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Autore: Vincy25    30/08/2016    1 recensioni
Cresciuto dallo zio adottivo, Bulbasaur conosce il suo triste passato, ma affronta la vita con ottimismo e spensieratezza. Non sa che un evento straordinario e terribile sta per sconvolgere l'equilibrio del suo mondo, dando una svolta inaspettata al suo destino.
Immaginai questa storia quand'ero piccolo e qualche giorno fa mi è tornata in mente! Così ho pensato di pubblicarla. XD
Spero vi piaccia!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
Capitoli:
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Avevo avvisato che avrebbero potuto esserci intervalli di tempo enooormi tra un capitolo e l'altro, ma sono tornato lo stesso. Mi è tornata l'ispirazione, quindi credo che continuerò a scrivere questa storia per un po' (attenzione, ho detto CREDO).

E visto che io sono tornato, magari mi lasciate qualche commento? :3

Capitolo 6 • L'inizio dell'addestramento

«Presentati, straniero!» esclamò Golem, avvicinandosi minaccioso al nuovo arrivato. Tutt'intorno stavano gli altri organizzatori, tutti in posizione di difesa nel caso l'Houndoom si fosse rivelato un nemico.

«... Naturalmente, sergente» rispose il dobermann con falso rispetto, per nulla infastidito dall'atteggiamento per certi versi aggressivo del colosso di roccia. «Il mio nome è Houndoom. Sono un inviato speciale della città di Rovodoro...» a quelle parole, Golem e altri Pokémon si scambiarono un'occhiata stupita – Rovodoro era un paese estremamente ricco ed influente, conosciuto a causa degli abilissimi agenti che di tanto in tanto mandava ad esplorare la situazione quando c'era un'attività che richiedesse la presenza di molti Pokémon... «e come forse saprete, i nostri obiettivi sono semplicemente quelli di dare un'occhiata in giro. Non vi darò noie, ne vi starò tra i piedi... Mi limiterò ad osservare il comportamento dei volontari che si sono presentati.»

Ma il suo discorso non reggeva... e Bulbasaur ebbe l'impressione, per qualche motivo, che stesse mentendo spudoratamente... Tuttavia, Golem annuì, e lo lasciò andare.

Purtroppo non c'era modo di verificare che quanto dicesse fosse vero. Per motivi di sicurezza, Rovodoro non dava mai la conferma di aver mandato un agente in missione, per cui anche mettendosi in contatto con la città non avrebbero potuto chiarire il dubbio. C'era solo da fidarsi ciecamente... e ad ogni modo, Bulbasaur se lo sentiva, i consiglieri reali lo avrebbero tenuto sotto controllo...

La folla fu dispersa e mandata a dormire nei rispettivi alloggi. Houndoom aveva con sé una tenda portatile che gli permise di sistemarsi in solitudine, ai margini del campo di addestramento... e gli altri Pokémon non poterono che apprezzare, considerando il caratteraccio che aveva dimostrato. Bulbasaur, Charmander e Squirtle diedero la buonanotte alla nuova amica e tornarono al loro capanno per prepararsi alla notte, fermandosi solo qualche momento ad ammirare il cielo stellato.

«Sul serio, voi cosa ne pensate?» chiese Starmie mentre lei e gli altri organizzatori si davano da fare per mettere a posto le luci e i tavoli della mensa, con la gemma scintillante che si accendeva a tratti. «Se devo essere sincera, non mi convince del tutto... Ma c'è da dire che il suo aspetto ostile rende impossibile non giudicarne le apparenze...»

Golem, che aveva appena finito di impilare una serie di scodelle, rispose bruscamente mentre passava al prossimo tavolo. «Certo, quello e anche la sua sfrontatezza... Ma bisogna considerare che a Rovodoro vivono molti Pokémon dall'aspetto un po' cattivo, e che eppure non sono propriamente 'crudeli'.»

Umbreon, la creatura felina che Bulbasaur e i suoi amici avevano sentito parlare la sera prima con gli altri consiglieri, si aggiunse alla conversazione. «Non è solo questo. C'era qualcosa nel suo modo di fare. Non trovate che sia stato piuttosto sintetico con le presentazioni?»

«Potrebbe essere semplicemente una questione caratteriale, Umbreon» rispose Starmie, sollevando telepaticamente qualche piatto e trascinandoli in una credenza.

«Non è da escludere, ma in ogni caso credo sia meglio tenerlo d'occhio. Siamo più numerosi: se dovesse decidere di fare qualche follia, noi ci saremo.»

Gli altri Pokémon acconsentirono all'unisono, per poi tornare al lavoro e infine recarsi nella loro tenda.

Il mattino seguente, nei pressi di un torrente piuttosto ampio e di un prato fiorito, Bulbasaur e Chikorita stavano parlando del più e del meno, in attesa di cominciare il loro primissimo addestramento. Avevano ricevuto la notizia quella mattina, poco dopo essersi alzati... e Charmander e Squirtle avevano preferito raggiungere il luogo dove si sarebbe tenuto l'allenamento, per cercare di scoprire qualcosa su cos'avrebbero dovuto affrontare.

«Cosa credi che ci faranno fare?» domandò Chikorita, sdraiata al sole, mentre lanciava un sassolino nell'acqua e ne contava i rimbalzi per gioco.

«Non ne ho assolutamente idea» rispose Bulbasaur con aria distratta. «Sai, non riesco a smettere di pensare a quell'Houndoom... Non me la dà giusta...»

Chikorita annuì. «Insomma. Non si può dire che abbia fatto una bella impressione...» commentò.

«Negli ultimi due giorni, la mia vita ne ha viste di tutti i colori... e pensare che non abbiamo neppure cominciato! A volte sembra di trovarsi nelle situazioni assurde de Il viaggio di Cubone...»

Chikorita interruppe il suo gioco e fissò Bulbasaur sbalordita. Per qualche secondo rimase interdetta, poi parlò. «Hai letto Il viaggio di Cubone

Bulbasaur si voltò interrogativo verso di lei. «È... il mio libro preferito...»

«Anche il mio!» esclamò Chikorita con un gran sorriso dipinto in volto. «L'avrò preso in prestito un migliaio di volte dalla...»

«Biblioteca della mia città...» finirono la frase all'unisono, rendendosi conto di quando piccolo può essere il mondo.

«Chi l'avrebbe mai detto...» sorrise Bulbasaur, tornando ad osservare il ruscello e a lanciarci qualche sasso. «Almeno avrò qualcuno con cui parlare di libri durante il soggiorno qui... Charmander e Squirtle non sanno nemmeno cosa siano...»

Chikorita rise e riprese anche lei a raccogliere pietre. «Accidenti! Laggiù ce n'è una della misura perfetta! Scommetto che riesco a farla rimbalzare almeno dieci volte!»

«Non esagerare!» la derise Bulbasaur.

«Ah sì? Non mi credi? Adesso ti faccio vedere...»

Scese verso la riva del fiume e allungò le liane che partivano dal suo collo, cercando di afferrare la pietra che aveva individuato... ma prese uno scivolone, e rischiò di cadere in acqua – se non fosse stato per le liane di Bulbasaur, che riuscirono a raggiungerla prima del disastro... e quel momento fu magicamente strano: mentre Bulbasaur richiamava a sé le liane per depositarla a terra, i loro volti si trovarono improvvisamente vicini, e una breve scossa attraversò entrambi... Si sentirono subito imbarazzati, e Bulbasaur si affrettò a farla scendere.

«Beh, dovrebbe mancare poco... Credo sia meglio sbrigarci...» disse Chikorita per rompere il silenzio, chinando il capo e allontanandosi a passo deciso.

Non era sicura di ciò che aveva provato in quel momento, ma era ancora meno sicura di ciò che aveva provato lui – sempre se aveva provato qualcosa – e in ogni caso era meglio non farsi troppi pensieri per qualcosa che era durato così poco.

Bulbasaur rimase lì, in silenzio, ad ascoltare lo scorrere tranquillo delle acque. Abbandonandosi ad esso riuscì a togliersi dalla testa quell'attimo, convinto che fosse stata solo un'impressione.

Attese qualche minuto, e quando fu certo che l'addestramento stesse per iniziare si avviò verso l'arena dove avrebbero cominciato ad imparare come contrastare l'esercito oscuro.

Stava per iniziare la vera avventura, disse a se stesso, e sperò che tutto andasse bene.

Nella solita sala di controllo, l'attuale capo dell'ordine degli Oscuri stava assistendo soddisfatto alle immagini che si facevano velocemente spazio sullo schermo gigante. Tutto come calcolato: la spia aveva fatto il suo ingresso. Non riusciva a capire, però, se ci fossero dei sospetti o meno riguardo la sua provenienza... anche se, almeno per il momento, non sembrava ci fossero dubbi molto evidenti.

«Noto dalla vostra espressione che il piano procede alla perfezione.»

Un gigantesco mostro spinato, ricoperto da una ruvida corazza squamata e smeraldina, con spuntoni di ogni tipo che gli crescevano sul corpo, un paio di strisce nere sotto il collo e sulle gambe robuste e, all'altezza dello stomaco, un rivestimento azzurro, segno indelebile del Pupitar ch'era un tempo... un Tyranitar, uno dei Pokémon più pericolosi in assoluto, si resse nella sua grandezza mostruosa, proprio alle spalle del capo, che comunque non sembrò farci caso più di tanto.

«Direi di sì, Tyranitar. Per una volta Zoroark ha contribuito, anziché star qui solo fisicamente come altre persone.»

Tyranitar digrignò fra i denti. Era palese che si stesse riferendo a lui. «Ovviamente, mio signore, ma se posso intromettermi... Credo di essere lievemente più efficiente di Zoroark per quanto riguarda il combattimento... Mi risulta di essere stato messo alla prova prima di entrare nel vostro team, e di non aver affatto deluso le vostre aspettative, mi sbaglio?»

Il capo ridacchiò divertito. «Sì, Tyranitar, d'accordo... In ogni caso, so perché sei qui... Vuoi entrare in azione, ma non è ancora il tuo momento. Arriverà. Te l'ho già detto.»

Tyranitar sbuffò con rabbia. «Capo! Voglio rendermi utile... Affidatemi un compito! Anche poco importante...»

Il capo ebbe un'illuminazione. Ora che ci faceva caso... Aveva appena sbloccato un ulteriore livello dell'Istigatore. Era proprio il caso di provarlo...

«Va bene. Corrompi un prigioniero a tuo piacimento... Assicurati che l'Istigatore sia impostato sul terzo livello. Abbiamo già provato con quelli di livello uno, e li hanno sconfitti troppo facilmente... Mentre quello di livello due è stato messo fuori gioco da tre microbi...»

«Devo indirizzarlo verso il campo di addestramento?» domandò Tyranitar, pronto a svolgere la richiesta.

«Non ancora. Ho intenzione di farci due chiacchiere.»

E detto questo tornò alla sua postazione, curioso di vedere come sarebbe andata a finire...

«Dunque dunque, giovani apprendisti!»

Il compito di addestrare i più piccoli era stato affidato ad un Pokémon vagamente buffo; di statura piuttosto bassa, ricordava la versione stilizzata di un breakdancer, il cui corpo andava dal marrone al blu oceano, con un paio di occhi tondeggianti e mani sferiche, le gambe sempre in movimento come se non potesse smettere di ballare. Di tanto in tanto faceva qualche piroetta e roteava sulla testa con estrema destrezza. «Il mio nome è Hitmontop e, come avrete saputo, sarò il vostro insegnante per quanto riguarda le tecniche difensive. Iniziamo dicendo che da quel poco che ne sappiamo, l'esercito oscuro è composto da una gran varietà di Pokémon... motivo per cui non possiamo soffermarci su un tipo specifico di strategia, ma dovremo cercare di ampliare il più possibile le nostre conoscenze.»

I vari Pokémon presenti all'allenamento, tutti all'incirca dell'età di Bulbasaur e dei suoi amici, ascoltavano con attenzione il discorso di Hitmontop, senza perdersene una parola.

«Per prima cosa, è necessario testare le vostre prestazioni fisiche. Perciò... CORRETE!»

In una frazione di secondo Hitmontop aveva eseguito un balzo straordinario, posandosi su un albero non molto distante, e indicando loro il lungo tracciato che stava ai loro piedi. Tutti i Pokémon si guardarono con aria interrogativa, incerti sul svolgere o meno l'ordine ricevuto.

«Cosa state aspettando? Su! Correte!» ripeté Hitmontop agitando le braccia. Scrollando le spalle, Charmander prese una bella rincorsa e cominciò a sfrecciare lungo la pista, ben presto seguito da altri volontari. Bulbasaur, insieme a Squirtle, fu uno degli ultimi a partire, ma non per questo uno degli ultimi a concludere il giro; Charmander arrivò per primo, seguito da alcuni Pokémon che abitavano nell'alloggio vicino al loro, e subito dopo fu la volta di Bulbasaur, di Chikorita e di Squirtle. Quando anche gli ultimi partecipanti ebbero terminato la corsa, Hitmontop applaudì con festosità e scese dall'albero su cui si era appollaiato, continuando ad esibirsi in strani passi di danza.

«Molto bene, molto bene! Per chi è arrivato alla fine, non si scoraggi; ci saranno altre occasioni di provare il vostro valore!»

«Uff... Spero che questa sia stata la prima e l'ultima corsa che faremo qui» ansimò Squirtle a chi gli stava vicino.

«Adesso, miei cari...»

Hitmontop gli fece segno di mettersi in fila davanti a lui, e cominciò a percorrere la linea immaginaria davanti a loro con aria misteriosa, mani dietro la schiena, scrutandoli attentamente. «Mi servirebbero dei volontari... Ma chi potrei scegliere? Siete tutti così promettenti...»

Quando Hitmontop smise di camminare, Charmander deglutì. «Tu. Sembri in gamba. Vieni qui. Vediamo come te la cavi.»

Charmander si fece timidamente avanti, fino ad affiancarlo. Hitmontop fece qualche passo indietro.

«Come ti chiami?»

«Charmander, signore» rispose.

«Dimmi, Charmander» iniziò Hitmontop, «sai qual è la tua mossa più potente?»

Charmander esitò un attimo e rifletté, ma la risposta arrivò lampante. «Me la cavo bene con il mio Lanciafiamme, signore! Ma so che esistono mosse ben più potenti» aggiunse, compiacendo il maestro.

«Molto bene, molto bene!» disse Hitmontop. «Sì, è vero. Marchiatura, per esempio, è una mossa che ben pochi sanno gestire.»

Charmander s'illuminò.

«Ma quei pochi che ci riescono, sono quasi imbattibili» concluse Hitmontop.

«Mio padre!» esclamò Charmander. «Mio padre... sa usare Marchiatura. È... una delle mosse di cui va più fiero...»

A Bulbasaur e a Squirtle sembrò che Charmander s'incupisse molto mentre parlava. Ma, per fortuna, se ne accorse anche Hitmontop, e lo riportò al buonumore.

«Allora ci daremo da fare per rendere orgoglioso tuo padre. Ti prometto che prima l'inizio della guerra, tu brandirai alla perfezione il potere di Marchiatura.»

Charmander tornò ad essere solare come al solito. «Grazie infinite, signore! Ed io prometto che darò il massimo» giurò, più a se stesso che ad Hitmontop.

«Inizieremo subito. Fammi vedere di cosa sei capace.»

Hitmontop portò le mani davanti al volto e aspettò che Charmander agisse. Del canto suo, Charmander non capì subito: il maestro voleva che lo attaccasse?

«Non indugiare! Colpiscimi! Dà sfogo al tuo Lanciafiamme!» lo incitò Hitmontop.

«Ehm... D'accordo... Ci proverò!»

Charmander prese un bel fiato e soffiò una fiammata contro il Pokémon. Hitmontop innalzò una guardia magica davanti a sé, e arretrò leggermente, ma dissolto lo scudo sembrava non aver subito alcun danno.

«Ha usato Bodyguard?» si chiese Squirtle, sottovoce, e accanto a lui Bulbasaur annuì.

«Ha assorbito tutte le fiamme. Pazzesco» affermò.

«Bel colpo, ma scommetto che puoi fare di meglio» urlò Hitmontop di rimando.

Charmander realizzò di doverci mettere più forza. Sospirò profondamente, poi si concentrò al massimo...

E poco dopo, dalla sua bocca uscì il Lanciafiamme più grande che tutti i presenti avessero mai visto.

Hitmontop creò di nuovo la barriera del Bodyguard, ma stavolta l'attacco lo fece indietreggiare visibilmente, spostandolo di quasi un metro. Anche se non aveva riportato lesioni, l'eccentrico insegnante aveva un'espressione molto più soddisfatta.

«SEMPLICEMENTE GRANDIOSO!»

Il suo entusiasmo era quasi inappropriato. Sembrava letteralmente in preda alla felicità quando commentò l'attacco di Charmander. «Questa, ragazzo, è la giusta energia! Farai grandi cose, giovane Charmander, te l'assicuro!»

Charmander si sentì in subbuglio. Non aveva mai ricevuto dei complimenti così sinceri e appaganti! Sentiva che si sarebbe trovato molto bene con il maestro Hitmontop, e che forse sarebbe davvero riuscito ad imparare Marchiatura.

«Puoi tornare al tuo posto» disse Hitmontop cordialmente, e Charmander obbedì. «Allora. Chi vuol essere il prossimo?»

   
 
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