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Autore: Danmel_Faust_Machieri    28/08/2016    2 recensioni
Sword Art Online e i Souls Game: questa serie vuole provare a coniugare queste due componenti.
Io e il mio coinquilino abbiamo seguito Sword Art Online affascinati dall'idea su cui è stato costruito: l'essere intrappolati in un gioco. Purtroppo siamo rimasti delusi dalle potenzialità inespresse di questo anime. Essendo anche due Souls Player recentemente ci è venuta un'idea: un mondo simile a quello di SAO con un universo narrativo come un Souls. Ci è sembrato qualcosa di interessante: abbiamo creato i personaggi, studiato le meccaniche di gioco e la lore. Naturalmente ci saranno citazionismi più o meno espliciti e ci auguriamo che possa essere un'idea di vostro gradimento.
Naturalmente ci teniamo alla vostra opinione quindi non fate i timidi e fate sentire la vostra voce :)
Siamo Danmel_Faust_Machieri e Djanni e vi auguriamo buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nicolò stava guardando la lista delle missioni. Ad un tratto, mentre scorreva con l'indice i nomi e le condizioni di ognuna, si accorse che ce ne era una piuttosto particolare: tra le condizioni per essere accettata vi era quella di aver completata la missione "Tempo di mietitura!". Analizzò meglio la descrizione e tutto il resto e si rese conto che la missione si svolgeva nella stessa fattoria e a nome dello stesso NPC promettendo però qualche soldo in più. Il ragazzo non ci dovette pensare due volte e, dopo aver accettato la quest, la sua giornata venne turbata dal rapido comparire di Arcoas e del suo fedele Floren.
"Orpheus!" urlò la ragazza facendolo trasalire.
"Ossignore!" urlò lui "Ah… Arcoas sei tu… Che spavento"
"Allora cosa stai facendo?" domandò la ragazza avvicinandosi al suo fianco.
"Ho accettato una nuova missione nella stessa fattoria di ieri e mi stavo incamminando per…" ma la ragazza non gli lasciò finire la frase che subito si intromise dicendo "Perfetto! Allora ti accompagnano!"
"Ah… Certo" rispose lui spiazzato con un largo sorriso.

La missione filò liscia come l'olio ma Nicolò aveva fatto in tempo ad accorgersi di una cosa particolare.
"Strano" disse avvicinandosi alla ragazza che sedeva sotto lo stesso albero sotto al quale l'aveva vista per la prima volta.
"Cosa c'è?" domandò lei mentre osservava il volo del suo fedele compagno.
"Mah… Sarà una mia impressione ma oggi ho dovuto eliminare molte più vipere cornute di ieri" osservò lui stendendosi all'ombra e chiudendo gli occhi.
"Effettivamente ieri c'è stato solo un caso oggi invece ti ho visto ucciderne una decina…" concordò Arcoas stendendosi accanto al bardo "Senti Orpheus…" continuò a dire lei "Mi chiedevo se per caso… Io e te…" ma le sue parole vennero bruscamente interrotte da una notifica che comparve davanti a Nicolò.
"Scusa Arcoas; guardo chi è" digitò sull'icona della chat e vide che Lesen gli aveva scritto.
"Chi è Lesen?" chiese Arcoas dopo essersi improvvisamente incupita. 
"È una ragazza che ho conosciuto al primo piano" le rispose lui serenamente iniziando a trascrivere un messaggio di risposta per l'amica "Ci teniamo in contatto da quando ci siamo incontrati"
"Ah sì?" poi una nuova domanda maturò nella sua mente a cui poco dopo diede voce "È… È per caso la tua fidanzata?"
Nicolò la guardò negli occhi e scoppiò a ridere "Ahahah no, no… È semplicemente un'amica ahahahah"
Arcoas tornò immediatamente di buon umore "Bene!"
"Bene?"
"Ah sì nel senso…" la ragazza divenne paonazza a causa di quella parola di troppo "Nel senso che… È un bene che tu abbia finito la tua missione così possiamo andare a pranzare insieme…"
Il ragazzo la guardò sorridendole "Mi dispiace ma avevo promesso ai miei amici che sarei andato a pranzare con loro"
 "Capisco" continuò lei un po' intristita "Però promettimi che domani pranzeremo insieme"
"Ahahahah va bene promesso"

"Le hai mentito" accusò Camilla l'amico mentre passeggiavano per le vie più deserte della città.
"Sarei dovuto andare a pranzare con lei? Si vede lontano un miglio che le piaccio" commentò Nicolò mentre osservava incuriosito un negozietto di oggetti.
"E intanto le hai promesso di pranzare insieme domani…" commentò Alessandro.
"Non avevo scuse valide…" cercò di spiegarsi il bardo "Ascoltate" aggiunse poi fermandosi davanti alla porta del negozio "Voi andate avanti io mi fermo qui un momento"
"Va bene… Ma sappi che ti aspettiamo alla locanda per continuare la strigliata di capo!" lo rimproverò Camilla allontanandosi al fianco del barbaro che salutò l'amico con un solenne cenno del capo.
Nicolò salì le scalette che conducevano alla porta dell'emporio, sfiorò con le dita il pomello e, in quello stesso momento, qualcuno spalancò la porta cadendo rovinosamente addosso al ragazzo che dopo qualche secondo si ritrovò per terra in mezzo al vicolo.
"Maremma boia che botta…" bisbigliò il bardo ancora ad occhi chiusi mentre si tastava la schiena dolorante "Chi diavolo è 'sto grullo!" disse poi aprendo le palpebre e cercando di distinguere il viso della causa di quella caduta. 
Sentiva un peso sullo stomaco ma riuscì a distinguere solo dei lunghi capelli biondi e un mugugnato dolorante.
"Ahí ahí che botta" diceva una voce femminile "Ah! Mi scusi che sbadata" disse subito rimettendosi in piedi rivelando così dei dolcissimi occhi marrone chiaro e un viso incredibilmente delicato.
Nicolò prima di rimettersi in piedi la osservò attentamente: dai suoi vestiti, nonostante l'assenza del cappello, si poteva chiaramente evincere che si trattasse di una maga, anche piuttosto attraente pensò il ragazzo.
"Mi prometta solo che la prossima volta che aprirà una porta starà più attenta e accetterò volentieri le sue scuse" disse il ragazzo ridendo mentre si rimetteva in piedi ma, non appena ebbe poggiato il piede sinistro a terra, un dolore lacerante gli fece urlare di dolore.
"Sta bene?" gli domandò la ragazza.
"Penso di essermi giocato la caviglia ahahah" disse sedendosi a terra e massaggiando la parte dolorante.
"È tutta colpa mia… La prego mi scusi" continuò la ragazza chiaramente mortificata per l'accaduto.
"Non si preoccupi… Però… Se mi da una mano a visitare il negozio da cui è appena uscita gliene sarei grato" propose Nicolò incapace di camminare senza l'aiuto di qualcuno.
"Certo venga…" disse la ragazza prendendo il braccio sinistro del ragazzo facendoselo passare dietro al collo "È sicuro di non preferire di essere controllato da un chierico?"
"Ci sarà tempo per questo più tardi; ora sono molto curioso di visitare questo negozio" affermò lui iniziando a saltellare accompagnato dalla bionda "A proposito mi dia del "tu"; mi chiamo Orpheus"
"Come scusa?" chiese lei sorpresa.
"Orpheus, l'aedo; non lo conosce?" domandò lui pronto a lasciare l'appoggio nel caso in sui la risposta fosse stata "No".
"Certo che lo conosco… Però ora dammi anche tu del "tu" " disse cambiando rapidamente discorso.
"Come preferisci ma allora perché ti sei sorpresa così?"
"Perché io mi chiamo Euridice"
Nicolò spalancò la bocca sorpreso, poi, dopo essersi ripreso dal suo stupore, rise e le disse "Allora andiamo mia cara sposa, conducimi verso le gole tenarie"
Lei arrossì, spiazzata da quelle parole e dal dolce sorriso del ragazzo, allora scosse la testa per scacciare quel rossore come fosse una mosca che le ronzava intorno "Andiamo ma non mi lasciare all'eterna notte"
Risero entrambi e varcarono la porta dell'emporio insieme.
Non appena entrato, Nicolò, percepì subito degli odori inconsueti, pungenti che si mischiavano al chiarissimo profumo dell'incenso che era, probabilmente, anche la causa di quel velo di fumo che appannava lo sguardo del ragazzo. Dal soffitto pendevano erbe secche accanto ad altre forme inconsuete che ricordavano code avvizzite o chele di una qualche creatura; sugli scaffali invece si alternavano oggetti bizzarri: teschi e ampolle di vetro ricolme di occhi, globi che contenevano colori in continuo movimento, piante che si muovevano quasi volessero afferrare qualcosa e altre mille stramberie. 
"Mah… Non pensavo di aver varcato veramente la porta di Dite" scherzò Nicolò facendo ridere Euridice, la quale coprì la sua risata coprendosi la bocca con la mano destra "Cosa eri venuta a cercare qui?" le chiese allora.
"In realtà cercavo questa" la ragazza aprì il suo inventario e, dopo aver digitato su un oggetto, nella sua mano comparve una sfera trasparente nella quale si univano e si separavano dei piccoli fasci di luce di color rosso, blu e verde.
"Wow è una…" iniziò a dire Nicolò stupito.
"Già; è una Sfera di Cristallo" concluse lei facendosela scorrere tra le mani "Questo negozietto vende oggetti molto interessanti per ogni tipo di incantatore perché non dai un'occhiata a quello che ti offre?"
Nicolò allora scostò il braccio dal collo della ragazza e iniziò a saltellare fino al negoziante, il quale indossava un lungo cappuccio scuro dal quale spuntava fuori una lunga barba grigia che si appoggiava al bancone e proseguiva davanti ad esso ricadendo per terra. Il ragazzo allora gli parlò e il mercante si limitò a sussurrare "Ai suoi servizi giovane arcanista" e concluse il tutto con un solenne inchino.
Davanti a Nicolò comparve tutto l'elenco degli oggetti venduti da mercante e vide che erano divisi per classe di arcanista e poi un reparto più ampio conteneva oggetti utilizzabili da tutte le classi magiche. Iniziò a scorrere gli oggetti riservati ai bardi e poggiando il dito su uno che costava 50 monete d'oro disse "Guarda te che fortuna!" Euridice lo guardò e chiese "Cosa c'è Orpheus?" In quel momento il bardo concluse l'acquisto e nella sua mano sinistra comparve un bastone da passeggio nero con l'impugnatura in argento. 
"Ma ti sei preso un bastone?" scoppiò a ridere Euridice.
"Non è solo questo… Guarda" e, alzando il bastone, con una mano sollevò un coperchio presente sull'impugnatura rivelando così uno spazio in cui era possibile versare dell'inchiostro "Fa anche da calamaio!" concluse entusiasta.
"Ma ora devo prendere anche un'altra cosa!" e iniziò una seconda trattativa con il mercante al termine della quale Nicolò comprò anche lui una Sfera di Cristallo.
"Voit-las!" disse mostrando la sfera all'amica, e in quel momento delle luci nere iniziarono a balenare all'interno di essa.
"Cosa sta succedendo?" chiese il bardo incuriosito.
"La sfera reagisce alla tua magia" spigò Euridice.
"In che senso?"
"Vedi, ogni Sfera di Cristallo si relaziona direttamente al suo possessore e alla sua magia. Tu possiedi la magia del dominio di Darkness in quanto bardo e quindi in lei splenderà il colore nero"
"Capisco!" disse felice Nicolò "Allora nella tua si alternano il rosso, il blu e il verde perché hai scelto come domini Fire, Water e Earth!"
"Esattamente!"
In quel momento al bardo arrivò un messaggio da Claudio il quale diceva che, lui e gli altri, stavano per iniziare la quest dei famigli; Nicolò lesse il tutto e decise che avrebbe risposto all'amico nel pomeriggio in quel momento aveva altro a cui pensare: il suo stomaco si stava ribellando; erano le 14 e lui non aveva ancora mangiato. Ad un certo punto il brontolio del suo stomaco ruppe il silenzio della bottega, Euridice lo guardò e scoppiò a ridere.
"Scusa" disse lui paonazzo "Ma non ho ancora pranzato oggi quindi… eheheh"
"Va bene dai, vieni con me" propose la ragazza "Ti offro il pranzo però dopo andiamo subito da un chierico per farti sistemare quella caviglia!"
"Uff…" sbuffò lui iniziando a zoppicare appoggiandosi al bastone "Va bene mia dolce sposa" e a quelle parole un nuovo rossore irruppe sul viso di lei.

"Ma allora sei veramente idiota!" lo infamò Camilla.
"Non è colpa mia; ok?" le rispose Nicolò facendo forza sul bastone per evitare di appoggiare troppo peso sulla caviglia.
Nicolò, Camilla e Alessandro si erano ritrovati alla locanda dopo pranzo e, dopo che il bardo aveva spiegato agli amici tutto quello che gli era successo, avevano deciso di recarsi da un chierico per far sistemare la caviglia del ragazzo.
"Comunque io non so come fai a conoscere sempre ragazze interessate  a te" protestò Alessandro per l'ingiustizia.
"Guarda… Se per ogni ragazza alla quale piaccio devo sacrificare un piede te le cedo tutte" disse Nicolò mentre rischiava di inciampare in un ciottolo "Maremma boia" imprecò poi calciandolo via col piede sano ma mise troppo peso sul piede dolorante e si piegò in due dal dolore.
Gli altri due proseguivano tranquilli senza soccorrere l'amico "Io sacrificheri un piede, una gamba, un braccio… Ogni arto del mio corpo tranne uno…" disse con voce molesta, al che Nicolò li scagliò contro un sasso e, colpendolo alla testa, gli tolse 10 HP.
"Ma sei scemo?!" Urlò l'amico voltandosi e massaggiandosi la testa.
"Se continui a dire le tue solite boiate giuro che ti elimino!" rispose il bardo rialzandosi a fatica sul bastone.
"Smettetela di litigare che siamo arrivati!" li zittì Chiara.
Davanti ai tre amici  c'era uno spiazzo d'erba di forma circolare in cui si vedevano alcune grandi rocce e, esattamente al centro, tre rocce disposte a trilite.
"Quindi è questo il celebre portale" osservò Nicolò mentre esaminava le tre pietre da ogni angolazione.
"Io comunque non ho capito: perché non ti fai curare da Riccardo?" chiese Alessandro.
"Riccardo e gli altri rimarranno fuori ancora per un bel po' quindi ho pensato di prendere due piccioni con una fava" sorrise lui.
"Come fai a sapere che staranno via ancora a lungo?" domandò allora Camilla.
"Li ho controllati con questa" e mostrò agli amici la Sfera di Cristallo comprata poco prima "Mi basta concentrarmi su una persona ed essa compare nella sfera facendomi vedere dov'è e cosa sta facendo"
"Wow, è l'arma finale di uno stalker" commentò Alessandro facendo scoppiare tutti a ridere.
"Va là; andiamo" disse Camilla e avvicinatosi al trilite comparve un elenco di località tra cui scegliere (5 località precisamente), digitò su una di esse e davanti a loro si formò una nebbia densa che impediva di vedere oltre.
 "Andiamo!" e varcata quella nebbia i ragazzi si ritrovarono a vedere una città che tutti e tre conoscevano molto bene: la Città d'Inizio.
I tre amici raggiunsero le porte della città e subito si accorsero che la Città rimaneva ancora la più popolata del gioco e, difatti, Nicolò rischiò due o tre volte di essere preso da uno dei suoi attacchi di agorafobia ma i due amici si erano accorti di ciò e decisero perciò di cercare le strade più isolate.
"Tutto bene Nico?" chiese Camilla non appena furono arrivati davanti al portone di un edificio molto caro al bardo.
"Sì sì" disse sedendosi sugli scalini che portavano alla porta e appoggiando la testa al bastone che reggeva con le mani davanti a lui "non preoccupatevi" e cercò di sorridere senza successo.
"È questo il posto?" domandò Alessandro osservando attentamente l'edificio.
Nicolò si rimise in piedi dopo essersi ripreso e bussò alla porta con l'impugnatura del bastone "Sì è questo"
"Pelar ti ho detto di passare più tardi per quella consegna!" urlò una voce femminile da dietro la porta ma non appena l'aprì e vide Nicolò subito si zittì.
"Buon giorno Antigone" disse Nicolò sorridendo.
"Orpheus!" urlò lei dopo esserglisi gettata al collo.
"Se non lo uccide questo gioco giuro che lo uccido io" scherzò Alessio guardando l'ennesima conquista dell'amico. Nessuno era mai riuscito a spiegarsi il fascino di Nicolò sta di fatto che molte ragazze si interessavano a lui e lui, puntualmente, le rifiutava, tutte. Gli amici ad un certo punto iniziarono a pensare che fosse misogino ma lui si limitava semplicemente a rispondere che fra quelle che aveva rifiutato non c'era quella giusta, quella che Nicolò cercava da tutta la vita.
Dopo qualche minuto Antigone riuscì a separarsi da Nicolò e si presentò a Camilla e Alessandro, poi li fece accomodare e iniziò a curare la caviglia di Nicolò con un impacco di erbe e un incantesimo.
"Così dovresti essere a posto" disse lei dopo una decimi di minuti.
Nicolò provò a poggiare il piede a terra e percepì solo un insignificante fastidio "È quasi perfetto!" esultò lui.
"Non dovrai sforzarlo troppo per qualche giorno ma nel men che non si dica potrai tornare a correre come una gazzella!"
"Grazie miele Antigone" sorrise "Ti sono immensamente grato"
"Oh beh…" le sue guance arrossirono timidamente "ci mancherebbe… Allora volete fermarvi a cena?"
Nicolò stava per dire qualcosa ma venne intercettato prontamente da Alessandro che disse "Ci piacerebbe moltissimo ma abbiamo un impegno improrogabile al primo piano… Ci dispiace"
"Ah… Capisco…" rispose lei "Allora sarà per un altra volta e Orpheus" si volse al ragazzo con lo sguardo "Stai attento ti prego"
"Non preoccuparti" disse lui sereno "Ci rivedremo presto"

Alessandro e Nicolò si erano fermati al piano terra della locanda a bere. Avevano ordinato una bottiglia di vino a testa e, dopo una decina di minuti, il liquido era già stato dimezzato. Il crepitio del fuoco accompagnava le loro parole come un violino che accompagna il canto.
"Io non ti capisco…" iniziò a dire Alessandro.
"Ah… Va tranquillo… Nessuno c'è mai riuscito" rise amaramente Nicolò riempiendosi nuovamente il bicchiere.
"Sei circondato da ragazze bellissime eppure…" 
"Eppure non mi muovo vero?"
"Già… Come mai?"
"Sai… C'è una storia che conosciamo solo io e Camilla… Ma credo sia venuto il momento di raccontartela…" Nicolò prese un profondo respiro e si scolò d'un fiato il bicchiere appena ricolmato "Nell'estate tra la terza superiore e la quarta ho passato un paio di mesi in campagna dai miei nonni, immerso nella natura e nelle mie letture. Un giorno, mentre mia nonna mi aveva mandato in paese a comprare della verdura ho conosciuto una ragazza bellissima, capelli rossi come il primo tramonto e occhi verdi come le foreste incontaminate dell'età dell'oro, si chiamava Teresa. Mi bastò guardarla un attimo per capire che non era come tutte le altre, per capire che lei era speciale. Mi guardò e sorrise. Hai presente quando il mondo ti trema sotto ai piedi? Hai presente quando arriva una tempesta in mare aperto e tu assisti a quello spettacolo incredibile? Ecco, questo fu il suo sorriso. Fu un'alba indescrivibile. La invitai ad uscire e parlammo per un tempo che non è, un tempo vago, indefinito, che speravo durasse in eterno. Avrei fermato tutto per lei, il sole e le nuvole, la luna e le stelle, mi bastava un attimo eterno con lei. Mi bastava lei. Ero innamorato di lei e lei di me… lei… lei era l'unica che riusciva a capirmi… Sapeva togliermi di dosso tutte queste stupidissime maschere… Con lei la mia agorafobia era solo un ricordo lontano... E sapeva riconoscermi… Mi sapeva riconoscere in quello che scrivevo e in quello che scrivevano gli altri… Lei mi vide in Aiace e in Cyrano… In Jacopo e in Dante… Inutile dire quanto leggevamo insieme, quanto i nostri occhi si inseguivano tra le pagine e fino a fuggire insieme per le campagne… Lì eravamo Orfeo ed Euridice… Lì eravamo felici… Lei fu la mia prima volta… La prima volta che feci l'amore… E non dico che scopammo o stronzate simili… No; noi facemmo l'amore…  Non potrò mai scordarla… Il sapore delle sue labbra e dei suoi seni… i suoi capelli che mi riempivano gli occhi e il cuore… e il suo sorriso… il sorriso di chi non vuole altro. Arrivai a conoscere i suoi genitori e lei conobbe i miei. La nostra storia non era una di quelle puttanate estive che abbiamo sperimentato tutti… La nostra storia era amore era un sentimento meraviglioso… Ci conoscevamo da così poco eppure sapevamo che avremmo trascorso la vita insieme, avremmo avuto una vita insieme… Avevamo pianificato tutto: io sarei diventato un professore di letteratura e lei una di filosofia, avremmo preso una casetta vicino a Firenze e un cane che avremmo chiamato Rubicante… E avremmo avuto due figli… Un maschio e una femmina… Dante e Saffo… Ve la volevo far conoscere…" Nicolò raccontava tutto quello guardando la notte fuori dalla finestra della locanda e in breve i suoi occhi si riempirono di lacrime "Ma… Una notte… Mentre veniva da me in scooter… Venne investita da un ubriaco che guidava un SUV… La ricoverarono d'urgenza all'ospedale più vicino e io corsi… mi dimenticai di cosa fossero i polmoni e corsi come uno che sta per perdere tutto, come uno che sta per perdere se stesso… Entrai nella stanza in cui lei era ricoverata… Mi vide e sorridendo disse "Sorridi amore mio… Sorridi sempre…" quelle furono le sue ultime parole… Finì in coma… ed è ancora in coma adesso…" Nicolò ribaltò le bottiglie per terra in un impeto di furia e scoppiò a piangere chino sul tavolo. "Quelle parole erano quelle che un uomo dovrebbe dire alla moglie non il contrario" diceva tutto quello tra i singhiozzi del pianto "La persi… La persi per sempre".
Alessandro era rimasto incredulo a quelle parole ma poi ripensò al quarto anno di liceo: Nicolò non si era presentato a scuola fino a metà novembre, rischiando la bocciatura per aver superato il limite massimo di assenze, non era stato reperibile fino ad allora, e quando tornò era chiuso in se stesso, nascosto dietro a un volto impassibile che, di tanto in tanto, lasciava trasparire un sorriso. Poi pensò alle domeniche pomeriggio che passavano insieme e al costante sparire dell'amico per le !6:30: andava da lei.
"Quindi è per questo che tu…" provò a chiedere Alessandro vedendo che il bardo pian piano riprendeva il controllo del pianto.
"Sì… È per questo che in quarta ho rischiato l'anno… Non riuscivo ad andare avanti poi, Camilla, ha praticamente sfondato la porta di camera mia e mi ha costretto a raccontarle tutto. Dopo che ebbe ascoltato tutta la storia riuscì a convincermi a tornare tra i banchi e a parlare della mia situazione con i professori ma le chiesi di non raccontare a nessuno di voi la storia… Mi ricordo ancora le loro parole "Mi dispiace ma… Hai ancora tutta la vita davanti Nicolò… Ne troverai un'altra" " il ragazzo iniziò a ridere amaramente a ricordare quelle parole "Come se ne esistesse un'altra come lei… L'unica che mi capì fu la Zamagna… L'unica che capiva quanto stessi di merda… Mi ha accompagnato anche in ospedale da lei qualche volta…" fermò il suo racconto e si mise a guardare l'amico negli occhi; Alessio lo guardò e lo vide sorridere come sempre con gli occhi gonfi di pianto "A Teresa ho promesso di sorridere sempre… E lo farò… Ma non potrò mai chiamare nessun'altra "Amore" e non mi potrò mai più innamorare di nessun'altra…" 
Il vino era finito e il fuoco nel camino si era affievolito.
"Beh…" disse il bardo afferrando il bastone e, alzatosi in piedi, disse "Grazie per averla ascoltato Alessio e scusa se non ti ho raccontato prima questa storia ma… È una ferita che non riuscirà mai a rimarginarsi… Buona notte amico mio…" E camminò sicuro verso la camera.
Alessio guardò la bottiglia di vino dell'amico: era vuota; poi si voltò verso di lui e vide che mentre saliva le scale arrancava sul piede sinistro senza barcollare, senza fermarsi a causa di un giramento di testa. Niente di tutto questo. Nicolò era sobrio come mai in vita sua e aveva condiviso quella storia con Alessio conscio di quello che stava dicendo.
"Nicolò…" bisbigliò lui ingurgitando il vino rimanente.

Il giorno seguente Alessio si svegliò con un'emicrania terribile. Guardò l'orologio dal suo menu e si accorse che erano già le 13:46. Sicuramente gli altri erano già andati a svolgere le loro missioni ma, all'improvviso, quel suo pensiero venne interrotto da qualcuno che bussava alla porta.
"Chi è?" chiese lui ancora steso sul letto.
"Sono Camilla; giù da quel letto grattamuri! Ti devo parlare!" urlò la ragazza dall'altra parte della porta.
Davanti a lui comparve il comando per aprire la porta, lo digitò e la maga entrò nella stanza.
Lei si mise a sedere su una poltrona della camera e iniziò a dire al barbaro "Ieri sera Nicolò mi è venuto a dire che ti ha raccontato la storia di Teresa"
D'un lampo tutto il racconto della notte precedente riaffiorò nella mente di Alessio insieme alle lacrime dell'amico.
"Sono felice che sia riuscito ad aprirsi con un'altra persona…" disse lei sorridente.
"Chiara tu lo sai da più di un anno oramai…" iniziò Alessio "Come ci dovremo comportare con lui?"
"Niente" rispose lei "Non dovremo fare niente… Lui oramai sa che morirà solo scaldandosi con il ricordo del suo passato amore… La cosa peggiore da fare sarebbe cercare di distoglierlo da questa idea… Lui è Aiace: sarebbe in grado di piantarsi una spada nel cuore o di buttarsi da una scogliera se provassimo a togliergli lei… Nicolò è una persona forte e ora sta vivendo per lei, sta vivendo per tenere fede a quello che le ha promesso"
"Di sorridere sempre…" commentò lui.
"Già, ma Nicolò osservò un'altra cosa in quel comando che gli diede Teresa prima di entrare in coma…"
"Cosa?"
"Per sorridere lui doveva continuare a vivere…" rispose lei guardando fuori dalla finestra!
"RAGA!!!" la voce del bardo proruppe dall'esterno della camera "Raga siete qua dentro? Apritemi vi devo far vedere una cosa bellissima!!!"
Alessandro aprì la porta e subito comparve Nicolò che era ancora appoggiato al suo bastone da passeggio.
"Cosa c'è Nico?" domandò Camilla.
"Guardate" si limitò a rispondere lui. Con la mano sinistra lasciò l'impugnatura del bastone da passeggio che, prima di toccare terra sparì e, nella stessa mano del ragazzo comparve una grande falce da mietitura.
"Come hai fatto?" Chiese stupito Alessandro.
"È lo switch rapido dell'arma!" esclamò lui "In ogni mano si possono equipaggiare al massimo due armi e, nel momento in cui ne lasci una compare al suo posto l'altra!" spiegò agli amici.
"E come hai ottenuto quella falce?" continuò Camilla.
Nicolò allora gli raccontò che il ciclo di missioni legate alla mietitura aveva una terza fase nella quale doveva arare i campi rimanenti e intanto difendere il granaio del fattore dall'assalto di un gruppo di vipere cornute. Al termine della missione non solo era arrivato al livello 10 e aveva raggiunto il grado 17 nella skill mietitura, ma il fattore lo aveva anche ricompensato donandogli la falce.
"Dai ragazzi andiamo! Gli altri sono già tutti al livello 10 mancate solo voi!" disse invitandoli a seguirlo per salire di livello il prima possibile però, prima di uscire dalla porta si voltò, guardò negli occhi Alessandro e, sorridendo, disse "Grazie per avermi ascoltato ieri sera" il barbaro fu spiazzato da quei ringraziamenti così sentiti "Ora però andiamo! Non c'è tempo da perdere!" urlò il bardo dopo aver switchato la falce col bastone da passeggio.

La sera, dopo aver fatto raggiungere agli amici il livello 10 e dopo essersi organizzati con gli altri per fondare la loro gilda il giorno dopo, Nicolò si era chiuso in camera sua a scrivere. Osservò la Sfera di Cristallo e concentrandosi su Claudio lo vide sdraiato nel suo letto probabilmente sfinito dalla missione di quel pomeriggio. Poi si concentrò e si mise a scrivere pensando a Teresa, come faceva ogni sera, quella sera riscrisse il "Canto notturno di un pastore errante dell'Asia" di Leopardi… Una poesia che Teresa amava quasi quanto lui… Rise ripensando a quando la ripetevano insieme a memoria fingendo di parlare realmente con la luna. Nicolò bagnò la pergamena con una lacrima poi, a lavoro finito, decise di distribuire i punti abilità che aveva guadagnato, dopo che li ebbe disposti situazione delle sue abilità era la seguente: 
Area di Competenza: 
-Musica--->Competenze musicali, grado 1;
-Scrittura--->Competenze di scrittura, grado 3; Ammaliare, grado 3; Compromesso, grado 2;
-Artigianato Libri---> Fascicoletti, grado 3; Foglie e Pergamene, grado 3; Gazzettini, grado 3;
-Darkness---> Magie di livello 1, grado 3; Magie di livello 2, grado 3; Magie di livello 3, grado 3 (Globo oscuro e Barriera d'ombra);
-Alchimia---> Pozioni semplici, grado 3.
Aveva ancora molto da fare e molte abilità da sbloccare… Decise che ci avrebbe pensato il giorno dopo allora era troppo stanco. Si stese sul letto e dopo qualche secondo era nel mondo dei sogni ancora insieme a lei.

La mattina seguente i sei amici si ritrovarono al solito tavolo della locanda per prepararsi alla partenza e, dato che avevano raggiunto tutti il livello 10, alcuni di loro anche spingendosi oltre, decisero di fondare una loro gilda.
"Ma è un nome orribile!" rispose Riccardo a Alessandro che aveva proposto, come nome della gilda "I belli al buio".
"Era uno scherzo invornito!" gli urlò contro lui.
"Beh… Cosa pensate di "Delco Solontiv"?" propose Nicolò.
"Ehi suona bene come nome" disse Camilla ripetendosi la proposta nella mente.
"Già non è male…" osservò Roberto.
"Aspettate…" iniziò a dire Claudio guardando sospettoso l'amico mentre beveva una spremuta di colore viola " "Delco Solontiv"… "Delco Solontiv"… Ma è l'anagramma di "Dolce Stil Novo"!" concluse lui.
In quel momento tutti guardarono male il bardo e Alessandro lo ribaltò dalla sedia all'indietro.
"Te Chiara non hai proposte?" domandò Riccardo all'amica.
"Mah… Con i nomi non sono mai stata brava…" disse semplicemente mangiando un biscotto.
"Che dite di "Absintium et Sambucam"?" propose allora Claudio con uno sguardo molto eloquente.
"Mi piace un sacco!" rispose Alessandro.
"Anche a me!" fece eco Roberto.
"Vogliamo già passare per degli ubriaconi?" chiese ironico Riccardo "Troviamone un altro"
"Sono dello stesso parere di Riccardo!" disse Camilla guardando male il ladro.
"Nicolò a te l'ultimo voto!" Claudio guardava l'amico che si stava rimettendo a sedere dopo la sua caduta di prima e, in cuor suo, sperava che quell'Absintium lo avrebbe convinto ad accettare quel nome (Nella vita di tutti i giorni Nicolò era solito farsi un bicchiere d'assenzio quando i ragazzi uscivano a bere).
"Mmm… Innanzitutto non capisco perché "sambuca" è declinato all'accusativo… Comunque no… Abbiamo bisogno di un qualcosa di più criptico…"
"Sentiamo il professore di latino cosa ci propone allora!" continuò il ladro dopo essere stato ripreso per la sua pessima competenza della lingua latina.
"Beh… Se vogliamo rimanere sulla lingua di Cicerone…" si fermò qualche secondo a pensare "Cosa ne dite di "Vitriol"?" 
"Cosa vorrebbe dire "Vitriol"?" gli domandò Claudio.
"Visita Interiora Terrae Rectificando Inuenies Occultum Lapidem" ripeté il bardo.
"Ah è un'acronimo!" osservò Camilla.
"Esattamente" confermò l'amico "Tradotto vuol dire "Visita l'interno della terra correggendo troverai la pietra occulta". È un antico proverbio legato all'alchimia e lo possiamo utilizzare in riferimento al nostro cercare di conoscere la lore di questo mondo!"
"Mmm… Fa molto Fullmetal Alchemist…" disse Riccardo "Mi piace!"
"Anche per me va benissimo" approvò Camilla.
"Mmm… Così siamo a uno stallo…" calcolò Claudio "Abbiamo tre voti a favore di "Absintium et Sambucam " e tre a favore di "Vitriol"… Come facciamo a decidere?"
"Ho un'idea" disse Nicolò "Io e te ci facciamo una partita a briscola e chi vince decide il nome"
Claudio, sicuro del fatto che in quel mondo non ci potessero essere delle carte da briscola e, anche se ci fossero state, l'amico non ne poteva sicuramente possedere un mazzo, accettò. Nicolò allora si alzò dal tavolo ed andò dal locandiere, parlò con lui e tornò al tavolo con un mazzo di carte toscane da briscola (Claudio maledisse se stesso in quel momento).
Tutti fecero spazio sul tavolo per vedere una partita dall'esito già scontato. Nicolò iniziò a mischiare le carte e ne distribuì 3 a testa mettendo poi la settima carta al posto della briscola (era il 6 di picche). 
Claudio guardò le sue carte e cercò di non far trasparire niente dal suo sguardo cercando di sfuggire agli occhi indagatori dell'amico. Nicolò di tutto punto lo guardò un attimo, poi guardò le sue carte e, senza alzare lo sguardo da esse, disse "Hai il tre di briscola"
Claudio lo guardò e si limitò a sillabare "Fottiti"
La partita terminò 68 a 52 per Nicolò che, come briscola, aveva visto il 4 il re e l'asso.
"Beh direi che il nome "Vitriol" è confermato!" esultò il ragazzo dopo aver contato i punti.
"Dai… Alla fine non mi dispiace nemmeno a me" disse Claudio.
"Ho l'onore di procedere io alla fondazione?" chiese il bardo.
"Hai vinto te a te l'onore" rispose il ladro.
"Allora" Nicolò aprì il menù e digitò nell'ordine i comandi "Gruppo", "Gilda" ed infine "Crea Nuova". Prima di tutto il ragazzo dovette digitare il nome della gilda poi gli venne chiesto di indicare un massimo di tre "Capi gilda".
"Io direi che i capi dovrebbero essere Claudio e Nicolò" propose Chiara "Alla fine sono il braccio e la mente del gruppo"
I due ragazzi si guardarono negli occhi e, nell'assenso generale, decisero di prendersi sulle spalle questa responsabilità. Poi Nicolò aggiunse i quattro amici alla lista dei componenti.
Infine, davanti a Nicolò, comparve una finestra quadrata totalmente bianca con accanto le icone di strumenti per disegnare e venne chiesto ai ragazzi di disegnare il logo della loro gilda.
"Riccardo questa parte è tutta tua" disse il bardo rivolgendosi al chierico. Nel loro gruppo Riccardo era sicuramente quello con una più spiccata predisposizione al disegno.
"Mmm… Va bene… Lasciatemi pensare un attimo…" lui rimase qualche secondo davanti al riquadro e poi iniziò a disegnare. Al termine dell'impresa tutti rimasero a bocca aperta: il logo rappresentava un oroburo stilizzato che formava un cerchio all'interno del quale si trovava una fenice, anch'essa stilizzata, con un grande occhio che guardava i ragazzi.
"Che ne dite?" Domandò Riccardo.
"È meraviglioso!" ripeterono all'unisono i ragazzi.
"Beh direi che a questo punto abbiamo fatto tutto!" disse Nicolò digitando sul tasto "Crea".
In quel momento, accanto alle barre degli HP, del Mana e del Vigore dei sei comparve il logo della loro gilda.
"Proporrei un brindisi!" disse Roberto versando nei bicchieri di tutti un po' di spremuta "Alla gilda Vitriol e ai suoi futuri successi" aggiunse sollevando il bicchiere.
"Cin-cin!" Urlarono tutti e, in mezzo al tintinnare dei bicchieri, a Claudio e Nicolò arrivò un messaggio da un utente che non conoscevano.

"Strano…" disse Riccardo "Siete sicuri di non conoscere il tipo del messaggio?"  
"Certo che non lo conosciamo" rispose Claudio contemplando l'icona della notifica.
"Ma allora come ha fatto a contattarvi?" domandò Camilla.
Il silenzio rispose a quella domanda.
"Io direi di aprirla… Potrebbe essere anche un nulla di fatto" propose Alessandro dando voce alle parole che stavano frullando nella mente di tutti.
I due aprirono il messaggio che così recitava: "Salve; sono il generale della prima linea Linton. So cha questo mio messaggio potrebbe confondervi ma ora vi spiegherò tutto. Nel momento in cui voi, signor Ashel e signor Orpheus, avete fondato una gilda, assumendo in essa i ruoli di capi-gilda, siete stati aggiunti alla chat in cui sono iscritti tutti i capi-gilda al momento presenti nel gioco (vi avviso di ciò qualora non ne aveste ancora preso visione). Ora però vi spiego il motivo di questa mia mail: stiamo programmando l'attacco al boss del secondo piano così, in un paio di giorni, dovremmo avere accesso al terzo piano; abbiamo quindi concordato di organizzare un incontro tra 10 giorni nella prima città del terzo piano, il luogo non è ancora deciso con precisione perché il terzo piano è ancora inesplorato ma, alla sconfitta del boss, ci metteremo in contatto con tutti i capi-gilda. Fino ad allora cercate di avvicinarvi il più possibile al terzo piano. A presto; Linton"
I due ragazzi si guardarono stupiti: Linton era il generale della prima linea e li aveva invitati ad una riunione per decidere chissà cosa; inutile dire quanto i ragazzi furono emozionati nel sentire quel messaggio, avevano deciso di unirsi alla prima linea ed ora quel progetto poteva diventare realtà.
"Partiamo!" urlò Claudio alzandosi dal tavolo convinto del fatto che si stesse avvicinando sempre più alla sua Luna.
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