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Autore: Rohhh    03/09/2016    1 recensioni
A chi non è mai capitato di sentirsi troppo diverso da qualcuno e non provare ad andare oltre quelle apparenze? Ashley ha 21 anni, è una studentessa universitaria seria e posata, ha due sorellastre e una madre che sente troppo diversa da lei. In vacanza dal padre conosce Matt, il figlio della sua nuova compagna, ribelle e criptico, lui con la propria madre ci parla appena. Quell'incontro cambierà il modo di vedere le cose di entrambi e farà capire loro che non è mai troppo tardi per recuperare un rapporto o per stringerne di nuovi con chi non ci aspettavamo.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 19

 

Ashley sbuffò per la centesima volta quella mattina, abbandonò con un gesto di stizza la matita sulla scrivania, facendola rotolare miseramente per terra e si lasciò andare sullo schienale della sedia, reclinando la testa all'indietro e chiudendo gli occhi.

Si era alzata presto col nobile obiettivo di recuperare le ore di studio perse il giorno prima, ma ogni suo tentativo di concentrarsi per più di una manciata di minuti sul contenuto del libro si era rivelato inutile. Nella sua testa continuavano a girare vorticosamente i ricordi degli eventi del giorno precedente che le facevano perdere il filo e più volte si era già ritrovata a fissare un punto impreciso davanti a sè senza nemmeno accorgersene, travolta dai pensieri.

Ogni scusa era buona per distrarsi, la tenda del terrazzo che ondeggiava mossa dal vento, il rombo delle auto che passavano di tanto in tanto sotto casa, le grida di qualche bambino capriccioso, tutto era più interessante di quelle righe di parole sotto ai suoi occhi.

Dieci pagine in due ore, era probabilmente il peggior record di tutta la sua vita da studentessa.

Riaprì lentamente gli occhi e li stropicciò con le mani, si abbassò per recuperare la matita dal pavimento e poi avvicinò la sedia alla scrivania, producendo un rumore odioso, prima di chinarsi nuovamente sul libro e riprovare.

L'unica nota positiva di quelle ultime ventiquattro ore o poco più era stata la conversazione con Monica, sentiva che adesso tra loro sarebbe andato tutto per il verso giusto, le aveva persino sorriso e fatto una carezza e finalmente Ashley era riuscita a scorgere il suo lato più intimo, quello che teneva celato e che mostrava solo a pochi, quello che riservava gelosamente a Gregory. Era felice, Monica oltre ad essere la madre di Matt era anche la compagna di suo padre e prima di partire aveva avuto il timore di non riuscire a instaurare un buon rapporto con lei, timore che tra l'altro si era poi rivelato più che fondato. Quello che le lasciava un po' l'amaro in bocca era la situazione di stallo che sussisteva ancora tra Monica e Matt, era sicura che lui volesse solo sembrare indifferente e rassegnato, ma stava imparando a decifrarlo e gliela leggeva negli occhi quella delusione e quella tristezza, tipica di chi cerca solo di convincersi che vada tutto bene. Non voleva arrendersi, lei voleva riprovarci, gli avrebbe parlato.

Un brivido le percorse la schiena, quella prospettiva la spaventava in realtà, sapeva quanto Matt potesse essere testardo e le aveva manifestato chiaramente la sua reticenza ad affrontare per l'ennesima volta quella questione spinosa.

Ecco, si era persa di nuovo.

Non c'era verso, stava solo sprecando tempo e la cosa che la sconvolgeva era che quasi non le importava che mancasse solo poco più di un mese all'inizio degli esami e avesse da finire di sottolineare un libro di oltre cinquecento pagine, come se lo studio avesse perso la priorità che aveva sempre rivestito nella sua vita e fosse stato surclassato dai sentimenti, dalla libertà, dalla ricerca della sua felicità.

Un messaggio sul cellulare le impedì di compiere un'ulteriore strenuo tentativo di studio. Afferrò il telefono e lesse il mittente.

Era da parte di Tyler e quella scoperta la fece raggelare.

Il cuore le balzò tra le costole, mentre con le dita si accingeva più rapidamente possibile a mettere termine a quell'agonia e a svelare il contenuto del messaggio.

"Ciao Ashley, come va? É un po' che non ti fai sentire, mi sono visto con Sophia pochi giorni fa e mi ha detto che ha saputo che ti stai divertendo e che va tutto bene lì. Beh, sono contento, io sono stato in giro con la squadra ma adesso sono di nuovo in officina da papà. Le vacanze stanno finendo e io non vedo l'ora che tu torni qui da noi, qui da me...Ho bisogno di parlare con te. Allora a presto!" lesse Ashley a bassa voce, tutto d' un fiato.

Ingoiò nervosamente alle ultime righe del messaggio. No, lei non vedeva l'ora di tornare perchè avrebbe significato separarsi dal ragazzo di cui si era innamorata, ma questo a Tyler non poteva di certo dirlo, almeno non per ora e non con un asettico sms. Quel pensiero le ravvivò il dolore che ancora non aveva superato, per quanto ci stesse provando a rassegnarsi. I suoi occhi si fecero tristi

E poi, che significava che le doveva parlare? Da come aveva formulato la frase sembrava proprio che dovesse riferirle qualcosa di importante e serio. Forse voleva dichiararsi per una seconda volta? Ashley si sentì sulle spalle una serie di pesi enormi tutti in una volta e non aveva davvero idea di come uscirne fuori. Avrebbe perso Matt, quasi sicuramente anche l'amicizia di Tyler, sua sorella andava via di casa e stava anche cominciando a scarseggiare la sua capacità di concentrazione.

Non andava bene, per niente.

Si sforzò di formulare una risposta che non sembrasse nè troppo fredda, nè troppo calorosa, rendendosi tristemente conto di come si era ridotta a dover ragionare e ponderare parola per parola la risposta al messaggio di un amico.

"Ciao Tyler, scusa se non mi sono fatta sentire, ma qui sono sempre piena di impegni e spesso torno a casa solo molto tardi e quando sono libera studio o riposo! Hai ragione, l'estate sta finendo e a breve ritornerò...Tranquillo, avremo occasione di parlare, ti saluto allora!" Ashley rilesse ciò che aveva scritto una decina di volte, poi si decise e inviò.

Sospirò, allontanando il cellulare sulla scrivania in maniera poco delicata, come a volersene sbarazzare. Si alzò per sgranchirsi le gambe, intorpidite dal troppo stare seduta e prese una boccata d'aria in terrazzo. Non fece nemmeno in tempo a rientrare che sentì il cellulare squillare, tremò di paura al pensiero che potesse essere Tyler e si precipitò a prenderlo, rischiando persino di inciampare sul gradino della porta. Tirò un sospiro di sollievo, era solo Dorothy.

«Pronto» rispose, ancora affannata per lo spavento.

«Buongiorno, la signorina è ancora viva? - l'accolse la voce pimpante della cugina – insomma, ti sembra questo il modo di sparire, è da ieri che ignori tutti i nostri messaggi!» tuonò Dorothy, simulando un tono offeso.

Ashley si battè una mano in fronte, con tutta la baraonda emotiva che aveva dovuto affrontare il giorno prima si era completamente dimenticata di rispondere alle gemelle, che l'avevano cercata insistentemente per sapere com'era andata la festa sulla spiaggia.

«Scusate ragazze, davvero, ma ieri è stata una giornata infernale e sono stata poco bene» si giustificò con poca enfasi, risultando poco credibile.

«Beh, sappiamo che hai un bel da fare col biondino, ma non devi dimenticarti di noi!» esclamò maliziosa la cugina.

«Già, mi dà proprio un gran da fare, direi» disse sarcastica Ashley, ripensando a tutti i casini mentali che stava subendo a causa sua.

«Comunque, ti avevamo chiamato per dirti che abbiamo controllato le previsioni meteo per i prossimi giorni e non sono per niente buone, quindi, dato che oggi splende il sole direi di approfittarne e passare una bella giornata al mare, che ne dici, ci sei?» le propose raggiante.

Ashley non aveva per niente tanta voglia di divertirsi, ma lo studio non procedeva e aveva un dannato bisogno di cambiare aria e uscire da quella maledetta casa.

«Ok, sono dei vostri!» rispose.

«Perfetto, ti passiamo a prendere tra mezz'ora, a dopo!» Dorothy mise giù in fretta.

Ashley riordinò velocemente la stanza, poi indossò il costume e raccattò la borsa del mare, catapultandosi fuori dalla stanza e correndo verso le scale. Quasi si scontrò con Matt che spuntò dall'angolo prima che potesse vederlo. Riuscì a fermarsi in tempo.

«Andiamo di fretta?» la schernì bonariamente.

«Scusami – mormorò Ashley, poi si accorse che Matt la stava squadrando dalla testa ai piedi, probabilmente per capire dove fosse diretta, o forse solo per indugiare sulle sue cosce lasciate scoperte dai pantaloncini corti, arrossì giusto un po' a quel pensiero– sto andando al mare con le mie cugine, avevo bisogno di svagarmi» aggiunse, abbassando lo sguardo. Il riferimento allo scombussolamento del giorno prima era evidente e Matt lo capì subito.

Le sorrise, poi le carezzò una spalla «Fai bene, allora divertiti e non pensare a nulla»

'Come se fosse facile, grazie a te' pensò Ashley torturandosi le mani, poi buttò un'occhiata anche a lui, aveva diritto anche lei a rifarsi gli occhi, no?

Aveva dei jeans strappati e una maglietta verde militare con sù stampato qualcosa di somigliante a un teschio, come nel suo stile, larga sul collo tanto da lasciarglielo ampiamente scoperto e così anche le clavicole. Provò uno strano fremito all'addome, proprio come la sera della festa, quando Matt era tornato da lei ed erano finiti a baciarsi sul suo letto, mentre le carezze si erano fatte sempre più intense e c'era mancato poco arrivassero a fare l'amore. Inaspettatamente era stato lui a bloccarsi e ad Ashley era venuto il dubbio che in realtà Matt non fosse attratto fisicamente da lei, o comunque non così tanto.

Non riuscì a continuare quella riflessione perchè nel frattempo Matt, come se avesse intuito i suoi pensieri si premurò di smentirli, unendo le loro labbra con un movimento repentino ma dolce allo stesso tempo e tenendola attaccata al suo bacino per i fianchi, ed era sensuale, era irresistibile e lei ne era innamorata, un mix che poteva essere letale.

Si staccò da lui a fatica e si liberò della sua stretta giusto in tempo «Sei qui stasera, dopo cena?» gli chiese, aveva intenzione di parlargli di sua madre, ma si rese conto troppo tardi di suonare ambigua.

«Probabilmente, perchè?» domandò curioso.

«Nulla, così! Beh scappo, ci vediamo!» disse in fretta, per poi sgattaiolare giù per le scale.

Si passò una mano sulle labbra, Matt si era portato via il leggero strato di lucidalabbra che aveva messo, ma poco importava, stava andando al mare e non le sarebbe servito più di tanto.

La spiaggia a fine Agosto era ancora abbastanza affollata, ma si percepiva nell'aria un'atmosfera diversa, la frenesia estiva stava scemando lasciando lentamente il posto alla consapevolezza di un nuovo autunno e del riprendere dei normali ritmi della vita, il sole stesso appariva meno luminoso, la gente rientrava dalle ferie e una leggera brezza soffiava a ricordare che tra poco il caldo afoso sarebbe stato solo un dolce ricordo.

Era stata un'estate molto torrida, senza nemmeno un goccio di pioggia e ciò faceva prevedere un brusco cambiamento climatico nei giorni a venire.

«Ah ragazze, ma ci pensate che tra poco ricomincerà l'università, gli esami, le lezioni, che palle, l'estate è sempre troppo breve!» si lamentò Annie, ancora avvolta nel suo telo per tamponare più possibile l'acqua salata dalla sua pelle. Si accomodò poi, sdraiata a pancia in giù accanto alle altre, tentando di mantenere l'abbronzatura dorata sulla schiena.

Dorothy annodò i lunghi capelli con una crocchia dietro la nuca per evitare che le gocciolassero sulle spalle, poi fece una smorfia di disappunto alla sorella.

«Secondo me esageri Annie, io non vedo l'ora di iniziare l'accademia di belle arti quest'anno, una nuova esperienza, nuove amicizie, farò finalmente ciò che amo e non vedo cosa possa esserci di così terribile!» esclamò sognante, eccitata per le novità che l'aspettavano.

Dopo una lunga pausa di riflessione post liceale durata poco più di due anni, aveva capito cosa volesse davvero fare nella vita, cioè occuparsi di arte e fotografia ed era piena di entusiasmo e voglia di sperimentare.

«Lo dici perchè ancora non ci sei dentro, fidati, e poi io studio giurisprudenza e ti assicuro che non è la stessa cosa, i miei libri tutti insieme raggiungono dieci volte il mio peso!- piagnucolò affranta – diglielo anche tu Ashley!» invocò la cugina alla ricerca di un sostegno alla sua opinione, ma Ashley era diventata pensierosa.

«Beh, ognuno fa quello per cui si sente più portato o per cui sente di avere una passione, anche se poi ci vuole una grande determinazione e sicurezza per andare avanti lungo il cammino e spesso non è facile, a volte si riesce a immaginarsi già tra dieci anni perfettamente, altre volte sembra tutto annebbiato» rispose, attirandosi gli sguardi perplessi delle gemelle. Ashley era stata sempre un tipo sicuro sul suo futuro, sullo studio e i suoi successi erano noti in famiglia.

«Cavolo Ashley, è strano sentirti parlare così – disse Dorothy, sollevandosi e portandosi più vicina alla cugina, incuriosita – sei sempre stata così convinta sulla tua carriera, lo zio non fa altro che raccontarci i tuoi successi universitari, è così orgoglioso di te!»

«Ma sono ancora sicura di quello che voglio fare, architettura rimane il mio futuro e ne sono certa – ribattè con fermezza, poi il suo tono si fece più traballante - solo che siamo giovani e la vita è piena di ostacoli e di prove e riconosco che a volte possono capitare degli imprevisti, dei dubbi, penso sia normale, ci vuole molta forza di volontà per affrontarli» affermò, guardando prima Annie e poi Dorothy e inarcando le sopracciglia al vedere le loro facce allibite.

«Wow, sei umana anche tu, allora, certo che quel ragazzo ti sta facendo proprio bene, sono sicura che sia opera sua» rise Annie, ma Ashley sbuffò sonoramente e riprese furiosa a spalmarsi la crema solare sul viso, sebbene fossero ormai passate tre settimane da quando era al mare e la sua pelle bianchissima aveva assunto un colorito leggermente più intenso.

«Vi prego, non parliamo di Matt» borbottò seccata.

«Ehi, perchè quel tono risentito, avete litigato per caso?» chiese preoccupata Dorothy, afferrandole le mani con apprensione, per lei sua cugina e quel tipo dovevano stare assieme a tutti i costi, li vedeva perfetti e compatibili e il suo cuore romantico li aveva già immaginati felici per sempre. Strano che proprio lei, al contrario, fosse single da anni e non riuscisse a trovare la sua anima gemella, ma si sa, spesso è più semplice occuparsi della vita degli altri, mentre con la propria non si riesce a venirne a capo.

«No, ma qualunque 'pseudocosa' ci sia tra noi, non ha futuro, probabilmente non ci saremmo nemmeno dovuti mai baciare – spiegò mesta, ma si accorse che le due avevano delle espressioni totalmente spiazzate in viso e si rese conto che non avevano colto il problema – ma non ci arrivate, tra due settimane torno a casa e lui tornerà nella sua città e tutto questo sarà finito, morto e sepolto» terminò drasticamente, stringendosi le ginocchia al petto.

Annie e Dorothy si guardarono, scambiandosi delle occhiate di intesa da perfette sorelle gemelle, senza bisogno di proferire parola, poi Annie prese l'iniziativa e si rivolse ad Ashley.

«E sarebbe solo la distanza quello che renderebbe impossibile la vostra relazione?» esclamò, enfatizzando esageratamente la parola impossibile per farle notare come stesse drammatizzando troppo.

«Dai, ci sono milioni di persone al mondo che portano avanti relazioni a distanza, non siete mica in due nazioni diverse o in un'era priva di mezzi di comunicazione efficienti, praticamente è la normalità stare insieme anche se lontani, basta sapersi organizzare, magari ci vuole impegno e sacrificio, ma se c'è l'amore si trovo il modo» cercò di incoraggiarla Dorothy, che proprio non voleva accettare che quella storia non decollasse per quell'inezia.

«Non siamo tutti uguali Dorothy, c'è chi riesce a farlo e chi fallisce, e poi non abbiamo nemmeno mai parlato dei nostri sentimenti, e anche se a volte Matt sembra proprio che a me ci tenga, credo che non affronti la questione perchè sa che non riuscirebbe a gestire questa cosa, non si può iniziare una storia già da lontani, con le gelosie, i problemi, gli impegni, io ho un anno pesantissimo all'università e non posso sacrificarlo per qualcosa che non so nemmeno se andrà avanti» concluse, stupendosi da sola per l'enorme freddezza che era uscita dalla sua bocca.

Era davvero così cinica, così pessimista e arrendevole? Evidentemente sì.

«E poi vi state dimenticando che mi è già successo con Richard e sapete benissimo com'è finita!» aggiunse per rinforzare le sue convinzioni.

«Ma Richard era... beh – iniziò Annie cercando di trovare una parola non eccessivamente offensiva per descriverlo, trattandosi comunque del suo ex, ma l'impresa si rivelò impossibile – insomma, era Richard» liquidò la descrizione, gesticolando con una mano e indossando una smorfia di leggero disgusto.

Ashley roteò gli occhi, rassegnata. «E Matt è Matt, invece, il che è ancora peggio, lui è un ragazzo che non passa inosservato e avrebbe troppe occasioni attorno a lui per rimanere legato a una ragazza lontana chilometri – affermò, pugnalandosi con le sue stesse parole crudeli – e io non voglio soffrire, non voglio che finisca in modo orrendo, odiandoci e disprezzandoci, preferisco non provarci affatto» mormorò a voce bassa, impegnandosi a mantenere il suo tono saldo e a non tradire le sue emozioni.

Le gemelle sospirarono, la spiaggia più vuota e quell'aria di fine Agosto contribuirono a rendere il tutto più nostalgico, degno del miglior film romantico struggente e senza lieto fine.

«L'avete già fatto, no?» domandò poi all'improvviso Annie, cercando di riportare l'argomento su qualcosa di più leggero, se così poteva essere considerato.

«Eh?» urlò Ashley, sperando vivamente di aver compreso male.

«Ashley, avete fatto l'amore, hai presente quella cosa che fanno normalmente due persone che si piacciono, hai bisogno di un disegnino?» la prese in giro, mimando il gesto di una penna che scrive su un foglio, mentre Dorothy rischiava di soffocare tra le risate, sorseggiando dell'acqua.

«Ovvio che so che significa – sbottò offesa – e comunque la risposta è no!» continuò, girandosi dalla parte opposta alle cugine per risparmiarsi le loro facce sbalordite.

Peccato che gli urletti di disapprovazione le arrivarono comunque alle orecchie.

«Non ci credo, cioè siete sotto lo stesso tetto e non vi è ancora capitato?» urlò Annie, nel disperato tentativo di capire come non si fossero ancora saltati addosso alla prima occasione buona, mentre Ashley guardava disperatamente chi ci fosse attorno a loro e le intimava con la mano di abbassare subito il volume della sua voce.

«No, è meglio così dopotutto, non avrebbe senso» rispose fredda, anche se dentro di sè non poteva ignorare una sensazione che da un po' si era fatta strada in lei. Nonostante fosse cresciuta con una madre molto aperta sull'argomento e che non aveva mai esitato a parlarne con le figlie, a chiarire i loro dubbi e metterle in guardia dai pericoli, lei era sempre stata restia a parlare di sesso, anche con le sue amiche. Per lei il sesso era qualcosa di estremamente intimo, da condividere all'interno di una coppia che poteva definirsi tale, una coppia che aveva preso un impegno reciproco, come coronamento del rapporto e non approvava chi lo faceva anche al di fuori, per pura attrazione fisica o solo per divertimento, con partner che poi magari nemmeno avrebbero più rivisto.

Non era certo quello il caso di Matt, però nemmeno poteva dire che lui fosse il suo ragazzo nel senso classico del termine, eppure quando stava con lui lo provava quel desiderio, quella voglia di spegnere il cervello e lasciarsi andare alle sensazioni, alla fisicità, era fortemente attratta da lui e si chiese se lo fosse perchè lo amava. Le sembrava davvero così prematuro parlare di sentimenti così forti, anche se in determinati momenti aveva avuto proprio l'impressione che fosse così.

Anche prima a casa, quando lui l'aveva stretta a sè e baciata, l'aveva sentito di nuovo quel formicolio al contatto col suo corpo, quella voglia di non lasciarlo, di sentirlo addosso a lei, e poi le gambe che diventavano molli, il cuore che faceva le capriole e che si inebriava sempre più, sebbene non ci fosse nessuna certezza, nessun giuramento d'amore eterno, solo quei gesti e quelle sensazioni.

Rabbrividì a quel pensiero. Aveva terrore che se avesse raggiunto quel passo con lui, se avesse perso il controllo, sarebbe stato impossibile per lei tornare indietro, dimenticarlo e non avrebbe fatto altro che legare ancora più fortemente la sua vita a quella di Matt. E adesso che era consapevole della loro separazione, non le pareva la scelta più saggia, razionalmente parlando, ovviamente.

Dorothy le circondò dolcemente le spalle «Lasciala stare, è sempre la solita pettegola, devi fare solo quello che ti senti, ma se ti va di viverti un momento, un'emozione, anche fosse solo l'unica che ti rimarrà, ti consiglierei di farlo, perchè anche quando passerà e farà più male saprai di averla con te, di averne il ricordo e non il rimpianto e la porterai sempre nel cuore - le sussurrò – ricordati che non sempre il dolore è negativo ed è da evitare, spesso ci serve per crescere, per superare un problema, e i ricordi di ciò che abbiamo vissuto, ci aiuteranno a capire che non abbiamo sprecato niente, che anche se ci mancano non ci abbandoneranno ma andremo avanti più sicure e più forti» concluse, mentre Annie tendeva l'orecchio per cercare di ascoltare, risentita per essere stata lasciata fuori un secondo dalla discussione.

Ashley le sorrise, anche se le sue cugine erano un uragano insieme ed era costretta a redarguirle in continuazione non poteva negare che il tempo con loro volava piacevolmente e riusciva persino ad ammettere i suoi timori e a ottenerne un conforto, anche se a volte in modo non convenzionale.

 

Rientrata a casa nel tardo pomeriggio, Ashley aveva avuto giusto il tempo di telefonare a casa e scambiare quattro chiacchiere con sua madre e le sue sorelle, sistemare la sua camera che aveva dovuto lasciare in fretta e furia quella mattina e scendere per cenare con suo padre e Monica.

Matt le aveva detto tramite messaggio che era a suonare coi suoi amici e sarebbe tornato direttamente dopo cena.

Già, adesso le mandava anche messaggi per informarla dei suoi spostamenti, non che le dispiacesse, al contrario, ma non voleva illudersi, non voleva che tutto quello prendesse le sembianze di una normale relazione, destinata però a estinguersi nel giro di due settimane.

Fino a pochi giorni prima avrebbe temuto Jenny e il fatto che potesse sedurlo quando lei non c'era, invece, adesso, quel pensiero non la sfiorava nemmeno, il loro vero nemico non era lei, ma era insito in loro stessi e nella situazione in cui si trovavano.

La cena fu la prima in assoluto che trascorse davvero in sintonia e serenità.

Monica le parlava sorridendole, ma stavolta non si trattava dei suoi soliti ghigni falsi, era sincera, era autentica e quel cambiamento insperato non sfuggì agli occhi attenti di Gregory che, da dietro i suoi occhiali, sbirciava le sue due donne più importanti in quel momento andare finalmente d'accordo. A dire il vero non sapeva a cosa doveva quel piccolo miracolo, non era stato mai perspicace nel comprendere i rapporti umani, se poi si trattava di donne ancora peggio, ammetteva di essere un po' tonto in quel campo e si limitò a godere di quella visione celestiale, senza voler indagare oltre.

Andava bene così, finalmente.

Dopo cena Ashley aspettò il ritorno di Matt e uscì dalla stanza non appena lo sentì giungere in cima alle scale. Suo padre e Monica erano giù sul divano a guardare un film e adesso che Monica era dalla sua parte, sapeva che non avrebbe fatto niente per ostacolarla o metterla in difficoltà.

«Ciao» mormorò timida, vedendolo spuntare nella semiombra del corridioio. Nonostante ormai tra loro fosse nata una certa confidenza, a volte si sentiva ancora in soggezione quando Matt si palesava a lei, in tutto il suo splendore.

«Ehi, se mi dai dieci minuti vado a farmi una doccia, sono inavvicinabile in questo momento, non puoi capire che razza di inferno sia il garage di Mandy» le sorrise.

Ashley annuì e poi lo aspettò seduta sul suo letto, coi pugni stretto sulle ginocchia. Era nervosissima perchè sapeva che a Matt non avrebbe fatto piacere toccare quel tasto dolente, ma ormai aveva deciso di tentarci, anche un'ultima volta.

Matt arrivò dopo poco, aveva ancora i capelli umidi, non li aveva asciugati del tutto per non farla aspettare troppo, si sedette accanto a lei e per un attimo Ashley pensò di aver perso l'uso della parola, respirando il suo profumo. Avrebbe voluto lasciar perdere i discorsi e assaporare la sua vicinanza, finchè ce l'aveva a disposizione lì, così vicino.

«Allora?» esordì Matt, spostandole dei ciuffi di capelli dal viso e portando poi la mano sulla sua gamba scoperta, accarezzandogliela con dei movimenti lenti. Si stava mettendo proprio d'impegno per fare degenerare la cosa.

Ashley tentò di eliminare la dolce sensazione che si stava impadronendo di lei e si schiarì la voce.

«Volevo parlarti di una cosa – iniziò cauta, preparandosi alla sua reazione – volevo parlarti di tua madre» ma non fece in tempo a finire che Matt, avendo intuito quella parola si irrigidì e sospirò pesantemente, allontanando la mano dalla sua coscia.

«Ashley, ti prego, pensavo di essere stato chiaro, non mi va più di parlarne, va bene così» ribattè in difesa, ma Ashley voleva andare fino in fondo a tutti i costi.

«No, devi ascoltarmi, le ho parlato!» disse tutto d'un fiato, Matt spalancò gli occhi e poi li corrucciò.

«In che senso le hai parlato, cosa mai dovevate dirvi?» chiese, i suoi occhi la fissavano e non erano più tranquilli. Era forse stato lui l'oggetto della loro discussione?

Ashley tremò debolmente, doveva dirgli la verità, qualcosa che gli aveva tenuto nascosto, anche se per un motivo valido, almeno dal suo punto di vista.

«Mi ha raccontato del suo tentativo di ritrovare un dialogo con te, un rapporto – guardò Matt fissare l'aria davanti a lui e scuotere la testa più volte – è distrutta, c'è rimasta davvero sotto dopo il tuo rifiuto»

«Perchè diamine doveva dirlo a te, mi pareva che anche voi due non eravate in ottimi rapporti, o non era così?» la voce di Matt cominciava ad assumere un tono poco amichevole, un tono che con lei non aveva mai usato. Cominciava a diventare sospettoso.

Ashley si fece forza perchè era conscia che quello che stava per dirgli l'avrebbe turbato.

«In realtà io e tua madre ci siamo parlate diverse volte prima, abbiamo parlato di te» confessò, sentendosi terribilmente in colpa per averglielo nascosto.

«Cosa?» ringhiò Matt, alzandosi di colpo dal letto, si sentì come tradito.

Ashley lo seguì, scattando in piedi a sua volta e tentò di spiegarsi meglio.

«Ti prego, fammi finire» lo implorò, ma lui non ne voleva sapere.

«Perchè non me l'hai detto, che cosa avete detto alle mie spalle?» urlò, si sentiva tradito da una persona di cui aveva cominciato a fidarsi ciecamente, il suo lato impulsivo emerse tutto d'un colpo, gli sembrò di rivivere sulla pelle il trauma che aveva subito da bambino, quando tutti pensavano di sapere cosa fosse giusto per lui, e discutevano della sua vita alle sue spalle, i suoi genitori, gli insegnanti, tutti. Ma anche da Ashley no, non poteva sopportarlo, perchè credeva di amarla e un'altra delusione così forte gli avrebbe sigillato il cuore per sempre.

«Matt non abbiamo tramato contro di te – cercò di farlo calmare prendendogli le mani e cercando un contatto, adesso dopo quella sua reazione non era più ansiosa, aveva una paura immane di averlo ferito e di poterlo perdere, l'ultima cosa che voleva era vederlo soffrire, perchè non capiva che stava facendo tutto quello per lui? - tua madre mi aveva parlato di te e dei problemi che c'erano stati, ho capito dei suoi errori, dell' averti trascurato, ma anche che tua madre era vittima del suo orgoglio, che ha sofferto da morire per il divorzio, le è crollato tutto quello per cui aveva dedicato la vita, non la sto giustificando, sono la prima ad averle detto che doveva scusarsi con te!» continuava a stringergli le mani ma Matt non si muoveva, non ricambiava, il suo sguardo era freddo, deluso, era ritornato quello del primo giorno, azzurro gelido e per Ashley fu un colpo troppo duro da incassare. Dopo tutti quei giorni, dopo che si erano aperti l'un l'altra, dopo che si erano innamorati nonostante le prospettive avverse, non voleva che pensasse che lei lo aveva tradito. I suoi occhi si riempirono di lacrime, ancora una volta.

Matt sussultò al vederle, ma non riuscì a intenerirsi, non accettava di essere rimasto all'oscuro su una questione che lo riguardava direttamente e che ancora scottava nella sua anima, per quanto lo negasse, tanto più se c'era Ashley di mezzo.

Sciolse la stretta con le sue mani con un gesto rapido.

«Avresti dovuto dirmelo» disse solamente, più pungente dell'inverno.

«Non ho potuto, pensavo che avrei peggiorato tutto tra voi e non volevo, io so che anche tu stai soffrendo Matt – quelle parole lo raggiunsero al cuore, sapeva che erano vere, ma preferì ignorarle – io so che avete accumulato anni e anni di silenzi, fraintendimenti e incomprensioni, proprio perchè non c'è stato mai un vero dialogo, ma tua madre adesso l'ha capito, io penso che la meriti un'opportunità, e anche tu meriti di poter riavere indietro tua madre! - Matt non proferiva parola, stava in silenzio con gli occhi bassi – non ti farei mai del male, lo sai, ci tengo troppo a te, lo capisci?» concluse con la voce rotta dall'emozione, il corpo scosso dal tremore per la paura e per l'adrenalina.

Matt tremò insieme a lei per quella confessione, ma proprio perchè anche lui teneva a lei da morire, non riuscì a passare sopra al fatto che le avesse tenuto nascosto qualcosa, anche se per una buona ragione.

Quella paura di essere tradito da chi amava non l'aveva ancora superata, ritornò con prepotenza ed ebbe il sopravvento. Si voltò verso di lei, la guardò con indifferenza mentre Ashley con gli occhi sgranati attendeva un suo segno.

«Hai comunque parlato con lei senza dirmelo, non avresti dovuto intrometterti, sapevi qual era la mia versione e ti avevo detto chiaramente come la pensavo. Con mia madre non c'è speranza e avresti dovuto rispettare la mia decisione!» affermò, sembrava essere regredito in un soffio nel Matt chiuso e impenetrabile dei primi giorni.

«Ma..» provò a difendersi Ashley, terrorizzata all'idea di aver rovinato tutto proprio adesso, ma anche incredula che Matt non riuscisse a capire le sue motivazioni.

«Niente ma, tu non puoi capire!» le sibilò, uno schiaffo in pieno viso avrebbe fatto meno male in confronto.

Ashley diventò una statua di pietra, poteva tollerare tutto, ma non che l'accusasse di non capirlo, non dopo tutti i momenti che avevano trascorso insieme, non dopo tutto quello che li accomunava.. I suoi occhi si incupirono e stavolta fu lei a guardarlo seria e distaccata.

«No, infatti» bisbigliò, profondamente ferita.

Matt capì di avere forse esagerato ma la sua lingua si era mossa quasi senza controllo e non era riuscito a frenarla. Vide gli occhi di Ashley, che di solito lo guardavano sempre allegri e dolci, farsi improvvisamente freddi, come i suoi. Non l'aveva mai fissato in quel modo, aveva rotto qualcosa dentro di lei e si sentì morire al pensiero. Continuò a guardarli finchè non si impressero indelebili nella sua mente, come un'istantanea e allora non riuscì a sopportare ancora, scappò via per interrompere quel contatto visivo e sbattè la porta della camera di Ashley, lasciandola lì, immobile, incapace di riprendersi da quanto appena accaduto.

Avevano litigato, e di brutto anche.

Avanzò lentamente verso il letto e vi si buttò sopra come un peso morto, con gli occhi persi nel vuoto e colmi di lacrime, alcune scesero per la forza di gravità e le rigarono il viso, privo di alcuna espressione. Era successo davvero, si sentiva in colpa per averlo fatto soffrire e fatto sentire tradito, ma le sue ultime parole bruciavano troppo per ignorarle e sinceramente non aveva immaginato una tale fine per quella discussione. Aveva solo agito pensando di fare il suo bene ma aveva combinato un disastro.

Mancava così poco alla sua partenza che pensò che forse, in fin dei conti, era meglio così, sarebbe stato tutto irrecuperabile e forse anche più facile dirsi addio.

  
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