Storie originali > Horror
Segui la storia  |       
Autore: RedRuby    26/08/2016    1 recensioni
Dal primo capitolo: — Chi sei? — Chiese lei, con fare poco amichevole. Jin sollevò lentamente le braccia, mostrando di essere innocuo. Forse ci mise un po' troppo per rispondere, perché lei lo colpi abbastanza delicatamente con la pistola da non farlo svenire, ma da farlo male.
— Lex! — La riprese il ragazzo che l'aveva aiutato poco prima. Lei gli lanciò un'occhiataccia e poi si rigirò verso Jin. La sua espressione valeva dire "allora?" in un modo altrettanto poco amichevole. — Mi chiamo Jinyu, — Rispose. — sono un chirurgo. Abitavo a Manhattan e sto andando a cercare mio fratello a Seattle. Okay? — Terminò, arreso.
----
La storia ha un alto contenuto SLASH, se avete qualche problema con questo, siamo nel 2016, svegliatevi.
Genere: Avventura, Comico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
NOTAE·AVCTORIS
Perdonate, vi prego di andare a controllare il precedentemente capitolo perché come uno scemo totale mi so' scordato di scrivere le Note dell'Autore e farvi vedere il facciono dei personaggi, sorry. Andate a controllare, pls^-^

 

— Ragazzi! — L'urlo di Lex li fece riprendere e Jin sollevò anche Matt, finché non fu fuori dalla finestra. La testa dell'insegnante fece capolino da quest'ultima e vide gli zombie invadere lo stanzino. — Jin! — Urlò Matt, vedendolo indietreggiare oltre l'armata dei mostri.
JIN! — Urlò ancora, poi si voltò verso sua sorella. — Lex, attirali dall'altra parte, io prenderò Jin! — Lei annuì e corse dietro il bar, da cui erano entrati. Rientrò e si mise ad urlare per attrarre gli zombie. 
— Ehi! Ehi, sono qui! È questo che volete? — Urlò, passando la mano insanguinata su uno dei divanetti. Il piano parve funzionare: man mano che Alexandra indietreggiava macchiando di sangue il possibile, gli zombie uscivano dallo stanzino per andare da lei.
Dall'altra parte, Matt stava porgendo la mano a Jin e quando quest'ultimo la strinse, tirò un sospiro di sollievo. L'insegnante cominciò a tirare con tutta la forza che aveva, finché il medico non fu fuori e gli cadde completamente addosso. I due fecero dei versi di dolore e Jin si sollevò sui gomiti. Entrambi sorrisero, il volto a pochi centimetri. Si guardarono negli occhi riprendendo fiato.
Jin stampò le labbra sulle sue, solo per pochissimi secondi. Fu un bacio casto, innocente, come quello che si dà ai propri figli.
— E questo? — Chiese Matt, sorpreso e con la fronte corrugata.
— È solo un grazie. — Jin lentamente si sollevò e diede una mano anche all'altro. — Andiamo a vedere tua sorella! — Terminò, incamminandosi.
— J-Jin! — Lo chiamò Matt. Lui si voltò. — La tua gamba! — Lo informò, indicandogli l'arto. Lui abbassò lo sguardo e vide sangue.
Era stato morso sul polpaccio.
Cazzo...
— Dammi la pistola, Jinyu.
— Ehi, è solo un morso, si potrebbe risolvere.
— La pistola! — Ripeté con tono autoritario, mettendo una mano protesa verso Jin. Pensò che usasse questa voce anche con i suoi alunni, quando era necessario. Il medico sfilò l'arma dal jeans e la mise sulla sua mano. Matthew si incamminò. — Ehi! Non puoi lasciarmi qui!
Lui non si girò indietro.
Matt si unì alla sorella, che teneva chiusa la porta del bar.
— Apri, Lex. — Lei vide la pistola nella sua mano e lasciò la maniglia. La porta si aprì dopo pochi secondi e uno ad uno, sparò tutti gli zombie presenti.
— Così ne avrai attirati degli altri!
— Sono lenti, ci serve tempo per fare quello che dobbiamo fare.
— Cosa?
— ... Prendi il machete, Lex. Jin è stato morso. — Lei sgranò gli occhi e si fiondò nel bar ormai vuoto per prendere l'arma bianca. Matthew tornò da Jin, che era rimasto lì, seduto su uno dei muretti ad esaminarsi il morso. — Cos'erano quegli spari? 
— Chiese non appena lo vide avvicinarsi.
— Devi dirmi come fare. — Riprese Matt, come se Jin non avesse parlato affatto.
— Fare cosa? — Chiese, inarcando un sopracciglio.
— A non farti perdere troppo sangue quando... — Lui gli guardò la gamba e subito dopo Lex si presentò con il machete in mano e finalmente a Jin fu tutto chiaro.
— No... no, ragazzi, non potete, non c'è bis-
— Lo faremo con o senza il tuo consenso, Jin! ... Ma qui il medico sei tu e noi dobbiamo sapere come farti perdere meno sangue possibile e come evitare che si infetti! 
Jin chiuse gli occhi, incredulo di stare per dare le istruzioni su come amputargli la gamba.
— Pulisci il machete dal sangue, deve essere il più pulito possibile.
— Cominciò lui. — Dovete fermare il flusso del sangue alla gamba, quindi dovete stringere con qualcosa subito al di sopra del ginocchio. Dovete tagliare con più forza possibile. Lì c'è l'osso e sarà complicato, ma cercate di tagliarlo di netto in un solo colpo, deve essere più dritto possibile. Alzatemi la gamba una volta tagliata e... poi probabilmente sverrò o comunque non sarò più capace di darvi istruzioni... — Jin scosse il capo e sospirò. — dovete usare qualcosa di bollente, per fermare il sangue, se non c'è nulla, dovete metterci qualche benda o qualsiasi cosa, ma dovete fare in fretta oppure potrei andare in shock ipovolemico e... — Sospirò ancora. — se non ci riuscite, uccidetemi e basta, poi andate via più velocemente possibile, altri vaganti potrebbero aver sentito gli spari.
Matt e Lex si scambiarono un occhiata e poi si misero a lavoro; seguirono ciò che Jin aveva loro detto.
Ripulirono il machete quanto necessario e Matt si sfilò i lacci dalla scarpa, per poi legarli stretti subito al di sopra del ginocchio. Poi prese il machete. — Lex, prendi dell'alcool e qualcosa per bruciarlo. — La donna si affrettò nel bar. — Starai bene, Jin. Tranquillo. — L'altro annuì poco convinto. — Va bene. Non è nemmeno la mia gamba preferita. — Entrambi sorrisero.
— Sei pronto?
— Si può mai essere pr- 
Matthew non lasciò il tempo a Jin di finire di parlare che caricò il machete e sferrò il fendente alla gamba. Le urla strazianti di dolore di Jin echeggiarono lungo tutta la stazione di benzina e il bar. — Ce l'ho fatta! L'ho tagliata in un colpo, Jin! — Annunciò con gli occhi puntati sulla gamba. Il sangue usciva a fiotti, non ne aveva mai visto tanto tutto insieme e non credeva che potesse essercene tanto in un essere umano. — Jin? Jinyu?! — Spostò lo sguardo sul volto del medico e capì che non aveva resistito.


— Matthew... — Fece Lex, sbuffando. La testa era appoggiata al finestrino dell'auto. Gli occhi azzurri guardavano il bosco nero oltre la strada. — Cosa c'è, — Il fratello stava guidando. Le braccia rigide sul volante e lo sguardo, divenuto nero come il bosco, sulla strada fissi. — Lex? — La sua voce era calma, però. Forse non intendeva trasmettere il suo medesimo terrore a lei. — Ci siamo completamente dimenticati di prendere lo stetoscopio e quell'altro attrezzo.
Matthew scrollò le spalle tese. — Non avremmo saputi usarli comunque. — Alexandra si voltò, incontrando il profilo del fratello. — Noi no, ma lui... — Guardò nei sedili posteriori.
Lì, dove c'era la sua gamba, il sedile di pelle beige si era sporcato di rosso. Jin era ancora svenuto.
Alexandra si rivoltò davanti. — Credi che sopravvivrà? — E Matt riscrollò le spalle.
— Non fare così, rispondimi; devo tenerti sveglio. — Lui staccò gli occhi dalla strada per incontrare accusatori quelli della sorella, spenti anche loro. — So tenermi sveglio da solo... — Rispostò lo sguardo sulla strada, non che dovesse vedere molto: era vuota, nemmeno una macchina o qualche altro "vagante", come diceva Jin. — comunque spero di sì. Mi ha... mi ha baciato, sai? — Lui accennò un sorriso. Lex si voltò di colpo, con un ghigno malcelato. — Davvero?!
— Ehi, — Matt sorrise. — perché sei tanto sorpresa? Ci so fare con i ragazzi. — Lei gli diede una gomitata leggera sulle costole. — Sei un Casanova, certo.
— Lo prese in giro. — Intendevo quando, quando è successo?
— Quando tu sei andata a distrarre gli zombie e io l'ho tirato fuori e mi è caduto addosso. Per ... "ringraziarmi" mi ha dato un bacio. Ma è stato tutto molto innocente, non è successo nulla, non so nemmeno se sia attratto da-
— Non dirlo. Nessun etero sano di mente bacia qualcuno, un ragazzo, oltretutto. E poi per "ringraziarlo"? C'è per forza qualcosa di gay in lui. 
— Rise.
— Calmati, non ci stiamo per sposare. — Rispose Matthew e si pentì immediatamente dopo averle pronunciate, quelle parole. — Ancora non so perché hai lasciato Lee così. — Aggiunse lei. — La mamma ti stava accompagnando all'altare e...
— Mi sono girato e me ne sono andato, Lex, lo so!
— Il tono divenne furente. — Lo ricordo come se fosse successo ieri... — Poi la sua voce divenne flebile e triste, piena di ricordi. — Ma perché? — Chiese lei, per l'ennesima volta.
— Perché dovevo farlo, Lex! — Alzò il tono di voce e lei alzò le mani, come a chiedere una resa.
— Non abbiamo segreti io e te. Tu sai tutto di me, tutto e io tutto di te, tranne...
— Tranne questo, lo so. Possiamo smetterla di parlarne?
— Oh!
— Le si accese una lampadina. — Non sarà per quello che ti chiesi di fare il giorno prima?
— Alexandra, potevo rimandare le nozze, io sarei venuto ad abitare con te senza pensarci nemmeno due volte su. — Si placò, con gli occhi che rivedevano il volto del suo quasi marito mentre si spegneva quando lui stesso scosse il capo e ... andò via.
— Non fa niente. Ci sarà tempo per dirmelo. — Lui roteò gli occhi. — Ero solo contenta perché non sei uscito con nessuno dopo Lee... e ora ti sei tanto emozionato per un-
— Un bacio da niente? Puoi dirlo, Alexandra. Non sono uscito con nessuno per un bel po', ma non sono stupido. Magari è stato il momento, si è fatto prendere o magari voleva darmelo sulla guancia e io-
— No-non volevo certo dartelo sulla guancia. — Poi si sentì tossire e capirono che Jin s'era sripreso. Matt realizzò di aver fatto una figuraccia e storse il naso. — Non sono tua sorella, Matthew. Volevo soltanto... ringtaziarti. — Effettivamente non sapeva proprio il motivo per cui l'avesse fatto. Non era mai stato con un ragazzo e nessuno l'aveva mai attratto particolarmente. Tossì ancora e come se non avesse detto nulla, Lex si voltò con un gran sorriso.
— Ehi, ti sei svegliato! Come ti senti? — Lui incontrò il suo sguardo speranzoso, contro quello gonfio e stanco. — Come uno che ha appena perso una gamba? — Lei annuì.
Touché.
— Si rivoltò avanti. — Tranquillo, l'altra gamba l'abbiamo impacchettata e pulita, nel caso tu voglia un souvenir oppure non sai dove mettere l'altra scarpa quando ne comprerai un paio nuovo.
Entrambi risero e Jinyu fece una smorfia di dolore. — Oh, psicologa, non farmi ridere. Mi fa male quando rido.
— Scusa. E non chiamarmi "psicologa"... credo che qui nessuno di noi sarà molto presto un insegnante, una psicologa o un medico.
— Be'... touché.
— V-vuoi ancora riposare? Sei comodo? Abbiamo qualche cuscino nel baga- — Matt si fece senitre, che non aprì bocca per tutto il tempo. — Va tutto bene, mamma, sto bene. — Matthew abbassò leggermente il capo, imbarazzato e con un ghigno Lex gli accarezzò una spalla, lanciando un sorriso anche a Jin.
— Qual è il piano? — Chiese l'insegnante, allentando la pressione sul pedale. 
— Dobbiamo trovare degli antibiotici, delle garze, e ragazzi, per quanto sia ospitale questa macchina, non posso andare lontano per molto senza qualcosa a cui aggrapparmi. Ho bisogno di qualcosa, qualunque. E dovremmo trovare un posto per cui riposare più di una notte.
— Mi unisco a te. Dovremmo trovare una casa in campagna o qualcosa di isolato: un quartiere residenziale potrebbe essere pieno di quei cosi.
— Va bene. E dovremmo andare prima in un ospedale, allora.
— Se per strada c'è una tavola calda, dobbiamo fermarci. Non so voi ma sto morendo di fame e devo bere non poco per riprendere le forze per aver perso sangue.
Matthew annuì e lanciò un'occhiata a Jin, dietro. I loro occhi si incontrarono per un secondo e poi si rivoltò.


— MATT! — Urlò Alexandra e quando il diretto interessato si voltò, investì in pieno uno zombie. L'auto prese a ribaltarsi da un lato finché non si fermò sottosopra in un canale nel terreno che divideva la strada dal bosco.
— Cazzo! — Matthew si portò una mano alla testa dolorante. Aprì gli occhi a fatica e ciò che vedeva era confuso. — State tutti bene? — Non ricevendo risposta, si voltò verso il sedile della sorella.
— L-L-Lex?! — Parlare gli faceva male. Il sedile era completamente vuoto. Si guardò intorno, ma ogni volta che muoveva gli occhi o la testa, era come essere colpiti da una mazza da baseball dritto alla nuca. — LEX! — Urlò, facendo male alle sue stesse orecchie. Si voltò per vedere i sedili posteriori ed anche Jin era scomparso. — R-Raga- — Non riusciva ad urlare e vedeva doppio, se non triplo. Sembrava di sentire e vedere come quando da bambino apriva gli occhi nella piscina, nonostante l'aver promesso a sua madre che non l'avrebbe fatto.
— MATTHEW! — Si sentì chiamare, ma non capì da quale direzione. Devo uscire di qui!, pensò, saggiamente. In qualche modo, contorcendosi, riuscì ad uscire, trascinando il suo corpo dolorante fuori dal finestrino distrutto. Provò a rimettersi in piedi ma cadde subito dopo. Troppo velocemente, Cristo!
Si tenne forte la testa e poi guardò le mani. Sangue.
— MATT! — La luce dell'alba aiutava a vedere, ma lui si sentiva ancora disperso ed immerso nelle acque più profonde. — MATT! VIENI! 
Okay, piano. Mise una mano sulla ruota dell'auto e una sulle sue gambe. Alzarsi fu come essere attraversato il rachide da mille lame. Diede uno sguardo in basso e vide infilzato nella coscia il machete, o almeno quello che ne era rimasto. Si era spaccato. Prese un pesante sospiro e mise la mano sulla lama che lo penetrava. Okay, uno... due... 
Al "tre" tirò tanto forte da tagliarsi la mano. Urlò. Fanculo! Almeno la lama era tolta.
— A-Sto arrivando! — Provò ad urlare, ma non produsse un suono tanto forte.
Uscì a fatica e sporcandosi non poco di terra del canale. Per strada, una volta fuori, vide una lunga scia di sangue che portava alla gamba di Jin... Jin, che stava tenendo le mani insanguinate su Lex. Matt provò a correre verso di loro, ma cadde pochi secondi dopo.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Horror / Vai alla pagina dell'autore: RedRuby