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Autore: Betulini2000    07/09/2016    1 recensioni
El secreto de Puente Viejo- Anno 1938. La famiglia Castro Castañeda vive felice e serena a Cuba, il tempo è passato in fretta ed Esperanza e Beltrán sono ormai grandi. All’Havana sono contenti, ma Puente Viejo attira come una calamita. Hanno bisogno di chiarire tutti i dubbi che abitano nella loro mente e, non potendo resistere al desiderio di scoprire quali segreti nasconde il paesino spagnolo, metteranno a rischio il loro. Lanciandosi in questa grande avventura, riusciranno a mantenere il segreto più grande? O verranno scoperti da chi in passato ha fatto tanto male ai loro genitori?
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Maria Castañeda, Martin Castro, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Mio fratello? Ma che dite? Io sono figlio unico! E poi perché mi stavate seguendo?” il figlio dei sarti era interdetto.
“bene, bene, vedo che non sei al corrente della verità”
“quale verità? Di cosa state parlando? Non cambiate discorso, vi ho chiesto il motivo del vostro pedinamento! Sono giorni che mi seguite e vorrei saperne la ragione”
“si, è vero ti ho seguito perché volevo conoscere meglio il mio fratellino”
“smettetela di dire che sono vostro fratello! Mio padre e mia madre, Roque Fresnedoso e Pía Toledano,  non hanno avuto altri figli oltre me.”
“oh, poverino. È qui che ti sbagli: Roque non è tuo  padre. Ti hanno mentito” Manuél stava davvero impazzendo.
“dove volete andare a parare?”
“voglio semplicemente metterti al corrente della verità. Tuo padre è Olmo Mesía. Siamo fratelli, non vedi come ci assomigliamo?” disse con un sorriso malvagio. Il ragazzo iniziò a riflettere e a chiedersi se quell’uomo non stesse mentendo.
“come faccio a crederti?”
“chiedi pure a tua madre, deve essersi divertita molto ad andare a letto con il nostro defunto padre”
“non insultarla! Adesso andrò a casa e risolverò una volta per tutte questa faccenda, vi dimostrerò che vi sbagliate”
“bene, quando avrai capito che ti hanno ingannato, mi troverai alla locanda di La Puebla.” Si voltò ed andò via senza salutare, anche Manuél fece lo stesso. Arrivato al Jaral, aspettò il ritorno dei genitori. Restò seduto sul divano finché non si aprì la porta.
“figlio, come mai hai quell’espressione così seria?”
“dobbiamo parlare”
“di cosa? dicci pure”
“delle mie origini. Ditemi la verità, padre, sono o non sono figlio vostro?” Roque e Pía si guardarono e capirono che era giunto il momento di confessare. Un po’ titubanti raccontarono a Manuél tutto ciò che c’era da sapere.
“quindi è vero, mi avete mentito per ben diciotto anni” iniziò a battere le mani “vi faccio davvero i miei complimenti. Ma come avete potuto farmi questo?”
“pensavamo che fosse la cosa migliore per te. Olmo è stato solo un grandissimo errore nella mia vita”
“ma io sono frutto di quel dannatissimo errore, madre. Sempre  che non scopra che voi non siete davvero mia madre”
“ma cosa dici, Manuél, certo che lo è” intervenne Roque.
“ormai sto mettendo in discussione ogni cosa. Chi mi dice che non mi state nascondendo altro? Come posso credervi?”
“Roque ti ha voluto bene come se fossi suo figlio, ti ha dato amore incondizionato, è lui il tuo vero padre”
“no che non lo è. L’ho considerato tale per tutto il corso della mia vita, ma non lo è! Non capite che mi sento ingannato? Io gli avrei voluto comunque bene, ma avevo il diritto di saperlo”
“hai ragione, abbiamo commesso un gravissimo errore, ma ricorda che siamo la tua famiglia” Pía si avvicinò a lui cercando di fargli una carezza sulla guancia, ma il ragazzo si scansò.
“ora vado, non aspettatemi per cena, né per la notte. Ho bisogno di riflettere.” Detto ciò se ne andò senza guardarsi indietro.
 
Esperanza aveva appena finito di scrivere l’ennesima lettera indirizzata ai genitori, nella quale raccontava loro della festa del bestiame, ed alla quale aveva allegato la fotografia che la ritraeva con Beltrán. Sicuramente avrebbe tirato su il morale a Gonzalo e María e li avrebbe convinti almeno in parte che il  viaggio stava andando meglio del previsto, infatti non c’erano state complicazioni. Imbucò la busta nella cassetta della posta e si toccò la collana che le aveva regalato il padre, adorava quel gioiello perché le ricordava la sua famiglia e la faceva sentire speciale. Stava tornando verso la locanda, nel pomeriggio avrebbe dovuto lavorare, quando vide Pía correre allarmata nella sua direzione.
“Felicidad, devi aiutarci”
“cosa è successo, donna Pía?”
“Manuél è scappato via correndo, è rimasto sconvolto da una notizia ed adesso non vuole più rivederci. Devi parlare con lui”
“ma perché ha avuto una reazione simile? Cosa ha scoperto?”
“che Roque non è il suo vero padre. Per favore, trovalo e parla con lui. Noi non abbiamo la benché minima idea di dove possa essere e comunque non vuole vederci. Magari tu puoi fargli cambiare idea e convincerlo a  tornare a casa”
“ora vado subito a cercarlo. Non posso promettervi che tornerà, però, sapete benissimo che è davvero testardo”
“ha detto che non tornerà per la notte, ho paura che possa dormire all’aperto ed ammalarsi”
“mi occuperò io di questo, non preoccupatevi”
“grazie, sei un angelo”
“lo faccio perché ci tengo troppo a lui”
Non fu difficile trovarlo, Esperanza sapeva benissimo che lui adorava sedersi su di una roccia vicino al ponte che da il nome al paese, ad ammirare l’acqua del fiume che scorreva. Era esattamente lì, immobile con lo sguardo perso e vuoto. Si sedette al suo fianco e gli poggiò una mano sulla spalla.
   
 
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