Libri > The Maze Runner
Segui la storia  |       
Autore: Inevitabilmente_Dea    27/08/2016    1 recensioni
{Threequel di The Maze Runner - Remember}
I Radurai sono riusciti a sopravvivere anche alla Zona Bruciata e hanno conseguito il loro obbiettivo: raggiungere il Porto Sicuro entro due settimane per trovare la cura all'Eruzione. Tuttavia, nonostante all'apparenza sia tutto finito, i Radurai sono stati ingannati nuovamente dalla W.I.C.K.E.D. che ha in serbo per loro un'altra prova. Questa, a differenza delle precedenti, sarà individuale e i ragazzi e le ragazze saranno soli di fronte al pericolo: i Radurai, infatti, vengono addormentati e separati durante il sonno.
Elena viene tenuta in isolamento dalla W.I.C.K.E.D. senza sapere che fine hanno fatto i suoi amici, ma alla fine, dopo una serie di esperimenti viene rilasciata.
Un ultimo ciclo di test e analisi per raccogliere i dati necessari allo sviluppo della cianografia finale.
Dopo di essa, però, toccherà ai Radurai trovare una cura per l'Eruzione, poichè essa non è ancora stato ultimata.
Un'avventura che non ha ancora un fine. Una continua fuga alla ricerca della salvezza.
E se le persone che si credeva di aver perso ritornassero?
E se invece, quelle a cui si tiene di più, andassero perse per sempre?
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jorge, Minho, Newt, Newt/Thomas, Nuovo personaggio, Thomas
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

{IMPORTANTE: per favore, leggete l'angolo scrittrice in fondo.}

Non appena svoltai ed entrai nel corridoio, impugnando saldamente il lanciagranate, capii che la guerra tra guardie e Radurai era già cominciata anche prima del mio arrivo: Minho stava sparando dozzine di colpi, senza mai battere ciglio e senza neanche dare il minimo segno di vacillamento dovuto ai forti contraccolpi che quell'arma regalava; Newt invece, nonostante si sforzasse di gonfiare i muscoli e mantenere i piedi saldi a terra, qualche volta si lasciava sfuggire qualche esitazione per tentare di riprendere il dovuto equilibrio; Stephen d'altro canto, era una macchina veloce e precisa, sparava pochi colpi, ma che andavano tutti a segno.
Mi impegnai al massimo per evitare di rimanere fritta prima ancora di cominciare a sparare, ma per quanto cercassi di rendermi utile, tentando di sparare anche io come i ragazzi, dalla mia arma non era partito neanche un solo colpo. Non che mi fossi arresa o non avessi capito come quell'aggeggio funzionasse, ma ogni persona che puntavo dopo cinque secondi era già stramazzata al suolo priva di sensi, colpita da uno dei ragazzi.
Riprovai per la decima volta a rimettermi in gioco: alzai l'arma – che si era rivelata tutt'altro che leggera –, la puntai contro una delle tante guardie, presi bene la mira, spostai il dito sul grilletto e... quella si accasciò a terra, colpita da una granata elettrica che non proveniva dal mio lanciagranate
"Oh, andiamo!" gridai frustrata e stanca di essere così lenta. 
Erano rimaste ormai poche guardie, giusto cinque o sei, e quando quelle due di troppo vennero colpite rimanemmo finalmente equilibrati sul numero, ciò significava che ognuno di noi aveva una guardia da uccidere.
Approfittando di quel momento, desiderosa di entrare finalmente in scena anche io, alzai l'arma e la puntai, senza neanche prendere troppo la mira, sulla prima guardia che mi capitò davanti. Questa volta, senza esitare oltre, premetti il grilletto, facendo partire la granata elettrica che scintillò in aria per una frazione di secondo e poi si appiccicò esattamente in un punto tra le gambe dell'uomo che, urlando e ricoprendomi di insulti, si raggomitolò a terra, colto da spasmi.
Ero stata talmente tanto concentrata per vedere da che parte la granata sarebbe finita, che non mi accorsi neanche di essere stata scaraventata per terra dall'arma. Risi per la mia goffaggine e anche per essere finalmente riuscita a mettere fuori gioco una persona.
Presa dall'entusiasmo mi rialzai felice, rivolgendo ai ragazzi un sorriso da ebete per renderli partecipi del mio piccolo attimo di vittoria, ma quando rivolsi loro il mio sguardo mi accorsi che nessuno dei presenti mi degnava di attenzione, tutti troppo presi dall'ansia.
Mi guardai attorno e cercai di capire quale fosse il motivo di tanta preoccupazione. Insomma, dopotutto le guardie erano rimaste solamente in due, perchè spaventarsi così tanto solo in quel momento?
Ma nell'istante stesso in cui entrambe le guardie mi puntarono i lanciagranate contro, capii che qualcosa non andava. Perchè improvvisamente ero diventata io il loro bersaglio?
"Forza, ragazzina. Quello non è un giocattolo, posalo a terra." mi ordinò uno di loro, agitando il lanciagranate nella mia direzione.
"Non osare chiamarla ragazzina!" gridò Newt correndo in contro alla guardia che aveva appena parlato e usando il lanciagranate come fosse una mazza da baseball, per poi colpirlo in piena faccia, mandandolo al tappeto. 
Ma perchè non ha semplicemente sparat... Oh, hanno finito i colpi, ecco perchè tutti stavano puntando a me! Io ancora ho solo lanciato una granata! Bene! Pensai entusiasta. Aspetta... Non credo che sia una bella cosa...
La voce di Minho mi fece piombare nuovamente sulla terra, riportandomi alla realtà e ricordandomi che ancora la battaglia non era terminata: "Newt! Stai att..."
L'asiatico non ebbe neanche il tempo di finire la frase che una granata partì nell'aria, sovrastando la sua voce. Io venni catapultata nuovamente all'indietro dal contraccolpo del lanciagranate e fu solo quando le mie chiappe toccarono violentemente terra che capii di essere stata proprio io a sparare, senza neanche pensare a prendere la mira.
Eppure avevo fatto perfettamente centro e ora la guardia che aveva cercato di sparare addosso a Newt se ne stava stesa a terra, muovendosi a scatti in preda alle scosse elettriche.
"Woh, bambolina..." bisbligliò Minho esterrefatto. "Hai fatto un centro perfetto! Adoro la tua parte istintiva, caspio!"
Il Velocista corse nella mia direzione e mi porse una mano per aiutarmi a rialzarmi da terra. Gli sorrisi soddisfatta e accettai volentieri la sua proposta di aiuto, stringendogli la mano e premendo con le gambe per rialzarmi.
"Cavoli, amico." disse poi rivolto a Newt. "Tientela bene stretta questa qui, oppure me la prendo io." 
"Sì, provaci e ti sparo una granata elettrica nel posto in cui questa qui l'ha sparata prima." sottolineò Newt indicando la guardia che avevo precedentemente tramortito con una granata dritta in quel posticino in mezzo alle gambe.
"Ehm..." biascicò Minho, dopo aver visto in che condizioni era ridotto l'uomo. "Okay, forse non la voglio più. Tieni è tutta tua." si corresse poi mettendo le sue mani sulle mie spalle e spingendomi in avanti, verso il biondino.
"Ragazzi, non per fare il guastafeste, ma ci conviene fregare le loro armi e poi svignarcela." intervenne Stephen.
"Tu dici, Mister Ovvio?" chiese Minho, usando nuovamente quel suo tono acido. 
Vidi Stephen sbuffare e roteare gli occhi al cielo. Inizialmente pensai che fosse intenzionato a rispondere per le rime come aveva sempre fatto, poi però mi accorsi che il ragazzo in realtà non ne aveva la benchè minima intenzione; anzi, dopo aver scosso la testa e alzato le spalle, lo vidi chinarsi per raccogliere una ad una le armi per poi lanciarle in direzione dei ragazzi rimasti disarmati.
Poi, quando ormai tutte le armi furono distribuite, lo vidi allacciarsi in vita una cintura – anche essa rubata precedentemente da una guardia – ricoperta di munizioni. 
"Hai intenzione di prendere qualche altro souvenir oppure possiamo finalmente andare a riprenderci Thomas e quei suoi piedi puzzolenti?" chiese Minho a braccia incrociate e battendo ripetutamente sul pavimento con il piede.
"Dai, smettila di punzecchiarlo Minho." borbottai alzando un sopracciglio e incrociando gli occhi dell'asiatico. "Sta solo prendendo delle armi!"
"Be' non credi siano abbastanza? Dobbiamo muoverci oppure..." il Velocista si interruppe e rivolse lo sguardo dietro di me, facendo una faccia scocciata. "Ecco, ora pure il coltello."
Mi voltai curiosa e vidi che Stephen si era chinato un'altra volta sopra la guardia stesa a pancia in su poco distante da lui. Lo osservai mentre allungava il braccio e sfilava dalla scarpa dell'uomo inerme un piccolo coltello lucido. Il ragazzo se lo rigirò tra le mani più volte e, allargando bene il collo del suo scarpone, lo lasciò scivolare cautamente al suo interno, per poi rimettere a posto la scarpa e dargli delle pacche veloci, come a ripulirlo dalla polvere.
"Ora possiamo andare." puntalizzò il ragazzo dai capelli bianchi, facendo un amplio gesto con il braccio verso il resto del corridoio, come a dire 'prima voi'. 
Senza aggiungere altro girai su me stessa e mi incamminai, preceduta da Newt e Minho, verso il lungo corridoio, ma nel momento stesso in cui compii il primo passo mi sentii tirare per il polso.
Scossa da quel gesto ritirai immediatamente il mio braccio dal palmo di Stephen e lo guardai confusa. 
"Prima hai fatto dei buoni centri con il lanciagranate, ma se riuscissi a lanciare un po' più colpi sarebbe il massimo." sottolineò serio, facendo passare quella frase più come un ordine che come un consiglio. "Dopotutto siamo qui per il tuo amico, giusto pasticcino?"
Annuii convinta, rassicurandolo dicendogli che sicuramente mi sarei impegnata di più e a quel punto lui mi rivolse un sorrisetto storto, alzando solo un angolo della bocca, poi mi fece cenno di seguirlo lungo il corridoio.
Continuammo a camminare tutti velocemente e sempre in fila indiana, svolta dopo svolta, corridoio dopo corridoio, e nessuno sembrava voler intralciare il nostro cammino. All'inizio interpretammo quell'assenza di guardie come una spudorata fortuna, ma più andavamo avanti più capivamo che c'era qualcosa che non andava. Era ovvio che stessimo andando nella direzione giusta, perciò quello non faceva altro che facilitarci, ma anche solo il fatto che nessuno stesse cercando di fermarci era preoccupante.
O la W.I.C.K.E.D. sperava che ci perdessimo da soli – cosa molto improbabile – oppure stavamo semplicemente andando nella direzione che loro volevano, nella tana del lupo. Ma allora perchè sprecare tanto tempo e impegno per tenerci lontani da Thomas e poi permetterci di arrivare da lui? 
Forse volevano farci credere di aver annientato tutte le guardie per poi sorprenderci con un'imboscata? Pensiero alquanto stupido, certo. Se la W.I.C.K.E.D. ci aveva scelto proprio in base alla nostra intelligenza e alle nostre capacità, doveva evitare di sottovalutarci.
Probabilmente avrei dovuto infischiarmene e continuare a correre liberamente per i corridoi come facevano gli altri ragazzi: Minho aveva addirittura smesso di controllare ogni volta prima di imboccare un nuovo corridoio, usando la scusa che non avremmo incontrato nessuno in ogni caso.
Poi, ad un certo punto, vidi il Velocista girarsi verso di noi, continuando comunque a correre. Dopo pochi secondi ci rivolse un sorriso sollevato e disse: "Bene, ragazzi. Questo è l'ultimo corridoio. La camera di Thomas è l'ultima sulla destra."
Io, incapace di pronunciare qualcosa di concreto con il fiatone, mi limitai ad annuire e a storcere la bocca in un improbabile sorriso, mentre gli altri due ragazzi si limitarono a mugugnare qualcosa e a sospirare sollevati.
Il ragazzo asiatico, essendo a capo della fila, imbucò per primo il corridoio con un sorriso stanco stampato sulle labbra, ma nel momento stesso in cui vidi sparire la sua sagoma dietro l'angolo, seguito a ruota da Newt, sentii uno scoppio e vidi il corpo del Velocista volare in aria per poi schiantarsi a terra con un rumore sordo.
Feci per urlare il suo nome, ma senza neanche avere la possibilità di prendere fiato, vidi la figura di Stephen incombere su di me: il ragazzo si allungò sul mio corpo, buttandomi violentemente alla parete e tappandomi la bocca con una delle sue grandi mani. 
Quell'impatto inaspettato mi tolse il fiato, il quale venne a mancare ancora più del dovuto quando una fitta di dolore mi trafisse la spalla, rendendomi così impossibile trattenere l'urlo ancora incastrato nella mia gola. Senza neanche capire dove il mio corpo avesse trovato l'ossigeno necessario, la mia bocca si aprì leggermente facendo fuoriuscire un piccolo grido che però vene subito smorzato e insonorizzato dalle dita di Stephen che fortunatamente non avevano smesso di premere sulle mie labbra.
Strizzai gli occhi e serrai la mascella, cercando di calmarmi e di schiacciare il dolore tra i denti. 
"Fermi!" sentii urlare una voce rauca. "Fermi, non sparate!" ripetè poi più forte. 
Voce raschiata, timbro acuto e insopportabile, tono acido. Chi poteva mai essere se non Janson? 
"Brutti bifolchi inesperti! Questi Soggetti mi servono!" urlò arrabbiato, rivolgendosi probabilmente alle guardie. "Dove sono le due Cavie, eh?" urlò poi, ancora più innervosito. "Senti, biondino. Vi ho visto arrivare qui insieme e non sono scemo. Dove sono?"
Biondino? Pensai allarmata. Non osare toccarmi Newt. Non gli devi torcere un capello.
Spinta dall'odio verso l'Uomo Ratto mi mossi contro la parete, cercando di liberarmi dalla presa di Stephen, che tuttavia non dava segno di voler cedere. Il ragazzo, al contrario, si appiattì ancora di più su di me, annullando così le distante tra i nostri due corpi, e potei sentire il suo fiato farsi sempre più caldo sul mio collo.
"Shh..." sentii sussurrare il ragazzo. 
"Avanti, parla!" ordinò nuovamente l'uomo sbraitando. "Oh..." disse poi con un tono più calmo. "Be', se tu non vuoi dirmelo, forse dovrei scoprirlo io."
Ci fu un attimo di silenzio che però durò solo pochi secondi, sostituito in seguito dalla sua voce squillante. "Sai cos'è questo? Non credo che lei te ne abbia mai parlato perciò lascia che te lo spieghi io: questo piccolo pulsante è collegato ad un chip che abbiamo innescato nel collo della tua fidanzatina prima di iniziare le prove per la Zona Bruciata. Ora... Se io lo premessi, la tua amica riceverebbe immediatamente una scarica elettrica talmente forte da farla svenire sul posto."
Spalancai gli occhi a quelle parole: me ne ero completamente dimenticata.
"Quindi, o me lo dici oppure premo questo bottone e poi mando qualche guardia a cercarla. A te la scelta." specificò l'Uomo Ratto con un tono di voce che mi fece capire che probabilmente stava sghignazzando sotto i baffi.
Vidi Stephen spalancare gli occhi con me e incrociare il mio sguardo, ora anche lui era visibilmente ansioso.
"Bene." constatò infine Janson, dopo aver atteso qualche istante in silenzio. "David, vai a cercare le due Cavie."
Sentimmo dei passi pesanti lungo il corridoio – come se la guardia stesse pestando i suoi grossi scarponi a terra – farsi sempre più vicini di secondo in secondo.
"Be' credo che la tua fidanzata non ti ringrazierà per questo." disse infine Janson, rivolgendosi ovviamente a Newt.
"Vieni, dobbiamo andarcene." mi sussurrò Stephen all'orecchio.
Non potendo rispondere a parole, mi limitai a scuotere ripetutamente la testa. Io non me ne sarei andata senza Newt, Minho e Thomas. Janson non aveva il diritto di tenerci rinchiusi in quel posto per sottoporci a stupidi test! 
"Muoviti e non fare storie!" bisbigliò togliendomi la mano dalla bocca per poi trascinarla sul polso, fino ad arrivare ad incrociare le sue dita con le mie.
Senza neanche la possibilità di riuscire a controbattere, il ragazzo iniziò a correre lungo il corridoio, trascinandomi con lui.
Ma cosa stava facendo? Noi dovevamo combattere! Non potevamo lasciare tutti indietro e filarcela in quel modo.
"Eccoli!" urlò la guardia dietro di noi. "Stanno scappando!"
Voltai il mio viso di pochi centimetri, giusto il necessario affinchè riuscissi a scorgere la figura della guardia che ci stava inseguendo. Era lo stesso uomo che aveva cercato di buttare giù Brenda sulla Berga che ci era venuta a prendere dalla Zona Bruciata, avrei riconosciuto i suoi capelli rossi e la sua faccia di caspio tra mille.
Come dimenticarmelo dopotutto? Quell'uomo era stata la causa della separazione tra me e Newt, non lo avrei mai dimenticato.
Senza mai smettere di correre impugnai l'arma con la mano libera e, dopo essermi attorcigliata attorno al polso la striscia di stoffa che era stata attaccata ai bordi del lanciagranate –  sicuramente per permettere a chi lo possedeva di tenerlo anche in spalla –, lanciai un proiettile a casaccio nell'aria, sperando di colpirlo, ma l'uomo con agilità si buttò di lato, facendo schiantare la granata nel muro dietro di lui.
Per il primo colpo, riuscii a tenere miracolosamente l'arma tra le mani, nonostante il forte contraccolpo, ma non appena sparai la seconda granata, l'arma mi saltò via di mano, come se fosse stata spinta da una forza  invisibile. Fortunatamente il lanciagranate rimase appeso al mio braccio grazie a quella specie di fascia che mi ero arrotolata sul polso, facendomi sembrare per un attimo una ragazza che porta a spasso il proprio cane per il guinzaglio.
"Janson!" urlò David infuriato. "Premi quel dannato pulsante!"
Ancora prima che David finisse di pronunciare l'ultima parola, sentii una scossa partire dal mio collo e prolungarsi su tutta la testa. Caddi a terra in preda agli spasmi, perdendo così la presa con Stephen e raggomitolandomi su me stessa nella speranza che quel dolore finisse in fretta.
Sentii qualcuno urlare, una voce acuta e perforante, come se mi stessero gridando proprio vicino alle orecchie. Quell'urlo era talmente tanto disumano e pieno di dolore che per un attimo pensai stessero facendo del male a Newt. Quando mi accorsi invece di essere proprio io l'autrice di quel grido, strinsi la mandibola e strizzai gli occhi, cercando con tutte le mie forze di rialzarmi in piedi, poi quando decisi che la cosa era alquanto impossibile, la scossa abbandonò il mio corpo, lasciandomi sulla pelle un bruciore e un pizzichio continuo, come se mille formiche mi stessero mordicchiando.
Nonostante la scarica elettrica fosse terminata, non trovai il coraggio di muovermi dalla posizione in cui stavo. Aprii solamente gli occhi, inspirando profondamente e sentendo dolore anche per quel piccolo e innocuo movimento della gabbia toracica.
Vidi a poca distanza da me la sagoma bianca e confusa di Stephen, e nonostante sapessi che sicuramente il ragazzo stava sparando a raffica contro la guardia, non riuscivo ad udire neanche uno sparo, come se le mie orecchie si fossero tappate del tutto.
Poi sentii una voce offuscata in lontananza, una voce che sovrastò ogni altro rumore, e nonostante non comprendessi nessuna delle parole pronunciate, avevo capito che la persona che aveva parlato – sicuramente Janson – aveva lanciato un ordine chiaro.
Non a caso, dopo che l'uomo finì di urlare, tutti i rumori cessarono all'istante, facendomi capire che la sparatoria era terminata.
Preoccupata per l'incolumità dei miei amici, cercai di allungare il collo e osservare meglio le figure danzanti che si divertivano a confondersi davanti ai miei occhi. Sbattei le palpebre più volte e sgranai gli occhi nella speranza che tutto si facesse più chiaro.
Nonostante tutti i miei tentativi, l'unica cosa che riuscii a scorgere fu una figura che, a passo veloce, si stava avvicinando a me. Credendo che fosse uno dei ragazzi, mi rigirai a pancia in su, mugugnando poi per il dolore che causò quel movimento, ma non appena quella figura balzò sopra di me come un cane rabbioso, piantando una delle sue ginocchia nel mio stomaco, capii di essermi sbagliata.
Sentii quella sagoma parlare, sussurrandomi delle cose probabilmente poco carine, e poi vidi le sue grosse manone piantarsi sulle mie spalle e premere come per farmi restare piantata a terra. Solo quando sentii la mia ferita bruciare capii che in realtà, l'intento della persona sopra di me, era proprio quello di premere le sue dita sulla mia ferita alla spalla, senza però dare nell'occhio.
Quella nuova scarica di dolore, nonostante durò solo pochi secondi, mi permise nuovamente di vederci chiaro, facendomi riconoscere finalmente che la persona che si divertiva a torturami non era altro che David.
Quando l'uomo si accorse che lo stavo guardando con disprezzo, mi fece un sorrisetto malefico e premette ancora più forte sulla mia spalla. Il suo sorriso si allargò maggiormente mentre si gustava i miei lamenti, che cercavo in ogni modo di reprimere e affogare nella gola.
"Vedo che ti fa ancora male, stronzetta." sibilò tra i denti. "Forse non avrei dovuto rimproverare quell'incompetente per averti sparato alla spalla."
"David, muoviti e portala qui! Cosa stai aspettando, imbecille?" urlò Janson, tornato improvvisamente furioso e impaziente.
Senza replicare, la guardia mi afferrò per un braccio e mi trascinò in piedi, iniziando a tirarmi bruscamente all'avanti. Tentai in tutti i modi di stare al suo passo, ma era come se le mie gambe si fossero pietrificate: sentivo tutti i muscoli tirare, come se fossero congelati, e più mi muovevo, più riuscivo a sentire il sangue defluire lento dentro le mie vene, come intorpidito.
Ero talmente concentrata a cercare di mettere un piede davanti all'altro, che non mi accorsi nemmeno di essere arrivata davanti a Janson, finchè David non mi abbandonò a terra proprio vicino a dove giaceva il corpo di Minho. Come prima cosa mi guardai attorno alla ricerca Newt e Stephen e li trovai entrambi con le mani in alto, disarmati e controllati da due guardie vestite in nero. Tutto attorno a loro una distesa di guardie inermi, come foglie secche cadute da un albero.
Decisa a non mostrarmi debole davanti all'Uomo Ratto, mi misi in ginocchio e lo guardai con aria di sfida. Non volevo neanche sporgermi a controllare se Minho stesse bene. Sapevo per certo che per il ragazzo, dopo essere sopravvissuto ad un fulmine nella Zona Bruciata, essere colpito da una granata elettrica era stato come essere colpito da una piuma, e proprio per questo ero sicura che il Velocista fosse semplicemente svenuto.
Janson, senza neanche degnarmi di uno sguardo, diede l'ordine a David di disarmare anche 'l'altra Cavia'. Non appena la guardia si avvicinò a me, capii quello che dovevo fare.
Ora tutto dipendeva da me. Una sola mossa. Semplice ed efficace. Dovevo farcela e se non ce l'avessi fatta, sarei morta provandoci.

*Angolo scrittrice*
Ehi pive! 
Avete visto che capitolo lungo? Eh? Mi sono impegnata tutto oggi!
Anyway... Volevo chiedervi se conoscete un programma per fare video decenti. Il sito online che stavo usando per fare il video Newtlena mi sta facendo impazzire perchè non mi funziona adeguatamente.
Avete perciò qualche programma da consigliarmi (sia online che da installare) che sia semplice per una che non ha mai creato un video in vita sua e che soprattutto funzioni?
Premetto che il mio computer ha un Windows 10, quindi magari datemi dei programmi che siano compatibili con questa versione, ma soprattutto che siano gratuiti (non voglio spendere soldi per fare solo un video e poi disinstallare tutto). Per di più deve essere un programma che mi permetta di creare un video composto da gif!
Fatemi sapere per piacere!

Poi volevo anche ringraziare tantissimo tutti quelli che hanno letto o recensito! Grazie veramente ad ognuno di voi, siete sempre fantastici! E proprio perchè mi avete permesso di raggiungere dei grandiosi traguardi che una volta non avrei neanche sognato volevo dedicarvi un capitolo speciale in cui risponderò ad ogni vostra domanda (sia che le domande siano personali sia che riguardino la storia). Quindi sbizzarritevi! Anche se una sola persona mi farà 394 domande, io risponderò ad ognuna di esse!
Credo che sia un modo per voi di conoscere meglio la personcina qui dietro lo schermo che scrive.
Grazie per aver letto, pive!♥
Baci,

Inevitabilmente_Dea ♥

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > The Maze Runner / Vai alla pagina dell'autore: Inevitabilmente_Dea