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Autore: Signorina Granger    03/09/2016    15 recensioni
INTERATTIVA || Conclusa
1944: Gellert Grindelwald rappresenta più che mai una minaccia e la Camera dei Segreti è stata misteriosamente aperta da circa un anno; nemmeno Hogwarts è un luogo sicuro.
Nella speranza di preparare i suoi studenti a ciò che potrebbe aspettarli dopo il Diploma, il Preside Armando Dippet convoca alcuni tra i suoi più talentuosi ex studenti per far seguire delle lezioni nuove, creando così una classe speciale formata dai più capaci studenti dell’ultimo anno.
Queste nuove lezioni li aiuteranno ad affrontare la crudeltà della vita vera?
Oppure anche i loro nuovi insegnanti si ritroveranno ad imparare qualcosa da loro?
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maghi fanfiction interattive
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Magisterium '
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Capitolo 1: Ritorno ad Hogwarts (Scelta OC)

 

6 Gennaio 1944

 

A Jane Prewett piaceva andare in treno… specialmente se si trattava dell’Espresso per Hogwarts, quella vecchia locomotiva che due volte all’anno la riportava a scuola e per altrettante volte la faceva tornare a casa, dalla sua famiglia.

L’unica cosa che non le era mai andata giù di quei viaggi in treno era che puntualmente ogni Settembre e ogni Gennaio non riusciva a trovare i suoi amici nei numerosissimi scompartimenti nei vari vagoni del treno.

La Tassorosso sbuffò sommessamente, continuando a camminare e voltando lo sguardo a destra e a sinistra nella speranza di intravedere qualche faccia amica nei vari scompartimenti, visibili dall’esterno grazie alle porte scorrevoli in vetro.

Ma dove si sono cacciati questa volta, nella cabina del macchinista?

Quei due ovviamente negavano sempre, ma Jane era sicura che lo facessero apposta a non farsi trovare… Se li immaginava chiaramente, rintanati in un qualche scompartimento a ridersela mangiando dolci e immaginandola intenta a cercarli colma di irritazione.  Immagine che in effetti corrispondeva alla realtà, ma Jane non teneva a farlo sapere a due tra i suoi più cari amici.

La ragazza si fermò all’improvviso, causando un mezzo scontro con qualcuno che camminava dietro di lei. Normalmente si sarebbe fermata a scusarsi, ma la sua attenzione era stata inevitabilmente catturata da due persone che avevano occupato lo scompartimento alla sua destra.

Ed eccoli lì, intenti a ridere, seduti accanto al finestrino uno di fronte all’altro e i sedili accanto a loro già mezzi ricoperti di dolci.
Non sbagliava un colpo, se si trattava di loro.

Jane si avvicinò e spalancò la porta, facendola scorrere con un gesto secco e restando in piedi sulla soglia, guardando i due zittirsi e voltarsi sincronicamente verso di lei.
Ne Amos ne Dante sembrarono cogliere l’espressione vagamente irritata che era comparsa sul volto della ragazza, perchè entrambi sfoggiarono due sorrisi allegri prima di salutarla:

“Jane, eccoti qui! Stavo per mandare Dan a cercarti.”

“Certo, ci credo. Mi spiegate perché ogni anno vi mettete nel punto del treno opposto rispetto al viaggio precedente?”

“Non lo facciamo apposta piccola Jane, è un caso...”

“E allora com’è che voi due vi trovate sempre in due secondi mentre io ci metto mezz’ora?”

La Tassorosso roteò gli occhi, entrando nello scompartimento e lasciando che la porta si chiudesse da sola alle sue spalle mentre si avvicinava ai due, lasciandosi scivolare sul sedile accanto ad Amos.

Dante le rivolse un gran sorriso e, anche se provò a non ricambiare, le sue labbra sottili si ritrovarono piegate leggermente all’insù quasi senza la sua volontà.

“Forse hai scarso senso dell’orientamento, Jane… Quanto a come noi ci troviamo sempre molto in fretta, non so spiegarlo.”

“Te lo dico io perché Dan, la vostra idiozia maschile funge da radar.”

Jane appoggiò il capo sulla spalla di Amos, sospirando e chiudendo gli occhi. Era immensamente felice di tornare a scuola, quelle vacanze erano state se possibili peggiori di quelle estive…

Vedere sua madre nervosa, terrorizzata e senza suo padre a tranquillizzarla era orribile… Come la consapevolezza di non poter fare assolutamente nulla per aiutarla, non ancora almeno.
Pochi mesi dopo però si sarebbe Diplomata, e allora le cose sarebbero cambiate… O almeno lo sperava. Le dispiaceva lasciare Hogwarts, significava non solo abbandonare la sua scuola e il luogo che le aveva fatto da casa negli ultimi anni… andarsene dal castello significava anche smettere di vivere in una bolla che non le faceva pensare alle guerra, non costantemente almeno.

“Che c’è Jane? Brutte vacanze?”

“Siamo nel 1944 Amos… Non esistono vacanze piacevoli. Per i maghi, per i Babbani… per nessuno.”

La Tassorosso tenne gli occhi chiusi, non sentendo alcuna risposta alla sue parole e avendo così la conferma che anche i suoi amici la pensavano allo stesso modo, anche se forse era l’unica ad avere il coraggio di dirlo ad alta voce.

Sentì il capo di Amos appoggiarsi contro il suo e la ragazza aprì gli occhi azzurri, ritrovandosi a guardare Dante che ricambiava il suo sguardo. Gli rivolse un debole sorriso e lui come sempre ricambiò, guardandola come se volesse aiutarla ma non sapesse come fare.

“Anche se intorno a noi tutto cade a pezzi, l’importante è stare uniti. Finché siamo con chi ci ama, niente può andare del tutto storto.”

Alle parole del ragazzo Jane non potè non sorridere, sapendo anche troppo bene da dove Dante avesse tirato fuori quelle parole:
“Questo chi l’ha detto Dan, tua madre?”

“No. Mio fratello Anthony.”     Il Grifondoro ricambiò il sorriso, facendo ridacchiare Jane mentre Amos alzò gli occhi al cielo, lanciando all’amico un’occhiata quasi rassegnata:

“Mi mancavano le tue citazioni Dan… Stare due settimane senza i tuoi aforismi di famiglia è stato quasi traumatico.”

“Falla finita Watson, dico quello che mi pare!”

                                                                    
Dante si abbandonò sullo schienale, prendendo una Cioccorana e scartandola mentre si metteva comodo, stendendo le lunghe gambe per quanto lo stretto spazio tra i sedili glielo permettesse e impedendo così ai due amici di muoversi, causando sonore proteste da parte di Amos.

Jane invece sorrise, quasi non ascoltando i battibecchi tra i due e pensando a quanto Hogwarts e di conseguenza i suoi amici le fossero mancati.

                                                                              *

“Un giorno o l’altro mi spiegherai perché vai in giro con quell’affare? Non ti ho mai visto usarla.”

Seduto comodamente sul sedile accanto al finestrino e il capo appoggiato sul vetro, Antares Black rivolse un’occhiata accigliata al ragazzo che era seduto di fronte a lui, facendolo sorridere appena:

“Dici questa? No, in effetti non la uso… Ma lo sappiamo solo io e te, infondo.”

Rodericus indicò la pipa che, come sempre quando non era costretto ad indossare la divisa, aveva infilato nel taschino del panciotto viola.

Antares non disse nulla, limitandosi ad alzare gli occhi al cielo e decidendo di lasciar perdere: conosceva Rodericus Lestrange da una vita, ma a volte proprio non lo capiva.

“Non fare quella faccia Black, lo sai come la penso… E’ tutta…”

“Questione di scena, lo so. Certo che so come la pensi, ti conosco da ben prima che tu cominciassi a metterti quegli affari assurdi!”

“Si chiamano panciotti, ignorante!”     

“Scusa se non sono un esperto di moda Babbana, Rod. Sai, la mia famiglia non si interessa molto a quel frangente… Nemmeno la tua a dire il vero, ma tu sei un caso a parte.”

Antares rivolse al suo più vecchio ed eccentrico amico uno sguardo esasperato e divertito allo stesso tempo, ormai abituato alle manie di Rod decisamente strane agli occhi di tutti, delle loro famiglie in particolar modo.

“Non è una novità, la mia famiglia l’ha capito più di sei anni fa, quando invece che a Serpeverde mi hanno smistato a Grifondoro.”

“Sei fortunato in realtà, ai miei genitori sarebbe venuto un infarto… I tuoi invece non hanno reagito troppo male, non sono poi così chiusi infondo.”

“Se intendi che non hanno cercato di suicidarsi o non mi hanno rinnegato… Allora sì, direi che non l’hanno presa troppo male.”

                                                                                    *

“Occhio alla testa!” 

Isabella si voltò, chinandosi giusto in tempo per evitare di finire decapitata da un baule volante che l’aveva sfiorata per pochi cm.
Sentendo il baule atterrare con un tonfo dietro di lei, la Caposcuola rivolse un’occhiata esasperata in direzione di una delle sue migliori amiche, che le si stava avvicinando con un sorriso stampato in faccia e l’aria allegra tipica da primo giorno dopo le vacanze… che sparisce sempre all’alba del secondo giorno:

“Ciao Bree… Cerchi di ammazzare qualcuno con quel baule?”

“Non fare tante storie Bella, non faccio male a nessuno… Ti sono mancata?”  
Brianna si fermò davanti all’amica, sorridendole mentre intorno a loro la Sala Comune di Corvonero era gremita di studenti che correvano a destra e a sinistra per sistemare i bagagli prima di cena.

Isabella non potè non ricambiare il sorriso, annuendo con un cenno del capo prima di abbracciarla:

“Si, certo… E ti sarei grata se non mi schiaffassi un baule in faccia.”

“Tranquilla, non ho intenzione di rovinarti i connotati… Ma non mi andava di spostarlo senza magia, pesa un quintale!”

“Ci credo, con tutte le cose che ti porti sempre via! Ma ora leviamolo da qui, è d’intralcio.”

Brianna lanciò un’occhiata oltre le spalle della rossa, cogliendo distintamente un ragazzo del sesto anno che inciampava sul suo baule e imprecava sonoramente per essersi fatto male al piede.

“Si, non è una cattiva idea… Andiamo, sto morendo di fame e non voglio fare tardi per la cena!”

Brianna sorrise, dando un colpetto sulla spalla dell’amica prima di superarla e avvicinarsi al suo baule, seguita a ruota da Isabella.

“Scusa se te lo domando Bree… ma che cavolo ti sei messa oggi?”    Mentre spostava il baule insieme all’amica e cercava di non finire addosso a qualcuno camminando all’indietro, Bella lanciò un’occhiata scettica in direzione della compagna, accennando alla cintura a vita alta che Brianna si era infilata sopra alla camicia o agli orecchini pendenti che portava.
La mora sbuffò, scrollando le spalle con nonchalance, ormai era abituata a domande simili:

“Odio questa divisa, il minimo che posso fare è aggiungere qualcosa di personale! Ma non ti dà fastidio l’essere vestita ogni giorno come tutti gli altri?”

“Onestamente? No, ma so quanto a te dia fastidio essere come tutti gli altri… Occhio al gradino, non voglio uccidermi prima del Diploma!”

“Io invece non voglio uccidermi prima della partita tra Corvonero e Grifondoro, quindi siamo pari.”

                                                                                    * 

Respirò profondamente prima di entrare, superando la porta spalancata e fermandosi sulla soglia della stanza.
Non era mai entrata prima d’ora… aveva visto quella bellissima porta di legno massiccio intagliato moltissime volte, ma nient’altro: in sette anni non le era mai capitato di entrare nell’aula insegnanti della scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, e solo un mese prima avrebbe detto che non sarebbe mai successo.

Eppure era lì, in quel tardo pomeriggio. Charlotte Selwyn fece correre i grandi occhi verdi sulle persone già sedute sulle sedie disposte a semicerchio, riconoscendo diversi volti familiare che non vedeva da molti anni.

C’erano i suoi stessi ex insegnanti e gli occhi dell’Auror si soffermarono, per un istante, su Albus Silente. Era seduto accanto a quello che senza dubbio era Horace Lumacorno, l’indimenticabile professore di Pozioni famoso per i suoi favoritismi per nulla mascherati.

Lo sguardo di Charlotte si posò su una faccia decisamente familiare e un debole sorriso le risultò spontaneo nel riconoscere un volto amico.
Regan probabilmente si sentì osservato, perché alzò gli occhi per posarli dritti su di lei, sorridendo con calore e alzando una mano nella sua direzione come a volerla salutare e invitarla ad avvicinarsi.
La sedia accanto a lui era vuota e Charlotte non se lo fece ripetere due volte, puntando dritta nella sua direzione con sollievo: la sola idea di sedersi vicino a Lumacorno la terrorizzava, benché avesse affrontato di tutto negli ultimi anni.

Quando gli fu vicino Regan le sorrise, salutando l’ex compagna di scuola:

“Signorina Selwyn, come sta?”

“Evita di darmi del Lei Regan… Tua moglie mi aveva accennato che Dippet volesse trascinare anche te in questa follia, ma non pensavo avresti accettato.”

L’uomo si strinse nelle spalle, passandosi una mano tra i lisci capelli castani mentre nella stanza facevano il loro ingresso gli altri professori, ovvero alcune tra le persone che avevano contribuito a rendere loro la vita difficile fino ad un decennio prima.

“Mi piace il mio lavoro, ma l’idea di cambiare per un po’ non mi dispiaceva… Si tratta solo di pochi mesi dopotutto, sarà un modo per rendersi utile. Non ti piace l’idea di fare la prof per un po’? Ti vedrei benissimo come professoressa cattiva!”

Regan sorrise, guadagnandosi un’occhiata torva da parte di Charlotte che si strinse appena nelle spalle, abbassando lo sguardo:

“Beh, sai com’è. Era o questo o continuare con la “terapia”, e io non sono una fan di quelle cose. Mi ci vedi stare con le mani in meno in questa situazione? Almeno qui farò qualcosa di utile, più o meno.”

Regan le rivolse un’occhiata comprensiva, annuendo appena con il capo:

“Si, ho sentito… Mi dispiace. Ma almeno ci sono io! Guarda il lato positivo, poteva capitarti qualche ex compagno di scuola odioso!”

L’ex Serpeverde sorrise allegramente con tutta l’intenzione di tirare su il morale all’amica nonché collega di sua moglie, che si accigliò per un attimo mentre i suoi occhi si posavano sulla soglia della stanza, dove aveva appena fatto la sua comparsa un loro coetaneo piuttosto alto e con i capelli scuri.

“A proposito di ex compagni di scuola… Non ti sembra di aver già visto quel tipo?”

“In effetti sì… Anzi, ci metto la mano sul fuoco che è…”


“William Cavendish!”


Imprecò mentalmente ma si sforzò di sorridere alla fonte della voce, accelerando considerevolmente il passo per sfuggire a Lumacorno e prendere posto, limitandosi a rivolgere al suo ex insegnante un cenno di saluto: l’ultima cosa di cui aveva bisogno era sentire ancora una volta le manfrine del Direttore della sua ex Casa.

Prese posto su una sedia vuota decisamente lontana dal suddetto insegnante, mentre Dippet aspettava che fossero tutti presenti per iniziare a spiegare per bene che cosa ci facessero dei volti nuovi e decisamente più giovani nella sala insegnanti.

Gli occhi di William vagarono sui suoi ex professori, cogliendo qualche volto nuovo prima di soffermarsi con lo sguardo su due suoi coetanei che lo osservavano a loro volta come se stessero cercando di riconoscerlo.

“Ma certo, è Will Cavendish!”   L’uomo sorrise alla giovane donna seduta accanto a lui, permettendo a William di riconoscerlo perfettamente grazie alla voce allegra e al sorriso.

Regan Carsen aveva un anno in più di lui, ma erano stati Smistati entrambi a Serpeverde e avevano avuto modo di conoscersi bene anni prima.

William rivolse un cenno di saluto all’ex compagno di Casa, che ricambiò allegramente mentre la giovane donna seduta accanto a lui mormorò qualcosa mentre riportava lo sguardo su Dippe:

“Ah certo, come ho fatto a non riconoscerlo…”

Will inarcò un sopracciglio, trovando la voce leggermente familiare così come i grandi occhi verdi… probabilmente avrebbe chiesto spiegazioni per il tono vagamente scettico della donna, ma il Preside scelse proprio quel momento per iniziare a parlare e l’uomo non ne ebbe il modo, costretto a stare in silenzio per non sfigurare davanti ai suoi ex insegnanti… il pensiero che ora più che ex insegnanti erano suoi colleghi era decisamente strano, lo faceva quasi sentire vecchio… Ma infondo aveva accettato la proposta di Armando Dippet di sua spontanea volontà, più per interrompere la routine e fare qualcosa di diverso che per reale desiderio d’insegnare.

In parole povere per i successivi cinque mesi avrebbe nuovamente vissuto ad Hogwarts mentre intorno a quelle mura la guerra infuriava l’Europa intera… Per qualche motivo, aveva la strana sensazione che alla fine di quel periodo non sarebbe stato lo stesso che era entrato in quella stanza poco prima.

                                                                        *

Complimenti, sei veramente un mito! Arrivare tardi alla primissima “riunione”, degno di te!

Lyanna sbuffò, maledicendosi mentalmente mentre percorreva il corridoio a passi svelti, dandosi da sola dell’idiota: ma come diamine aveva fatto a dimenticare la strada per la sala insegnanti? Ovviamente non c’era mai entrata mentre studiava ad Hogwarts, ed era passato un bel po’ dalla sua ultima visita al castello…

Ricordava chiaramente la strada per arrivare alla Torre di Corvonero, ma aveva completamente rimosso come arrivare a quella dannatissima sala.  Era strano pensare che da quel momento avrebbe potuto entrarci quando voleva e passare il tempo lì… Un anno prima non si sarebbe mai aspettata una cosa simile, ma in fin dei conti erano cambiate moltissime cose negli ultimi 12 mesi.

Una morsa fastidiosa si formò sulla sua gola e sul suo stomaco, facendola deglutire a fatica mentre continuava a camminare nel corridoio familiare.

Insegnare ad Hogwarts non era di certo il suo sogno quando studiava tra quelle mura… Ma la proposta del Preside era stata quasi una benedizione e non aveva proprio potuto rifiutare, visti i recenti avvenimenti.

Lyanna si costrinse a non pensare a cosa succedeva oltre i cancelli di Hogwarts, almeno per un’ora, mentre si fermava davanti alla porta chiusa della sala insegnanti. Sospirò, maledicendo la sua sfortuna per averla fatta arrivare tardi proprio in quell’occasione prima di alzare il braccio e bussare timidamente alla porta, intuendo che Dippet si stesse chiedendosi dove accidenti fosse finita la nuova Professoressa di Medimagia.

La porta si spalancò magicamente e Lyanna si sforzò di sorridere alle numerose persone che avevano posato gli occhi su di lei, facendo un passo per entrare nella stanza.  

Voglio scavarmi la fossa

Il sorriso rassicurante di Silente attenuò considerevolmente la sua voglia di sotterrarsi prima di rivolgersi a Dippet, che le sorrise a sua volta salutandola e invitandola gentilmente a sedersi.

Lyanna si lasciò scivolare su una sedia vuota, sospirando debolmente e appuntandosi mentalmente di imparare di nuovo a memoria il castello per evitare ulteriori figuracce in futuro proprio mentre il Preside riprendeva a parlare:

“Bene, ora che ci siamo tutti posso inziare… C’è qualche volto nuovo tra noi, o almeno per così dire visto che i nostri gentili ospiti sono ex studenti. Come ho già accennato ad Albus e ad Horace, durante le vacanze di Natale ho avuto il tempo e il modo di elaborare e mettere in pratica un’idea che avevo da un po’ di tempo e che spero condividerete. Credo che dobbiamo preparare maggiormente i nostri ragazzi a cosa li aspetta, specialmente di questi tempi non proprio felici per tutti noi… E chi può aiutarli meglio di alcuni tra i nostri più talentuosi ex allievi?”

 

 

 

 

 

 

………………………………………………………..
Angolo Autrice:
 
Penso sia inutile dire che mi dispiace moltissimo di avervi fatto aspettare tanto… Chi mi conosce sa che in genere ci metto molto meno ad aggiornare, prometto che per i prossimi capitoli non dovrete aspettare più di una settimana.
Grazie a tutti per le schede, mi spiace per chi non è stato scelto ma come mio solito ho preferito non scegliere un numero troppo elevato di personaggi per potermi concentrare meglio su ogni OC.
Ad ogni modo… Spero che questa breve presentazione degli OC vi sia piaciuta, grazie a chi mi ha mandato le schede!
Devo dire che questa volta mi avete veramente fregata, ero convinta che mi sarebbero arrivati pochi OC nelle vesti di insegnanti, quindi avevo “programmato” solo qualche materia… Invece me ne sono arrivati parecchi, scegliere è stata una vera impresa.

Ho una richiesta per gli autori degli Oc insegnanti: avrei bisogno che mi diceste se il vostro personaggio ricopriva un qualche ruolo quando andava a scuola o se per caso era nel Lumaclub, cose del genere.
Se il vostro OC in questo capitolo non vi è piaciuto fatemi sapere!

Vi metto qui sotto, infine, la lista degli OC con i PV

 

Studenti

Rodericus Lestrange, Grifondoro

Brianna Sparkle, Corvonero, Cercatrice

Isabella Burton, Corvonero, Caposcuola

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Dante Julius, Grifondoro, Portiere

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Antares Black, Serpeverde, Caposcuola, Portiere

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Amos Watson, Tassorosso, Cercatore

Jane Prewett, Tassorosso

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Professori

Charlotte Selwyn, 27 anni, ex Corvonero

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Regan Carsen, 28 anni, ex Serpeverde, Insegnante di Veleni e Antidoti

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Lyanna Goblets, 31 anni, ex Corvonero, Insegnante di Medimagia

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William Cavendish, 27 anni, ex Serpeverde, Insegnante di Difesa avanzata

OIP

 


E’ tutto, a presto!

Signorina Granger

   
 
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