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Autore: Rohhh    25/08/2016    2 recensioni
A chi non è mai capitato di sentirsi troppo diverso da qualcuno e non provare ad andare oltre quelle apparenze? Ashley ha 21 anni, è una studentessa universitaria seria e posata, ha due sorellastre e una madre che sente troppo diversa da lei. In vacanza dal padre conosce Matt, il figlio della sua nuova compagna, ribelle e criptico, lui con la propria madre ci parla appena. Quell'incontro cambierà il modo di vedere le cose di entrambi e farà capire loro che non è mai troppo tardi per recuperare un rapporto o per stringerne di nuovi con chi non ci aspettavamo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 16

 

Era passata da poco mezzanotte e la spiaggia era ancora piena di ragazzi sparsi in gruppi qua e là e di musica.

Dopo essere rimasti per un po' da soli, Matt ed Ashley erano tornati per raggiungere i ragazzi, che però si erano sparpagliati tra la folla, riuscendo a rintracciare solo Mandy con Dylan e Ilary.

Il ragazzo guardò Matt con un ghigno stampato in faccia.

«Che avete fatto tutto questo tempo soli voi due piccioncini, eh?» insinuò maliziosamente, facendo arrossire violentemente Ashley e beccandosi una gomitata dalla sua ragazza.

«Sei proprio coglione, Dylan!» sbraitò Matt senza mezzi termini, odiava essere al centro dei pettegolezzi.

«Smettila di fare l'idiota e lasciali stare – lo riprese anche Mandy, sorridendo, poi tornò a rivolgersi a Matt – ho sentito che Simon ci ha invitati tutti nella sua villa, tra due giorni parte e voleva salutarci organizzando una piccola festa, ci sarà da bere e da mangiare, credo» lo informò.

Matt fece una faccia perplessa, aveva incontrato Simon pochi giorni prima e non gli aveva accennato nulla. In realtà non era un loro amico strettissimo, era il cugino del batterista della band di Matt e aveva cominciato a uscire con loro, di tanto in tanto, e ad assistere spesso alle loro prove, in quanto anch'egli appassionato di musica rock. Si trovava lì in vacanza nella sua grande villa, i suoi erano benestanti e originari del posto, ma si erano trasferiti per lavoro prima che lui nascesse.

Mandy colse l'espressione stranita dell'amico e proseguì con la spiegazione.

«Sì, lo so, sembra strano, ma mi ha detto che l'ha deciso all'ultimo momento e voleva farci una sorpresa – spiegò mentre vagava con lo sguardo alla ricerca degli altri amici, dispersi tra la folla, e la poca luce che illuminava la spiaggia non aiutava di certo – in ogni caso, voi venite, allora?»

Matt guardò Ashley per sapere se a lei stesse bene continuare la serata da un'altra parte. La ragazza capì e senza bisogno che lui domandasse esplicitamente gli fece un cenno affermativo col capo. «Si, per me va bene» aggiunse per essere più chiara.

«Perfetto! - esclamò entusiasta Mandy, dando una stretta amichevole al braccio di Ashley – beh, adesso vi saluto, andiamo a cercare gli altri, ci vediamo lì più tardi, a dopo!»

Si salutarono e i tre amici sparirono presto in mezzo alla marea di gente, lasciando soli Matt ed Ashley, che cominciarono ad avviarsi verso l'uscita della spiaggia per risalire e dirigersi verso la villa di Simon.

Giunti quasi in cima alla stradina che dal mare riportava al parcheggio, vennero fermati da una voce dietro di loro.

Era Jenny, Ashley trasalì, sapeva che lei non portava niente di buono e il fatto che quella sera l'avesse vista allegra e tranquilla non la convinceva granchè. Era stato un cambiamento troppo brusco e davvero poco credibile.

«Matt!» chiamò a voce alta una seconda volta, per assicurarsi che il ragazzo l'avesse sentita e si fermasse.

Matt si voltò e così fece anche Ashley, che tuttavia avrebbe preferito evitare quell'incontro.

«Ehi, hai saputo della festa di Simon?» annunciò tutta sorridente, rivolgendosi solo a lui, come se la ragazza accanto non esistesse. In effetti così era nella sua testa, per lei Ashley era una nullità, un intralcio che doveva sparire.

«Sì, stavamo andando proprio lì» gli rispose Matt che, senza volerle dare altro conto, si stava già per rigirare e continuare il tragitto.

«Oh, aspetta – lo richiamò Jenny, facendo ondeggiare i lunghissimi capelli scuri – mi dispiace tanto, ma temo che Ashley non sia stata invitata» affermò, con un tono dispiaciuto talmente finto, da risultare grottesco.

Matt aggrottò le sopracciglia, mentre Ashley rimase interdetta, ma non del tutto sorpresa. In un certo senso la sua improvvisa comparsa non le aveva fatto presagire nulla di positivo.

«Che significa che non può venire?» chiese, infastidito. Era uscito con Ashley e non voleva riportarla a casa così, nel bel mezzo della serata.

«Simon mi ha detto che vuole che siano presenti solo i ragazzi della comitiva e nessun altro, altrimenti se chiunque potesse portarsi dietro gente varia – continuò sprezzante, sottolineando come Ashley non fosse che una qualunque – il numero sarebbe cresciuto troppo e la villa si sarebbe riempita e sai come sono fatti i suoi, ci tengono tanto a che non si faccia un macello!»

Quella versione risultava molto credibile. Tutti loro erano al corrente di quanto la famiglia di Simon fosse rigida e all'antica e di quanto fossero maniaci della perfezione e dell'ordine.

«Ma..» tentò di obiettare Matt, ma venne fermato bruscamente da Jenny «Ashley non è dei nostri, mi dispiace» ribattè con voce angelica, ma con un disprezzo che Ashley riuscì a scorgere limpido.

Dentro di sè Jenny era soddisfatta, lanciò un'occhiata ad Ashley per compiacersi dell' espressione delusa che aveva assunto, doveva capire che lei con Matt non c'entrava nulla, che non apparteneva al loro mondo e che doveva ritornarsene da dove era venuta. Non la voleva tra i piedi, specialmente quella sera.

Era stata lei a pregare Simon di organizzare quella festa a casa sua, per creare l'occasione adatta per stare da sola con Matt e giocarsi le sue carte. Ci avrebbe pensato lei a sbarazzarsi di quella rompiscatole e quando non sarebbe stata più tra i piedi, avrebbe avuto campo libero. I suoi metodi sapevano essere molto convincenti con i ragazzi e per questo Simon si era lasciato subito abbindolare, probabilmente con l'illusione di poter andarci a letto.

Era solo ed esclusivamente la prospettiva di quella festa che le aveva fatto dismettere la sua solita espressione rancorosa e rabbiosa dal volto, sostituendola con un'ondata di felicità e ottimismo che ormai non le appartenevano più. Si sentiva viva solo quando pensava a Matt, il suo era un amore malato, morboso e disperato e, arrivata a quel punto, dopo innumerevoli rifiuti da parte del ragazzo che amava, conosceva solo un modo per ottenere ciò che voleva: il sesso. Pensava che con quello si potesse raggiungere qualunque obiettivo, persino conquistare il cuore di una persona.

Ma non c'era niente di più sbagliato.

A Matt non piacque per nulla il tono che Jenny aveva usato per indicare Ashley e aprì la bocca per contrastarla, ma la rossa lo interruppe, afferrandogli un braccio.

Sinceramente non le andava di starsene lì, quasi a dover supplicare per poter andare con loro. Era solo una festa in fondo e nemmeno conosceva bene il ragazzo che l'aveva organizzata, quindi era giusto che andasse Matt da solo coi suoi amici.

Per l'ennesima volta si ricordò che non era la sua ragazza e che Jenny in parte aveva ragione, anche se faceva male ammetterlo. Lei non faceva parte del suo gruppo ed era così che doveva andare.

Il biondo la fissò sconcertato, dopo la sua stretta, cercando con gli occhi una spiegazione a quel gesto.

«Matt, vai, tranquillo - lo rassicurò sorridendogli – in fondo è un tuo amico, io tornerò a casa, non è mica un problema!»

Matt non voleva rassegnarsi, non le sembrava per nulla corretto riportarla a casa così, all'improvviso.

«Ma, ne sei sicura?» le chiese perplesso, per accertarsi che fosse davvero serena.

Ashley annuì con decisione, senza cancellare il sorriso dalle sue labbra.

«Ma certo – continuò a tranquillizzarlo – è già mezzanotte passata e sinceramente è meglio che non faccia tardi, avevo deciso domani mattina di studiare un po', quindi preferirei svegliarmi presto!»

Matt era confuso, da un lato le dispiaceva accompagnarla a casa, dall'altro Ashley le pareva tutto sommato calma e anche le motivazioni erano plausibili, sapeva che studiava per gli esami di Settembre e che ci teneva che andassero bene al primo tentativo.

Esitò un attimo, incerto sul da farsi e con lo sguardo accigliato, si passò una mano sulla fronte per liberarla dai capelli, poi decise. «E va bene – affermò, seppur con poca convinzione, Jenny esultò internamente ma i suoi occhi, divenuti brillanti, rivelarono il suo stato d'animo – ti accompagno a casa allora» le prese la mano e si diresse verso l'auto senza rivolgere parola a Jenny.

«Ma, devi accompagnarla per forza?» osò chiedere Jenny, che ormai, presa da un'euforia incontenibile per aver vinto ed essersi liberata di Ashley, non riusciva ad aspettare nemmeno un minuto in più per vedere realizzato il suo proposito.

Matt si voltò furente, fulminandola con lo sguardo «Certo che l'accompagno» le ribattè.

Il suo tono arrabbiato non toccò minimamente Jenny, era troppo esaltata per dare peso a quelle sottigliezze. Girò i tacchi e si diresse verso casa di Simon, facendo ondeggiare i fianchi e sistemandosi al meglio il trucco con uno specchietto. Doveva essere perfetta e irresistibile.

In macchina tra Matt ed Ashley era calato uno strano silenzio. La ragazza si era poggiata allo sportello, guardando distrattamente la strada che scorreva e che a breve l'avrebbe separata da Matt. Non poteva negare di essere triste, in spiaggia per un attimo aveva quasi sperato che Matt si fosse esposto di più con lei, baciandola in pubblico, ma erano bastate le parole fredde di Jenny per riportarla alla realtà.

Niente la legava a Matt.

Non gli dava nessuna colpa, nemmeno lei era completamente onesta con lui e non gli diceva una volta per tutte quello che sentiva. Era paura di un rifiuto o forse che le parole potessero mettere fine a un rapporto che comunque la sua parte irrazionale cercava con tutta sè stessa, un istinto primitivo che la spingeva a lui perchè il suo corpo e la sua mente in quei momenti stavano in perfetto equilibrio. Non faceva altro che oscillare tra un estremo benessere e ripiombare nell'oscurità, senza un'apparente via d'uscita.

La voce preoccupata di Matt le risuonò nelle orecchie.

«Ashley, ma sei sicura che ti vada bene così? Ti giuro che non lo sapevo di questa festa e mi dispiace un sacco di doverti riaccompagnare, ero stato io a invitarti stasera» si premurò di precisare, ancora non digeriva quello che era successo.

«Ashley gli sfiorò una spalla con la mano, per rassicurarlo.

«Ma certo, ti ripeto che non me la sono presa – disse, sforzandosi di ignorare un nodo alla gola che le si era formato nel frattempo – e poi non mi devi dare nessuna giustificazione per quello che fai» aggiunse amareggiata. Purtroppo non aveva potuto impedire che quella frase uscisse dalle sue labbra.

Matt strinse forte con le mani il volante per la rabbia e sbuffò.

La realtà era che lui, invece, sentiva di dovergliele quelle spiegazioni perchè Ashley era diventata importante e non voleva che lei pensasse di essere una qualunque, una con cui giocava, perchè era esattamente ciò che non avrebbe mai voluto.

Voleva prenderla e urlarglieli tutti i sentimenti che teneva sigillati, stringerla forte e farci l'amore e non solo sesso, come in passato aveva fatto con le sue avventure passeggere.

L'auto giunse sotto la loro casa, Ashley scese e lo salutò «Divertiti!» gli raccomandò col cuore in gola, mentre si avvicinava al cancello.

Matt respirò a fatica e si morse le labbra, voleva parlare, cercava il coraggio, ma le corde vocali non ne volevano sapere di fare il loro dovere.

«Ashley!» gli scappò. La ragazza si voltò, una leggera speranza sul suo viso, che si spense subito.

«No, niente» ci ripensò.

Non ci era riuscito alla fine. Nè con sua mamma e nè con la ragazza di cui credeva essere innamorato.

Ashley era salita velocemente in camera e si era chiusa dentro. Si era spogliata rapidamente e aveva indossata un top grigio e un paio di shorts di cotone che usava per dormire quando faceva molto caldo. Solo che invece di mettersi a letto si era raggomitolata su sè stessa, seduta sul pavimento, come un cucciolo indifeso.

Di dormire non se ne parlava proprio, tutti i suoi pensieri erano rivolti a Matt e a quello che avrebbe fatto a quella festa. Era ormai chiaro che Jenny ci avrebbe provato spudoratamente, e lei era bellissima, provocante, aveva degli occhi che stregavano e un corpo da fare invidia a una modella e cosa peggiore, Matt era già stato a letto con lei in passato e, anche se le aveva spiegato che tra loro c'era stata solo una scappatella e che a lui non interessava, Ashley non vedeva alcuna ragione per cui non dovesse andarci di nuovo. E se non fosse stata Jenny, prima o poi sarebbe arrivata qualcun'altra a portarglielo via, dato il successo che aveva con le ragazze. Era solo questione di tempo. I pensieri negativi la stavano divorando viva.

Si strinse ancora di più le ginocchia al petto, fino a soffocare, ma era così potente il dolore interiore, che quello fisico nemmeno lo percepiva.

Perchè non accettava di perderlo? Perchè le faceva così male il solo pensiero di lui con un'altra?

Alcune lacrime cominciarono a rigarle il volto, come non succedeva da tempo. Non si era mai sentita così disperatamente attaccata a qualcuno e spaventata a morte all'idea di non poterlo avere, e se era davvero quello l'amore di cui tutti parlavano, non era per niente bello, anzi le stava portando troppe sofferenze e guai.

Aveva bisogno di parlare con qualcuno, di un conforto, ma era tardissimo e non poteva chiamare le sue cugine per raccontarle i suoi piagnistei, stessa cosa valeva per Phoebe, che era totalmente ignara della sua cotta per il figlio di Monica e non voleva tediarla con ore di racconti al telefono, mentre lei aveva da pensare alla sua vita e alla sua casa. Anche Sophia era da scartare.

Si sentì disperatamente sola, nel buio della sua stanza, senza nessuno con cui poter sfogarsi, poggiò la fronte sulle ginocchia e si abbracciò le gambe, come a volersi proteggere.

 

Intanto Matt era arrivato alla festa da solo, accolto dalle domande degli amici, meravigliati per l'assenza di Ashley e temendo un loro litigio. Matt spiegò loro la situazione, poi venne letteralmente accalappiato da Jenny, che gli si era attaccato al braccio come una sanguisuga.

Gli offrì ripetutamente da bere, nel tentativo di usare l'alcool per fargli perdere il controllo, ignorando che a Matt non bastavano di certo due bicchierini per essere manipolabile da lei e che comunque quella sera non era per niente dell'umore adatto per lasciarsi andare. Più provava a sfuggire e più si ritrovava il corpo di Jenny appiccicato al suo, e la cosa lo stava innervosendo. Aveva capito che stava approfittando dell'assenza di Ashley per provarci con lui. Quello che lei però non sapeva era che a lui non gliene poteva fregare di meno e questo a prescindere da Ashley. Era già da tempo che respingeva Jenny, ma era testarda all'inverosimile e non si arrendeva. Si stava distruggendo dietro a quell'amore impossibile.

Quando circa tre anni prima erano stati insieme, Matt era da poco ventenne e aveva alle spalle un'adolescenza turbolenta, senza l'amore di una madre e con un padre che l'aveva accolto, ma che per lavoro era spesso assente.

A parte qualche storia insignificante al liceo, l'idea di provare amore per qualcuno o di legarsi a una persona non gli passava per l'anticamera del cervello, ai tempi.

L'esperienza vissuta con i suoi l'aveva segnato nel profondo e gli aveva trasmesso un'enorme sfiducia per quel sentimento, a cui tutti aspiravano e che sognavano. Matt aveva fascino e lo sapeva, e ragazze intorno non gliene erano mai mancate, ma quello che si concedeva era qualche avventura, quando incontrava una ragazza che lo intrigasse.

Nessun coinvolgimento sentimentale anche perchè, spesso, aveva a che fare con ragazze disinibite e disponibili, prive di contenuti e vuote, che lo stancavano presto, com'era prevedibile che fosse. A lui era stato bene così, innamorarsi non sapeva nemmeno cosa volesse dire e anche con Jenny era stata identica la storia.

Adesso però, la conoscenza forzata con Ashley l'aveva cambiato e il suo cuore, creduto per tanto tempo arido, si era rianimato improvvisamente di battiti mai ascoltati. Anche con lei all'inizio c'era stata una curiosità più fisica, Ashley era la classica ragazza delicata e dolce, ma con un lato forte del carattere nascosto, di una bellezza raffinata e non appariscente e lui era rimasto molto colpito da lei, l'aveva desiderata, anche fisicamente. Poi la cosa era degenerata senza nemmeno essersene accorto, pur senza esserci andato a letto e adesso era lì, privo di interesse per qualsiasi ragazza che non fosse Ashley. Non gliene importava niente di quanto fossero attraenti o provocanti, ai suoi occhi non valevano nemmeno la sua metà.

Jenny era partita convinta che l'impresa sarebbe scivolata liscia come l'olio, invece si trovava a fare i conti con quello che non aveva considerato.

L'amore, quando c'era ed era sincero, incondizionato e vero, batteva qualunque cosa, e non era sufficiente un vestito succinto o avere le curve al punto giusto per sconfiggerlo. Ashley si era presa il suo cuore e la cosa assurda era che l'aveva fatto spontaneamente, senza impegnarsi, senza organizzare loschi piani, senza dover svendere il suo corpo o la sua dignità, come stava facendo lei agli occhi di tutti.

Cominciò a vacillare ma non voleva arrendersi, o tutto quello per cui aveva lottato a denti stretti sarebbe stato inutile. Afferrò con forza il braccio di Matt, mentre lui parlava calmo con i suoi amici e lo trascinò vicino a lei. I suoi occhi verdi erano disperati.

«Che cosa vuoi Jenny?» gli chiese Matt, non ne poteva davvero più di lei.

«Devo parlarti» disse di getto la mora. Matt era scocciato da morire ma gli sembrò l'occasione giusta per chiarire definitivamente la situazione con lei.

Jenny lo portò in una delle stanze da letto del piano di sopra e prima che Matt potesse proferire parole gli si gettò al collo e fu solo per un riflesso fulmineo del ragazzo che le labbra della ragazza non riuscirono a centrare in pieno le sue, finendo per poggiarsi sull'angolo della sua bocca. Matt la allontanò, spingendola via dalle spalle.

«Si può sapere che cazzo ti prende?» urlò, esterrefatto.

Jenny prese a slacciarsi il corpetto, mostrando di più il suo seno.

«Avanti Matt, inutile che fai il sostenuto con me, Ashley è a casa e non lo verrà mai a sapere, sono sicura che muori dalla voglia anche tu di passare una notte con me, come i vecchi tempi» lo provocò con voce sensuale.

Matt spalancò gli occhi inorridito. Ecco quale era stato il suo piano, approfittare dell'assenza di Ashley per sedurlo.

«Forse non ti è chiara una cosa Jenny – le spiegò serio – che io non sono innamorato di te e mai lo sarò, e che non sarà di certo facendo la puttana che mi conquisterai, perchè questo non succederà mai!» gridò fuori di sè.

Jenny si era ammutolita e tremava per la rabbia. Non solo la stava umiliando, ma le stava spezzando il cuore per sempre, non c'erano altre possibili interpretazioni a quelle parole e stavolta nemmeno lei aveva la forza di mantenere viva una flebile speranza.

Era finito tutto.

Odiò Ashley e scaricò su di lei la colpa di quel rifiuto.

«Certo, perchè a te adesso importa di quella scialba ragazzetta, non è vero?» urlò tra le lacrime.

Matt scosse la testa «Vedi, quello che non capisci è che, anche se non ci fosse stata lei, ti avrei respinta lo stesso, non ti ho mai illusa, hai sempre saputo che tra noi c'è stata solo attrazione fisica che si è consumata presto – rincarò la dose – e non ti permettere più di nominare Ashley in quel modo, lei è meravigliosa e - esitò perchè quello che stava per dire spaventava lui per primo e probabilmente non avrebbe dovuto dirlo così facilmente, ma non potè più frenare quell'ondata che gli premeva nel petto – IO LA AMO!»

Jenny cadde a terra in ginocchio, completamente annientata. Non c'era più nulla da fare, adesso. Si sentì sporca, stupida e terribilmente sola. Aveva litigato con le sue amiche e si era ridicolizzata per nulla, per essere stata talmente cieca da non volere accettare la realtà già da un bel pezzo.

Matt la sorpassò senza degnarla di uno sguardo e uscì da quella stanza. Respirò profondamente, ancora pervaso dall'adrenalina per quello che aveva finalmente ammesso. Per le scale incontrò Simon che lo fermò, vedendolo un po' scosso.

«Tutto bene?» gli chiese.

«Si, tranquillo» rispose Matt.

«Mi dispiace che non sia venuta la tua amica Ashley, è simpatica e avrei voluto salutarla prima di partire» affermò placidamente.

Matt strabuzzò gli occhi e un dubbio atroce si fece strada «Ma, non avevi detto che non poteva venire per non fare confusione in casa?»

«Chi, io? Ma quando mai – prese a ridere – figuriamoci, più siamo meglio è, no?»

«Già – rispose Matt, che ormai non c'era più con la testa, ma adesso sapeva cosa fare – scusami Simon ma io credo di dover scappare, fai un buon ritorno, amico!» lo abbracciò frettolosamente, sotto il suo sguardo confuso e poi si precipitò fuori per tornare dritto a casa sua.

Quella maledetta stronza gli aveva mentito per fare in modo di escludere Ashley e lui si era anche fatto ingannare come uno stupido.

L'unica cosa che voleva adesso era andare da lei.

Fece la strada correndo, pregando che Ashley si fosse attardata per qualche motivo e fosse ancora sveglia.

Aprì la porta di casa con veemenza e si trascinò sù per le scale con ancora più foga.

Si fermò ansimando per la corsa davanti alla stanza di Ashley, la porta era chiusa e nessuna luce si intravedeva dalle fessure.

Sospirò sconsolato, probabilmente stava già dormendo. Nonostante la voglia di abbattere quella porta, pensò che era il caso di lasciarla riposare ormai, quando all'improvviso, l'uscio si aprì e la testa di Ashley fece capolino dall'oscurità della stanza, come un raggio di luce ai suoi occhi.

Ashley era più che sveglia, in realtà.

Non era riuscita ancora a prendere sonno e poi era balzata in aria, sentendo qualcuno correre e si era anche presa un colpo, non capendo chi fosse. Aveva sentito i passi fermarsi davanti alla sua camera e armata di coraggio aveva aperto con cautela, aspettandosi qualche malintenzionato e trovandosi invece davanti Matt, ansante e rosso in viso.

«Matt, che ci fai qui? Mi hai fatto prendere un colpo! - esclamò portandosi una mano sul petto- Come mai sei tornato così presto?» gli domandò a bassa voce, per non farsi sentire da suo padre e Monica, con un'espressione perplessa. Il suo cuore aveva preso a batterle all'impazzata perchè aveva paura di quello che poteva sentire come risposta.

« Così, mi stavo annoiando» rispose indifferente lui. Un sopracciglio di Ashley si alzò, facendogli intuire che non poteva dargliela a bere così facilmente.

«Ok, va bene, non mi andava di rimanere lì – si avvicinò a lei e le sussurrò all'orecchio sensualmente – mi mancavi stronzetta, ho troppa voglia di te!»

Quelle parole le mozzarono il fiato, Ashley sbarrò gli occhi, incredula a ciò che le sue stesse orecchie stavano sentendo.

Prima che potesse accorgersene Matt l'aveva abbracciata stretta, spinta all'interno della stanza e richiuso la porta.

Aveva cominciato a baciarla disperatamente, facendo scontrare le loro bocche quasi a farle male, non lasciandole spazio per chiedere ulteriori dettagli, facendo aderire i loro corpi e provocando numerosi brividi sù per la schiena di Ashley. Le sue gambe non le ressero più per le emozioni forti che la scuotevano e fu costretta a sedersi sul letto, seguita a ruota da lui.

C'era qualcosa di diverso nel modo in cui Matt la stringeva, come se non volesse più lasciarla andare, come se avesse un bisogno viscerale del contatto col suo corpo, quasi vitale. Si sentì sua e solo sua in quel momento.

«Mi dispiace» le sussurrò, soffiandole sul collo. Ashley non capì a cosa si stesse riferendo, le sembrò alla serata, ma vi colse quasi un senso più profondo, come se si stesse scusando per qualcos'altro.

Le mani di Matt vagavano avide su tutto il suo corpo, poi, lentamente, come a cercare il suo permesso, sollevarono la stoffa del suo top e vi si infilarono con cura, entrando a contatto con la pelle dei suoi fianchi. Era morbida e calda e proprio così l'aveva sempre immaginata, anche se adesso, sentirla finalmente sotto le sue dita era tutta un'altra cosa. Ashley sussultò e non riuscì a trattenere un gemito soffocato a quel tocco. La cosa incoraggiò Matt che risalì lungo la sua schiena, accorgendosi che non portava il reggiseno, particolare che lo infiammò di più.

Salì, fino alle sue scapole, sollevandole involontariamente la maglietta con quei movimenti, fino a riscendere e afferrarle i fianchi, giungendo a sfiorarle la curva morbida dei seni, mentre Ashley si era aggrappata alla sua schiena, che sentiva contorcersi a ogni suo movimento e che la stava eccitando non poco, per non parlare del suo respiro caldo sul collo e delle labbra che non la mollavano un attimo. Decisamente quello che stava provando non aveva niente a che vedere con il suo ex.

Sapevano entrambi a cosa sarebbero arrivati se avessero continuato in quella maniera, lasciandosi guidare dagli istinti e da quel bisogno di sentirsi uniti, una cosa sola, finalmente. Non sesso, ma amore, un amore inconfessato, ma che ormai parlava tramite quei gesti.

La temperatura nella stanza era salita vertiginosamente, a causa del calore che i loro corpi avvinghiati stavano producendo e la loro pelle diventò umida e bollente.

La mente di Ashley si era annebbiata e non rispondeva più a nessuno stimolo razionale, anche se Matt avesse continuato così, fino a ritrovarsi aggrappata a lui a farlo sul suo letto, senza nessun tipo di preavviso o preparazione e con i loro genitori a un passo, lei non avrebbe attuato nessun meccanismo difensivo per evitarlo.

In un momento di pausa per prendere fiato si guardarono, ansimando in cerca d'aria, i visi ugualmente sudati, i capelli appiccicati sulla fronte o sulle guance e gli occhi intensi. Ashley ammirò il volto di Matt e quanto fosse ancora più bello, stremato e pieno di piacere.

«Matt» mormorò annegando nei suoi occhi.

Lui le accarezzò una guancia con la mano, allontanandole dei capelli per farle prendere aria e respirare.

«Quanto sei bella» le confessò, senza alcuna paura.

E perdendosi in quel suo viso chiaro, così puro, così attraente ora che vi leggeva dipinto il desiderio di lui, riuscì a fermarsi e ad acquistare un pò di lucidità.

Ebbe quasi paura di rovinarla, se fosse andato troppo oltre, così lontano da non potersi davvero più fermare, e aveva capito che se fosse successo nemmeno lei si sarebbe fermata. Ne aveva una voglia matta, non poteva negarlo, ma non voleva farla soffrire e in quel momento pensò che lui fosse il male per lei, che non se la meritava.

Ashley continuava a guardarlo con quegli occhi grandi e limpidi e più lo faceva più annullava tutte le sue barriere, e lo stesso valeva per lei quando incrociava i suoi occhi azzurri.

Non poteva farlo, si disse.

Riprese fiato, cercando di regolarizzare il respiro, sentì la mano di Ashley che gli accarezzava il collo e i capelli e socchiuse gli occhi.

Era riuscito a fermarsi per quella volta, si rilassò e osservò Ashley fare lo stesso.

Probabilmente anche lei aveva capito.

«Forse è meglio se ci sdraiamo fuori a prendere un pò d'aria, che ne dici?» le chiese.

«Sì, direi di sì» accettò Ashley, mentre si sistemava, leggermente imbarazzata, la maglietta che Matt aveva tormentato poco prima, il suo corpo ancora devastato dalle sensazioni di prima.

Altro che dormire presto, anche quella notte si preannunciava lunga e, chi se ne fregava, lo studio avrebbe anche potuto aspettare.

 

  
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