Serie TV > Arrow
Segui la storia  |       
Autore: Sonia6    29/08/2016    3 recensioni
Oliver, Felicity, Tommy, Curtis, Laurel e Sarah sono amici da praticamente sempre. Vediamo cosa succede nelle loro vite a partire dal liceo. Affronteranno amori, perdite, delusioni. C'è chi si sposerà, chi verrà creduto morto per anni, chi scoparirà, chi tornerà come Eroe... Questa è la storia di una grande amicizia che si protrarrà negli anni e per tutta la vita.
Genere: Avventura, Fantasy, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dinah 'Laurel' Lance, Felicity Smoak, Oliver Queen, Sarah Lance, Tommy Merlyn
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
CIAO A TUTTI!!!!
SCUSATE PER IL RITARDO NELL’AGGIORNARE, HO AVUTO DA FARE, MA ALLA FINE CE L’HO FATTA. PER ADESSO VI REGALO QUESTO CAPITOLO. PER ADESSO :D BUONA LETTURA  :*
 
 
 
“Sei sicura bambina mia?”
 
“Si mamma. La proposta è arrivata al momento giusto. Devo solo aiutarlo per una questione di lavoro. Tornerò presto”
 
“Non è questo che mi preoccupa. E’ che….non credi sia troppo presto? Dopo tutto quello che è successo forse dovresti prenderti del tempo….”
 
“No, va bene così. Non voglio passare le giornate a pensare. Mi distrarrò.”
 
“Se ne sei convinta tu, va bene.”
 
Fel salutò Donna abbracciandola, baciandola e chiedendole mentalmente perdono per le bugie appena dette. Bugie che non sarebbero mai state rivelate. Prese il suo bagaglio e salì sulla macchina che la stava aspettando nel vialetto di casa.
 
La sera precedente aveva contattato i suoi amici per avvertirli che sarebbe partita per qualche giorno e dir loro di stare tranquilli che sarebbe andato tutto bene e che si sarebbe fatta viva non appena fosse tornata a Starling City. Sospirò seduta dentro la macchina al pensiero di quello che aveva appena fatto alla sua famiglia e a quello che stava per fare. Si voltò verso il suo compagno di viaggio per guardarlo negli occhi
 
“Sei proprio sicura?”
 
“Assolutamente”
 
Lui fece cenno di si con la testa e disse all’autista
 
“All’aeroporto”
 
 
Erano in viaggio da qualche ora, era agitata, non sapeva cosa la stava aspettando. Quando aveva proposto questo viaggio non si aspettava una risposta positiva. Credeva di essere presa per pazza, che tutta questa cosa non avrebbe risolto niente. Stava guardando fuori dal finestrino il mondo che scorreva sotto di loro quando i suoi pensieri vennero interrotti
 
“Ehi”
 
Lei sorrise
 
“Senti Felicity…. Hai pensato a cosa faremo una volta arrivati?
 
“Dovremmo andare all’ambasciata statunitense. Voglio vedere il relitto e la scatola nera, consultare bene la cartina, se sarà necessario mi collegherò al satellite e controlleremo le acque nella zona dell’incidente. Farò ogni cosa in mio potere per avere delle risposte”
 
“Sai che c’è la possibilità che, nonostante i miei agganci e le tue conoscenze informatiche, potremmo non trovare niente, nemmeno un indizio e che potremmo tornare a casa a mani vuote…?”
 
Lei si agitò a quelle parole, semplicemente perché erano vicine alla realtà più di quanto volesse credere. Alzò di un tono la sua voce
 
“Lo so Malcolm!” poi si ricompose calmandosi  “Ma…devo almeno provarci”
 
“Va bene. Per quanto possibile ti aiuterò. Ma voglio che tu sappia che stiamo andando in Cina e la Cina non è l’America. Resta sempre al mio fianco ok?”
 
Questo era giusto, poteva essere pericoloso. Un altro paese, un’altra lingua, un altro stile di vita. Era al corrente che Malcolm fosse esperto di non sapeva quale disciplina di arti marziali, e che era una specie di campione di tiro con l’arco o cose simili. Non si era mai chiesta a cosa gli servissero tutte queste qualificazioni, o come se le fosse procurate, ma in questa occasione era grata che le avesse. Comunque non era così preoccupata tanto da domandarsi se fosse stato necessario per lui metterle in pratica. Ad ogni modo fece si con la testa mordendosi le labbra, poi poggiò una mano su quella dell’uomo e gli disse grazie. Di risposta lui l’abbracciò baciandole la tempia
 
“A proposito….cosa hai detto a tua madre e agli altri di questo viaggio?”
 
“Solo quello che avevamo stabilito. Che ti servivano le mie competenze per un contratto che la tua azienda sta chiudendo in Europa”
 
“Bene, anche se credo che Tommy non se la sia bevuta del tutto”
 
“Si bhè…. Forse nessuno di loro se l’è bevuta. Non importa adesso, quello che conta è cercare le risposte che vogliamo”
 
 
Dopo ore interminabili atterrarono su suolo cinese, Fel avrebbe voluto andare subito all’Ambasciata, ma si rese conto che il consiglio di Malcolm era giusto. Erano distrutti dal viaggio e molto poco presentabili, così decisero di andare in albergo. Un mega albergo di lusso. In pieno stile Merlyn. La bionda si rilassò con un bagno caldo e dopo cena andarono a riposarsi per cominciare il giorno seguente a pieno ritmo. Rimasero in Cina per quindici giorni. Inizialmente non era convinta di aver chiamato la persona giusta, come prima opzione aveva pensato a Tommy, ma sapeva che suo padre aveva più possibilità di far girare soldi e conoscenze. E lei aveva bisogno di questo. Ollie ne aveva bisogno. Era legata a Malcolm come al resto della famiglia, perciò dopo i dubbi iniziali si convinse che fosse la scelta giusta coinvolgerlo nella faccenda. Oliver era cresciuto anche in casa sua. Era come un figlio per lui per questo motivo accettò all’istante la proposta della bionda. Felicity divenne un personaggio in quel lasso di tempo. Tutti ormai la conoscevano. Era la Yankee combattiva che non si arrendeva all’evidenza, che credeva che l’impensabile fosse facile da conquistare. Correva da un ufficio all’altro, smanettava con il suo fidato tablet, usciva in barca con Malcolm e la guardia costiera calcolando le coordinate esatte nel punto in cui il Queen’s Gambit era affondato. Controllava le cartine della zona vicina all’incidente per perlustrare le eventuali isole vicine, isole nelle quali Robert e suo figlio  potevano essere naufragati.Era consapevole del fatto che senza Merlyn, le sue conoscenze e i suoi soldi non avrebbe potuto fare tutto questo. Avevano corrotto ufficiali, comprato informazioni, ma non erano arrivati a niente. Stava dando anima e corpo alla causa, rischiando di impazzire. Ed era proprio questo il sentimento di quel giorno quando, per l’ennesima volta, si trovavano all’Ambasciata per chiedere di mandare una nuova squadra di sub nel punto dell’incidente
 
“Mi dispiace Signorina Smoke, quello che potevamo fare l’abbiamo fatto. Ed anche oltre direi.”
 
“Non possiamo arrenderci così!!! Siamo venuti fin qui!!! Vogliamo delle risposte!!!”
 
“Credo che sappia già quali siano le risposte” disse il console “Ha fatto molto per ritrovare il suo fidanzato”
 
“Molto. Ma non sarà mai abbastanza.”
 
“Credo che la cosa migliore per lei sia tornare negli Stati Uniti”
 
parlò una voce femminile alle loro spalle. I tre si voltarono per ritrovarsi di fronte una donna in tailleur scuro, tacchi alti e capelli nerissimi raccolti in uno chignone.
 
“Mi scusi lei sarebbe?” chiese Felicity
 
“Amanda Waller signorina Smoke”
 
“Ci conosciamo?”
 
“No, ma io so chi siete voi e perché siete qui”
 
“E di grazia, visto che lei sa chi siamo, potrebbe dirci chi è lei? Oltre al suo nome…”
 
“Sono la Direttrice di un’organizzazione militare americana che collabora con i consolati statunitensi sparsi nel mondo. Abbiamo dato una mano nell’ombra nelle ricerche”
 
“Confermo, ci siamo serviti di questa Organizzazione altre volte” disse Mr Smith
 
“Ok, quindi vuol sbatterci fuori dalla Cina?”
 
“No, voglio che capiate che non c’è altro da fare”
 
Felicity stava per ribattere ma venne fermata dalle parole di Malcolm
 
“Vi dispiace lasciarci soli per qualche minuto?”
I due uscirono dalla stanza. Lei si voltò verso il padre di Tommy ed attese che parlasse
 
“Felicity..” iniziò lui prendendole le mani e facendola accomodare sui divanetti dell’ufficio “Credo che Mr Smith e Mrs Waller abbiano ragione. Abbiamo fatto tutto ciò che era in nostro potere per trovarli. Abbiamo fallito. Sapevamo già che poteva esserci la possibilità che ciò accadesse.”
 
“Si, ma non voglio arrendermi. E poi quella non mi piace.” Lui sorrise
 
“E questa è una delle qualità che Oliver amava di te. Che non ti arrendi mai. Combatti sempre, come un gladiatore. Ma anche un gladiatore tra una battaglia e l’altra si riposa.”
 
“Mi stai proponendo di tornare a casa così? Senza risposte e soprattutto…… senza di loro?” chiese Fel con gli occhi gonfi di lacrime
 
“Mi dispiace tesoro. Non c’è altro che possiamo fare. Abbiamo passato 15 giorni a cercarli e non li abbiamo trovati. E’ tempo di tornare”
 
Felicity scoppiò a piangere sapendo quanto fossero vere le parole di Malcolm. Acconsentì a tornarsene a casa senza averlo ritrovato, consapevole di dover ricominciare a vivere (o sopravvivere) una nuova vita, ma con il cuore leggero dal rimorso di non aver provato tutto quello che era umanamente possibile.
 
 
Lasciò la Cina senza voltarsi indietro. Quello che non sapeva era che qualcuno la stava osservando… e lo stava facendo da quando era arrivata in Oriente. Una persona che la conosceva. E questa persona non era da sola.
 
“E’ andato tutto secondo i piani?”
 
“Si, torna a casa” rispose lei
 
“Il ragazzo?”
 
“Tutto come previsto, si trova a Lyan U”
 
“Bene”
 
 
 
La sera in cui rientrarono a Starling City, aveva luogo la cena settimanale a casa Lance. Se Fel e Malcolm erano provati dai 15 giorni passati non lo dettero a vedere, giustificarono le loro occhiaie con la stanchezza per il lungo viaggio. Dopo cena la bionda venne arpionata da Tommy in un momento nel quale rimasero soli
 
“Ok Smoke. Adesso puoi dirmelo”
 
“Dirti cosa?”
 
Lui la guardò negli occhi, piegando la testa verso sinistra e sorridendo debolmente, facendole intendere di non giocare con lui. Lei sorrise di rimando
 
“Hai avuto fortuna?” chiese lui
 
“Direi di no. Giuro che c’ho provato. Con tutta me stessa” e di nuovo le vennero le lacrime agli occhi. Lui la prese tra le braccia e le disse
 
“Lo so Fel. Ed anche lui lo sa. Solo….la prossima volta gradirei essere avvertito. Ti avrei accompagnato”
 
“Non ci sarà una prossima volta Tommy”
 
 
 
 
Erano passati due mesi ed era tempo di rientrare al college. Le sue valige erano pronte. Era determinata a finire gli studi nel più breve tempo possibile, e trovare un lavoro. Era contenta di partire, la vita dell’università poteva farle bene. Pensare ai corsi, agli esami ai suoi amici di studi, l’avrebbero aiutata a non pensare alla tragedia vissuta quell’estate. Salutò sua madre con un lungo abbraccio e salì nella macchina di Tommy che la stava aspettando per avviarsi tutti insieme verso le rispettive scuole.
 
Passarono i mesi e Felicity si immerse nello studio. Nel senso che si dedicò completamente e totalmente a quello, tanto che i suoi amici erano preoccupati per lei. Non partecipava alle feste, passava le notti a studiare prima di ogni esame nonostante non ne avesse bisogno, all’alba la vedevi fare jogging e durante il giorno in biblioteca o nella sua stanza con il capo chino sui libri. Le sere non a ridosso degli esami le passava nel suo appartamento a guardare film o le serie TV che amava. Quel giorno Laurel e Sarah erano da lei a studiare. Anche se frequentavano College diversi, si trovavano spesso a studiare insieme, era anche un modo per vedersi e passare del tempo come ai vecchi tempi
 
“Venerdì sera c’è una festa alla confraternita di Adam”
 
“Il tuo futuro avvocato penalista?” chiese Sarah
 
“Si, ci andiamo?”
 
“Per me va bene. Fel?”
 
“Io passo”
 
“Come le ultime tre feste! Dai Fel…”
 
“Devo studiare”
 
“Se studi ancora farai concorrenza alle case editrici!!! Sai quei libri a memoria!!! Dai andiamo, ci divertiremo. Ne abbiamo bisogno. Tra un mese prenderai la laurea, direi che ti meriti quest’uscita!” disse Laurel
 
“Ti pregooooo….. fallo per noiiiiiiii” disse Sarah rivolta alla bionda facendo il labbrino come i bambini
 
“E va bene!!! Cristo Lance quando fai così non posso dirti di no!”
 
 
Il venerdì della festa Sarah e Laurel bussarono alla porta di Felicity portando vestiti e scatoloni di roba. La bionda rimase stupita
 
“Cos’è tutta questa roba?”
 
“Scarpe, abiti, trucchi, borse… tutto l’occorrente per prepararsi”
 
“A me non servono, io sono pronta così”
 
Le sorelle si voltarono a guardarla, indossava un paio di jeans chiari e molto attillati, un top bianco e scarpe con il tacco nere, la bionda ruppe il silenzio
 
“Che c’è? Vado bene vestita così”
 
“Ehm….anche no” disse Sarah che prese la sua amica per mano e la trascinò tra mille lamentele nella camera da letto.
 
Dopo un’ora le sorelle Lance erano pronte e stavano aspettando Fel nel soggiorno mentre lei finiva di indossare l’abito che avevano scelto
 
“Andiamo Fel!!!!”
 
“Arrivo!!”
 
Felicity uscì dalla camera e le ragazze rimasero piacevolmente colpite dal suo aspetto, si guardarono e si fecero i complimenti da sole. Avevano scelto un abito blu elettrico, molto attillato e corto fino a metà coscia. Era un abito semplice ma con una caratteristica fondamentale, lasciava la schiena completamente nuda. Ai piedi scarpe nere rigorosamente tacco dodici e la borsa abbinata. Niente occhiali, capelli sciolti e mossi e trucco pesante.
 
“Ragazze non mi sento a mio agio”
 
“Non essere sciocca Smoke! Sei bellissima”
 
Arrivarono alla confraternita a festa iniziata, c’era moltissima gente e nel casino totale riuscirono ad intercettare Tommy. Bhè non era poi difficile, era già brillo e circondato da quattro bellissime ragazze che puntavano al suo portafogli
 
“Signore, mi dispiace abbandonarvi nel bel mezzo della serata ma sono arrivate le mie concubine personali!”
 
Lasciò le quattro e si avvicinò alle sue amiche. In quel momento Sarah gli lanciò un pugno sul braccio”
 
“Aouch!! Ma perché mi hai colpito?”
 
“Prova a chiamarmi concubina un’altra volta Merlyn?!”
 
“Ok ok…scusa. Fel sei bellissima. Sono contento che sei venuta”
 
“Anche io, ma lo sono un po’ meno le tue amichette laggiù. Ci stanno guardando malissimo!”
 
“Aaahhh…. Lasciatele perdere. Ecco Curtis e Paul!”
 
I cinque passarono una bella serata a bere e ballare. Anche Fel lo fece, o almeno ci provò. Era la prima vera festa alla quale partecipava dalla presunta (perché per lei era ancora presunta) morte di Oliver, perciò ogni cosa che faceva era una prima volta. Il primo ballo senza di lui, la prima birra senza di lui. Passò la serata a chiacchierare ed ogni tanto si perdeva nei suoi pensieri, pensieri che andavano dritti a lui e al suo maledirsi nel sentirsi in colpa a divertirsi dopo la sua morte, poi si ridestava e si diceva che non doveva farlo, che la vita andava avanti. Alla fine della serata, tirò le somme e ne concluse che tutto sommato aveva fatto bene ad uscire.
 
La settimana seguente si ritrovarono tutti nell’appartamento di Fel, non avevano lezioni perciò decisero di farsi un caffè. Tommy, Fel e Sarah erano strabaccati sul divano mentre Laurel preparava le tazze, ad un tratto entrò Curtis trafelato.
 
“Finalmente sei arrivato!” disse Merlyn
 
“Che succede? Ti senti bene?” chiese Fel
 
“No!!! Cioè si, ma ho una notizia!!! Devi andare subito nell’ufficio del Rettore!”
 
“Cosa?! Perché???”
 
“Aia….. che hai combinato Smoke?” chiese Tommy
 
“Niente!!! Perché il Rettore vuole vedermi?”
 
“Non lo so, mi è stato detto solo di riportarti il messaggio”
 
“Ma perché siete così agitati? Non vedo il problema” Chiese Sarah
 
“Il problema è che al M.I.T. se il Rettore ti manda a chiamare sono guai in vista!”
 
Fel bussò con timore alla porta in mogano dell’ufficio del Rettore. Non era mai stata li dentro ed aveva sempre sperato di non finirci mai. Le tremavano le mani e sudava freddo, prese un bel respiro ed entrò.
 
“Signorina Smoke la prego si sieda”
 
Fel obbedì. Non poteva fare altro se il Rettore Wells ordinava una cosa.
 
“La vedo agitata”
 
“Un tantino Signore”
 
“Bhè si calmi. Non ha fatto niente di sbagliato se questa è la sua paura”
 
Inconsapevolmente Fel tirò un sospiro di sollievo
 
“L’ho mandata a chiamare perché ho una proposta da farle. Tra tre settimane lei prenderà la laurea con ottimi voti e un anno in anticipo. Ho due aziende che vorrebbero assumerla appena laureata”
 
“Cosa?!” ma perché sto gridando pensò
 
“Si, una la conosce molto bene, la Queen Consolideted. Non devo starle a spiegare chi sono o di cosa si occupino giusto?”
 
A Fel mancò un battito
 
“No Signore”
 
“L’altra è un’azienda giovane, il proprietario è un ex allievo di questa Università. Uno dei migliori. Mi ha chiesto se avessi studenti capaci da inserire nel suo organico ed ho pensato a lei”
 
“Se posso chiedere, Signore, che azienda è?”
 
“La Palmer Technologies. Ray Palmer è un giovane imprenditore molto capace. Logicamente non deve darmi subito una risposta. Ci pensi su qualche giorno, faccia le sue valutazioni e torni qui lunedì alle 9”
 
Felicity rimase senza parole. Il Sig. Wells alzò gli occhi dai documenti che stava valutando e la guardò
 
“E’ tutto. Può andare”
 
“Certo, Grazie Signore”
 
La scelta non era semplice. Due grandi aziende della città. Conosceva la P.T. era informata del fatto che il proprietario aveva lavorato sodo per arrivare dove si trovava adesso, sapeva che era una realtà solida. D’altro canto però c’era la Q.C. un’azienda che conosceva molto bene. Fel entrò nella sua stanza e trovò i suoi amici ad aspettarla in ansia per lei.
 
“Allora?” chiese Curtis visibilmente agitato
 
“Ho due proposte di lavoro post laurea”
 
I ragazzi tirarono un sospiro di sollievo a quelle parole
 
“Che aziende sono?” chiese Laurel
 
“Una è la Palmer Technologies. Ray Palmer è un ex allievo del M.I.T.”
 
“Lo conosco!!!” esclamò Curtis “è una specie di genio nel suo campo, ha tirato su dal niente un’azienda ed è diventato miliardario. E in più non è per niente male” disse provocando ilarità negli altri
 
“E l’altra azienda?” chiese Sarah
 
“Non ci crederete mai….”
 
“Allora?!” incalzò Tommy dopo qualche attimo di silenzio
 
“La Queen Consolideted”
 
A quelle parole tutti si gelarono e si guardarono per secondi che sembrarono minuti lunghissimi. Perché solo una cosa venne loro in mente  dopo quella frase. Oliver.
 
“Bhè, direi che la scelta è piuttosto semplice no?!” ruppe il silenzio Tommy “La famiglia prima di tutto”
 
Felicity sapeva che Tommy aveva ragione e sapeva pure che non aveva bisogno del tempo per pensare alla scelta da fare. Avrebbe lavorato per la Queen Consolideted.
 
 
Il giorno della laurea di Fel, la prima del gruppo ad arrivare al traguardo, i suoi amici erano con i rispettivi genitori  vestiti di tutto punto per presenziare alla cerimonia, in attesa che i laureati si congedassero dai professori. La bionda si avvicinò al gruppo tutta sorridente, era pronta per tornare a Starling City da donna. Un nuovo capitolo si stava aprendo per lei. Ne aveva passate tante in quell’ultimo anno. Aveva trovato l’amore della sua vita, dopo poco lo aveva perso, il suo migliore amico era morto, aveva viaggiato per la Cina in cerca del suo corpo, si era laureata  ed ora avrebbe cominciato a lavorare nell’azienda di famiglia di Oliver. In un certo senso non si sarebbe mai separata da lui. Con quei pensieri e con le valige in mano, al tramonto, si avviò verso la sua casa e la sua nuova vita insieme alla sua famiglia di sempre.
 
 
Ore 07:00. La sveglia cominciò a suonare. Era il primo giorno di lavoro per Felicity alla Queen Consolideted. Entrava alle 09:00 ma voleva essere impeccabile. Era passato un mese dalla laurea e quasi un anno dalla morte di Oliver. Lei ci pensava ogni giorno non appena apriva gli occhi ed ogni sera prima di addormentarsi riviveva quel momento in cui Moira chiamò per avvertire dell’incidente. Quella mattina si fece un lungo bagno per scacciare la tensione del primo giorno, indossò un abito grigio scuro con delle rifiniture gialle, corto fin sopra il ginocchio, capelli sciolti, occhiali e scarpe con il tacco, un trucco leggero ed era pronta. Chiuse a chiave l’appartamento che aveva preso in affitto appena uscita dal college e si avviò verso la sua macchina. Fu in quel momento che si rese conto che da adesso si faceva sul serio, da adesso era entrata nel mondo reale. Sorridente andò a lavoro.
 
 
“Avanti!”
 
“Signor Steele”
 
“Felicity. Sono sei mesi che lavori qui. Ed ho sposato Moira perciò siamo in famiglia. So che sul lavoro dobbiamo essere professionali ma….. quante volte ti ho già detto di darmi del tu???”
 
“Certo. Scusa Walter. Volevi vedermi?”
 
“Si. Domani ho un incontro con il nuovo investitore. Vorrei che fossi presente”
 
“Io?!”
 
“Si”
 
“Ma Moira sarebbe più adatta”
 
“No, pare che questo tizio sia una specie di genio. Per giocare ad armi pari ho bisogno di un altro genio….”
 
Fel sorrise
 
“Ok, chi è? Così posso fare delle ricerche”
 
“Ray Palmer. Della Palmer Technologies”
 
“Oh cacchio…”
 
“Lo conosci?”
 
“Si. Cioè no. Voleva assumermi quando mi sono laureata”
 
“Oh. Bene. Ci sarà da divertirsi domani”
 
Il giorno seguente Fel era nervosa e non sapeva perché. Aveva fatto una scelta lavorativa e non poteva sentirsi in colpa a non aver preferito l’altra azienda, purtroppo però era proprio così che si sentiva. In più aveva fatto delle ricerche e…. cavolo Curtis aveva proprio ragione! Quel ragazzo non era per niente male.
 
Walter e Fel erano seduti in sala conferenze quando Ray fece il suo ingresso. In completo blu notte, capelli scuri ed occhi penetranti dello stesso colore. Felicity ne rimase affascinata.
 
“Buongiorno e scusate il ritardo!”
 
I due si alzarono
 
“Non si preoccupi. Walter Steele, e lei è”
 
“Felicity Smoke” interruppe Ray porgendo la mano
 
“Vedo che già vi conoscete”
 
“In realtà no. Le avevo fatto una proposta di lavoro ma la sua azienda me l’ha soffiata sotto il naso” disse sorridente Ray. Poi avvicinandosi a Walter continuò “ed in tutta onestà voglio ringraziarla per questo. Se la Signorina Smoke lavorasse per me concluderei ben poco, sarei costantemente distratto dalla sua bellezza”
 
Fel, che ancora non aveva aperto bocca, si sentì in imbarazzo, gli sorrise e disse
 
“Bene, dopo queste presentazioni che ne dite di parlare di affari?”
 
“Dritta al sodo, mi piace Signorina Smoke”
 
Dopo due ore a parlare di contratti, prototipi e marketing, conclusero un affare che poteva fruttare milioni ad entrambe le società. Nel congedarsi dai due Ray riuscì ad avvicinare Fel da sola proprio mentre Walter stava uscendo dalla sala
 
“Felicity, ormai possiamo darci del tu giusto? Mi chiedevo… che ne pensi di venire a cena con me stasera?”
 
La bionda lo guardò, Aveva voglia di dire di si perché Ray le piaceva, ma il suo pensiero andò ad Oliver. Sarebbe stata la sua prima uscita ufficiale con un uomo dopo Ollie, era spaventata e si sentiva in colpa. Non sapeva cosa fare perciò agì come era solita nell’ultimo anno
 
“Mi dispiace Ray, stasera ho un impegno”
 
“Va bene, domani allora?”
 
Oh cavolo…. Ok, non si sarebbe arreso e questo era ovvio. In fondo che male avrebbe fatto? Nessuno. Ollie era morto e lei aveva tutto il diritto di andare avanti con la sua vita. Questo non significava dimenticarsi di lui. Era appurato che questo non sarebbe mai successo, ma non poteva vivere il resto dei suoi giorni nel lutto e precludersi qualche gioia. Tratte le sue conclusioni disse
 
“Domani sono libera”
 
Lui sorrise e… oddio aveva proprio un bellissimo sorriso “Passo a prenderti alle 7” le baciò la mano e se ne andò.
 
Oh Oliver, pensò.
 
 
Il giorno seguente si sentiva stranamente euforica. Era eccitata all’idea di uscire con Ray. Era un bellissimo ragazzo e le sembrava anche simpatico. Chiese a Walter il permesso di uscire alle 5 che le venne accordato. Andò a casa e cominciò a prepararsi per la serata. Prima di tutto un bel bagno caldo per allentare i muscoli. Indossò un abito semplice color rosa antico, scarpe nere e si truccò lievemente, poi si guardò allo specchio e decise che non andava bene. Ricominciò da capo. Dopo altri tre tentativi optò per un semplice tubino blu notte e un’acconciatura morbida. Alle 6:55 era pronta. Suonarono il campanello e lei sobbalzò. Smettila di essere così in ansia Felicity! Si disse. Prese il cappotto, la borsa e le chiavi, lanciò un ultimo sguardo all’appartamento per controllare che fosse tutto in ordine e, come ogni volta che usciva di casa, si soffermò a guardare la foto sulla mensola che ritraeva lei e Oliver sorridenti, lei ricambiò quel sorriso ed uscì.
 
“Ti ho già detto che sei bellissima?” chiese Ray mentre attendevano il dolce
 
“Si, giusto un paio di volte” rispose sorridendo lei
 
“Oh….dev’essere la verità allora”
 
Passarono davvero una bella serata. Ray era un perfetto gentiluomo, era simpatico e dolce e Fel si trovava bene con lui. In più era un genio. Parlavano di cose tecniche e si capivano tra loro. La bionda era emozionata per questo. Solo con un uomo nella sua vita aveva parlato di queste cose ed era stata capita. Suo padre. In quel momento lei si sentiva stranamente leggera. Ray la riaccompagnò a casa, aprì lo sportello della sua Jaguar e la fece scendere porgendole la mano
 
“Grazie di tutto Ray, ho passato una magnifica serata”
 
“Una di una lunga serie spero”
 
“E’ probabile” rispose Fel dopo averlo guardato negli occhi
 
“Tu credi….. che … sia troppo presto…. Per un bacio?” pronunciò lui mentre si stava pericolosamente avvicinando alle labbra di lei
 
“Un bacio non ha mai ucciso nessuno…. Bhè, più o meno…” sussurrò lei avvicinandosi a lui
 
Fu un bacio semplice, leggero, emozionante. Si staccarono dopo poco e si sorrisero. Questo era il momento imbarazzante in cui il ragazzo vorrebbe salire ma la ragazza non da cenni di approvazione. Di certo c’era che Felicity da una parte avrebbe voluto farlo salire, dall’altra non era pronta, era troppo presto. Perciò prese l’iniziativa dicendo
 
“Buonanotte Ray”
 
“Buonanotte Felicity”
 
Entrò in casa e si tolse i tacchi, poggiò la borsa e il cappotto sul divano e si avvicinò al frigo per prendere un bicchiere d’acqua. Per la prima volta non aveva guardato la foto sulla mensola. Non perché se ne fosse dimenticata. Aveva soltanto paura di vedere svanito il sorriso di Oliver per quello che era successo. Non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi. Sapeva perfettamente che tutto questo doveva cambiare. Per il suo bene. Uscì sul balcone per prendere una boccata d’aria e guardò le stelle appoggiata al muretto, d’un tratto un brivido le percorse lungo la schiena. Si sentiva come se qualcuno le puntasse gli occhi addosso. Si voltò d’istinto, ma in casa non c’era nessuno. Che sciocca, pensò, chi dovrebbe esserci in casa? La sensazione però non svanì, guardò allora per strada e dietro l’angolo del palazzo di fronte, nell’ombra c’era una figura di un uomo con il viso rivolto verso di lei che sparì appena Fel si accorse di lui. Fu una questione di mezzo secondo. Lei non vide la sua faccia, ma stranamente non si sentiva spaventata. In cuor suo si fece largo l’ipotesi che fosse solo una proiezione della sua mente, che non era reale, sospirò e sorridendo scuotendo la testa sussurrò
 
“Oh Oliver…”
 
Quello che non sapeva era che non si era immaginata proprio niente.
 
 
 
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Arrow / Vai alla pagina dell'autore: Sonia6