Ben presto anche Leo volse lo sguardo verso la soglia, riuscendomi a notare, quindi gli sfoderai uno dei miei migliori sorrisi, accompagnato da un gesto veloce della mano, in segno di saluto.
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Imitandolo, anche io cominciai a camminare verso di lui, mentre le mie labbra pronunciavano compiaciute: <
Finsi sarcasticamente una tonalità seria, la quale però si concluse con una fragorosa e sonora risata.
Giunti ad una distanza tale da permetterci di comunicare con facilità, mi permisi di abbracciarlo dolcemente, ricevendo come risposta l'esser stretta tra le sue braccia calde.
Leo era una persona infinitamente tenera, mi piaceva passare del tempo con lui.
Sembrava provenire da un fumetto: oltre ad essere semplicemente adorabile, era anche estremamente intelligente.
Nonostante non andassi particolarmente d'accordo con Jemma Simmons, parteggiavo per la loro coppia, una relazione amorosa simile alla trama di un romanzo rosa avente come protagonisti due scienziati folli.
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Il colorito del viso di Leo variò impercettibilmente, dipingendosi di un leggero rosso terso, alla sua reazione inclinai leggermente la testa, facendomi sfuggire uno sghignazzo divertito.
Mi rispose con un verso somigliante ad un risolino estremamente imbarazzato.
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<<È stata un'esperienza fantastica lavorare in una città simile! Uhm... A te? Immagino ti abbia fatto piacere tornare, anche se sotto le vesti di un'agente, nella tua madrepatria, no?>> finì col cambiare argomento, non amava essere il centro di un dialogo, ma si dimostrò comunque interessato al mio viaggio in Svezia.
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Fitz intonò la risposta teneramente: <
Distolse il suo sguardo e osservando qualcuno, lontano da me, affermò allegro: <
Capii che Leo si stava riferendo al mio adorato capo: Phil Coulson, e il mio amabile collega: Alphonso Mackenzie.
Il primo camminava, disinvolto e dignitoso, a passo svelto, dietro una lunga vetrata (che segnava il confine fra le diverse stanze e i multipli corridoi) accompagnato dal secondo agente nominato prima.
Salutai teneramente Fitz con un bacio sulla guancia, per poi avanzare rapidamente verso di loro; e, arrivata a circa due metri distante dagli agenti, richiamai la loro attenzione: <
I due uomini si voltarono quasi contemporaneamente, Phil indossava il suo solito sorriso leggero e un'espressione lievemente sarcastica, mentre Mack inarcò ampiamente le labbra ed enunciò in modo signorile: <
Quest'ultimo ribatté con: <
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Ricambiò con un sorriso garbato, per poi alzare le sopracciglia e assumere un'espressione scherzosamente saccente, sussurrando: <
Attraversammo la soglia dell'ufficio di Coulson, dove egli stesso prese un cumulo di scartoffie, per poi voltarsi, conservando il suo atteggiamento sicuro e, fissando il suo sguardo determinato nei miei occhi color turchino, disse leggermente amareggiato: <
Come sospettai la stessa mattinata, il mio amabile capo non aveva intenzione di assegnarmi incarichi esageratamente complicati o particolari, essendo il mio primo giorno di ritorno.
Finito il discorso di Coulson, Mack attirò la mia attenzione: <
Gli sorrisi goffamente e, assumendo un'espressione imbarazzata e addolcita, bisbigliai sarcasticamente: <
Afferrai con fermezza ciò che mi stavano porgendo Al e Phil, dando una veloce occhiata agli ultimi, e sorridendo un'ultima volta ai miei due interlocutori, mi voltai su me stessa scandendo: <
Dopo aver ricevuto conferma da parte di entrambi gli uomini, mormorai velocemente un "a dopo" per poi camminare a passo disinvolto e spedito attraverso il lungo corridoio, pullulante di dipendenti, che conduceva all'ampio reparto degli "inumani".
~ANGOLO AUTRICE~
Ow piccolo Phil, lo adoro~
Non ho assolutamente nulla da dire su questo capitolo, vi prometto che tra poco arriva Loooki'd~
Spero sia accettabile come fan-fiction \OuO/
Baci_