardo poco
più in alto, nella vana e rapida ricerca di ciò che mi stava tormentando, e
noto che, sopra di me, il lampadario si stava agitando da una parte all’altra
come un ossesso. A quel punto, ho capito tutto.
Il suo rumore inconfondibile, il cigolio prodotto dai mobili
di casa, sottoposti ad una forte tortura, i lampadari che parevano in procinto
di cadere ed i vetri che quasi esplodevano. Il letto che tremava, il pavimento
pure, gli oggetti che parevano sempre più vicini al mio viso.
Il tutto è durato pochi secondi. Pochi secondi lunghi una
vita. Giusto il tempo di cercare riparo nel vano della porta, per non
affrontare le scale, trovandomi al primo piano, ed ecco che era tutto concluso.
Poi, la classica routine. Animali spaventati, luci accese in
ogni casa, rumori forti, ed ecco che la vita torna a risplendere nel bel mezzo
di una delle più buie e fredde nottate di agosto degli ultimi anni.
Lui era tornato a farci visita. Il terremoto, incubo della
maggior parte della popolazione italiana, si era ripresentato. Sempre di notte,
sempre con la sua violenza e la sua dose di paura.
Pochi minuti dopo la fine del sisma restano solo le domande.
Chissà dov’è l’epicentro, chissà se ci sono stati danni, chissà… e tanto spazio
per gli speriamo. Speriamo che non si ripresenti di nuovo, speriamo che nessuno
si sia fatto male, speriamo che sia tutto a posto.
Da me, per fortuna, era tutto a posto. Sul forlivese e sulla
Bassa Romagna è tornata la calma, fino alle quattro e trenta, circa, quando una
seconda scossa ha fatto il suo debole capolino sul nostro territorio, per
fortuna uscito illeso dalla potente scossa precedente, ed uscito incolume anche
da quest’ultima. Nessuno però ha più saputo dormire.
Tutti immaginavamo che fosse successo qualcosa di grosso; era
dal 2012 che la nostra terra non tremava così forte, ovvero da quando il terribile
terremoto dell’Emilia aveva saputo lasciarci atterriti per mesi interi. Poco
dopo, ha cominciato a trapelare ciò che è accaduto più a sud…
Il giorno dopo una notte trascorsa per metà in bianco ha
sempre un sapore strano, e quelle passate nel terrore per un evento sismico
sanno di… terremoto. Di brutte notizie, di morti e feriti, di città distrutte…
Ecco, io con questa poesia voglio solo esprimere la mia
vicinanza ai nostri vicini e fratelli marchigiani, umbri e laziali. Con voi, ha
tremato il cuore dell’Italia!
Ci tengo ad esprimere questa mia vicinanza, anche perché i
terremoti e gli eventi sismici li conosco bene ormai. Cari fratelli e amici, io
sono con voi, con tutto me stesso, e vi dedico questo componimento e tutto il
mio pensiero e il mio affetto.
Chiedo scusa, care lettrici e lettori, per questa lunga nota,
ma ci tenevo a spiegare tutto per bene, dalla mia esperienza in prima persona
della scorsa notte a quello che provo per chi purtroppo ora non ha più nulla, e
ciò che mi ha spinto a scrivere questa poesia, battuta in data 24/08/2016. Se
l’oblio un giorno verrà, finito l’evento mediatico, essa e il mio pensiero
saranno sempre e in eterno assieme a chi ha bisogno di supporto, anche se a
distanza.
Grazie di cuore per continuare a seguirmi, e spero che questo
componimento vi sia piaciuto. Buona giornata a tutti! A giovedì prossimo.