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Autore: Lady Of The Flowers    07/09/2016    3 recensioni
Un gruppo di amici in vacanza insieme al mare e un amore (quasi) impossibile.
Matthew Bellamy è il tipico ragazzo che non ama legarsi, cinico e orgoglioso; Gwen Morrissey, la sua migliore amica da una vita. Qualcosa presto cambierà il loro rapporto.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Gwen

Aprii gli occhi, ma il bianco accecante del soffito me li fece richiudere immediatamente. Doveva essere pieno pomeriggio, la luce del sole era fortissima. Aspettai un attimo e poi li riaprii con calma. Mi sentivo ancora stanca, quasi come se non avessi dormito per niente.
«Sei sveglia?» La faccia di Lola mi si parò davanti come in un film dell’orrore.
Per poco il cuore non mi uscì dalla gola. Non me l’aspettavo.
«Ma sei pazza?!» Sbottai, portandomi una mano sul torace, come se potesse aiutarmi a tornare a respirare normalmente.
«Sono così brutta?» Ridacchiò lei.
«Cristo, Lola.» Espirai profondamente. «Che buongiorno da infarto.»
Lei continuò a ridersela, mentre faceva avanti e indietro per la stanza. Scema, pensai, intanto che il mio cuore stava tornando ad un numero di battiti al minuto più o meno decente. Poi guardai la sveglia. Erano solo le tre e mezza di pomeriggio.
«Cosa ci fai in camera a quest’ora?» Le chiesi e mi voltai su un fianco per osservarla meglio.
«Preparo le valigie.» Chiosò Lola, guardandomi con un’espressione che emanava ovvietà.
Merda. Come avevo fatto a dimenticarmi che era l’ultimo giorno e poi saremmo tornati a casa? Avevo la testa tra le nuvole, non riuscivo a dare attenzione a nulla che non fossero i miei sentimenti. E forse, a dirla tutta, nemmeno a quelli stavo dando la dovuta importanza, dato che non riuscivo ancora a capire cosa veramente volessi. Mi resi conto che, in realtà, non ero per niente dispiaciuta di dover ripartire, almeno per un po’ non avrei più dovuto vedere quel cretino di Jessie. Ancora qualche giorno di vacanza e poi sarei tornata in università per dare l’ultimo esame; in più la tesi era praticamente già pronta, perciò dopo poco mi sarei finalemente laureata in lettere e filosofia, avrei detto addio al mio stupido paesino natale e me ne sarei andata a lavorare in città. O almeno lo speravo.
«Ci credi che me n’ero completamente scordata?» Dissi a Lola, mentre mi tiravo su a sedere.
Lei mi guardò con un mezzo sorriso.
«Ci credo, ci credo.»
Rimasi lì, seduta sul letto a gambe incrociate a giocare con i capelli per qualche minuto. Pensavo ad ogni cosa a cui avrei potuto pensare in quel momento. A cosa avrei fatto quando sarei tornata a casa, a come avrei spiegato a mia madre e a mia sorella che io e Jessie ci eravamo lasciati, a come avrebbero reagito, a quando avrei dovuto riaffrontarlo – perché sapevo benissimo che sarebbe tornato all’attacco –, al viaggio verso l’università e poi, ovviamente, mi venne in mente lui. I suoi occhi azzurri piantati nei miei poche ore fa, quel “mai” giurato a fior di labbra, il suo profumo, le sue mani. Tutti quei particolari che in un attimo riuscivano a cancellare dalla mia mente ogni cosa riguardante Jessie e quello che era stato di noi. Boom. Era un attimo, tutto sparito. E c’era solo lui. Lui e i suoi sorrisi dolci, quelli che riservava solo a me.
Non sapevo nemmeno io perché mi ero decisa ad andare in camera sua, a quell’ora poi... Era colpa del mio cervello bacato e della mia perenne voglia di farmi del male, perché sentivo che stava tornando. Stava tornando tutto. Tutto quello che avevo voluto lasciarmi alle spalle e che avevo cercato di sotterrare in un angolo buio del mio cuore. Era bastato un ballo insieme? E due sguardi un po’ diversi dal solito? Ero davvero così patetica? Mi sentivo una bambina, piccola e stupida.
D’un tratto Lola mi tolse da quel vortice di pensieri in cui stavo per essere risucchiata.
«Senti, ho visto Jessie prima.» Disse, con una certa cautela. «Ha detto che vuole e deve parlarti, che ha sbagliato e bla bla bla vari.»
«Fanculo.» Sibilai.
«È esattamente quello che gli ho risposto io.»
«Quindi direi che hai già risolto tu.»
«Se fosse così facile, Gwen…»
«Che rottura!» Mi agitai. «Non lo voglio vedere, non voglio più avere niente a che fare con lui, lo capirà mai?!»
«Lo spero. Intanto però hai tipo una decina di messaggi e un paio di chiamate perse sul telefono che ti aspettano.» Mi disse, porgendomi l’Iphone.
Lo afferrai e lo buttai sul letto di fianco a me. Come una vera stupida, però, lo ripresi subito dopo per controllare che non ci fosse qualche messaggio di Matt. Niente, ovviamente. Tutti di Jessie. Tutti uguali, tutti che dicevano le solite stronzate: “ti prego, perdonami”, “ho sbagliato, “lo sai che ti amo” e via discorrendo; ma uno in particolare colpì la mia attenzione. Mi chiedeva se avrei fatto – per favore – il viaggio di ritorno in macchina con lui, come era stato per l’andata.
«Cazzo, Lola.» Iniziai, lei mi guardò preoccupata.
«Cosa.»
«Come faccio con il viaggio in macchina? Io non voglio andare con Jessie, Eric e compagnia bella.» Mi lamentai. «Non sta né in cielo né in terra questa cosa. Come faccio? Prendo il treno?»
«Gwen, non mi sembra la fine del mondo. Basta che chiedi a qualcuno che stava in macchina con Matt di fare scambio.» Disse, tranquilla.
«Tu credi che Amy mi lasci il suo posto? Seriamente?» La guardai con le sopracciglia alzate.
Ci fu un attimo di silenzio durante il quale io pensai a lei a letto con Matt. Strizzai gli occhi come per cacciare subito quell’immagine disgustosa.
«In effetti, visti gli ultimi avvenimenti…» Rispose, titubante.
«Ci voleva anche quella troietta…» Commentai e Lola rise.
Sapeva che non mi era mai andata a genio. Si era unita alla compagnia da qualche anno, era falsa come poche e aveva quel fare da gattina perennemente in calore con qualsiasi essere umano del sesso opposto. Ovviamente, il suo maggiore interesse era sempre stato Matt, ma lui non gliel’aveva mai data vinta. Questa volta, però, ce l’aveva fatta.
«Senti, secondo me basta che ne parli con Matt, vedrai che in un attimo ci pensa lui. Anzi, digli che vengo anche io in macchina con voi e-» Si interruppe.
«E Dom.» Conclusi io, con un sorriso divertito. «Sei cotta, ammettilo.»
«Oh, stai zitta!» Mi disse, facendomi segno con la mano di chiudere la bocca, così lasciai perdere.
«Allora chiederò a Matt, così magari ci facciamo un bel viaggio noi quattro insieme.» Dissi.
«Sarebbe divertente.» Rispose lei, poi mi guardò dritta negli occhi. «A proposito di Matt.»
«Sì?»
«Questa notte- anzi, questa mattina, non sarai mica andata da lui, vero?» Chiese, con una nota di preoccupazione nella voce.
«E dove, se no?»
«Oh, Gwen.» Si sedette sul bordo del letto di fianco a me.
«Che c’è?!» Domandai, mettendomi subito sulla difensiva.
«Dimmi che non ci stai ricascando.» Mi afferrò la mano.
Mi conosceva così bene… E la maledicevo per quello, non potevo e non riuscivo mai a tenerle nascosto niente. Ero davvero prevedibile, ma ci provai comunque.
«È il mio migliore amico, Lola. Non potevo stressare solo te per tutta la notte, ho solo pensato di lasciarti respirare un po’ e farmi fare compagnia da lui.» Cercai di reggere con fermezza il suo sguardo indagatore. «Non volevo stare da sola, tutto qui.»
«Però ci stai ricascando.» Disse, con la testa inclinata da un lato.
Avrei potuto inventarmi di tutto, ma non sarei mai riuscita a farla franca.
«No, che dici?»
«Ti conosco, signorina.»
«Non è così, giuro.»
«Il falso.»
«Non giuro il falso.»
«Sì, invece. Ti basta tanto così per ricominciare tutto da capo, Jessie è stato solo un diversivo e lo sappiamo benissimo tutte e due.» Disse, con un filo di cattiveria.
Mi lasciai cadere all’indietro, finendo con la testa sul cuscino, e sospirai rumorosamente.
Era stato un diversivo? Forse sì. E mi facevo davvero schifo quando pensavo a come mi ero “approfittata” di Jessie. Arrivai perciò alla conclusione che mi ero meritata quello che mi aveva fatto, ma che, da codarda, non lo avrei mai ammesso con lui.
Mi misi le mani sul viso e mi stropicciai un po’ gli occhi.
«Non volevo, lo giuro.» Mi lamentai e sentii una piccola lacrima formarsi all’angolo del mio occhio sinistro. Non volevo piangere, era solo nervoso represso.
«Gwen, non farlo.» Lola mi strinse la gamba, dandomi uno scossone. «Lo so che tu pensi sia l’uomo della tua vita, ma non è così! Tu non sei come lui!»
Rimasi in silenzio.
Probabilmente era davvero come diceva lei e non avrebbe mai potuto funzionare una relazione diversa da quella dell’amicizia per noi due. Anzi, non sarebbe nemmeno mai potuta cominciare. Eravamo troppo diversi. Lui non voleva legami, io aspettavo solo di passare il resto della mia vita con qualcuno. Qualcuno che speravo fosse lui.
«Uno come lui non merita una come te.» Chiarì il concetto la mia amica. «Ti farebbe del male e lo sai benissimo.»
«Non mi farebbe del male.» Sussurrai.
Non riuscivo a pensare a Matt che mi faceva soffrire. Certo, l’aveva fatto fino a quel momento, ma non di proposito, non sapeva nemmeno che lui era l’unica cosa che desiderassi veramente da tutti quegli anni.
«Stiamo parlando della stessa persona?» Chiese Lola.
Non risposi.
«Sai cosa farebbe? Ti darebbe uno di quei suoi baci falsi, che però tu troveresti di sicuro romanticissimo, perderesti subito il controllo e ti scoperebbe esattamente come fa con tutte le altre per poi lasciarti da parte a finire nella lunga lista di quelle che si è portato a letto.» Mi disse, con rabbia.
Mi tirai su e la guardai negli occhi. Non dissi nulla, ma quella lacrima che avevo trattenuto fino a quel momento decise di scendere rigandomi la guancia. L’asciugai con il dorso della mano il più in fretta possibile. Non volevo piangere, gli occhi mi bruciavano e pungevano ancora per tutte le lacrime versate la notte prima, ne avevo abbastanza.
Mi alzai di scatto.
«Hai ragione, va bene?! Hai ragione!» Urlai. «È questo che vuoi sentirti dire?»
Non ce l’avevo davvero con lei, ce l’avevo con me stessa perché ero debole. Lo ero sempre stata, in tante cose, ma quando si parlava di Matt raggiungevo davvero il limite, diventavo quasi patetica. E adesso che era tutto finito con Jessie, quel muro che ero riuscita a costruire per cercare di proteggere me stessa e i miei sentimenti da quella che sapevo benissimo sarebbe stata una storia impossibile stava crollando inesorabilmente. E io con lui.
Lola mi venne vicino e mi strinse in un abbraccio.
«Io non voglio sentirmi dire che ho ragione.» Mi disse nell’orecchio. «Vorrei solo evitare di vederti come qualche anno fa.»
Quelle parole mi fecero, in qualche modo, calmare, così appoggia la testa sulla sua spalla e mi lasciai coccolare un po’ dalle sue carezze.
«Non voglio stare come stavo prima.» Sussurrai, mentre mi passava una mano fra i capelli.
«Lo so. Quindi, per favore, lotta contro te stessa e non ricaderci.» Disse Lola, con fermezza.
Volevo veramente provare a combattere quella mia stupida debolezza; non volevo tornare a stare male per qualsiasi cosa lui facesse o dicesse, a quando pensavo solo a con chi sarebbe tornato a casa quella sera e la gelosia mi uccideva, a quando piangevo perché non altro che un’amica e non sarei stata mai nient’altro per lui. Non potevo ricaderci.
Inspirai profondamente e chiusi gli occhi per un attimo, ma lui era lì, non se andava e non lo avrebbe mai fatto. Un amore così, che dura da tanti e forse troppi anni, non si dissolve solo perché la tua migliore amica ti dice che devi lasciar perdere perché lui non ti merita e non è fatto per te. Sapevo benissimo che non sarebbe stato così facile dire basta, soprattutto perché lui era parte della mia vita da quando eravamo bambini e non era solamente la persona che desideravo, ma anche il mio più grande amico. Lasciar perdere uno significava, purtroppo, mettere da parte anche l’altro ed io non ero pronta e credevo che non lo sarei mai stata.
Mi allontanai da Lola e mi sedetti sul davanzale della finestra. Guardai l’orizzonte e mi venne da sorridere, pensai all’alba che avevo visto qualche ora prima proprio con Matt. Non avrei rinunciato a lui, ai suoi abbracci caldi, ai suoi sorrisi e alle risate che, nonostante molte cose, mi faceva fare.
«Ma se-» Iniziai interrompendomi quasi subito.
«Se?» Continuò Lola, mentre metteva una maglietta nella sua valigia.
«Io credo che-» Mi bloccai di nuovo, mi batteva forte il cuore.
Lola mi guardò come a dire “allora?”, così mi azzardai a dire quello che stavo pensando.
«Se ci provassi?» Dissi e lei sgranò gli occhi.
«A fare cosa? Non dirmi-»
Non la lasciai finire.
«Con Matt.»
«Stai scherzando spero!» Alzò la voce Lola.
Scossi la testa leggermente.
«No. Credo che in qualsiasi caso finirei per perderlo, perché se dovessi decidermi a – diciamo –mettere una fine ai miei sentimenti per lui dovrei allontarmi e di conseguenza non potrei più averlo nemmeno come amico… Quindi, forse dovrei almeno provarci.» Mi spiegai, con una sensazione di ansia alla bocca dello stomaco che cresceva sempre di più.
Lola si mise un mano sulla fronte.
«Tu sei pazza. Soffrirai e basta.» Disse arrabbiata. «Lo sai, lo sai!»
«Sì, lo so, ma soffrirei comunque, quindi sono quasi certa di aver deciso di provarci.»
Probabilmente stavo per fare la più grande cazzata della mia vita, ma sapevo che avrei perso qualcosa, o meglio, qualcuno in ogni caso, perciò mi sarei buttata, nonostante tutti i dubbi e le paure che mi avevano frenato fino a quel momento.
Un’espressione triste sostituì quella arrabbiata sul volto di Lola.
«Promettimi di pensarci ancora un po’.» Mi disse, venendomi vicino. «Per favore.»
Mi prese una mano nella sua e mi guardò negli occhi.
«Prometto.» In fondo, rifletterci ancora non mi costava nulla, anche se ormai ero quasi convinta della mia decisione.

Quella sera avevo deciso di starmene tranquilla in camera a guardare la tv e a riflettere un po’, proprio come mi aveva detto di fare Lola. In più, non avevo per niente voglia di vedere Jessie, a cui avevo dovuto rispondere dopo la millesima chiamata per dirgli che no, non sarei andata in auto con lui e che no, non volevo parlare né in quel momento né mai, finendo poi per chiudergli il telefono in faccia per farlo stare zitto. Lola però non era della mia stessa idea, stava infatti cercando qualcosa da fare, dato che l’uscita insieme a Jessie e tutto il resto della compagnia non era contemplata nei suoi piani.
All’improvviso qualcuno bussò alla porta. Lola sbucò dal bagno con in bocca lo spazzolino.
«Chi caffo è?» Articolò, in qualche strano modo, mentre si strofinava i denti.
«E io che ne so?» Dissi, mentre mi avviavo alla porta sperando con tutta me stessa di non trovarmi davanti Jessie con un mazzo di fiori o cose simili. Peraltro, benedicevo sempre di più il giorno in cui avevo deciso che in vacanza sarei stata in camera con Lola per non lasciarla da sola e non con lui. Ci eravamo evitati in bel po’ di rogne.
Aprii la porta in pigiama.
«Ciao, bambina.» Mi disse Matt, sfoderando un sorriso meraviglioso.
Il mio cuore iniziò a battere all’impazzata. Non mi aspettavo che sarebbe venuto lì. Non l’avevo sentito né visto per tutto il giorno, immaginavo che sarebbe uscito con Dom e gli altri o con Amy, ma di certo non che sarebbe venuto da me. Non ero psicologicamente pronta. Poi, quel “bambina” mi aveva già bruciato qualche neurone ancora prima che iniziassi a parlare con lui.
«Matt.» Riuscii finalmente a dire.
Notai che dietro di lui c’era Dominic.
«Ciao, Gwen.» Fece lui, accompagnando il saluto con un gesto della mano.
«Ciao.» Risposi e mi sentii spingere prepotentemente da dietro.
Era arrivata Lola, che doveva aver sicuramente sentito la voce di Dom e si era precipitata lì. Salutò anche lei, mentre io riuscivo solo a pensare a quanto fosse bello Matt con addosso un’insignificante maglietta nera.
«Venite a fare un giro con noi?» Propose Dom, lanciando un’occhiata piuttosto eloquente verso la mia amica.
«Certo!» Rispose lei, felice come una Pasqua.
«Veramente non era nei miei programmi…» Feci notare.
Mi guardarono tutti e tre come se avessi detto la peggiore delle eresie.
«Non vorrai passare in camera da sola l’ultima sera, vero?» Chiese Matt, con un filo di tristezza.
«È che-»
«Dai, vestiti e vieni a fare un giro… Se preferisci stiamo qui, però almeno andiamo in spiaggia!» Continuò lui, bloccandomi in partenza.
Mi guardava con quegli occhi che sapevano mandavarmi in tilt come quelli di nessun altro e pensai a quello che avevo deciso di fare. Avevo paura, non potevo negarlo. Certo, non mi sarei buttata a capofitto tra le sue braccia dicendogli che ero innamorata di lui, avrei fatto le cose con calma, ma anche solo pensare che avrei provato a cambiare il mio approccio verso di lui mi spaventava a morte. Ero davvero sicura? Decisi quindi che quella doveva essere veramente la sera in cui ci avrei riflettuto – con o senza di lui presente –, così mi feci coraggio e accettai.
«Okay.» Dissi. «Andiamo qui sotto a berci qualcosa e facciamo un giro sulla spiaggia?»
«Va bene, capo.» Ed eccoli tutti e tre sull’attenti.
Risi. «Mi vesto e sono pronta, idioti.»

Tre drink, tante risate e circa duecento metri dopo eravamo seduti sulla spiaggia, raccolti in uno di quei pochi momenti di silenzio che avevano accompagnato quella serata. Ero contenta di essere uscita, mi sentivo esattamente come se fossi con la mia famiglia ed era una sensazione splendida. Loro erano davvero i miei amici.
Dom quella sera aveva dato il meglio di sé, raccontandoci diversi episodi della sua infanzia da bambino grassoccio e un po’ sfigatello, che ci avevano fatto venire le lacrime agli occhi dalle risate. Anche lui ne rideva, anche se forse, all’epoca, non erano stati poi così divertenti. Lola, nel frattempo - avrei potuto vederlo anche da un miglio di distanza -, era sempre più presa da lui. I sorrisi e gli sguardi che gli riservava erano piuttosto eloquenti ed aspettavamo tutti il momento in cui si sarebbero decisi a darsi almeno uno stupido bacio.
Fu proprio Lola ad interrompere il silenzio che si era creato bisbigliando qualcosa nell’orecchio a Dominic. Il biondo, per tutta risposta, si alzò di scatto e la sollevò da terra per poi iniziare a camminare verso l’acqua, scatenando così le urla di protesta di lei.
«Pazzo!» Gridava. «Non dicevo di buttarmici dentro, ma di entrarci insieme e piano piano!»
Dom rideva e, nonostante i pugni di Lola sulla schiena, non demordeva.
«Adesso ci facciamo un bel bagno di mezzanotte!» Esclamò.
«Ma se sono quasi le due!» Gli fece notare Matt, ridendo, dopo aver guardato l’ora sul telefono.
«Allora un bel bagno di quasi le due!» Si corresse quindi Dom.
Matt scosse la testa sorridendo. «Che cretino…»
Un attimo dopo si poté udire uno strillo acutissimo di Lola venire smorzato a metà dal rumore del suo corpo che cadeva in acqua. Guardai verso il mare per assicurarmi che non fosse successo nulla di preoccupante, ma subito riemerse la mia amica che, senza un minimo di esitazione, si lanciò addosso a Dom. Lui la afferrò per la vita e, quando pensavo che lei avrebbe tentato di mandarlo sott’acqua, gli stampò invece un bacio sulle labbra.
«Facciamo partire l’applauso?» Bisbigliò Matt, trattenendo una risata.
Avrei voluto farlo, solo perché se lo meritavano per tutto il tempo ci avevano messo a lasciarsi andare, ma decisi di non rovinar loro quel bel momento.
«Sarebbe divertente, ma forse è meglio di no.» Dissi. «Sai, non vorrei avere a che fare con una Lola incazzata più tardi…»
«Certo, certo, capisco.» Ridacchiò, voltandosi poi dall’altra parte, mentre fumava una delle tante sigarette.
Il mio sguardo cadde, ovviamente, in modo inesorabile su di lui. Lo guardai attentamente, analizzando ogni particolare, passando dai suoi capelli corvini, alle sue ciglia lunghe che facevano da cornice ai miei due occhi azzurri preferiti, a quel naso un po’ a punta, alle barba appena rasata, alle labbra rosa leggermente aperte per far uscire il fumo, a quel piccolo neo sul collo… Era come fare un ripasso di qualcosa che, in realtà, conoscevo già a memoria. Era perfetto e, per quanto avessi potuto cercare, sapevo benissimo che non avrei mai trovato qualcuno che mi potesse piacere più di lui, che avesse qualcosa più di lui, in ogni senso.
Sentii il battito del cuore aumentare sempre di più mentre lo fissavo incantata e, quando si voltò di nuovo verso di me sorridendomi, ne ebbi la conferma. Sì, ci avrei provato. A qualsiasi costo.


Ciao :)

Come promesso, ecco qui il capitolo dal POV di Gwen! Penso che anche il prossimo lo sarà, ma non assicuro niente perché ci sto ancora pensando. Spero che vi sia piaciuto.
Al solito, ringrazio tutti quelli che leggono e recensiscono <3


Al prossimo aggiornamento, baci.

   
 
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