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Autore: Hypnotic Poison    01/09/2016    5 recensioni
Raccolta totalmente random di fanfic che non hanno superato la prova del nove per diventare OS a sé.
Kishinto, Ryochigo, Paitasu, tipologie varie, chi più ne ha più ne metta :)
25) Perfect, part II: « "Ehi," lei si sedette a fianco a lui, appoggiando le braccia alle ginocchia, attentissima a non sporcarsi il vestito nuovo, "Che fai?"
"What does it look like I'm doing, ginger?" »
Genere: Comico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ichigo Momomiya/Strawberry, Kisshu Ikisatashi/Ghish, Mint Aizawa/Mina, Ryo Shirogane/Ryan, Un po' tutti
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Melody

 

 

 

 

Oh my love, my darling,
I’ve hungered for your touch a long, lonely time
And time goes by so slowly,
And time can do so much

 

 

 

 

 

La musica della festa filtrava dalle grandi porte-finestra sulla terrazza, attutita e più dolce. Lo spicchio di Luna splendeva, insieme alla pioggia di lucine dorate che, insieme alle rose, adornavano il pergolato da cui era decorato quell’enorme balcone.
Lei sospirò, prendendo un attimo fiato mentre si appoggiava alla ringhiera bianca. C’era così tanta gente, là dentro, e stava ridendo così tanto, che le era mancato un po’ il respiro. Aveva bisogno di quell’attimo da sola, nonostante fosse tutto assolutamente perfetto.
Prese un sorso dal suo bicchiere, lasciando che le bollicine le solleticassero piacevolmente il palato, e chiuse gli occhi, il suono della musica che la cullava dolcemente insieme al battito lento del suo cuore.
“Come fa ad esserci una festa, se manca la festeggiata?”
Aprì gli occhi sorridendo al suono di quella voce; inclinò appena la testa per poterlo vedere meglio, così abituata alle sue innumerevoli frecciatine: “Possono resistere cinque minuti senza di me.”
Lo sguardo divertito sembrò luccicare sotto il riflesso della Luna, in contrasto con l’abito scuro che indossava, e lui tirò fuori una mano dalla tasca per porgergliela mentre si avvicinava a lei: “Posso avere l’onore di questo ballo?”
Ichigo sorrise di più, il cuore che batteva forte, mentre la musica nella sala cambiava e lasciava spazio a qualcosa di più lento, una canzone antica, struggente: “Prometti di non arrabbiarti se ti pesto i piedi.”
Ryo rise, le passò una mano intorno alla schiena mentre la stringeva a sé: “Ci ho fatto l’abitudine.”
Iniziarono ad ondeggiare insieme, persi al ritmo della melodia; Ichigo chiuse di nuovo gli occhi e appoggiò la guancia al suo petto, cercando il suo calore. Avvertì il viso di lui sfiorarle la tempia, poi le labbra posarsi un istante sulla sua testa, sui capelli rossi elegantemente raccolti.
“Ora sei grande, ragazzina,” scherzò “Te l’ho sempre detto che saresti stata bene in bianco.”
Lei sorrise, stringendolo più forte. Le sembrò quasi che la musica si facesse più alta, che la Luna diventasse più brillante. Nonostante il cuore le stesse scoppiando di gioia, coprendo il rumore di quello di lui, una lacrima le scivolò prepotente lungo il viso.
“Non credevo saresti venuto,” sussurrò.
Ryo si fermò per un istante, le prese gentilmente il viso con due dita: “Te l’ho detto che non me lo sarei perso per niente al mondo.”
Ichigo gli osservò il volto, che sembrava risplendere sotto la luce della Luna. Appariva come se non fosse stato per nulla toccato dal tempo in tutti quegli anni, era sempre lo stesso, che aveva imparato a conoscere così bene.
“Mi manchi,” mormorò appena, mentre non riusciva a trattenere altre grosse lacrime.
Lui non smise di sorridere, le accarezzò le guance con entrambe le mani: “Starai bene, vedrai. È ciò che hai sempre voluto.”
Lei poteva sentire la musica iniziare a scemare, e il calore di quei palmi che iniziava a diminuire: “Non senza di te.”
“Invece sì,” Ryo annuì, e le fece l’occhiolino “Non sarò troppo lontano.”
Ichigo scosse la testa: “Non puoi aspettare?”
Le baciò delicatamente le mani: “I gotta go, kitty cat. The music is almost over.”
Lei prese un respiro profondo, tentò di annuire, di aggrapparsi a quell’ultimo momento. “Tornerai?”
“Questa è stata un’eccezione,” sorrise lui, “Prenditi cura di te, ragazzina. E congratulazioni.”
Ichigo sorrise tra le lacrime, piegando la testa contro la mano di lui che le regalava un’ultima carezza. L’ultimo crescendo di archi della musica fu accompagnato da un bagliore prepotente della Luna, che le pizzicò gli occhi stanchi e arrossati.
Quando li riaprì, era nuovamente sola sulla terrazza. La canzone era cambiata. Si asciugò il volto con le dita, si sistemò il tulle del vestito e prese un respiro. Poteva ancora sentire il suo calore, e il suo profumo, che le avevano dimostrato non fosse stato solo un sogno. Non le importava. Nessuno le avrebbe creduto, ma non le importava. Andava bene così. Aveva mantenuto la promessa, a modo suo.
Vuotò il calice, e tornò dentro, il cuore felice.
Almeno per un istante, erano tornati entrambi a casa.

 

 

 

I’ll be coming home,
Wait for me

 

   
 
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