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Autore: Danmel_Faust_Machieri    03/09/2016    3 recensioni
Sword Art Online e i Souls Game: questa serie vuole provare a coniugare queste due componenti.
Io e il mio coinquilino abbiamo seguito Sword Art Online affascinati dall'idea su cui è stato costruito: l'essere intrappolati in un gioco. Purtroppo siamo rimasti delusi dalle potenzialità inespresse di questo anime. Essendo anche due Souls Player recentemente ci è venuta un'idea: un mondo simile a quello di SAO con un universo narrativo come un Souls. Ci è sembrato qualcosa di interessante: abbiamo creato i personaggi, studiato le meccaniche di gioco e la lore. Naturalmente ci saranno citazionismi più o meno espliciti e ci auguriamo che possa essere un'idea di vostro gradimento.
Naturalmente ci teniamo alla vostra opinione quindi non fate i timidi e fate sentire la vostra voce :)
Siamo Danmel_Faust_Machieri e Djanni e vi auguriamo buona lettura!
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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"Ale alle tue spalle!" gridò Riccardo mentre si preparava al cast di un incantesimo.
"Grazie Rik!" Il ragazzo ruotò rapidamente su se stesso facendo seguire quella rotazione al suo spadone che finì per eliminare un coppiere alle sue spalle.
"Pensavo che questi esseri fossero più forti" disse Claudio mentre prendeva la rincorsa verso uno degli avversari per pugnalarlo con le sue lame al petto. Il mostro però sopravvisse con pochi HP all'attacco e si preparava a ribaltare il contenuto corrosivo della sua coppa addosso al ladro.
"Non prenderla troppo alla leggera!" commentò Roberto aggiungendo ai due colpi di Claudio un affondo che andò a colpire il collo del coppiere eliminandolo. Roberto abbassò la spada con un gesto rapido per pulirla del sangue dell'avversario e, guardando l'amico con occhi di sfida, disse "5 mio caro…"
"Ahahah! Sei ancora lontano dal mio 9" se la rise il ladro mentre osservava la situazione intorno a lui.
"Ma ho appena iniziato la rimonta" spiegò il guerriero preparandosi a un nuovo assalto.
"Quei due smetteranno mai di competere tra loro?" sbuffò Camilla mentre agitava lo scettro; da esso iniziarono ad uscire delle fiamme che avvolsero uno dei pochi coppieri rimasti.
"Ma va! Devono mostrare di essere i migliori!" rise Nicolò menando un fendente con la falce dal basso verso l'alto con cui ribaltò uno di quegli esseri deformi e, dopo che cadde a terra, lo finì con un semplice colpo alla testa.
"Sei troppo cruento per i miei gusti" osservò la maga poggiando la sua schiena a quella del bardo per sopportare al meglio il rinculo dovuto al lancio di una palla di fuoco dallo scettro.
"Disse la ragazza che bruciava vivi i suoi nemici" ghignò Nicolò.
"Stanza pulita!" esultò Alessandro poggiandosi il pesante spadone sulle spalle.
"Uff… Dai! Ce l'abbiamo fatta senza riportare troppi danni" commentò Riccardo mentre carezzava la testa del suo Izanog: il cucciolo di tartaruga che aveva ricevuto per famiglio "Avete bisogno di un incantesimo di cura?"
"Io ne posso fare anche a meno…" rispose Claudio "Non sono mica uno che scende al di sotto di metà HP non riuscendo a sconfiggere più di 6 coppieri" la frecciatina colpì in pieno il bersaglio.
"Caro il mio ladruncolo" commentò Roberto "Io non sono mica uno che uccide i nemici che stanno combattendo gli altri prendendosi il merito dell'uccisione finale"
"Role-play amico mio" disse alzando le mani.
"Alla fine quanti ne hai fatti fuori Cloud?" Chiese allora Alessandro.
"10" sorrise lui.
Dopo aver sentito la risposta del ladro, il barbaro si avvicinò a Nicolò e Camilla che stavano analizzando il corpo dell'ultimo coppiere che Nicolò aveva eliminato.
"Ma ogni volta che si uccide un nemico dobbiamo star qui a esaminarlo?" domandò la ragazza in piedi dietro all'amico che di era chinato sul corpo.
"Nel momento in cui 'sti esseri ci avessero lasciato un drop avremmo anche potuto evitare questa macabra parte di analisi" spiegò il bardo "Ma dal momento che qui trovare un drop è più difficile che ritrovare il Graal ci tocca"
Nicolò osservava attentamente il coppiere abbattuto poco prima: come tutti quelli incontrati da quando erano entrati nel dungeon era vestito con una lunga tunica nera che arrivava fin sotto le caviglie abbellita da un un ricamo argenteo; ognuno di loro indossava un cappuccio che copriva la nuca calva e le cave orbite degli occhi, stringevano tra le mani una coppa d'argento sulla quale erano incastonate delle gemme di diversi colori e che utilizzavano per scagliare addosso agli avversari un liquido tossico di colore giallo.
"Non trovate strano anche il dungeon in se?" chiese Alessandro facendo trasalire i due dato che non l'avevano sentito avvicinarsi.
"Ale… Comparimi ancora così alle spalle e ti meno!" lo rimproverò Camilla.
"Effettivamente non hai tutti i torti" osservò Nicolò rialzandosi in piedi. I ragazzi si trovavano all'interno di un dungeon che si sviluppava al di sotto di una collinetta ma che presentava una pianta assai complicata e che conteneva al suo interno rovine di cui rimaneva solo una vaga parvenza: muri di mattoni si interrompevano per poi tornare a correre lungo i corridoi, qua e là erano disseminati i resti di un arco ora a tutto sesto ora a sesto acuto e poi pareti alte fino al soffitto delle grotte. Era come se un qualcosa era stato sommerso da un'ingente quantità di terra… Come se in origine fra quelle mura scorresse una vita diversa da quella che animava quei coppieri. Quello era il dungeon nel quale la prima linea aveva eliminato il boss del primo piano. La gilda Vitriol aveva raggiunto quel luogo, dopo aver lasciato il villaggio di Kokari, il quarto giorno di cammino.

Gli amici lasciarono Kokari il giorno dopo aver fondato la gilda, per dare a Riccardo il tempo necessario ad ottenere il famiglio, quella strana tartaruga fluttuante. Fortunatamente la strada per arrivare al doungeun finale del piano passava vicino a quelle montagne, così i sei poterono partire subito dopo pranzo, verso mezzogiorno, dato che Riccardo già sapeva quello che doveva fare per concludere la quest. Passarono tre giorni percorrendo i boschi e le radure del primo piano sostando, durante le due notti, prima in una locanda che incontrarono lungo la via, poi in uno spiazzo sul ciglio del sentiero sterrato che stavano percorrendo dove accesero un fuoco e organizzarono delle ronde di guardia. La strada che li condusse a Repigon, la seconda ed ultima città del primo piano, li accompagnò alternando tranquille scampagnate a scontri più impegnativi, finché Camilla, Riccardo e Nicolò non raggiunsero il livello 12 e Claudio, Roberto ed Alessandro il 13. Nulla di eclatante ovviamente, erano in sei e il massimo della difficoltà lo incontrarono negli scontri con alcuni stormi di volatili simili a grossi corvi, neri come la notte e grandi come un gatto da appartamento, molto difficili da colpire. Le armi di Roberto e Alessandro si rivelarono inutili contro avversari del genere, così come la scarsa abilità di Claudio con arco e frecce. Fortunatamente la presenza nel team di tre caster semplificò non di poco questi scontri, difesi  sempre  da uno dei player, a quel punto, 
 Raggiunsero la città la notte del terzo giorno e, stanchi dell'estenuante marcia, decisero di rimandare l'esplorazione di quella città al giorno successivo così, trovata una locanda, si ritirarono nelle camere pronti a potenziare le rispettive abilità.
Il giorno dopo i ragazzi poterono vedere la la città alla luce del sole e si stupirono della bellezza che risplendeva tra le vie. Repigon era una città che presentava ancora uno stile molto semplice nelle architetture che si sposavano in maniera perfetta con gli alberi che affiancavano case e piazze e, esattamente al centro della città, un enorme albero che, con le sue fronde, copriva di ombra le case a lui intorno. Molti NPC passeggiavano tranquillamente per le vie cittadine alternandosi a gruppi di giocatori che si muovevano principalmente tra la via del mercato e le varie botteghe. Non c'erano attrattive troppo interessanti per la neonata gilda quindi decisero fare rapidamente rifornimento di pozioni e di riparare le loro armi, consumatesi dopo i tre giorni di viaggio, per poi partire nello stesso pomeriggio. Grazie alla nuova abilità di Nicolò (Compromesso) la gilda poté raccogliere informazioni rispetto alla zona direttamente dagli NPC e localizzarono così il dungeon in cui era stato sconfitto il primo boss, al termine del quale, vi era l'accesso al secondo piano. Il dungeon era una grotta complessa che si sviluppava al di sotto di una altura, in esso vi erano spazi piuttosto ampi ed elementi architettonici che avevano portato gli amici a pensare che quelle fossero le rovine di un palazzo sepolto dalla terra; effettivamente anche quei coppieri così deformati davano una parvenza di antico prestigio. La gilda aveva esplorato la parte più vasta di quel labirinto di cunicoli e stanze, già depredata, dai componenti della prima linea, di ogni suo tesoro, fino ad arrivare alla stanza in cui Claudio e Roberto avevano ripreso le loro competizioni a chi eliminasse più nemici.
"A proposito" iniziò a dire Nicolò mentre switchava la falce con il bastone da passeggio e si rimetteva in piedi "Ale quanti ne hai fatti fuori te?"
"Io… Aspetta eh…" Iniziò a contare mentalmente e alla fine disse "se non sbaglio 12"
"Non lo vai a dire a Claudio?" domandò Camilla.
"Nah! Non mi interessa competere ahahahah" rise il barbaro.
"Poirot ha scoperto dell'altro?" chiese Claudio a Nicolò rivolgendosi a lui, in modo canzonatorio, con il nome del celebre personaggio di Agatha Christie, paragonato a lui per il bastone da passeggio e le brillanti capacità deduttive.
"Ah mon che Hastings!" rispose l'amico, con un francese arrangiato alla buona "Purtroppo sappiamo solo che questi esseri sono stati corrotti da qualcosa e che erano a servizio di qualcuno… Finché non avremo da loro un drop le informazioni in nostro possesso rimarranno quasi nulle…" proseguì pronunciando ogni singola parola con un discreto accento francese.
"Beh abbiamo pur sempre il pugnale che Phones ha donato a Claudio" osservò Riccardo.
"Lo so" disse Nicolò riacquistando la parlata italiana "ma quello è un drop della boss-fight"
"Cosa intendi con questo?" domandò Camilla incuriosita.
"Intende dire che probabilmente la boss-fight era composta non solo da un boss ma anche da dei mostri più deboli al suo seguito" iniziò a spiegare Claudio poi Roberto continuò il suo discorso "Quindi il pugnale offre informazioni relative a quei nemici ma nulla rispetto a quelli che stiamo abbattendo da quando siamo entrati nel dungeon"
"Esatto!" confermò il bardo mentre iniziava a passeggiare per la stanza appena ripulita "Anche se, probabilmente, la causa della corruzione di questi coppieri è la stessa di quella che ha corrotto i servitori del guardiano"
"Pensate che il guardiano del passaggio fosse il marito della nobile?" intervenne allora Alessandro.
"Boh…" disse Claudio "Se fossimo stati presenti alla boss-fight forse saremmo riusciti a capirlo"
"Beh… potremmo trovare il suo cadavere più avanti" osservò allora Camilla immaginando già di dover ispezionare un altro cadavere.
Gli altri cinque amici si scambiarono degli sguardi rapidi e scoppiarono in una sonora risata.
"Cosa ho detto di così divertente?" domandò la ragazza che si era chiaramente alterata.
"Niente, niente" disse Riccardo cercando di trattenere le risate "È che stai iniziando a ragionare come una vera giocatrice… ahahahah!"
La maga allora si voltò pronta ad avanzare con la faccia imbronciata e i ragazzi dopo aver smesso di ridere la seguirono.
La gilda stava percorrendo un lungo corridoio schierata nel seguente modo: in prima linea Alessandro e Roberto, pronti ad affrontare fisicamente qualunque essere gli si fosse parato davanti, dietro di loro Claudio e Nicolò si tenevano pronti ad ingaggiare i nemici qualora ce ne fosse stata la necessità e chiudevano la fila Camilla e Riccardo pronti a castare incantesimi offensivi o di cura e sempre pronti ad uno switch rapido con il bardo e il ladro qualora i famigli di Claudio e di Riccardo li avessero avvisati di un nemico alle loro spalle.
Dopo che il duo di combattenti ebbe eliminato un altro coppiere Camilla domandò "Ragazzi ma… se la prima linea ha eliminato il boss di questo dungeon deve aver eliminato anche questi coppieri… Perché ce ne sono ancora?"
In quel momento si sentì uno sbuffo collettivo "Sentiamo!" proruppe la ragazza furiosa "Cosa avrei detto adesso?!"
"È che ci hai appena dato una grande soddisfazione" spiegò Roberto "E ora ci pugnali alle spalle con questa domanda così stupida"
A quelle parole Camilla avrebbe voluto raggiungere la testa del gruppo per suonarle di santa ragione al guerriero.
"Vedi quasi tutti gli avversari in questo mondo respawnano" iniziò a dire Riccardo.
"Re…chef?" provò a ripetere Camilla.
"Respawnano, vuol dire "ricompaiono" " riprese il chierico "Dopo un determinato lasso di tempo dall'uccisione di un nemico questi ricompare e deve essere sconfitto nuovamente da chi si ritrova su quella strada"
"Quindi i nemici che poco fa abbiamo sconfitto potrebbero inseguirci?!" sobbalzò la maga.
"No, no…" sbuffò Roberto, il quale odiava spiegare cose che a lui sembravano terribilmente banali, "Ogni nemico ha un'area di aggro. Nel momento in cui si entra in essa il nemico ti attacca ma, se si rimane fuori da essa, per lui, è come se tu non esistessi. Però una volta che un nemico ti aggra… ossia ti "vede" o tu lo attacchi rimanendo fuori da quest'area egli ti rileva e può così inseguirti fino al limite del suo aggro, cioè fino a un punto oltre il quale non può andare" 
Camilla fece cenno con la testa di aver capito la spiegazione "Ho un'ultima domanda" disse poi "se anche la prima linea ha eliminato i nemici che abbiamo combattuto anche noi perché non abbiamo trovato altri cadaveri di nemici nelle stanze?"
"Semplice" iniziò a dire Claudio "Perché la maggior parte dei cadaveri, sempre dopo un determinato lasso di tempo, scompaiono… Ti immagini il casino che ci sarebbe in giro se non fosse così?"
"Ok, ok" disse la ragazza più serena in volto "Ho capito" poi, come fulminata dalla peggiore delle paure, chiese "Ma se anche il boss res… resp… Ricomparisse?"
"I boss non possono respawnare sta tranquilla" la tranquillizzò prontamente Alessandro.
"E credo che i loro cadaveri non scompaiano" aggiunse Nicolò con un sorriso soddisfatto in volto.
I ragazzi entrarono così in una grande sala con delle scalinate, ancora bianche nonostante i chiari segni di rovina, che portavano a una balconata superiore, circondata da un parapetto spezzato in alcuni punti, dove era presente una grande porta aperta. Quelle scale li separavano dal luogo in cui si era disputata la prima boss-fight di Last Soul Online. All'interno della stanza c'erano 10 coppieri: 4 affacciati al balcone superiore e 6 a difesa della scalinata. Il gruppo si fermò poco prima di entrare nella stanza.
"Perché non entriamo subito?" domandò Camilla.
"Uff…" sbuffò Roberto "Te l'ho appena spiegato! Qui siamo al di fuori della loro area di aggro quindi non ci possono attaccare e abbiamo tutto il tempo che ci serve per studiare un piano d'attacco!"
"Nico hai in mente qualcosa?" domandò Claudio all'amico.
"Mmm… Mmm…" mugugnò lui.
"Nico?" riprovò il ladro.
"Mmm… Mmm…" 
"Nicolò!" urlò infine.
"Mmm… Ah! Sì; ero immerso nei miei pensieri. Comunque sì, ho un piano. Allora i più pericolosi sono i quattro che si trovano sopra al balcone: potrebbero lanciare il loro acido di sotto mentre combattiamo quindi dobbiamo eliminarli in fretta ma quelli sotto ci precludono l'accesso al piano superiore quindi dovremo utilizzare un po' di cast: io e Camilla cercheremo di fare questo; nel mentre Claudio, Roberto e Alessandro dovranno vedersela con i 6 coppieri in basso e, il primo che riesce ad aver accesso alle scale, va a combattere quelli al piano superiore. Riccardo tu invece rimani fuori dal loro aggro e cerca di intervenire con incantesimi di cura o di difesa quando lo ritieni più opportuno. Va bene come piano?"
"Perfetto!" dissero gli altri 5 all'unisono.
"Vediamo chi riesce a salire le scale per primo?" domandò Claudio a Roberto con aria di sfida.
"Lo puoi dire ben forte!" accettò lui.
Il combattimento si risolse al meglio: nessuno riportò ferite troppo gravi e il piano andò a buon fine. Nella consueta sfida Claudio VS Roberto, questa volta, la vittoria l'aveva riportata il guerriero, ma solo perché il ladro era stato aggrato da 3 coppieri simultaneamente. I sei stavano riprendendo fiato quando, all'improvviso, Roberto gridò dalla balconata "Raga! Uno di loro ha droppato qualcosa!" Tutti volsero gli occhi rapidamente all'amico che si stava sbracciando e lo raggiunsero in un lampo. I ragazzi si disposero a cerchio e Roberto mostrò l'oggetto dal suo inventario.
"Coppa di Tharnas; coppa utilizzata come catalizzatore dai chierici ingaggiati dal padrone del castello di Tharnas. I chierici che utilizzavano questa particolare campana vennero assoldati dal padrone di Tharnas per proteggerlo durante uno dei suoi esperimenti arcani, ma il rigetto di tale incantesimo fu troppo potente e corruppe tutte le creature che all'epoca si trovavano nel palazzo"
"Molto interessante" disse Alessandro "Credete che il boss di questo dungeon potesse essere questo signore di Tharnas?"
"Può essere" osservò Claudio "ma potrebbe essere stato anche qualcos'altro"
"Però sappiamo una cosa ben più interessante" iniziò Nicolò "Sappiamo che ora ci muoviamo tra le rovine del palazzo di Tharnas"
"Ma perché è sepolto sotto terra?" domandò allora Riccardo.
"Questo non possiamo ancora capirlo" si limitò a dire il bardo.
"Vabbè in compenso, Riccardo" disse il guerriero rivolgendosi al chierico "hai guadagnato un nuovo catalizzatore"; e, dopo aver afferrato l'oggetto lanciatogli da Roberto, a Riccardo apparve la la domanda "Accetti il dono "Campana di Tharnas" da parte di Ziopio?", lui premette il tasto sì e provò a equipaggiarsi l'oggetto ma una scritta interruppe quell'azione: "l'oggetto è troppo consumato, equipaggiandolo si rischia di romperlo; equipaggiare comunque lo strumento?" Solo allora il chierico si accorse che in alto a sinistra nell'immagine dell'oggetto, disponibile nelle info di esso, c'era l'icona di un'armatura rovinata.
"Ah… Sarà meglio non equipaggiarla per il momento" decise Riccardo ad alta voce "Nella prossima città cercherò un fabbro da cui farla riparare e poi valuterò!"
"A questo punto non ci resta che esplorare l'ultima stanza" disse Nicolò avanzando verso il portone spalancato, accompagnato dal suono del bastone da passeggio che batteva per terra.
"Non sarà meglio che ti equipaggi la falce?" chiese Camilla guardando l'amico avanzare sicuro.
"Non credo che ci siano rivali nella stanza del boss" si intromise Roberto.
"Sebbene fosse aiutato dalle fanciulle corrotte, trovandosi all'interno di una boss-fight, nemmeno loro dovrebbero respawnare" chiarì Claudio.
I sei entrarono nella grande stanza di forma rettangolare in cui diverse candele emettevano una luce bluastra, al centro di essa di trovava un altare per sacrifici con sopra una tovaglia bianca sporca di sangue e, alle spalle di questo, dall'altra parte della stanza rispetto ai ragazzi, si trovava una porta più piccola già aperta. Ma l'attenzione della gilda venne subito attirata dai cadaveri che si trovavano per terra: 10 cadaveri di fanciulle con visi candidi e lunghi capelli neri che indossavano una tunica bianca sporcata qua e là di sangue e avevano, sul braccio sinistro, degli strani simboli a forma di spirale che arrivavano fino alla spalla;  poi un undicesimo cadavere, diverso da tutti gli altri: questi indossava un'armatura nera con un elmo che copriva totalmente il volto.
"Quella deve essere la sentinella del passaggio" osservò Riccardo.
"Già…" disse Nicolò avvicinandosi al cadavere.
Roberto e Claudio intanto osservavano i cadaveri delle fanciulle corrotte: notarono che le pupille erano completamente dilatate e che avevano, sul fianco destro il fodero per il pugnale.
"Quindi combattevano con la sinistra…" dedusse il ladro.
"E può essere che quei simboli sul braccio potenziassero gli attacchi o li buffassero in un qualche modo" aggiunse Roberto con la tipica espressione di chi, ancora confuso, cerca una soluzione ai suoi quesiti.
"Nicolò" grido Claudio all'amico "Hai trovato qualcosa di interessante?"
Il bardo stava ispezionando le braccia di quella creatura per vedere se anche lei avesse quei simboli spiraliformi. Non poteva rimuovere l'armatura quindi si doveva concentrare sui punti di articolazione dell'armatura dove traspariva un minimo di pelle. Osservò attentamente e li vide "Questo cadavere ha quei simboli su entrambe le braccia!"
"Quindi se la deduzione di Rob e Cloud è giusta è probabile che…" pensò Riccardo ad alta voce.
"È possibile cha questo boss utilizzasse una dual" concluse Alessandro mentre si massaggiava il mento con il pollice e l'indice, similmente a chi valuta tutte le implicazioni che possono assumere le sue parole.
"Avremo bisogno di conferme da parte dei componenti della prima linea…" disse allora Riccardo pensando all'assemblea alla quale avrebbero partecipato Claudio e Nicolò di lì a qualche giorno.
Camilla si avvicinò al corpo e l'osservò notando qualcosa di strano. Nicolò si voltò a guardarla e comprese subito la sua espressione, allora riguardò più attentamente il corpo… Gli stava sfuggendo qualcosa ma cosa?
"Allora… Può essere il signore di questo vecchio castello o no?" domandò Roberto.
"Non possiamo vedere oltre l'armatura; è difficile dire qualcosa di preciso" gli rispose Camilla ancora stizzita per quello che il guerriero le aveva detto in precedenza.
"Ah… Voi donne… Tutte uguali… Vi legate sempre le cose al dito…" sbuffò il combattente.
"Ma certo!" esultò Nicolò folgorato da quelle parole.
"Cosa c'è?" chiesero tutti incuriositi.
"Mi sfuggiva qualcosa ma non riuscivo a capire cosa… Ma ora ho trovato la risposta! Questa è una donna!" spiegò lui.
"È una donna?" ripeté confuso Alessandro.
"Ma certo! L'armatura è chiaramente quella di una donna!" disse Claudio trionfante accorgendosi che la deduzione dell'amico era corretta.
"Quindi lei è…" iniziò a dire Riccardo.
"Lei era la moglie del signore di Tharnas" concluse Claudio guardando verso Nicolò, il quale approvò le parole dell'amico con un cenno del capo.













Attraversarono il portale per il secondo piano che era ormai sera. Tra l’arrivo al dungeon e la sua esplorazione se ne era andata bene o male tutta la giornata. Appena varcata la soglia della piccola porta si trovarono all’esterno, col sole che ormai stava tramontando, in un piccolo cerchio di pietra sperduto su uno dei morbidi rilievi tappezzati di campi arati  che circondavano  un solitario monte alto, ad occhio e croce, circa ottocento metri. I rocciosi versanti di quest’ultimo erano scoscesi, praticamente sterili, ma si intuiva bene che vi era un passaggio, forse una strada simile a quella per arrivare alla grotta dei famigli, che portava alla cima. Dato che attorno a loro non c’era altro, dedussero che la città fosse arroccata lassù, sulla sommità del monte.
“ Speriamo in un qualche rutbo ragazzi” fece Riccardo “ sono sfinito”
“ Tranquillo, non sei l’unico” gli fece eco Nicolò 
“ Massì” esclamò un tranquillo Roberto “si arriva qui subito dopo una boss-fight ragazzi. Qualcosa c’è per forza!”
“ Non posso che darti ragione!” disse Camilla,  indicando un recinto poco più avanti, proprio a pochi passi dal sentiero che avrebbero dovuto percorrere, dove stavano brucando svogliatamente proprio una decina di quelle bestie.
Arrivati lì vicino trovarono l’ennesimo NPC dai tratti andini e vestiti di pelli, forse un pochetto più corpulento dei due precedenti, che fumava dall’immancabile pipa. A Quel punto Roberto ridendo disse:
“ Mamma mia! Sti qua gestiscono proprio un bel racket eh!” e si avviò a prendere una cavalcatura.
“ NO!” Claudio lo fermò subito distendendo il braccio davanti all’amico. Poi ghignando aggiunse “Ci penso io”
Il ragazzo, forte dell’abilità Lingua sciolta portata al 5, dopo una lunga trattativa tornò con tre animali ed un sorriso stampato in volto.
“ Due persone a somaro e saremo lassù in tre quarti d’ora, parola di noleggiatore”
“ E vedi il nostro ladro!” rise Alessandro “ Quanto gli hai lasciato?”
“ Sai? Quando ho interagito con lui oltre all’opzione di pagarlo per noleggiarli mi sono ritrovato anche quelle di “minaccia” e “tratta”. Mi sembra superfluo specificare quale ho scelto”
“ Conoscendoti lo avrai minacciato” il tono di voce della ragazza era di per sé apertamente un’accusa.
“ Mi sarebbe piaciuto, ma a dir la verità preferisco non farmi troppi nemici nelle zone cittadine” rise il ladro “morale della favola mille monete per tutti e tre. Anche se a dire la verità il prezzo di listino era di settecento monete, non di mille. Adesso in marcia, che ho sonno”
E montati a coppie sui rutbi si avviarono su per la salita, alla volta della città. 

Entrarono in quella che scoprirono chiamarsi  Mariedo verso le nove di sera dopo aver lasciato le cavalcature fuori dalla porta cittadina: un arco a sesto acuto bloccato da un portone in legno consunto, rinforzato da alcune piastre in metallo, che interrompeva la monotona cinta muraria alta sei\sette metri. Non la trovarono troppo dissimile da un tipico borgo medievale. Le Stradine strette, in un modo o nell’altro, davano l’impressione di essere perennemente in salita, le abitazioni erano di mattoni rossi ed una attaccata all’altra, i  negozi erano spesso indicati da un pezzo di legno penzolante sul quale era disegnato un qualcosa accompagnato dal nome dell’attività.  L’unico spazio in cui si riusciva realmente a respirare senza sentirsi oppressi dall’angusta atmosfera della città era la piazza centrale, in cui si trovavano una grande chiesa gotica, posta sul punto più alto del monte, una locanda e la bacheca delle quest. Quella era forse la città più piccola che avevano visitato fino a quel momento. Eccezion fatta per la chiesa, che probabilmente era poco più piccola del  santuario di Larmet, senza chiostro ovviamente, tutto il resto aveva un’aria minacciosa e cupa. Il fatto poi che la stessero esplorando di notte e che per le strade non ci fosse un’anima viva non aiutava certo a rendere il tutto più allegro. Decisero di evitare la locanda nella piazza, probabilmente la permanenza costava uno sproposito, e di pernottare in una davanti alla quale erano passati poco prima. La trovarono praticamente deserta, l’unico avventore era un NPC vestito di stacci sudici e giallini mezzo sbronzo con cui, se interagivano, continuava a mugugnare parole incomprensibili. L’oste, un omaccione pelato e con una profonda cicatrice su una guancia, affidò loro sei stanze per pochi spiccioli. 

 Claudio era salito al livello quindici e, poco prima di provare ad addormentarsi su quello che più che un materasso pareva essere un saccoccio pieno di gusci di noci, decise di dare un rapido sguardo alle sue abilità. Dopo i nemici sfidati in quei giorni si rese conto che necessitava di migliorare nell’arceria. Avere diversi stili di combattimento sarebbe stato più prudente, ed in più sarebbe riuscito ad adattarsi meglio alle diverse situazioni che potevano delinearsi sul campo di battaglia. Appena ebbe finito di distribuire i punti diede un rapido sguardo al menù delle abilità, leggendo distrattamente 
“Arceria: triplo scocco MAX; dardo perforante 3\5. Mano lesta: borseggiatore 3\5. Raggirare: lingua sciolta MAX, ricettatore 3\5. Furtività: passo felpato MAX; figlio della foresta 3\5; occhi del felino 2\5. Arte del pugnale:colpo potente MAX; fendente triplo MAX; doppia arma MAX, scoprire le debolezze1\5” 
Si sentiva parecchio soddisfatto per quell’ultima abilità, che gli permetteva di colpire con maggiore precisione i punti vitali di nemici che aveva già sconfitto una volta o sui cui aveva ottenuto abbastanza informazioni, e  per tutti quei “Max” che vedeva al fianco delle abilità, soprattutto di quello in doppia arma, che gli consentiva di infliggere il 100% dei danni anche con l’arma nella sinistra, però non riuscì a non provare rammarico per tutte qui campi che stava trascurando: Esperto di veleni e l’arte dell’omicidio su tutti, senza considerare poi la skill di cucina, che non trovava il tempo per livellare. Evocò Noisy, gli diede da mangiare e lo liberò nel cielo notturno, raccomandandogli di rimanere in città e di non provocare danni in giro. Tornò sul letto, lasciando la finestra aperta per far rientrare il famiglio  al temine della sua svolazzata notturna per incrementare l’agilità e la resistenza. Non fece in tempo a chiudere gli occhi che sentì bussare alla porta. Si alzò, cercò nell’inventario la chiave della stanza ed aprì. 
“Disturbo?” chiese Nicolò 
“ No, entra pure” rispose il ladro.
L’amico si accomodò sulla sedia di legno marcio ai piedi del letto, piantò il bastone da passeggio davanti a se e, con le mani poggiate su di esso, iniziò a dire “ In quanto gilda necessitiamo di un luogo di nostra proprietà, sai?” poi tastò il materasso “non mi piace ritrovarmi in queste catapecchie”
 “ Tranquillo” rise Claudio “ la gilda Vitriol diventerà presto un ricco gruppetto di sei ricchi player che vivranno in una ricca villa nel folto di una ricca vegetazione”
 Nicolò lo guardò torvo “ Se non sarai prima ricca-mente bastonato da gente che ne ha abbastanza delle tue battute”  poi scoppiarono entrambi a ridere.
“ Comunque, Claudio, sono qui per il discorso che abbiamo fatto a cena. Phones ti ha risposto?”
“ No, ci ha pensato River” fece una pausa “ Ha detto che la seconda boss-fight è stata una passeggiata e che si aspettavano maggiori difficoltà” sospirò “ abbiamo avuto solamente quindici perdite” il tono era a metà tra il sarcastico ed il triste
“ Porca miseria! Addirittura quindici?”
“ Già… poveretti…” Claudio si affacciò alla finestra, giusto in tempo per scorgere il suo Noisy planare a volo rasente sulla stradina sotto di loro, evitando le casse gettate a terra qua e là
“ Non pensarci … Luna sta bene, tranquillo”
“ Non è quello il motivo Nicolò … ” si spostò dalla finestra al letto.
 Sembrò volesse dire qualcosa, invece ricacciò in gola le parole e sospirò. Poi, dopo qualche attimo di silenzio, il bardo riprese la parola 
“ Per  le altre  cose che gli hai chiesto, invece?”
Claudio si riscosse, aprì il menù di gioco ed andò sulle chat. Continuando a scorrere con gli occhi il messaggio dell’amica iniziò a parlare
“ Allora: anzitutto conferma che il boss del piano uno combatteva in dual, poi dice che anche quello del piano due è stata una creatura umaniforme …”
“ Altre informazioni sul padrone di Tharnas?”
“ Non credo. Senti qui” cercò nell’immenso papiro che gli aveva inviato River una parte in particolare. Appena la trovò iniziò a leggere  
“Elmo nero di Fhue: Raddoppia gli Hp, riduce del 70% i colpi da urto ed aumenta notevolmente la difesa. Il danno oscuro subito viene però aumentato del 30%”
“ Parte di un set, sicuramente. Ed anche di un set molto da wall,  evidentemente” constatò Nicolò 
“ Già, se non si deve fronteggiare un arcanista però. Ed ora la parte interessante. Uno degli elmi speciali incantati  direttamente dal grande mago oscuro, reggente per conto di un re malaticcio del palazzo e delle terre del feudo di Thanas, ed affidato ai soldati della sua scorta personale. Si dice che anticamente questo elmo fosse immune alla magia oscura. Ora, chissà come mai, ne patisce effetti maggiori”
“ C’entra il rigetto oscuro descritto nella coppa. Sicuramente” Nicolò non aveva dubbi “ c’è altro?”
“ No”
“ E quel lunghissimo messaggio che ti a mandato cos’altro contiene allora?” chiese il bardo, colto un po’ alla sprovvista
“ Cosa hanno fatto lei e Phones in questi giorni, cosa hanno mangiato, quanti nemici hanno ucciso durante la battaglia, quando arriviamo in prima linea, che si stanno stancando di aspettarci, congratulazioni per la gilda fondata, chiede di vedere il logo, ecce ecce ecce …. Ah poi chiede cosa abbiamo fatto noi, mi ha raccontato che la cittadina in cui siamo ora non le piaceva per niente, ad eccezion fatta per la chiesa che ha anche visitato…” poi guardò un attimo il bardo, sorridendo
 “ devo continuare? Posso andare avanti per cinque minuti buoni”
“ Ma per carità!” proruppe l’amico in risposta “ Mi sono appena ricordato che devo andare a chiudere il gas. Sarà per un’altra volta” 
Claudio non fece in tempo a fargli notare che come scusa non reggeva, data l’assenza di tubature per il gas in quel mondo, che il bardo si era già dileguato.
Si mise a ridacchiare da solo e si distese sul letto, cercando di addormentarsi.

Nicolò chiuse dietro se la porta e si incamminò verso l'esterno della locanda; l'aria che si aggirava per i corridoi e per le stanze era insopportabile per lui. Quella città lo stava soffocando quindi decise di uscire dalle mura e di andare verso i limiti del monto, accompagnava la sua strada col suono del bastone e snocciolando qualche poesia di Montale. Giunse sull'orlo del monte e si sedette lasciando penzolare le gambe nel vuoto, poggiò il bastone alla sua destra e contemplò quell'immenso spazio davanti a se in cui si estendevano boschi e radure fino a giungere al limite del piano: un'immenso mare di nebbia in lontananza. Dopo aver contemplato, per un tempo che non riusciva a comprendere, quel panorama che l'aveva fatto sentire come l'eroe di Friederich decise di distribuire i suoi nuovi punti abilità (era salito di 4 livelli quindi aveva 12 punti da utilizzare):
-Musica--->Competenze musicali, grado 1;
-Scrittura--->Competenze di scrittura, grado MAX; Ammaliare, grado MAX; Compromesso, grado MAX;
-Artigianato Libri---> Fascicoletti, grado MAX; Foglie e Pergamene, grado MAX; Gazzettini, grado 3;
-Darkness---> Magie di livello 1, grado 3; Magie di livello 2, grado 3; Magie di livello 3, grado MAX;
-Alchimia---> Pozioni semplici, grado 3.
Soddisfatto per il level-up tornò a guarder quella meravigliosa notte finché non sentì alle sue spalle una voce familiare che diceva "Ma dì se vedo qui quello che fuori trasse le nuove rime cominciando: donne che avete conoscenza d'amore"
Lui si voltò stupito e distinse un ragazzo con i capelli ricci, la carnagione scura, gli occhi marroni e con una veste da monaco. Lo guardò un po' negli occhi e, riconoscendolo, ridendo si voltò verso l'orizzonte e dicendo "Non citare Dante se non conosci le parole esatte ahahahah"
"Lo sai che preferisco la letteratura inglese!" gridò l'altro ragazzo ridendo.
"Sapevo che ti avrei incontrato qui, Lorenzo" disse sereno Nicolò continuando ad osservare davanti a lui.
"La mia passione per i giochi di ruolo mi ha fregato ahahahah" rispose lui sedendosi accanto all'amico.
Lorenzo Storti era un caro amico di Nicolò, conosciuto durante le estati passate dai nonni. Aveva la stessa età dell'amico ma frequentava un liceo linguistico fuori Firenze. I due avevano condiviso parte dell'infanzia, spesa a esplorare le campagne durante il giorno e a giocare insieme la notte a carte, e la loro adolescenza costellata di ideali e sogni. Continuarono a condividere le loro estati anche quando si fidanzarono con Teresa e con Sofia con le quali si scontravano ripetutamente a partite di scopone nelle quali i due ragazzi perdevano sempre. I due fidanzati cercarono anche di varcare tutte le difese erette da Nicolò quando lui perse Teresa scalfendo solo la superficie. Ma i giorni trascorsi insieme Nicolò se li teneva stretti al cuore, non poteva dimenticare la prima risata dovuta a una barzelletta che Lorenzo gli aveva raccontato riguardo un cactus e Lorenzo non poteva dimenticare l'ultima lacrima che aveva visto versare a Nicolò nella notte dell'addio di lei. Era come se non si fossero mai divisi e quell'incontro ne fu la prova: erano lì, sereni, come se si fossero salutati il giorno prima.  
"La Sofia è anche lei…?" chiese Nicolò.
"No, no… Sai che a lei non piacciono questo genere di giochi" rispose Lorenzo fissando a sua volta l'orizzonte.
"Beh, è stata una fortuna…" 
"Già" si limitò a dire l'amico "Tu invece… Sempre innamorato della tua Teresa?"
"Già" si limitò a rispondere Nicolò "Mi manca fumare" aggiunse poi.
"A chi lo dici" disse Lorenzo.
Lorenzo e Nicolò avevano iniziato a fumare insieme una notte di San Lorenzo mentre esploravano il cielo con gli occhi alla ricerca di qualche stella cadente da insultare per i loro sogni mai avverati; ma, l'anno dopo, i due conobbero Sofia e Teresa, e nessuno di loro ebbe più il coraggio di arrabbiarsi col cielo.
"Come procede la tua avventura in questo gioco, Guido?" disse il bardo all'amico rivolgendosi a lui con il nome del più caro amico di Dante.
"Mah… Ti dirò Macbeth" rispose Lorenzo chiamandolo col nome dell'unico personaggio shakespeariano che apprezzava "Ho scelto la classe di monaco, sono al livello 15, viaggio da solo e mi sono chiamato Hamlaf. Tu invece?"
"Beh… Ho scelto la classe di bardo per dei motivi che sicuramente saprai,  sono al livello 14, sono a capo di una gilda insieme a un mio compagno di classe e mi sono chiamato Orpheus"
Si raccontarono dei loro viaggi delle loro compagnie e Nicolò gli confessò del suo ingesso volontario nel gioco al quale fece seguito una lunga risata e il commento "me lo dovevo aspettare da te". Parlarono tutta la notte fino alle prime luci dell'alba e mentre i due si rialzavano per tornare verso la città Nicolò disse a Lorenzo "Ascolta: ti piacerebbe entrare a far parte della nostra gilda?"

L’indomani si recarono da uno dei pochissimi fabbri di quella città, nei pressi della piazza principale, in modo poi da poter comodamente raggiungere altre botteghe utili per acquistare qualche oggetto e vendere quelli che droppavano i nemici più deboli o che trovavano in giro. Riccardo fece subito riparare la nuova arma, poi assieme a Camilla Roberto ed Alessandro rinforzarono le rispettive armi, per evitare che la troppa usura le facesse venir a meno nel mezzo di una battaglia,  acquistando inoltre alcuni set difensivi per le rispettive classi. Nulla di raro o eclatante,  però avrebbero aumentato le rispettive difese. Il look della maga e del chierico rimase bene o male invariato, dato che andarono subito in una sartoria e, dopo un breve dialogo con l’ NPC che gestiva l’attività, si fecero ricolorare i nuovi vestiti(tra l’altro molto simili a quelli che avevano prima, variavano solo per alcuni ricami che ricordavano dei viticci sulle tuniche) delle tonalità precedenti. La nuova armatura di Alessandro invece era composta da un busto in metallo foderato di un morbido cuoio, manopole, gambali, tutti decorati con un continuo motivo spiraliforme, ed un elmo che non copriva la faccia del barbaro, salvo una sottile striscia di metallo posta a protezione del naso, e due piccole corna da ariete. Roberto invece con la nuova armatura assomigliava tantissimo ad un guerriero templare, gli mancava solo la croce rossa sul petto. L’elmo era infine composto da una semplice fascetta in metallo che fungeva  come fermaglio per un cappuccio in maglia ferrata.
Nicolò, dopo aver fatto riparare il fragile attrezzo che utilizzava come arma e l’essersi reso conto che gli sarebbe costato una fortuna mantenerlo sempre al massimo delle capacità, si aggirò soprattutto tra i banchi dell’emporio cittadino, passeggiando con l’immancabile bastone,  acquistando 15 unità di pelle di capra, 5 di filo, tre ampolle, materiali per le pozioni, una lanterna, un acciarino ed una pietra focaia, interrompendo ogni cinque minuti per rispondere ad un messaggio ora inviatogli da Antigone, ora da Lesen. Forse era una sua impressione, ma gli pareva che gli NPC di quella città fossero tutti freddi e distaccati, lontani anni luce dai cordiali mercanti della città d’inizio o da quelli chiassosi di Rajudai. Si sorprese ancora una volta di quanta cura ci avesse messo l’ideatore del gioco nella sua opera.
Claudio si limitò a prendere una cinquantina di frecce, dato che le stava per finire, un veleno sufficiente per una decina di colpi, e fece riparare le armi. Erano rimasti d’accordo che sarebbero ripartiti da quella città nel primo pomeriggio, avevano ancora parecchia strada da fare e non era la migliore delle idee fermarsi a bighellonare troppo all’inizio del piano due. Il punto d’incontro era  fissato per l’una alla porta principale,  ed erano circa le dieci quando lui aveva finito quei pochi acquisti da fare. Decise che, piuttosto che tornare con gli altri, avrebbe fatto un giretto per la città. Fuori dalla città, ad essere più precisi. Moriva dalla voglia di vedere il panorama che si dispiegava davanti alle mura cittadine. Evocò Noisy, per avere un minimo di compagnia e, dopo qualche minuto di passeggiata, si ritrovò al portone. Girando attorno alle mura si ritrovò ben presto su una terrazza rocciosa, molto probabilmente ideata apposta come punto panoramico, sotto la quale si poteva vedere la strada principale del piano, che con ogni probabilità li avrebbe portati alle città successive, che serpeggiava tra le colonnette che avevano visto il giorno precedente, fino a perdersi all’orizzonte, quando si incontrava con una chiazza arborea. Sarebbero dovuti passare nell’ennesima foresta.
Stava ancora studiando la strada da fare che, all’improvviso, sentì un grigno ferino alle sue spalle. Si girò di scatto, switchando da “mano libera” ai pugnali. Non ci riuscì. “ Diamine, questa è aria sicura!” imprecò. Poi guardò cosa gli era apparso dietro. Era un grosso animale, molto simile ad un lupo, col pelo che variava dal rossiccio all’arancione e che in prossimità dell’attacco delle zampe al corpo principale creava un motivo simile ad una fiamma guizzante, che lo fissava coi suoi  occhi gialli, mentre  digrignava i denti. Noisy strinse ancora di più la spalla del ladro.
“ Scappa” gli fece “io lo attacco da destra, tu ti fiondi in città”
“ Ma stai scherzando?” gli rispose il ladro “quello ti sbrana!”
Non fecero in tempo a dirsi altro, il lupo partì all’attacco. Claudio non si mosse abbastanza in fretta per evitare la carica e, dopo meno di un paio di secondi, la bestia gli saltò addosso, lo buttò a terra ed iniziò a leccargli la faccia. Bloccato a terra e stordito  il ladro sentì un fischio, un “Roque” ed avvertì il peso della bestia sparire.
Si alzò da terra, si asciugò la faccia umida e aprì gli occhi. Non ci mise molto a capire cosa stesse succedendo e l’unica cosa che riuscì a dire fu:
“ Stronzo di un mago! Ho rischiato l’infarto!”
“ Buongiorno anche a te Ashel. Vedo che ancora non hai imparato a salutare” e scoppiò in una fragorosa risata
“ Maremma boia Phones!” gli urlò contro il ladro “questa me la paghi!”
“ Eddai, non è colpa mia” il ragazzo non riusciva a smettere di ridere “ il mio famiglio è un gran burlone, sai?”
Battibeccarono per quasi cinque minuti, poi il tutto si risolse in uno scappellotto sulla nuca di Phones. Poi Claudio chiese:
“Cosa ci fai qui?”
“ Ad essere sincero ti cercavo. Più che altro per passare un po’ il tempo. River è nella città iniziale a distribuire un po’ di risorse ai giocatori che sono rimasti lì, ed io non so cosa fare. I giorni successivi al completamento di un piano sono sempre una gran noia, sai?”
“ Già, lo dicevate l’altra volta…” poi guardò l’amico “ Questo piano non è molto grande, vero?”
 Phones scosse la testa “ Mariedo è l’unica città. Il resto è bene o male tutto così” indicò il panorama “le squadre di esplorazione non ci hanno messo troppo per trovare il dungeon finale, seguite il sentiero e ci sbattete la faccia contro, in pratica” sospirò.
Si trovarono ad osservare in silenzio i due famigli che si rincorrevano nel prato, rendendosi conto di che magnifiche creature fossero. Ora Roque cercava di afferrare Noisy, ora il pipistrello gli passava agilmente in mezzo alle gambe. Senza contare poi il fatto che i due si parlassero di quale cibo gli dessero i padroni e di cosa facessero quando questi li lasciavano gironzolare liberi, il che rendeva la scena vagamente surreale. 
“ Allora? Ti sono state utili le informazioni che ti ha mandato River ?” la domanda colse Claudio alla sprovvista
“ Beh… sì dai” bofonchiò lui “stiamo ricostruendo un po’ quello che è successo.” Lo guardò negli occhi “credo che siamo molto vicini alla verità”
“ Buon per voi” sorrise il mago “ma…”
“ Ma a te non interessa, giusto?”
“ Non così tanto” ammise il ragazzo “ ma ciò non vuol dire che non continueremo ad aiutarti. E ciò ci porta al secondo motivo per cui sono qui. Tieni”  
Claudio prese al volo l’oggetto che gli lanciò Phones
“ Questo lo rivoglio indietro eh” lo ammonì “ e no, non ti dirò come lo ho ottenuto, tanto lo capirai benissimo da solo”
Claudio non perse tempo ed iniziò a leggere la descrizione di quell’anello d’oro
“ Anello del sottomesso: anello d’oro lavorato dai mastri orafi di Rajudai e decorato con rune antichissime, probabilmente antecedenti all’epoca buia. Molto comune come dono di nozze. Garantisce al possessore il potere di evitare attacchi diretti da parte dei nemici” Claudio assunse un’espressione perplessa, chiedendo all’amico cosa si intendesse per attacco diretto.
“ Evita l’aggro di praticamente tutti i nemici. Funziona anche molto spesso. Non sempre, per carità, ma rende molto più facili gli scontri. Senza contare poi quanto sia fragile. È assolutamente impossibile abusarne, e questo è un po’ un peccato, sai” rise, poi aggiunse “Va avanti a leggere piuttosto”
Il ladro riprese a leggere a voce alta “Non tutto in queste terre può essere controllato. Non tutti possono essere facilmente sottomessi. A meno che non si abbiano i giusti mezzi, s’intende” Claudio fece una pausa, confuso da ciò che i suoi occhi scorgevano nell’ultima parte della descrizione “ Ma quando l’arroganza di un essere  malvagio è tale da provare a rilegare sotto il proprio giogo uno dei più grandi combattenti di sempre, neppure i più antichi incantesimo possono evitare che qualcosa vada storto”
Il ladro sospirò, cercando di dar un filo logico alle mille supposizioni che si stavano rincorrendo nella sua testa. Poi, dopo un paio di minuti tutto gli fu chiaro. Gran parte del tutto, almeno.
Mandò subito un messaggio a Nicolò, dicendogli di anticipare l’incontro e di raggiungerlo alla porta principale. Doveva renderlo partecipe delle informazioni racchiuse in quell’anello.
   
 
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