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Autore: LokiIsAnAsgardian    31/08/2016    0 recensioni
[Attori]
Amante del suo lavoro di agente dello S.H.I.E.L.D., Yvonne, ha una vita movimentata, che però verrà rivoluzionata ulteriormente dall'incontro con una persona avente un passato delinquenziale, donato solo al procurare del male al prossimo e ai suoi cari.
Questa fan-fiction vede come protagonisti una semplice umana e il dio delle malefatte, che si ritroveranno a vivere insieme infinite avventure al fianco dello S.H.I.E.L.D. e degli Avengers, avventure aventi molteplici sfondi, dai paesaggi di Asgard ai comunissimi appartamenti americani, avventure che faranno rifiorire emozioni e valori preziosi dalle loro anime, i quali troveranno finalmente il posto giusto nei cuori dei protagonisti.
•Tutti i diritti riservati•
Genere: Avventura, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: Spoiler!
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[]

Ben presto anche Leo volse lo sguardo verso la soglia, riuscendomi a notare, quindi gli sfoderai uno dei miei migliori sorrisi, accompagnato da un gesto veloce della mano, in segno di saluto.
<> disse con un tono divertito, dal quale però si coglievano le sue note affettuose, mentre si avvicinava ad ampie falcate verso di me.
Imitandolo, anche io cominciai a camminare verso di lui, mentre le mie labbra pronunciavano compiaciute: <>
Finsi sarcasticamente una tonalità  seria, la quale però si concluse con una fragorosa e sonora risata.
Giunti ad una distanza tale da permetterci di comunicare con facilità, mi permisi di abbracciarlo dolcemente, ricevendo come risposta l'esser stretta tra le sue braccia calde. 

Leo era una persona infinitamente tenera, mi piaceva passare del tempo con lui.
Sembrava provenire da un fumetto: oltre ad essere semplicemente adorabile, era anche estremamente intelligente.
Nonostante non andassi particolarmente d'accordo con Jemma Simmons, parteggiavo per la loro coppia, una relazione amorosa simile alla trama di un romanzo rosa avente come protagonisti due scienziati folli.

<> si mossero le mie labbra, ancora inarcate in un sorriso radioso, mentre il mio occhio ammiccò con malizia.
Il colorito del viso di Leo variò impercettibilmente, dipingendosi di un leggero rosso terso, alla sua reazione inclinai leggermente la testa, facendomi sfuggire uno sghignazzo divertito.
Mi rispose con un verso somigliante ad un risolino estremamente imbarazzato.
<> interruppe il suo discorso portando la mano destra dietro la nuca, facendola passare attraverso i suoi capelli corti, ricci e color biondo cenere, attraverso un gesto impacciato e assolutamente non disinvolto.
<<È stata un'esperienza fantastica lavorare in una città simile! Uhm... A te? Immagino ti abbia fatto piacere tornare, anche se sotto le vesti di un'agente, nella tua madrepatria, no?>> finì col cambiare argomento, non amava essere il centro di un dialogo, ma si dimostrò comunque interessato al mio viaggio in Svezia.
<> risi goffamente per poi continuare il mio discorso: <> conclusi abbassando lo sguardo e sorridendo delicatamente.
Fitz intonò la risposta teneramente: <> ridacchiò debolmente, stavolta a suo agio. Proseguì <> scandì per poi poggiare la sua mano sinistra sulla mia spalla destra. 

Distolse il suo sguardo e osservando qualcuno, lontano da me, affermò allegro: <>. Stuzzicando la mia curiosità, volsi gli occhi in cerca di ciò che l'indice dello scienziato di fronte a me indicava.
Capii che Leo si stava riferendo al mio adorato capo: Phil Coulson, e il mio amabile collega: Alphonso Mackenzie.
Il primo camminava, disinvolto e dignitoso, a passo svelto, dietro una lunga vetrata (che segnava il confine fra le diverse stanze e i multipli corridoi) accompagnato dal secondo agente nominato prima.

Salutai teneramente Fitz con un bacio sulla guancia, per poi avanzare rapidamente verso di loro; e, arrivata a circa due metri distante dagli agenti, richiamai la loro attenzione: <>.
I due uomini si voltarono quasi contemporaneamente, Phil indossava il suo solito sorriso leggero e un'espressione lievemente sarcastica, mentre Mack inarcò ampiamente le labbra ed enunciò in modo signorile: <> mentre toccò Coulson debolmente con il gomito.
Quest'ultimo ribatté con: <> la sua espressione divenne divertita <> disse continuando a camminare e invitandomi a seguirlo, con un gesto appena accennato della mano.
<> confermai cercando di conservare un tono rispettoso.

< E qui, ad Atlanta, abbiamo infiniti compiti da svolgere e missioni portare a termine. Per non parlare delle migliaia di inumani che stanno emergendo ovunque nel mondo, ultimamente>> intervenì sospirando rassegnato Mack, rivolto a me, e dirigendo il mio volto verso l'uomo torreggiante, lo incoraggiai dicendo: <> sottolineai una tonalità sarcastica, ma al contempo affettuosa.
Ricambiò con un sorriso garbato, per poi alzare le sopracciglia e assumere un'espressione scherzosamente saccente, sussurrando: <> al fine di sdrammatizzare.

Attraversammo la soglia dell'ufficio di Coulson, dove egli stesso prese un cumulo di scartoffie, per poi voltarsi, conservando il suo atteggiamento sicuro e, fissando il suo sguardo determinato nei miei occhi color turchino, disse leggermente amareggiato: <> continuò porgendomi le svariate cartelle che aveva afferrato precedentemente <<...E tu, Yvonne, vorrei che adesso ti dirigessi verso il blocco Est di questo edificio, dove custodiamo gli inumani radunati nelle ultime due settimane, per poi trascriverne i profili personali attraverso le domande presenti in ogni cartella. Ognuno di questi fascicoli è destinato ad uno degli inumani>> mi illustrò Phil, flettendo strettamente le sue labbra in una curva all'insù.
Come sospettai la stessa mattinata, il mio amabile capo non aveva intenzione di assegnarmi incarichi esageratamente complicati o particolari, essendo il mio primo giorno di ritorno.

Finito il discorso di Coulson, Mack attirò la mia attenzione: <> disse con la sua voce estremamente profonda, cercando conferma nei miei occhi, per poi allungare il suo braccio verso di me, tendendomi gentilmente una busta, contenente evidentemente una merenda con cui avrei potuto fare colazione.
Gli sorrisi goffamente e, assumendo un'espressione imbarazzata e addolcita, bisbigliai sarcasticamente: <>

Afferrai con fermezza ciò che mi stavano porgendo Al e Phil, dando una veloce occhiata agli ultimi, e sorridendo un'ultima volta ai miei due interlocutori, mi voltai su me stessa scandendo: <> mentre mi incamminai verso l'uscita dell'ufficio del mio capo.
Dopo aver ricevuto conferma da parte di entrambi gli uomini, mormorai velocemente un "a dopo" per poi camminare a passo disinvolto e spedito attraverso il lungo corridoio, pullulante di dipendenti, che conduceva all'ampio reparto degli "inumani".


~ANGOLO AUTRICE~
Ow piccolo Phil, lo adoro~
Non ho assolutamente nulla da dire su questo capitolo, vi prometto che tra poco arriva Loooki'd~
Spero sia accettabile come fan-fiction \OuO/
Baci_
   
 
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