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Autore: Tsuki 96    06/09/2016    1 recensioni
Mary non solo non ha ancora trovato pace al suo animo travagliato da eventi passati e un posto a cui sentire di appartenere: Laito è impazzito e se inizialmente era riuscita a moderare la sua preoccupazione, dopo più di tre mesi di coma da parte del vampiro non sa più che pesci pigliare; e i fratelli non sono altro che insensibili scansafatiche.
Yui fa del suo meglio per rallegrarla e aiutarla, ma non sa che sotto lo sguardo pensieroso e ansioso della nuova amica si cela ancora quello spirito che non si arrende di fronte a nulla.
Mary infatti nutre ancora speranza, non si dà per vinta; ma i problemi non finiscono lì: altri avvenimenti stanno per accadere, e c'entrano quattro vampiri già incontrati mesi prima.
E incubi, fantasmi del passato non le danno tregua, continuando a torturarla nel profondo.
(NdA: Presenza di personaggi appartenenti al seguito del videogioco, Diabolik Lovers More Blood.)
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
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Chapter 40

 

Per una buona volta nella sua vita, il sonno di Mary fu solo un susseguirsi di tonalità scure di blu, come se si trovasse negli abissi di un oceano, interrotto ogni tanto da un flash rosso che proveniva da sinistra; fluttuava con il corpo rilassato e la mente vuota da ogni pensiero: ricordava solo il suo nome, null’altro, godendo della pace dei sensi.

Eppure, più cominciava a calare nelle profondità violacee e buie, più nella sua mente cominciavano a riecheggiare delle voci, sempre più familiari; percepiva una sensazione farsi largo nel suo cuore, come se si rendesse conto di essere priva di qualcosa di molto importante: la vita.

Allora finalmente riconobbe chi la chiamava, chi urlava, chi piangeva, chi rideva.

 

 

Aprì gli occhi, o meglio, l’occhio, lentamente, come se fosse stata una mattina come tutte le altre; con la differenza che giaceva sì in posizione supina, ma con la testa girata sul lato destro: vedeva solo il cuscino bianco, odorante di sapone e disinfettante, e una piccola parte della stanza in cui si trovava… in più, quello che le parve per un momento un ciuffo di paglia dorato.

Si chiese perché vedesse buio dall’occhio sinistro, provando a chiudere un occhio e tenendo aperto l’altro, prima di considerare che forse quella non era paglia, ma ciocche di capelli biondi; infatti, percepì un corpo sdraiato accanto al proprio, con le braccia avvolte alla sua vita, la testa accoccolata contro il suo collo e il respiro che le solleticava la pelle.

- Shuu… - provò a chiamarlo; uscì una voce sottile e acuta, quasi un fischio.

Il vampiro accanto fu comunque in grado di udirlo e si mosse un po’ bruscamente rispetto alla sua usuale calma lentezza: la mezza strega girò appena il capo per alzare lo sguardo sul viso del bel biondo che si era sollevato sulle braccia, alzandone una per accarezzarle la guancia; nei suoi occhi color oceano lesse preoccupazione, sollievo e amarezza mista a spavento.

- Scricciolo – mormorò con tono basso e incrinato da quello stesso mix di emozioni.

Una porta s’aprì e si richiuse, seguita dal rumore di passi affrettati verso di loro.

- Si è svegliata? – Mary riconobbe Theo, ansioso e impaziente, e con la coda dell’occhio lo vide spuntare sulla sua destra – Cho-hime…! – abbozzò un sorriso e solo in quel momento la ragazza si rese conto che aveva gli occhi gonfi e le labbra screpolate.

Al mago le labbra si screpolavano solo quando provava intense sofferenze per qualche spiacevole accaduto; la mezza strega rifletté su quale potesse essere il motivo e finalmente tutti i ricordi le si riordinarono cronologicamente nella memoria, riaffiorando impietosamente.

Si alzò di scatto solo per tornare giù con un dolore lancinante al corpo.

- Non devi muoverti… sei ancora in fase di rigenerazione – le disse Shuu, sistemandosi meglio sul bordo del letto e posando le mani sulle sue spalle; nonostante la voce severa, la sua espressione rimase uguale e Theo quasi piegò gli angoli della bocca in una smorfia amara, tanto che il solito sorriso sembrò ancor più forzato e tragico.

- Cho-hime… - la chiamò, tentando di confortarla; dopotutto solo lui e Mark potevano capirla e condividerne il dolore, sia per la perdita di Morten, sia per il sacrificio di Ryan.

- Non sono più la Principessa Farfalla – sibilò acidamente Mary, voltandosi dall’altra parte, sentendosi strozzare da un groppo alla gola e pungere l’occhio dalle lacrime che si erano preparate a sgorgare nuovamente.

I due ragazzi si scambiarono un’occhiata, poco sorpresi da quella reazione; l’amico sospirò e la guardò pieno di compassione, mentre il vampiro si piegò verso il comodino per prendere in mano qualcosa.

- In verità, una è rimasta – le rivelò, facendola girare con l’occhio spalancato e incredulo.

Nel palmo della sua mano a coppa, una piccola farfalla verde sbatteva lentamente le ali ormai parzialmente inesistenti; la piccola creatura fremeva, sofferente e in fin di vita: la fanciulla sentì le labbra tremolare, commossa alla vista della piccola amica, e rivolse uno sguardo supplicante a Theo affinché l’aiutasse a mettersi seduta.

Con un po’ di fatica e tanto dolore lungo gli arti e la colonna vertebrale (e con il certo e terrificante rimprovero da parte di Elena), Mary venne appoggiata di schiena contro la testata del letto; riuscì a guardarsi intorno e riconoscere che fosse una delle poche stanze singole dell’infermeria all’interno del rifugio e diede anche un’occhiata al suo corpo: era tutto completamente bendato, dal collo alla punta dei piedi, e solo la coperta forniva ulteriore copertura delle sue forme, oltre a una fascia di stoffa per il petto. Dedusse che anche il suo occhio sinistro fosse stato fasciato in modo opportuno, a causa dell’ustione.

In quel momento non fece tanto caso al suo pudore, anche se probabilmente in altre condizioni avrebbe fatto lo stesso, dato che erano solo presenti Shuu, suo marito, e Theo, il miglior amico che guardava sempre e solo in faccia le donne compresa lei, se non strettamente necessario; la sua attenzione era completamente rivolta alla farfallina che il bel biondo fece scivolare delicatamente dalla sua mano a quelle dell’amata, la quale osservò con tanto amore e tristezza la creaturina.

Dopo alcuni minuti che sembrarono ore di silenzio, chiese:

- Come sta Ficchan…?

Sentì Theo inspirare profondamente ed espirare di colpo, ravviandosi i capelli con un gesto incerto: mormorò che la minuta strega fosse rimasta accanto al fratello per tutta la notte, con la testa sul suo grembo ed accarezzandogli i capelli con sguardo vitreo, quasi in modo meccanico; il respiro di Mary ebbe un tremito e si massaggiò il collo istintivamente, per sopprimere un altro groppo alla gola.

Fu strofinandolo che si accorse di un dettaglio che non quadrava, tra i tanti che ancora aveva da constatare: le dita scivolarono dietro, sfiorando i capelli e afferrandone una ciocca, lungo il quale i polpastrelli scivolarono per un brevissimo tratto, incontrando il vuoto appena poco sopra le spalle.

Sgranò gli occhi, puntandoli sulle due figure maschili che non poterono far altro che distogliere lo sguardo, incapaci di dirlo a voce; la fanciulla con mani tremanti si ravviò i capelli, confermando che fossero corti: dovevano essersi bruciati tra le fiamme di quella creatura demoniaca, ma certamente le erano stati anche tagliati per conferirci il miglir aspetto possibile.

- Elena-san te li ha sistemati mentre ti bendavano l’addome… - parlò finalmente Theo, il quale balzò sul proprio posto dicendo che doveva avvisarla del risveglio dell’amica; uscì.

A Mary intanto era sorto un altro interrogativo allarmante, toccandosi il ventre.

- Il…? – fece per domandare, interrotta da Shuu che posò le mani sulle sue, stringendole.

- Lì è tutto a posto, miracolosamente.

La mezza strega sospirò sollevata, facendo cadere la testa contro la spalla del vampiro che la avvolse nel suo abbraccio, cullandola; il mago abbozzò un sorriso osservandoli e si congedò, avvisando che sarebbe andato a informare Elena.

Nel frattempo, nella stanza si sollevarono singhiozzi, urli soffocati e sussurri di conforto.

 

 

Elena le spiegò che riportava ustioni superficiali sulle braccia, su una parte del fianco sinistro e una un po’ più consistente sull’occhio sinistro; quando le tolse le bende del viso dopo quelle del corpo, esaminato tramite il tatto, la donna non riuscì a nascondere un’espressione amara e leggermente impressionata: le palpebre nell’angolo più esterno si erano fuse insieme e intorno la pelle era leggermente raggrinzita, rossa e come secca.

- Riesci a vedere…?

Mary chiuse l’occhio destro e ammutolì per un istante, facendola irrigidire dal terrore e esalare un sospiro esasperato quando scosse la testa, negando; scoppiò a piangere, coprendosi il viso con le mani vacillanti.

- Dovrei essere io a piangere… - abbozzò un sorriso amaro la mezza strega, cercando di sdrammatizzare, e sgranò gli occhi non appena fu abbracciata di slancio dalla dottoressa.

Alzò lentamente una mano, dandole delle gentili pacche sulla schiena, mentre la udiva singhiozzare sommessamente, tuttavia tremando visibilmente; attese che si sfogasse completamente per dieci minuti (e non aveva da lamentarsi, dopotutto lei stessa ci aveva messo mezz’ora con Shuu, prima) e continuò ad ascoltare il resto che la riguardava.

- Per quanto riguarda il polmone, sono riuscita a creare due miscele, che vanno assunte una dopo l’altra affinché svolgano la loro funzione senza problemi… le avevo affidate a Martha e Lily, ma visto che eri pressoché incosciente… - tirò fuori dalla tasca del camicione bianco due fiale, consegnandole nella sua mano – Dovrebbero essere in grado di ritardare lo smorzamento del polmone artificiale… sperando che entro questo breve periodo si riesca a trovare una qualsiasi soluzione. Questo è tutto… ah.

Elena la guardò con occhi nuovamente lucidi.

- Mary-chan, i tuoi capelli…

- Non si preoccupi – sorrise la mezza strega, ravviandoli con un gesto della mano – Ci sono cose più importanti… e poi ero abituata ad averli corti…

Io li lascerei crescere, Mary-chan.”

La fanciulla chiuse gli occhi e chinò il capo, abbozzando un sorriso amaro e allo stesso tempo dolce.

Riposa in pace, Ryan…

- Com’è la situazione? – chiese, alzando lo sguardo verso la donna di fronte, la quale non riuscì a trattenere una smorfia di sorpresa a quell’improvvisa determinazione.

Procedette a informarla che la testa del drago e Isa stessa si trovavano al sicuro in una stanza sigillata e vigilata da alcuni dei giovani più potenti, oltre al signor Ari, e accennò anche che Subaru aveva insistito a rimanere nei dintorni, giustificandosi che fosse una zona più tranquilla (Mary trattenne un sorriso divertito); Mark stava riposando in un’altra stanza dell’infermeria, esausto dall’ininterrotto e doloroso pianto, e Theo e Martha gli facevano compagnia; Claire, Anna e Finn dormivano nella zona principale del rifugio come tutti gli altri (quindi la mezza strega dedusse che fosse ancora notte), e con loro c’erano Azusa, Yuuma, Kou, Laito, Ayato e Yui, precisando che quest’ultima fosse stata molto in pensiero per lei; rivelò che apparentemente Kanato avesse sviluppato un certo interessamento nei confronti di Rose (giurò che non fosse uno scherzo nel vedere lo sguardo vuoto della ragazza), aggiungendo che era sorvegliata da Lily e il signor Flyer, il quale sarebbe giunto a minuti per trovarla; Ruki e Reiji erano stati chiamati per farsi consegnare dei messaggi da Karlheinz, avendo già dormito abbastanza, considerando che poche ore di riposo a loro bastavano.

- Li ho visti mezz’ora fa che stavano discutendo… da quel che ho capito, sembra che nel Regno dei Demoni abbia prevalso il caos. Quel che è peggio, si sono improvvisamente aperti i portali, anche quelli che comunicano con altre dimensioni… quindi penso sia molto probabile che presto accadrà un disastro, una guerra… una mini-Apocalisse– spiegò un po’ scherzando Elena, sedutasi sul bordo del letto.

Mary le osservò il viso, riflettendo su quanto le era stato riferito, e notò dalle borse sotto gli occhi e la bocca socchiusa quanto la dottoressa fosse stanca.

- Di mia madre non ha avuto notizie…? – domandò, alzandosi dal letto e ignorando le proteste della donna che le raccomandava di sdraiarsi di nuovo e riposare.

- Starà collaborando con Karlheinz – rispose, poco certa della sua ipotesi, mentre osservava confusa la fanciulla che si guardava intorno nella stanza alla ricerca di qualcosa – Ti serve qualcosa, Mary-chan?

- Vestiti, con questa camicia da ospedale non posso uscire.

Elena balzò in piedi.

- No! Non puoi uscire in questi condizioni! – dissentì, avvicinandosi a lei.

- Elena-sensei, sto bene – la guardò con fermezza Mary, aggrottando la fronte e in questo modo creando delle strane pieghe intorno all’occhio sinistro – Ora la mia priorità è riportare la testa al Drago.

La donna tentò di nuovo di ribattere contrariata, ma le morirono le parole in gola: come poteva contraddirla? Aveva perso così tanto… eppure voleva andare avanti; sospirò amaramente e si massaggiò la fronte, mormorando che c’era bisogno di organizzare un piano per portare la testa senza incontrare ostacoli il più possibile, che aveva bisogno di persone che l’accompagnassero, che era insicura di quali poteri avesse ora senza le povere farfalline, e continuò a citare, una dopo l’altra, tutte le sue perplessità, finché la mezza strega non la interruppe.

- Elena-sensei… so già cosa devo fare.
 

 

 

Shuu, dopo aver lasciato la moglie sola con la dottoressa, era uscito e si era accomodato tranquillamente per terra, con la schiena contro la parete rocciosa dove era più liscia, infilando gli auricolari alle orecchie e rilassandosi: sapeva che presto avrebbe dovuto “muovere le chiappe” (perché le parole della versione femminile di Laito gli erano rimaste così impresse, perché) per Dio solo sapeva cosa, quindi tanto valeva sfruttare quel poco tempo che gli rimaneva.

A conferma dei suoi sospetti, poco prima che uscisse Mary da quella stanza, percepì n brivido percorrergli la schiena e un ronzio fastidioso sostituire l’orchestra nei suoi timpani: qualcuno, certamente l’amata, stava parlando di lui.

Di fatti, appena fu spalancata la porta, la mezza strega si fermò davanti a lui.

- Shuu… devo dirti una cosa.

Questa “cosa” non mi piace affatto già adesso, commentò il biondo nella sua testa, sospirando seccato e alzando lo sguardo verso di lei per rimanere un po’ sorpreso dalla sua figura: aveva rifatto le solite due treccine sul lato sinistro del viso, sebbene più corte, e si era cambiata in un paio di jeans grigi, un dolcevita di lana nero e una giacca blu piena di tasche che la ragazza stava riempiendo con varie cose passate da Elena, perplessa; i suoi occhi brillavano, decisi.

Abbozzò un ghigno e si alzò, pronto a lamentarsi.

- Non dirmi che devo venire con te… - brontolò, scompigliandosi i capelli.

- Non lamentarti – lo rimproverò Mary, pizzicandogli il naso – Sapessi quanto dovrai muoverti dopo che avrò partorito!

Shuu rimase in silenzio per mezzo minuto, prima di deglutire.

 

 


Chiedo assolutamente perdono.
Ve l'ho detto: ho tante cose per la testa, e martedì ho il test per Professioni Sanitarie *gulp*
Però finirò questa storia in modo FANTASTICO (spero), come io ho sempre progettato (più o meno) e senza deludervi (lo speroooooo).
Però, 40 capitoli... è la storia più lunga che abbia mai scritto.
... sono fiera di me stessa, per una buona volta. *sorride contenta*

A presto!!

  
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