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Autore: Betulini2000    04/09/2016    1 recensioni
El secreto de Puente Viejo- Anno 1938. La famiglia Castro Castañeda vive felice e serena a Cuba, il tempo è passato in fretta ed Esperanza e Beltrán sono ormai grandi. All’Havana sono contenti, ma Puente Viejo attira come una calamita. Hanno bisogno di chiarire tutti i dubbi che abitano nella loro mente e, non potendo resistere al desiderio di scoprire quali segreti nasconde il paesino spagnolo, metteranno a rischio il loro. Lanciandosi in questa grande avventura, riusciranno a mantenere il segreto più grande? O verranno scoperti da chi in passato ha fatto tanto male ai loro genitori?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maria Castañeda, Martin Castro, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le fotografie erano davvero incantevoli, esprimevano a pieno le emozioni che provavano stando l’una con l’altro. Juanita aveva procurato una copia per ognuno, come ricordo della bellissima serata trascorsa insieme ed in più aveva sviluppato anche una che ritraeva lei e suo fratello nel bel mezzo della piazza.
“grazie mille, amica mia. Sono stupende”
“ci pensi tu a dare a Manuél la sua copia?”
“certo, sono proprio diretta a casa sua. Devo approfittare dei pomeriggi liberi”
“ti piace lavorare lì?”
“si, mi rende felice. È bello vedere tanta gente, conosciuta e non, che si rilassa per un po’. Mi ricorda il viaggio sul transatlantico che mi ha portata in Spagna. Ho conosciuto tante persone su quella nave, pensa che una vecchietta mi ha invitata a casa sua, in Italia”
“ci andrai?”
“forse. Mi piacerebbe, però. Vorrei conoscere tanti posti nuovi”
“viaggeresti per il resto della vita?”
“no, il mio vero sogno è un altro. Conosco tante lingue, ho studiato molto fino ad oggi, ma non so perché fin da piccola sogno di poter aprire un’attività come quella di Emilia ed Alfonso. La gestirei con la mia futura famiglia, sai vorrei avere almeno tre figli.”
“con Manuél?”
“niente mi renderebbe più felice. Tu invece? Quali sono i tuoi programmi per il futuro?”
“ho ereditato la passione di mio padre per la fotografia, mi piacerebbe aprire uno studio tutto mio. Poi ho notato che anche tuo fratello è affascinato da quest’arte, potremmo lavorare insieme se lui lo volesse”
“credo che per te sarebbe disposto a tutto. Ti ama per davvero”
“anche Manuél ti ama, si vede da come ti guarda. Attraverserebbe l’oceano con te se solo glielo chiedessi. Pensi che tornerai a Cuba?”
“prima o poi si”
“ma hai detto che lì non hai famiglia”
“sono confusa, non ho ancora preso una decisione al riguardo” in realtà sapeva benissimo che sarebbe dovuta tornare, non avrebbe mai potuto lasciare lì i suoi genitori ed i gemelli.
“mi mancheresti tanto”
“anche tu. Adesso però mi conviene incamminarmi verso il Jaral” si salutarono e lei si diresse verso la tenuta, nella quale non era mai entrata. Sapeva che dopo l’incendio era stata ricostruita esattamente come era prima, e non vedeva l’ora di vedere la casa. Si trovava più o meno a metà strada quando sentì un urlo.
“ahi, che dolore” si girò e trovò una signora di mezza età seduta sul ciglio della strada che si massaggiava una caviglia, corse subito nella sua direzione.
“signora, si è fatta male?”
“credo di aver preso una storta alla caviglia.” Affermò con il viso contratto dal dolore.
“a giudicare dalla vostra espressione dolorante, potreste anche esservi rotta qualche osso. Sarà meglio che vi accompagni dal dottore”
“ma no, ora mi alzo. Puoi stare tranquilla.” Esperanza iniziò a raccogliere le arance che si erano sparpagliate per terra e, una volta rimesse tutte nella cesta, aiutò la sconosciuta ad alzarsi. La prese da sotto il braccio per facilitarle l’operazione e, così facendo, sentì un delicato odore di rose provenire dal suo collo. Era Pía, ne era certa.
“non insistete, adesso vi accompagno dal dottor Moliner.”
“grazie mille, sei davvero una brava ragazza. Come ti chiami?”
“Felicidad”
“non ci credo, sei quella Felicidad? Quella che mio figlio non fa altro che nominare?” la fanciulla rise.
“penso di si.”
“ora capisco perché Manuél ti adori, sei davvero bella, educata e dolce”
“vi ringrazio per i complimenti, ma adesso è meglio andare al dispensario” avanzarono molto lentamente, a causa dello zoppicare di Pía, e impiegarono più i un ora per giungere a destinazione. Alla fine non era altro che una semplice distorsione ed era bastata una fasciatura per farla stare meglio. Roque passò a prendere sua moglie quella sera all’imbrunire ed Esperanza si rese conto che ormai era tardi per andare da Manuél e per vedere il Jaral. “sarà per un altro giorno” pensò “almeno la mia futura suocera mi adora”.
 
La mattina dopo Manuél passò dalla locanda per salutare Felicidad e ringraziarla di aver aiutato sua madre. Se lo aspettava da una come lei. La forestiera gli consegnò la foto scattata alla festa del bestiame e poi lui si diresse verso casa, con l’intenzione di incorniciarla e metterla in camera sua, proprio sul comodino accanto al fermaglio che lei stessa gli aveva regalato. Aveva una vera e propria adorazione nei confronti della cubana, la venerava perché la riteneva la cosa più bella che gli fosse capitata. Nei giorni precedenti aveva fatto molta attenzione a non rimanere solo per più di qualche minuto, ma la macchina era rotta ed il calesse l’avevano preso i suoi genitori per un breve viaggio di lavoro, così era costretto ad andare a casa a piedi e da solo, visto che non voleva scomodare qualcuno per accompagnarlo. Nonostante tutto, si sentiva abbastanza tranquillo. Ad un tratto ricominciò a sentire dei rumori tra i cespugli circostanti, ed andò a controllare se ci fosse qualcuno. Niente, non c’era nessuno in mezzo agli arbusti.
“è un vero piacere fare la tua conoscenza” si voltò e vide un uomo biondo, con gli occhi azzurri come i suoi, ma più basso e con una folta barba.
“e voi chi siete?”
“come, non mi riconosci? Sono Fernando Mesía … tuo fratello”
 
   
 
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